In questa maglia primaverile c’è tutto il Dna di ReArtù Tech Wear. Stile, qualità, praticità. E in queste uscite di “finto inverno”, viste le temperature più che miti che imperversano sull’Italia, si è mostrata essere un capo ideale.
NE avevamo già avuto un assaggio all’Italian Bike Festival di Misano a settembre, adesso l’abbiamo provata. E lo abbiamo fatto in più situazioni. Sia nei giorni plumbei e più freschi, sia in quelli in cui la colonnina di mercurio danzava sul filo dei venti gradi almeno nelle zone del Centro Italia.
Praticità totale
Quando abbiamo usato il termine praticità, non lo abbiamo fatto a caso. La prima cosa che ci ha colpito di questa maglia è stata la capienza delle tasche. Davvero ampie, una scelta che va nettamente in controtendenza rispetto a molti altri capi. Invece si è mostrata una scelta super azzeccata.
Azzeccata perché una maglia così, nel 90 per cento dei casi la si utilizza in allenamento (posto che anche in una gara fresca d’inizio stagione non starebbe affatto male) e quindi si presuppone che ci si porti dietro un bel po’ di materiale. Dallo smartphone alle barrette, dai gel alla mantellina.
Azzeccata anche perché, se è vero che le temperature viste sinora non sono parse ridigissime e stiamo parlando di una maglia primaverile leggermente felpata (tessuto Super Roubaix), è anche vero che se si fa una salita un po’ più lunga e poi magari si scende in una zona ombrosa lo sbalzo termico si sente.
Quindi, se si hanno in mente certe uscite con questa maglia, la mantellina serve. Va a completare il quadro. Ma con questa maglia primaverile si ha il vantaggio della maneggevolezza, della leggerezza e della protezione in pianura, senza sudare. E non è poco.
In più anche in salita la zip, molto scorrevole grazie alle maglie ampie, si può aprire a proprio piacimento.
Stile fluo
Di certo una maglia simile non è passata inosservata! «Ci stiamo facendo largo nel mondo del ciclismo e tutti gli sport di squadra, grazie a materiali innovativi e sempre più riconoscibili», ci aveva detto il patron di ReArtù, Paolo Castellucci. Ebbene, è stato di parola!
Colori fluo, disegni accesi che oltre ad essere piacevoli si sono rivelati utili in quanto a visibilità passiva.
Ma in questo Re Artù è maestra: l’azienda romagnola infatti in quanto a colori e personalizzazioni è all’avanguardia e ne fa un cavallo di battaglia. Sono molte infatti le squadre, non solo di ciclismo, che si rivolgono a loro per realizzare la propria divisa secondo gli standard richiesti dalla moda e dalle esigenze degli sponsor.
Zero cuciture
Questa maglia non è solo azzeccata sul piano dell’estetica e della praticità, è anche un prodotto di qualità. Si nota un certo studio a monte. Il “taglio vivo” e la totale assenza di cuciture sono una peculiarità forte come i suoi colori.
Grazie alla lavorazione artigianale, forte di macchinari all’avanguardia, si riesce ad eliminare le cuciture a tutto vantaggio della comodità e anche del comfort. Senza cuciture gli sfregamenti si riducono moltissimo e aumenta a dismisura la sensazione di avere una “seconda pelle”, anche se, come nel nostro caso, si indossava un intimo tecnico. Tutto l’insieme “scorre” meglio sul corpo.
Il collo, che resta comodissimo, e la parte bassa della maglia sono estremamente minimal. Se fa un po’ più fresco si può aggiungere un “buff”, altrimenti si pedala in libertà. Idem le maniche, che volendo si possono tirare un po’ su, sull’avambraccio, senza sforzo e senza che stringano.