Felline dopo 25 anni cambia pelle: «La bici solo per divertirmi»

03.02.2025
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LALLIO – Davanti a quella che fino a pochi anni fa era la sede di Santini, ora sorge un Trek Store alcui interno sono stati previsti degli uffici. E’ qui che Fabio Felline ritira le due nuove biciclette marchiate Trek: una da strada e l’altra gravel. La prima è una versione personalizzata della Madone, con i colori che vanno dal verde acceso al verde bosco. Appena varchiamo la soglia dello store troviamo Felline alle prese con il meccanico che sta ultimando la preparazione. L’occhio è quello del corridore e la curiosità di sbirciare, vedere e toccare con mano non la si perde in pochi mesi. La carriera finisce, ma il ciclista professionista resterà ancora un po’ anche se piano piano si è già fatto spazio il Felline appassionato di bici.

«Non correre più dopo tutti questi anni – racconta – è sempre un po’ doloroso. Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto continuare a pedalare con Trek, marchio con il quale ho passato metà della mia vita pedalata. Che in qualche modo continuerà, anche se in vesti totalmente diverse. Quello che posso dire è che mi piacerebbe continuare in maniera coerente rispetto a quella che è stata la mia storia».

Ecco le due nuove biciclette che accompagneranno d’ora in avanti Felline nelle sue uscite
La novità per Felline sarà la bicicletta da gravel, un modo nuovo di vivere questo mezzo
Due bici: una da strada e l’altra gravel…

L’accordo era questo, il modello da strada mi rappresenta un po’ di più, mentre la gravel è legata al nuovo modo di vivere la bici. Le attività che oggi vengono spinte maggiormente sono in questo settore. E’ un mondo abbastanza nuovo, ho fatto una gara gravel quando ero professionista me per il resto non l’ho mai usata. E’ un mondo in continua espansione e si vede la volontà di costruire degli eventi per questa disciplina. 

Un modo diverso di vivere la bici, come lo vedi?

Vedendo i problemi legati al traffico e alla strada il gravel diventa un modo per continuare a pedalare, ma in un ambiente diverso. 

Ultimi ritocchi alla Trek Madone Project One prima della consegna a Felline
Ultimi ritocchi alla Trek Madone Project One prima della consegna a Felline
Torniamo alla Madone Project One e al suo colore particolare…

Nasce da un fatto un buffo: quando vinsi la maglia verde alla Vuelta del 2016 la conquistai tra la penultima e l’ultima tappa. Quindi non c’era stato modo di fare la bicicletta celebrativa. Così quando ho parlato con Rudy Pesenti (Marketing Specialist di Trek, ndr) e mi ha detto che avrei potuto scegliere il colore mi sono detto: «E’ il momento giusto per farla verde». Manca la tonalità ufficiale della Vuelta ma va bene così. 

Come cambierà il tuo modo di andare in bici ora? 

Durante l’inverno non mi andava di uscire con la vecchia bici da professionista, aspettavo una svolta e questa è la giusta occasione. Sicuramente cambierà qualcosa anche nel modo in cui mi approccerò al tutto. L’altro giorno sono stato con Davide Martinelli per vedere una zona dove fare un ritiro ad aprile con il suo podcast: Chiacchiere a Pedali

Il colore del telaio, verde, è stato scelto da Felline stesso in ricordo della maglia verde vinta alla Vuelta nel 2016
Il colore del telaio, verde, è stato scelto da Felline stesso in ricordo della maglia verde vinta alla Vuelta nel 2016
Un modo per portare la tua esperienza…

A mio modo di vedere il dopo carriera lo puoi dividere in tre: rimani nel mondo delle corse con un altro ruolo, ti stacchi totalmente, oppure fai qualcosa nel ciclismo ma in un’altra veste e per altre categorie. In questa fase di transizione in cui voglio capire anche se il mondo delle corse mi mancherà voglio viverlo così.

Dopo 25 anni di ciclismo fatto in un determinato modo, qual è la cosa che ti incuriosisce di più?

L’ho sempre vissuto con un obiettivo, ogni pedalata era destinata a massimizzare il mio rendimento. Quello che mi incuriosisce è se troverò qualcosa che mi darà lo stesso stimolo in termini di obiettivi.

La prima uscita che pensi di fare con queste nuove bici qual è?

Appena possibile farò un giro intorno a casa, nelle colline di Torino con la massima libertà. Quindi se quel giorno voglio sentire il sapore di sangue perché voglio fare uno scatto, lo farò. Altrimenti mi fermerò in un baretto in collina perché fanno un panino buonissimo con prosciutto e maionese. 

Senza più vivere con la testa sul manubrio o sulle tabelle di allenamento.

La cosa limitante era che di base vedevi un sacco di posti, ma non li osservavi mai. Da ciclista puoi dire di aver visitato mezzo mondo, ma non che lo hai conosciuto bene. Questo vale anche per la collina dietro casa e al baretto di prima, dove non mi sarei mai fermato. Era un posto per cui passavo e subito andavo via.

Ora per Felline inizia un nuovo capitolo: vivere la bici con serenità e spontaneità
Ora per Felline inizia un nuovo capitolo: vivere la bici con serenità e spontaneità
Hai già pensato a come userai la bicicletta da gravel?

Penso che mi piacerà di più, dopo una vita su strada a provare le sensazioni dell’asfalto, ogni volta che esci con la gravel trovi qualcosa di diverso, lo hai vissuto talmente poco che è la novità. Umberto Marengo, che finita la carriera su strada si è messo in gioco nel gravel, ha già provato a convincermi a correre con la sua squadra, ma non sono sicuro. Per ora voglio togliermi dalla competizione. 

La curiosità ti rimane nel vedere, provare, testare?

Sì, sì, assolutamente. Con la bici da gravel voglio provare a pedalare sulle strade bianche, anche in montagna per vedere come risponde e divertirmi. 

Con quale bici farai la prima uscita?

Quella da strada, quel verde mi stuzzica molto.

La Trek di Milan per il Nord ce la racconta Mauro Adobati

26.02.2024
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L’opening weekend è ormai alle spalle, la stagione del Nord è appena iniziata e nelle prossime settimane sulle strade di lassù si daranno battaglia tanti nomi importanti. I dettagli contano molto, tutto deve essere curato e niente va lasciato al caso. Se ad ogni cavaliere corrisponde un cavallo, anche i corridori hanno il loro destriero in carbonio: le loro bici. Per vincere il freddo, il pavé, i muri e tutti gli ostacoli delle corse del Nord è necessario avere i materiali giusti

Dalla Omloop Het Nieuwsblad di sabato, fino alla Roubaix e anche oltre: le gare da queste parti sono tante e ognuna ha le sue insidie. Uno dei nomi di spicco per il ciclismo italiano a queste latitudini sarà quello di Jonathan Milan. Intorno a lui girano tante domande, non ultima quella sulle scelte tecniche fatte in ottica classiche del Nord. 

Madone o Domane?

Il gigante friulano, passato dalla Bahrain Victorious alla Lidl-Trek ha cambiato bici. Ora per correre sulle pietre potrà contare sulla Madone e sulla Domane: insieme a Mauro Adobati, capo dei meccanici del team americano, parliamo delle scelte fatte da Milan. Lui stesso ci aveva parlato di alcuni test fatti proprio sulle strade della Roubaix, volti a cercare i materiali migliori. All’inizio della stagione del Nord cerchiamo di capire che scelte sono state effettuate.

«Il test per la Roubaix – ci dice Adobati – Milan lo ha fatto con la Madone. Ormai con la nuova versione di questa bici si può pedalare tranquillamente sulle pietre. Grazie all’inserimento dell’IsoFlow le vibrazioni non sono più un problema. Tutti i ragazzi, Milan compreso, hanno corso l’opening weekend con questo modello. L’unico motivo per cui si potrebbe scegliere di usare la Domane, e si parla solo della Roubaix, è la pioggia. Il passaggio ruote in questa bici è maggiore e si possono montare copertoni da 32 millimetri senza problemi».

Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri
Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri

Profili alti e tubolari

Le scelte tecniche sono sempre qualcosa di personale, i test servono alle aziende, vero, ma risultano ancora più utili ai corridori. Ogni momento è buono per capire, cambiare e correggere. Nella mattinata di venerdì, Milan ha pedalato sulle strade della Omloop Het Nieuwsblad alla ricerca delle ultime conferme

«In queste gare – continua Adobati – Milan ha scelto di usare ruote a profilo alto, potrebbe optare per un 51 millimetri. Mentre, per quanto riguarda i copertoni, per la Het Nieuwsblad ha optato per dei tubolari da 30 millimetri. Il tubeless è stato accantonato perché con colpi secchi un po’ d’aria esce sempre, rischiando di perdere anche 2 atmosfere tra inizio e fine gara. Questa scelta viene fatta soprattutto da corridori della stazza di Milan.

«Per la Roubaix vedremo cosa si sceglierà, il profilo scelto per le ruote potrebbe alzarsi a 61 millimetri. Si tratta di una corsa piatta, dove servono molta velocità e anche tanta stabilità. Probabilmente, anche per correre all’Inferno del Nord, Milan potrebbe decidere di montare i tubolari». 

Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada
Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada

Nastro manubrio e sella

I punti di appoggio più delicati per un ciclista sono la sella e il manubrio. Il comfort sulle pietre diventa quasi un’utopia, ma le scelte tecniche devono portare alla migliore soluzione. 

«Milan – ci spiega Adobati – preferisce usare il nastro manubrio più sottile, quello da cronometro. Lo ha usato anche per queste prime gare in Belgio e probabilmente pure per la Roubaix. Dice che un nastro più sottile gli dà una maggiore sensibilità e più sicurezza nel guidare la bici. Come sella utilizza la Aeolus RSL con larghezza da 145 millimetri, ovvero la taglia media».

Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, il pacco pignone ha scala 10-33
Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, alla Roubaix potrebbe optare per il monocorona da 54

Infine il gruppo

Uno dei cambiamenti più importanti per Milan è stato passare da Shimano a SRAM. L’azienda americana utilizza dei pacchi pignoni con corone differenti, spesso dispari, ma a detta di Adobati questo non è stato un grande problema. 

«Alla Omloop Het Nieuwsblad e alla Kuurne – racconta il meccanico – Jonathan ha usato un 54-41 davanti. Mentre al posteriore il pacco pignoni è stato un 10-33. A mio modo di vedere non ha avuto necessità di grandi adattamenti, comunque con Shimano dietro usava il 30. Mettere 3 denti in più dietro permette di avere grande libertà, in futuro potremmo vedere corone sempre più grandi davanti. Con un 54-41 si evitano grandi salti e la catena ha meno probabilità di cadere».

«L’unica modifica per la Roubaix, da questo punto di vista, potrebbe essere la scelta di un monocorona davanti. Si monterebbe un 54, con al posteriore una cassetta 10-33. In una corsa del genere togliere il deragliatore potrebbe tornare utile».

Trek OCLV800, una nuova era per il carbonio

12.04.2022
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Il carbonio OCLV800 è quello utilizzato per le biciclette top di gamma Trek. E’ un tessuto composito unico nel suo genere e utilizzato dal marchio americano solo per le bici all’apice del catalogo, contrassegnate dal suffisso SLR, Emonda e Madone nell’ambito road. Questa tipologia di carbonio ha cambiato totalmente le bici top level del marchio americano e il suo processo di sviluppo, applicazione e produzione è durato oltre 2 anni.

La sigla del carbonio, in questo caso per il modello Emonda
La sigla del carbonio, in questo caso per il modello Emonda

Una fibra che porta con sé diversi messaggi, uno tra tutti che si può ancora migliorare e che il carbonio che troviamo su una bicicletta è il risultato di un procedimento lungo e complesso che dura da più di 25 anni. Siamo stati in casa Trek e a tal proposito abbiamo fatto due chiacchiere con Haley Ludwick, Corporate Communications Manager di Trek.

Trek OCLV800, le differenze

Rispetto alla fibra OCLV700 usata per i progetti di alta gamma del “vecchio corso”, il nuovo tessuto composito aumenta la sua resistenza del 30% e ha un valore alla bilancia inferiore di 60 grammi. Questi numeri sono da considerare a parità di superficie utilizzata. Il passaggio alla fibra OCLV800 per l’alta gamma, ha segnato un grande passo per Trek e ha permesso di sfruttare anche delle forme differenti delle biciclette.

Uno stampo utilizzato per le biciclette Trek con carbonio OCLV800 (foto Trek)
Uno stampo utilizzato per le biciclette Trek con carbonio OCLV800 (foto Trek)
Quali sono le tempistiche che avete avuto per lo sviluppo delle bici che utilizzano questa fibra composita?

Abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo materiale nel 2018, due anni prima rispetto al lancio ufficiale del modello Emonda. Proprio la Emonda è la prima ad utilizzare la nuova fibra OCLV800.

Quali sono le caratteristiche principali di questo tipo di carbonio e quali le differenze se lo confrontiamo con il “vecchio” OCLV700?

I benefici immediatamente tangibili si riferiscono ad un aumento del 30% della resistenza, se confrontiamo il nuovo tessuto OCLV800 con il precedente di matrice 700. Sono due generazioni diverse di composito, considerando che proprio il 700 forniva dei riscontri tecnici eccellenti. E poi dobbiamo considerare un altro aspetto.

Il tessuto composito è applicato manualmente all’interno degli stampi (foto Trek)
Il tessuto composito è applicato manualmente all’interno degli stampi (foto Trek)
Quale?

Che le differenze non sono date solo dalla tipologia di fibra di carbonio, ma anche da come questa viene lavorata e applicata.

Spiegaci meglio…

Prendendo come esempio il carbonio OCLV800, questo ci permette di usare meno tessuto e al tempo stesso di avere una resa tecnica migliore. A questo fattore si unisce anche un risparmio di peso, sempre se confrontiamo la fibra 800 con la 700. Se mettiamo a confronto una tubazione dello sterzo della nuova Emonda con la precedente versione, abbiamo un risparmio di peso, prossimo ai 60 grammi.

I moduli virtuali di sviluppo, vengono poi avvalorati da test in laboratorio (foto Trek)
I moduli virtuali di sviluppo, vengono poi avvalorati da test in laboratorio (foto Trek)
La sensazione però, è che questo “nuovo corso” sia il primo passo di una ulteriore evoluzione. E’ così? E’ ancora possibile abbassare il peso delle biciclette?

I materiali, le tecnologie di lavorazione e produzione sono in costante evoluzione. Il progresso, con le sue tante sfaccettature è una cosa che non puoi fermare. Che si tratti di fibre maggiormente prestazionali, oppure di strumenti di sviluppo, ma anche lo studio di applicazione delle fibre composite… Sì, è possibile migliorare ulteriormente.

Trek Emonda

Le quattro fuoriserie della Trek-Segafredo

20.04.2021
4 min
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Le biciclette usate dal team Trek-Segafredo sono quattro. Tre sono quelle usate per le prove in linea e una è la bicicletta da cronometro. Nibali e compagni possono contare sulla leggera Emonda (nell’immagine di apertura), la più veloce Madone, la più comoda Domane e la SpeedConcept per le prove contro il tempo.

Emonda: la leggera

Iniziamo dalla Emonda. Questo modello è stato rivisto proprio l’anno scorso con il lancio di un telaio dalle forme più squadrate e più aerodinamiche rispetto alla versione precedente. Nonostante le forme più generose dei tubi, il peso è rimasto contenuto, infatti il telaio si attesta sui 700 grammi. Per ottenere questo risultato è stato usato il nuovo carbonio, sempre di casa Trek, OCLV 800.
Per migliorare l’aerodinamica anche i cavi dei freni sono stati completamente integrati ed è stato introdotto il manubrio aero Aeolus RSL sempre in carbonio OCLV.

Le ruote Bontrager Aeolus RSL 37 in carbonio OCLV sono state concepite appositamente per questa nuova Emonda. Hanno un profilo di 37 millimetri e sono Tubeless Ready. Ovviamente i corridori della Trek Segafredo hanno adisposizione anche gli altri modelli di ruote prodotte dal marchio americano.

La Madone è la bicicletta aerodinamica di Trek
La Madone è la bicicletta aerodinamica di Trek
La Madone è la bicicletta aerodinamica di Trek
La Madone è la bicicletta aerodinamica di Trek

Madone: la veloce

Per le gare più veloci e per i corridori da classiche, come il danese Mads Pedersen, ecco la Madone. Una bicicletta che incarna a pieno il concetto di aerodinamicità e velocità grazie ai tubi aerodinamici con profilo Kammtail Virtual Foil. Anche per questo modello è stato introdotto il carbonio OCLV 800, che ha permesso di risparmiare qualche grammo rispetto al telaio precedente. Essendo una bicicletta molto rigida, Trek ha inserito il sistema IsoSpeed nel tubo orizzontale, che permette di regolare l’elasticità del telaio e di assorbire in maniera diversa le vibrazioni dal terreno.
Il manubrio e l’attacco entrambi in carbonio, sono separati e consentono il passaggio interno dei cavi. Le ruote sono le Aeolus XXX 6 in carbonio OCLV con un profilo da 60 millimetri. Ovviamente sono Tubeless Ready.

Domane
La Domane è dotata di doppio IsoSpeed
 Domane
La Domane è dotata di doppio IsoSpeed

Una bici per Roubaix

La Domane è la bicicletta usata per gare come la Parigi-Roubaix e da qualcuno anche al Giro delle Fiandre. Il punto forte di questa bicicletta è la comodità, data dal doppio IsoSpeed, sia nel tubo orizzontale che nel tubo sterzo e dalla geometria studiata apposta per avere un comfort più elevato. Anche il manubrio IsoCore è stato pensato per ridurre le vibrazioni provenienti dalla strada.

Trek SpeedConcept
Kenny Elissonde sulla SpeedConcept (Credits @gettysport)
Trek SpeedConcept
Kenny Elissonde sulla SpeedConcept (Credits @gettysport)

Contro il tempo

Passando invece alle prove contro il tempo troviamo la SpeedConcept. Profili dei tubi generosi e ovviamente aerodinamici per ricercare le alte velocità. Trek ha utilizzato il carbonio OCLV 500, inoltre è l’unica bicicletta in dotazione ai professionisti della Trek-Segafredo con freni tradizionali. Da buona tradizione Trek, il manubrio e le prolunghe sono di Bontrager, così come la ruota lenticolare posteriore e ad alto profilo anteriore.

Manubrio Bontrager Aeolus RSL
Il manubrio integrato Bontrager Aeolus RSL
Manubrio Bontrager Aeolus RSL
Il manubrio integrato Bontrager Aeolus RSL usato sulla nuova Emonda

La scheda tecnica

GruppoSram Red eTap AXS
RuoteBontrager
PneumaticiPirelli
ManubrioBontrager
Sella Bontrager
ReggisellaTrek
Pedali

Sram e Pirelli

Tutti i modelli di casa Trek sono equipaggiati con lo Sram Red eTap AXS a 12 velocità e con trasmissione elettronica wireless. Per quanto riguarda i pneumatici la Trek Segafredo è equipaggiata da Pirelli, che fornisce sia il PZero Velo in versione tubolare che tubeless.