La nazionale di cross in Polonia: Bielli, raccontaci tutto…

14.09.2022
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All’Orlen Grand Prix, nella tappa polacca della Nations Cup riservata agli under 23, c’era anche la nazionale italiana. Una nazionale però per certi versi originale, perché composta da specialisti del ciclocross. Il progetto voluto da Daniele Pontoni va avanti e la squadra che aveva preso parte con buoni risultati al Giro del Friuli, con Toneatti sul podio, è andata anche alla prova polacca, senza però quest’ultimo e senza lo stesso Pontoni, sostituito dal suo secondo Luigi Bielli.

La squadra è partita con 4 ragazzi (nella foto di apertura da sinistra Ceolin, Bergagna, Leone e Masciarelli) ai quali far fare esperienza pensando già a quel che sarà, alla stagione sui prati.

«Appena avuto l’invito – racconta Bielli – abbiamo colto l’opportunità. Abbiamo trovato una gara allestita davvero in maniera impeccabile, sembrava di essere a una corsa professionistica, ma non c’è da stupirsi visto che lo staff è lo stesso del Giro di Polonia».

Bielli con Bergagna al centro e Masciarelli. Per gli azzurri è stata una trasferta di lavoro
Bielli con Bergagna al centro e Masciarelli. Per gli azzurri è stata una trasferta di lavoro
La vostra era una presenza particolare, essendo tutti specialisti di un’altra disciplina…

Non siamo certo partiti per far risultato, ma per proseguire sulla rotta che ci siamo prefissi. Questa gara doveva disputarsi a fine aprile, ma la situazione bellica (si gareggia in una zona particolarmente vicina alla Bielorussia, ndr) aveva consigliato il rinvio. Era una gara di alto livello, in particolare Germania e Danimarca avevano nazionali davvero forti, mentre c’erano squadre polacche con già esperienza nelle prove professionistiche. La cosa più curiosa è stata che prima di partire mi ero sentito con Amadori per capire chi fossero i corridori da seguire. Non ci crederete ma ha indovinato in pieno il podio finale (nell’ordine il danese Nortoft, il tedesco Luhrs e l’estone Karpenko, ndr)…

Nel complesso come giudichi la prova dei ragazzi?

Io dico che se la sono cavata più che bene. Stiamo già lavorando nell’ottica degli europei di ciclocross di Namur a novembre, alcuni di loro non avevano molta esperienza su strada, anzi Samuele Leone prima di questa doppia prova a tappe ne era completamente sprovvisto. Tanto è vero che quando è salito sulla bici da crono in Friuli, non gli sembrava vero. Pedalare in gruppo, affrontare i ventagli sono esperienze delle quali era digiuno. Gli altri erano già più esperti.

Masciarelli con il meccanico Vincenzo Bonavita. In Polonia i ragazzi hanno trovato clima invernale
Masciarelli con il meccanico Vincenzo Bonavita. In Polonia i ragazzi hanno trovato clima invernale
Masciarelli è stato il migliore con il 15° posto finale.

E con un pizzico di fortuna in più poteva anche centrare la top 10. Nella prima tappa si è trovato a cambiare la bici quando davanti si erano formati i ventagli. I danesi avevano messo fuori gioco il Belgio e quindi si è sviluppata una grande battaglia fra primo e secondo gruppo. Lui è rientrato su questo, ma non c’è stato modo di ricucire e alla fine era in debito di energie. Si vede comunque che ha corso spesso su strada con il suo team belga.

Gli altri?

Avevamo in squadra Federico Ceolin che ha fatto già attività su strada quest’anno con la Beltrami Tsa Tre Colli e Tommaso Bergagna che invece si è dedicato alla mtb. Mi sono piaciuti molto nella seconda tappa. Bergagna era caduto e, appena rientrato, Ceolin ha forato durante l’ennesimo ventaglio dentro la foresta. L’altro lo ha aspettato per non fargli perdere troppo tempo. Ho visto lo spirito giusto, hanno onorato la maglia che portavano.

La volata della seconda tappa, con tripletta tedesca firmata Theiler, Luhrs e Teutenberg (foto Orlen Grand Prix)
La volata della seconda tappa, con tripletta tedesca firmata Theiler, Luhrs e Teutenberg (foto Orlen Grand Prix)
In funzione dei vostri obiettivi, che cosa chiedevate ai ragazzi?

Noi abbiamo lavorato pensando al ciclocross. I ragazzi dovevano spingere soprattutto nelle prime due ore di gara, sapendo che è il doppio di quanto avviene nelle gare invernali. Quelle due ore sono più performanti e sono quelle che servivano alle nostre necessità. Nella sera tra la prima e la seconda tappa, ci siamo anche visti in videoconferenza con Daniele, abbiamo esaminato la corsa e ripassato quel che ha funzionato di più e di meno. E’ stata comunque una trasferta molto funzionale. Tra l’altro l’organizzazione ci ha già invitato per il prossimo anno, garantendoci anche la possibilità di schierare due squadre, una di stradisti e la nostra.

Czeslaw Lang. L’ex gregario di Saronni è organizzatore anche dell’Orlen Nations GP (foto Orlen Grand Prix)
Lang. ex gregario di Saronni, è organizzatore anche dell’Orlen Nations GP (foto Orlen Grand Prix)
Ora come andrete avanti?

Intanto molti ciclocrossisti saranno già impegnati domenica nei campionati italiani gravel ad Argenta. So che buona parte vorrebbe fare anche il mondiale, al pari di alcuni stradisti che hanno già espresso l’auspicio di affrontare almeno parte della stagione di ciclocross. Non va dimenticato però che il gravel e il ciclocross sono due specialità distinte e per certi versi anche molto distanti fra loro dal punto di vista tecnico. Noi comunque terremo conto di tutto, anche di chi è ancora impegnato su strada e in questi giorni è in partenza per l’Australia: Persico e Venturelli ad esempio hanno già garantito la loro presenza nella prima parte di stagione fino agli Europei. Vedremo come venire incontro alle loro esigenze.

Da Zoccarato a Fontana, l’occhio tecnico di Bielli

11.01.2022
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Tra gli occhi degli esperti che si aggiravano sul circuito di Variano lo scorso weekend in occasione del campionato italiano di ciclocross, c’erano anche quelli di Luigi Bielli, collaboratore tecnico del cross, appunto, e cittì del settore Indoor.

Ex professionista, Bielli da anni si occupa di cross. Era vicino a Scotti e di campioni sul fango ne ha visti passare. Con lui vogliamo fare una sorta di “resoconto” degli scorsi tricolori.

Luigi Bielli classe 1964, qui con la bella Serena Autieri
Luigi Bielli classe 1964, tecnico della nazionale Indoor e collaboratore di quella di cross

Zoccarato, bell’esempio

Con Bielli partiamo da Samuele Zoccarato, che seppur un “novellino” del cross era una delle stelle presenti in corsa. Come vi abbiamo raccontato, il portacolori della Bardiani Csf Faizanè ha deciso di sua spontanea volontà di gettarsi nel fango e sull’erba. Una cosa un po’ insolita per un professionista italiano su strada che per di più ha il contratto in tasca.

«Già il fatto stesso di essere stato presente ad un evento così importante è più che positivo – commenta Bielli – Zoccarato aveva già fatto qualche gara in precedenza, ma un campionato italiano è più importante».

«Le attività invernali, che siano corsa, palestra, rulli o il nuoto… Sono sempre importanti, ma io resto del parere che quelle all’aperto lo sono ancora di più. Permettono al fisico di aumentare le proprie difese immunitarie. E nel caso del cross consentono di curare la tecnica, l’agilità e la potenza al tempo stesso. Ti danno qualità di guida per affrontare gli imprevisti. Penso per esempio al saper guidare con un tubolare a terra».

«E poi chi ha fatto questa attività da ragazzo ce l’ha nel DNA. Semmai le società sono un po’ restie a lasciarli andare. Ma secondo me non è un qualcosa di azzeccato neanche dal punto di vista del marketing. Il cross consentirebbe ai team di riempire quei 2-3 mesi invernali in cui hanno meno visibilità. Darebbero una mano ai propri sponsor».

Si parte, Zoccarato (col 37) in coda al gruppo
Si parte, Zoccarato (col 37) in coda al gruppo

Rubare con gli occhi

«Come ho visto Zoccarato? Molto concentrato – riprende Bielli – In partenza chiaramente era nelle retrovie, in quanto non aveva i punti per partire davanti. Da un punto di vista tecnico ci è arrivato molto preparato. Credo avesse il miglior materiale per le sue possibilità. Segno che vi ha dedicato attenzione.

«Riguardo alla guida si è dovuto adeguare. Credo che nei giri di prova si sia messo alla ruota dei migliori, mi sembra di uno dei due fratelli Braidot. Girandogli dietro, come si dice, ha rubato con gli occhi».

E di certo il 24enne di Camposampiero (Padova), deve aver studiato bene. E se in qualche drop è apparso più in difficoltà, è scappato via bene nei tratti in salita, specie quelli in cui si doveva correre a piedi, dove in più di qualche tornata ha guadagnato delle posizioni.

Zoccarato CX 2021
Zoccarato in azione ai tricolori di Variano. Alla fine ha chiuso al 17° posto
Zoccarato CX 2021
Zoccarato in azione ai tricolori di Variano. Alla fine ha chiuso al 17° posto

Gara elite combattuta

Oltre a Zoccarato c’erano gli altri elite, che hanno infiammato la gara. Una gara davvero bella e tesa, ma se poi si pensa ai grandi palcoscenici europei resta un po’ fine a se stessa. Pur essendosi disputato questo tricolore in un contesto degno dei grandi eventi, anche in chiave tifo.

«Dopo i primi 4-5 giri c’è stata questa bella lotta tra Fontana, Dorigoni, Samparisi, BraidotLa cosa che più mi ha colpito, è stato vedere questi ragazzini che correvano da un punto all’altro del percorso per godersi i loro idoli. E soprattutto vedere che andavano a cercarli nei punti più tecnici per capire come li affrontavano. E poi trombe, urla, motoseghe… Delle belle scene!».

«Mi è dispiaciuto che Bertolini non fosse della partita, per via di quel suo raffreddore. Avremmo avuto una lotta ancora maggiore.

«E’ vero, in Europa abbiamo vita dura, ma gli elite italiani danno sempre il massimo. Dobbiamo considerare che in Belgio e in Olanda ci nascono con il cross. I nostri fanno dei sacrifici già solo per raggiungere quei luoghi. Pensiamo solo alle gare che ci sono state da quelle parti tra il 20 dicembre e il 9 gennaio.

«Non abbiamo un talento elite ancora, ma abbiamo tanti ragazzi che stanno venendo fuori. E la speranza è che le società non ce li fermino come hanno fatto con Bryan Olivo».

Per Filippo Fontana una gara sfortunata. Prima della foratura aveva avuto anche un altro guaio tecnico (foto Instagram – Olympiacicli)
Per Filippo Fontana una gara sfortunata. Prima della foratura aveva avuto anche un altro guaio tecnico (foto Instagram – Olympiacicli)

Fontana sfortunato

«Per il resto è stata una gara molto combattuta – conclude Bielli – come ho detto, soprattutto fino a quando Fontana non ha avuto i suoi problemi tecnici. Per me era il favorito, anche più di Dorigoni. Lo vedevo da come guidava, conosceva il percorso a menadito. Anche Dorigoni guidava bene, ma un po’ meno.

«Di Fontana ho apprezzato il fatto che poteva correre tra gli under 23, invece ha voluto gareggiare con gli elite. Di là avrebbe avuto vita più facile, posto che la gara la devi sempre fare e portare a termine, tanto più nel ciclocross, in cui non sai mai cosa può accadere».

Bielli, da Scotti a Pontoni e in mezzo… il ciclismo indoor

04.11.2021
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Billo, al secolo Luigi Bielli da Siena ma di padre abruzzese, che lavorò sul set del film su Bartali e spiegò a Favino cosa sia un ciclista (foto di apertura), è passato dall’essere collaboratore di Fausto Scotti, con cui lavorava dal 2005, allo stesso ruolo con Daniele Pontoni. Eppure, quando l’altro giorno all’annuncio dei nuovi tecnici è stato detto che è anche il tecnico azzurro del ciclismo indoor, più di qualcuno è saltato dalla sedia. Un po’ perché forse non tutti sanno cosa sia il ciclismo indoor e poi perché probabilmente si ignora che l’Italia ha addirittura una nazionale.

«Ma io in realtà il ciclismo indoor ce l’avevo già – ride Billo – solo che questa volta se ne è parlato in pubblico con l’idea di valorizzarlo. Sono discipline molto popolari nel Nord Europa, fra Svizzera, Austria, Germania, Ungheria. Da noi non sono mai decollate, perché le abbiamo sempre considerate di nicchia. Lassù invece, con inverni molto freddi, si fanno solo gli sport al chiuso e allora si ritrovano con tanto pubblico per le esibizioni di ciclismo artistico e le partite di ciclopalla. Domenica scorsa si sono fatti i mondiali a Stoccarda…».

Chi sono gli italiani di queste specialità?

Ragazzi e ragazze nati all’estero, che hanno doppio passaporto e che finalmente possono indossare la maglia azzurra. Il primo si chiama Marco Gaggio, che ha cominciato nel 2012 a Dusseldorf e adesso fa il tecnico. Lui per vestire l’azzurro le prime volte usava una maglia della nazionale di calcio con lo scudetto. Poi ci sono le sorelle Zubner di Berlino, che fanno il doppio con evoluzioni anche pericolose. E poi una ragazza giovane di 19 anni che si chiama Magdalena Yukiko Muller, che ha partecipato ai mondiali. Vengono a fare la visita di idoneità a Bressanone e gareggiano come atleti azzurri.

In cosa consistono le gare?

Il ciclopalla sono delle partite con gironi, l’artistico sono gare singole o con più atleti. In cinque minuti devono fare 30 esercizi con coefficienti di difficoltà dichiarati, con penalità nel caso commettano errori o non completino il programma. Agli europei di Glasgow in cui si disputeranno tutte le discipline del ciclismo, ci saremo anche noi.

Come fai col ciclocross?

Per fortuna Pontoni ha potuto essere sui campi di gara e io sono rientrato appena finiti i mondiali. 

Scotti Bielli
Una foto dai mondiali di cross 2016 a Pont Chateau: a sinistra il cittì Scotti e a destra Bielli
Scotti Bielli
Una foto dai mondiali di cross 2016 a Pont Chateau: a sinistra il cittì Scotti e a destra Bielli
Come è stato il passaggio da Scotti a Pontoni?

Daniele è una cima, è avanti a tutti. Programma ogni cosa. Magari è ancora nella fase in cui prende le misure, ma non gli sfugge niente. Agli atleti parla molto chiaramente delle sue scelte. Da una parte li motiva, dall’altra prima delle gare di osservazione gli spiega chiaramente che cosa si aspetta perché possano essere convocati. Glielo dice in faccia, nessun segreto o sorprese successive. Sta attento ai particolari…

Ad esempio?

Se in gara si scolla il tubolare, forse il corridore non è stato abbastanza attento alla bici. Perché è vero che quella è responsabilità del meccanico, ma un corridore che punta a fare bene a certi livelli deve controllare tutto, baciare la bici, ispezionarla millimetro per millimetro. Un conto è la foratura, altro la gomma che si stacca.

Come avete preparato gli europei?

Siamo andati a Col du Vam per vedere la logistica e per studiare i percorsi. Poi siamo tornati e abbiamo riferito alle squadre e agli atleti quali potrebbero essere le condizioni in caso di freddo e vento laterale e quanto siano dure le salite. Hanno avuto tre settimane di tempo per farsi trovare pronti. E in base ai risultati si è fatta la scelta. La maglia azzurra è per pochi selezionati e vincenti, la nostra nazionale deve tornare in alto.

«Pontoni ha un bellissimo rapporto con gli alteti – dice Bielli – parla molto chiaro con tutti»
«Pontoni ha un bellissimo rapporto con gli alteti – dice Bielli – parla molto chiaro con tutti»
Abbiamo buone chance?

Abbiamo tanti atleti di ottimo livello, su tutte Gaia Realini, che ha la sfortuna di trovarsi davanti un muro come la Vas, che è pure giovanissima.

Vedi continuità tra il lavoro di Scotti e quello di Pontoni?

Direi di sì. A parte gli junior di primo anno che arrivano alla nazionale per la prima volta, il resto del gruppo è composto dalla nazionale di Fausto, da Bertolini a Dorigoni, passando per Lucia Bramati e Filippo Fontana. I due hanno anche collaborato di recente.

Nel fare cosa?

Scotti organizza il Giro d’Italia Ciclocross e Daniele gli ha chiesto di fare qualche modifica ai percorsi per poter valutare meglio gli atleti degli europei e lui l’ha assecondato. Fausto l’hanno attaccato, ma è stato un bravo tecnico. Bravissimo per organizzare le trasferte, poi può aver commesso dei piccoli errori. Ma non è facile. Si lavora per il bene dei ragazzi e nessuno di noi è infallibile.