Negrente riparte dalla Grecia, ma quel pari tempo non va giù…

06.03.2025
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Se lo scorso anno l’inizio di stagione di Mattia Negrente era stato incoraggiante, questo 2025 ha preso il via ancora meglio per il diciannovenne del devo team della XDS Astana. L’anno scorso aveva colto la terza piazza al Visit South Aegean Islands, in Grecia, questa volta ha fatto ancor meglio con la seconda piazza condita però da una vittoria di tappa. Ma in generale è tutta la sua corsa che ha destato molta sensazione, come se anche nel suo caso fosse in corso una vera evoluzione, al pari di altri corridori del “team madre” kazako.

Lo scorso anno Negrente ha colto una vittoria in Slovenia e 7 Top 10. Un bilancio da migliorare
Lo scorso anno Negrente ha colto una vittoria in Slovenia e 7 Top 10. Un bilancio da migliorare

La protezione del team

Questa volta però il veronese aveva avuto già occasione per rompere il ghiaccio partecipando alle 4 corse di Mallorca nelle file del team WT, lavorando per i compagni, ma evidentemente quel lavoro ha avuto buon influsso.

«Ho sentito subito che la gamba girava bene – afferma da Rodi dove tornerà in gara sabato – avevo belle sensazioni, ma la corsa positiva è stata anche che sul percorso della prima tappa, pieno di su e giù, la squadra ha corso davvero bene. Mi hanno permesso di risparmiare molte energie stando a ruota e quelle forze mi sono venute utili quando a una trentina di chilometri dal traguardo abbiamo ripreso la fuga. Sull’ultima salita i compagni mi hanno aiutato a chiudere un importante buco e a mettermi in buona posizione per la volata finale. Parte della vittoria è anche loro».

Alla fine però, nella classifica generale hai perso dal danese Hansen pur essendo a pari tempo. Quanto ti è dispiaciuto?

Enormemente, qualche parolaccia quando l’ho saputo mi è uscita… E’ come perdere per mezzo millimetro e stai lì a chiederti dove potevi guadagnare, recuperare, se hai fatto qualche sbaglio… Non era certo una gara WorldTour, però dispiace sempre, perché una vittoria ci sarebbe servita. Probabilmente nella seconda tappa eravamo in tanti e ho perso qualche posizione, dovendo partire così presto. Abbiamo chiuso con Mellano quarto e io quinto. Hansen era davanti, con poco potevamo batterlo. Ma come team siamo andati bene, abbiamo anche vinto la classifica a squadre, quindi nel complesso non ci possiamo lamentare.

La volata vincente di Koskinou, battendo Hansen che però lo befferà il giorno dopo (Cyclingphoto.gr)
La volata vincente di Koskinou, battendo Hansen che però lo befferà il giorno dopo (Cyclingphoto.gr)
La sensazione è che però ci troviamo di fronte a un Negrente diverso dallo scorso anno…

Sicuramente l’inverno è stato molto proficuo, abbiamo lavorato molto con il nuovo staff. In generale tante differenze non ci sono, io ero con loro già lo scorso anno e devo dire che avevo visto subito un’organizzazione di prima qualità. La cosa che apprezzo molto è che non ci mettono pressione, chiaramente la nostra situazione è diversa da quella del team principale dove c’è da fare i conti con il ranking.

Tu però hai “assaggiato” anche l’attività principale, hai trovato qualche cambiamento?

Diciamo che noi del devo team prendiamo un po’ ispirazione, perché si vede come riescano a correre di squadra. Per noi sono uno stimolo e così cerchiamo di replicare quell’affiatamento. Inoltre, non è cosa di poco conto che quasi la metà della squadra sia italiana, quindi si è formato un bel gruppo, ma non solo con noi, anche con i russi, i kazaki, il danese Wang.

In Grecia fondamentale è stato l’affiatamento nel team, con Delle Vedove e Vinokourov a proteggerlo (Cyclingphoto.gr)
In Grecia fondamentale è stato l’affiatamento nel team, con Delle Vedove e Vinokourov a proteggerlo (Cyclingphoto.gr)
E’ questione anche di lingua? Spesso si dice che un ostacolo per molti che vanno all’estero è riuscire a superare l’ostacolo della comunicazione…

Questo è un tema interessante. Noi parliamo principalmente inglese perché ormai nel ciclismo se non lo sai sei davvero in difficoltà. Poi è chiaro che nel nostro gruppo riusciamo a intenderci più rapidamente con l’italiano, ma bisogna dire che molti dello staff lo sanno parlare. Il massaggiatore è italiano, il meccanico è russo ma parla quasi meglio l’italiano dell’inglese. Le riunioni si fanno comunque sempre in inglese, questa è una regola di base.

Tu avevi ottenuto buoni risultati anche lo scorso anno, ti è rimasto qualche rammarico per essere ancora nella development?

Assolutamente no, sono convinto che sarebbe stato troppo presto. Mi ero ripromesso che mi servivano almeno un paio d’anni fra gli Under 23, per imparare, capire bene e infatti vedo che già rispetto al 2024 la differenza da questo punto c’è, ma mi sento ancora un “work in progress”. Vedremo come andranno le cose quest’anno, ma se alla fine mi diranno che serve ancora una stagione nel team accetterò di buon grado.

Negrente ha iniziato la sua stagione correndo le 4 corse di Mallorca, insieme al team maggiore
Negrente ha iniziato la sua stagione correndo le 4 corse di Mallorca, insieme al team maggiore
Avrai ancora occasione di correre con il team principale?

Sicuramente, come ho già fatto in Spagna e come avevo fatto lo scorso anno. Andrò ad esempio alla Settimana Coppi e Bartali dove sarò al servizio di chi sarà scelto come leader, poi da aprile a giugno avremo tanta attività di categoria e lì spero davvero di tirare fuori qualcosa di buono. Non mi pongo obiettivi particolari, non c’è una gara che mi piace più di altre. Voglio solo tirare il colpo quando ci sarà l’occasione per avvicinarmi sempre più a quel grande traguardo di fine stagione…

Da juniores ai devo team: gli otto volti (+ uno) del ciclismo italiano

17.01.2025
6 min
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Nel 2025 saranno otto gli azzurri che passeranno under 23 in un devo team: Stefano Viezzi, Lorenzo Mark Finn, Andrea Bessega, Davide Stella, Enea Sambinello, David Zanutta, Ludovico Mellano e Luca Attolini. A questi si aggiunge un nono volto, che è quello di Roberto Capello. Quest’ultimo andrà a correre il suo secondo anno da juniores all’estero: al Team Grenke-Auto Eder. Una migrazione massiccia, segno che i nostri ragazzi attraggono lo sguardo delle grandi squadre che su di loro sono pronte a investire. Affrontiamo il discorso con Dino Salvoldi, cittì della nazionale juniores, il quale è rimasto in contatto con loro fino a pochi mesi fa. 

«Partiamo con il dire – ci aggancia Salvoldi – che non conosco le motivazioni di ognuno di loro. Alcuni parlano, chiedono dei consigli, mentre altri vanno per la loro strada. Quello che differenzia l’andare in un devo team, oppure in una formazione come la Vf Group-Bardiani-CSF Faizanè, è la prospettiva che queste realtà offrono a medio termine. Solitamente i ragazzi firmano contratti di quattro anni con la formula “due più due” ovvero: due stagioni nel devo team e due anni già nel WorldTour (la squadra dei Reverberi non ha una formazione di sviluppo, quindi i ragazzi passano subito professionisti, ndr)».

Davide Stella (a sinista) ed Enea Sambinello (a destra) sono passati U23 con il UAE Team Emirates Gen Z
Davide Stella (a sinista) ed Enea Sambinello (a destra) sono passati U23 con il UAE Team Emirates Gen Z

Programmazione

La grande differenza che le formazioni di sviluppo offrono è un calendario di livello e la sicurezza di avere, nella maggior parte dei casi, già degli accordi per passare professionisti. Non è sempre così, e molti ragazzi scelgono comunque di fare il salto tra gli under 23 in un devo team piuttosto che rimanere in Italia. 

«In queste squadre – prosegue Salvoldi – i corridori affrontano un calendario di grande qualità e per lo più internazionale, cosa che una squadra continental italiana fatica a proporre, alcune eccezioni in positivo ci sono. In una squadra development si affronta la stagione con una programmazione diversa. Si corre un po’ meno ma per obiettivi, i ragazzi apprendono delle caratteristiche funzionali al mondo dei professionisti. Non si guarda alla continuità di rendimento ma a una crescita. Sono discorsi che esulano dal “è troppo presto, è troppo tardi”».

Dopo due stagioni alla Borgo Molino Bessega è approdato alla Lidl-Trek Future Racing (foto Lidl-Trek)
Dopo due stagioni alla Borgo Molino Bessega è approdato alla Lidl-Trek Future Racing (foto Lidl-Trek)
Tutti i ragazzi che passano nel 2025 sono pronti?

Penso di sì, tutti con possibilità e caratteristiche differenti. Sono diverse anche le squadre, quindi generalizzare diventa un rischio. 

Ad esempio Lorenzo Finn continua un percorso iniziato nel 2024, quando era ancora juniores. 

Avete detto un nome non a caso. Lui è l’esempio di un corridore che ha le qualità naturali per diventare un professionista che gareggia per i grandi risultati. E’ tutto un altro modo di correre, improntato a vincere. Finn è l’esempio di uno che è pronto subito ad un certo tipo di attività, la stagione scorsa ne è un esempio (in apertura foto Maximilian Fries).

Poi c’è chi si è guadagnato questa occasione a suon di risultati, come Bessega e Sambinello

Questi due si sono guadagnati lo spazio nei rispettivi devo team grazie ai risultati ottenuti da juniores. Magari per il profilo di carriera che potranno fare non sarà di primo livello, cosa paragonabile a chi non ha avuto la stessa occasione. 

Ad esempio?

Andrea Donati e anche suo fratello Davide. Il secondo, che è più grande di un anno, ha fatto la prima stagione da under 23 alla Biesse Carrera e poi è passato al devo team della Red Bull-BORA-hansgrohe. Lo stesso cammino si prospetta per Andrea, il quale correrà con la Biesse nel 2025. 

Stefano Viezzi è approdato alla Alpecin Deceuninck Development, il suo percorso è legato molto alla doppia attività: ciclocross e strada
Stefano Viezzi è approdato alla Alpecin Deceuninck Development, il suo percorso è legato molto alla doppia attività: ciclocross e strada
Andrea Donati non ha ottenuto grandi risultati da juniores…

Non conta solo questo. Chi fa le selezioni all’interno dei team di sviluppo dovrebbe guardare il risultato legato alla prestazione. Un conto è vincere un campionato del mondo alla Lorenzo Finn, un altro è vincere tante gare restando sempre a ruota. Una figura che ha il compito di cercare il talento dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle prestazioni. I risultati contano fino a un certo punto. 

Per chi arriva da squadre juniores italiane un salto del genere rischia di essere troppo grande?

No. Il ciclismo si sta evolvendo e questo processo fa parte di un normale cammino di adattamento che coinvolge anche le squadre juniores. Quello che si faceva fino a un po’ di anni fa ora non basta più. Per i ragazzi approcciarsi a queste realtà nuove e professionali è solamente uno stimolo. Si sentono seguiti, controllati e li domina la curiosità, come giusto che sia nei giovani. Entrano in una routine, è come se fosse un lavoro.

Andrea Donati è rimasto in Italia e correrà alla Biesse Carrera Premac (photors.it)
Andrea Donati è rimasto in Italia e correrà alla Biesse Carrera Premac (photors.it)
Poi ci sono Attolini, Mellano e Zanutta che sono passati con la XDS Astana Development, consideri il loro passaggio più “soft”. 

Se intendete dire che sia meno impattante perché trovano più italiani direi di no. Non so che calendario faranno ma stiamo comunque parlando di una formazione di sviluppo di un team WorldTour.

Cosa pensi di questi tre ragazzi?

A mio avviso Mellano e Sambinello sono equiparabili. Sono i ragazzi che hanno avuto maggiore continuità durante la passata stagione. A livello di piazzamenti non hanno saltato una gara, erano sempre tra i migliori nelle corse più importanti del calendario italiano. Zanutta è un corridore di qualità, lui è un esempio di coloro che sono stati valutati per i numeri e non per i risultati ottenuti, alla pari di quanto fatto dalla UAE Team Gen Z con Davide Stella. 

Roberto Capello sarà il nuovo volto italiano del Team Grenke-Auto Eder, squadra juniores del panorama Red Bull (foto Maximilian Fries)
Roberto Capello sarà il nuovo volto italiano del Team Grenke-Auto Eder, squadra juniores del panorama Red Bull (foto Maximilian Fries)
Rimane Roberto Capello, che prende il posto di Finn alla Grenke-Auto Eder. 

E’ un atleta che in salita ha tantissima qualità, nonostante sia all’inizio del suo secondo anno da juniores. Si tratta di un corridore che è abituato a fare certi volumi di allenamento. Per concretizzare questi numeri in risultati deve migliorare molto tatticamente e nella guida della bici, ma è nel posto giusto. La Grenke-Auto Eder non prende i ragazzi a caso…

Orn-Kristoff re d’Europa juniores, l’Italia non c’è

14.09.2024
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HASSELT (Belgio) – Delusione per la nazionale azzurra juniores maschile, che si è dovuta accontentare dell’ottavo posto di Ludovico Mellano. Così, mentre il norvegese Felix Orn-Kristoff si gode il meritato successo nella gara in linea di questi campionati europei, il nostro CT Dino Salvoldi mastica amaro e non le manda a dire.

«L’ottavo posto di Mellano – si sfoga – è un piazzamento che dice veramente poco sullo svolgimento della gara. Sono arrivati davanti tre dei corridori più forti di tutto il gruppo. Tutti lo sapevano, compresi i nostri. Purtroppo, quando si è creato il primo gap, non siamo riusciti a chiudere né di squadra né individualmente sui tre favoriti. E ripeto, tutto il gruppo sapeva chi erano, compresi Italia, Olanda, Germania e Belgio. Tutti sono rimasti fuori da questa fuga».

Per l’Italia, al via c’erano Fabbro, Fin, Magagnotti, Mellano, Montagner e Stella
Per l’Italia, al via c’erano Fabbro, Fin, Magagnotti, Mellano, Montagner e Stella
Questione di mentalità?

Purtroppo si è evidenziato ancora una volta come i corridori italiani, in particolare, corrano sempre sulle ruote, aspettando gli altri. Bisogna ammettere che, se non si cambia mentalità, non si diventa più competitivi e c’è poco futuro.

Eppure ad un certo punto il distacco era di soli otto secondi…

Ma sai, poi in questo tipo di gare più che in quelle a cui i nostri ragazzi sono abituati – Salvoldi sospira e aggiunge – non c’è neanche comunicazione. Noi CT siamo in macchina e non possiamo fare praticamente nulla. E in una gara in linea anche la comunicazione da terra è poco continuativa. Detto questo, voglio porre l’accento sull’atteggiamento prevenuto e attendista, che inevitabilmente si ripercuote su quello che fai giorno per giorno. Così non è più un ciclismo moderno, odierno. Le gare iniziano al chilometro zero.

Il cittì Salvoldi alla fine era indignato perché i tre più attesi (Seixas, Orn-Kristoff e Alvarez) hanno attaccato e nessuno li ha seguiti
Il cittì Salvoldi alla fine era indignato perché i tre più attesi (Seixas, Orn-Kristoff e Alvarez) hanno attaccato e nessuno li ha seguiti
Un fratello d’arte

Tornando alla gara, come previsto, i settori di pavé hanno fatto la differenza. Felix Orn-Kristoff (18 anni), che ha già firmato il primo contratto da professionista per il 2026 con Intermarché-Wanty, si è dimostrato il più veloce nella volata a tre, dopo 129,7 chilometri di gara.

Lo spagnolo Hector Alvarez ha preso il secondo posto, mentre il francese Paul Seixas (recente vincitore del Lunigiana) si è classificato terzo, anche lui molto promettente. Felix non si è scomposto. Ha lanciato una volata potentissima, forse anche grazie alla genetica. Infatti è il fratellastro di Alexander Kristoff, mostro di potenza e campione assoluto.

Deluso, ma non troppo

Ottavo e primo italiano, Ludovico Mellano è deluso ma non troppo. Il più attivo degli azzurri dice di aver pagato anche il freddo e i sette gradi alla partenza al Circuito di Zolder. E dire che siamo a metà settembre…

«La gara è stata molto veloce – dice – abbiamo ripreso la prima fuga sul secondo settore di pavé, ma il terzo è stato decisivo. I tre in fuga andavano veramente forte. Non sono riuscito ad alimentarmi bene e nella volata finale non ho potuto fare meglio perché mi sono venuti i crampi. In ogni caso, a titolo personale, un top ten non è male. Certo, se nessuno avesse saltato i cambi, magari saremmo rientrati».

Ora aspettiamo le donne, sperando che Elisa Balsamo e compagne ci riscaldino i cuori.

Su Mellano si può contare, è nel mirino dei devo team

19.06.2024
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Per certi versi, Ludovico Mellano sembra quasi un predestinato. Lo scorso anno, pur essendo alla sua prima stagione junior, è stato uno dei migliori della categoria al punto che nelle sue prime 7 gare non è mai uscito dai primi 10, totalizzando alla fine 2 vittorie e ben 26 piazzamenti. Quest’anno non è da meno, anzi con la vittoria di domenica nel Trofeo Giorgi (la corsa più attesa e voluta dal suo team) ha già superato il limite di successi. Eppure qualcosa mancava, qualcosa che proprio il successo nella classica di casa potrebbe aver colmato.

Il cuneese di Moretta è uno degli elementi più in vista della categoria, lo stesso cittì Salvoldi lo aveva indicato come uno su cui puntava non solo per i risultati, ma anche come guida per i più giovani, al pari di Bessega e Montagner e lui non si tira indietro.

«Nella categoria ci sono 5-6 elementi di riferimento – spiega – siamo coloro che hanno imparato tanto dalla passata stagione e cerchiamo di metterlo a frutto. Il primo anno per noi è stato fondamentale per apprendere le giuste tattiche di gara, ora chi è arrivato dopo di noi sta seguendo la stessa trafila».

Arrivo solitario per il cuneese nel Trofeo Vittorio Giorgi, la gara allestita dal suo team (foto Rodella)
Arrivo solitario per il cuneese nel Trofeo Vittorio Giorgi, la gara allestita dal suo team (foto Rodella)
Anche tu sei un corridore da classiche?

Per certi versi sì, mi piacciono i percorsi impegnativi, con strappi anche se non troppo lunghi. In salita tengo bene, poi molto dipende dalla fortuna e io in questa prima parte dell’anno non ne ho avuta molta…

Perché?

Ci tenevo molto a far bene soprattutto nelle due prove di Nations’ Cup dove Salvoldi mi ha chiamato, ma in Francia ho forato nella prima tappa perdendo più di due minuti, a quel punto la corsa era andata. In Germania invece, nella seconda tappa stavo andando davvero forte, ero nella fuga giusta ma abbiamo sbagliato strada e l’occasione è sfumata.

La nazionale azzurra all’LVM Saarland Trofeo, il piemontese ha contribuito alla vittoria di squadra (foto organizzatori)
La nazionale azzurra all’LVM Saarland Trofeo, il piemontese ha contribuito alla vittoria di squadra (foto organizzatori)
Come giudichi nel complesso questa prima parte di 2024?

Avevo anche iniziato bene, con due vittorie di cui una al Giro d’Abruzzo Juniores, ma avevo lavorato principalmente per farmi trovare pronto nelle prove con la nazionale e quegli epiloghi mi sono rimasti davvero sul gozzo. Per fortuna in Germania abbiamo comunque potuto festeggiare la vittoria di squadra grazie ai successi di Magagnotti e Montagner, ma avrei voluto dare anch’io il mio contributo.

Per le tue caratteristiche, ma soprattutto per come ti muovi in corsa a detta degli addetti ai lavori potresti essere un buon elemento per le corse a tappe. Tu che ne pensi?

Non mi sono fatto un’idea chiara in merito perché le corse che affrontiamo arrivano fino a 4 giornate di gara e sono un po’ poche per capire. E’ qualcosa che sarà più chiaro con il passare del tempo, credo di essere ancora troppo giovane e soprattutto di avere ancora troppo da imparare. Quando affronterò gare più lunghe vedremo, anche dal punto di vista del recupero.

Podio tutto targato Team Giorgi ad Albano S.Alessandro (BG) con Mellano fra Quaglia e Rosato (foto Rodella)
Podio tutto targato Team Giorgi ad Albano S.Alessandro (BG) con Mellano fra Quaglia e Rosato (foto Rodella)
Quella di domenica era una gara speciale per il tuo gruppo…

Sì, la gara dell’anno e sono contento di averla onorata come meglio non si poteva. Alla partenza eravamo un po’ tutti candidati a lottare per la vittoria, le gerarchie sarebbero state definite dalla corsa stessa. Io all’inizio non ero proprio in formissima e infatti avrei tranquillamente lavorato per i compagni, ma poi mi sono sentito sempre meglio. Sulla prima salita del Colle del Pasta sono passato per terzo dietro i compagni Herreno e Quaglia, poi in discesa mi sono ritrovato da solo e ho progressivamente guadagnato terreno. I compagni hanno fatto buona guardia per poi andare a completare il podio tutto nostro. Non c’era modo migliore per dare soddisfazione a chi ci segue per tutto l’anno.

Che cosa ti attende?

Ora sono a Grosseto per il campionato italiano a cronometro, poi un’altra corsa a tappe, il Giro di Valdera e i tricolori di Casella, dove sicuramente voglio fare il massimo possibile.

La prima vittoria di Mellano da junior, al Trofeo Comune di Gussago 2023 (foto Rodella)
La prima vittoria di Mellano da junior, al Trofeo Comune di Gussago 2023 (foto Rodella)
Nella seconda parte della stagione arrivano anche gli impegni titolati in maglia azzurra. Il percorso del mondiale ti si addice?

Sono già andato a visionarlo e sicuramente cercherò di essere della partita e, nel caso, farmi trovare pronto. Sarà innanzitutto importante esserci, guadagnarsi la fiducia del cittì, siamo in tanti a poterci meritare la maglia. Io voglio essere fra i prescelti e fare il massimo possibile.

Anche perché sappiamo che sei già nel taccuino di qualche devo team. Hai già fatto una scelta?

No, sono in corso contatti con più squadre. Ci sono tante cose da valutare, soprattutto il fatto che si dovrà conciliare l’attività con la scuola e non sarà semplice, anche rimanendo come base di vita e allenamento a casa. Andare all’estero non mi spaventa, anzi è un’idea che mi affascina, confrontarmi con altre realtà ciclistiche e non solo, ma è una scelta che va ponderata bene. E’ chiaro che un buon risultato all’estero sarebbe di aiuto, eccome…

Team Giorgi, bell’inizio e già c’è un talento per il WorldTour

23.03.2024
7 min
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Nel Team Giorgi ci sono almeno due aspetti che si sono ben radicati negli ultimi anni. La grande capacità di scouting e, quasi come diretta conseguenza, la capacità di sfornare talenti pronti per il grande salto in devo team di squadre WorldTour. A corredo di tutto questo poi non mancano i risultati, come sta avvenendo in questo avvio di stagione.

Un filotto di tre vittorie (in apertura Mellano, foto Rodella) e quattro piazzamenti nei cinque inanellati in ogni weekend di gara, cui si aggiunge anche un successo in Mtb, che stanno già facendo la felicità di patron Carlo Giorgi e del diesse Leone Malaga. Proprio col tecnico bergamasco, che guida la formazione juniores dal 2019 (e nel triennio precedente gli allievi), abbiamo approfondito la loro filosofia e la gestione dei ragazzi. Il recente passato della società di Torre de’ Roveri annovera diversi corridori usciti dal vivaio. Gli ultimi più importanti in ordine temporale sono Samuele Privitera e Luca Giaimi, ma prima ancora ci sono stati i fratelli Karel e Mathias Vacek e Alessio Martinelli. Adesso, come afferma Malaga, ce ne sono dei nuovi in rampa di lancio di cui sentiremo parlare.

Le tattiche di gara da rispettare sono un punto fermo del diesse Leone Malaga (foto Rodella)
Le tattiche di gara da rispettare sono un punto fermo del diesse Leone Malaga (foto Rodella)
Qual è l’intento del Team Giorgi?

Siamo sempre stati una società votata a valorizzare i talenti del nostro territorio. Da tre anni ad oggi, con la caduta dei vincoli, abbiamo iniziato a guardare fuori regione, però ligi alla nostra idea di non andare a prendere juniores di altre squadre, a meno che non fossero proprio loro a liberarsi e cercare noi. Lo abbiamo sempre fatto per rispettare le società concorrenti, visto che siamo in tante. Pensate che ora abbiamo solo due lombardi, nemmeno bergamaschi, oppure uno come Bernardi che arriva da Sampeyre, praticamente più vicino alla Francia che a noi.

Diremmo che ci state riuscendo bene. Come funziona il vostro servizio scouting?

Semplicemente o meno, il nostro presidente mi dà carta bianca e faccio praticamente tutto io. Conosco bene la categoria allievi e la tengo sotto osservazione, guardando anche ragazzi del primo anno in ottica futura. Mi muovo già ad inizio stagione, cerco di sentire le società e di conseguenza i corridori proponendo loro un programma. Non guardo necessariamente se vincono, preferisco vedere le prestazioni e gli eventuali margini di miglioramento. E direi che ormai si sa che faccio così…

Edoardo Raschi esulta a Volta Mantovana. Per il parmense subito vittoria al debutto assoluto nella categoria (foto Rodella)
Edoardo Raschi esulta a Volta Mantovana. Per il parmense vittoria al debutto nella categoria (foto Rodella)
Cosa intendi?

Faccio l’esempio più lampante di tutti. Ho preso Giaimi nel 2021 che non aveva mai vinto una corsa tra allievi ed esordienti. Ed oggi guardate dov’è andato (al UAE Team Emirates Gen Z, ndr)! Mi aveva impressionato facendo secondo in una gara grazie ad un grande numero. Così dalla Liguria ho ingaggiato anche lui oltre a Privitera, altro acquisto azzeccato che tuttavia aveva già vinto di più. E anche Samuele lo abbiamo piazzato in uno dei migliori devo team del mondo (la Hagens Bermans Axeon, ndr).

C’è un segreto per rendere possibili queste situazioni?

Credo che uno dei nostri migliori pregi sia quello di creare la giusta armonia fra i ragazzi. Lavoriamo molto sul piano mentale. Quest’anno abbiamo fatto acquisti importanti, ma vogliamo farli convivere e coesistere. Sono una persona che investe tantissimo tempo con i ragazzi per capire come stanno, cercando di aiutarli a risolvere gli eventuali problemi di qualsiasi natura. Non mettiamo pressione, da noi sanno che possono crescere in modo graduale e per ogni ragazzo pianifichiamo lavori ad hoc. Adesso arrivano da juniores che sono sempre più forti. Dobbiamo saperli gestire.

Sembra essere diventata una categoria dove non c’è più la pazienza di prima. Come vi comportate con le figure esterne al corridore?

Visto come stanno cambiando i tempi, personalmente non penso che il procuratore sia un male per un atleta, purché sia discreto e non interferisca col nostro lavoro. Finora i procuratori dei nostri ragazzi sono sempre stati molto seri con noi, anche se dobbiamo riconoscere che siamo stati bravi noi negli anni a creare un buon rapporto con loro e con i preparatori.

Con i preparatori come funziona?

Io faccio tabelle per i corridori, ma non ho alcun problema se il ragazzo ha già il suo allenatore, tanto vedo tutto su Training Peaks. E’ un impegno importante parlare con i preparatori per studiare i programmi migliori per i ragazzi, però mi piace perché posso mettermi in discussione ed imparare qualcosa da chi lo fa per mestiere. L’unica cosa su cui non transigo è un’altra.

Quale?

Nella tattica di gara la legge sono io (sorride, ndr). Nel pre-gara non voglio sentire nessuno da fuori che mi dica se è giusta o sbagliata. Dopo eventualmente, se abbiamo fatto male in corsa, ne possiamo discutere in modo costruttivo col fine di migliorarci.

Finora, risultati alla mano, sono andate molto bene le gare. Te lo aspettavi?

Sì e no. Raschi ha vinto subito all’esordio nella categoria attaccando come piace a me, nonostante si fosse mosso in funzione di un suo compagno. La settimana dopo Mellano ha ottenuto un successo sotto il diluvio frutto di un grande lavoro a livello psicologico fatto in inverno. Sette giorni più tardi, ha fatto secondo dietro ad Andreaus. Lui per me è già una scommessa vinta visto che arrivava da un 2023 non buono. Ci tengo a citare con soddisfazione anche il successo di Stenico nel Verona Mtb International (prova di apertura del circuito Italia Bike Cup, ndr) davanti a nomi importanti come il campione del mondo di ciclocross Viezzi e l’altro azzurro Bosio.

Quali sono i nomi del Team Giorgi da tenere sott’occhio per il 2024?

Il primo è proprio Mellano, un altro che ho preso da allievo con pochissimi punti e che l’anno scorso ha fatto una grande stagione con tre vittorie e trenta piazzenti nei dieci. Prima rischiava poco, aveva un po’ il braccino, adesso sta imparando a correre da leader. Non posso dirvi nome, ma su di lui si è già fatta avanti una WorldTour, sia per inserirlo nella prima squadra o nel loro devo team. Stessa situazione per Rosato, che è un primo anno, ma è già sul taccuino di tante squadre pro’ italiane ed estere. Entrambi sono nel giro della nazionale del cittì Salvoldi e vorrei farci arrivare anche Andreaus e Stenico.

Insomma, il lavoro non vi manca.

Assolutamente no. Siamo contenti della crescita di ragazzi di prospettiva come Quaglia o dei nuovi arrivati. Il Team Giorgi ha quindici juniores con doti importanti, che a turno correranno e si riposeranno. Noi li stiamo preparando a dovere senza alcuna esagerazione di allenamenti e portandoli in gare impegnative per farli migliorare sotto tanti punti di vista. Tutti avranno il proprio spazio.

Stagione juniores al via, ma Salvoldi si è già fatto un’idea

20.02.2024
5 min
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Il momento del via è sempre più vicino. Il 3 marzo con il GP Giuliano Baronti in Toscana inizierà la stagione nazionale degli juniores, che comprende 38 gare. I vari team stanno preparandosi per l’esordio, ma anche il cittì azzurro Dino Salvoldi è attentissimo, pronto a vedere i primi riscontri dopo la lunga preparazione invernale. Preparazione che lo ha visto protagonista, intanto con i due pomeriggi a settimana dedicati alla pista, poi con i raduni specifici.

«Ne abbiamo già fatto uno a gennaio – spiega Salvoldi direttamente da Montichiari – un secondo lo facciamo proprio in questi giorni sempre qui, dedicando uno spazio specifico alla strada, iniziando proprio da oggi».

Bessega e Montagner, con Giaimi, hanno già vinto l’oro europeo nel team relay
Bessega e Montagner, con Giaimi, hanno già vinto l’oro europeo nel team relay
Non avendo ancora riscontri oggettivi in mano, come ti gestisci fra i 1° e 2° anno?

E’ vero che non ci sono gare che sono il principale metro di misurazione, ma mi sono già dovuto fare un’idea e il mio taccuino è straricco di nomi e indicazioni. Anche perché a questo punto devo già avere un nucleo di 10-12 nomi sui quali lavorare in funzione della Nations Cup. Per i nati del 2006 ho preso in considerazione l’intero andamento della passata stagione, per il 2007 ho sì guardato ai riscontri delle gare allievi, ma li prendo con molto beneficio d’inventario. Preferisco basarmi più su quel che ho visto in questi raduni, nei quali sono passati tra pista e strada tantissimi ragazzi e poi mi affido molto al passaparola.

Una scelta molto anticipata…

Non sarà una stagione semplicissima – ammette Salvoldi – intanto so che i mondiali proporranno un percorso impegnativo. Devo assolutamente andarlo a vedere di persona e quindi devo cercare ragazzi che abbiamo spiccate qualità in salita. Poi devo considerare le gare di Nations Cup alle quali parteciperemo. Non tutte, perché sarebbe un impegno economico insostenibile fare 10 gare a tappe e una in linea. Noi punteremo su 6 gare, le più importanti fra quelle di più giorni tenendoci aperta la porta per quella finale se saremo in corsa per la vittoria nella classifica generale. Intanto però devo costruire uno zoccolo duro di atleti, basato sui 2° anno.

Ludovico Mellano è atteso da un anno di grandi progressi. Nel 2023 ha vinto anche in Spagna (foto Facebook)
Ludovico Mellano è atteso da un anno di grandi progressi. Nel 2023 ha vinto anche in Spagna (foto Facebook)
Chi comprende?

Per ora abbiamo, in ordine alfabetico, Bessega, Cettolin, Finn, Mellano, Montagner e Sambinello. Conto però di accludere anche Viezzi, che quest’anno farà più attività su strada.

Con Finn ti trovi di fronte a una novità assoluta, un corridore facente parte di un team estero

Ho già avuto contatti con i suoi dirigenti – specifica Salvoldi – oltretutto il Team Auto Eder sarà in ritiro a Peschiera del Garda. Nei prossimi giorni andrò per parlare personalmente con lui e i diesse per stabilire la giusta programmazione. Lo stesso con Viezzi: con lui non ho ancora parlato, ma mi sono sentito spesso sia con Pontoni che con i responsabili della Work Service e conto di coinvolgerlo nel prossimo raduno su strada di marzo. So che Stefano si è giustamente preso un po’ di riposo ed inizierà la sua stagione il 10 marzo.

Il Grenke-Auto Eder, la multinazionale tedesca nella quale milita Finn (dietro, 2° da sinistra)
Il Grenke-Auto Eder, la multinazionale tedesca nella quale milita Finn (dietro, 2° da sinistra)
L’attività estera sarà quindi rivolta esclusivamente alle corse a tappe, una scelta fondamentale visti i calendari che i pari età affrontano nei loro Paesi.

Per noi quelle gare sono un momento di confronto importante. Il nostro obiettivo sono le gare di un giorno, ma gli avversari li affronti, li conosci meglio nelle prove a tappe. Inoltre il periodo da metà aprile a inizio giugno avrà la maggiore concentrazione d’impegni: noi saremo alle prove più importanti, come la Corsa della Pace e il Trophée Morbihan. Abbiamo bisogno di confrontarci con i vertici della categoria, anche se poi l’obiettivo vero è molto in là nel tempo.

Una stagione che quindi ricalca quella dello scorso anno, ma inserirai qualche novità?

Sì, cerchiamo di ottimizzare le risorse. Infatti quest’anno a differenza del 2023 potremo prevedere anche un periodo di allenamento in altura prima dei mondiali – sottolinea Salvoldi con sooddisfazione – cosa che ci era molto mancata, poi faremo altri appuntamenti di gruppo proprio per cementare la squadra per un evento al quale tengo molto.

Mattia Sambinello pronto a seguire le orme del fratello Enea, intanto è nel giro azzurro (foto Instagram)
Mattia Sambinello pronto a seguire le orme del fratello Enea, intanto è nel giro azzurro (foto Instagram)
Abbiamo parlato dei corridori che hai avuto modo di conoscere direttamente. Per quel che riguarda i nuovi che idee ti sei fatto?

Ho visto qualità individuali molto interessanti, ma chiaramente mi posso solo basare sugli allenamenti. Passando di categoria cambia moltissimo per questi ragazzi: fra gli allievi sono abituati a corse dove emergono quasi unicamente le qualità individuali, fra gli juniores invece ha un peso specifico il lavoro di squadra e questo cambia completamente il loro modo di vedere le corse. E’ presto per fare previsioni e capire chi si adatterà prima e meglio. Io comunque sono ottimista, ho visto elementi molto promettenti.

Torniamo al discorso del calendario italiano. Rispetto agli under 23 il numero di gare nazionali è molto inferiore, ma l’attività è infarcita di prove locali. Per te è un bene?

E’ un calendario che compensa molto con l’attività nelle singole regioni – spiega Salvoldi – ma dobbiamo tenere conto che parliamo di un movimento che ha 750-800 elementi e bisogna consentire a tutti di correre. C’è quindi bisogno di almeno 5 gare a domenica per dare possibilità di fare attività al maggior numero possibile di ragazzi. Qualcosa però andava fatto: fino allo scorso anno c’erano corse con team di 15 atleti che si confrontavano con altri team di 6, una sproporzione esagerata. E’ stato messo il limite di 10 atleti a gara per singola squadra e questo permette un equilibrio tattico maggiore. C’è però un altro aspetto sul quale porre l’accento.

Sprinter e non solo. Filippo Cettolin va a caccia di vittorie di prestigio (photors.it)
Sprinter e non solo. Filippo Cettolin va a caccia di vittorie di prestigio (photors.it)
Quale?

Bisogna educare i ragazzi a programmarsi durante la stagione. Correre tutte le domeniche a tutta non va bene, non serve, consuma. Capisco che ora per l’inizio stagione siano tutti gasati a mille, poi però bisognerà concentrarsi sui propri obiettivi, lavorare per quelli in allenamento come in gara, pensare a medio-lungo termine. E’ un aspetto fondamentale sul quale dobbiamo lavorare.