La Trevigiani torna Continental, un’alternativa fatta di giovani

08.01.2025
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E’ un ritorno all’antico per Uc Trevigiani Energiapura Marchiol, che approda nel mondo continental o per meglio dire vi fa ritorno, considerando che l’ultracentenaria formazione veneta (è nata addirittura nel 1913) era già parte di quel mondo che poi aveva deciso di lasciare.

Luciano Marton (a destra), a 70 anni ha ancora la voglia di rivoluzionare tutto
Luciano Marton (a destra), a 70 anni ha ancora la voglia di rivoluzionare tutto

Un ritorno che fa parte di una strategia a lungo termine, come spiega il manager Luciano Marton: «Noi c’eravamo già, attraverso il nostro team sono usciti tanti ragazzi poi diventati professionisti e che si erano formati con un giovane e valido diesse come Mirko Rossato che si è evoluto allo stesso modo entrando nel mondo del professionismo. Poi abbiamo vissuto un periodo di transizione perché c’era bisogno di ripartire su nuove basi e ora lo stiamo facendo».

Perché cambiare?

Perché il ciclismo richiede sacrifici, ma anche un adeguamento. I tempi sono cambiati e bisogna muoversi in fretta rivolgendosi ai più giovani. La nostra sarà infatti una squadra molto giovane, nella quale porteremo i ragazzi a fare i passi giusti per crescere e affacciarsi al ciclismo che conta. Il nostro messaggio è chiaro: noi dobbiamo dare un’alternativa ai giovani ciclisti italiani, altrimenti costretti ad emigrare, approdare in team esteri di nome ma dove trovare i giusti spazi nei giusti tempi è difficile. Si può fare attività di spicco anche qui, se ci si pone nel modo giusto.

Lorenzo Montanari, 2° al Trofeo Cleto Maule. Un passista che può crescere molto (foto Facebook)
Lorenzo Montanari, 2° al Trofeo Cleto Maule. Un passista che può crescere molto (foto Facebook)
Contrapporsi al fascino dei devo team è difficile…

Guardiamo in faccia la realtà: spesso i ragazzi vanno all’estero e non maturano, vengono quasi parcheggiati finché non si adattano a ruoli di contorno. Il prestigio, la storia del ciclismo italiano meritano di meglio. Quella strada non è chiusa, possiamo fare tanto anche da noi, infatti la nostra sarà una squadra tutta di under 23 e giovane anche nel suo staff.

Quanti corridori avete confermato?

Avremo un roster di 13 elementi dei quali 4 sono rimasti dallo scorso anno (nella foto di apertura, ndr): Simone Griggion, Riccardo Perani, Marco Di Bernardo e Luca Rosa. Sono elementi che a dispetto della giovane età hanno dimostrato di poter fare molto bene e hanno esperienza, come anche Raffaele Mosca, che sarà un po’ il fulcro della nostra squadra vista la sua esperienza con la Q36.5, a dispetto della sua giovane età. L’elenco degli atleti lo stiamo definendo in questi giorni.

Proveniente dalla Q36.5, Raffaele Mosca sarà il capitano in corsa della squadra
Proveniente dalla Q36.5, Raffaele Mosca sarà il capitano in corsa della squadra
C’è qualche nuovo arrivo che, a parte Mosca, può essere annunciato?

Verranno da noi Lorenzo Montanari, che si è già messo in mostra alla Hopplà Petroli, poi Luca Fraticelli della B&P e Tommaso Cafueri, atleta che si è già fatto vedere da junior e che abbina al meglio l’attività su strada con quella di ciclocross. Per il resto stiamo vedendo, comunque sono ben distribuiti fra atleti all’ultimo anno nella categoria e più giovani. Ma a proposito di gioventù porrei l’accento su un altro aspetto.

Quale?

Io guardo quel che avviene nelle altre formazioni all’estero e pochi mettono l’accento sul fatto che negli staff ci sono giovani davvero preparatissimi. Direi anzi che la differenza fra Italia ed estero è proprio su questo aspetto. Abbiamo a che fare gente giovane ma estremamente informata, che si aggiorna di continuo e noi dobbiamo andare verso questa direzione. E’ proprio su questo aspetto che si fa la differenza e noi vogliamo seguire questa nuova strada.

Nuovo incarico per Filippo Rocchetti, diesse fra i più giovani d’Italia
Nuovo incarico per Filippo Rocchetti, diesse fra i più giovani d’Italia
E’ in quest’ottica che va inquadrato l’arrivo di Filippo Rocchetti nello staff?

E’ l’esatto prototipo di quel che dicevo. Un ex corridore con l’esperienza ancora fresca che dialoga con i giovani e che proprio per questa sua “freschezza” sa farsi ascoltare. Io me ne accorgo, c’è differenza su come si relazionano i ragazzi rispetto a noi della vecchia generazione. All’estero hanno tutti preparatori under 30 proprio perché parlano un linguaggio universale. Noi, come ciclismo italiano nel suo complesso, dobbiamo aggiornarci.

Che cosa vi attendete?

Di continuare sulla lunghezza d’onda del 2024, nel quale abbiamo vinto 12 gare ma con ben 66 piazzamenti nei primi 5. Agiremo a livello di calendario disputando corse di qualità per ben figurare anche per dare il giusto riscontro agli sponsor, che ci hanno chiesto espressamente un’attività di qualità.

Cafueri continua a dividersi fra strada e cross. Ora il passaggio alla Trevigiani
Cafueri continua a dividersi fra strada e cross. Ora il passaggio alla Trevigiani
Considerando il calendario italiano, c’è però da fare anche i conti con l’esigenza di far disputare ai ragazzi un adeguato numero di corse a tappe…

Per questo faremo anche trasferte all’estero proprio per corse a tappe. Sono passaggi fondamentali, lo scorso anno ne abbiamo avuto un esempio lampante con Zamperini che era a confronto con i più forti in Francia, gli stessi devo team lo temevano, poi una caduta ha infranto tutti i sogni. Noi vogliamo fare lo stesso. Ma teniamo sempre conto che è un passaggio di un cammino che avrà il suo traguardo molto più in là che nel 2025.