Esordio in Coppa, per la Bramati il bicchiere è mezzo pieno

25.11.2024
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La prima tappa di Coppa del Mondo ad Anversa era riservata solamente alle categorie maggiori, con gli Under 23 chiamati a correre fra gli Elite. Erano 8 gli italiani in gara, 5 uomini (il migliore è stato Stefano Viezzi, 30° nella prima volta fra gli “adulti”) e 3 donne. Fra loro Lucia Bramati, anche lei chiamata a confrontarsi fra le più grandi, ma per la figlia d’arte non è certo una novità…

Il podio della gara femminile, vinta dalla Van Empel su Brand e Schreiber, lussemburghese prima delle U23
Il podio della gara femminile, vinta dalla Van Empel su Brand e Schreiber, lussemburghese prima delle U23

La sua voce quand’è ancora ad Anversa, in attesa di un volo di ritorno programmato solo per la tarda serata, è squillante. Il suo 7° posto di categoria ha pur sempre un certo peso: «E’ una tappa nella mia stagione, iniziata un po’ così. La mia estate è stata resa molto complicata dal ritorno della mononucleosi, dopo 5 anni che mi ha dato grossi problemi a fegato e milza e fatto stare un mese e mezzo senza bici. Ho saltato buona parte dell’annata di mtb e ripreso con calma con il ciclocross, andando sempre un po’ di rincorsa. Ancora oggi non sono nella miglior condizione, ma la prestazione mi ha lasciato soddisfatta».

Che clima avete trovato ad Anversa?

Siamo stati fortunati perché fino a sabato c’era tanto freddo e vento forte – racconta la Bramati – Durante la giornata di gare invece il vento è rimasto, ma la temperatura si è elevata fino a 19°. Il problema erano proprio le folate nella parte orientale del tracciato, dove c’erano lunghi rettilinei. Se non trovavi qualcuno a cui accordarti restavi esposto al vento contrario che ti respingeva.

Ancora un 4° posto per la Casasola, unica vera alternativa allo strapotere olandese
Ancora un 4° posto per la Casasola, unica vera alternativa allo strapotere olandese
Com’è stata la tua gara?

Io sono partita dalla quinta delle 7 file previste, quindi ero un po’ indietro e chiaramente tutte cercavano di avanzare perché in fondo al rettilineo c’era la curva che fungeva da strettoia, era difficile anche restare in piedi. Poi c’erano due strappi a piedi, la gara iniziava praticamente lì. Il percorso presentava anche punti sabbiosi e io non sono molto abituata ad affrontarli, questo è un po’ un gap che abbiamo tutti noi italiani visto i tracciati delle principali gare. Ma alla fine ero contenta perché li ho affrontati tutti in bici, senza mettere piede a terra, facendo meno fatica e preservando le gambe.

La Bramati agli Europei, dove insieme all’oro in staffetta aveva chiuso settima fra le U23
La Bramati agli Europei, dove insieme all’oro in staffetta aveva chiuso settima fra le U23
Quanto cambia nel correre insieme alle Elite? Cosa che tra l’altro in campo femminile è ordinaria amministrazione, anche nelle sei tappe con le prove per categorie inferiori, la gara U23 sarà solo al maschile…

Cambia tanto, perché hai riferimenti diversi. Intanto consideriamo che le più forti della categoria sono tutte lì davanti, a lottare fra le prime 10. Io poi sono cresciuta gareggiando sempre con le più forti, anche quand’ero junior non c’era la prova per la categoria più giovane, è stata sdoganata dopo che sono passata. Le gare U23 sono solo quelle titolate, in queste occasioni d’altro canto saremmo troppo poche. Io poi penso che essere con le Elite sia un vantaggio, perché corri al massimo livello, a blocco, per 50 minuti non respiri praticamente mai. L’unica difficoltà è che siamo differenziate da loro attraverso il colore del pettorale, quindi ogni volta che superi o vieni superata devi stare attento al numero della concorrente…

Tu hai sulle spalle il peso di un cognome importante per il ciclocross italiano. Avere tuo padre Luca Bramati che è anche il diesse del team Fas Airport Services Guerciotti Premac dà più o meno vantaggi, è più genitore o allenatore?

Io dico che è un vantaggio, questa sua doppia veste la vivo in modo molto sereno, per me non cambia nulla. Anzi, poter affrontare le trasferte insieme a lui mi dà serenità, mi consente di concentrarmi maggiormente sulla gara non dovendo pensare ad altro e averlo al mio fianco mi rende più sicura.

Thibau Nys (n.18) era il favorito della vigilia, ma il campione europeo non è andato al di là del 12° posto
Thibau Nys (n.18) era il favorito della vigilia, ma il campione europeo non è andato al di là del 12° posto
Il 7° posto di categoria che cosa rappresenta?

Un passo avanti nella mia stagione. Venivo da una buona piazza d’onore in Svizzera, qui sono finita dietro nel computo generale, ma vedo che sto guadagnando posizioni rispetto alle mie pari età rispetto ad esempio agli Europei, dove comunque non me l’ero cavata male sempre in riferimento ai problemi prestagionali. Quel che mi manca è assaporare il gradino più alto del podio, finora non ci sono mai riuscita, sarebbe uno step ulteriore.

Continuerai a seguire lo sviluppo della Coppa?

Sì, a dicembre e gennaio la mia attività sarà soprattutto all’estero, per cercare di crescere ulteriormente ed essere al top per le gare del nuovo anno a cominciare dai campionati italiani e guadagnarmi così la selezione per i mondiali.

Per Iserbyt una vittoria di peso dopo un inizio stagione difficile, con anche una squalifica
Per Iserbyt una vittoria di peso dopo un inizio stagione difficile, con anche una squalifica
Tu sei, anche per famiglia, legata all’offroad ma è chiaro che chi guarda al ciclismo in maniera professionale punta alla strada. Che cosa vedi nel tuo futuro?

Il ciclocross è il mio grande amore, seguito dalla mtb e questo non cambia. So però che le ragazze che vengono dalla strada hanno un altro passo nelle prove invernali ed è qualcosa che devo considerare. Io ho una certa ritrosia ad affrontare le gare su strada, diciamo che non mi sento ancora pronta mentalmente. E’ qualcosa che con mio padre prenderemo in considerazione, magari per affrontare qualche gara in meno in mountain bike e privilegiare la strada nella seconda parte dell’anno proprio per arrivare pronta alla stagione invernale. Ma avrò tempo per pensarci…

La stagione della Guerciotti, con cambiamenti in corso d’opera

09.10.2024
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La seconda tappa del Giro delle Regioni di ciclocross ha subito messo in evidenza la forza d’urto della Fas Airport Service Guerciotti, vincitrice fra gli Open con Bertolini (in apertura, foto Billiani) e fra gli juniores con Agostinacchio. Che il team sia il riferimento assoluto della specialità non lo scopriamo certamente ora, ma è chiaro che questa è una stagione particolare per il team, che ha dovuto modificare il suo assetto in corso d’opera.

Bertolini subito dopo il traguardo ha rivolto il suo pensiero a Vito Di Tano, il due volte campione del mondo che da anni curava l’aspetto tecnico della società e che ha dovuto passare la mano in anticipo rispetto ai suoi propositi per motivi di salute. Alessandro Guerciotti che del team è il presidente racconta come le ultime settimane siano state davvero difficili.

Il gruppo dirigente con Luca Bramati e sua figlia Lucia, nuova stella del team femminile
Il gruppo dirigente con Luca Bramati e sua figlia Lucia, nuova stella del team femminile

«La notizia della malattia di Vito ci ha spiazzati, anche perché ci aveva già detto che intendeva chiudere con questa stagione. Ma la sua situazione di salute lo ha costretto a mollare dall’oggi al domani per concentrarsi sulle sue cure e noi siamo completamente al suo fianco. E’ e sarà sempre parte del nostro team, su questo non si discute. Abbiamo quindi affrontato la situazione, essendo chiamati a rivoluzionare tutto lo staff tecnico».

Come siete arrivati a Luca Bramati?

A fine agosto avevamo raggiunto un accordo con sua figlia Lucia. Dopo che la Casasola ha deciso di cambiare squadra e che la Corvi ha chiuso con il ciclocross per concentrarsi sulla preparazione per la Mtb, eravamo rimasti scoperti sul fronte femminile, ma con Lucia sappiamo di aver preso un prospetto molto valido, in grande crescita sia in ambito italiano che internazionale. Poi a settembre Di Tano ci ha dato la brutta notizia, così abbiamo contattato Luca per chiedergli se se la sentiva di seguire non solo sua figlia ma tutto il team e la sua risposta è stata positiva. Era la soluzione migliore possibile considerando anche che Luca ha anche corso con noi e conosce l’ambiente come nessun altro.

Il messaggio di saluto per Lucia Bramati pubblicato sui social del team
Il messaggio di saluto per Lucia Bramati pubblicato sui social del team
Quanto è cambiato il team?

Delle novità ci sono. Ad esempio, oltre alla Bramati, abbiamo portato in squadra anche il più giovane Agostinacchio che ha subito vinto al suo esordio e che raggiunge così suo fratello che era già con noi e corre fra gli U23. Tra gli juniores abbiamo confermato Tommaso Ferri e Mattia Proietti Gagliardoni, fra le Under 23 con la Bramati c’è l’italoalbanese Nelia Kabetaj, poi tra le juniores c’è la confermata Ferri e la novità Bianchi. Siamo scoperti fra le Elite, venendo via la Casasola non c’era un’atleta sulla quale poter investire e soprattutto che potesse garantire un buon rendimento internazionale, quindi andiamo avanti con 5 categorie su 6.

Il vostro obiettivo?

Noi guardiamo sempre ai campionati italiani, lo scorso anno abbiamo colto un clamoroso poker di titoli compreso quello nel team relay e puntiamo a fare altrettanto, anche se sappiamo bene che il tricolore è una gara a sé stante.

Filippo Agostinacchio ha iniziato subito con una vittoria, con lui c’è suo fratello Mattia (foto Billiani)
Filippo Agostinacchio ha iniziato subito con una vittoria, con lui c’è suo fratello Mattia (foto Billiani)
Voi siete un po’ il riferimento per tutto il movimento. Obiettivamente e considerando sia la situazione italiana che quella internazionale, ha ancora significato investire tante risorse, non solo economiche, sul ciclocross?

Noi ne siamo convinti anche perché vediamo che intorno a noi si stanno sviluppando belle realtà. Prendete ad esempio la Beltrami che già lo scorso anno ha affiancato la sua attività sui prati a quella su strada, oppure il Team Cingolani, che sin dall’avvio di stagione ha mostrato un grande potenziale. Sono realtà che investono, che ci credono e che alzano la competitività. Certo, a livello internazionale soffriamo ancora, perché tanti atleti sono affascinati da altre discipline e progressivamente lasciano il nostro mondo, ultimo caso quello della Corvi. Per avere più peso all’estero servirebbe allargare il movimento e considerare il ciclocross non come l’ultima ruota del carro come spesso purtroppo si fa.

E’ un problema di cultura preesistente?

Sì, inutile nasconderlo, dopo l’epoca dei Pontoni e Bramati abbiamo vissuto su episodi sporadici, da Malacarne a Franzoi fino all’exploit di Viezzi, ma sono appunto episodi e questo continuerà finché i ragazzi italiani abbandoneranno la strada della multidisciplina che invece all’estero è la più seguita.

Elisa Ferri resta un riferimento fra le juniores, da quest’anno con lei anche Arianna Bianchi (foto Billiani)
Elisa Ferri resta un riferimento fra le juniores, da quest’anno con lei anche Arianna Bianchi (foto Billiani)
Cambierebbe la situazione se, come viene indicato da più parti, il ciclocross diventasse disciplina olimpica invernale dal 2030?

E’ chiaro che la vetrina a cinque cerchi dà un’immagine diversa di ogni sport, lo abbiamo visto con la mountain bike quale sviluppo sia riuscito ad avere, quali investimenti e ingresso di nuovi sponsor siano arrivati. Non parliamo di una disciplina di nicchia, ma per un vero salto di qualità servirebbe un traino, un campione che faccia la differenza e porti grandi investimenti nel settore.

Che attività farete?

Fino agli europei privilegeremo il calendario italiano per permettere ai nostri ragazzi di crescere di condizione in maniera graduale, poi dopo la rassegna continentale seguiremo di più la stagione internazionale, prendendo parte alla Swiss Cup e partecipando anche alla Coppa del Mondo con Bertolini, la Bramati e Agostinacchio. Sono certo che ci prenderemo le nostre soddisfazioni.

Bramati a sorpresa: «Sono stato messo da parte»

20.10.2022
5 min
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«Se parliamo di ciclocross, entriamo in un terreno minato…». Le parole di primo approccio di Luca Bramati lasciano già intendere quale sia l’atmosfera. L’ex olimpico azzurro (che condivise con Pontoni la prima esperienza in assoluto della mtb a cinque cerchi nel 1996) è sempre in giro, la stagione sui prati lo vede ancora protagonista, ma in veste molto diversa da quella a cui eravamo abituati.

Il grande progetto legato alla Fas-Airport Services, costola della Valcar-Travel&Service, non esiste più. I grandi successi della scorsa stagione (uno per tutti: il clamoroso bronzo mondiale della Persico nella lontana Fayetteville) sembrano lontanissimi. Il perché, riferito dal tecnico lombardo, lascia alquanto interdetti: «Nel corso dell’anno è successo un fatto estremamente grave: un alto dirigente federale del quale conosco il nome ma che non voglio riferire ha praticamente emesso una “fatwa” su di me: la prosecuzione dell’attività della squadra sarebbe stata possibile solamente senza di me. E’ un fatto di una gravità inaudita che lascia ben intendere come si lavori oggi nei massimi organi».

Lucia Bramati in gara. Per lei un inizio stagione soft, ma in Svizzera ha chiuso ai piedi del podio (foto Alessandro Billiani)
Lucia Bramati in gara. Per lei un inizio stagione soft, ma in Svizzera ha chiuso ai piedi del podio (foto Alessandro Billiani)
La Valcar ti ha messo quindi alla porta?

No, ci tengo a sottolinearlo. Villa mi ha contattato e mi ha detto che era venuto a sapere che io avrei portato mia figlia Lucia in una squadra belga. Gli ho detto che non era vero niente, ma che comunque per correttezza facevo un passo indietro e non avrei continuato la mia esperienza. Così la squadra non si è più fatta o meglio la Valcar continuerà a sostenere la Persico nelle sue uscite nel ciclocross, che so essere previste da dicembre in poi.

Come sei rimasto con loro?

In ottimi rapporti, il problema non sono mai stati loro, anzi stavamo costruendo una bellissima esperienza e i risultati dello scorso anno sono lì a dimostrarlo.

La Corvi viene da una grande annata nella mtb, con titolo italiano e bei piazzamenti all’estero
La Corvi viene da una grande annata nella mtb, con titolo italiano e bei piazzamenti all’estero
Quindi Lucia con che squadra corre?

Sia lei che Valentina Corvi, l’altra ragazza che seguo nel ciclocross, continuano a correre con lo stesso team della mtb, la Trinx. Io continuo a seguirle, a portarle in giro per le gare in Italia e soprattutto all’estero, ma mi rendo conto che il movimento è decisamente in disfacimento e devo dire che in questa situazione Pontoni sta facendo un lavoro enorme, con i giovani, ma solo sulle sue forze. Guardiamo però al di là: non c’è più una squadra femminile e al maschile solo la Selle Italia Guerciotti Elite, oltre abbiamo solo realtà locali. Con questo non vai molto avanti.

Il problema secondo te dov’è?

E’ tutto il settore offroad che è stato abbandonato, al contrario di quanto si era detto in campagna elettorale. Abbiamo ad esempio un calendario nazionale strapieno, ma fatto senza criterio, così domenica scorsa avevamo i nostri migliori in Spagna con la nazionale di Pontoni e in Svizzera noi e tanti altri. Perché? Per prendere punti Uci. Se però corri in Svizzera e ti trovi un Folcarelli che si fa 1.000 chilometri invece di andare alla tappa del Giro d’Italia che aveva praticamente dietro casa, ti rendi conto che qualcosa non va, perché così porti le persone a buttare soldi. Poi hai Brugherio sabato prossimo in contemporanea con la Coppa del mondo a Tabor: ma chi volete che andrà dei migliori italiani in Lombardia? E questo non è giusto per chi organizza e investe…

Per la Corvi vittoria in Spagna fra le junior, davanti alla Venturelli. Un duello che si ripete
Per la Corvi vittoria in Spagna fra le junior, davanti alla Venturelli. Un duello che si ripete
Parli di offroad: è un problema che riguarda solo il ciclocross o anche la mtb?

Tutto il comparto. Faccio un esempio: ci sono una cinquantina di corridori di mtb che passano under 23, ma in quali squadre, visto che quasi non ne esistono? Così la metà cercherà un approdo su strada, l’altra metà abbandonerà. In questo modo non c’è futuro per tutto il settore. Con Dagnoni avevamo parlato a inizio mandato: c’erano tante idee, ma tutto è caduto nel dimenticatoio.

Parliamo allora delle tue ragazze…

Lucia viene da una stagione di mtb che praticamente non ha fatto perché ha scelto, col mio pieno appoggio, di pensare alla scuola e dedicarsi agli esami di maturità. Ora mi ha chiesto di potersi dedicare anima e corpo al ciclocross, poi valuteremo che cosa fare anche in tema di studio. All’inizio faticava, ma gara dopo gara sta crescendo. Lucia ci crede molto nel suo futuro nella specialità e io voglio darle tutto il supporto possibile.

La figlia di Luca Bramati punta tutto sul ciclocross dopo aver pensato giustamente alla scuola (foto Billiani)
La figlia di Luca Bramati punta tutto sul ciclocross dopo aver pensato giustamente alla scuola (foto Billiani)
Lo scorso anno avevamo avuto Corvi e Venturelli nelle primissime posizioni internazionali. La Venturelli poi sappiamo che cosa ha fatto su strada. Di Valentina nella mtb che cosa puoi dirci?

Viene da una stagione eccezionale. Ha vinto il titolo italiano, è andata sul podio in Coppa del Mondo e ha chiuso sesta ai mondiali, il tutto da primo anno di categoria. Ha iniziato la stagione del ciclocross con una grande carica, ha vinto 4 delle prime 5 gare disputate, pur avendo staccato per un mese dopo la stagione di mtb. E’ anche oltre quel che mi aspettavo.

Che cosa ti aspetti da loro?

Io sono abituato a lavorare per obiettivi. Quest’anno ci siamo posti come termine il mondiale e dovranno arrivare all’appuntamento al massimo della forma, ognuna nella sua categoria. Io sono convinto che potranno fare davvero bene, Valentina poi ha un grande appuntamento all’orizzonte che sono i mondiali di mtb, dove con un anno in più può davvero fare risultato. Il fatto è che dietro di loro ci sono io, ma quanti altri giovani talenti rischiamo di perdere così? A me arrivano frotte di richieste per entrare nel team, ma non possiamo prendere tutti. Bisogna agire a livello più generale, più alto e bisogna farlo subito.

Valcar 2021

Bramati, ecco il primo bilancio in casa Fas-Valcar

29.10.2021
4 min
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La stagione per Luca Bramati è ormai entrata nel vivo e le giornate del vecchio campione bergamasco vanno avanti a un ritmo quasi infernale, tra allenamenti delle sue ragazze e preparazione delle continue trasferte. L’attività della Fas-Valcar, com’era stato stabilito all’atto della costituzione del team “figlio” di quello della strada, ha una forte impronta internazionale, confermando quell’immagine di team “quasi professionistico” al quale si pensava.

La formazione lombarda ha anche preso parte alla lunga trasferta americana, cedendo Alice Maria Arzuffi alla nazionale ma portando oltreoceano le altre tre ragazze: Eva Lechner, Silvia Persico e Lucia Bramati e i risultati nel complesso sono stati davvero soddisfacenti: «Portare un team al completo dall’altra parte dell’Atlantico, soprattutto in questo periodo, non è facile, ci siamo dovuti adattare, per fortuna la Cannondale ci ha messo a disposizione un bravissimo meccanico che ci ha dato una grossa mano».

Eva Lechner è riuscita anche a centrare una Top 10 e farlo al cospetto di tante olandesi non è mai facile…

Il suo bottino poteva anche essere più cospicuo, ma nella prima gara ha subìto un incollaggio di un tubolare che l’ha fortemente frenata. Eva sta vivendo un buon periodo, è calma e serena mentalmente e quando è così rende di più, considerando poi che siamo ancora a inizio stagione non può che migliorare.

Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Di Silvia Persico, considerata sempre la numero 3 del panorama nazionale che cosa puoi dire?

I risultati parlano per lei, ha già mostrato di aver fatto un salto di qualità. Sia in America ma ancor più al suo ritorno in Europa, si è attestata nella Top 15 e ha ridotto il gap dalle più forti, è un miglioramento cospicuo e costante che mi rende molto fiducioso.

Per tua figlia Lucia è stata la trasferta più lontana…

Una bellissima esperienza, che ha vissuto con tanta emozione. Si è ritrovata a 18 anni a competere fra le grandi, qualcosa di inaspettato, poi considerando come hanno lavorato gli americani sembrava un immenso paese delle meraviglie… Lei però si è adattata bene e non si è fatta per nulla intimorire. Poi, in Europa, è stata anche ottava di categoria e si è ritrovata un bel premio in denaro…

A proposito di America, anche a te il percorso dei mondiali è piaciuto come a Pontoni?

Altroché! E’ stato una bellissima sorpresa. Sapevo che ci avevano investito tanto, ma quando ti trovi almeno 3 chilometri di percorso costruiti dal nulla, tutti con terra riportata rimani esterrefatto e pensi a come sia possibile una cosa del genere venendo dalla nostra realtà. Hanno speso cifre che per noi sono inimmaginabili.

Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Alla vigilia della stagione l’approdo della Valcar nel mondo del ciclocross era visto come una grande scommessa. Dopo le prime esperienze come funziona la convivenza?

Benissimo, come da accordi, anzi ancora meglio. Nello scorso fine settimana, ad esempio, il patron Arzeni era in Olanda per le gare del team su strada, alla domenica ci ha raggiunto a Zonhoven per la tappa di Coppa del Mondo mettendosi a completa disposizione. Sono due realtà diverse, lo avevamo detto ma su queste basi si può davvero lavorare bene e tanto.

Torniamo un attimo a parlare di Lucia: nel suo caso devi rivestire una doppia funzione, quella di tecnico e padre…

Infatti per lei gestire l’attività è più difficile che per le altre, basti pensare che domenica siamo arrivati a casa all’una e mezza e alle 7 era già in piedi per andare a scuola. Devo dire però che da parte mia non è necessario esserle di sprone, è davvero responsabile e concentrata in entrambe le attività, a scuola il suo rendimento è più che soddisfacente, sa che questo è l’anno della maturità e serve grande concentrazione.

Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Gestisci un team con 4 ragazze di vertice: secondo te è possibile un ulteriore allargamento, magari a qualche maschietto?

Vedremo. Fino allo scorso anno avevo la gestione di Gioele Bertolini e le cose funzionavano, ma devo anche dire che, dalle prime settimane vissute, la gestione del team così com’è strutturato è… totalizzante. Le idee per il futuro sono tante e fra queste c’è anche una squadra mista, ma è presto per parlarne.

In America ti sei trovato a stretto contatto con Pontoni nella sua nuova veste: come vanno le cose fra voi due?

Ottimamente, da atleti eravamo rivali, ma fa parte del passato. Da quel che ho visto e sentito, Daniele ha già creato un clima in squadra decisamente positivo. Quando ha assunto l’incarico ci siamo parlati, mi ha chiesto di essere sincero, dirgli quando sbaglia, essere collaborativo e da parte mia c’è la massima disponibilità. L’aver aperto le porte a tutti sta creando quel sostrato di serenità che farà bene a tutti. Dobbiamo continuare così.

Bramati Luca Lucia

Bramati e il progetto Valcar: «Abbiamo grandi ambizioni»

26.08.2021
4 min
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«Ma da chi avete saputo la notizia?». Luca Bramati, intento a gestire il suo stand Trinx nel villaggio dei Mondiali Mtb in Val di Sole, accoglie in maniera un po’ inattesa le domande sul suo nuovo incarico alla Valcar. La formazione dedita al ciclismo su strada, che sta facendo molto bene pur non essendo tra le squadre WorldTour, differenzierà il suo impegno nel 2022 aprendo una nuova sezione dedicata al ciclocross e toccherà al medagliato mondiale il compito di gestirla, ma soprattutto di dare vita a un nuovo progetto, molto ambizioso.

«Con Valentino Villa ci conosciamo praticamente da sempre – afferma il team manager bergamasco – il primo anno hanno anche usato le bici con il mio marchio. Durante l’estate mi ha proposto l’idea di allargare l’impegno societario anche al ciclocross, ma aveva bisogno di qualcuno che gestisse la squadra nella sua completezza, per permettergli di avere un po’ di riposo prima che riprenda l’attività su strada. Saremo due entità separate, anche se Arzuffi e Persico svolgeranno entrambe le attività».

Arzuffi 2021
Alice Maria Arzuffi, dopo una buona stagione su strada punta a un grande inverno
Arzuffi 2021
Alice Maria Arzuffi, dopo una buona stagione su strada punta a un grande inverno

Un po’ di strada per Lucia

Il gruppo è composto da 4 ragazze: con Alice Maria Arzuffi e Silvia Persico che erano già nel team su strada affluiscono Eva Lechner e Lucia Bramati (nella foto di apertura di qualche anno fa con il papà) provenienti dalla Trinx: «In questo modo sarà più semplice gestire la squadra: nell’ultima stagione di ciclocross Eva e Lucia correvano con un team professionistico belga, ma quella realtà è troppo diversa dalla nostra, lì le atlete sono solo numeri, noi siamo abituati a seguirle di più, a coccolarle. Poi continueranno la loro stagione nella Mtb sempre con il marchio Trinx».

Questo cambiamento ha in sé i prodromi di un passaggio della talentuosa Lucia alla strada? Bramati ci pensa un po’, poi ammette: «Finora ha fatto una sola gara su strada, ai Campionati Italiani allieve finendo ventesima senza avere alcuna esperienza. E’ stata una mia scelta, avevo troppa paura. Ora che sta crescendo vedo che ha la testa giusta e proverà anche la strada, ma intendo farle fare gare dove c’è molta salita, perché sono convinto che è lì che può emergere».

Persico 2021
Da Silvia Persico ci si attende molto nel ciclocross, le possibilità ci sono tutte
Persico 2021
Da Silvia Persico ci si attende molto nel ciclocross, le possibilità ci sono tutte

Squadra pro’ all’italiana…

Luca parlava di un’esperienza belga conclusa non positivamente, ma che ha comunque lasciato qualcosa, soprattutto in termini di idee. Il progetto Valcar non è solo un team di 4 ragazze, ma qualcosa che va al di là e che deve tendere alla costruzione di un team professionistico: «Io sono convinto che possiamo crearlo anche nella nostra realtà, ma alle nostre condizioni. Significa che non ci sono solo io e 4 ragazze, ma c’è una struttura dietro: due meccanici belgi deputati alle gare all’estero, due per le prove italiane che saranno impiegati anche di rinforzo nelle principali trasferte, un massaggiatore fisso, addirittura un bus parcheggiato in Belgio che ci servirà per le prove internazionali. Vogliamo fare le cose per bene e anche per questo abbiamo deciso di coinvolgere solo 4 ragazze per ora, per seguirle al 100%».

L’inizio della stagione è alle porte, Bramati ha già preparato la trasferta negli Usa per le prime prove di Coppa del mondo: «Andremo per raccogliere subito un po’ di punti, poi il resto della stagione sarà tutto da costruire. Parliamoci chiaro: il calendario così concepito è assurdo, con 17 prove di Coppa, gli altri circuiti internazionali, tantissime gare italiane, ci sono mille sovrapposizioni e dovremo fare delle scelte. E’ stata, quella dell’Uci, una scelta disastrosa perché non abbiamo ingaggi, seguire il calendario è molto dispendioso. Vedremo come andranno le prime prove e poi faremo i nostri conti».

Lechner 2021
Eva Lechner, dopo il 25° posto a Tokyo in Mtb, prepara il Mondiale in Val di Sole in programma sabato
Lechner 2021
Eva Lechner, dopo il 25° posto a Tokyo in Mtb, prepara il Mondiale in Val di Sole in programma sabato

Cannondale nel cross

Le ragazze svolgeranno comunque tutta la stagione ciclocrossistica per poi separarsi per i rispettivi destini, esattamente come faranno ora, ricongiungendosi per la trasferta americana: «Arzuffi e Persico hanno staccato un po’ per recuperare man hanno ancora degli impegni su strada, lo stesso dicasi per la Lechner, che dopo Tokyo ha mollato un po’ saltando gli Europei di Mtb, ora è qui in Val di Sole per i Mondiali con una condizione tutto sommato buona, vedremo che cosa potrà fare. Poi si comincerà a pensare al ciclocross».

Il percorso della Valcar è in divenire, in questi giorni dovrebbe arrivare l’abbigliamento, intanto Luca Bramati tiene a sottolineare un importante aspetto tecnico, lavorando di fatto per due team: «Con la Valcar utilizzemo bici Cannondale, la Trinx non è interessata al ciclocross quindi con essa andrò avanti per la Mtb. Anche questo conferma che si tratta di due realtà distinte». Messaggio ricevuto, ora la parola passa ai prati…

Alice Maria Arzuffi, Lecce 2021

Arzuffi scatena la carica delle ragazze

10.01.2021
4 min
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Il tifoso a bordo strada dice che si vede l’effetto delle gare in Belgio, mentre Alice Maria Arzuffi con la maglia delle Fiamme Oro sfiora il paletto di legno e rilancia l’andatura verso la conquista del campionato italiano. Alle sue spalle, snocciolate come grani di un rosario molto infangato nel pomeriggio di Lecce, Francesca Baroni e Lucia Bramati avanzano verso le rispettive maglie tricolori, delle under 23 e delle junior. Il fatto che abbia smesso di piovere dal mattino sta asciugando il terreno, che è rimasto pesante, ma si è fatto meno scivoloso.

«Non era il mio percorso – dice Arzuffi – ma visto che ho vinto, forse un po’ lo era lo stesso. Non era più così veloce dopo la pioggia della notte, per cui sono partita subito a tutta e ho fatto il ritmo alto».

Francesca Baroni, Alessandro Guerciotti, Lecce 2021
Francesca Baroni recupera le forze accanto ad Alessandro Guerciotti
Francesca Baroni, Alessandro Guerciotti, Lecce 2021
Francesca Baroni con patron Guerciotti

Effetto Belgio

Il Belgio si è visto davvero, però, nella sicurezza e nella leggerezza con cui la campionessa italiana è venuta fuori da ciascuna delle mille curve di un percorso disegnato, come disse Bartoli giorni fa, all’italiana. 

«Quest’anno – die Alice – sono partita più piano per ritrovarmi la condizione avanti nella stagione. Nell’ultimo periodo invece ho corso tanto e dopo una settimana di scarico sono arrivata qui fresca e con tanta fiducia. Adesso ho davanti due settimane di allenamento per il mondiale e poi sarà il momento di dedicarmi alla strada. Rimettere la maglia della Valcar sarà come tornare a casa, perché sono stata con loro fino a due anni fa. Conosco Valentino Villa, il presidente, e Arzeni è da sempre il mio allenatore. Voglio fare una bella stagione anche su strada, per togliermi le soddisfazioni giuste».

La forza di Francesca

Francesca Baroni seduta nel prato accanto ad Alessandro Guerciotti scioglie i capelli e si sistema per la premiazione. La toscana ha fatto gara parallela con Gaia Realini, poi di colpo nel tratto rettilineo in cui si faceva differenza con la potenza ha piazzato un allungo micidiale che ha piegato la piccola abruzzese.

«Non ho fatto niente di che – dice – ho accelerato un po’ e lei si è staccata».

Poi cerca la mamma per mollarle la borraccia, il casco e tutto quello che le ha permesso di arrivare al successo, ma ora non serve per salire sul podio e raccogliere gli applausi. E poi, una volta vestita di bianco, rosso e verde, la foto con Vito Di Tano è la conferma del tanto bel lavoro svolto finora.

Luca e Lucia Bramati, Lecce 2021
Luca e Lucia Bramati, per entrambi la vittoria ha doppio valore ricordando la mamma e la nonna scomparsa
Luca e Lucia Bramati, Lecce 2021
Luca e Lucia Bramati, una vittoria che scuote

Il cuore di Lucia

E poi c’è Lucia, che sorride, ma dentro deve avere un mare niente affatto placido. La famiglia Bramati e il resto della squadra sono partiti da Bergamo dopo il funerale di nonna Maria Teresa, mamma di Luca e nonna di Lucia.

«Non è stato facile correre con questo stato d’animo – racconta lei – né farsi trovare pronta quando tutti se lo aspettano».

Luca invece, con la commozione nel tono di voce, dice che sua mamma stava benissimo e se l’è portata via il Covid.

«Aveva 79 anni e stava benissimo – dice – prima di ammalarsi veniva in negozio da me con l’auto cabrio».

Il cielo schiarisce, non restano che gli elite uomini e poi su Lecce scenderà il silenzio. Ad ora, al netto di un percorso atipico rispetto agli standard internazionali, tutto ha funzionato alla perfezione. Legittima la soddisfazione degli organizzatori e quel sentore di festa che affiora quando ci si rende conto che il porto di arrivo è finalmente in vista.

Podio donne junior, coppa del mondo Tabor, 2020, Backstedt, Lucia Bramati

Lucia terza: «Un podio per mio padre»

29.11.2020
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Quello di Lucia Bramati è in chiave femminile il risultato più fulgido della giornata azzurra Tabor. Il suo podio finale ha un sapore dolcissimo. Non è solo la conferma del suo valore, ma ha anche un sapore di rivalsa verso chi non ha condiviso alcune sue scelte. O per meglio dire le scelte del suo papà Luca, che guida anche la sua squadra e che finora ha preferito farle svolgere maggiore attività all’estero, con una sola apparizione al Giro d’Italia Ciclocross. Nell’occasione di Coppa però il cittì Scotti l’ha chiamata in nazionale e la lombarda ha risposto da par suo, con un terzo posto di grande valore.

Luca Bramati, Tabor 2020, Coppa del mondo
Luca Bramati, terza, subito dopo l’arrivo di Tabor
Luca Bramati, Tabor 2020, Coppa del mondo
Luca Bramati dopo l’arrivo di Tabor

Il tempo per crescere

Un terzo posto mai in discussione, anzi a metà gara la minaccia maggiore veniva da un’altra azzurra, Beatrice Fontana, primo anno di categoria, poi leggermente in calo, ma alla fine comunque settima. Davanti la vittoria era affare privato di un’altra figlia d’arte, Zoe Backstedt, figlia di quel Magnus trionfatore a sorpresa della Parigi-Roubaix 2004. Proprio in quell’anno nasceva Zoe, che ha la nazionalità britannica e non svedese come il padre, che si era spostato per motivi lavorativi nella terra albionica. La Backstedt ha chiuso con 11” sulla lussemburghese Marie Schreiber. La Bramati le ha perse di vista solo nella fase finale finendo a 1’05”, ma tenendo a debita distanza le francesi Olivia Onesti e Line Burquier, considerate alla vigilia più forti della nostra. Mancavano belghe e olandesi, ma questo è un discorso che Luca non vuol sentire.

«Lucia le conosce bene, quelle che l’hanno preceduta, sono due fuoriclasse che ha già incontrato in Belgio e le altre, anche le olandesi, arrivano dietro. A Lucia manca… lo sviluppo legato all’età. Hanno fisici più formati e guadagnano su asfalto e dove conta spingere. Anche oggi è stato così, ma è normale per ora».

Lorenzo Masciarelli (foto Carla Garofalo)
Lorenzo Masciarelli (foto Carla Garofalo)
Lorenzo Masciarelli (foto Carla Garofalo)
Lorenzo Masciarelli (foto Carla Garofalo)

Masciarelli, quasi…

Si ha un bel dire che la prima di Coppa del mondo a Tabor (Cze) aveva nelle categorie giovanili un senso relativo, per l’assenza di Belgio e Olanda. Quando i risultati arrivano, è un’iniezione di fiducia per tutti. D’altronde Lorenzo Masciarelli (in apertura nella foto di Carla Garofalo) belgi e olandesi li conosce bene, ci corre praticamente ogni settimana. Il fatto che a Tabor sia arrivato secondo fra gli junior, a 7” dal padrone di casa Matej Stransky, ha un grande valore.

«Lorenzo poteva anche vincere, è partito indietro – riprende Luca Bramati – inizialmente è rimasto nel gruppo di testa, poi dopo metà gara la spinta del danese Gustav Wang, che faceva un po’ da pilota, si è esaurita e l’azzurro è rimasto sempre a tiro di Stransky, trovatosi da solo in testa. Io dico che lo poteva prendere…».

Profumo d’azzurro

La giornata azzurra fra gli junior poteva essere ancora più… azzurra, ma onestamente a Matteo Siffredi non si può rimproverare nulla, se non la pessima partenza. L’azzurro, che concilia al meglio ciclocross e Mtb, ha raggiunto e superato Wang nel penultimo giro e ha chiuso ai piedi del podio a 27”. Ottima prova anche per Flippo Agostinacchio, ultimo entrato nella squadra azzurra, 8° a 51”. E’ vero, belgi e olandesi non c’erano, ma per il resto erano tutti presenti, britannici e francesi, tutti battuti dagli azzurri, pronti a ripetersi anche nella prossima occasione: sarà il 20 dicembre a Namur (BEL) e allora sì che se ne vedranno delle belle…