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La corsa, il bus, idee e racconti. La Eolo secondo Basso

19.10.2022
6 min
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Gli manca solo di mangiarsi le unghie. Assistere Ivan Basso mentre segue i suoi ragazzi dal bus della squadra è un’esperienza intensa. Il coinvolgimento dell’ex maglia rosa, ora team manager della  Eolo-Kometa, è contagioso.

Ivan si alza, si risiede. Sul monitor indica i suoi ragazzi: dove sono e dove dovrebbero essere. Cosa può fare quel corridore e cosa può fare un altro. E ancora, cosa gli sta dicendo Zanatta, il diesse in ammiraglia, per radio. La cosa bella è che una manciata di secondi dopo le sue frasi, le maglie della Eolo-Kometa si vanno a posizionare esattamente dove aveva detto lui.

E’ uno spaccato del ciclismo moderno, del ciclismo vissuto da dentro. Per la cronaca la corsa in questione è la Veneto Classic.

Per Basso, Gavazzi è un pro’ esemplare. Guardando la tv diceva come Francesco stesse sempre nelle posizioni buone
Per Basso, Gavazzi è un pro’ esemplare. Guardando la tv diceva come Francesco stesse sempre nelle posizioni buone

Già nel 2023

Con Basso si è parlato a tutto tondo del team, dei suoi ragazzi, del movimento italiano, dell’impegno di Eolo e di Luca Spada, vero appassionato in prima persona. Giusto oggi a Jesolo, termina il ritiro della squadra celeste. E’ il primo del 2023 se vogliamo. A raccolta i 14 atleti confermati più i sei (forse sette) in arrivo. Programmi, colloqui, il punto con lo staff, test… 

«E poi – dice Basso – ci sarà il rompete le righe. Una ventina di giorni di riposo assoluto. Ci serviva. E’ stata una stagione lunga. Siamo partiti bene, poi nel mezzo, soprattutto al Giro d’Italia, è mancato qualcosa. E di nuovo abbiamo finito bene.

«Al Giro dopo un buon inizio ho visto diverse cose che non mi sono piaciute, atteggiamenti sbagliati. Ma forse ho sbagliato anche io. Continuavo a chiedere ai ragazzi cose che non avevano nelle loro gambe. Per esempio un giorno in fuga c’era Fortunato, ma non c’era nessun altro a dargli manforte. Mi sono arrabbiato, ma a mente fredda capisco che non era facile».

Zanatta appena sceso dall’ammiraglia alla Veneto Classic con Luca Spada
Zanatta appena sceso dall’ammiraglia alla Veneto Classic con Spada

Da Lonardi a Piganzoli

La Eolo-Kometa era partita alla grande: prima corsa, prima vittoria. La firma era stata di Lonardi, il quale però si è un po’ perso a partire dalla primavera. «Da “Lona” ci aspettiamo molto. E’ un ragazzo che ha buone gambe e un grande potenziale. Sarà con noi anche per il prossimo anno».

E poi c’è il capitolo Albanese al quale Ivan tiene tantissimo. Quante volte gli ha tirato le orecchie. «Alba può vincere molto di più. Si è disabituato a vincere. In estate è tornato al successo e spesso è stato davanti». 

Ma Basso non è tipo da crogiolarsi sul passato. Lui guarda avanti. Ha un pragmatismo che non ci si aspetta da un team manager così giovane. Ricorda quando per due anni, per imparare, si mise al seguito della Trek-Segafredo, ricoprendo tutti i ruoli, viaggiando nei pulmini coi massaggiatori… ufficialmente era assistente di Guercilena. Una sorta di “master fai da te”. Non sta fermo. Tira dritto per la sua strada. Gli sponsor li ha trovati lui. Ha una voglia matta di crescere.

«La cosa più bella – ribadisce Ivan – è stata quella di essere riusciti a tenere Piganzoli e Tercero. Portare in prima squadra i frutti del nostro vivaio. E posso assicurarvi che non è stata cosa da poco. Su ognuno di loro c’erano almeno dieci squadre WorldTour. Non volevo che andasse come è successo con Mas, Oldani, Carlos Rodriguez e Juan Pedro Lopez.

«Nel giorni scorsi con Piga ho parlato. E’ un talento. Il futuro è tutto nelle sue mani. Campione italiano a crono, nei primi dieci al Giro baby, nei primi cinque all’Avenir. Gli ho detto: “Da adesso in poi per i prossimi 15 anni qualsiasi cosa fai, la devi fare in funzione della bici”».

La Eolo-Kometa in fila. La squadra italo spagnola quest’anno ha portato a casa tre vittorie
La Eolo-Kometa in fila. La squadra italo spagnola quest’anno ha portato a casa tre vittorie

Squadre italiane…

E questo discorso di Piganzoli e Tercero si lega anche ad un altro tema toccato con Basso, i giovani italiani e la presenza di una squadra WorldTour nel Belpaese. La sua analisi è profonda e a tutto tondo. 

«Un po’ mi viene da ridere – prosegue Basso – ogni anno in questo periodo viene fuori il discorso della mancanza delle squadre e dei giovani italiani. A primavera quello della sicurezza. Non credo che i giovani non ci siano, credo che vanno trovati e aiutati ad emergere. Ma non solo nel ciclismo. Un articolo del Corriere della Sera diceva come in Slovenia le ore di educazione fisica a scuola sono molte di più che da noi. E soprattutto sono di qualità. I ragazzi provano molti sport. Poi tra i 13-15 anni scelgono quelli in cui vanno meglio o li appassionano di più. Da noi sono ancora lì a girare le braccia.

«Manca una squadra WorldTour, okay… ma invece di parlare e criticare venite a venire come si lavora in un team, cosa serve, quali difficoltà ci sono. Per iniziare servono 80 milioni di euro garantiti per quattro anni, 20 a stagione… per fare una squadra discreta. Non è una cosa facile.

«Quando c’è una fuga, ti capita di vedere un atleta di una squadra come la nostra che con il suo stipendio base dell’Uci percepisce una paga anche 400 volte inferiore ad un campione di una WorldTour… Bisogna fare queste valutazioni prima di parlare. In certe situazioni sappiamo che al massimo possiamo puntare ad un piazzamento. Era dal 2018 che un corridore di una professional non vinceva una tappa al Giro. Ci è riuscito lo scorso anno Fortunato».

Ivan Basso con Luca Spada. I due hanno raccontato che il loro “ufficio” migliore è la bici. E’ lì che nascono le migliori idee
Ivan Basso (a sinistra) con Luca Spada. I due hanno raccontato che il loro “ufficio” migliore è la bici. E’ lì che nascono le migliori idee

Effetto Spada

Voglia di fare, di crescere, ma di non fare il passo più lungo della gamba. Entusiasmo e pragmatismo. Luca Spada, il presidente di Eolo, è una spinta ulteriore per il team. Lui è un imprenditore. Le sue sfide le vince con lavoro e determinazione, ma soprattutto con la capacità… Capacità di vederci lungo anche nei momenti più tosti.

«Le cose – racconta Basso – nel 2020 non andavano bene con l’avvento del Covid. L’allora Kometa aveva all’epoca un accordo con Eolo per l’anno successivo. Un giorno andai da Luca e gli dissi: “Luca servirebbe un’impegno maggiore del previsto”. Lui mi guarda e mi fa: “Quanto maggiore?”. “Dieci volte tanto”. Mi guarda, fa una pausa: “Okay, partiamo”».

Spada, al nostro fianco, al racconto di questo ricordo, sorride con soddisfazione. I progetti da portare avanti non mancano. Il prossimo è quello di Dinamo, il brand d’integratori naturali di altissima qualità che sta lanciando e di altre attività esclusive legate al ciclismo. Chissà, magari un giorno la squadra si chiamerà così…

Dinamo, l’incontro con il pubblico porta interesse e nuove idee

23.09.2022
4 min
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Fra gli incontri di Italian Bike Festival, quello con gli amici di Dinamo, che bici.PRO ha tenuto a battesimo sin dal suo lancio, è stato uno dei più coinvolgenti, per l’entusiasmo palesato da Tiziana Ardo e il suo team. Per l’amministratrice della società varesina, l’evento di Misano è stato la prima occasione per entrare in contatto con il suo pubblico e toccare con mano il modo in cui i prodotti e la filosofia che li genera sono stati accolti.

«Sono molto contenta – racconta – c’è stato un bel passaggio di gente. Tutti quelli cui abbiamo raccontato il nostro modo di vedere le cose e come lavoriamo sono sembrati davvero interessati. Tanti ci hanno fatto i complimenti, perché non ci conoscevano. Con alcuni invece mi sono divertita a fare un test».

Che tipo di test?

Chiedevo se quando comprano un qualsiasi prodotto e in questo caso un integratore, leggono mai gli ingredienti. E la risposta che ottenevo era sempre stata un no. E così cominciavo a spiegare loro il rischio di assumere prodotti troppo condizionati dalla chimica o che comunque non agevolano il recupero. Vedevo che dopo la Gran Fondo, tanti bevevano la Coca Cola che veniva distribuita. Ma quella non è un prodotto per il post attività. La gente dovrebbe informarsi su quello che prende, assumere prodotti che aiutino a smaltire le tossine.

Il nome inizia a diffondersi?

Diciamo che nel mondo bike siamo arrivati da poco, mentre in parallelo abbiamo avuto uno stand al Tor de Geants, la celebre corsa a piedi in alta montagna, dove ci conoscevano in tanti. In compenso ho notato un bel passaggio dal mondo della mountain bike e tanti genitori in cerca di prodotti per i figli che stanno entrando nell’agonismo. I prodotti giusti fanno bene anche per la crescita. Così tante mamme e tanti papà sono venuti a chiedere e poi sono tornati per comprare. E francamente questo è un fronte cui non avevo ancora pensato e su cui si può ragionare. Quelli che sono tornati sono stati molto utili da ascoltare.

Il mondo della mountain bike ha mostrato un interesse inatteso (foto Dinamo)
Il mondo della mountain bike ha mostrato un interesse inatteso (foto Dinamo)
Cosa avevano da dire?

Hanno portato i loro feedback. E’ chiaro che un utilizzo di due giorni non è sufficiente per capire un prodotto, ma sentire che non hanno avuto problemi di digestione neppure con i sali, nonostante le alte temperature di quei giorni e le borracce che si scaldano, mi ha fatto molto piacere.

Corsa in montagna, mountain bike…

Un’assonanza interessante, due discipline che si svolgono nella natura. Su strada abbiamo il Team Eolo-Kometa, nella mountain bike abbiamo preso come ambassador Massimo Berlusconi, tricolore senior della marathon a luglio. In genere si sono avvicinati a noi gli amanti degli sport di endurance.

Luca Spada ha partecipato alla gran fondo della domenica a IBF, “battezzata” da un acquazzone
Luca Spada ha partecipato alla gran fondo di IBF, “battezzata” da un acquazzone
Quindi un’esperienza positiva?

Decisamente molto. Sarà il verde del nostro stand che parla di natura, sarà la curiosità, mi è piaciuto molto l’andare e venire di gente che chiedeva ed è rimasta tutto il tempo ad ascoltare. L’Italian Bike Festival è stato proprio una bella esperienza.

Dinamo affida a LDL COMeta la propria comunicazione

12.09.2022
4 min
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In questi ultimi mesi abbiamo avuto modo di conoscere in maniera approfondita il marchio di integratori naturali Dinamo. Prima attraverso le parole dei fondatori Luca Spada e Tiziana Ardo. Grazie a loro abbiamo potuto conoscere quella che è la filosofia alla base del loro progetto, ben riassunta nello slogan: “Creiamo integratori con quello che la natura offre”. Successivamente ci siamo concentrati su una serie di approfondimenti redazionali. Abbiamo così presentato i prodotti che compongono l’intera offerta di integratori Dinamo e i benefici che ciascuno di essi è in grado di garantire.

Abbiamo avuto modo di vedere come ciascun prodotto Dinamo sia finalizzato a garantire benessere alle persone, in particolare a quanti praticano sport di endurance. Tutto questo viene raggiunto attraverso l’utilizzo di materie prime selezionate, studiando processi di lavorazione che mirano ad avere il minor impatto possibile sulle qualità degli ingredienti utilizzati.

I quattro gel by Dinamo a disposizione della Eolo Kometa
I quattro gel by Dinamo a disposizione della Eolo Kometa

L’importanza delle comunicazione

La filosofia alla base di Dinamo deve essere comunicata in maniera corretta ed efficace. Così si è deciso di affidare l’attività di comunicazione a LDL COMeta. Stiamo parlando di un’agenzia che da inizio anni 2000 ha coltivato una forte esperienza nella realizzazione di progetti di ufficio stampa nel mondo outdoor, e più recentemente di social media management. L’obiettivo dichiarato da Dinamo e LDL COMeta è quello di sostenere la crescita del brand nelle discipline sportive di resistenza. Allo stesso tempo si vogliono sviluppare progetti di engagement con il pubblico in target con la proposta Dinamo.

Luca Spada ha voluto così commentare la scelta di affidare la comunicazione Dinamo a LDLCOMeta: «Siamo un brand giovane, ma che ha un know-how importante nello sviluppo di prodotti, sia per l’articolato pianeta dello sport che più in generale per chi cerca il benessere del proprio stato di salute. Per posizionare il nostro brand nel comparto nazionale delle discipline endurance abbiamo scelto di affidarci all’esperienza ventennale di una struttura come LDL COMeta. L’agenzia è riconosciuta come un punto di riferimento nelle nostre aree target».

Da destra a sinistra: Basso, Spada (CEO di Eolo) e Contador pedalano insieme in maglia Eolo-Kometa
Da destra a sinistra: Basso, Spada (CEO di Eolo) e Contador pedalano insieme in maglia Eolo-Kometa

DNA sportivo

Nella scelta da parte di Dinamo di affidare la propria comunicazione a LDLCOMeta un ruolo importante l’ha avuto il DNA sportivo che da sempre contraddistingue il gruppo di lavoro guidato da Carlo Brena, giornalista sportivo e fondatore dell’agenzia.

Molti dei ragazzi che lavorano all’interno di LDL COMeta sono infatti degli sportivi praticanti. Si tratta di un aspetto da non trascurare in quanto garanzia di condivisione delle passioni e delle aspettative di ciascun cliente.

Basata a Bergamo con un team di oltre quattordici persone, tra ufficio stampa e social media manager, LDLCOMeta accoglie DINAMO con grande entusiasmo. Ne è conferma la seguente dichiarazione rilasciata dallo stesso Carlo Brena.

«Una proposta che si integra perfettamente nel nostro bouquet di aziende – ha detto – brand, eventi e destinazioni che ruotano intorno al mondo outdoor e, più in particolare, degli sport di resistenza e questo conferma il successo della nostra scelta: da sempre vogliamo mantenere un focus in una comparto verticale come le discipline endurance che ci consentono di sviluppare sinergie tra i nostri partner».

Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo hanno visitato il Giro nel weekend fra Napoli e il Blockhaus
Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo hanno visitato il Giro nel weekend fra Napoli e il Blockhaus

Dal Giro a IBF

Ricordiamo che il debutto nel grande ciclismo da parte di Dinamo è avvenuto a maggio in occasione del Giro d’Italia, quando il marchio ha fatto la sua comparsa sulla maglia del team Eolo-Kometa (ricordiamo che Luca Spada è CEO di Eolo, ndr). L’incontro con il grande pubblico è avvenuto lo scorso fine settimana a Misano in occasione di Italian Bike Festival, dove l’azienda era presente con un proprio spazio espositivo.

Dinamo

LDLCometa

Agnoli, un giorno a Malta fra campioni, ministri e ambasciatori

30.08.2022
6 min
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C’è Basso, volato a Malta per girare dei video. C’è Agnoli, che sull’isola ha la residenza ed è il referente per quanto riguarda il cicloturismo. Poi ci sono Clayton Bartolo, Ministro del Turismo, e Fabrizio Romano, Ambasciatore italiano a Malta. Approfittando della presenza di Ivan, Valerio ha organizzato un’uscita in bicicletta che li coinvolga tutti. Appuntamento per il 19 agosto. Qualcosa a metà fra l’occasione per stare insieme e l’opportunità di rinforzare il canale fra Italia e Malta. E’ tutto pronto, quando Basso lo chiama e gli mostra il messaggio appena ricevuto da Luca Spada, il signor Eolo.

L’idea di partenza di Agnoli era di far uscire in bici l’Ambasciatore Romano e il Ministro Bartolo (foto Ivan Sommonte)
L’idea di partenza di Agnoli era di far uscire in bici l’Ambasciatore Romano e il Ministro Bartolo (foto Ivan Sommonte)

Barca più gravel

Spada è uomo di sport e montagna, ma ama il mare. Le foto sul suo profilo Facebook lo ritraggono in navigazione nel Mediterraneo. E quando Basso scopre la sua rotta, si rende conto che anche Spada sta per approdare a Malta. Del tutto casualmente. E siccome la bici ce l’ha sempre dietro, è un attimo coinvolgerlo nell’uscita del gruppo di Agnoli. Che adesso sorride e racconta.

«Basso era sceso a Malta – spiega Agnoli – per realizzare i video che saranno pubblicati sui social di Visit Malta. Ormai ho il mio staff e così avevo portato giù Ivan Sommonte, cameraman e fotografo con cui lavoro da tempo. Si vedrà Ivan pedalare sulle strade di Malta e Gozo, mostrando le bellezze paesaggistiche. Io mi ero già attivato per organizzare un giretto con il Ministro e l’Ambasciatore italiano, ma quando abbiamo scoperto che sarebbe arrivato anche Spada, ho pensato che sarebbe stato bello coinvolgere anche lui. Potrebbe sembrare tutto programmato, in realtà è stato tutto per caso. Così ci siamo visti e abbiamo fatto il classico giro-caffè…».

Appuntamento all’alba

Il ministro lo incontrammo a Budapest quando al via del Giro svelò l’accordo con la Eolo-Kometa, veicolo per far conoscere il cicloturismo a Malta. L’Ambasciatore italiano sull’isola è Fabrizio Romano, un curriculum di tutto rispetto e incarichi in aree ben più… calde de La Valletta.

«Il Ministro – racconta Agnoli – è partito in mountain bike da casa sua e in tutto si è fatto 53 chilometri. Va spesso in bici, fra un impegno e l’altro. Anche io per parlarci devo sperare di trovare un varco. Ci seguivano una scorta del ministero e una dell’ambasciata. A Malta si esce presto, intorno alle 6,30. Un po’ per il caldo e un po’ perché il Ministro alle 8,30 deve essere in ufficio. Però quando l’ho visto arrivare con la maglia della squadra, mi sono emozionato (sorride, ndr). Appuntamento a Marina di Portomaso, una delle zone più turistiche, e arrivo a Barrakka, dove ha sede il Ministero. Quindi ci siamo presi un caffè e con Spada abbiamo riaccompagnato il Ministro fino a casa. Poi Luca ha continuato il suo giro».

Il ciclismo al centro

Agnoli ha il sorriso sornione di chi la sa lunga. Del resto dopo aver chiuso la carriera ha seguito un corso di sport, marketing e sponsorship alla Bocconi e si è buttato nel lavoro. Prima con la Ferrari, poi con Med-Ex e ora con Visit Malta.

«In questo contratto che mi lega a Malta – spiega – io sono il responsabile per il Governo della sponsorizzazione con il team e tutto ciò che è la divulgazione bike a Malta e fuori. La mia esperienza dice che è importante avere attivazioni nel luogo in cui avviene la sponsorizzazione e vedere una risposta così bella a Malta mi fa pensare di aver seminato bene».

Il gruppo in posa a Barakka, nel cuore de La Valletta, poco prima della sosta caffè (foto Ivan Sommonte)
Il gruppo in posa a Barakka, nel cuore de La Valletta, poco prima della sosta caffè (foto Ivan Sommonte)

Dal calcio alla bici

Così fra i discorsi del gruppo che se ne andava verso La Valletta, si è parlato anche di lavoro. Sia pure con il modo filtrato e informale di quando in bici si fanno discorsi seri con la leggerezza del piacere di farli.

«Il mercato primario di Malta è l’Italia – spiega ancora Agnoli – e creare questo tipo di interazione risponde a quello che ho studiato alla Bocconi, in cui ci hanno insegnato che per raggiungere un obiettivo bisogna essere capaci anche di trovare diversi canali di comunicazione, che abbiano però al centro l’obiettivo che si vuole raggiungere. La sola sponsorizzazione di Visit Malta finora era stato il Manchester United, ora si lavora sul ciclismo. Abbiamo individuato alcuni corridori che permetteranno di far crescere il movimento ciclistico sull’isola. La squadra sta diventando una sorta di catalizzatore. Già durante il Giro del 2021, mi era capitato di seguire delle tappe assieme al Ministro per spiegargli di cosa stessi parlando. Quest’anno non hanno perso una tappa. E se non capivano qualcosa, mi mandavano gli screenshot perché gli spiegassi cosa stesse succedendo. Non pensavo che la… malattia della bici attecchisse così presto anche qui».

Così il Ministro su Instagram: Questa mattina ho fatto un bel giro in bici insieme al mio amico Valerio Agnoli.
Così il Ministro su Instagram: Questa mattina ho fatto un bel giro in bici insieme al mio amico Valerio Agnoli.

Il giorno di Albanese

E siccome la fortuna aiuta gli audaci, proprio nei giorni in cui a Malta si sono ritrovati tutti insieme, dalla Francia è arrivata la notizia della vittoria di Vincenzo Albanese.

«Ivan era super contento – racconta Agnoli – era il penultimo giorno che erano giù e la sera stessa ho portato al Ministro la foto della vittoria incorniciata. Ma soprattutto mi interessa che Clayton Bartolo e Spada si siano parlati, dato che Luca a Budapest non c’era. Pedalando e durante la pausa caffè hanno parlato del ruolo di Eolo nel ciclismo e sentendolo parlare, il Ministro ha avuto conferma di aver fatto bene a investire. E così andiamo avanti. Ora il progetto potrebbe essere di portare la Eolo-Kometa a novembre per un primo ritiro. Ci stiamo lavorando. E insieme alla squadra si potrebbe organizzare un meeting che coinvolga altri soggetti. Ma è presto per dare i dettagli, è ancora tutto in fase di definizione».

Tanti carboidrati e non si sciolgono: Rivi e le barrette Dinamo

06.07.2022
3 min
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Samuele Rivi è uno dei tester dei prodotti Dinamo alla Eolo-Kometa e in quanto tale continua a usarli con un occhio a parte, per offrire i necessari feedback nella messa a punto.

«Utilizziamo tanto le barrette naturali – conferma dopo aver fatto mente locale – soprattutto quelle di cacao e datteri e quelle albicocca e uvetta. Sia a casa per allenarci, sia in corsa. In questi ultimi tempi abbiamo provato anche altri prodotti per offrire i nostri report».

Un’altra consistenza

Il corridore trentino, che dopo i campionati italiani si è fermato per recuperare un po’ di forze, accetta di parlare di queste barrette totalmente naturali, come ha raccontato Luca Spada, titolare assieme a sua moglie Tiziana Ardo del marchio Dinamo.

«Se parliamo di barrette – dice Rivi – cambia proprio il prodotto di base. Una volta ricordo che andavano forte quelle all’albicocca, che però sono sparite dal mercato. Ora invece si punta su barrette più proteiche e… cioccolatose. A differenza di queste, le barrette Dinamo sono gustose e anche di qualità. Non c’è rischio che si sciolgano in tasca e questo in una stagione calda come adesso fa la differenza. Hanno una buona quantità di carboidrati, un fattore che ultimamente si guarda molto più di quanto accadesse un tempo. Si considerano ormai tutti i parametri introdotti dalla Jumbo Visma e un’alimentazione che dia fino a 110 grammi di carboidrati l’ora è considerata soddisfacente. Io non ho mai avuto problemi».

Al Giro d’Italia, Rivi fra gli animatori delle prime fughe in Ungheria
Al Giro d’Italia, Rivi fra gli animatori delle prime fughe in Ungheria

Un catalogo su misura

Le barrette Dinamo sono completamente artigianali e senza conservanti, emulsionanti né zuccheri aggiunti. Sono adatte anche a diete vegane e prive di lattosio. Ce ne sono di due tipi. Una con fave di cacao e datteri, l’altra a base di albicocca e uvetta. Le prime sono dei super-food, le altre sono più ricche di potassio, ma con meno potere antiossidante.

«Queste barrette – prosegue Rivi – strizzano totalmente l’occhio all’ambiente e non contengono conservanti. Si masticano bene e sono gustose. Quella con datteri e cacao è buona e richiama il gusto della cioccolata. Il catalogo Dinamo è certamente qualcosa di particolare nel mondo del ciclismo. Abbiamo a disposizione tutto, per cui ognuno di noi in base alle sue esigenze e alla sua storia attinge per quello di cui ha bisogno. So che sulla base delle nostre indicazioni, è anche possibile realizzare dei prodotti su misura e questa forse è la parte più interessante assieme all’uso di ingredienti 100 per cento naturali».

Nasce Dinamo Nutrition: zero chimica, tutta salute. E non solo…

17.05.2022
7 min
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La prima sensazione nel vedere Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo che parlano di lavoro (in apertura con Valerio Agnoli, di spalle) è di grande complicità. Li incontriamo dopo l’arrivo di Napoli, nel grande hotel di Caserta che ospita la Eolo-Kometa e altre sei squadre. Accanto al portone di ingresso e ai mezzi della squadra varesina, un truck cucina nuovo di zecca richiama l’attenzione per il colore diverso da tutti gli altri e la scritta Dinamo stilizzata.

E’ proprio questo il motivo della visita. Il lancio da parte dei signori Eolo di un progetto che debutta con la nutrizione e poi si spingerà verso orizzonti più ampi. Con Luca Spada, 49 anni a dicembre, avevamo parlato di ciclismo e alimentazione già durante la prima intervista alla Strade Bianche del 2021, ma adesso la sensazione è che abbia voluto fare un passo in più per marcare la differenza

«Con il Covid – spiega – abbiamo visto che avere un corpo che sta bene, con le difese immunitarie alte, ci protegge da queste nuove pandemie. Le persone hanno capito che lo sport dà benessere e una sana alimentazione è veramente importante per stare bene a lungo termine. E’ questa la ragione per cui abbiamo deciso di lanciare Dinamo. Per questo e per rispondere a un’esigenza che io ho sentito prima di tutto su me stesso. Insomma… Io sono uno sportivo entusiasta che ha iniziato con la corsa di endurance poi è passato al ciclismo. E durante questi anni ho capito che l’allenamento è importante, ma soprattutto che negli sport di fatica e di endurance l’alimentazione è assolutamente fondamentale. Poi ho capito un’altra cosa molto importante…

Quale?

Chi si appassiona di sport e lo fa diventare un suo stile di vita è alla ricerca di una serie di servizi e prodotti che lo aiutino a vivere al meglio questa sua esperienza. Quando ti devi alimentare per ore con gel, barrette, sali e quant’altro, vuoi qualcosa che si digerisca bene e che non torni su, compromettendo anche la prestazione. Per questo siamo andati alla ricerca di prodotti naturali e soprattutto ottenuti con un metodo di preparazione che ne preservi il più possibile l’energia e la naturalezza. Ma oltre che nutrire l’atleta nelle tre fasi classiche – prima, durante e dopo la gara – vogliamo anche prendercene cura. Perché quando si fa sport di endurance, il nostro corpo subisce uno stress significativo e oltre che essere alimentato, deve anche essere curato.

Dinamo è rivolto soltanto ai corridori?

No, si rivolge a chiunque faccia sport, dal ciclismo alla corsa a piedi. Abbiamo una linea di prodotti che copre tutte le fasce della prestazione e altri curativi per migliorare il recupero. Sono alimenti che possono essere utilizzati durante gli allenamenti, durante la gara e anche nella vita di tutti i giorni.

Guardando il catalogo, colpisce davvero la presenza di ingredienti totalmente naturali.

I prodotti Dinamo sono assolutamente “chemical free”, senza chimica. Siamo assolutamente convinti che con una grandissima selezione della materia prima e con un processo di preparazione studiato nei minimi termini, si possono formulare dei prodotti che, senza l’utilizzo di chimica e altre diavolerie artificiali, consentono di dare un sostegno alimentare veramente di primissima qualità.

Obiettivo eccellenza

Si entra nel terreno di sua moglie Tiziana, che infatti prende la palla al balzo. Il sorriso spiritoso e un gran senso pratico. Anche lei esce dall’esperienza Eolo e adesso è perfettamente a suo agio nel nuovo ruolo.

«La produzione artigianale – spiega – è molto importante per due motivi: l’attenzione al prodotto e l’attenzione alla persona. Produciamo in uno stabilimento in provincia di Varese e ci avvaliamo principalmente di materie prime italiane. Questo ci permette di avere una catena di produzione estremamente corta e un controllo quasi maniacale del processo produttivo. Controlliamo dalla materia prima in ingresso, al prodotto finito in uscita. E’ molto importante perché il nostro prodotto è completamente naturale, quindi è estremamente importante che la materia prima sia di eccellenza».

Ha parlato anche di attenzione alla persona.

Vogliamo essere molto vicini agli atleti. Per questo stiamo sponsorizzando con grande orgoglio la Eolo-Kometa, in cui oltretutto ci sono dei ragazzi veramente eccezionali. Questo per noi è molto importante, perché ci consente di avere dei feedback da ciclisti professionisti. Quindi da atleti che fanno un uso direi quasi estremo dei nostri prodotti e ci danno dei consigli. Avere un processo produttivo artigianale molto snello e flessibile ci permette a questo punto di raccogliere i consigli in tempi anche relativamente brevi per avere delle personalizzazioni estreme e sviluppare semmai nuovi prodotti

I prodotti Dinamo nascono senza l’impiego della chimica, con ingredienti made in Italy
I prodotti Dinamo nascono senza l’impiego della chimica, con ingredienti made in Italy
E’ semplice trovare tutti questi ingredienti?

Non è per niente facile. Sul mercato ci sono tante materie prime, ma noi puntiamo sull’eccellenza. L’Italia da questo punto di vista ci aiuta, perché la legislatura in materia di alimentazione è molto rigida e ci consente di avere un bacino di scelta abbastanza vasto. Ugualmente facciamo continuamente dei controlli sui lotti in arrivo. Ma se vado a pensare all’eccellenza che c’è in Italia – le mandorle, i pistacchi e il miele italiano – veramente mi sento sicura di poter utilizzare questi ingredienti con tranquillità per i nostri prodotti.

Una domanda un po’ scomoda: è per questo che i vostri prodotti non sono fra i più economici?

Non possiamo fare dei prodotti a basso costo, proprio perché ci avvaliamo di ingredienti di qualità e soprattutto italiani. I nostri prodotti non saranno sicuramente i più economici, ma ci posizioniamo abbastanza bene sul mercato. L’eccellenza si paga e di conseguenza anche i nostri prezzi devono andare di pari passo con la qualità del prodotto. Sicuramente col lancio Dinamo, proporremo delle promozioni sui nostri prodotti, in modo che le persone possano avvicinarsi a provare prodotti diversi da quelli che oggi si trovano sul mercato.

Il mondo Dinamo

Spada annuisce ed entra a sua volta nel discorso, spiegando come sarà proprio la vendita online a permettergli di contenere i prezzi.

«Come canale distributivo – dice – avremo all’inizio sicuramente quello online, attraverso il sito www.dinamo.it, per diverse ragioni. La prima è che vendendo un prodotto di eccellenza e utilizzando materie prime italiane super selezionate, abbiamo una base di costi importante e quindi il fatto di vendere online ci consente di vendere a prezzi allineati al mercato».

Scusi la curiosità, ma all’inizio riferendosi agli appassionati, ha parlato di servizi e prodotti…

Dinamo non sarà soltanto nutrizione (sorride, dr), ma un progetto molto più complesso che vedrà il suo completamento nell’arco dei prossimi anni. Sarà strutturato su quattro colonne portanti. La prima, cioè quella che abbiamo lanciato oggi, è quella alimentare e si chiama Dinamo Nutrition. La seconda è quella che chiamiamo Dinamo Equipment, mediante l’introduzione di una linea di prodotti e accessori per chi è alla ricerca della migliore bici, del miglior orologio, delle migliori scarpe, eccetera.

Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo hanno visitato il Giro nel weekend fra Napoli e il Blockhaus
Luca Spada e sua moglie Tiziana Ardo hanno visitato il Giro nel weekend fra Napoli e il Blockhaus
Il terzo?

Il terzo settore sarà quello che chiamiamo Dinamo Travel, ossia l’organizzazione di viaggi esperienziali, pedalati insieme a ex campioni o ai corridori della Eolo-Kometa. Weekend dove si stacca veramente la spina. Si avrà la possibilità di provare il meglio dell’equipaggiamento sul mercato, sia nella corsa a piedi o in montagna. Infine l’ultimo settore si chiamerà Dinamo Care, con un portafoglio di servizi per la cura dell’atleta. Quindi per prevenire infortuni o nel caso arrivino, per avere un recupero nelle strutture migliori italiani e mettendosi in mano ai migliori professionisti. E poi tutta una parte per migliorare la propria performance e praticare lo sport di cui siamo appassionati per il più lungo tempo possibile senza infortuni.

C’è un motivo particolare per cui il lancio avviene di martedì 17?

Perché 17 è il mio numero fortunato. Sono nato il 17 dicembre, insomma tutte le cose belle della mia vita sono successe il 17. Quindi insomma un po’ di scaramanzia non guasta mai. E così abbiamo scelto questa data, durante il Giro d’Italia ovviamente

Con Spada e Basso nel backstage della Eolo-Kometa

31.03.2022
7 min
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Casa Eolo, pioggerellina sottile mentre il team prepara la prossima trasferta. Eravamo già stati qui prima della sua inaugurazione. Nella sala riunioni che porta il nome del Cuvignone, allo stesso tavolo troviamo Luca Spada e Ivan Basso, il main sponsor e il team manager della Eolo-Kometa. Tempo di progetti piuttosto che di bilanci, ma capire i ragionamenti dietro la squadra ti permette anche di leggerne le scelte sportive.

Spada si è calato nel ciclismo con l’intensità di un tornado, supportando la società che appartiene a Basso e ai fratelli Contador. E quando gli chiedi coma vada il giocattolino, il cambio di ironia nello sguardo fa capire che l’impegno sia davvero massimale e la posta in palio molto alta.

Per il Giro d’Italia, oltre al bus e al camion officina, la Eolo-Kometa avrà anche un truck cucina
Per il Giro d’Italia, oltre al bus e al camion officina, la Eolo-Kometa avràanche un truck cucina

«Un giocattolino bello costoso – ride – ma sono molto contento. La squadra è nata a novembre 2020, quando il mercato era già fatto, per cui Ivan ha fatto un miracolo a trovare i corridori ancora sul mercato e scommettere su ragazzi come Fortunato e Albanese che si sono rivelati due ottime intuizioni. Ma il vero nocciolo è il team di uomini che ha costruito attorno ai corridori e di cui ho capito la vera importanza. Otto-dieci persone che ci sono qualunque cosa accada e sono in grado di gestirla. I corridori vanno e vengono, il nocciolo resta e si fortifica. Io ci metto l’occhio esterno, che è sempre utile. Non capita anche a voi di essere affogati dal quotidiano e che venga qualcuno a farvi notare una cosa che non avevate proprio visto e può semplificarvi la vita?».

Si è fatto un’idea di come il ciclismo serva alla sua azienda?

Dopo un anno, i risultati di visibilità del brand sono molto interessanti. Abbiamo fatto svolgere uno studio approfondito mediante l’uso di specifiche parole chiave su come la gente percepisca il marchio e in quale ambito. Per intenderci, negli ultimi tre anni si parlava di Eolo in merito a connessioni internet. Dallo scorso anno, il secondo motivo per cui se ne parla è proprio il ciclismo. Se avessimo continuato con una comunicazione tradizionale, saremmo rimasti sempre legati allo stesso pubblico. Entrare nello sport ci ha permesso di ampliare il bacino.

Da luglio scorso, il 75 per cento del capitale è passato a un fondo svizzero. Le cose per la squadra cambieranno?

Neanche un po’, il Fondo è molto convinto della sponsorizzazione, tanto che il sondaggio di cui abbiamo appena parlato è stato commissionato proprio da loro. Io sono appassionato e posso fare anche valutazioni di un certo tipo, loro hanno voluto vedere i numeri e i numeri li hanno convinti. E’ un anno difficile per le telecomunicazioni. I costi dell’energia sono esplosi. Pensate che ogni ripetitore Eolo ha il suo contratto con Enel e la spesa per la corrente è aumentata di 6 milioni di euro. Gli stessi router sono più costosi per la mancanza di materie prime e contemporaneamente il costo della connettività in Italia è fra i più bassi in Europa: 20 euro al mese e l’impossibilità di aumentare. Durante il lockdown i consumi sono aumentati. Fra gli operatori c’è una tensione continua, ma nessuno vuole essere il primo ad aumentare le tariffe.

Andare in fuga da lontano è uno dei tre modi per guadagnare visibilità: qui Rivi a Sanremo
Andare in fuga da lontano è uno dei tre modi per guadagnare visibilità: qui Rivi a Sanremo
Il ciclismo in che modo si inserisce?

Bisogna crederci, crescere e avere un team che funzioni e trasmetta valori positivi. Se ti limiti alla soglia di investimento, resti confuso fra i rumori di fondo. Se svetti, la gente ti nota. Sponsorizzando le corse RCS e coinvolgendo i partner in altre attività con la squadra abbiamo ottenuto questa visibilità. Al Giro saremo nella carovana con un mezzo super figo e avremo stand in tutte le tappe. Come il logo sulla maglia. Se è unico e grande, tutti lo notano. Ma chi vede i tanti marchietti confusi nelle grafiche delle altre?

Le piace ancora stare fra i corridori?

Appena posso, scappo e vado da loro. Sarò molto presente al Giro, con la predilezione per le tappe di montagna, che mi piacciono di più. Nelle volate non riesco a trovare lo stesso entusiasmo. Quest’anno ci hanno contattato tanti corridori, ma abbiamo continuato a puntare sui giovani per i quali Ivan è una sorta di psicologo. Investire su di loro permette certamente di contenere i costi, con la speranza però che crescano. Per tenere quelli buoni abbiamo dovuto spendere 800 mila euro di stipendi in più. Sono contentissimo ad esempio di Diego Rosa.

Non lo conosceva?

No. E quando è arrivato sul pullman dopo quei 5 minuti di gloria nella tappa di Carpegna alla Tirreno, era davvero contento. Mi piace aspettarli agli arrivi, vedi la loro essenza più vera. Ora bisogna che quegli attacchi diventino più frequenti…

Al Giro niente prove

Basso solleva lo sguardo. L’assist di Spada è l’occasione migliore per agganciarsi al discorso e spiegare la filosofia del lavoro con i corridori: i nuovi e i più esperti.

«Abbiamo preso corridori – dice – che si erano disamorati del ciclismo e si erano disabituati a vincere. Gavazzi stesso voleva smettere, invece è ancora lì che lotta. Tante volte sei in gruppo e vai avanti portato dalla corrente. Bisogna risvegliarli, stimolarli partendo da traguardi parziali. Il giorno di Carpegna offre una foto chiara. C’era davanti Rosa che ha anticipato e dietro Fortunato, di cui abbiamo già parlato, che ha provato a correre con i big e non è scattato per paura che poi lo staccassero. Va bene per una volta, alla prossima gli diremo noi di scattare e dovrà farlo.

«Ci sono tre modi per ottenere risultati. Correre per farci vedere, andando in fuga da lontano. Anticipare nei finali, provando a vincere. Correre con i migliori, che è garanzia di randellate nei denti. Ora andremo per 23 giorni in altura, poi ci saranno due corse a tappe per fare qualche prova e poi tireremo fuori gli otto per il Giro. Lì non ci sarà più tempo di fare prove, si corre come dice la squadra. In questo Zanatta ha un controllo totale, è disarmante. Avevo dubbi su due corridori e come correvano, lui mi ha insegnato la pazienza. Alberto (Contador, ndr) è peggio di me. Lui proprio non concepisce che si possa correre nel secondo gruppo (ride, ndr)».

Basso è spesso accanto a Zanatta, che è la colonna portante nella gestione degli atleti
Basso è spesso accanto a Zanatta, che è la colonna portante nella gestione degli atleti

Sponsor italiani cercasi

Spada annuisce e in qualche modo si compiace di questa voglia di emergere, che diventa il biglietto da visita di una squadra appetibile che ha fatto anche dell’immagine il suo cavallo di battaglia.

«Sono contento – dice – che siano arrivati due sponsor come Burger King e Visit Malta, che ci permetteranno di andare al Giro con il nostro camion cucina, convinti come siamo che la corretta nutrizione valga quanto l’allenamento. Il guaio è che è davvero difficile trovare sponsor italiani. Abbiamo mobilitato fior di professionisti e messo in campo importanti conoscenze personali. Ma da un lato c’è ancora paura del doping, anche se gli spieghi tutto il sistema dei controlli. Dall’altro inseguono tutti il calcio…».

La Tre Valli Varesine 2021 è partita dagli stabilimenti Eolo. Qui Spada intervistato da Alessandro Brambilla
La Tre Valli Varesine 2021 è partita dagli stabilimenti Eolo. Qui Spada intervistato da Alessandro Brambilla
Le stesse parole sentite dire da Cassani.

Ne ho parlato tanto con lui e condivido la sua visione. Bisogna allargare la base delle aziende che investono. Se sono sempre le solite 50, difficilmente si andrà oltre le tre professional di adesso. Se fossero 500, allora sarebbe tutto diverso.

Non è per caso, ma risale alla precisa volontà di Basso che i marchi sulla maglia azzurra della squadra varesina siano di aziende prima estranee al ciclismo. Sul tavolo si rincorrono progetti e ragionamenti. Potremmo andare avanti a oltranza, ma il lavoro chiama. Fuori piove ancora. Il Trofeo Senza Fine del Giro 2020 di Basso è attualmente in viaggio verso l’Ungheria per un’esposizione in casa Kometa alla vigilia della partenza del Giro. Nell’ufficio accanto si fanno programmi di viaggio. Il tempo per qualche saluto e si fa rotta su Milano. La Tesla di Spada si infila silenziosa nella pioggerella di marzo e soffiando sparisce.

Nasce Eolo Sport City, la nuova casa del padel

14.09.2021
4 min
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Eolo, azienda leader nel campo delle telecomunicazioni e principale fornitore di rete ultrabroadband per il segmento residenziale e per le imprese, conferma la propria vicinanza al mondo dello sport. Dopo essersi avvicinata al podismo con la sponsorizzazione del Tor des Géants e soprattutto al ciclismo creando il team Eolo-Kometa, l’azienda guidata da Luca Spada ora guarda al padel, sport in forte ascesa. Il numero dei campi e dei centri padel in Italia, pur essendo in continuo aumento, oggi non è sufficiente a soddisfare le attuali richieste. 

Il simbolo di Eolo Sport City dedicata principalmente al padel
Il simbolo di Eolo Sport City dedicata principalmente al padel

Un nuovo centro per il padel

Nel mese di novembre è in programma l’inaugurazione a Busto Arsizio in provincia di Varese di un nuovo centro sportivo dedicato al padel di cui Eolo sarà il main sponsor. Il nome del centro sarà infatti Eolo Sport City e si svilupperà su una superficie di circa 2.900 metri quadri attraverso la riqualificazione di un ex area tessile.

Il nuovo centro sarà dotato di tre campi standard e di un campo singolo dedicato all’insegnamento. Per la primavera del 2022 è già in previsione l’apertura di un ulteriore campo al coperto e due nuovi campi all’aperto. Per completare l’offerta sportiva è stata prevista un’area dedicata al calcio a 5, ospitata da una zona dell’immobile separata dall’area padel per rispettare la diversa natura dei due sport.

Un centro all’avanguardia

Il nuovo Eolo Sport City sarà realizzato con servizi e materiali di ultimissima generazione dall’azienda Italian Padel/Forgiafer, realtà di riferimento nel settore. Grande novità sarà l’integrazione di un sistema di ripresa video “Eyes on Fun“ che, su richiesta degli utenti, permetterà la registrazione video della partita. In questo modo sarà possibile rivedere la propria prestazione come se si fosse dei veri professionisti.

Tutti i campi offriranno condizioni ideali per quanto riguarda il clima, la luce e la qualità dell’aria. Reception, Bar, Pro-Shop e spogliatoi completeranno al meglio il servizio offerto.  Ma non è tutto: all’interno dell’Eolo Sport City sarà possibile utilizzare gratuitamente il servizio di connettività Internet in fibra 1 Gbps e rete Wi – Fi di ultima generazione garantito da Eolo. La particolare conformazione del centro, la posizione e l’abbondanza di parcheggi, renderà la struttura particolarmente adatta per l’organizzazione di eventi e meeting aziendali su prenotazione.

Da sinistra: Della Vedova, di Eolo Sport City, Luca Spada di Eolo, Rogora e Antonelli, assessore allo Sport e Sindaco di Busto Arsizio
Da sinistra: Della Vedova, di Eolo Sport City, Luca Spada di Eolo, Rogora e Antonelli, assessore allo Sport e Sindaco di Busto Arsizio

La soddisfazione di Spada

Con la sponsorizzazione del nuovo centro Eolo conferma il forte legame con il territorio varesino affiancando le realtà locali con i propri servizi tecnologicamente avanzati, incoraggiando allo stesso tempo più persone possibili a porsi nuovi traguardi e impegnarsi con costanza per raggiungere risultati ambiziosi, sportivi o lavorativi che siano.

Luca Spada ha così commentato il progetto del nuovo centro: «Un’alimentazione sana unita alla pratica sportiva permette di stare bene con se stessi e tutto questo si riversa direttamente sull’attività lavorativa. Un’ambiente di lavoro felice viene percepito esternamente anche dai fornitori e dai clienti e tutto questo non può che giovare all’azienda. Anche per questo motivo abbiamo accettato con entusiasmo di essere parte attiva nella nascita del nuovo Eolo Sport City condividendo in pieno gli stessi valori ed obiettivi legati al benessere della persona».

Eolo

Eolo Sport City

Luca Spada, il signor Eolo, innamorato della bici

19.03.2021
6 min
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La mattina di Castelraimondo, con la Tirreno in partenza verso Lido di Fermo all’indomani della… tappaccia di Castelfidardo, Luca Spada in jeans e giubbino celeste parlava con Basso e i suoi atleti della Eolo-Kometa. Un po’ come Paolo Zani, che alle corse si confondeva fra il personale della Liquigas, il signor Eolo è stato per qualche giorno in gruppo e ha vissuto la corsa e la squadra, approfondendo i meccanismi del ciclismo in cui si è immerso ormai totalmente. Ma questa volta la voglia di conoscerlo è venuta a noi, dopo averne sentito parlare da Basso, con una sua frase che da tempo risuonava nella testa: «Un imprenditore non sei tu a convincerlo, deve convincersi da solo. Tu puoi fargli vedere che cosa il ciclismo può fare per la sua azienda, ma se ti metti a tirarlo per la manica, è certo che ti mostra la porta». Che cosa ha convinto Luca Spada a imbarcarsi per questo viaggio così affascinante?

«Siamo ancora a inizio stagione – sorride – sto ancora facendo conoscenza. E’ da un anno che seguo il ciclismo in modo intenso. Mi piace salire in ammiraglia per scoprire le strategie che ci sono dietro. Io vengo dal mondo della corsa a piedi ed è tutto più semplice, mentre nel ciclismo può succedere di tutto. Come al nostro povero Gavazzi, che a Laigueglia poteva fare bene, invece è caduto e s’è fatto pure male a un gomito. E’ un mondo molto avvincente, voglio apprendere il massimo. In più mi piace anche andare in bici. Devo buttare giù due chiletti, perché ho visto che in bici anche solo un chilo in salita fa la differenza».

Come mai il ciclismo?

Già da un po’ pensavo a nuovi canali di comunicazione. Più per passione che per investire, mi ero messo a sponsorizzare delle gare di podismo. Piccoli numeri, eppure un discreto ritorno. Poi successe che il mio medico mi suggerì di inserire un paio di allenamenti di bici a settimana, perché correndo sei giorni su sette, le ginocchia avrebbero presentato il conto. E a quel punto ho cominciato a conoscere il ciclismo e mi sono appassionato. Ma la Eolo-Kometa è nata da una serie di coincidenze che si sono messe in fila.

Quali?

La conoscenza con Ivan Basso alla Gran Fondo Tre Valli Varesine. Il fatto che a causa del Covid alcuni suoi sponsor importanti fossero usciti. E poi il fatto di aver sponsorizzato le classiche di Rcs e in particolare la Strade Bianche. Era la prima corsa dopo il lockdown, c’era un campo partenti stellare e il ritorno di immagine che ne abbiamo tratto fu incredibile. A quel punto decisi di impegnarmi in un progetto a lungo termine, con un contratto di tre anni e convincendo gli altri sponsor importanti a fare altrettanto. Se si vuole fare un progetto che duri, serve una costruzione lenta. E noi vogliamo guardare nel lungo termine, non a caso la squadra è molto giovane.

Qualcuno ha discusso il valore degli atleti.

Quando eravamo in pieno ciclomercato, ho detto a Ivan di cercare certamente ragazzi che fossero dei talenti, ma di privilegiare l’aspetto del carattere. Mi piace, come in azienda, creare un clima ideale. Il libero battitore, pur talentuoso, se non si integra non lo voglio. Alla base del successo c’è la felicità aziendale, che raggiungi se i tuoi collaboratori stanno bene, fanno sport, lavorano in un ambiente luminoso, sono rilassati e per questo rendono al 150 per cento.

Qui Luca Spada è con Rivi, facendo domande per capire il mondo del ciclismo
Qui con Rivi, facendo domande per capire il mondo del ciclismo
Che idea si è fatto del ciclista professionista?

E’ un sognatore che ama la fatica e in questo li comprendo bene. Nelle gare che faccio, come il Tour de Geants (350 chilometri e 30.000 metri di dislivello) la fatica la assaggi in tutte le sfaccettature. Sto imparando a conoscere questi ragazzi andando in bici con loro. Sono felici di quello che fanno, hanno fatto della loro passione un mestiere. Glielo leggi negli occhi che gli piace e sono super coinvolti nel progetto. E come loro, lo staff è composto da persone entusiaste.

Sport e affari

L’amore per lo sport è decisivo, ma i ragionamenti di Spada sono anche e soprattutto quelli del manager, che nel ciclismo ha individuato anche un ottimo investimento. E così nel discorso affiorano a tratti i ragionamenti dell’imprenditore che ha giustamente colto nello sport un ottimo veicolo per raccontare al mondo la sua impresa: quel che è giusto e che Basso ha saputo ben raccontare.

In che modo il ciclismo è funzionale per Eolo azienda?

Noi portiamo internet dove internet non arriva. Eolo è nata nel 2006 con lo sguardo ai 7.000 Comuni italiani con meno di 10.000 abitanti. Il digital divide ancora oggi crea una profonda differenza fra chi vive in città e ha la fibra e chi vive fuori e va ancora avanti con una Adsl spompata. Con la nostra tecnologia, noi gli portiamo i 100 megabit. Il ciclismo fa come noi: porta i corridori nei piccoli paesi più che nelle grandi città e questo messaggio ci piace molto. Quando abbiamo intrapreso questa avventura, non è stato soltanto per avere il nome Eolo scritto sulla maglia, ma per gestire il team come un pezzo della nostra azienda. Li coinvolgeremo nello spot televisivo che stiamo per girare e in altre attività promozionali. Per lo stesso motivo abbiamo inaugurato Casa Eolo, una sede di 600 metri quadri in cui possano sentirsi a casa. Voglio che percepiscano di essere parte di un progetto di lungo periodo. Siamo entrati in questo mondo e vogliamo rimanerci per molto tempo.

A Castelraimondo, Spada con Basso dopo lo spettacolare weekend della Tirreno
A Castelraimondo, Spada dopo il weekend della Tirreno
C’è un’ambizione non detta?

Con un po’ di pudore, mi piacerebbe nel mio piccolo fare come il Commendator Borghi, il Cumenda, il fondatore della Ignis, che con il basket e il calcio a Varese fece grandi cose. Sono molto attaccato al nostro territorio e forse Eolo è nata proprio perché sono cresciuto in un piccolo paese, Malgesso, e dovevo prendere la bicicletta e fare dei chilometri anche solo per comprarmi una rivista di informatica.

Immagine o risultati?

Abbiamo curato molto l’immagine. La divisa. La grafica. C’è una coerenza stilistica che ci portiamo dietro, perché penso che alla base delle buone prestazioni ci siano anche il senso di pulizia e il rigore. Poi c’è il resto. I buoni allenatori, i buoni ritiri e la giusta alimentazione. Su questo con Ivan sono stato quasi paranoico.

Parlando della bici, di cui Spada si è appassionato ormai irrimediabilmente
Parlando della bici, di cui Spada si è appassionato ormai irrimediabilmente
Perché?

Il cibo è la nostra medicina principale, quindi ho chiesto che la squadra venga seguita da un nutrizionista che spieghi loro come mangiare in corsa, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Non serve stare attenti durante la stagione e poi mangiare le patatine e bere Coca Cola a litri. Bisogna avere un regime alimentare sano perché diventi un vero e proprio stile di vita.

Dica la verità: ha mai rimpianto di non aver scoperto prima la bici per diventare un corridore?

Ma no, dai… (ride, ndr) Qualcosa di buono nella vita l’ho fatta anche io. Però mi piace andare con loro in bici e parlarci mentre si pedala perché si creano rapporti più veri. Magari resisto finché si scaldano, perché quando poi cominciano, non li vedo più, dato che hanno il doppio dei miei watt. Mi va bene così però, lo giuro…