Se è vero che Amazon non ha mai fatto tanti affari come durante il lockdown dello scorso marzo, come è andato il mercato sulle piazze virtuali come All4Cycling che tanto materiale fanno circolare online? Nel nostro viaggio fra le aziende per “leggere” il mercato delle bici, oggi facciamo tappa a Gazzada, in provincia di Varese, dove sorge anche il negozio fisico, e… incontriamo il titolare Luca Nardello.
Che cosa è cambiato nel vostro mercato?
Tutto. Non abbiamo vissuto un anno zero, ma quasi. A marzo, nel momento di massima paura, la vendita online per due settimane ha avuto un calo netto. Poi intorno al 15 aprile, quindi nei giorni di Pasqua, c’è stato un cambio repentino. Quattro giorni in cui è scattata una richiesta spasmodica di biciclette. Gli ordini sono triplicati, una partenza velocissima. Abbiamo anticipato di circa due settimane i negozi, poi anche loro hanno cominciato a ripartire. E’ stata un’accelerazione davvero violenta, che a luglio ha iniziato a creare difficoltà. Un po’ a causa della difficoltà di trasporto e poi per i magazzini non sempre pieni, consegnare è diventato difficile.
Andando a memoria, la prima fase è stata quella dei rulli, giusto?
Dal 10 marzo e fino a maggio, è stata pazzesca ed è andata avanti fino all’esaurimento dei prodotti. Arrivavano, ma erano già tutti prenotati, nemmeno riuscivamo a metterli online. Si pensava che in autunno la richiesta sarebbe calata, invece grazie alle varie piattaforme di ciclismo virtuale, abbiamo continuato a venderli. All’inizio andavano tutti bene, mentre nella seconda fase le richieste sono state soltanto per i rulli smart.
Chi erano i clienti dei rulli?
Persone che hanno trovato il modo di sopperire alla chiusura delle palestre e anche i ciclisti di alto livello che hanno trovato il modo di allenarsi ugualmente. I primi col tempo si sono trasformati in ciclisti, avendo scoperto l’aria aperta. Mentre si stanno affermando le bici smart stile Wahoo, che stanno bene in casa e sono comode da usare.
Avendo scoperto l’aria aperta: bella affermazione…
Dai rulli con bici rimediate, hanno comprato la bici per uscire. Un nuovo pubblico che ci ritroveremo. La pandemia ci ha insegnato che stare a casa non è così divertente e che nulla dura per sempre.
Quanto è servito il Bonus Bici al mercato della bicicletta?
Ha amplificato la richiesta sulle gamme medio/basse. Ora abbiamo la curiosità di capire se quegli utenti si sposteranno verso le gamme medio/alte.
Riuscite ancora a consegnare?
Rispetto agli standard, siamo messi maluccio. Facciamo il possibile, ma potremmo consegnare di più. Per fortuna abbiamo fatto programmi importanti che ci permettono di soddisfare tutti o quasi.
Va più il negozio o più l’online?
Va più una tendenza che si è affermata da poco di gente che compra online e poi viene a ritirare in negozio. Prima erano meno. C’è chi a quel punto vuole rimanere in negozio il meno indispensabile per paura del contagio e chi invece si ferma per approfondire quello che ha comprato. Di base, il sentimento che domina è la paura di rimanere senza materiale, per cui si prende quello che c’è.
Facciamo l’identikit dell’utente che compra online?
Sono persone che studiano, molto smart, capaci di leggere e capire nei siti le caratteristiche del prodotto. Poi ci sono quelli che la bici l’hanno vista online, se parliamo di bici, e vogliono vederla anche dal vivo. Dipende dalle attitudini dei singoli.
Delle bici e delle fasce di prezzo abbiamo detto, chi comincia prova a risparmiare anche sull’abbigliamento?
Molti sono partiti dall’economico e poi hanno capito che era meglio spendere 10 euro in più e guadagnarci in benessere. Chi viene dalle palestre sa che il materiale di qualità fa la differenza. Gli altri stanno imparando.
Elettrico, gravel, Mtb, strada, urban… come sono suddivisi sul mercato?
L’elettrico sta crescendo e aiuta tante persone ad avvicinarsi o riavvicinarsi alla bici. Magari gente che aveva lasciato perché non ce la faceva. La e-Mtb sta andando tanto, soprattutto lato enduro, e lo stesso l’elettrica da strada, che ai puristi provoca reazioni non sempre positive. E poi c’è l’elettrica da città che ha tanti consensi perché permette di non prendere i mezzi pubblici. Io continuo a dire che la e-Bike sia la miglior invenzione degli ultimi 20 anni, perché la uso quando posso per venire al lavoro e mi ha cambiato le abitudini. A patto che si sappia che sono due mondi diversi, che non si pensi di avere tra le mani una moto e che si capisca che si tratta di un’integrazione e non di un altro sport.
E il gravel?
Sta crescendo tanto sul medio di gamma, fino ai 2.500 euro. Mentre la strada cresce meno, un po’ perché le uscite di gruppo sono state a lungo vietate e le strade sono poco sicure. In linea di massima, si tratta di numeri intaccati dalle altre discipline. Lo stradista magari si è comprato la gravel e non ha cambiato la superleggera. Oppure si è preso l’elettrica, perché gli amici escono così. E in quel caso, se non hai le gambe di acciaio e vuoi uscire in compagnia, sei quasi costretto ad adeguarti.
Ultima cosa, si vendono già le Aurum di Contador?
Siamo gli unici rivenditori in Italia, le bici sono appena arrivate. Sono belle e tanto incide il fatto che dietro ci siano Contador e Basso. La Eolo è una squadra giovane ed è partita con una buona immagine. Facendo le debite proporzioni, sembra quasi come quando nacque la Mapei. Il presidente Spada è uno che si è fatto da sé e sa cosa vuole…
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