Selle SMP e Covili: la scelta cade sulla Composit

06.05.2023
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ROVERETO – La sella per un corridore professionista è una scelta fondamentale, soprattutto quando si sta sulla bici per tante ore tutti giorni. Non si deve escludere nulla, nemmeno un dettaglio, partendo dalla conformazione fisica, fino ad arrivare al comfort. Luca Covili, atleta della Green Project Bardiani CSF Faizanè utilizza, come tutta la squadra, le selle del marchio Selle SMP

Sella Composit

La scelta di Covili è ricaduta sul modello Composit, una decisione presa assieme ai tecnici di Selle SMP, i quali offrono un ottimo supporto agli atleti. Di modelli ce ne sono tanti, ma le caratteristiche fisiche del corridore della Green Project lo hanno portato verso la scelta di questo modello. La Composit, infatti, accoglie al meglio i bacini medio-stretti, con larghezza delle ossa ischiatiche che va da 9 centimetri a 11,5 centimetri.

«Sono già quattro anni che utilizzo questa sella – ci dice – mi sono sempre trovato bene. Io ho il bacino stretto e la sella Composit si è rivelata quella che si adattava meglio alle mie caratteristiche. Siamo riusciti anche a trovare la posizione giusta fin da subito, e per questo non mi sono mai stato costretto a cambiarla».

La lunghezza della sella Composit è di 263 millimetri, mentre la larghezza è di 129 millimetri, per questo si adatta ai bacini stretti. 

Al posto dell’imbottitura viene utilizzato uno speciale elastomero espanso

Leggera e performante

La sella Composit non ha l’imbottitura al suo interno, nonostante ciò rimane un prodotto estremamente comodo. Selle SMP utilizza uno speciale elastomero espanso, il quale ha una grande memoria elastica, portando all’atleta il giusto mix di morbidezza, resistenza e compressione

«Mi trovo molto bene anche a livello di comfort – prosegue Covili – questa sella ha il foro centrale che permette di scaricare il peso. E’ stato un fattore importante per me perché in passato, prima di usare questo modello, ho avuto parecchi problemi. Anche quando pedalo, in fase di massima spinta, mi permette di rimanere stabile e di concentrarmi solo sulla pedalata. In discesa, invece, questa stabilità va ad aiutarmi a trovare un punto centrale che mi permette di guidare la bici al meglio. In salita mi supporta molto, quando mi trovo a pedalare in punta sono sempre comodo e composto».

Il peso della sella Composit è molto contenuto, solamente 175 grammi
Il peso della sella Composit è molto contenuto, solamente 175 grammi

I dettagli tecnici

Il telaio è realizzato in fibra di carbonio unidirezionale “ad alto modulo”, ovale 7.1 x 9.0 mm. Una struttura che offre la massima leggerezza e resistenza. La durata nel tempo è importante, e se Covili per quattro anni ha deciso di usare il modello Composit vuol dire che questa sella ha superato tutti i test di resistenza e stabilità nel tempo. Offrendo al contempo la necessaria leggerezza, gli scafi, infatti, sono realizzati in Nylon 12 caricato con fibra di carbonio. Le esclusive geometrie sviluppate da Selle SMP proprio nella realizzazione degli scafi sono il risultato di anni di studi sulla morfologia del ciclista.

Il peso per un corridore professionista è importante, la sella Composit, con telaio in carbonio, è estremamente leggera: solo 175 grammi.

Selle SMP

Ultime sgambate prima del Giro. Un giorno a casa Covili

30.04.2023
8 min
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S. ANTONIO DI PAVULLO – Gli incontri a casa dei corridori sono sempre un’occasione per scoprire le curiosità delle loro zone di allenamento. Perché il ciclista nasce per pedalare ma cresce diventando un esploratore. L’altopiano modenese di Pavullo nel Frignano è il territorio di Luca Covili, che possiamo anche considerarlo guida turistica di un’area ben più vasta. Quando non è in ritiro, lui sa che strade andare a cercare attorno a sé per preparare gli appuntamenti più importanti.

Fra meno di una settimana parte il Giro d’Italia e noi facciamo una visita a domicilio del 26enne della Green Project Bardiani CSF Faizanè. Quest’anno lui punta a curare un po’ di più la classifica, o quanto meno migliorare quella dello scorso anno. Ci incontriamo nel giorno in cui lui deve uscire con la bici da crono per alcuni lavori specifici. Ci condividiamo la posizione in tempo reale e intercettiamo Covili a pochi chilometri da casa su un tratto di strada celebre per un altro sport. Sta facendo ripetute sui falsopiani di Coscogno dove c’è uno degli undici impianti provinciali riconosciuti dalla federazione del lancio del ruzzolone. Modena è la capitale di questo antico gioco (che tutti in realtà conosciamo se ci riflettiamo bene) e quassù si sono svolti più volte i campionati nazionali con una partecipazione piuttosto sentita.

Compagno di allenamento

La giornata è calda, c’è bel tempo ma non il cielo non è nitido. Un vero peccato perché dalla porta di casa Covili si sarebbe visto ancora meglio il Cimone. Assieme a Luca c’è anche Stefano Masoni, classe 2002 della Technipes #inEmiliaRomagna, anche lui di Pavullo. Compatibilmente ai loro impegni, si trovano spesso per allenarsi pur rispettando le proprie tabelle di lavoro. Stefano, ormai alla fine del suo allenamento, abita vicino allo scalatore della Green Project e lo scorta fino davanti alla sua abitazione.

«Quest’anno ci stiamo allenando di più insieme – spiega Masoni – e ho notato fin da subito la crescita di Luca in tanti particolari. Anzi, spinge forte e in salita lo lascio andare anche perché per fortuna mia ho lavori diversi dai suoi da fare (sorride, ndr). Si è impegnato tanto in vista del Giro. Forse il suo punto debole resta la crono ma ha lavorato sodo anche sulla specialità e in quella finale della Coppi e Bartali non è andato così male. Luca quando ha la gamba può andare bene dappertutto».

Al Tour of the Alps, Covili ha centrato la fuga all’ultima tappa chiudendo sesto e traendo buone indicazioni
Luca prendiamo spunto dalla crono. Come hai curato questo esercizio?

Sto usando tanto la bici da crono e mi sono accorto immediatamente dei miglioramenti. Più la uso e meno mi fanno male quei muscoli che, vista la posizione più schiacciata, solitamente mi davano fastidio. Mi alleno sempre nella piana in cui eravamo prima. Alla fine qui ci sono posti in cui poter sviluppare certi lavori. Faccio sedute da un’ora e mezza e ogni tanto cambio bici finendo con un po’ di dietro motore. Adesso mi sento a mio agio su quel tipo di bici, anche dal punto di vista mentale cercando di restare sempre concentrato

Al Giro ci saranno tre prove contro il tempo, di cui l’ultima in salita più adatta a te. Ti spaventano?

Con la squadra partiremo il 3 maggio e nei giorni successivi faremo la ricognizione della crono inaugurale di Fossacesia Marina. Sono quasi 20 chilometri di pista ciclabile da fare a tutta su un tracciato molto veloce e ondulato nel finale. Avrò subito qualche indicazione su di me. Quella di Cesena sarà altrettanto veloce ma per specialisti. Saranno 35 chilometri e solo nel 2019 alla Riccione-San Marino avevo fatto una distanza simile, pagando tanto. Spero che quest’anno vada meglio (sorride, ndr) limitando di più i danni. Infine quella del Lussari, malgrado sia di poco più di 18 chilometri, durerà più di quella di Cesena. Sarà un altro tipo di sforzo e, sebbene sia molto dura, è forse quella che mi preoccupa di meno. In questi anni sono cresciuto. Solitamente io più vado avanti e meglio sto, perdendo poco in performance. Però si sarà sempre a fine Giro e si sa che bisognerà vedere quante energie uno avrà consumato, anche a livello mentale. Ci penseremo il giorno prima.

Nel 2022 hai chiuso 24° nella generale, quarto italiano, quinto nei giovani. Quest’anno punterai di più alla classifica?

Rispetto ad un anno fa mi basterebbe non prendere una crisi nera da 20 minuti come nella tappa dell’Etna al quarto giorno. Avevo pagato le frazioni in Ungheria, il trasferimento e la ripartenza a gas aperto. La mia intenzione sarebbe quella di perdere il meno possibile in ogni tappa, quanto meno all’inizio. Già nelle prime tappe ci sono arrivi in salita come a Lago Laceno e Campo Imperatore e l’idea è quella di cercare di restare con i migliori. Dovrò essere bravo a non voler strafare perché poi rischi di non averne più dopo. Mi metterò alla prova in qualcosa che ho iniziato a fare da poco. Ovvio che se perderò del tempo dovrò iniziare a recuperarlo.

Andando in fuga, giusto?

Esatto. Una cosa simile, con le dovute proporzioni, l’ho fatto al Tour of the Alps. All’ultima frazione ho cercato di anticipare i tempi con un gruppetto e alla fine sono riuscito a chiudere sesto a Brunico. Al Giro la volontà è di curare la generale ma vedremo dopo la famosa crono di Cesena cosa fare. Non voglio snaturare troppo il mio modo di correre. Se ci sarà l’occasione di andare in una fuga giusta, di quelle in cui ti giochi qualcosa, non me la lascerò scappare. Ad oggi questo tipo di tattica la lascerei per la seconda parte del Giro. Vedremo giorno per giorno.

L’avvicinamento al Giro com’è andato?

Intanto ho fatto l’ultima distanza con buone sensazioni. E’ andato tutto in crescendo, già dalla Coppi e Bartali in poi. Al Tour of the Alps guadagnavo sempre qualcosina ogni giorno in condizione nonostante fossi stato in altura al Teide fino ad una settimana prima. Infatti i primi giorni ero un po’ ingolfato però credo che al Giro dovrei stare abbastanza bene. Questo sarà il mio quarto Giro anche se lo considero il terzo perché quello del 2020 è durato solo un giorno. Mi sento molto maturato rispetto a quattro-cinque anni fa ed anche dal punto di vista della pressione sono riuscito a gestire tutto bene. Non mi sono creato aspettative ed anche l’eventuale cattivo risultato lo contestualizzerei alla fine. Ho sicuramente molti più stimoli che paure. Il Giro è sempre il Giro e ti dà sempre motivazioni forti.

Meglio vincere una tappa o fare un’ottima classifica? Qual è il vero obiettivo di Luca Covili nei giorni di maggio?

Nemmeno da chiedere. La tappa tutta la vita. Non la baratterei mai (risponde ridendo, ndr). Battute a parte, sono entrambi obiettivi legati fra loro ma che, come dicevo prima, valuteremo col passare del tempo. Sappiamo che nelle ultime tappe mosse o di montagna si aprono un po’ di più gli spazi per gli attaccanti. Ne ho parlato con la squadra, mi sento pronto a giocarmi le mie carte e perché no, provare a conquistare una tappa.

Covili è uno scalatore che predilige le salite lunghe. Sta migliorando la sua esplosività su quelle corte
Covili è uno scalatore che predilige le salite lunghe. Sta migliorando la sua esplosività su quelle corte
Nei giovani si parla tanto di ossessioni da risultati. Tra junior e U23 ti sei fatto tanta gavetta vincendo poco anche se non ti sono mancate le soddisfazioni. Che effetto ti fa adesso considerato una delle punte della tua squadra al Giro?

Sicuramente mi muovo meglio in gruppo in generale e so di essere tra i più esperti della Green Project. In realtà però non ci penso tanto perché non mi sento arrivato. Io stesso devo e voglio migliorare ancora perché l’ambizione è quella di arrivare nel WorldTour. Non credo ci sia un insegnamento giusto, posso solo dire però che bisogna continuare a lavorare sodo anche se non sei un fenomeno. So che ci sono momenti in cui ci si demoralizza perché le cose non vanno mai per il verso giusto magari a causa di una caduta o altro. E tuttavia non si deve mollare. Ognuno deve farlo col proprio metodo. Quando le cose mi andavano male, io mi allenavo ancor più costantemente. Lo sto facendo ancora adesso per altri obiettivi.

Selle SMP rinnova: altri due anni assieme ai Reverberi

09.12.2022
4 min
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Le settimane che portano alle festività natalizie sono sempre molto frenetiche per i team. I giorni passano veloci tra ritiri da programmare e materiale da consegnare, soprattutto se siamo di fronte all’ingresso di nuovi partner tecnici. Restando in tema, per la Bardiani-CSF Faizanè (che dal primo gennaio cambierà nome in Green Project Bardiani-CSF Faizanè) il 2023 si appresta ad essere un anno davvero importante. Dal prossimo anno la formazione diretta da Bruno e Roberto Reverberi correrà su biciclette De Rosa. Stiamo parlando dei modelli Merak e SK Pininfarina. Se cambia il fornitore tecnico della bicicletta, resta però confermato il partner delle selle, che per il terzo anno saranno Selle SMP.

Nei giorni scorsi l’azienda di Casalserugo, in provincia di Padova, ha rinnovato per altri due anni la collaborazione con la formazione diretta in ammiraglia da Roberto Reverberi.

Maurizio e Franco Schiavon con al centro il padre Martino, fondatore di Selle SMP
Maurizio e Franco Schiavon con al centro il padre Martino, fondatore di Selle SMP

Obiettivi comuni

Alla base di una collaborazione che dura già da tre anni e che è destinata a proseguire almeno fino alla fine del 2024 c’è sicuramente la condivisione di obiettivi che si vogliono raggiungere. A confermarlo sono Maurizio e Franco Schiavon, fratelli e titolari dell’azienda Selle SMP.

«Quando una partnership si fonda sul rispetto reciproco e sulla condivisione dell’obiettivo comune – raccontano – la meta è già raggiunta. Ma per mantenere alti gli obiettivi, bisogna sempre pedalare con convinzione e sguardo rivolto al futuro. Rinnoviamo con fiducia la collaborazione con la Bardiani-CSF Faizanè, perché la nostra azienda ha fatto propri i valori del ciclismo: sacrificio, fatica, dedizione, resilienza, onestà e correttezza. Se manca anche solo uno di questi valori non si vince».

Alle parole dell’azienda fanno seguito quelle del team attraverso il team manager Roberto Reverberi.

«Siamo felici – dice – che Selle SMP prosegua con questa partnership per le stagioni 2023-2024, tutti gli atleti del roster 2022 hanno utilizzato i loro prodotti trovandosi davvero bene. Abbiamo attuato una importante rivoluzione sportiva inserendo 7 nuovi atleti giovani nel nostro team. La rivoluzione c’è stata anche a livello di sponsor tecnici, con l’arrivo di De Rosa. Selle SMP rimane un’ottima costante in questo cambiamento, ci siamo sempre trovati bene. Pensiamo di avere allestito una squadra competitiva, speriamo di raccogliere insieme ai nostri partner delle belle soddisfazioni e di ottenere ottimi risultati. La stagione 2023 per noi sarà fondamentale. Un ringraziamento particolare alla famiglia Schiavon per la costante e proficua collaborazione».

Ampia disponibilità

Così come avvenuto in passato, gli atleti della Green Project Bardiani-CSF Faizanè saranno seguiti per tutta la stagione dallo staff di Selle SMP con il preciso obiettivo di trovare fin da subito la sella ideale. I modelli a disposizione del team saranno i seguenti: Composit, Evolution, F20/F20C, F30C, VT20/VT20C e VT30C.

Alcuni atleti presenti in squadra la scorsa stagione non hanno mancato di esprimere le loro sensazioni sui modelli appena provati. In alcuni casi si tratta di conferme visti gli ottimi riscontri avuti.

Filippo Fiorelli ha scelto il modello VT20C: «Ho voluto provare questa sella – dichiara – perché è più imbottita e comoda, ho sentito diversi benefici in questi giorni, al primo impatto è davvero ottima, ringrazio Selle SMP che mi ha guidato nella scelta».

Luca Covili, ha optato per il modello Composit: «Il 2023 – conferma – sarà il terzo anno consecutivo con questa sella. L’ho scelta fin da subito perché l’avevo già usata da under 23 quando correvo alla Palazzago e mi trovai bene fin da subito. Quando mi hanno chiesto quale volessi utilizzare, non ho avuto dubbi».

Samuele Zoccarato, campione italiano gravel, ha scelto invece il modello VT30C: «Una sella corta che aiuta a distendersi sulla bici e non ha punti scomodi sulla parte anteriore, quando si va in presa bassa. Per la mia conformazione fisica è l’ideale».

Selle SMP

Covili, tutto quello che serve per sognare il WorldTour

07.12.2022
6 min
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CASTELFRANCO EMILIA – Gli interminabili scaffali pieni zeppi di libri della Biblioteca Comunale “Lea Garofalo” di Castelfranco Emilia fanno da cornice all’incontro con i giovani campioni del ciclismo modenese voluto dal comitato provinciale. Fuori piove, fa freddo. Le parole di Luca Covili (foto Demetra Photography) e Rachele Barbieri, gli attori protagonisti dell’evento, scaldano l’animo della platea.

La premiazione diventa un pretesto per sentire le parole di due ragazzi coetanei cresciuti sul loro Appennino a venti chilometri di distanza l’uno dall’altra. All’appello mancano Giovanni Aleotti, Luca Paletti e Gaia Masetti – trattenuti da impegni di squadra – però ci sono Stefano Masoni, Matteo Pongiluppi e Francesco Calì, le nuove leve che militano in continental italiane.

Nono posto: in Repubblica Ceca Covili ha disputato un buon Sazka Tour, vinto da Rota
Nono posto: in Repubblica Ceca Covili ha disputato un buon Sazka Tour, vinto da Rota

Loro tre, assieme ad altri giovanissimi corridori, ascoltano attenti quello che dicono Covili e Barbieri. E se Rachele ormai è diventata una nostra fedelissima, a fine serata ci prendiamo invece qualche minuto per una chiacchierata con il 25enne scalatore della Bardiani-Csf-Faizanè, alla vigilia del loro training a Massa Marittima (fino al 20 dicembre). Approfondiamo qualche spunto e buttiamo uno sguardo alle prossime stagioni di Luca.

Che effetto fa presenziare a manifestazioni del genere insieme ad altri colleghi?

Sono momenti che risvegliano l’orgoglio modenese che c’è in ognuno di noi. Come c’è scritto sulla pergamena di Rachele e sul riconoscimento che ho ricevuto io, siamo degli ambasciatori di valori e della nostra terra attraverso il nostro sport. Ma serate come queste sono importanti per i più piccoli. Lavoriamo per essere degli esempi per loro. Non sono un campione ma sono sempre onorato quando qualche giovanissimo mi dice che vorrebbe diventare come me. E’ una cosa che stimola.

Che 2022 è stato per te?

E’ stata un’annata divisa in due. Così così fino ai primi 5 giorni del Giro d’Italia. Molto buona dalla quinta tappa sino a fine stagione. Senz’altro è stata la mia migliore stagione da quando sono pro’. Sono cresciuto in tutto. Più esperienza, resistenza, forza, tenuta sulle salite lunghe e recupero. Quello ce l’ho sempre avuto buono fin da giovane, ma adesso è migliorato.

Come mai queste differenze?

A febbraio avevo iniziato bene sia in Oman che al UAE Tour, poi alla Milano-Sanremo sono caduto battendo la coscia sinistra. Ero arrivato lo stesso al traguardo, ma qualche giorno dopo alla Coppi&Bartali non riuscivo a spingere e mi sono dovuto ritirare. Ho recuperato, però venti giorni dopo al Giro di Sicilia sono caduto nuovamente andando contro un guardrail, colpendolo col ginocchio e facendomi pure un occhio nero. Peccato perché mi sentivo bene in salita. Non nascondo che mi sono spaventato e preoccupato. Pensavo di aver perso il treno per andare al Giro. Ho corso il Tour of the Alps praticamente con una gamba ed anche un po’ demoralizzato. Invece è arrivata la convocazione per partire per l’Ungheria.

Nel 2022 Covili ha disputato 72 giorni di gara con nove giri a tappe
Nel 2022 Covili ha disputato 72 giorni di gara con nove giri a tappe
Alla fine è stato un bene la chiamata per il Giro…

Sì, assolutamente. In realtà fino alla tappa dell’Etna ho sofferto. Quel giorno ho preso venti minuti. Ma da lì in avanti sono stato sempre meglio. Ho iniziato a recuperare posizioni e condizione. Il sesto posto a Cogne è stato forse il momento migliore dell’anno. Sono andato in fuga, eravamo in tanti e molti erano forti. In vista del traguardo sono riuscito a staccare uno tosto come Mollema. Moralmente mi ha caricato nei giorni successivi. La buona forma del Giro l’ho poi sfruttata alla Adriatica Ionica Race in cui stavo veramente bene. Sul Grappa ho tirato quasi sempre io visto che avevamo Zana che poteva prendere la maglia da leader. Infatti lui ha vinto la generale ed io ho chiuso quarto assoluto. Sono andato forte anche al Sazka Tour e mi sono stupito…

La crono è il vero tallone d’Achille di Covili. Lui vorrebbe lavorare di più su posizione e materiali
La crono è il vero tallone d’Achille di Covili. Lui vorrebbe lavorare di più su posizione e materiali
Come mai?

Perché da quando sono pro’ era la prima volta che dopo un lungo periodo lontano dalle corse sono rientrato competitivo. La AIR l’abbiamo finita ai primi di giugno, mentre in Repubblica Ceca abbiamo corso due mesi dopo precisi. Nel mezzo mi sono riposato e allenato, però non credevo di essere a quel livello. Lassù c’era della qualità. Alla fine ho fatto nono lavorando per Zana che ha concluso quarto ad otto secondi da Rota. Anche questo significa che sono cresciuto e che ho lavorato bene.

Visto che proprio Zana è andato via, sarà Luca Covili quello deputato a prendere il suo posto? Roberto Reverberi cosa dice?

Filippo è un talento e mi piacerebbe ripetere anche solo una parte del suo percorso o dei suoi risultati. Sicuramente voglio alzare l’asticella, cercando di prendermi uno spazio maggiore. Roberto sa quali sono i miei obiettivi e i miei margini. Credo sia anche per quello che mi ha fatto firmare anche per il 2024. Penso di essere all’80 per cento del mio processo di crescita. Vorrei colmare parte del restante gap nei prossimi tre anni. L’intenzione è andare in un team WorldTour o in una professional estera più quotata. Prima però devo sistemare un po’ di cose.

Covili Cogne
Luca soddisfatto (e sesto) al traguardo di Cogne al Giro. Spera di fare altrettanto anche al Lombardia
Covili Cogne
Luca soddisfatto (e sesto) al traguardo di Cogne al Giro. Spera di fare altrettanto anche al Lombardia
Quali sono? In cosa devi migliorare per vederti davanti nel 2023?

Innanzitutto la differenza la fanno i dettagli e dovrò continuare a curarli. Devo limitare le giornate storte. Devo capire se sono un uomo-classifica per grandi o piccoli giri a tappe. A crono soffro tanto. Al momento non ci sto lavorando molto. Mi piacerebbe lavorare un po’ di più sulla posizione per capire quanto posso contenere i distacchi. E poi vorrei migliorare nelle gare di un giorno siccome sono sempre stato uno che andava bene dal secondo o terzo giorno di corsa in poi. Ad esempio, quest’anno sono stato a lungo in fuga al Lombardia. Nel 2023 un obiettivo sarà provare a stare con i migliori il più possibile. Quella è una classica che mi piace tanto.

Covili riparte dalla Repubblica Ceca, sognando la Francia

30.07.2022
4 min
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Zitto zitto, Luca Covili si sta facendo una gran reputazione. In un ciclismo come quello italiano che soffre enormemente la mancanza di validi corridori per gare a tappe, il portacolori della Bardiani Csf Faizané si è ritagliato un ruolo importante. Al Giro d’Italia, chiuso al 24° posto è stato il quarto italiano, dietro Nibali, Pozzovivo e Fortunato. Subito dopo ha disputato l’Adriatica Ionica Race, ancora quarto ma questa volta in assoluto e bisogna considerare che il corridore di Pavullo nel Frignano ha solo 25 anni.

Dopo l’Adriatica Ionica Race, Covili ha staccato la spina un po’ obtorto collo: «Avrei tirato avanti ancora un po’, almeno fino al campionato italiano, ma sono stato male e quindi mi sono fermato in anticipo rispetto a quanto volevo».

Covili Adriatica 2022
Covili è stato protagonista all’Adriatica Ionica Race, 4° correndo in appoggio a Zana
Covili Adriatica 2022
Covili è stato protagonista all’Adriatica Ionica Race, 4° correndo in appoggio a Zana
Per quanto tempo sei stato fermo?

Diciamo tre settimane, ma non sono mai state giornate senza bici. Facevo sempre un’uscita molto easy, da una a 3 ore, solo per tenermi in movimento, senza alcun lavoro specifico. Successivamente ho cominciato a lavorare sul serio.

Che cosa hai fatto?

Ho innanzitutto affiancato alle uscite in bici la palestra un paio di volte alla settimana, con esercizi di forza esplosiva e massimale, poi ho fatto un po’ di lavori di forza sulla bici, questo nelle prime due settimane. Nelle due successive ho effettuato lavori di qualità, VO2 max e dietro motori alternando salita e pianura.

Covili grinta
Il 25enne di Pavullo mette sempre una grande grinta in corsa. Prezioso per i compagni, sa curare la classifica
Covili grinta
Il 25enne di Pavullo mette sempre una grande grinta in corsa. Prezioso per i compagni, sa curare la classifica
Quando tornerai in gara?

Si ricomincia il 4 agosto con il Sazka Tour in Repubblica Ceka, gara di 4 tappe che conosco bene, lo scorso anno fui 6° correndo per Zana che portò a casa la vittoria in classifica generale. E’ una corsa che mi si addice, spero di avere già una gamba abbastanza buona per poter dire la mia in classifica generale.

E’ evidente ormai la tua propensione per le gare a tappe, sei uno dei pochi italiani che riesce a essere puntuale nei quartieri alti delle classifiche…

Ho sempre avuto grandi doti di recupero. Nelle corse a tappe così brevi, nel secondo e terzo giorno rispondo sempre meglio. Anche al Giro d’Italia sono andato in crescendo con la punta del 6° posto a Cogne nella tappa numero 15. Tra l’altro riesco a “digerire” bene anche le giornate di riposo che creano sempre problemi a molti corridori e non faccio molto, ma quando si riparte mi sento come nuovo.

Covili Cogne
L’evidente soddisfazione dell’emiliano al traguardo di Cogne, finendo 6° a 5’08” da Ciccone
Covili Cogne
L’evidente soddisfazione dell’emiliano al traguardo di Cogne, finendo 6° a 5’08” da Ciccone
Si è parlato molto, dopo il Giro, della difficoltà nel ciclismo italiano di trovare interpreti per le corse a tappe. Tu come giudichi la tua prestazione in prospettiva futura?

Credo di essere andato bene, oltre che quarto italiano sono anche stato 5° nella classifica dei giovani. E’ chiaro, non sono risultati da far accapponare la pelle, ma hanno un loro significato. In tre tappe sono riuscito a entrare nelle fughe e in altre ci ho provato, ma si sa che al Giro riuscire a centrare la fuga non è molto semplice. A Cogne stavo davvero bene, forse si poteva fare anche qualcosa in più.

A questo punto però non hai la sensazione di poter ambire a squadre più grandi?

Io con loro ho ancora un anno di contratto e mi trovo molto bene. Non posso negare che mi piacerebbe fare uno step in avanti, trovare un ingaggio in una squadra WorldTour per riuscire finalmente a coronare il mio sogno che è correre il Tour de France. Con Carera ne abbiamo già parlato, anche lui pensa che potrei trovare mercato in qualche grosso team, ma se ne parlerà fra un anno. Qui intanto posso crescere ancora e l’ambiente è quello giusto per farlo considerando anche il calendario che disputiamo, neanche poi tanto dissimile da quello di una WorldTour.

Covili Reverberi 2022
Covili insieme a Roberto Reverberi: il contratto con la Bardiani si prolunga nel 2023
Covili Reverberi 2022
Covili insieme a Roberto Reverberi: il contratto con la Bardiani si prolunga nel 2023
Che cosa ti aspetti da ora fino alla fine della stagione?

Vorrei fare altri passi in avanti, continuare su questo trend di corridore affidabile per le gare a tappe. La prova del Sazka Tour è molto importante per me. Sono tutte tappe con 3.000 metri di dislivello, con un paio di arrivi in salita, se la gamba risponde potrei anche puntare a un successo parziale che significherebbe dare un nuovo senso a tutta la stagione visto che aspetto ancora il mio primo centro da pro’. Se poi mi trovassi a lottare per la classifica non mi tirerei indietro, basta che non si dica che è una gara minore: ci sono almeno 3-4 squadre WorldTour e molte altre presenti col team Development. Sarà battaglia…

Dopo Ciccone arriva Covili, primo italiano per la maglia bianca

23.05.2022
4 min
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Tolto il Ciccone vincitore, il secondo italiano sul traguardo di Cogne è stato Luca Covili, 25 anni di maglia Bardiani-CSF-Faizané. Consapevole di non aver vinto coppe, ma di aver concluso al sesto posto una fuga durissima da portar via, il corridore di Pavullo del Frignano sul traguardo ha salutato il pubblico e poi è rimasto fermo per venti minuti a godersi la scena, mentre i colleghi di altre squadre scendevano a valle col fischietto al collo. Si fa così quando il parcheggio dei pullman è posto a inizio salita. E non osiamo pensare alle parole che saranno volate quando i corridori si sono resi conto che quei provvidenziali tratti di discesa dell’ultima scalata, si sono trasformati in rampe anche ripide per arrivare al meritato riposo.

Shooting fotografico al via da Budapest: per Covili è la 3ª partecipazione
Shooting fotografico al via da Budapest: per Covili è la 3ª partecipazione

Maglia bianca

Fra le statistiche che a fine Giro saranno probabilmente riviste, per il momento Covili è anche il primo italiano nella classifica dei giovani: sesto. Davanti a lui ci sono nomi difficilmente scalzabili. Almeida, in lotta per il Giro. Lopez, maglia rosa fino a Torino. Arensman, nuovo leader del Team DSM dopo il ritiro di Bardet. Buitrago, anche lui in fuga ieri verso Cogne. Sivakov, che dovendo lavorare per Carapaz potrebbe dover rinunciare alla lotta fra i pari età. Ma forse ieri sul traguardo a questo Luca non pensava.

«Sin dal mattino – spiega – avevamo intenzione di andare in fuga, perché sapevamo che era una tappa adatta. Ovviamente bisogna avere le gambe e infatti la fuga è andata via dopo 80 chilometri e svariati tentativi in cui hanno provato a entrare anche altri miei compagni. Alla fine si è sganciato un gruppo numeroso e io mi sono ritrovato a bordo. Ho cercato di limitare il più possibile la spesa di energia, ma sulla seconda salita abbiamo fatto un ritmo forte fin da subito. Per questo ho cercato di andare su col mio passo. Alla fine nel mio gruppetto eravamo rimasti in quattro (con lui c’erano Tesfatsion, Mollema e Leemreize, ndr) e a 10 chilometri dall’arrivo sono riuscito a staccarli e a fare un sesto posto».

Al via della tappa di Potenza, Covili con Modolo, atteso dalla tappa di Treviso
Al via della tappa di Potenza, Covili con Modolo, atteso dalla tappa di Treviso

Giro in crescendo

Covili non è mai stato un grande vincitore, ma la sua regolarità non è mai mancata. Pallino di Locatelli alla Palazzago, ha chiuso il suo percorso fra gli under 23 alla Mastromarco e nel 2019 è passato professionista con la famiglia Reverberi. Il fatto che sia ancora lì, dopo i due anni del Covid che sono costati il posto a più d’un corridore, significa che la qualità c’è.

«Sto facendo un Giro in crescendo – dice – la condizione è super buona. E vediamo con le prossime tappe se si riuscirà ad andare nuovamente in fuga. Questa è la nostra filosofia. Nelle le strade c’è tantissimo pubblico. Dopo gli ultimi due anni del Covid, finalmente è tornato a esserci il pubblico del Giro d’Italia. Adesso ci godiamo il giorno di riposo. Recuperiamo un po’ di energie e poi vediamo come muoverci. La tappa del Mortirolo potrebbe essere già buona, sono quelle sfide che mi gasano. Ne parleremo con la squadra, però sicuramente sarà un giorno per le fughe e proveremo a entrarci».

Bardiani da decifrare

Nel difficile Giro di chi sapeva già dalla partenza di lottare per le briciole, la Bardiani si tiene stretto intanto il secondo posto di Gabburo a Napoli e osserva con curiosità l’evoluzione di questo Covili. Il team, che già prima del via da Budapest aveva dovuto rinunciare a Battaglin, non ha mantenuto per ora le attese anche in termini di presenza nelle varie fughe. Basti pensare che fra i primi 10 della classifica dei chilometri in fuga risultano tre corridori della Drone Hopper-Androni, tre della Eolo-Kometa e poi vari uomini WorldTour fra cui Alessandro De Marchi. E’ chiaro che vincere una tappa sarebbe certo meglio di salire su quel podio, ma l’assenza è pur sempre spia di un atteggiamento in corsa o di un livello di prestazione individuale non ancora al meglio.

«Ma in squadra – dice Covili – c’è un clima sereno, proveremo ancora e siamo sempre concentrati sull’obiettivo. Adesso tiriamo un po’ il fiato. Da domani inizia un altro Giro».