Dal 12 al 16 febbraio si svolgeranno i campionati europei su pista. Uno dei principali motivi d’interesse dell’edizione di quest’anno è il suo teatro, il nuovissimo velodromo di Zolder inaugurato nello scorso giugno. Siamo in Belgio, ma l’impianto è un orgoglio di tutta una regione, il Limburgo, in condominio fra Belgio e Olanda. Tanto è vero che questa è solo la prima di una lunga serie di eventi.
A capo della sua organizzazione c’è una vecchia conoscenza del ciclismo internazionale, Marc Wauters. Professionista per oltre 15 anni con all’attivo anche una tappa del Tour e una Parigi-Tours, dal 2009 diesse della Lotto, Wauters è nativo di Hasselt, nel cuore del Limburgo belga e ha sempre avuto a cuore l’affermazione del suo territorio, vera patria delle due ruote. A lui spetta il compito di fare gli onori di casa parlando di come il velodromo s’inserisce e dà nuovo impulso alla sua tradizione.
Quando è nato il tuo impegno con il velodromo del Limburgo?
Il mio sogno è iniziato nel 2005. Parlo di sogno non a caso. Sono stato un professionista per 16 anni e al via della mia ultima stagione ho partecipato alla prima 6 Giorni. Non avevo mai corso su pista, ricordo che ero accoppiato a Tom Boonen, lui campione del mondo e io campione belga a cronometro. Non avevo mai guidato su pista, mi allenai al mattino e alla sera ero già in gara. Ricordo che quell’impianto dove eravamo mi lasciava perplesso, non c’era neanche uno spazio centrale ricavato, stanze interne per adeguati spogliatoi e così via. Pensai che c’era bisogno di qualcosa di nuovo, diverso. Pensai che c’era bisogno di un velodromo nuovo, uno spazio per i giovani, per il futuro. Meno di due anni fa il sogno ha iniziato a concretizzarsi.
Come lo hai pensato?
Non è stato facile, tanto è vero che il progetto è cambiato almeno tre volte. Dal 2015 abbiamo iniziato a metterci mano, ma non riuscivamo mai a trovare una quadra. Volevamo fare le cose in grande, poi l’Uci ha aperto una porta per il mondiale su pista nel 2028, ancora da assegnare e l’occasione era ghiotta per poter proporre il Limburgo come suo teatro. Quindici mesi fa era tutto pronto, abbiamo apposto gli ultimi ritocchi e inaugurato l’impianto a giugno, poi abbiamo fatto le nostre richieste per grandi eventi a cominciare dai prossimi europei. Deve essere un impianto polifunzionale, tanto è vero che si presta anche agli eventi di Bmx e nel 2027 ospiterà gli europei di questa disciplina. Ha tutti i servizi e può ospitare grandi numeri di spettatori, essendo utile quindi anche per altre manifestazioni come partite di basket e concerti.
Come riesci a conciliare questi impegni con quelli con la Lotto?
Io sono il responsabile del ciclismo del circuito, ma sono anche il direttore sportivo del team. Quindi lavoro a tempo pieno per quasi tutto il tempo. Ho una vita frenetica, questo è certo… Ma con l’impegno si riesce a tenere dietro a tutto, poi lavoro con ottimi staff dei quali mi fido.
Ho letto che sono già previsti più eventi internazionali. State pensando anche ad altre attività come una 6 Giorni e altro per tenerlo impegnato anche d’inverno?
No, per le 6 Giorni, penso che il livello sia troppo alto. Inizierò ora con i campionati europei, poi vedremo. Abbiamo già avuto l’edizione del 2028, poi i mondiali juniores del 2026, gli europei di categoria l’anno successivo insieme alla rassegna di bmx. Puntiamo ai mondiali, vedremo. In Belgio ci sono già cinque 6 Giorni, è un’attività che ha più tradizione nella zona di Gand, lì c’è da oltre 100 anni. Non è facile organizzare una 6 Giorni, oltretutto ci sono pochi specialisti e pochi corridori che investono il loro tempo invernale su pista. Senza considerare l’esborso di denaro, le tante persone necessarie per la sua organizzazione. Il gioco non vale la candela. L’europeo è più semplice, ha risalto, è alla nostra portata per allestire un’edizione di grande livello. Andiamo per gradi, magari tra 10 anni la penserò diversamente e la 6 Giorni sarà fattibile.
La costruzione dell’impianto è legata anche alla volontà di dare nuovo impulso al settore della pista in Belgio?
Sicuramente. Noi abbiamo già impianti in Belgio, un paio, questo è il terzo e deve diventare un centro per la preparazione dei ragazzi. Già ora abbiamo tanta attività, tanti giovani che vengono ad allenarsi qui, su una pista con i crismi olimpici. Abbiamo pensato anche di mettere bici a noleggio, per far abituare i ragazzi alla pratica soprattutto del Bmx perché parte tutto da quello. Da noi ci si può avvicinare al ciclismo a costi molto popolari, è questo uno dei motivi dell’esistenza di questo impianto. Ho una buona sensazione al riguardo.
E’ una pista veloce?
Certamente, abbiamo lavorato molto per questo. Già nei primissimi mesi di attività abbiamo visto la realizzazione di due record nazionali, sul chilometro e nell’inseguimento femminili. Ottenuti su questa pista, il che dimostra che è molto veloce. Io spero che qui si possa realizzare anche un record mondiale.
Zolder era una località famosa per gli sport motoristici. Ora, tra il velodromo e la gara di ciclocross, ha cambiato la sua tradizione o La gente locale ama sempre più le auto?
Bella domanda. La società sta cambiando, ma me ne sono accorto già anni fa, quando ancora la Formula Uno era di casa. Uno dei primi atti dopo la fine della mia attività ciclistica è stata la creazione di una scuola di ciclismo, nel 2007, perché se ne sentiva il bisogno. Le nuove generazioni cercavano qualcosa di diverso dalla tradizione motoristica locale. E’ bello vedere ora così tanta gente che viene a pedalare qui e nei dintorni, tra l’altro l’impianto ha le luci ed è aperto anche alla sera, vi organizziamo attività tre volte a settimana. E a volte abbiamo più di 500 ciclisti sulla pista di quattro chilometri intorno all’impianto. Poi c’è il ciclocross. Una discilpina che ha una grande tradizione. Qui il ciclismo ormai è di casa, ha soppiantato la passione per i motori.
La prossima settimana iniziano gli europei: gli spettatori che cosa troveranno?
Per me è una grande occasione e siamo molto emozionati. Spero che la gente della regione qui venga in massa. Per il fine settimana siamo già vicini al sold out, speriamo che venga tanta gente anche negli altri giorni. Anche ai mondiali su strada avviene questo, tutti presenti nel weekend, poi gli altri giorni si riempiono alla fine. Ma i segnali che ci arrivano sono molto positivi e io spero che le prestazioni siano all’altezza. Non nascondo che spero tanto in un primato mondiale, darebbe un’impronta al velodromo.
Ultima domanda legata alla Lotto: che cosa ti aspetti da questa nuova stagione?
Noi stiamo lavorando soprattutto pensando alle classiche. Abbiamo il campione belga (Arnaud De Lie, ndr), spero che possa far bene su percorsi che gli si adattano. Ha imparato dai suoi errori, penso che possa far meglio dello scorso anno. La nostra è una squadra molto giovane. Dobbiamo lavorare duro per raccogliere più punti possibile e rientrare nel WorldTour. Ci faremo trovare pronti.