Due anni alla Uae, ma ora Zanetti ha scelto un’altra strada

07.01.2024
5 min
Salva

Il cambio di squadra di Linda Zanetti ha destato molto rumore nell’ambiente. Le parole di Bertogliati risuonano ancora forti, nella sua analisi dei due anni della giovanissima elvetica al UAE Team Adq, il primo nel team principale, il secondo in quello Development dove volevano lasciarla a dispetto del suo ottimo 2023. Una decisione che non è piaciuta al manager e ha spinto la svizzera fra le braccia della Human Powered Health.

Linda Zanetti, 21 anni, nel 2023 ha affrontato 53 giorni di gara con 6 vittorie e 12 Top 10 (foto Instagram)
Linda Zanetti, 21 anni, nel 2023 ha affrontato 53 giorni di gara con 6 vittorie e 12 Top 10 (foto Instagram)

Grazie al UAE Team Adq

Dopo l’intervista a Bertogliati era importante sentire direttamente dalla Zanetti il suo parere, le sue idee sul recente passato e soprattutto sulle sue prospettive, ma chi si aspettava da lei parole di fuoco rimarrà deluso.

«A conti fatti – dice – non posso che ringraziare la Uae perché mi ha dato una grande opportunità. Quando sono arrivata, ero una novizia a tutti gli effetti ed è stata davvero dura. Ho dovuto imparare tanto, io ero una biker proiettata in una disciplina completamente nuova, affrontando gare che erano impossibili da finire. Nel secondo anno sono passata al devo team ed è stata la decisione giusta, con gare più adatte a me, ma certamente all’inizio un po’ di delusione c’era, mi sentivo declassata».

Per Linda un prestigioso podio agli europei U23, dietro la vincitrice Pluimers e Shackley
Per Linda un prestigioso podio agli europei U23, dietro la vincitrice Pluimers e Shackley
Il tuo però è stato un anno decisamente positivo, con 6 vittorie e il bronzo europeo per under 23…

E pensare che avevo iniziato male la stagione, forse proprio perché psicologicamente mi sentivo bocciata, ma poi ho capito che avevo tanto da imparare e piano piano ho trovato il ritmo giusto, quella forma che l’anno prima non avevo mai raggiunto.

Con quei risultati pensi che meritavi la promozione nella prima squadra?

Non devo dirlo io. Ho parlato tanto con i miei procuratori su che cosa fosse meglio per me. Io avrei anche continuato, ma l’esperienza fatta doveva portarmi a nuovi sviluppi, così mi hanno consigliato di accettare la proposta della Human Powered Health, perché il loro progetto si attaglia maggiormente alle mie aspettative e possibilità. Credo in questi due anni di avere imparato tanto, ma so che la strada è ancora lunga e devo fare ancora molto. Ora entro in un team dove affronterò gare del massimo livello, in una squadra strutturata e con compiti precisi che mi verranno assegnati. Sarà un altro passo di crescita.

Il 2023 non è stato sempre semplice: qui la caduta e il ritiro alla Vuelta Andalucia, dopo il 2° posto iniziale
Il 2023 non è stato sempre semplice: qui la caduta e il ritiro alla Vuelta Andalucia, dopo il 2° posto iniziale
Hai mai avuto nostalgia della mountain bike?

E’ il mio primo amore, ogni tanto anche vedendo le gare un po’ di malinconia mi viene, ma fa parte del passato. Qualche volta mi alleno ancora fuoristrada, ma non è un’attività che si sposa benissimo con la strada. E’ più un divertimento, qualcosa per uscire dai rigidi schemi di preparazione.

Eppure vieni da un ambiente, quello elvetico, dove la doppia attività è quasi un must, soprattutto sentendo le idee di Telser che è il nume tutelare del ciclismo femminile rossocrociato…

E’ vero, le ragazze da noi vengono indirizzate verso ogni disciplina, quasi spremute per far emergere le loro attitudini. Quando sei giovanissima è bello applicarsi su tutto per conoscersi meglio. Poi però bisogna fare una scelta e io mi sento una stradista al 100 per cento.

La vittoria in Olanda, alla EPZ Omloop van Borsele ha dato un’impronta alla sua stagione (foto organizzatori)
La vittoria in Olanda, alla EPZ Omloop van Borsele ha dato un’impronta alla sua stagione (foto organizzatori)
Qual è stato il momento più bello della tua passata stagione?

Non uno solo. In maglia Uae la prima vittoria, alla EPZ Omloop van Borsele. Ero partita per fare i traguardi volanti e lavorare per le compagne, poi mi sono ritrovata in fuga cercando di tenere e alla fine ce l’ho fatta. E’ stata una vittoria totalmente inaspettata, per il team e per me, mi ha dato nuovo vigore. Poi il successo al Tour de l’Avenir, quando vinci con la maglia della tua nazionale tutto ha un sapore diverso. Inoltre non conoscevo le mie compagne di squadra e in poco tempo si era formato un bel gruppo, è stata una grande esperienza.

Come ti trovi nel nuovo team?

Abbiamo effettuato il nostro primo ritiro a dicembre, importante per mettere chilometri, ma soprattutto per conoscerci. Mi piace molto il progetto alla base della squadra, completamente incentrato sulle ragazze e dove potrò crescere senza pressioni, potendo fare gare importanti. Per me è stato studiato un buon programma, con tante gare importanti.

Per Zanetti primo approccio con le compagne in Spagna, trovando subito una bella sintonia (foto Instagram)
Per Zanetti primo approccio con le compagne in Spagna, trovando subito una bella sintonia (foto Instagram)
Sai già quali?

Inizierò a fine mese con la Clasica de Almeria, poi il Uae Tour. In primavera farò poche classiche del Nord, probabilmente un paio, e gareggerò soprattutto in Spagna, in un contesto più adatto al mio attuale livello.

Questo è l’anno olimpico. E’ vero che sei molto giovane, ma nel fondo del cuore una speranza di convocazione ce l’hai?

Più che una speranza, è un sogno. So che non ho abbastanza esperienza anche se la Svizzera ha diritto a 4 posti. Sono in tante a competere per una chiamata, io so che avrò altre possibilità in futuro. Ma d’altronde penso anche che sono i risultati e il comportamento in corsa a determinare le scelte, quindi devo pensare solo a fare la mia parte.

Bertogliati fuori dal UAE Team Adq, ma ha qualcosa da dire

05.01.2024
7 min
Salva

Rubens Bertogliati è in vacanza sulla neve di San Bernardino. Lo svizzero, che sino a fine stagione è stato il team manager del UAE Team Adq, ha preferito non affrontare il tema del rinnovo del contratto in scadenza. Che qualcosa non andasse si era capito osservando il gigantismo del team in trasferta, capire il perché dell’uscita è un alto affare. E la cosa migliore in questo caso è fare domande.

Per chi non lo conoscesse, Bertogliati è nato a Lugano 44 anni fa. E’ stato professionista dal 2000 al 2012, correndo anche con Lampre e Androni. Fra i trofei più cari, spicca la vittoria di tappa al Tour del 2002 che gli valse anche la maglia gialla per due giorni. Dopo aver smesso di correre, è stato direttore sportivo e allenatore alla IAM Cycling, poi alla Cervélo Bigla femminile, infine è passato alla UAE Emirates. Prima nel 2019 come allenatore degli uomini, poi dal 2022 come manager della neonata squadra femminile (in apertura, lo vediamo in una foto Instagram con Erica Magnaldi a fine Giro 2023).

Nel 2023, secondo anno della gestione Bertogliati, il UAE Team Adq ha chiuso al 4° posto mondiale, nel 2022 era 7°
Nel 2023, secondo anno della gestione Bertogliati, il UAE Team Adq ha chiuso al 4° posto mondiale, nel 2022 era 7°
Come mai hai preferito uscire?

Il contratto scadeva e ho preferito non rinnovarlo. Ho anticipato una decisione che secondo me sarebbe arrivata dall’alto. I motivi sono tanti, forse anche troppi da raccontare in pubblico. Si può dire che non avevo la stessa visione della proprietà del team. Il loro riferimento è sempre stata la squadra maschile, che in 4-5 anni è arrivata a vincere il Tour e ad essere la numero uno al mondo. Penso che con le donne si vogliano bruciare le tappe.

Perché lo pensi?

Per crescere in modo sano e duraturo, il ciclismo femminile ha bisogno di una costruzione più graduale. Okay, arrivi a essere primo, poi cosa fai? Deve rimanerci e per farlo devi avere una struttura che te lo consenta. E struttura non significa andare al Tour con 16 persone di staff, quelle sono esagerazioni. Sappiamo tutti che si tratta di sport, tra fare primo e secondo è spesso una questione di attimi che sono indipendenti dall’investimento finanziario. Io mi sono scontrato molto su questa visione, eravamo su posizioni differenti.

Ci sono state discussioni?

Se prendi Bertogliati, prendi il pacchetto completo. Quindi quello che va sul mercato e prende le ragazze, ma anche la persona che poi ti metti di fronte alle problematiche. Sarebbe bello che non ci fossero problemi, ma non è la realtà delle cose. Noi lavoriamo con tante variabili da gestire giorno per giorno. Magari ho due atlete che vanno bene e devo forzatamente decidere chi tira per l’altra: qualcuno si deve prendere la responsabilità e io me la prendevo. Però giustamente, devo avere la fiducia dall’alto e a un certo momento ho capito che non c’era più.

Arzeni è stato portato nel team da Bertogliati. Oggi è uno dei cinque diesse in ammiraglia
Arzeni è stato portato nel team da Bertogliati. Oggi è uno dei cinque diesse in ammiraglia
Perché dici che il ciclismo femminile sta crescendo troppo velocemente?

Faccio due numeri. Il Team Alé-Cipollini nel 2021 ha partecipato a 88 gare. E’ vero che si veniva dal Covid, alcune gare non erano ripartite e c’erano state sovrapposizioni e cambiamenti di date. Nel 2022, il UAE Team Adq ha fatto 110 giorni di gara. Nel 2023, abbiamo chiuso a 130 con 16 ragazze. Abbiamo corso tantissimo e anche il development team ha fatto un centinaio di giorni. Questo fa capire che il ciclismo femminile sta crescendo in maniera molto rapida, soprattutto come impegno atletico delle ragazze, ma non tutte sono pronte. E poi i percorsi…

Distanze più lunghe e dislivelli superiori.

Fino a 4-5 anni fa, certe strade non erano prese in considerazione, ad esempio l’arrivo sul Tourmalet. Adesso le ragazze fanno percorsi da uomo e questo richiede un repentino cambiamento della preparazione e della professionalità. Fino a 5 anni fa, molte andavano a scuola o avevano un lavoro accessorio, perché solo col ciclismo non potevano andare avanti. Oggi invece sono giustamente trattate come professioniste, che però non è solo uscire in bici e andare a correre. C’è anche come gestisci la corsa, la preparazione e lo stress, il recupero, la nutrizione. Siamo passati in due anni dal dilettantismo a questo nuovo mondo. La decisione di fare il team di sviluppo è stata una delle poche che ho condiviso, perché è la chiave per il futuro e Valentino Villa ha fatto un ottimo lavoro con Linda Zanetti, con Carbonari, Biriukova e Lara Gillespie. Eppure ad esempio ho notato che la proprietà del team storce il naso se le ragazze giovani devono prima finire la scuola.

Gianetti ha un ruolo in tutto questo?

No, non c’entra niente e forse sta volutamente alla larga. Avrei avuto piacere se fosse stato Mauro il mio referente, perché con lui si parla bene delle questioni e degli errori, si trova insieme la soluzione e il modo per non caderci nuovamente. Parliamo di atleti e anche di decisioni operative, come l’acquisto di un bus o prenderlo in affitto. L’acquisto del materiale fuori gara oppure la ricerca di uno sponsor che non è facilissima. Ho trovato nel team una visione diversa, che per me è totalmente sbagliata.

Silvia Persico stremata sul Tourmalet al Tour 2023: le ragazze sono tutte pronte per simili inasprimenti dei percorsi?
Silvia Persico stremata sul Tourmalet al Tour 2023: le ragazze sono tutte pronte per simili inasprimenti dei percorsi?
Parliamo di atleti: cosa intendi?

Linda Zanetti, svizzera di 21 anni. Ne avevo parlato con “Edi” Telser della nostra nazionale, che è un’eminenza del ciclismo femminile. Io la conoscevo, lui la raccomandava, abbiamo messo in due la mano sul fuoco. Aveva fatto dei buoni europei e dei buoni mondiali, così l’ho presa per il team WorldTour, dato che c’era un posto libero e all’inizio non avevamo ancora il devo team. La squadra era appena nata e la stavamo traghettando dalla realtà italana della Alé a quella più internazionale e Linda si sposava bene con il progetto. Veniva dalla mountain bike, le sue esperienze su strada le aveva fatte con la nazionale. Per cui l’abbiamo fatta passare e, a causa dell’indisponibilità di cinque ragazze, si è ritrovata a correre tantissimo anche in gare WorldTour, con le prevedibili difficoltà. Per cui nel 2023 abbiamo deciso di passarla nel team di sviluppo, che nel frattempo era nato. 

E come è andata?

Si è ritrovata in un ambiente più giovane in cui ha avuto più carte da giocare e ha fatto una grandissima stagione, con sei vittorie di peso. Al Tour de l’Avenir ha vinto una tappa e fatto meglio di ragazze come Eleonora Gasparrini e anche altre che uscivano dal Tour de France. A quel punto l’idea giusta era di riportarla nel team WorldTour, ma la proprietà ha bloccato l’operazione: volevano tenerla ancora nella development. Liberissimi di decidere, ma senza il mio nome. E alla fine è venuto fuori che Linda ha firmato con la Human Powered Health

Non le sarebbe servito crescere ancora?

Lo avrei capito se avessimo preso atlete di caratura gigante. Non so, si apre il mercato e prendo la Vollering. In quel caso dico a Linda Zanetti che è forte, la faccio firmare nel WorldTour, ma la tengo un anno ancora nella development. Ma non è stato questo il caso, sono state prese ragazze forti, ma del suo livello.

Linda Zanetti dal 2024 correrà alla Human Powered Health. Nel 2023 ha vinto 6 corse in maglia UAE Development
Linda Zanetti dal 2024 correrà alla Human Powered Health. Nel 2023 ha vinto 6 corse
Puoi fare un bilancio della tua esperienza?

Ho lavorato e fatto delle scelte. Sicuramente qualche errore c’è stato e me ne prendo la responsabilità, succede quando si prendono decisioni in tempi molto brevi. Sono contento dell’esperienza, perché mi ha fatto crescere come persona. E’ stata impegnativa, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche amministrativo, perché la firma era mia e avevo la responsabilità della gestione finanziaria della squadra. Comunque nel 2022 abbiamo chiuso al settimo posto mondiale, nel 2023 siamo stati quarti e secondo me, se avessi potuto fare come dicevo io, avremmo fatto anche meglio.

E adesso cosa farà Rubens Bertogliati?

Sei anni fa, mi sono laureato in Economia Aziendale e nel frattempo ho cominciato il master in Business Administration all’Università di Lugano, che concluderò a fine gennaio, devo solo consegnare la tesi. L’ho fatta sul confronto fra i modelli di business di calcio e ciclismo. Sono due mondi diversi e la ricchezza del calcio e la possibilità di dividere i diritti viene dall’unione di tutti gli attori in gioco. Nel ciclismo ogni componente tratta per sé, per quello non ci si arriva. Cosa farò? Mi guarderò intorno. Ho dei colloqui da fare, non escludo per un po’ un lavoro fuori dal ciclismo. Ma se dovessi rientrare, penso che lo farei nel femminile. Nonostante tutto, è un mondo ancora a misura umana e credo di aver accumulato l’esperienza per dare la mia impronta.