Mattio e la Visma in Norvegia: il primo ritiro è sugli sci

21.12.2024
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I corridori del devo team della Visma Lease a Bike sono volati in Norvegia, vicino a Lillehammer, per il consueto ritiro che dà inizio alla stagione. Una decina di giorni tra freddo e neve per conoscersi, divertirsi e fare sci di fondo. Sono passati due anni dalla prima volta che avevamo sentito parlare di questo nuovo modo di concepire il ritiro di dicembre. Ce ne avevano parlato con stupore e un tono divertito Dario Igor Belletta e Pietro Mattio. Ora che inizia la loro terza stagione nel team di sviluppo della Visma Lease a Bike questo ritiro è diventato una tradizione. 

Nel ritiro di Lillehammer i ragazzi del devo team della Visma hanno sciato quasi tutti i giorni
Nel ritiro di Lillehammer i ragazzi del devo team della Visma hanno sciato quasi tutti i giorni

Un lungo viaggio

Pietro Mattio poi sembra aver preso davvero gusto visto che nei giorni scorsi ha fatto un’uscita di 60 chilometri con gli sci da fondo. Il ragazzo piemontese è tornato a casa proprio ieri dal ritiro (mercoledì 18 dicembre, ndr) e ci racconta com’è andata.

«Sono rientrato a casa all’una di notte – ci racconta – dopo un viaggio di quasi sedici ore. Siamo partiti da poco sopra Lillehammer alle otto del mattino per arrivare a Oslo e prendere l’aereo per Amsterdam. Sono stato un po’ fermo in aeroporto per lo scalo e da Amsterdam sono arrivato a Milano. Per concludere il viaggio mi sono fatto anche un paio d’ore di macchina fino a casa».

Ormai questo è il terzo ritiro invernale per Mattio
Ormai questo è il terzo ritiro invernale per Mattio
Ci hai fatto l’abitudine ormai a questo ritiro di dicembre al freddo?

E’ la terza volta che vado su e devo dire di sì. E’ un bel modo per conoscere i nuovi compagni, stare tanto insieme e creare il legame giusto per affrontare la stagione. Poi quest’anno c’è stato un grande ricambio. Otto corridori sono andati via, tra chi è passato dal devo team al WorldTour e chi ha cambiato squadra. 

Come vedi i nuovi arrivati?

Ci sono dei ragazzi interessanti. Poi la squadra sceglie sempre corridori in grado di portare caratteristiche tecniche differenti. Dovremo trovare il modo di correre giusto, soprattutto per le gare a tappe. Diciamo che al momento ci manca il Nordhagen di turno, ovvero l’atleta di punta. Non che quelli che sono arrivati non siano forti, stiamo comunque parlando della Visma, non scelgono i corridori a caso. 

In una delle giornate di allenamento, Mattio ha fatto un’uscita sugli sci da fondo di 60 chilometri
In una delle giornate di allenamento, Mattio ha fatto un’uscita sugli sci da fondo di 60 chilometri
E sciare insieme com’è stato?

Divertente, come ogni anno. Dipende un po’ dal livello di ognuno, alcuni non avevano mai messo gli sci ai piedi. Nei primi quattro giorni siamo stati tutti insieme con l’istruttore, anche se io e altri non ne avevamo bisogno. Però è stato divertente anche stare accanto a chi stava imparando. 

Come avete suddiviso il tempo?

Uscivamo intorno alle nove del mattino per fare l’allenamento e rientravamo verso l’ora di pranzo. Ci dividevamo in gruppi in base alle abilità di ognuno. Devo dire che il livello era anche abbastanza elevato quest’anno, comunque abbiamo fatto belle uscite. 

Quella che sta per iniziare è la terza stagione nel team di sviluppo della Visma
Quella che sta per iniziare è la terza stagione nel team di sviluppo della Visma
Tu ne sai qualcosa, ne hai fatta una da 60 chilometri…

Eravamo io e un ragazzo norvegese, Jonas Hoydhal. In realtà l’ultimo giorno avevamo come obiettivo quello di fare 70 chilometri, ma la neve era troppo fresca e il percorso lento. 

Tra i 300 chilometri fatti un mesetto fa e in bici ei 60 sugli sci cosa preferisci?

In bici forse. Anche se 60 chilometri sugli sci da fondo si riassumono in quattro ore di allenamento più o meno. Lo stesso tempo di quando si fa un’uscita lunga durante la stagione. 

Nel 2025 Mattio correrà a metà tra la formazione WT e quella di sviluppo (foto Visma-Lease a Bike)
Nel 2025 Mattio correrà a metà tra la formazione WT e quella di sviluppo (foto Visma-Lease a Bike)
A livello fisico come l’hai gestita?

Alla fine è come se si pedalasse. I muscoli che si usano sono quelli, ovvero le gambe. Mentalmente penso sia un vantaggio però, perché mentre gli altri sono già in bici a fare chilometri noi abbiamo modo di allenarci ugualmente, ma di staccare ancora un po’. Aspettare così tanto tempo la bicicletta te la fa anche sognare, non vedo l’ora di riprenderla! 

Quindi ci si allena bene e con un buon riscontro anche sugli sci?

Assolutamente. Anche per l’alimentazione è simile alla bici, io mi portavo dietro la borraccia con dentro 60 grammi di carboidrati. E poi se si ha un po’ di tecnica si riescono a fare delle ripetute. Ad esempio noi prendevamo una salita e facevamo uno o due minuti forti e poi recupero, così per quattro o cinque volte. 

Mattio continuerà a essere una pedina fondamentale per la nazionale U23 (foto Tour de l’Avenir)
Mattio continuerà a essere una pedina fondamentale per la nazionale U23 (foto Tour de l’Avenir)
Tra quanto la riprendi la bici?

Già fatto. Domani (venerdì per chi legge, ndr) andrò nella casa al mare della mia famiglia a Bordighera per pedalare un po’ al caldo prima di Natale. Ci tornerò anche dal 28 dicembre al 6 gennaio, ho invitato con me due compagni norvegesi. 

Loro ti hanno portato al freddo, tu al caldo.

Esatto (ride, ndr). Sarà divertente e servirà per conoscerci un po’. Alla fine in Liguria le massime sono sui 13 gradi centigradi, magari finisce che loro pedalano in maniche corte!

Belletta: l’italian guy della Jumbo-Visma

11.12.2022
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Dario Igor Belletta è uno di quegli italiani con la valigia in mano, pronto a lasciare il nostro Paese per crescere e diventare un corridore professionista. Il suo futuro parla olandese, il giovane lombardo infatti correrà nel team development della Jumbo-Visma. In questi giorni Dario si trova in ritiro con la nuova squadra e i compagni, andiamo con lui a vedere che effetto fa far parte dello squadrone che ha vinto la classifica UCI nel 2022

«Ora siamo in Norvegia, a Lillehammer – esordisce euforico Belletta – per fare un ritiro di un paio di settimane. Niente bici, tante attività diverse ed un unico obiettivo: conoscerci e imparare a stare insieme. Sia tra corridori che con i membri dello staff».

Che cosa fate?

Tantissime cose, la mattina facciamo tutti insieme sci di fondo, qui a Lillehammer nel 1994 ci sono state le Olimpiadi invernali e gli impianti sono nuovissimi e gratuiti. E’ bellissimo, ognuno di noi prende gli sci e ci sono questi stadi pieni di piste e di persone che girano e si allenano. Qui le persone non camminano, sciano. 

Hai mai sciato prima?

Ho fatto qualche volta un po’ di discesa libera, ma fondo mai. Non mi sono trovato male, poi abbiamo un istruttore di tutto rispetto: un ex campione olimpico. Insomma, direi che per imparare era difficile trovare qualcuno di migliore (dice ridendo, ndr). 

E ti piace?

Tantissimo, è un modo per mettersi alla prova e uscire dalla comfort zone e cerchi di cambiare mentalità. E’ una caratteristica importante e impararla praticando uno sport nuovo è divertente.

L’obiettivo di questo ritiro è creare un gruppo squadra solido e unito
L’obiettivo di questo ritiro è creare un gruppo squadra solido e unito
E nel resto della giornata?

Si fanno molte altre attività, appena rientrati dallo sci si mangia, e per farci sentire parte di questo nuovo gruppo a me e Pietro (Mattio, ndr) lo chef cucinerà le lasagne. Nel primo pomeriggio si ha un po’ di tempo libero, c’è chi studia, chi come me fa qualche intervista o ci si riposa. Ci ritroviamo verso metà pomeriggio per fare uno spuntino e dopo si parla con lo staff dei vari obiettivi per la stagione. Poi la sera dipende, oggi (venerdì, ndr) c’è il quarto di finale dei mondiali di calcio: Olanda-Argentina, quindi si guarda la partita. E’ venuto anche il capo Richard Plugge per guardare la partita con noi.

I compagni, come sono?

Simpaticissimi, una cosa che mi piace moltissimo è che arrivano da tutte le parti del mondo. C’è una buona base olandese: su 14 ragazzi un terzo sono “di casa”. Ci sono poi ragazzi danesi, norvegesi, americani e io e Mattio, che ormai siamo stati soprannominati “the italian guys”. I ragazzi più grandi hanno il compito di stare con noi nuovi e farci integrare. Alcuni di loro nel pomeriggio vanno a fare dei test metabolici per un’Università norvegese con la quale il team collabora. 

Dario ha fatto parte della spedizione azzurra ai mondiali di Wollongong
Dario ha fatto parte della spedizione azzurra ai mondiali di Wollongong
Quindi per il momento ancora niente bici?

No, queste due settimane niente bici, anche perché fuori ci sono meno venti gradi (ride di nuovo, ndr). Quella la vedremo nei ritiri di gennaio e febbraio, staremo parecchio in Spagna a pedalare. Lo staff ci ha detto che questo momento serve per creare alchimia tra di noi. In Spagna si pedalerà molto e avremo meno tempo per passare dei momenti insieme. Quello che vogliono far passare è che non siamo delle persone con la stessa maglietta, ma facciamo parte di un progetto unico. Uno dei due ritiri, non so ancora bene quale, sarà con la squadra WorldTour

Emozionato?

Tantissimo, non vedo l’ora di pedalare con loro! Li ho visti solamente in televisione e tra poco me li troverò accanto. E’ incredibile.

Che mondo è?

Incredibile, è come passare su un altro pianeta. E’ tutto fatto nel modo giusto e con un programma alle spalle. Sono seri ma allo stesso tempo molto positivi e disponibili. Anche il fatto di provare un nuovo sport a dicembre, quando altre squadre sono già in bici, è strano ma piacevole. Alla fine pedaleremo tutto l’anno, non dico che diventa noioso, ma quasi. Fare una preparazione diversa è particolare e stimolante. 

Il giovane lombardo corre anche su pista, ai mondiali di categoria ha conquistato l’argento nella corsa a punti (foto Fci)
Il giovane lombardo corre anche su pista, ai mondiali di categoria ha conquistato l’argento nella corsa a punti (foto Fci)
Sei stato nella sede di s-Hertongenbosch?

Sì ed ho visto che ci siete stati anche voi. E’ qualcosa di impensabile, devi vederla per crederci. Io quando sono entrato mi sentivo un ragazzino a Disneyland. Infatti l’ho soprannominata la Disneyland del ciclismo. E tutta la loro mentalità ed organizzazione viene trasportata fuori, ovunque siano nel mondo. 

Hai detto che hai parlato con lo staff, cosa vi siete detti?

Una delle cose che mi ha sorpreso di più è che non ho avuto bisogno di presentarmi. Conoscevano già tutto di me, ma proprio tutto, degli ultimi quattro anni sapevano ogni virgola. Quando decidono di investire su di te lo fanno a tutto tondo. Gli obiettivi saranno quello di capire i miei punti deboli e quelli di forza. Per questo aspetto i ritiri di gennaio e febbraio saranno fondamentali. Ora vogliono conoscere l’aspetto umano, nei prossimi mesi il ciclista. 

E la pista?

Sono estremamente favorevoli alla doppia attività, la incoraggiano particolarmente anche perché i benefici si vedono. A me la pista piace e voglio portarla avanti, nei prossimi mesi parlerò con Villa e capiremo il programma da tenere in base al calendario.