Le aspettative di Van Eetvelt. Arriva il tempo dei Grandi Giri

24.01.2025
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Certe volte vincere non basta. Guardate Lennert Van Eetvelt: a soli 23 anni ha iniziato la sua stagione vincendo e l’ha chiusa vincendo, ha portato a casa due corse a tappe del WorldTour come Uae Tour e Tour of Guangxi, eppure per molti addetti ai lavori è stato un comprimario, forse perché ha saltato per infortunio tutta la primavera e la sua Vuelta è durata solo metà corsa. Inconvenienti di un ciclismo che tritura tutto e tutti, non dando il tempo di riflettere.

Per Van Eetvelt nel 2024 36 giorni di gara con 5 vittorie e ben 12 Top 10
Per Van Eetvelt nel 2024 36 giorni di gara con 5 vittorie e ben 12 Top 10

Promosso capitano della Lotto

Il giovane talento della Lotto però guarda avanti e così fa il suo team, che sapendo ben valutare un 2024 da protagonista lo ha eletto a capitano della squadra, insieme all’altro giovane Arnaud De Lie, puntando sulle sue qualità di corridore completo ma con ampi margini di miglioramento. Per il corridore di Binkom inizia una stagione importante, che parte però dalla difesa di quanto fatto.

«Per me è stata un grande passo avanti. E’ stato difficile arrivare dove sono, passando per molti infortuni e devo dire grazie al team che mi è sempre stato vicino, facendomi correre con alcuni dei ragazzi migliori al mondo in tutti i posti. L’anno passato mi ha dato molta fiducia, so che qualsiasi cosa mi succeda ho la forza per tornare ai vertici, lavorando con pazienza».

La prima vittoria del corridore Lotto nel 2024, battendo Vlasov e McNulty al Trofeo Serra Tramuntana
La prima vittoria del corridore Lotto nel 2024, battendo Vlasov e McNulty al Trofeo Serra Tramuntana
Quanto ti è pesato perdere 4 mesi di corse e saltare tutto il periodo delle classiche?

E’ stata dura, per tutta la prima parte dell’anno. Sentivo che non ero in gran forma all’inizio della stagione e avevo qualche dubbio se sarei riuscito a tornare al livello che volevo. Ci è voluto davvero molto tempo, ma è stato un cammino utile per capire quello che sono, quando posso essere resiliente. Ora ho più sicurezza. Guardate l’ultimo Lombardia: non ero al massimo, ma quando la corsa si è sviluppata ero lì, con Evenepoel e gli altri, a lottare. Significa che il mio livello di base è quello ed è un livello da vertici.

Lo scorso anno hai vinto due importanti corse a tappe: ti stai specializzando nelle prove medio-brevi o pensi che le corse di un giorno siano ancora le più adatte a te?

Spero in realtà di migliorare dappertutto ed essere in grado di competere per qualcosa d’importante nell’arco di un Grande Giro. Ma c’è ancora molta strada da fare, quindi ci sto solo lavorando. Il resto viene da sé, l’essere competitivo un po’ dappertutto, sono tappe per arrivare lì come dimostrano anche gli altri che corrono e vincono le grandi prove a tappe.

Il belga punta soprattutto a essere competitivo nei Grandi Giri, ma deve migliorare a cronometro
Il belga punta soprattutto a essere competitivo nei Grandi Giri, ma deve migliorare a cronometro
L’infortunio al ginocchio è risolto e per proteggerlo hai cambiato qualcosa nella tua preparazione?

Più che altro ho cercato di affinare le mie qualità per essere competitivo su vari obiettivi. Mantenere il mio scatto per le classiche, ma essere anche più performante in salita. Per ora l’aspetto sul quale ho meno dimestichezza sono le cronometro, dove pure agli inizi di carriera me la cavavo bene, ma su questo dovrò lavorarci.

Quando eri ragazzino ti affascinavano di più le classiche o i Grandi Giri?

Sicuramente le grandi corse a tappe. Il Tour de France. Era la mia corsa preferita da guardare ogni estate, ho sognato di essere lì, a lottare con i più forti. Quest’anno andrò puntando alle tappe e a capire bene come va interpretato, aprendomi comunque a ogni possibilità, alla Vuelta invece andrò per fare classifica. Il Tour resta la corsa regina ed è lì che voglio scrivere pagine importanti.

Alla Vuelta ritiro alla tappa numero 12, ma fino ad allora se l’era ben cavata con il 2° posto a Pico Villuercas dietro Roglic
Alla Vuelta ritiro alla tappa numero 12, ma fino ad allora se l’era ben cavata con il 2° posto a Pico Villuercas dietro Roglic
La Lotto conta molto su di te per centrare il traguardo del WorldTour: qual è l’atmosfera in squadra?

È davvero ottimale, siamo tutti carichi alla vigilia dell’inizio della stagione e vogliamo portare a casa quanti più punti possibile. Abbiamo una squadra giovane, anche io lo sono e me ne rendo conto, ma questo ti dà anche quel pizzico di spregiudicatezza che può fare la differenza. Ognuno è carico, entusiasta, pronto a dare il massimo e questo è molto, molto bello.

La tua è la generazione di Evenepoel: per voi ragazzi belgi l’olimpionico è uno stimolo in più per emergere?

Sì, penso che molto abbiano influito le vittorie di Remco. I corridori belgi della mia generazione sono tutti di altissimo livello ora e c’è un grande cambiamento nel ciclismo. I ragazzi più giovani puntano a emergere il prima possibile come ha fatto lui. Ognuno di noi vuole dimostrare che il suo non è stato un caso isolato, ognuno vuole arrivare al vertice.

Van Eetvelt comincia a essere molto popolare, in Cina facevano la fila per un suo autografo
Van Eetvelt comincia a essere molto popolare, in Cina facevano la fila per un suo autografo
Alla Lotto sarai il capitano con De Lie. Ci saranno corse dove gareggerete entrambi, come vi gestirete?

Abbiamo un tipo di calendario e di obiettivi completamente diversi, quindi sapremo coesistere, anche quando gareggeremo insieme, sacrificandoci l’uno per l’altro. Ci sosteniamo a vicenda perché prima di tutto viene il team. Abbiamo entrambi le nostre cose da fare.

Van Eetvelt, l’estate finisce con un contratto in tasca

28.08.2022
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«Finalmente sta finendo, quest’estate di m….». Sopracciglia aggrottate, poca voglia di parlare, anzi se fosse raffigurabile in un fumetto, si vedrebbe la nuvoletta piena di fulmini e teschi a mostrare una serie di parolacce irriferibili che attraversavano la sua mente. Alla partenza della settima tappa del Tour de l’Avenir, quella dominata da Cian Uijtdebroeks, l’umore del suo connazionale e compagno di squadra Lennert Van Eetvelt non era certo dei migliori.

La febbre che lo ha costretto al ritiro era solo l’ultimo capitolo di una china discendente intrapresa certo non per sua volontà. E pensare che sino a poche settimane prima tutto sembrava volgere al bello, anzi di più. Il giovanissimo talento della Lotto Soudal U23 aveva dimostrato al Giro d’Italia di categoria di avere stoffa, di continuare quella strada intrapresa a inizio stagione e passata per tanti risultati di spicco, tra cui il secondo posto alla Liegi e soprattutto la vittoria alla Corsa della Pace. Al Giro solo l’eccezionale Leo Hayter con la sua impresa a Santa Caterina Valfurva gli aveva impedito di cogliere un altro trionfo in un grande giro, ma in Francia era pronto a prendersi la rivincita. Invece…

Van Eetvelt Lotto
Lennert Van Eetvelt è nato a Tienen il 17 luglio 2001. Alla Lotto dal 2020, ha portato a casa 5 vittorie (foto Facepeeters)
Van Eetvelt Lotto
Lennert Van Eetvelt è nato a Tienen il 17 luglio 2001. Alla Lotto dal 2020, ha portato a casa 5 vittorie (foto Facepeeters)

Classiche o corse a tappe?

Caduta agli europei di categoria, poi il Covid che lo ha estromesso dal Giro della Valle d’Aosta, infine il malanno de l’Avenir. Il proverbio dice che non c’è due senza tre e Van Eetvelt lo spera ardentemente, per riallacciare il filo prima di passare nella squadra dei “grandi”. Queste disavventure non hanno infatti di certo intaccato la fiducia riposta su di lui. In attesa di capire di che pasta è fatto Evenepoel come specialista dei grandi giri, proprio su Van Eetvelt e Uijtdebroeks sono riposte le speranze del ciclismo belga, tanto forte nelle classiche d’un giorno quanto in attesa da tempo immemore di specialisti per le sfide da tre settimane.

Van Eetvelt i suoi passi li sta facendo, senza fretta. Paragonarlo al grande Remco sarebbe ingeneroso, il 21enne di Tienen è corridore che ha bisogno dei suoi tempi per scoprirsi, per capire. «Io cerco di evolvermi – affermava alla vigilia della sua seconda stagione nella categoria – non so dire se emergerò come scalatore o passista, come specialista di corse a tappe o di classiche d’un giorno. Certamente non sarò mai uno sprinter» chiosava ridendo di gusto.

Van Eetvelt 2021
Van Eetvelt sul podio del campionato belga U23 a cronometro 2021 (foto Marc Van Hecke)
Van Eetvelt 2021
Van Eetvelt sul podio del campionato belga U23 a cronometro 2021 (foto Marc Van Hecke)

Grande voglia di tricolore

Ci sono alcune gare che hanno certamente avuto più peso di altre nell’evoluzione giocoforza ancora parziale di Van Eetvelt. Una è il successo al campionato nazionale a cronometro nel 2021: «E’ la mia più grande vittoria, perché avevo fatto 5° alla crono del Giro alla mia prima uscita dell’anno nella specialità e lì avevo capito che potevo puntare a qualcosa di grosso. La maglia tricolore lo è, la sognavo fin da bambino. Ho focalizzato l’obiettivo è l’ho colto, questo è qualcosa di speciale».

John Lelangue, che gestisce tutto l’universo Lotto Soudal e che già aveva compreso le capacità di quel ragazzino tesserato per la formazione di categoria, non ci ha pensato due volte a allungargli il contratto, anzi gli ha garantito già due anni nella prima squadra, a partire dall’1 gennaio 2023. «Il team mi ha voluto dare sicurezza – ammette il corridore belga – Mi hanno fatto correre senza stress e questo mi è stato di grande aiuto».

Van Eetvelt Fauniera 2022
Van Eetvelt e il trionfo del Fauniera: un crocevia per la sua carriera? (foto Extragiro)
Van Eetvelt Fauniera 2022
Van Eetvelt e il trionfo del Fauniera: un crocevia per la sua carriera? (foto Extragiro)

Fauniera, sulle orme dei grandi

Un altro momento fondamentale nell’affermazione di Van Eetvelt è proprio la scalata del Fauniera, un momento di svolta forse nella sua carriera. Quel corridore che cercava di capire a che cosa poteva ambire, quel giorno, su rampe che hanno incoronato fior di campioni, si è esaltato e ai suoi occhi non è tanto la vittoria di tappa o la situazione di classifica che lo ha colpito, quanto la sua facilità a emergere anche in una montagna “vera”: «Io voglio diventare uno scalatore vero – affermava qualche tempo prima del Giro – non solo per strappi da 10 minuti. Non ho mai affrontato una salita davvero lunga, impegnativa, continua, ma dovrei essere in grado di farlo e voglio mettermi alla prova».

Anche Van Eetvelt, anche se non lo dice, è fra i tanti che ha l’ossessione del Tour. Quella corsa che ai vicini di casa dei francesi sfugge dai tempi di un certo Eddy Merckx. Un’ossessione nata da bambino: «Ero davvero piccolo quando con i miei coetanei guardavamo le tappe del Tour e poi uscivamo con le nostre piccole bici e imitavamo questo o quel campione. Poi a 8 anni ho cominciato a gareggiare sul serio e ogni volta mi veniva sempre più voglia di provarci. Una voglia che aumenta ancora oggi».

Thalmann Alsace 2022
Lo sprint vincente di Thalmann al Tour de l’Alsace, Lennert mastica amaro (foto Jean Paul Kaiser)
Thalmann Alsace 2022
Lo sprint vincente di Thalmann al Tour de l’Alsace, Lennert mastica amaro (foto Jean Paul Kaiser)

Quella curva presa male…

Prima de l’Avenir, Van Eetvelt sognava: centrare il podio anche nella terza grande corsa a tappe U23 sarebbe stato il miglior lasciapassare per il professionismo. Si era preparato al Tour de l’Alsace, dove ha fatto vedere che anche in un arrivo ristretto può cavarsela, finendo secondo nella seconda tappa dietro lo svizzero Thalmann, «ma solo perché ho sbagliato ad affrontare l’ultima curva lasciandogli un po’ troppo spazio. Più che la seconda piazza nella classifica generale non mi è andato giù quel risultato, perché potevo davvero vincere».

Ora, tornando a casa, Van Eetvelt ha ancora più fame di vittorie e magari chissà che si prenda la sua rivincita agli antipodi, provando a far saltare il banco mondiale…

I nuovi talenti belgi, più Pogacar che Van Aert

17.06.2022
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I belgi continuano a sfornare talenti in quantità industriale. Dopo le lodi cantate a proposito di Cian Uijtdebroeks approdato in pompa magna fra i pro’ bruciando le tappe come aveva fatto l’illustre connazionale Evenepoel (in apertura, neanche poi tanto più grande…), dalle categorie inferiori stanno arrivando nuovi campioni, come quel Van Eetveld che dopo aver vinto la Corsa della Pace è in lotta quantomeno per il podio al Giro U23 oppure quel Segaert che è al primo anno di categoria eppure già è stato 7° nella seconda tappa a Pinzolo, quella del primo squillo targato Hayter.

Una produzione di giovani tanto forti quanto numerosi lascia pensare anche per un Paese come il Belgio, dove il ciclismo è da sempre una religione. Anche perché, se andiamo indietro nel tempo, si scopre che anche loro hanno vissuto dei momenti no. Certo, da Museeuw a Boonen, da Gilbert fino a Van Aert, campioni per le classiche ci sono stati sempre, ma dall’inizio del secolo erano diventati sporadici e poi resta sempre un grande buco, quello degli interpreti di corse a tappe.

Van Eetveld 2022
Lennert Van Eetveld, vincitore della Corsa della Pace 2022 e protagonista al Giro U23 (foto Facepeeters)
Van Eetveld 2022
Lennert Van Eetveld, vincitore della Corsa della Pace 2022 e protagonista al Giro U23 (foto Facepeeters)

L’importanza della Tv

Qui forse si nasconde la novità: i ragazzi di oggi sono avvezzi tanto alle classiche quanto, ma forse più alle corse a tappe. Come nasce questo cambio di passo? Valerio Piva, il diesse dell’Intermarché Wanty Gobert che da molti anni vive in Belgio, identifica questa esplosione in fattori ben precisi.

«Premesso che io sono sempre convinto si tratti di cicli che riguardano ogni Nazione – dice – e quindi anche noi italiani torneremo a sfornare talenti, in Belgio c’è un forte peso dato dalla Tv. Ci sono gare praticamente ogni giorno, ma non solo: ci sono programmi, talk show dove partecipano vecchi campioni, insomma si parla sempre di ciclismo e questo pesa nella cultura dei ragazzini».

Il ciclismo resta quindi lo sport nazionale belga, anche a scapito del calcio? «Diciamo che siamo su due piani diversi, ma paralleli. Il ciclismo è parte integrante di questo Paese. Intanto perché le piste ciclabili sono tante e rispettate e questo permette ai genitori di far uscire i figli con un po’ meno di patemi d’animo. A ben guardare, non sono poi tante le squadre ciclistiche giovanili, ma i ragazzi hanno la possibilità di crescere poi in team collaudati, come possono essere i development delle 3 formazioni WorldTour oppure la squadra di Axel Merckx».

Segaert 2022
Alec Segaert si è aggiudicato quest’anno il titolo nazionale a cronometro
Segaert 2022
Alec Segaert si è aggiudicato quest’anno il titolo nazionale a cronometro

Grandi Giri? C’è da aspettare…

Valerio Piva, affrontando il discorso sulla nouvelle vague belga più dedita alle corse a tappe, vuole però andarci cauto.

«Non dobbiamo prendere certi risultati per oro colato. E’ vero – dice – questi ragazzi fanno molto bene nelle corse a tappe di categoria, anche quelle più importanti. Ma so per esperienza che fra queste e le corse a tappe professionistiche, e non parlo dei grandi Giri, c’è una differenza abissale. Anche Evenepoel che pure è un talento cristallino, fra i pro’ ha avuto bisogno di tempo per adattarsi. Solo ora si sta affermando come corridore completo. Io non credo sforneranno vincitori di Giro e Tour in tempi brevi, per questo ci sarà ancora da aspettare».

Abbiamo sottoposto quest’analisi per molti versi severa a un altro interlocutore di peso. Il direttore tecnico della nazionale belga Frederik Broché che da parte sua conferma come ci sia un piccolo cambio di tendenza nel movimento giovanile.

«In Belgio gli ultimi anni – spiega – hanno visto emergere sempre corridori da classiche. Ciò è normale, vista la popolarità che hanno le gare in linea più importanti e il ruolo di trascinatori delle folle di campioni come Van Aert. Il classico corridore belga è un passista puro oppure veloce, capace di emergere anche negli sprint affollati. Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato, anche grazie alla multidisciplina. Ora i ragazzi cercano sempre più di essere corridori completi per poter emergere anche nelle corse a tappe».

Uijtdebroeks 2022
Per Cian Uijtdebroeks finora stagione da pro’ senza squilli ma con tanta esperienza
Uijtdebroeks 2022
Per Cian Uijtdebroeks finora stagione da pro’ senza squilli ma con tanta esperienza

Le nuove caratteristiche fisiche

Broché, a tal proposito, ha notato anche una nuova tipologia di corridore tra i più giovani talenti basandosi sulle caratteristiche fisiche.

«Prima – ragiona – avevamo atleti possenti, che raggiungevano anche gli 80 chili e che emergevano sul passo, oppure nel ciclocross. Al fianco di questi stanno però emergendo anche altri corridori, molto più leggeri, dai 60 chili in su, più portati per la salita e che abbinano alla leggerezza anche ottime capacità di guida mutuate dalla mtb. Devo dire poi che se in campo maschile questo ribollire ci fa ben sperare, fra le donne la situazione è molto più complessa. Abbiamo un deficit notevole che i successi della Kopecki hanno solo coperto parzialmente quest’anno».

Il tempo, solo il tempo potrà dare le risposte, se il Belgio avrà finalmente trovato interpreti da corse a tappe. Magari anche pretendenti per un podio al Giro o al Tour. Resta però un dubbio: non è che Merckx con le sue tonnellate di vittorie ha rappresentato un problema? In fin dei conti è lui l’ultimo belga grande interprete anche nelle corse a tappe.

«Beh, forse sì – ammette Broché sorridendo – ha lasciato un’eredità davvero pesante. Guardate Evenepoel, appena ha cominciato a vincere lo hanno subito etichettato come il “nuovo Merckx”. Per i giovani è un peso non indifferente, tanto è vero che ancora oggi a mezzo secolo di distanza ancora se ne parla. Questi giovani sono molto promettenti, ma bisogna anche saper aspettare e lasciarli tranquilli».