Intolleranza al lattosio: cos’è e perché è così diffusa?

07.04.2022
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Dopo le parole di Marta Cavalli a Rossella Ratto sulle ragioni del suo rapido perdere peso di fine 2019 e la soluzione rintracciata con il dottor Guardascione nell’intolleranza al lattosio, abbiamo interpellato il medico del Team Bike Exchange-Jayco per saperne di più. Di intolleranze alimentari si sente parlare ormai in modo massiccio. Alzi la mano chi non conosce qualcuno che ne sia interessato. E’ tuttavia curioso capire in che modo ciò colpisca un’atleta di vertice, in che modo abbia penalizzato le sue prestazioni e come ne sia uscita. Diciamo che il discorso riguarda Marta, ma potrebbe toccare ciascuno di noi.

«L’intolleranza al lattosio non è un’allergia – spiega Guardascione, varesino e Responsabile Medico del team australiano – sono due cose diverse. L’allergia al lattosio ce l’ha praticamente l’uno per cento della popolazione in età adulta, è una cosa seria ed è dovuta alla carenza di un enzima che degrada al lattosio e si chiama lattasi. L’intolleranza al lattosio è qualcosa cui arrivi per gradi e la individui facendo dei test in cui dosi la capacità dell’organismo di degradare il lattosio. Si fa con un test del respiro, si chiama breath test proprio per il lattosio. Non è invasivo e consiste nell’analisi dell’aria espirata del soggetto prima e dopo l’assunzione di lattosio (in apertura, foto My Personal Trainer, ndr). Il test va a misurare le quantità di idrogeno e metano presenti nell’espirato».

Marta Cavalli ha eliminato gli alimenti a base di lattosio, avendo subito grandi benefici
Marta Cavalli ha eliminato gli alimenti a base di lattosio, avendo subito grandi benefici
Ci saranno dei sintomi, giusto? Che cosa succedeva a Marta?

Succedeva che mangiava e andava in bagno. Aveva una forma di malassorbimento che, associata alla dieta che faceva per aiutarsi dal punto di vista organico generale, l’ha portata a un discreto dimagramento. Marta l’avevo in squadra quando era alla Valcar e ha perso 4-5 chili in qualche mese. Quando però abbiamo capito che qualcosa non quadrava, facendo dei test specifici per il lattosio, abbiamo scoperto che c’era alla base un’intolleranza abbastanza importante a questo alimento.

Si è risolta facilmente?

E’ stato sufficiente fare una dieta di eliminazione di tutti gli alimenti contenenti lattosio e i suoi derivati. Quindi latticini in primis e via dicendo, finché il problema si è magicamente risolto, tra virgolette ovviamente. Non ha più avuto quegli episodi, il fatto di mangiare e dopo mezz’ora dover andare in bagno, magari con scariche che le impedivano di assorbire anche tutto il resto.

Ha dovuto cambiare radicalmente alimentazione?

Nella sua dieta standard c’erano sempre comunque il latte alla mattina, anche se era un latte scremato, gli yogurt e qualche formaggio. Questo le aveva creato un’irritabilità all’intestino, per cui non aveva un assorbimento corretto neppure degli altri nutrienti. E’ stata sufficiente qualche settimana di training graduale, eliminando totalmente gli alimenti contenenti lattosio e piano piano si è arrivati all’equilibrio. Il lattosio è ovunque, anche nei banali integratori o negli aminoacidi ramificati che vengono confezionati in compresse che hanno dentro il lattosio, usato per compattare la compressa. Insomma, facendo le necessarie analisi, siamo arrivati alla soluzione. Nessuna magia…

Il lattosio è ovviamente negli alimenti a base di latte, ma si nasconde anche altrove
Il lattosio è ovviamente negli alimenti a base di latte, ma si nasconde anche altrove
Diceva che si tratta di un problema molto diffuso…

Faccio una premessa. Negli ultimi anni si è avuto un aumento enorme di questi problemi negli atleti, ma anche nelle persone normali. Avendo la fortuna di fare il medico di famiglia, ho l’occhio aperto anche sulla popolazione generale e ho tantissime persone intolleranti al lattosio, anche se non sono atleti. Il latte di adesso non è certo il latte di 20 o 30 anni fa, questo è scontato. Vuoi perché le mucche vengono allevate in un certo modo e vuoi perché vengono additivate come prima non si faceva. Questo latte in alcune persone può provocare disfunzioni di origine gastrointestinale. Si tratta sostanzialmente di problematiche di questo tipo. Solo alcuni hanno eruzioni cutanei, una piccola parte. Comunque negli atleti si verificano più casi, perché sono sottoposti a degli stress organici molto importanti.

Quando Marta Cavalli era alla Valcar non aveva sintomi del problema?

Diciamo che certe manifestazioni in quegli anni erano borderline. Marta era ed è ancora una ragazza molto sensibile, per cui ogni tanto aveva quegli episodi tipici che noi medici chiamiamo di colite o di colon irritabile. Però poi, scavando un po’, si è arrivati a scoprire tutto questo. Lei è comunque di costituzione magra e quei 4-5 chili che ha perso non li ha più ripresi.

Gli ordini di arrivo non hanno evidenziato un grosso calo di rendimento.

Nel 2019 infatti ha vinto la maglia tricolore ed era una delle italiane più forti. Poi è passata alla FDJ Nouvelle Aquitaine, una delle WorldTour più importanti e in mezzo a tante campionesse non sta certo sfigurando, anzi. Ora sta bene, il suo livello anche come atleta si è elevato rispetto agli anni della Valcar. Adesso è ancora una delle migliori atlete italiane anche nelle corse dure e quelle a tappe. Grazie anche a chi la segue dal punto di vista dell’allenamento e chi per la nutrizione, ha trovato il suo equilibrio.

Il dottor Carlo Guardascione è il Responsabile Medico del Team Bike Exchange-Jayco
Il dottor Carlo Guardascione è il Responsabile Medico del Team Bike Exchange-Jayco
Come si rintracciano (e si evitano) i cibi contenenti lattosio?

Ormai sugli alimenti, oltre a gluten free c’è scritto anche lactose free. E’ davvero ovunque, non certo nella bistecca e nel pollo, ma ad esempio c’è in alcune marche di prosciutto cotto. In base al cibo, ci sono vari gradi di concentrazione. Il consumo di latte incide di più di una barretta che contiene qualche traccia di lattosio. Ed è chiaro che un formaggio bianco disturbi più delle compresse di aminoacidi che ne sono rivestite. Una volta che abbiamo appurato che la causa fosse quella, Marta ha risolto gran parte dei suoi problemi. Ripeto, niente di troppo insolito. Il giusto percorso da fare per chiunque.

Troppo magra, ma non per scelta. Marta Cavalli si racconta

03.04.2022
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Siamo ormai abituati a vedere ciclisti sempre più magri, specialmente se scalatori. Tra le punte del ciclismo femminile italiano più longilinee c’è proprio Marta Cavalli che, nonostante la giovane età, ci ha raccontato di aver già avuto un’esperienza particolare con l’alimentazione (la foto @fdj in apertura la ritrae alla presentazione del team)..

Classe 1998, già campionessa italiana nella categoria donne elite nel 2018 e rappresentante del G.S. Fiamme Oro, negli ultimi due anni si è distinta più volte come scalatrice nelle gare internazionali vestendo i colori del team francese FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope.

Con il passaggio in Francia, Marta Cavalli ha cambiato caratteristiche tecniche. E’ alta 1,67 e pesa 53 chili
Con il passaggio in Francia, Marta Cavalli ha cambiato caratteristiche tecniche. E’ alta 1,67 e pesa 53 chili

Le prime tappe

«Ho sempre nutrito particolare interesse per l’alimentazione – racconta Marta – e mi piace anche mettere le mani in pasta. Sono cresciuta senza troppe pressioni fino da allieva, poi studiando da sola le linee guida della sana alimentazione, ho migliorato la mia dieta».

Marta, come la maggior parte dei ciclisti, purtroppo non ha mai avuto nessuna lezione di educazione alimentare, ma grazie agli approfondimenti fatti in materia, ha sviluppato uno spirito critico verso i falsi miti sul peso e la dieta, che ancora si raccontano nel ciclismo, specialmente quello italiano, e negli ultimi tre anni si è affidata a dei professionisti della nutrizione per migliorare ulteriormente la sua performance.

«In questi anni di ciclismo – conferma – ho imparato che è sempre importante avere una scorta di cibo in valigia, anche per le trasferte all’estero, quando fatichi a trovare gli alimenti che vuoi. Ed ho capito l’importanza di alimentarsi durante gli allenamenti così come si fa in gara, a differenza di quanto si tende a credere in Italia.»

Vittoriosa nel Team Relay agli europei di Trento, con Longo Borghini e Cecchini
Vittoriosa nel Team Relay agli europei di Trento, con Longo Borghini e Cecchini

L’estrema magrezza

«La prima dieta che ho ricevuto era fin troppo restrittiva per me – dice – non sopportavo l’idea di essere così limitata nella scelta degli alimenti e nelle porzioni. Così dopo qualche mese ne ho preferito una più flessibile ed ora, grazie al lavoro col nutrizionista, sto riacquisendo il benessere». 

Pochi forse sanno che Marta, proprio poco prima dell’inizio della pandemia ha sofferto di problemi intestinali che le impedivano di assorbire il cibo normalmente. Da lì un’estrema magrezza e lo sconforto psicologico nel vedere vanificare tutti gli sforzi e i sacrifici fatti in allenamento senza una ragione valida. 

«Avevo perso diversi chili – ammette – perché nonostante i problemi continuavo a gareggiare, ma non ero mai al 100%. Non capivo cosa causasse i miei disturbi intestinali e mi sentivo sempre vuota, debole e stanca. Ad inizio pandemia con l’aiuto del dottor Guardascione per esclusione, dato che non si potevano fare visite ed esami in ospedale, sono riuscita finalmente a capire che tutta la sofferenza era dovuta all’intolleranza al lattosio».

Dal 2017 al 2020, Cavalli ha corso alla Valcar, di cui è stata a lungo bandiera
Dal 2017 al 2020, Cavalli ha corso alla Valcar, di cui è stata a lungo bandiera

Riprendere peso

Marta ha iniziato così il percorso per recuperare il benessere intestinale e, cosa ancor più inusuale per un ciclista, per prendere peso.

«Inizialmente è stato difficile – riconosce – ho scoperto che il lattosio è praticamente ovunque, anche nel prosciutto per esempio. Ho dovuto sacrificare anche il mio sgarro preferito, il gelato, ma l’assenza dei sintomi, insieme alle sensazioni di nuovo positive mi hanno dato la forza per andare avanti».

Seguita da due professioniste della nutrizione, una personale e l’altra del team FDJ, Marta sta lavorando a tutt’oggi con impegno senza tralasciare il ben che minimo dettaglio per incrementare il suo peso e poter così raggiungere quello di forma, conforme alla sua struttura fisica e ideale per la performance. 

Ha chiuso la Gand-Wevelgem in 41ª posizione, subito a ridosso del primo gruppo
Ha chiuso la Gand-Wevelgem in 41ª posizione, subito a ridosso del primo gruppo

Un Fiandre così freddo

Alle 13,25 Marta prenderà il via al Giro delle Fiandre, con un clima freddo e invernale dal quale servirebbe un po’ di grasso per difendersi, così le abbiamo chiesto come si è preparata alla campagna del Nord.

«Visto il mio recente passato – spiega – non posso fare il classico carico di carboidrati la sera prima della competizione. Devo preservare l’integrità del mio intestino evitando grandi mangiate. Da due settimane ho incrementato la quantità giornaliera di carboidrati, ovviamente a basso indice glicemico, per garantire una buona riserva di glicogeno. A inizio stagione, invece, hanno monitorato i miei livelli di glucosio durante l’allenamento, così da potermi consigliare la giusta quantità di carboidrati all’ora sia per gli allenamenti che per le gare.

«E’ stato difficile adeguarmi a mangiare tanto durante gli allenamenti, ma è il modo migliore per prepararsi alla gara. Domani (oggi, ndr) farò una colazione normale, poi uno snack e in gara delle tartine di riso, preparate dalla nutrizionista del team, con miele, zucchero, cannella e Oreo, che sono senza lattosio».

Ringraziando Marta per aver condiviso la sua esperienza, non ci resta quindi, che seguire la diretta del Fiandre femminile, tifando lei e le altre italiane, che hanno dimostrato di essere in forma splendente.

E’ vero che il latte fa male? Risponde Giammattei

14.01.2021
4 min
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Latte e lattosio oggi sembrano essere il diavolo fatto cibo. Soprattutto nel mondo dello sport sono allontanati il più possibile. Ma perché? Lo abbiamo chiesto al dotto Carlo Giammattei, ora direttore U.O.S. Medicina dello Sport ambito territoriale Lucca-Versilia, ma in passato medico di molte squadre di primissimo livello: Saeco, Mapei, Fassa Bortolo, nazionale italiana…

Dottore, cos’è il lattosio? E perché in molti ne sono allergici o intolleranti?

Il lattosio è il principale zucchero del latte. Rappresenta il 98% degli zuccheri presente nel latte, oltre a essere presente anche in altri prodotti lattiero-caseari derivati. L’allergia alimentare si presenta unicamente in alcuni soggetti predisposti, dopo il contatto anche solo con minime quantità dell’alimento o tracce da contaminazione. L’intolleranza al lattosio invece si verifica in caso di deficienza dell’enzima lattasi che è in grado di scindere il lattosio, il principale zucchero presente nel latte (latte di mucca, di capra, di asina oltre che latte materno), in glucosio e galattosio. Il bimbo appena nato è in grado di produrre l’enzima lattasi ma con il passare degli anni questa capacità si riduce. Questo provoca la cosiddetta intolleranza al latte che, più propriamente, è un’intolleranza al lattosio.

Subito dopo l’arrivo i corridori integrano con borracce di proteine
Subito dopo l’arrivo i corridori integrano con borracce di proteine
E non si digerisce…

Se non viene correttamente digerito, il lattosio che rimane nell’intestino viene fatto fermentare dalla flora batterica intestinale con conseguente produzione di gas e di diarrea.

Nel ciclismo, ma non solo, viene demonizzato: perché?

Da alcuni anni il numero di italiani intolleranti al lattosio sembra in aumento, forse perché è cresciuta la consapevolezza e la conoscenza sulla patologia e di conseguenza anche i casi diagnosticati. C’è però anche un clima di allarmismo non giustificato nei confronti del latte e ormai da oltre 15 anni sono diffusi in Italia test alternativi per l’individuazione delle intolleranze alimentari, ma spesso non sono attendibili.

Integratori senza lattosio si trovano facilmente anche sui banchi del supermercato
Integratori senza lattosio si trovano facilmente anche sl supermercato
Che effetti genera questa intolleranza?

Non determina gravi problemi dal punto di vista clinico. Il lattosio non digerito viene fermentato dalla flora batterica intestinale creando meteorismo, come accade con molte fibre vegetali. Solo una piccola percentuale di persone intolleranti accusa sintomi di rilievo, come la dissenteria ed il gonfiore addominale. Poiché molta gente soffre di gonfiore addominale, frequentemente viene eliminato il latte sulla base di tale sintomo. Questa scelta di solito non apporta miglioramenti significativi, perché il meteorismo spesso è correlato ad altre cause molto diffuse come: sovrappeso, sedentarietà, insufficiente assunzione di frutta e verdura, insufficiente idratazione…

Molti integratori, a partire da quelli proteici, lo contengono… perché?

Il lattosio viene spesso utilizzato anche come additivo per le sue proprietà (conservante, addensante e stabilizzante): è possibile trovare lattosio nel dado, nel prosciutto cotto e altri insaccati e nella maggior parte dei prodotti da forno. Bisogna sempre leggere la composizione di tutti gli alimenti per evitare l’introduzione accidentale di quote di lattosio. Il lattosio si trova anche in molti farmaci da banco.

E come mai yogurt, parmigiano, ricotta…: alcuni cibi sono consentiti (anzi consigliati) pur appartenendo alla categoria dei latticini?

Oltre a cibi delattosati con un processo industriale, in commercio esistono diversi prodotti lattiero-caseari in cui il lattosio è normalmente assente o si trova in quantità molto ridotte, come gli yogurt (se non addizionati di panna), il Parmigiano, il Grana e in generale i formaggi stagionati, quindi questi alimenti possono essere consumati normalmente anche dai soggetti che sono intolleranti al lattosio.

Il latte al cioccolato agevola il recupero
Il latte al cioccolato agevola il recupero
Una volta si diceva che un bicchiere di latte caldo prima di andare a dormire conciliasse il sonno: è vero o è un falso mito?

Non c’è una giustificazione dal punto di vista biochimico. Il latte è sempre un alimento “ricco” che impegna comunque l’apparato digerente. E’ un effetto psicologico. Nel corso degli anni, diversi studi hanno cercato di capire cosa succede se bevi latte prima di dormire. Invece ci sono molti recenti studi che hanno dimostrato che l’assunzione di latte e cioccolato dopo allenamento ha portato ad una maggiore concentrazione di glicogeno nei muscoli 30 e 60 minuti dopo l’esercizio. I ricercatori hanno anche scoperto che bere il latte magro al cioccolato dopo l’esercizio fisico, ha aiutato a diminuire i marcatori di disgregazione muscolare rispetto al bere un comune sport drink e si ha un miglioramento della performance in vista degli sforzi successivi.

Oggi è impensabile vedere un professionista fare colazione con il caro vecchio cappuccino?

In effetti questa abitudine si è persa anche perché le nuove strategie nutrizionali per migliorare la performance negli sportivi prevedono per la colazione un elevato apporto calorico a base oltre che di carboidrati anche di proteine, che non ci possono fornire il classico cappuccino e brioche. Comunque il classico cappuccino può essere tranquillamente mantenuto. La maggioranza degli individui cui è diagnosticata l’intolleranza al lattosio digeriscono fino a 12 grammi di lattosio in una singola dose (in un cappuccino di solito siamo sotto i 7- 8 grammi). Con un apporto di 24 g, invece, si manifestano appieno i sintomi.