Il 2021 è un anno speciale per Lapierre, uno dei brand storici del ciclismo francese fondato nel lontano 1946 da Gaston Lapierre. Da allora l’azienda con base a Digione ha continuato a progettare e costruire biciclette di alta qualità e proprio in questi giorni ha festeggiato i 75 anni di attività.
La ricorrenza è stata doppiamente speciale in quanto ha coinciso con i 20 anni di collaborazione con Marc Madiot e con la sua Groupama-FDJ.
Marc Madiot, manager della Groupama-Fdj da anni con LapierreMarc Madiot, manager della Groupama-Fdj da anni con Lapierre
Una livrea speciale
Per festeggiare il doppio anniversario in casa Lapierre hanno deciso di fare le cose in grande. Dall’inizio del Tour de France è presente una grafica dorata su tutti i mezzi della squadra a partire dalle auto dei team manager, ai camion cucina e dei meccanici.
La stessa grafica è stata ripresa sul tubo piantone delle due specialissime in uso al team, l’Aircode DRS e la nuova Xelius SL. Stiamo parlando di due modelli top di gamma. L’Aircode DRS è stata pensata per i velocisti come Demare. La Xelius SL è invece la bici perfetta per gli scalatori come Pinot e Gaudu.
La parte anteriore della maglia…
E quella posteriore
Nella parte interna del colletto la scritta celebrativa dei 75 anni
Il pantaloncino visto da davanti…
E di lato… Il vestiario Lapierre è griffato Alè
La parte anteriore della maglia…
E quella posteriore
Nella parte interna del colletto la scritta celebrativa dei 75 anni
Il pantaloncino visto da davanti…
E di lato… Il vestiario Lapierre è griffato Alè
Una divisa celebrativa
In occasione del primo giorno di riposo del Tour, i ragazzi della Groupama-FDJ hanno indossato una divisa speciale realizzata appositamente da Alé, partner tecnico del team. Gaudu e compagni hanno così sfoggiato durante il loro allenamento defaticante un completo particolare (qui il video di lancio). Questo completo era formato da maglia e salopette in cui il color oro si andava a mixare in maniera perfetta con il nero, il grigio e il bianco per un risultato finale di massima eleganza.
Le divise utilizzate dai ragazzi del team sono state poi messe in vendita e il ricavato donato in beneficenza. Per chi lo desidera è comunque possibile acquistare lo stesso completo sul sito ufficiale Lapierre oppure presso i principali rivenditori del marchio francese presenti in Europa al costo rispettivamente di 119,00 euro per la maglia e 129 euro per la salopette.
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Lapierre, la bici di Demare e Guarnieri, ma anche di Marta Cavalli e Lorenzo Germani: in Italia se vuoi parlarne non puoi non passare attraverso la dialettica di Romano Favoino. Milanese trasferito a Finale Ligure per amore del vivere meglio, tecnico della downhill, dietro l’apparenza spesso ironica e disincantata, si nasconde un manager coi fiocchi, capace di leggere molto bene il momento del mercato e di riflesso del marchio che rappresenta. Un altro tassello molto prezioso per la nostra inchiesta che inizia ormai a contare interventi di grande qualità.
Romano Favoino è il responsabile di Lapierre ItaliaRomano Favoino è il responsabile di Lapierre Italia
Ti ricordi qualcosa dei primi tempi, quando eravamo tutti richiusi?
Ricordo benissimo, è la stessa domanda che faccio ai miei dealer. Vi ricordate quando il 28 aprile cominciai a dirvi che avevo delle bici da spedire, che vi sarebbero servite alla riapertura? Erano titubanti. Poi c’è stata la riapertura con il boom e chiedevano che gli spedissi qualsiasi cosa. In realtà come Lapierre siamo sempre stati fiduciosi. Ma certo non si poteva immaginare tutto questo. Il trend di crescita è talmente alto che nemmeno il miglior analista di mercato poteva prevederlo. Non credo c’entri il Bonus Mobilità. Anzi, quei soldi li avrei investiti diversamente.
Come?
Nelle infrastrutture. E’ bello avere la bici nuova, ma se non la puoi utilizzare, hai poco da fare. Se ci deve essere l’uso urbano, bisogna pensare che non tutti abitano in città e che i pendolari hanno bisogno di parcheggi sicuri alle stazioni o alle fermate della metropolitana. Oggi come oggi, l’Italia non è strutturata in questo senso, mentre la gente che si è avvicinata è davvero tanta. E avrebbe comprato la bici anche senza il Bonus, anche perché non c’è mai stata grande certezza sulla sua erogazione. E’ cambiato tutto.
Il test dei pro’ è una fase molto importante nello sviluppo del prodottoIl test dei pro’ è una fase molto importante nello sviluppo del prodotto
Un po’ generico…
E’ cambiato il mercato. Prima vendevi bici in prossimità delle fiere, perché l’appassionato cercava la novità, e semmai all’inizio della bella stagione. Ora c’è una richiesta costante ed è molto positivo. Poi sono cambiate le fasce di mercato. Ci eravamo collocati in un settore medio/alto, invece adesso vendiamo anche bici sotto i 1.000 euro e anche questo ci fa molto piacere. Segno che c’è sempre l’utilizzo sportivo della bici, per il quale in negozio cerchi un prodotto con dei contenuti, ma anche un utilizzo più basico.
Perché quelle bici a meno di 1.000 euro non si vendevano prima?
Perché non le chiedevano. I negozi spingevano solo le gamme alte, anche se noi, tolti i modelli da bambini, abbiamo bici più che dignitose a partire da 400 euro. Poi per i meriti del marketing e per i risultati sportivi – quattro vittorie di tappa al Giro ti danno visibilità – la gente ha iniziato ad associare Lapierre a prodotti di qualità.
L’elettrico sta conoscendo un boom destinato ad aumentareL’elettrico sta conoscendo un boom destinato ad aumentare
La crescita continuerà a lungo?
Prevediamo un trend che proseguirà anche negli anni futuri, con una crescita esponenziale sul fronte delle bici elettriche. Così almeno ci dicono i produttori di motori e componenti. Semmai ci sarà da fare i conti con la situazione di difficoltà oggettiva nel reperire la componentistica e con una logistica farraginosa che fa crescere i prezzi.
Credi che andrà avanti così nei prossimi mesi?
Almeno per i prossimi tre anni avremo un mercato in cui la domanda sarà superiore all’offerta e questo comporterà la ridefinizione delle forze in campo. E’ brutto dirlo, ma credo che ci sarà un po’ di pulizia dal punto di vista dei marchi. Se non hai la capacità finanziaria per fare programmi a lungo termine e stoccare in modo importante il magazzino, sei destinato a non reggere.
Bici sviluppate d’accordo fra la casa e il team, messe alla prova da centinaia di giorni di corsaBici sviluppate d’accordo fra la casa e il team
Non pensi che Shimano si rimetterà in pari prima o poi?
Più che di forza lavoro, si tratta di un problema di output delle linee produttive. Credo che Shimano sia al limite e per aumentare la produzione dovrebbe costruire nuove linee. Per cui immagino che al momento il signor Shimano stia parlando con i marchi più importanti per capire se i loro ordini andranno avanti ancora a lungo. Creare una catena di montaggio senza che poi serva sarebbe un esborso notevole. E poi mettiamo in conto che a monte c’è un problema nel reperire le materie prime.
Quelle per produrre effettivamente i componenti?
Esatto, quello che serve per fare l’alluminio, il carbonio, l’acciaio. E questo è un problema che non riguarda solo l’industria del ciclo, ma tutti i comparti della produzione.
La gravel di Lapierre sposa molto il concetto di libertàLa gravel di Lapierre sposa molto il concetto di libertà
Che cosa puoi dirci del rapporto fra Lapierre e la Groupama-Fdj?
Il legame è nato nel 2002 e questo ha condizionato molto lo sviluppo della gamma negli anni. Quando vado in Francia, mi capita spesso di trovare i tecnici della squadra, che lavorano con i Product Manager per sviluppare le bici nuove. E si tratta di modelli diversi rispetti agli attuali trend di mercato, ma è chiaro che se devi sviluppare la bici per un team, gli atleti abbiano tutto l’interesse che il loro strumento di lavoro funzioni bene. Se invece ogni due anni si cambiasse squadra, probabilmente Lapierre e il team di turno seguirebbero strade parallele.
Abbiamo detto dell’elettrico, che rapporto c’è fra Lapierre la gravel?
Gravel significa tutto e il suo contrario. C’è il gravel agonistico, con bici super leggere e piene di contenuti, e c’è il gravel che punta al cicloturismo e a girate in libertà. Lapierre è più vicina a questa seconda accezione. Il nostro telaio è in alluminio, ha la forcella in carbonio e le predisposizioni per i portapacchi o il reggisella telescopico. Non farei tanto l’analisi delle vendite, ma dei fattori che le hanno determinate. Chi compra oggi una gravel? E che uso ne vuol fare? Noi lo stiamo indagando, ma non posso anticipare i risultati cui stiamo arrivando. Personalmente associo il gravel a un’idea di libertà.
Guarnieri e Demare, coppia d’oro della Groupama FdjGuarnieri e Demare, coppia d’oro della Groupama Fdj
E’ una bici che sostituisce quella da strada oppure la Mtb?
Difficile da dire. Piuttosto la vedo come una seconda bici, è l’ulteriore acquisto per cui litigare con la moglie. E forse è una bici che ben si sposa con le esigenze pandemiche. Non possiamo allontanarci da casa, quale bici serve per il nostro territorio? E in base a questo si sceglie. Di sicuro il boom di questi modelli proseguirà nei prossimi due anni e sta portando con sé l’idea del viaggio in bici, con la produzione di borse e accessori dedicati. E’ un orientamento comune in altri Paesi, almeno in questo l’Italia si sta allineando col resto d’Europa.