Enjoy Stelvio Valtellina: chiusura da record il 24 settembre

14.09.2023
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Le iniziative di Enjoy Stelvio Valtellina sono un vero richiamo per gli appassionati di ciclismo. Un modo per vivere e percorrere le strade iconiche di questo sport in sicurezza e senza alcun pensiero, solo quello di pedalare. Il mese di settembre è stato quello finale per quanto riguarda questa iniziativa che, possiamo dire, sta andando avanti in grande stile. 

La giornata del 2 settembre ha accolto ben 12.000 ciclisti sulle rampe dello Stelvio (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
La giornata del 2 settembre ha accolto ben 12.000 ciclisti sulle rampe dello Stelvio (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Numeri da capogiro

Gli appuntamenti da segnare sul calendario erano tre: tutti all’inizio del mese: 1, 2 e 3 settembre. A questo giro gli appassionati pedalatori che hanno scalato queste montagne iconiche sono stati ben 14.000. Un numero da record che racchiude bene quanto sia importante l’iniziativa di Enjoy Stelvio Valtellina. Le salite interessate erano quelle dei Laghi di Cancano, del Passo dello Stelvio e del Passo Gavia. 

La chiusura del traffico, che porta via le macchine e i rumori che “inquinano” la natura incontaminata di queste salite, è stata anche aiutata dal bel tempo. «Il weekend di inizio settembre – ha affermato Gigi Negri, responsabile del progetto cicloturismo Provincia di Sondrio – è stato un super successo. Il tempo ci ha aiutato molto e gli appassionati hanno risposto presente. C’è stato un grande afflusso di stranieri, che approfittando della tre giorni di chiusura delle salite, si è goduta la Valtellina. Con un grande riscontro per il turismo in generale».

Un giornata aiutata anche da un tempo ed un clima ancora estivo. Riconoscete il primo da sinistra? (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
Un giornata aiutata anche da un tempo ed un clima ancora estivo (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Stelvio protagonista

Il re di queste giornate è stato il Passo dell Stelvio, che ha visto un’affluenza record nel suo giorno di chiusura: sabato 2 settembre. Dalle 8 alle 16 i ciclisti che hanno affrontato la “Cima Coppi” sono stati 12.000. La salita è stata scalata da entrambi i versanti italiani: da Bormio sono saliti 4.100 ciclisti, mentre dalla parte trentina, da Trafoi sono saliti 7.600 appassionati. 

Questo weekend valtellinese dedicato alla bici si è concluso con le salite dei Laghi di Cancano e del Passo Gavia. Rispettivamente chiuso al traffico l’1 e il 2 settembre, in questo caso per un orario ridotto: dalle 8,30 alle 12,30. In totale su queste due salite si sono alternati 2.000 sportivi. 

Una giornata dedicata alla bici in ogni sua forma: dalla strada al gravel passando anche mtb e e-mtb (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
Una giornata dedicata alla bici in ogni sua forma: dalla strada al gravel passando anche mtb e e-mtb (foto Enjoy Stelvio Valtellina)

Un grande successo

La cornice naturale del Parco Nazionale dello Stelvio ha contribuito sicuramente a richiamare una grande quantità di appassionati. I paesaggi di queste montagne sono, e rimangono, uno scenario dove la natura può dominare incontrastata

«Questa edizione del 2023 – dice ancora Gigi Negri – ha avuto un grande successo, e come ogni anno ci sono state bellissime sorprese. Possiamo affermare che la più grande è l’aver scoperto che ormai l’Enjoy Stelvio Valtellina è un evento internazionale. Personalmente me ne sono reso conto a giugno, quando parlando con dei turisti ci hanno detto di arrivare addirittura dal Messico».

Da segnalare infine, per domenica 24 settembre, l’ultimo appuntamento stagionale di Enjoy Stelvio Valtellina con la chiusura al traffico della salita a Campo Moro in Valmalenco (strada chiusa dalle 8,30 alle 12,30 da Pradasc – Lanzada).

«Domenica 24 settembre – conclude – termineremo questa stagione, ma stiamo già lavorando per la prossima. Ci saranno delle novità, che speriamo possano continuare a tenere alto il livello di questo bellissimo evento».

Valtellina

Davide Cimolai, Madonna di Campiglio, Giro d'Italia 2020

Cimolai e il gruppetto, un giorno fra amici…

22.10.2020
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Cimolai sorride e inizia a raccontare la giornata dei velocisti sullo Stelvio, in quella che poteva diventare una tappa infernale. Il friulano della Israel Start-Up Nation ha appena finito i massaggi e ha il tono rilassato di chi sarebbe pronto a ricominciare anche subito, ma la stanchezza è tanta.

«Ma oggi – dice – l’abbiamo gestita alla grande. Non siamo andati mai nel panico, perché con Guarnieri e i ragazzi della Groupama si è fatto un ottimo lavoro. Il gruppetto praticamente è partito sulla prima salita, ma ad essere onesti non pensavamo di perdere così tanto tempo sullo Stelvio. E alla fine c’è toccato andar forte sui Laghi di Cancano. Diciamo che un tappone di montagna come questo per noi velocisti è più da mal di testa che da mal di gambe…».

I buoni rapporti portano il buon umore. Una battuta qua e una là ed entriamo nella giornata del gruppetto, nel tappone con 5.700 metri di dislivello che ha premiato Jay Hindley e vestito Kelderman di rosa.

Arnaud Demare, Davide Cimolai, Elia Viviani, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Demare, Cimolai, Viviani, il gruppetto va…
Arnaud Demare, Davide Cimolai, Elia Viviani, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Demare, Cimolai, Viviani, il gruppetto va…
Subito il gruppetto, quindi?

Sulla prima salita verso Campo Carlomagno, è bastato uno sguardo e ci siamo ritrovati. Sempre i soliti, con Viviani, Guarnieri e gli altri. Siamo saliti bene e nella pianura successiva abbiamo raccolto altri venti corridori, perché davanti sono partiti abbastanza forte. Quindi ci siamo gestiti girando e siamo arrivati ai piedi dello Stelvio.

Serve testa per iniziare una gara ah handicap come questa?

Serve testa per gestirsi, tenendosi alla larga dalle nevrosi dei direttori che creano il panico. E poi ci sono i velocisti giovani, quelli che magari esagerano. Ma basta poco, gli si fa arrivare un bel richiamo e si mettono a posto. Alla fine a menare le danze siamo sempre gli stessi

Siete arrivati ai piedi dello Stelvio ed era freddo?

Ma no, alla fine ne avevamo tutti così paura che eravamo davvero coperti bene. E poi in cima ci siamo fermati e ci siamo vestiti per bene.

Si riesce anche a parlare in una salita così lunga?

Abbastanza, ma non crediate che andiamo su chiacchierando come in una passeggiata. Comunque si deve tenere un bel ritmo. E poi siamo velocisti, domani c’è l’ultima volata, quindi qualche considerazione su questo si è fatta.

Dicendo cosa?

Che Vegni ieri si sarebbe lamentato perché non ci sono stati attacchi. Mi rendo conto che potrei sembrare il tipico velocista che si lagna, ma a me alla fine cambia poco. Sarebbero state più spettacolari tappe più brevi e con salite di 8 chilometri da fare due volte, di tappe così lunghe con salite da 20 chilometri. Lo dico da appassionato. Siamo tutti sfiniti e mi rendo conto che l’assenza di attacchi al pubblico magari non piace.

Hai detto che non pensavate di perdere tanto sullo Stelvio…

Esatto, tanto che a un certo punto ai piedi dei Laghi di Cancano è arrivato Guarnieri a dirci di menare perché un po’ rischiavamo. Così abbiamo fatto tre chilometri forte e poi abbiamo potuto mollare ancora. Siamo arrivati a 50’58” con quasi 20 minuti di anticipo sul tempo massimo.

Come avete fatto la discesa dallo Stelvio?

Volando. Come dicevo, ci siamo fermati per vestirci e poi siamo andati a tutta. Vedevo poco fa su Strava e soltanto Masnada ha fatto meglio di me. Devo fargli i complimenti, lui era lì a lavorare per Almeida.

Domani si arriva in volata, avete risparmiato le forze per questo?

Chi è stato furbo lo ha fatto di sicuro. Per questo i giovani che volevano andare troppo forte sono stati messi simpaticamente a posto.

Che volata sarà domani?

Dopo tre tappe di montagna, con la distanza aumentata fino a 260 chilometri perché per il crollo di un ponte si fa un giro più largo e con tutta la giornata sotto la pioggia… sarà una volata al rallentatore.

Hindley è il più forte in salita, Demare in volata. Si parte già battuti?

Non credo. Demare può aver tolto motivazioni a Sagan perché ormai la maglia ciclamino è andata, ma noi non partiremo certo battuti.

Vincenzo Nibali, Stelvio, Giro d'Italia 2020

Ma lo Stelvio per Nibali è il colpo di grazia

22.10.2020
4 min
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Il verdetto dei Laghi di Cancano non lascia dubbi sul Giro d’Italia di Nibali. E anche se Piancavallo aveva già abbondantemente abbassato le luci, per arrendersi serviva uno schiaffo come quello di oggi. Perché Vincenzo ci ha abituati bene. Vincenzo è uno di quei campioni da cui ti aspetti sempre il colpo ad effetto e per questo sin dalla vigilia eravamo tutti lì a ragionare su come si potesse ancora ribaltare un pronostico già scritto. 

La luce si è spenta sullo Stelvio e purtroppo non è stato l’attacco frontale di un rivale diretto a mandarlo fuori giri, ma il ritmo di un cronoman che negli ultimi due giorni è stato sempre in fuga e sullo Stelvio si è ritrovato per un’altra fuga: Rohan Dennis.

Poche parole e grande serenità ai Laghi di Cancano

In quello scenario maestoso e gelido, con la neve a rendere ancor più grigio il profilo delle rocce, vederlo mollare di schianto è stato una pugnalata. La rassegnazione ha presto rimpiazzato la speranza. Come a Piancavallo, quando il ritmo dei primi lo ha asfissiato e Vincenzo non ha potuto fare altro che mollare.

«E’ stata una giornata dura – ha detto dopo essersi cambiato nella Toyota griffata con lo Squalo – perché la tappa di ieri è pesata nelle gambe di tutti. Ci aspettavamo che sarebbe successo chissà cosa, invece non è successo niente. Però abbiamo speso tutti. Sullo Stelvio c’è stato un ritmo forte da subito. Inizialmente da parte della Sunweb, poi quando mancavano 8-9 chilometri alla cima ed eravamo oltre i 2.000 metri di altitudine, c’è stata un’altra accelerazione degli Ineos e praticamente è esploso tutto il gruppetto che si era formato. Sono rimasto da solo e sono andato avanti finché potevo e sono arrivato con la maglia rosa».

L’anno è stato strano. Già alla Tirreno-Adriatico si disse che aver scelto il programma italiano per stare alla larga dai lunghi viaggi avesse privato il motore potente e non più giovanissimo del siciliano delle corse a tappe cui da anni è abituato. Prima della Tirreno, tanto per stare sui primi tre del Giro, Hindley ha corso il Polonia e come lui anche Kelderman. Tao Geoghegan Hart ad agosto ha corso la Route d’Occitanie e il Tour de l’Ain.

Vincenzo Nibali, Joao Almeida, Laghi di Cancano, Giro d'Italia 2020
Nibali con Joao Almeida sul traguardo dei Laghi di Cancano
Vincenzo Nibali, Joao Almeida, Laghi di Cancano, Giro d'Italia 2020
Nibali con Joao Almeida sul traguardo dei Laghi di Cancano

«E’ stata una stagione strana – ha ribadito Nibali – dove in tanti ci siamo concentrati su appuntamenti un po’ particolari. C’è stato chi ha provato ad arrivare subito pronto e chi non c’è riuscito. Siamo arrivati al Giro senza sapere come ci saremmo ritrovati. I piani si sono tutti scombinati. Ci sono state delle scoperte, come Almeida, che anche oggi ha tenuto sempre duro. E’ stato un Giro con tante sorprese, forse strano e che sarà sembrato noioso, ma vi assicuro che alla fine le medie sono state sempre altissime»

Il verdetto di Cancano archivia un 2020 che per tanti motivi non è stato all’altezza delle aspettative per tutto il gruppo italiano, con la resa di Ciccone e la squadra che si è sgretolata giorno dopo giorno. Fra gli addetti ai lavori ci si è chiesto per giorni il motivo per cui non si sia portato al Giro qualche reduce del Tour o non sia stata fatta una diversa ripartizione degli uomini tra Porte e Nibali. Stride soprattutto la scelta di dirottare verso la Francia Elissonde, che pure sarebbe stato utile al capitano italiano. Ma in ogni caso di fronte alla condizione incerta del capitano, la squadra non avrebbe potuto scrivere un diverso finale.

«Si è visto l’altro giorno che Hindley era il più forte – ha detto Nibali – sul primo tratto di Piancavallo ha fatto dei numeri molto alti. Che risposta mi do? Vanno più forte gli altri, non ci sono altre spiegazioni. Un ricambio di generazione c’è, perché qui ci sono tutti corridori che hanno una carta di identità molto più giovane della mia. Io sono del 1984 e non sono tanti i corridori della mia classe che ancora sono qui per provare qualcosa…».

Vincenzo Nibali, Laghi di Cancano, Giro d'Italia 2020
Dopo il traguardo, raggiungendo l’auto in cui si cambierà
Vincenzo Nibali, Laghi di Cancano, Giro d'Italia 2020
Dopo il traguardo, raggiungendo l’auto

La giornata e i suoi 5.700 metri di dislivello vanno in archivio come un Giro che deve ancora scrivere le sue pagine finali. Se l’orgoglio del campione sarà in grado di tirare fuori qualcosa nel giorno di Sestriere, il suo popolo sarà contento come se avesse vinto la maglia rosa. Altrimenti gli vorranno bene lo stesso. Non si può sempre vincere. E metterci la faccia quando si perde è comunque un bel segno di grandezza.