Il bike brand austriaco KTM è alla ricerca di una figura commerciale, da inserire in organico presso il quartier generale dell’azienda a Mattighofen (a qualche chilometro da Salisburgo), per seguire nello specifico il mercato italiano. E’ una posizione professionale importante, che annovera tra le sue specifiche anche quella di fungere da prezioso raccordo tra l’azienda stessa e lo staff di agenti commerciali KTM direttamente operativi nel nostro Paese.
Necessaria è dunque la conoscenza della lingua italiana e di quella tedesca. In aggiunta alle mansioni appena descritte, al nuovo Customer Service Italia di KTM verrà richiesta la presenza a fiere ed eventi in Italia nei quali il brand sarà presente con un proprio spazio espositivo.
KTM è molto attiva nel mondo delle competizioni, soprattutto quello del ciclocrossKTM è molto attiva nel mondo delle competizioni, soprattutto quello del ciclocross
Un’interessante opportunità
Come appena anticipato, al candidato che verrà in ultimo selezionato sarà richiesto un costante supporto al mercato italiano, compreso l’inserimento degli ordini. Un contatto telefonico e scritto diretto con i rivenditori ufficiali del brand austriaco. Costituiscono un titolo preferenziale anche una buona dimestichezza con la lingua inglese e la conoscenza del mondo della bicicletta.
Quello che KTM andrà ad offrire sarà un lavoro sicuro, in un’azienda familiare sana e con ambiti di responsabilità diversificati. Orario di lavoro flessibile con l’utilizzo della mensa aziendale comprensiva di contributo spese. La remunerazione si baserà sul contratto collettivo specifico dell’industria metalmeccanica austriaca su una disponibilità di complessive 38,5 ore settimanali. La propria candidatura andrà inoltre dettagliata specificando la prima data disponibile per l’inizio attività e lo stipendio desiderato.
Per maggiori informazioni: KTM Fahrrad GmbH, Harlochnerstraße 13, 5230 Mattighofen. Candidatura e CV andranno inviati a all’attenzione di Maria Sperl (m.sperl@ktm-bikes.at)
Luca Mozzato corre per i francesi della B&B Hotels-KTM, sodalizio che stagione dopo stagione rafforzi il rapporto di collaborazione con il marchio austriaco di bici. Abbiamo chiesto al corridore venete di parlarci della sua bicicletta
Il bike brand austriaco Ktm ha recentemente rinnovato la propria partnership di sponsorizzazione e supporto con il team Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes, una delle compagini cross più competitive e titolate del nostro paese.
La casa di Mattinghofen, impegnata nel settore della costruzione di biciclette dagli anni ’60, è oggi una realtà importante ed affermata nel panorama ciclistico internazionale. In Italia ha un larghissimo mercato. Un successo che ha origine dalla predisposizione di progetti altamente innovativi e ben pianificati con l’obiettivo di soddisfare appieno le esigenze della propria clientela.
La bici usata dal team Ktm Alchemist sarà la Bikes X-Strada La bici usata dal team Ktm Alchemist sarà la Bikes X-Strada
Un connubio vincente
«I piloti sono importanti… ma i mezzi sono fondamentali! Si può essere o meno d’accordo con questa ricorrente affermazione», ha dichiarato Simone Samparisi, il General Manager del Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes.
«Una cosa è certa, se vuoi vincere, o per lo meno giocartela, la bicicletta deve essere perfetta e per esserlo la base deve essere solida e performante. Proprio per questo sono davvero entusiasta nel poter annunciare questo rinnovo con Ktm, una vera e propria garanzia per quanto riguarda noi ed i nostri atleti. Avere al nostro fianco un colosso come Ktm è sia un onore quanto un privilegio. Siamo certi che i nostri rider avranno dalla loro parte mezzi super affidabili e assolutamente sempre all’altezza della situazione. Da sottolineare che la bontà costruttiva della casa austriaca è molto apprezzata non solo dai corridori ma anche da tutto lo staff tecnico cha sa di lavorare con mezzi altamente affidabili, un arma segreta e spesso vincente soprattutto nelle corse a tappe».
Lorenzo Samparisi, rider del team Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes Lorenzo Samparisi, rider del team Ktm Alchemist Powered by Brenta Brakes
«Siamo molto contenti di poter affiancare anche per la stagione 2022 il team della famiglia Samparisi (ha ribattuto Fausto Maschi, il responsabile per il mercato Italia di Ktm). Un sodalizio quello valtellinese che per noi rappresenta un elemento di sponsorship ideale in quanto divide la propria attività agonistica tra Mtb e, appunto, cross. Offrendo così alle nostre biciclette e al nostro marchio ben evidente sulle maglie una copertura mediatica tutto l’anno. A questa positiva esposizione aggiungiamo poi i risultati, positivi e soddisfacenti in entrambe le discipline».
Francesca Baroni (foto Ivan Previsdomini) Francesca Baroni (foto Ivan Previsdomini)
Allestimenti al top
I piloti bianco-arancio avranno a loro disposizione tutti i mezzi top di gamma proposti da Ktm, dalla front, alla full e fino alla cross per quando poi tornerà la stagione del fango. Sia la Myroon che la Scarp, rispettivamente il modello front e la bi-ammortizzata della casa austriaca, saranno della gamma Exonic, montate con trasmissione wireless Sram XX1 AXS e previste di sospensioni Fox. Lo stesso gruppo Sram sarà presente anche sulle X-strada Master, il modello dacross che Ktm ha presentato in un edizione completamente rivoluzionata. Più classica invece la specialissima, sempre di linea Exonic ed equipaggiata con il nuovo ed inedito Shimano Dura Ace Di2 2022.
Luca Mozzato corre per i francesi della B&B Hotels-KTM, sodalizio che stagione dopo stagione rafforzi il rapporto di collaborazione con il marchio austriaco di bici. Abbiamo chiesto al corridore venete di parlarci della sua bicicletta
Una bici più leggera e concettualmente dedicata agli scalatori, oppure una più veloce ed aerodinamica? Quali sono i criteri con i quali si sceglie una bicie quali sono i fattori che il corridore prende in considerazione per l’utilizzo del mezzo? Abbiamo chiesto a Luca Mozzato della B&B Hotels-KTM di parlarci della sua bicicletta e di come la utilizza per far collimare in modo ottimale le sue doti atletiche sfruttando la tecnica del mezzo.
Come avviene l’assegnazione delle biciclette e quante ne hanno a disposizione i Man in Glaz?
Per noi lo standard è avere 3 biciclette di uno stesso modello, nel mio caso è la Lisse. Ad esse viene aggiunta una KTM Alto. Il mio percorso di presa confidenza con le KTM ha previsto un primo step con la Alto, per arrivare alla Lisse, maggiormente adatta alle mie caratteristiche.
Quindi per te la soluzione ottimale è la bici aero?
Non sono un corridore che deve superare grandi salite e competere quando la strada sale in modo impegnativo. Quando ho iniziato ad usare la Lisse ho trovato un feeling immediato perché è velocissima, è facile da lanciare e ti permette di sfruttare la scia, un dettaglio non da poco quando la velocità è alta. E’ particolarmente rigida e scattante, caratteristiche che a me piacciono e che riesco a sfruttare a mio vantaggio.
A parità di allestimento, la Lysse ha qualche grammo in più. Il fattore bilancia, per te è secondario?
Si, in un certo senso è così. I grammi di differenza tra la Lisse e la Alto contano fino ad un certo punto. Prediligo la bici che esprime un’aerodinamicità maggiore.
Jérémy Lecroq, compagno di squadra di Luca Mozzato: anche lui preferisce la Lisse ( foto Laurane Habasque B&B Hotels-KTM)Jérémy Lecroq preferisce l’aerodinamica Lisse ( foto Laurane Habasque B&B Hotels-KTM)
E quando è necessario salvare la gamba e passare indenni un tappone alpino?
Tendenzialmente preferisco usare la stessa bicicletta, con le mie misure e le stesse geometrie. Non sono uno scalatore, quindi mi limito a risparmiare delle energie. Però mi piace sfruttare degli accorgimentiche vengonovalutati anche dai meccanici del team. Ad esempio, nel 2021 per il Tourmalet, ho chiesto di usare delle ruote più leggere e comode, ma comunque sulla mia Lisse. Oppure alla Parigi-Roubaix, dove ho preferito utilizzare la Lisse, ma con un manubrio ruotato di circa 4°, per sfruttare meglio i manettini ed i freni. Ero meno efficiente in fatto di aerodinamica, ma ero comodo, rilassato e sempre pronto a frenare, quando necessario.
La Lisse è una lama, è unabici aerodinamica vera e propria, una bicicletta di razza disegnata per essere veloce. Posso dire che sul dritto e nelle fasi di rilancio quando la velocità è già elevata, questa bicicletta è un proiettile. In proporzione la Alto esprime un comfort maggiore, ma è comunque diversa ed è difficile mettere le due bici a confronto. Vedo la Alto come una bici da scalatore, oppure anche per gli atleti che vogliono fare classifica in una gara a tappe e combattono su più giornate. Credo che la KTM Alto è la bicicletta che non ti fa pesare le ore in sella con tanti metri di dislivello positivo.
Si dibatte spesso sulla tecnica della bicicletta. A tuo parere, meglio la rigidità oppure il comfort?
I corridori pro’ in genere preferiscono avere delle biciclette performanti, ma comunque il risultato è sempre quello di finalizzare al meglio le proprie caratteristiche atletiche. La rigidità ed il comfort sono fattori molto soggettivi, che vanno oltre le caratteristiche vere e proprie della bicicletta.
La tua bici ha la grande particolarità dell’attacco manubrio, specifico e che integra tutti i cavi. Ti piace l’integrazione unita all’efficienza?
Mi piace molto, non è un componente che ha un design standard, ma a mio parere si integra perfettamente con questa bicicletta. Vedo inoltre che altri marchi stanno seguendo la stessa strada. Inoltre è rigido e poi il fatto che nasconda le guaine mi gratifica anche nell’estetica.
Un altro segno distintivo della Lisse, lo stem curvo e legato al progetto aero (foto B&B Hotels-KTM Laurane Habasque)Un altro segno distintivo della Lisse, lo stem curvo e legato al progetto aero (foto B&B Hotels-KTM Laurane Habasque)
Preferisci un reggisella con arretramento oppure con off-set a zero?
Non la vedo come una preferenza, ma più come un’esigenza legata a come il corridore pedala. Rispetto a qualche anno addietro io ho cambiato leggermente la posizione e la biomeccanica della pedalata, sono più centrato, ma tendo a sfruttare anche la punta della sella. Ci sono corridori che pedalano sempre seduti e fanno progressioni molto lunghe. Credo che per questi ultimi, un reggisella più scaricato verso il posteriore diventi un aiuto.
Luca Mozzato alza l'asticella: quest'anno l'obiettivo è vincere. Il Covid lo ha frenato. Quei 10 giorni di quarantena hanno compromesso l'apertura belga
Con l’inizio della stagione 2022 raccontiamo di un binomio sportivo e di marketing che ha ben funzionato lo scorso anno e che per i prossimi mesi promette sorprese e… successi. Parliamo della “liason”, è proprio il caso di dirlo, in atto tra la squadra francese della B&B Hotels Ktm Bikes e il brand austriaco, conosciutissimo anche sul mercato italiano.
Da questa stagione il logo KTM sarà presente anche sui pantaloncini della B&B Hotels Da questa stagione il logo KTM sarà presente anche sui pantaloncini della B&B Hotels
Aumenta la visibilità
Ktm è anche quest’anno il secondo nome del team di Pierre Rolland e compagni. Un impegno che sembrerebbe sulla carta anche aumentato, se non altro considerando la presenza e la grande evidenza del logo del marchio di Mattighofen sia al centro della maglia, appena sotto il primo nome B&B Hotels, quanto – e questa è una bellissima novità – sulle due fasce laterali del pantaloncino.
I modelli di specialissima Ktm utilizzati dagli atleti della B&B Hotels sono due, proprio come per la passata stagione, ai quali va aggiunto un “frame” specifico per le prove contro il tempo. Le due bici Ktm in dotazione al team sono dunque la Revelator Lisse e la Revelator Alto: la più utilizzata dai “Man in Glaz”.
La Revelator Lisse ha l’attacco manubrio calottato per facilitare il passaggio dei cavi
Revelator Alto è la bici per le tappe di montagna, con un telaio di appena 790 grammi
Il terzo modello di bici è quello per le prove contro il tempo
La Revelator Lisse ha l’attacco calottato per facilitare il passaggio dei cavi
Revelator Alto è la bici da salita, con un telaio di appena 790 grammi
Il terzo modello di bici è quello per le prove contro il tempo
Velocità assoluta
“Perfezione aerodinamica”: è così che i tecnici Ktm amano definire la loro creatura disegnata per la velocità più vertiginosa… Ciascun dettaglio di questa bicicletta è stato di fatto progettato, dopo un intenso lavoro di sviluppo, per raggiungere le migliori prestazioni aerodinamiche. Il telaio “pesa” meno di 1.000 grammi, il passaggio dei cavi è completamente integrato.
Una caratteristica che rende il Revelator Lisse davvero unico è costituita dall’attacco manubrio (curvo e completamente “calottato”). E’ sviluppato appositamente da Ktm e semplifica il lavoro sui cavi stessi. Degli speciali distanziali consentono difatti una rapida variazione dell’inclinazione dell’attacco, facilitando le operazioni di manutenzione e di regolazione.
Un altro particolare unico nel suo genere è il profilo della tubazione obliqua, completamente asimmetrico e disegnato per deviare i flussi verso l’esterno. Il medesimo “shape” è ripreso anche per la più leggera Alto.
Reattività in salita
Revelator Alto è la bicicletta da salita che Ktm ha messo a disposizione dei ragazzi della B&B Hotels. Il telaio non supera i 790 grammi ed è caratterizzato da un design estremamente compatto, ideale per poter trasferire sulla strada il massimo della potenza.
Il carro corto e basso, insieme ad un’interasse altrettanto compatto, influiscono in maniera positiva sulla reattività e sulla fluidità di una bicicletta sempre guidabile e adatta per le tappe lunghe e con tanto dislivello positivo. L’elevata rigidità laterale della forcella (con dei foderi marcatamente aerodinamici) porta inoltre notevoli vantaggi quando si spinge con forza “fuori sella”.
Nel corso delle ultime due stagioni, KTM Bicycles ha investito pesantemente per assecondare al meglio la propria crescita sul mercato. In modo particolare, presso il quartier generale austriaco di Mattighofen, e assecondando le prospettive di mercato che indicano un aumento delle vendite per i prossimi anni, KTM Bicycles ha deciso di costruire altri tre padiglioni aggiuntivi ad un già recente nuovo capannone, per potenziare in maniera poderosa la propria produzione e la propria logistica.
Boom di vendite
«Come per tutti i costruttori di biciclette, la pandemia ha avuto un enorme impatto sull’attività di KTM – ha dichiarato il CEO Stefan Limbrunner – inizialmente eravamo in uno stato di shock, ma in poco tempo la situazione è radicalmente cambiata, e oggi possiamo dire che non ci aspettavamo davvero un boom delle vendite di queste dimensioni. Tutto è successo in modo molto veloce. Un anno fa come oggi assemblavamo 900 biciclette al giorno. Quando abbiamo potuto riavviare la produzione, dopo il primo lockdown, abbiamo aumentato la nostra capacità a 1.000 unitàgiornaliere, poi diventate 1.100. Da gennaio 2022 e con l’avvio di queste nostre nuove strutture la nostra stima sarà quella di produrre 1.500/1.600 biciclette al giorno. Nell’anno finanziario 2018/19 il nostro fatturato è stato di 290 milioni di Euro, mentre per quest’anno la nostra raccolta ordini ha un valore complessivo di 500 milioni di Euro».
Stefan Limbrunner, CEO di KTM BicyclesStefan Limbrunner, CEO di KTM Bicycles
KTM al Tour con B&B Hotels
Parlando più specificamente di agonismo e di pro’, prosegue anche per quest’anno la sponsorizzazione del marchio austriaco con la squadra B&B Hotels p/b KTM, alla quale è stata confermato l’invito a partecipare al prossimo Tour de France.
Quentin Pacher in azione con la Revelator AltoQuentin Pacher in azione con la Revelator Alto
In ambito italiano invece, le biciclette dell’azienda austriaca equipaggeranno gli under 23 della UC Trevigiani-Campana Imballaggi. Le specialissime fornite al team B&B Hotels p/b KTM sono due: la Revelator Alto e la aero Revelator Lisse, entrambe equipaggiate con gruppo Shimano Dura Ace Di2, ruote DT Swiss, guarnitura e Power Meter FSA, pedali Look e sella Prologo.
Le parole di Frapporti sul gruppo Sram della sua Ktm ci hanno incuriosito e così, tirando il filo del discorso siamo arrivati da Stefano Faustini di Amg (uno dei due importatori italiani di Sram, l’altro è Beltrami) e ad una interessante scoperta.
Per quale motivo i corridori della Vini Zabù-Ktm hanno dovuto correre il Giro d’Italia (e le altre gare di stagione) con guarnitura 37-50 mentre Nibali e la Movistar (foto di apertura) hanno avuto il 52? E perché non è stato possibile un adeguamento per i corridori di Scinto?
«Quando è nato il Red Etap Axs a 12 velocità – spiega Faustini – sono state presentate nuove combinazioni di rapporti. Al posteriore ci sarebbe stato il pignone da 10 in due configurazioni (10-26 e 10-33). Questo avrebbe permesso un salto inferiore rispetto alle corone davanti, abbinate in combinazione 33-46, 35-48, 37-50. La più venduta sul mercato è stato subito la 35-48 mentre la 33-46 è più per cicloturisti veri e propri. L’obiettivo di Sram era di favorire i passaggi ravvicinati, tanto è vero che dal 10 al 17 i pignoni sono tutti in fila per uno…».
La guarnitura Sram 37-50 con cui ha corso la Vini Zabù-KtmSram 37-50 con cui ha corso la Vini Zabù-Ktm
Ma quando si parla di professionisti?
Diciamo che per la prima volta un gruppo è stato pensato per l’acquirente finale, quindi per un impiego amatoriale, e non per il professionista. Ma il problema si è posto l’anno scorso al Tour, quando la Katusha ci ha chiesto di avere corone più grandi. Il professionista ha più potenza di un amatore, è innegabile.
Quindi che cosa ha fatto Sram?
Dato che il passaggio da 11 a 10 al posteriore è impegnativo, sono state realizzate delle guarniture 41-54 con cui Mollema ha vinto il Lombardia e Pedersen il mondiale. Quest’anno la richiesta identica è partita da altri corridori, credo Nibali per primo. E così per Trek-Segafredo e Movistar abbiamo realizzato un 39-52.
E gli altri come la Vini Zabù?
Loro hanno avuto materiale di serie. La fornitura Trek e Movistar è stata frutto di un accordo privato fra Sram e le squadre, ma a questo punto…
A questo punto?
Non si potrebbe dire, ma visto che c’è richiesta per prodotti di quel tipo…
Li metterete in catalogo?
Sembrerà strano ma le guarniture classiche 39-53 rappresentavano il 3-5 per cento delle nostre vendite. Ma è chiaro che se si passa a un 52, il 10 viene sacrificato.
Ci hanno detto che il 10 è troppo piccolo e la catena nel girarci attorno genera troppo attrito.
Mi sembra davvero strano, perché la catena è stata riprogettata per il 10 con un diverso accoppiamento con il pignone. I piolini hanno diametro maggiore proprio per compensare gli attriti della catena standard. Diciamo che in questo settore molto spesso sono le abitudini a fare la differenza, ma è chiaro che se un certo tipo di richiesta esiste, non si può lasciarla inevasa…
Caldo estremo. I corridori vanno alla ricerca disperata di freddo. E di ghiaccio in particolare. Ne parliamo con Nino Daniele, medico della Trek-Segafredo
Michele Pallini, il massaggiatore storico di Nibali, è provvisoriamente fermo. E oggi che il campione ha attaccato, noi lo abbiamo sentito. Venite qua...
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Le nubi inghiottono l’Etna, quando Visconti arriva al pullman della Vini Zabù-Ktm. La mantellina pesante, le braccia che si allargano. Ha creduto di vincere fino a 5 chilometri dall’arrivo. Poi Caicedo lo ha staccato e la sua rincorsa si è andata spegnendo. Secondo a 21 secondi dall’ecuadoriano. Rabbia e insieme le sensazioni giuste.
Jonathan Caicedo, campione dell’Ecuador, stacca visconti e vince sull’EtnaJonathan Caicedo, campione dell’Ecuador, stacca visconti e vince sull’Etna
La rabbia di Scinto
Durante l’attesa, Scinto era ancora furibondo con il giudice di gara che gli ha impedito di dare acqua a Giovanni. Al toscano in serata arriverà anche una multa di 500 franchi svizzeri per aver scagliato la borraccia al suolo in segno di stizza.
«Mi hanno chiamato a 10,5 chilometri dall’arrivo – diceva – ma fra moto e ammiraglie, non sono riuscito a passare. Quando ci sono riuscito, ho chiesto al giudice di chiudere un occhio. Il limite è a 10 chilometri, eravamo a 9,9 dall’arrivo, cosa cambia? Gli ho detto: se non mi dai il tempo di passare, come faccio? Non so se non poter bere ha danneggiato Visconti. Non ha mai chiesto un cambio, ma si sentiva talmente forte da aver creduto che Caicedo non ce la facesse più…».
Il palermitano sull’Etna e intorno poche mascherine…Il palermitano sull’Etna e intorno poche mascherine…
Lite dopo Agrigento
Visconti si avvicina alla transenna. Ha addosso la calma della rassegnazione e insieme il tono duro.La partenza da casa sua, a Monreale, lo ha emozionato. Ma le cose vanno veloci. Ieri hanno discusso e forse non se lo aspettava da parte di chi gli è più vicino. Da una parte la sua voglia di restare coperto sull’arrivo di Agrigento, dall’altra le pressioni della squadra perché si butti ogni giorno.
«Cosa me ne faccio di un decimo posto? Volevo provare la fuga oggi. Speravo ci lasciassero più spazio, anche se alla fine non è successo. Abbiamo dovuto guadagnarcela. Ai 10 dall’arrivo non ero convinto di arrivare, perché erano vicini. Invece abbiamo fatto una gran bella scalata noi due davanti».
La finta di Caicedo
L’Etna lo ha abbracciato. E mentre dietro Matteo Fabbro picchiava duro sui pedali, davanti sono rimasti in due. Chi aveva visto correre Caicedo al Tour Colombia sapeva che fosse un corridore forte. Visconti laggiù non c’era ed ha abboccato alle tattiche tutte sudamericane del campione dell’Ecuador.
«Mi sono fatto ingannare – dice – perché lui faceva le smorfie, faceva finta di farsi staccare. Quando andava avanti rallentava e io pensavo che fosse a tutta. Così ho fatto due, tre, quattro scatti… e alla fine mi ha lasciato lì! Prima dell’arrivo c’è stato un momento in cui pensavo di riprenderlo, perché lui si era un po’ piantato e io avevo il tifo per me. Una cosa da brividi, ma non è bastato».
Tornato al pullman, Visconti è deluso, ma ha tempo per scambiare due paroleGiro dItalia 2020_Giovanni Visconti_Etna
La svolta attesa
Visconti ha lavorato tanto e bene, ma non era ancora riuscito a sbloccarsi. La mancata vittoria ha lasciato l’amaro in bocca, ma se non altro è stata un grandioso segno di vita.
«Io mi devo gestire – dice – non sono scalatore come lui. Sapevo di avere queste sensazioni sulle salite lunghe. Sono consapevole di non essere più esplosivo come una volta, quindi qualcuno quando mi vede arrivare in certi arrivi, storce la bocca. Passano gli anni e io sono ancora forte. Sto molto bene da una ventina di giorni. Solo che è un momento storto mentalmente, non fisicamente. Sto bene. Ho bisogno di azzeccare la giornata giusta. Magari spero che questa giornata mi faccia cambiare il Giro e la mentalità. Quando manca la testa, manca poi tutto il resto».
Incontro sull'Etna con Luca Chirico, corridore Androni. Uno che vinceva da U23. Poi gli interventi. Il rischio di smettere. E ora gli allenamenti con Nibali
Il covid dopo lo Svizzera, poi Pozzovivo è salito sullo Stelvio e ora è sull'Etna preparando la Vuelta. Interessante lettura della tattica di Pogacar al Tour