Pieters 2021

La Pieters in lotta per la vita. Il sostegno della Sd Worx

05.06.2022
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Dallo scorso Natale, Amy Pieters è in un letto d’ospedale, a correre la più lunga gara della sua vita, perché riguarda la vita stessa. Vittima di terribile incidente a Calpe, mentre si stava allenando con la nazionale olandese e in particolare con la sua compagna di mille gare Kirsten Wild (3 ori mondiali in coppia nella madison, l’ultimo a Roubaix 2021), la Pieters è stata in coma per oltre tre mesi, per poi iniziare una lenta ripresa. Gli ultimi bollettini diramati dalla sua società, la Sd Worx, dicono che l’olandese è cosciente, riesce a riconoscere e a comunicare con i familiari, anche se non verbalmente. Ma i medici non si pronunciano sulla sua ripresa.

La famiglia ha issato intorno alla 31enne di Haarlem un velo di riservatezza. Le uniche comunicazioni possono arrivare dal team, previo accordo con i familiari. Un po’ quello che è successo per casi simili, come per Schumacher o Zanardi.

Pieters Wild 2021
Pieters e Wild, tre titoli mondiali nella madison, una coppia che ha fatto scuola
Pieters Wild 2021
Pieters e Wild, tre titoli mondiali nella madison, una coppia che ha fatto scuola

Una vera leader in corsa

E’ chiaro che la vicenda ha scosso gli animi del movimento femminile. Parliamo di una delle stelle del movimento, campionessa olandese in carica e campionessa europea nel 2019. Chi sta fortemente soffrendo per la sua assenza sono le sue compagne di squadra. Demi Vollering fra le lacrime non aveva fatto mistero di volerle dedicare la vittoria all’Omloop Het Nieuwsblad, quando ancora Amy era fra la vita e la morte.

Elena Cecchini, dallo scorso anno sua compagna di squadra, non fa mistero di come l’evento stia pesando nell’andamento generale della squadra: «A livello psicologico è durissima. Parliamo di una di noi, una che senti quando c’è e ancor di più quando manca, sia per la sua esperienza, sia per il fatto che è una ragazza che fa gruppo».

L’azzurra era rimasta con lei fino a pochissimi giorni dall’incidente: «Eravamo in ritiro insieme – racconta – poi ci aveva lasciato perché era stata convocata con la nazionale. Era rimasta sempre a Calpe, infatti l’avevamo incrociata in allenamento, lei con le connazionali, noi con il nostro team. Poi un giorno è arrivato il nostro diesse e ci ha dato la scioccante notizia. Da allora abbiamo avuto pochi aggiornamenti, il team ci ha espressamente chiesto di non parlare della sua salute, anche perché c’è da proteggere lei e ci sono implicazioni legali».

Pieters Europei 2019
La volata vincente agli europei 2019, guarda caso proprio davanti alla Cecchini, sua futura compagna di team
Pieters Europei 2019
La volata vincente agli europei 2019, guarda caso proprio davanti alla Cecchini, sua futura compagna di team

Il gruppo l’aspetta

Con Elena si può però parlare dell’aspetto psicologico e di come questo influisca sul team: «All’inizio è stato terribile, non c’erano le gare, c’era tanto tempo per pensare e la mente andava lì, a lei, all’incidente. Non pensavi più tanto alla ciclista, ma proprio alla persona, alla compagna di tante avventure. Poi, questo voglio sottolinearlo, c’è una campionessa che non abbiamo con noi e questo pesa».

Con 20 vittorie al suo attivo, Amy è una delle cicliste più in vista del gruppo: «A me ricorda molto, come caratteristiche, Sonny Colbrelli, ossia è una velocissima ma che tiene bene su molte salite. Quando sei veloce ma anche completa non puoi non vincere. E questo non la definisce a sufficienza, perché stiamo parlando di una che fa di tutto per vincere ma anche per aiutare la squadra, si mette a disposizione di chi è più in forma in quel dato giorno. Ci manca tanto, ma io come tutte noi vogliamo fortemente credere e sperare che tornerà in gruppo».

Cecchini 2022
Per la Cecchini un 2022 impegnativo, l’assenza di Amy si è fatta molto sentire
Cecchini 2022
Per la Cecchini un 2022 impegnativo, l’assenza di Amy si è fatta molto sentire

Una vittoria da dedicarle

La squadra ha certamente dovuto fare di necessità virtù. Forse alcuni passi falsi nel corso della stagione si spiegano anche con le ripercussioni psicologiche del suo incidente. Elena ad esempio viene da una prima parte di stagione senza particolari squilli, anche se la società è molto soddisfatta del suo rendimento.

«Mi hanno già chiesto di prolungare il mio contratto – dice – ne parlerò quanto prima con i vertici delle Fiamme Azzurre che restano il mio primo riferimento. Dopo il ritiro alla Roubaix ho deciso di voltare pagina, staccando un po’ per la seconda parte di stagione. Ora penso a Women’s Tour, campionati italiani e Giro d’Italia».

Il fatto che non siano arrivati risultati (anche se c’è un 4° posto all’Omloop van het Hageland e il 5° al Trofeo Binda) non è un cruccio: «Corro in una squadra dove devo essere a disposizione delle compagne. E’ un ruolo che accetto e che mi piace, ma chiaramente vorrei sfruttare meglio le occasioni che mi si presentano. Ad esempio mi sono molto rammaricata per come sono andate le cose a Cittiglio. Potevo e dovevo fare meglio, il podio era alla mia portata. La stagione comunque è ancora lunga e voglio mettere una firma, magari da dedicare proprio a Amy che è sempre nei nostri pensieri».

Viviani Gand 2021

3 Giorni di Gand, prima tappa verso Tokyo

20.04.2021
4 min
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I risultati della spedizione italiana a Gand, per la 3 Giorni di gare su pista, si prestano a una doppia lettura: se dovessimo guardare ai numeri nudi e crudi, pensando alle prossime Olimpiadi ci sarebbe da preoccuparsi, ma si commetterebbe un errore di superficialità.

Il momento è particolare e dalle parole del responsabile tecnico Marco Villa si ha un quadro più chiaro della situazione e di come interpretare la trasferta: «Dovevamo esserci, è più di un anno che non corriamo questo tipo di gare. Il lavoro è stato produttivo, anche se a livello di risultati abbiamo sofferto, ma questo lo sapevamo già prima di partire».

Viviani, si riparte da qui

Il concetto vale anche, anzi soprattutto per Elia Viviani. Anche non considerando tutto quello che gli è successo in questi primi mesi dell’anno, bisogna ricordare che l’ultima apparizione dell’olimpionico di Rio in una gara su pista risale a quando il Covid non era ancora arrivato.

Nell’omnium, dove il veneto sarà chiamato a difendere il titolo olimpico, Viviani ha chiuso decimo (foto di apertura) al termine di una gara dai due volti: male nelle prime due gare (scratch e tempo race), esaltante nelle altre due (eliminazione e individuale). La gara belga ha confermato una volta di più come il francese della Groupama-FDJ Benjamin Thomas sia il vero favorito della prova di Tokyo, quello che più si è adattato alla nuova formula per la quale Viviani deve ancora prendere le misure.

Viviani Rio 2016
A Tokyo Viviani difenderà loro nell’Omnium, articolato però in una sola giornata
Viviani Rio 2016
A Tokyo Viviani difenderà loro nell’Omnium, articolato però in una sola giornata

Decimo posto per Elia anche nella madison (vinta ancora da Thomas con Donavan Grondin dell’Arkea Samsic), in coppia con Scartezzini, con entrambi sesto e settimo nell’eliminazione.

Discorso parallelo fra le donne, «un test importante per fare il punto della situazione – come ha testimoniato il Ct Dino Salvoldi – le occasioni di confronto sono sempre meno, per questo a Gand nelle prove endurance c’era il meglio dell’Europa. Sapevamo che alcune azzurre erano in condizione e altre meno, ma serviva riprendere la mano».

La curiosità maggiore era incentrata sul ritorno in pista di Letizia Paternoster, che in gara ha mostrato, com’era presumibile, tutta la ruggine della lunga inattività.

Paternoster, serve pazienza

L’azzurra ha comunque portato a casa il terzo posto nell’eliminazione, ma chiaramente anche per lei era la gara dell’omnium quella più attesa, dove ha chiuso ottava, dietro anche alla Barbieri (sesta) nella gara vinta dall’olandese Wild.

Wild paternoster Gand 2016
La Wild con dietro la Paternoster (foto Facebook)
Wild Paternoster Gand 2021
La Wild con dietro la Paternoster (foto Facebook)

La prestazione dell’azzurra è stata buona ma senza i picchi mostrati da Viviani e questo sui social ha riaperto l’annoso dibattito sul suo impiego nella gara olimpica. Molti vorrebbero che si puntasse su Elisa Balsamo, la sua compagna nella madison: «Si dimentica troppo facilmente che Letizia è rimasta totalmente ferma per ben due volte in un anno – interviene Salvoldi – deve riprendere con gradualità, pensando a un unico obiettivo, lei scalpita ma deve avere pazienza e lavorare, non badando ai risultati. Io comunque un dualismo Balsamo-Paternoster vorrei averlo sempre…».

Le altre azzurre si sono difese bene, in un lotto di partecipanti di prim’ordine a conferma di quanto l’evento di Gand fosse importante non solo per noi in ottica olimpica. Il miglior risultato è arrivato da Martina Fidanza, che smesse le vesti di stradista ha colto la piazza d’onore nello scratch mentre, oltre a quello della Paternoster, sono arrivati altri due terzi posti con la Bissolati nel keirin e la Vece nei 200 metri lanciati, una vitalità dal settore velocità che era da tempo attesa.

Fidanza Gand 2021
Nella foto Fci il podio dello scratch, con la Fidanza, la vincitrice Trott (GBR) e la Wild (NED)
Fidanza Gand 2021
Nella foto Fci il podio dello scratch, con la Fidanza, la vincitrice Trott (GBR) e la Wild (NED)

La Wild non tradisce mai

Mattatrice della tre giorni è stata l’olandesona Kirsten Wild, prima nell’omnium, nella corsa a punti e nell’eliminazione, con l’aggiunta del secondo posto nella madison con Amy Pieters e del terzo nello scratch, una bella risposta a chi, dopo le sue incolori prestazioni nella primavera su strada, la dava per finita.

«Quando si giudicano le campionesse straniere – ammonisce Salvoldi – dobbiamo scrollarci di dosso il nostro modo di pensare: qui la strada è primaria, all’estero campionesse come la Wild corrono pensando al loro obiettivo su pista, senza stress per i risultati. Sapevamo che a Gand sarebbe tornata ai suoi livelli e così è stato». Il riferimento a Tokyo sarà ancora e sempre lei, incredibile che ci fossero dubbi al riguardo…