Da Biella ecco Andersen, che vuole riprendersi tutto

06.05.2025
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In danese che ha vinto al Giro della Provincia di Biella non è uno qualunque. Kasper Andersen è un giovane dal passato illustre e anche se la frase sembra un po’ contraddittoria, rispecchia almeno in parte la sua storia di corridore che a 22 anni riallaccia il feeling con la vittoria, perduto tanto tempo fa. Ci riesce in Italia, dove ha trovato la possibilità di rilanciarsi attraverso lo Swatt Club, che rappresenta sempre più qualcosa di originale nel nostro ambiente.

La volata vincente di Andersen a Biella, battendo Turconi e il francese Raugel (foto Previdi)
La volata vincente di Andersen a Biella, battendo Turconi e il francese Raugel (foto Previdi)

Dopo Biella, era quindi il caso di andare alla scoperta del ventiduenne di Bagsvaerd, passato anche, fugacemente, attraverso il WorldTour con la UAE e che ora è nel pieno di una difficile risalita.

«La mia storia inizia da lontano – racconta – dall’ispirazione che mi è venuta dai miei genitori ma anche dalla voglia di fare qualcosa di alternativo rispetto allo studio. Facevo solo un po’ di ciclismo su strada e, crescendo, ho iniziato a fare anche molto ciclismo su pista e in inverno anche un po’ di ciclocross. Ho provato un po’ di tutto, ma poi mi sono concentrato sulla strada».

Plouay 2020, Andersen vince l’europeo juniores battendo Bittner e De Lie. Che poi avranno più fortuna
Plouay 2020, Andersen vince l’europeo juniores battendo Bittner e De Lie. Che poi avranno più fortuna
Tu hai vinto nel 2020 il titolo europeo juniores, che ricordi ti sono rimasti di quella giornata?

Il mio maggior ricordo di Plouay è quando ho tagliato il traguardo ed ero abbastanza sicuro di essere tra i primi tre, ma non sapevo se avevo vinto perché eravamo in tre sulla stessa linea. Ero già molto contento del terzo posto, finché non sono arrivate tutte le telecamere e i miei compagni di squadra erano lì e mi hanno detto che avevamo vinto. La felicità che ho provato in quel preciso momento, poterla condividere con i miei compagni di squadra quando erano lì anche loro, è stato davvero speciale.

Secondo arrivò Bittner oggi alla Picnic PostNL, terzo De Lie che non ha bisogno di presentazioni. Anche tu hai avuto le tue chance. Sei anche stato alla Hagens Berman per tre anni. Come ti sentivi lì? E cosa ti è mancato per fare il grande salto nel WorldTour?

E’ difficile dirlo, trovare un’effettiva ragione. Mi è piaciuto molto essere alla Hagens Berman. Ho incontrato persone fantastiche e anche l’ambiente nel suo complesso era ideale, sicuramente tutti sapevano quello che facevano. Ho stretto molte amicizie e ho imparato molto. Cosa è successo? Non credo che ci sia una cosa specifica. A volte un cambiamento di ambiente può semplicemente fare la differenza, oppure sono le circostanze, il fatto che non tutto collimi alla perfezione. Io però cerco di guardare la vita in positivo: ho un nuovo allenatore e ho fatto dei cambiamenti, penso che in questo momento le cose stiano iniziando ad andare a posto. Sono felice ora come lo ero alla Hagens. Penso che ora sia solo un altro momento. E a volte, quando cambiano alcune piccole cose, ne cambiano altre e magari le occasioni si ripresentano.

Tre anni passati alla Hagens Berman Axeon, ma poi il passaggio fra i pro’ non è arrivato
Tre anni passati alla Hagens Berman Axeon, ma poi il passaggio fra i pro’ non è arrivato
Che differenze trovi nel correre in un team italiano?

Non è stato facile, tutti parlano italiano che per me è un po’ ostico, ma tutti si sforzano di mettermi a mio agio con l’inglese. Noto però che sono molto moderni e consapevoli di come sia correre oggigiorno, dell’alimentazione, dell’aerodinamica e tutto il resto, ne sanno molto e ottimizzano molti aspetti diversi, è molto piacevole essere in squadra e sapere che stanno facendo tutto il possibile per far rendere al meglio i corridori. Penso che sia una squadra in forte crescita e in rapida evoluzione, che sa il fatto suo e cerca di fare tutto.

Tu ancora non avevi vinto fra gli under 23, com’è stata la vittoria di domenica a Biella?

E’ stato molto importante perché ci puntavo da molto tempo ormai, quindi essere finalmente riuscito a fare il primo passo è fantastico. La vittoria ha qualcosa di speciale ovunque avvenga, perché condividi gioia con le persone che ti amano e che tu ami e diventa qualcosa di speciale. E’ stato davvero fantastico e lo è ancora adesso quando ci ripenso. E’ difficile credere quante persone ci fossero a festeggiare con noi, e ancora di più, a quante persone fossero a casa a festeggiare questa vittoria per il nostro team e per me. Poter condividere il momento è magico.

Il movimento danese è in pieno sviluppo, con tanti junior e under 23 che si stanno mettendo in evidenza
Il movimento danese è in pieno sviluppo, con tanti junior e under 23 che si stanno mettendo in evidenza
Quali sono le tue caratteristiche?

Sto un po’ cambiando, negli ultimi anni ho fatto più sprint, ma ora ho un po’ più di potenza e penso che alcuni percorsi più corti siano piuttosto soddisfacenti per me. Per ora, ho mantenuto il mio sprint praticamente intatto, quindi spero di migliorare la mia potenza in salita. Per essere lì nel finale anche in giornate più dure e calde.

Nelle ultime settimane tanti ciclisti giovani danesi si sono messi in evidenza: avere tanti talenti insieme, di 20 anni o poco più è effetto dell’esempio di Vingegaard o di che cosa?

Sì, credo che Jonas abbia smosso qualcosa, penso che sia questo il motivo principale per cui molti di questi ragazzi sono così bravi su strada e in pista. Io ora sto correndo gare nazionali nel mio Paese e si vede come tutti vogliano emergere, ma soprattutto la passione che c’è intorno, il ciclismo è diventato uno degli sport più seguiti. Devo essere super forte e super intelligente per vincere le gare e penso che, con l’aumentare della competizione, devi migliorare sempre. Penso che sia proprio quello che sta succedendo.

Per Andersen dal 2020 tanti piazzamenti, quest’anno 3 prima del successo di Biella
Per Andersen dal 2020 tanti piazzamenti, quest’anno 3 prima del successo di Biella
Che cosa ti aspetti ora da questa stagione?

Non ho sogni particolari, iI mio obiettivo è continuare così e non voglio che questa sia l’ultima vittoria, ma la prima di una serie, ma soprattutto voglio che la squadra nel suo complesso ottenga più vittorie e che io restituisca loro ciò che mi hanno dato. Quindi sì, portare a casa altre vittorie è sicuramente l’obiettivo. E poi godermi il mio tempo qui nella Swatt e godermi ogni singolo attimo con loro.

C’è qualche squadra in particolare nella quale vorresti correre passando professionista?

Non credo ci sia una squadra specifica o particolare che sia nel mio obiettivo in questo momento. Mi piacerebbe molto andarci e penso che se ne avessi l’opportunità non potrei mai dire di no. Sì, ovviamente ce n’è una che mi piace più delle altre ma non la cito per scaramanzia. Quel che conta è che io possa trovarmi in un buon ambiente, allenarmi e stare con i ragazzi, è la cosa più importante per me.