Valle d’Aosta: risorge Golliker ma fa notizia Crescioli in giallo

19.07.2024
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PRE SAINT DIDIER – Un finale di quelli belli, di quelli che ti fanno saltare sulla sedia fino alla fine. La terza tappa del Giro della Valle d’Aosta ha regalato una pagina di grande ciclismo giovanile. Vittoria per Joshua Golliker, maglia gialla per Ludovico Crescioli e altri due protagonisti: Jarno Widar e Guillermo Martinez.

Nel finale è andato in scena il gioco delle coppie. Golliker e Martinez per la tappa, Crescioli e Vidar per la generale. Dopo due tappe interlocutorie il Valle d’Aosta è entrato così nel vivo con la Sarre – Pré Saint Didier e le sue salite vere.

Golliker, staccato da Martinez in salita, ha recuperato e contrattaccato in discesa
Golliker, staccato da Martinez in salita, ha recuperato e contrattaccato in discesa

Golliker, forza e lacrime

Dopo l’ennesima batosta stagionale (ieri aveva incassato 8′) sembrava proprio che la ruota non girasse per l’inglese della Groupama-Fdj. Lui vinse qui un anno fa. Conquistò la prima e l’ultima tappa. Poi tanti alti e bassi, più bassi che alti. Tanto che Joshua stesso si era messo in discussione.

Staccato sul San Carlo dallo scalatore della Q36.5, Martinez, Joshua è rientrato in discesa. E ci è riuscito un po’ perché è bravo lui, parecchio perché il colombiano ha qualche difficoltà e un po’ perché con la squadra era venuto qui in ritiro e con l’occasione avevano provato le tappe del Giro del Valle d’Aosta.

«Ero a arrivato a dubitare della mia condizione – ha detto Golliker commosso nelle interviste post arrivo – è stata una tappa molto dura e nel finale Martinez mi era molto vicino, ma sono riuscito a mantenere il vantaggio fino al traguardo». Golliker aveva fatto il diavolo a quattro nelle fasi iniziali e la fuga buona era stata propiziata soprattutto da lui.

Anche oggi gran caldo, specie nella prima metà della tappa
Anche oggi gran caldo, specie nella prima metà della tappa

Occhio a Widar

In tanti qui al Valle d’Aosta ci chiedevamo cosa davvero volesse fare Jarno Widar. Il belga non era stato chiaro circa i suoi piani: vittoria di tappa o classifica generale? Lui aveva detto di optare per le tappe, ma dopo oggi qualche dubbio sorge.

«Sulla prima salita – ha detto un quasi stralunato Widar – abbiamo provato ad attaccare con un ragazzo della VF Group – Bardiani e provato a ridurre il distacco fino all’ultima salita. Non sai mai cosa può succedere in una scalata così alta, così lunga e anche così dura, specie nel finale. Io e Crescioli abbiamo provato ad attaccare ancora. Abbiamo recuperato e anche se non ho preso la maglia gialla sono soddisfatto.

«Domani il tappone? Vediamo come va e quel che succederà».

Il problema per il re del Giro Next Gen è che è praticamente da solo. Gli è rimasto un solo compagno, Eeman, che tra l’altro non sembra in grande forma.

Però lui è stato un samurai, lottando come un leone. Forse in qualche occasione si è esposto troppo, ma se voleva restare attaccato a questo Valle d’Aosta o faceva così… o faceva così.

Crescioli in giallo. Ora Ludovico vanta 6″ su Widar e 1’23” su Verstrynge, entrambi belgi
Crescioli in giallo. Ora Ludovico vanta 6″ su Widar e 1’23” su Verstrynge, entrambi belgi

Italia in giallo

E ci teniamo il piatto forte per il finale. Ludovico Crescioli è in maglia gialla. Ed esserlo a questo punto del Giro della Valle d’Aosta non è cosa da poco. Restano due tappe, tappe molto dure e una, quella di domani, anche lunga (163 chilometri), ma oggi c’erano tante e durissime salite, pertanto è lecito attendersi una stabilizzazione dei valori in campo.

Il ragazzo della Technipes #InEmiliaRomagna dopo una buona primavera è un po’ mancato al Giro Next Gen. A quel punto si è riposato ed è rientrato al Sibiu Tour, perfetto per tornare su. Lì non mancavano neanche le WorldTour. Risultato ne è uscito con una grande gamba.

E si è visto sin dalla tappa iniziale di questo Valle d’Aosta, in quel di Passy, quando è arrivato terzo.

«E’ stata una tappa con molta salita – ci ha detto Crescioli mentre mangiava il pasto di recupero post tappa – Widar ha preso l’ultima il San Carlo di petto e ha fatto la selezione. Io vedevo che il gruppo si assottigliava e io ne facevo parte. In cima il belga ha dato ancora una sgasata e l’ho tenuto. Nel finale gli ho dato qualche cambio. Lui ha provato a staccarmi ancora, ma l’ho tenuto benone».

«Ora che ho la maglia cosa farò? Faremo il massimo e lo faremo fino in fondo. Non sarà facile ma ci si proverà. Devo dire che anche i compagni sono stati bravi, mi hanno aiutato nei tratti in pianura e li ringrazio».

I ragazzi di Chicchi al via della prima tappa al Valle d’Aosta. Ora lotteranno per difendere la maglia gialla
I ragazzi di Chicchi al via della prima tappa al Valle d’Aosta. Ora lotteranno per difendere la maglia gialla

I piani di Chicchi

Da stasera cambieranno diverse cose nel clan Technipes – #inEmiliaRomagna guidato da Francesco Chicchi.

«Questa maglia è un bel premio – ha detto il diesse toscano – noi ci proviamo, ma il livello è altissimo e non è detto che ci si riesca. Sapevamo che Ludovico stava bene. Attaccare? Ora tocca a lui, al belga, attaccare. Sono 6” di vantaggio ma se avremo le gambe ci proveremo senza dubbio. Occhio però, perché questo Wider è un fenomeno, non scordiamo che è al primo anno.

«Restano due tappe, molto dure e domenica verso Cervinia danno brutto tempo. Questa maglia ci dà più energie e diventa la priorità. E anche se gli altri ragazzi non sono scalatori come Crescioli, ora con questa maglia daranno ancora di più. Dispiace solo che Filippo Omati ci abbia lasciato per una caduta».

Cervinia, bis di Golliker. Rafferty re del Valle d’Aosta

16.07.2023
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CERVINIA – Stavolta i ragazzi del Giro della Valle d’Aosta hanno corso come i pro’: una corsa nella corsa. Per la tappa e per la generale. E a vincere queste “due corse” sono stati due nomi noti di questa 59ª edizione del “Petit Tour”: Joshua Golliker e Darren Rafferty.

L’inglesino della Groupama-Fdj ha ricordato un po’ l’impresa di Gianmarco Garofoli di due anni fa. Era in una fuga di sette e poi ad oltre 40 chilometri dall’arrivo si è scatenato e ha lasciato tutti lì andando a prendersi il prestigioso traguardo all’ombra del “Nobile Scoglio”, il Cervino.

Rafferty, trionfo meritato

Stamattina al via da Valtournanche il clan della Hagens Berman Axeon sembrava tranquillo. Il direttore sportivo Koos Morenhaut ci aveva detto che avrebbero pensato soprattutto a controllare. Che comunque ieri avevano speso tanto, ma anche che i suoi ragazzi erano compatti, motivati e gasati da questa maglia.

E così hanno fatto. Si sono gestiti, anche in questo caso, come dei pro’. Hanno impostato dei ritmi intelligenti, senza esagerare. Sono rimasti compatti e sono arrivati il più possibile vicino al traguardo. Nei tratti pedalabili di salita mettevano davanti i passisti e in quelli più duri gli scalatori. Ogni cosa girava al dettaglio.

Nel finale Rafferty è stato attaccato soprattutto da Del Toro e Faure Prost. Lui li ha tenuti, ma quando stava per andare fuorigiri… «Non sono andato nel panico – ha detto lo stesso Rafferty allo streaming ufficiale dell’evento – sapevo di avere un buon vantaggio e che non mancava poi tanto così. Così ho cercato un ritmo buono che mi consentisse di arrivare in sicurezza. Evidentemente ho pagato gli sforzi di ieri.

«Ma devo e voglio ringraziare la squadra. Siamo rimasti in cinque e non è stato poco. Di qualsiasi cosa avevo bisogno i ragazzi c’erano. E’ stato un piacere vederli lavorare per me e ne sono orgoglioso».

Rafferty quasi certamente passerà nel WorldTour. Lui non ha rivelato niente e anzi ha glissato su questa domanda, ma è probabile che lo vedremo con la EF Education – Easy Post.

Golliker (classe 2004) in azione sul Saint Pantaleon. Spesso, anche verso Cervinia, spingeva il 54 (foto Alexis Courthoud)
Golliker (classe 2004) in azione sul Saint Pantaleon. Spesso, anche verso Cervinia, spingeva il 54 (foto Alexis Courthoud)

Golliker, chi sei? 

E poi c’è questo ragazzino, Golliker. E’ un primo anno. Ha vinto due tappe su cinque. In salita spinge rapporti incredibili. Anche sul muro di Pré de Pascal aveva il 40 all’anteriore. Sembrerebbe essere quello che si dice uno scalatore puro. Ma a quanto pare lui non la pensa così.

«No – ci ha detto l’inglese – non sono uno scalatore puro, cerco solo di spingere e posso farlo anche in salita».

Pensate che Golliker va in bici da appena tre anni. Oggi dopo l’arrivo si è anche commosso e ci ha chiesto di aspettare un po’ prima di fargli le domande. Forse si è reso conto di quale impresa avesse fatto. 

«Ammetto – dice Golliker – che sono ancora sotto shock per oggi. E’ stato stupefacente. Vado in bici da tre anni, prima facevo tutti gli sport, ma ho scelto il ciclismo perché mi appassionava di più».

Golliker vive nei dintorni di Besancon, dove la Groupama-Fdj ha la sede. Una scelta dovuta anche al fatto che in Inghilterra nei dintorni di Londra dove vive non ci sono salite e c’è invece molto traffico.

Analisi di uno scalatore

Vederlo pedalare ci ha incuriosito. Uno che vince due tappe (dure) al Valle d’Aosta, per di più al primo anno, non può non essere uno scalatore, così ci siamo rivolti al suo direttore sportivo, Jerome Gannat.

Jerome, Golliker è uno scalatore puro?

No, però è un rullo compressore! Scherzi a parte, anche se si guarda la sua struttura fisica non è da vero grimpeur. Joshua non ha quel cambio di ritmo netto. A lui piace prendere il suo passo e spingere, forte.

Eppure spinge rapporti lunghi in salita. Di solito fa così chi è uno scalatore…

Vero, ma lui va così perché è potente. Anche muscolarmente. Poi è talmente giovane, ha 19 anni, che non è definito. Non ha finito di crescere, ma credo che anche fra qualche anno non sarà uno scalatore puro.

Golliker correva in Francia, lo seguivate già prima che venisse da voi?

No, sono sei mesi che lavoriamo con lui, ma è già migliorato molto. Joshua è un attaccante nato. Lui è un po’ “on-off”. Se è davanti, spinge, va via e rende al 100 per cento, ma se è in gruppo si perde un po’. Credo quasi che si annoi. E’ una questione di motivazione.

Ed è per questo che ieri nel tappone si è staccato?

Non credo. Era ancora in maglia. Io non sono rimasto sorpreso che l’abbia persa. Neanche l’abbiamo veramente difesa, conoscevamo i limiti di Joshua. In salita il gruppo poi non è andato fortissimo. Poi ci sono stati scatti a raffica e, come ho detto, Golliker non riesce a rispondervi bene. In più lui è giovane e la distanza era molto lunga.

Hai detto che non è uno scalatore puro. E allora che tipologia di corridore è?

Un corridore molto forte. Io credo che lo potremmo vedere protagonista nelle tappe davvero difficili o intermedie perché è molto forte fisicamente. Ma in generale sono cose molto difficili da valutare perché parliamo di ragazzi under 23. Lo valuteremo davvero quando lascerà la squadra continental e quanto progredirà tra i pro’. 

E invece oggi come è andata?

Gli ho detto di attaccare perché ho ripensato allo scenario dell’anno scorso quando eravamo nella stessa situazione della Hagens Berman Axeon. Gli ho detto che avrebbero lasciato andare la fuga, come facemmo noi l’anno scorso. Anche se in realtà credevo ci lasciassero più spazio e per questo ero preoccupato. Ma è andata bene.

Un inglese sul Bianco. Impresa di Golliker a Pré de Pascal

13.07.2023
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COURMAYEUR – Il Monte Bianco si può toccare con un dito dalla radura di Pré de Pascal. Il ghiacciaio del Miage ogni tanto – sin troppo spesso ahinoi – scarica blocchi di ghiaccio. Il boato rimbomba per tutta la Val Veny rompendone il tipico silenzio della montagna. Poco dopo a rompere questo silenzio è il fiatone di Joshua David Golliker che, ciondolante, si arrampica sino a quota 1.912 metri di questo spettacolare arrivo del Giro della Valle d’Aosta. Un inglese sul Bianco, un po’ come i pionieri dell’alpinismo. Tra l’altro oggi la tappa è partita proprio davanti la casa delle guide alpine di Courmayeur.

Se ieri l’antipasto era stato leggero, oggi ecco una prima tappa cattiva, durissima. Al via ci si chiedeva perché ci fossero poche squadre italiane presenti a questa gara. Una delle motivazioni addotte da più direttori sportivi è che la corsa è troppo dura e pochissimi team nostrani hanno l’uomo adatto per un tracciato tanto esigente. Forse è così, forse no, ma di certo il Valle d’Aosta non è mai stato troppo morbido.

Non solo salite, il Valle d’Aosta si conferma corsa dura sotto ogni aspetto (foto Alexis Courthoud)
Non solo salite, il Valle d’Aosta si conferma corsa dura sotto ogni aspetto (foto Alexis Courthoud)

E’ sempre Fdj

Chi invece l’uomo ce lo aveva (e chissà se lo sapeva) era la continental della Groupama-Fdj. Negli ultimi due anni i ragazzi di Jerome Gannat, il diesse, avevano dominato. Ma era un’altra squadra. Una squadra piena zeppa di campioni: da Germani a Martinez, da Gregoire a Thompson…

«Non è quella squadra – ci aveva detto stamattina Gannat – però Rolland Brieuc può far bene e forse anche un altro ragazzino». E l’altro ragazzino non ha fatto bene: ha fatto benissimo.

Joshua Golliker si è reso protagonista di un finale strepitoso. E non solo lungo la scalata finale. L’inglese è scattato quando stavano per riprendere la fuga, ad una decina di chilometri dall’imbocco della salita. Si pensava lavorasse per gli altri visto quanto spingeva forte nel fondovalle.

«Mi è sembrato un buon punto per scattare – racconta Golliker mentre aspetta di andare sul podio – c’era qualcuno della vecchia fuga e ho deciso di spingere forte. In questo modo potevo andare del mio passo e così attaccare la salita con un po’ di margine».

«Cosa pensavo durante la scalata? A niente. Ho spento il cervello e mi concentravo solo sulla cadenza». Una cadenza alta, sempre sulle 80 rpm con il 36×34 come rapporto più leggero sulla sua Lapierre. Una cadenza ottima considerando che spesso si pedalava al 13 per cento con una punta del 20.

Ragazzino terribile

Golliker è un primo anno, è del 2004, così come i primi tre di oggi. E certe prestazioni a questo livello assumono ancora più valore. 

«Joshua ha corso in Francia lo scorso anno – racconta Gannat – con una squadra di Tolosa (Team 31 Jolly Cycles, ndr) ed ha anche vinto. Lo abbiamo adocchiato e alla fine lo abbiamo preso».

«Sì, un po’ sono stupito anche io che sia riuscito a vincere, ma poco. Questa mattina vi avevo detto che avevamo due ragazzi, ebbene l’altro era lui. La scorsa settimana eravamo in ritiro da queste parti e abbiamo provato le tappe di questo Valle d’Aosta. Ho visto che pedalava bene, che stava crescendo molto di condizione. Questo poteva essere un arrivo adatto a lui».

«E poi ha giocato bene le sue carte. Lo scatto in quel punto intermedio nel fondovalle non è stato casuale. David è molto forte, ma non ha la botta secca, non ha il cambio di ritmo. In questo modo è potuto andare via di passo».

Certo che se va così, potrebbe anche tenere la maglia gialla. Ma tutto è da scoprire e lo stesso diesse francese sembra “viverla alla giornata”.

Ultimo chilometro. Faure Prost scatta e guadagna qualche secondo sui diretti avversari. Da segnalare il ritiro di uno dei favoriti: Finlay Pickering
Ultimo chilometro. Faure Prost scatta e guadagna qualche secondo sui diretti avversari. Da segnalare il ritiro di uno dei favoriti: Finlay Pickering

Faure Prost scalpita

Ma dietro i big hanno lasciato fare solo in parte. Va detto che le squadre dei favoriti hanno corso come i pro’. Un grande controllo, ranghi compatti e sgasate potenti nel finale.

E tra i favoriti c’è senz’altro Alexy Faure Prost, francese della Circus-ReUz. Nei 1.500 metri finali ha mangiato oltre 30” a Golliker.

«Oggi sono arrivato secondo dietro a un corridore che ha fatto una buona azione – ha detto Faure Prost – Per me lui non è una novità. L’anno scorso ha corso in Francia, quindi lo conoscevo e so che quando sta bene può fare grandi numeri. Magari non mi aspettavo li facesse a questo livello. Ma è anche vero che ai piedi della salita aveva già un buon vantaggio e ormai era tardi per noi».

Per molti Faure Prost è tra i favoriti, se non il favorito. Lui accetta questa affermazione, ma dice anche che ci sono altri atleti che possono fare bene e poi sono talmente giovani e il percorso è talmente duro, che è difficile fare previsioni. Però…

«Però le gambe stavano bene. Credo di averle sbloccate del tutto nell’ultima salita. Sono fiducioso per i prossimi giorni».

La sfida è appena iniziata, ci aspettano ancora tre giorni di fuoco. Durissimi, affascinanti. E la sensazione è che la Groupama-Fdj venderà cara la pelle.