La Euskaltel si rimbocca le maniche: non si vive di sola Vuelta

22.04.2025
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Al pari della Kern Pharma, che pure nel 2024 aveva vinto due tappe, la Vuelta ha lasciato fuori dalle wild card 2025 la squadra-bandiera dei Paesi Baschi: la Euskaltel-Euskadi. Ventuno corridori, una squadra femminile (la Laboral-Kutxa) e un devo team. Il ranking UCI fino a questo momento parla di un fragile 39° posto che senza i possibili punti del Grande Giro di casa la escluderà dalla lotta per futuri inviti. Eppure quando ne parliamo con il direttore sportivo Jorge Azanza, 42 anni di cui sette con la maglia della squadra che dirige, i toni non sono stizziti come succederebbe da noi se a una professional così rappresentativa venisse negata la partecipazione al Giro d’Italia. Lo scorso anno la Euskaltel alla Vuelta c’è andata e ha portato a casa come miglior risultato il terzo posto di Aberasturi nella volata di Castelo Branco che vide vincere Van Aert.

«Sapevamo che i posti erano pochi – spiega – e che avevamo già gareggiato l’anno scorso e anche il precedente. Sarebbe stato difficile per noi essere invitati ancora, per il terzo anno. Ugualmente abbiamo aspettato che l’elenco venisse pubblicato, perché comunque c’è sempre speranza. Ma poi, quando si è saputo che c’era interesse da parte di team esterni molto forti, abbiamo capito che sarebbe stato complicato».

Alla Vuelta 2024, il miglior risultato della Euskaltel fu il terzo posto di Aberasturi dietro Van Aert il terzo giorno
Alla Vuelta 2024, il miglior risultato della Euskaltel fu il terzo posto di Aberasturi dietro Van Aert il terzo giorno
Quanto è importante per una squadra spagnola essere invitata alla Vuelta?

Beh, è la cosa più importante per una squadra di alto livello. La Vuelta è la corsa dove c’è più visibilità, dove ci sono maggiori possibilità di realizzare qualcosa di importante ed è così anche per gli sponsor. Proprio gli sponsor sapevano che quest’anno sarebbe stata dura, ma sapevano anche che c’era questa possibilità. Basta non fare promesse che non puoi mantenere. Gli sponsor sanno benissimo che la visibilità della Vuelta non è garantita da altre gare.

Come ci si organizza in mancanza della Vuelta?

Se ti interessa avere una squadra di alto livello, non puoi fermarti a una sola corsa. Hai bisogno di una bella organizzazione e di un programma consistente, in modo che tutti i corridori possano fare delle belle gare. E quando capisci che non sarai alla Vuelta, allora ti metti a guardare il calendario delle alternative per quel periodo. Così adesso stiamo cercando di creare il programma migliore per ottenere punti UCI, correndo molto all’estero. Alla fine non ci sono più molte gare in Spagna e dovremo viaggiare parecchio all’estero.

I corridori sapevano già che non sarebbero andati alla Vuelta?

Anche loro erano consapevoli della situazione, anzi, in fin dei conti lo sapevano ben prima che la notizia diventasse ufficiale. Sapevano come stanno le cose, può essere un po’ triste, ma alla fine è così e non puoi farci molto.

Jorge Azanza, 42 anni, è il direttore sportivo della Euskaltel-Euskadi, dopo averci corso per 7 stagioni
Jorge Azanza, 42 anni, è il direttore sportivo della Euskaltel-Euskadi, dopo averci corso per 7 stagioni
Qual è l’obiettivo stagionale della squadra?

Vincere. Approfittare di ogni gara a cui partecipiamo come se fosse l’ultima. Cerchiamo di andare con ottime formazioni a tutti gli eventi a cui partecipiamo. Avremo un buon calendario e cercheremo di presentarci sempre con i corridori più competitivi in base ai percorsi.

Il ranking UCI vi preoccupa?

E’ un tema importante, per questo bisogna cercare il maggior numero di gare in Europa e fuori dall’Europa, cercando di ottenere il massimo possibile.

Quanto è importante il gruppo Euskaltel nel ciclismo spagnolo di oggi?

Siamo una squadra storica, che è sempre stata nella categoria professionistica. Prima era nel WorldTour, poi è scesa nella categoria dilettantistica e ora si sta riaffermando. Quest’anno, anche a causa della questione dei punti, abbiamo dovuto mandare parecchie richieste all’estero, allargare un po’ i nostri orizzonti. E cercare di avere una squadra equilibrata in modo che, come ho detto, possiamo correre in tutti gli eventi alla nostra portata.

Il 2025 della Euskaltel è stato rallegrato finora dalla vittoria di Hennequin al Tour de Taiwan
Il 2025 della Euskaltel è stato rallegrato finora dalla vittoria di Hennequin al Tour de Taiwan
In Italia abbiamo il problema dei devo team che saccheggiano i vivai: come va in Spagna?

Sta diventando sempre più difficile avere i migliori juniores. Le squadre del WorldTour stanno lavorando molto con i devo team e tutti i buoni corridori vanno in quelle squadre. Noi cerchiamo di prendere subito i giovani migliori, ma è sempre più probabile che passino ad altri e non nelle piccole squadre.

Quale calendario farete a maggio e giugno?

A maggio avremo il Turchia, che partirà il 27 aprile. Poi Finisterre, Morbihan, Tofeo Bro Leon, la classica Dunkerque, il Giro di Ungheria e il Grande Premio Beiras. A giugno invece il Giro di Slovenia, Bruxelles, Andorra, i campionati nazionali e per il resto dobbiamo aspettare qualche risposta. Tutto sommato, fare la Vuelta sarebbe stato bello, ma di qui ai giorni di agosto in cui dovremo seguirla in televisione, gli appuntamenti non mancheranno. Dovremo sfruttare tutte le occasioni per fare punti.