Colbrelli e Jonny Mole: il nuovo logo figlio dell’amicizia

24.11.2022
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Negli occhi e nel cuore abbiamo ancora le immagini di Sonny Colbrelli che annuncia il suo ritiro dal ciclismo. Uno di quei momenti che allo stesso tempo è amaro e dolce, come uno schiaffo dato da una persona amata. Al fianco di Colbrelli, nella gremita sala FSA, c’era anche Jonny Moletta, in arte “Jonny Mole”. Il designer veneto è stato chiamato in causa durante la conferenza stampa per presentare il nuovo marchio del “cobra”. Si tratta di un nuovo inizio per entrambi, che di strada nel mondo del ciclismo ne hanno fatta molta, anche se non nella stessa maniera

«La mia passione per il design – racconta Moletta – nasce implicitamente dall’amore per il ciclismo. Quando correvo da ragazzino, avevo la passione di personalizzare il mio mezzo, domenica dopo domenica. In questo modo tra passione e voglia di lasciare il segno, ho iniziato a farlo diventare un lavoro».

Il logo Colbrelli, realizzato da Jonny Mole in bianco e bianco su fondo nero
Il logo Colbrelli, realizzato da Jonny Mole in bianco e bianco su fondo nero

L’incontro con Sonny

Sonny Colbrelli e Jonny Moletta si sono incontrati tanto tempo fa, quando la carriera del “cobra” era all’inizio, mentre Jonny si stava affermando come designer. 

«Era il 2012 e Sonny (Colbrelli, ndr) – racconta – era da poco diventato professionista. Stavamo allestendo una squadra per la 24 ore di Feltre, nel regolamento c’era una clausola che permetteva di partecipare anche ai corridori professionisti. Ai tempi Colbrelli era appena passato in Bardiani e io sentii Mirko Rossato, che mi consigliò di portare proprio lui. Mi ricordo subito la sua grande caparbietà, era instancabile e super disponibile. In poco tempo è nato subito un bel rapporto di amicizia e stima reciproca. Dopo ogni gara gli ho sempre scritto e lui non ha mai mancato di rispondere ai miei messaggi. La sua evoluzione è stata incredibile, direi fenomenale, e l’apice nemmeno a dirlo lo ha raggiunto nel 2021 all’europeo di Trento. Sulla salita finale ha resistito a Evenepoel in maniera incredibile mostrando la vera grinta del cobra».

La vittoria più bella di Colbrelli, secondo il suo amico Moletta, è stata l’europeo di Trento. Il vero morso del cobra
La vittoria più bella di Colbrelli, secondo Jonny Mole, è stata l’europeo di Trento. Il vero morso del cobra

10 anni “a tutta”

Viene da chiedersi come abbia vissuto Jonny quell’addio, come detto anche da lui, vissuto dietro le quinte. Il designer veneto ha vissuto la conferenza stampa da dietro le quinte, come ha ammesso lui stesso. Quando è stato chiamato a presentare il nuovo logo di Sonny Colbrelli lo ha fatto in modo sbrigativo. Ma nel momento in cui ci si accorge della profondità del pensiero e delle qualità lavorative è giusto lasciare spazio.

«Ho accompagnato Colbrelli da inizio carriera fino a questa svolta (dice ripescando nel ricordo di quel tardo pomeriggio, ndr). In Sonny ho visto tanta maturità, una cosa rara da trovare nei ciclisti che si trovano a smettere così all’improvviso. Il mio grande rapporto con FSA e con Colbrelli mi ha permesso di dare il mio contributo a questa storia che merita di essere raccontata, in tutti i modi».

“Jonny Mole” ha disegnato il nuovo logo di Colbrelli: aggressivo, tenace e di stile, proprio come Sonny
“Jonny Mole” ha disegnato il nuovo logo di Colbrelli: aggressivo, tenace e di stile, proprio come Sonny

La nuova firma

Sonny Colbrelli, insieme ad una nuova pagina della sua vita, si appresta a lasciare una nuova firma nel mondo. E se è vero che pedalare non sarà più il suo lavoro, il “cobra” ha avuto la capacità di reinventarsi. E’ toccato allora a “Jonny Mole” il compito di trovare un nuovo modo per permettere a Colbrelli di lasciare il segno.

«Sonny – riprende a raccontare Moletta, come guidato ciecamente dai ricordi – aveva bisogno di rimettere in ordine la propria immagine. Per prima cosa, nel nuovo marchio, non c’è più la sigla “SC” ma il nome è per intero. Per renderlo ancora più personale, senza limitarsi ad un codice. Questo nasce anche dal fatto che Colbrelli firmerà le 71 bici limited edition di Merida e probabilmente nasceranno anche altri prodotti. E’ un logo più da “imprenditore” che però non perde le caratteristiche principali di Sonny. Il cobra rimane un simbolo forte ed anche il modo nel quale è disegnato testimonia questa caratteristica». 

Sonny con la bici Merida con la quale ha vinto la Roubaix, l’ultima vittoria in maglia Bahrain Victorious
Sonny con la bici Merida con la quale ha vinto la Roubaix, l’ultima vittoria in maglia Bahrain Victorious

Stessa forza ed aggressività

«Il cobra disegnato nella grafica – conclude – non perde le caratteristiche di quello precedente: bocca spalancata a mostrare i denti aguzzi pronti a mordere. Anche l’occhio ha intrinseca una grande aggressività, la “corona” sul collo, spalancata come se l’attacco del rettile fosse imminente va di pari passo. L’idea era quella di ricordare quello che è stato da corridore, forte, pungente e di grande stile. Graficamente il lavoro di aggregazione che abbiamo fatto, porta il nome di Colbrelli su due linee ben distinte. Il nome, inoltre, è inclinato, per dare un senso di dinamicità e di velocità.

«I caratteri sembrano aggraziati, ma anche questi, se guardati bene, sono “pungenti”. Si tratta di un modo di celebrare quello che Colbrelli ha fatto nel ciclismo, ricordando che le sue qualità non mancheranno anche una volta iniziata questa nuova vita».

Jonny Mole più The Dream Studios: creatività e sogni

04.10.2022
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Si chiama The Dream Studios, ed è il nuovo spazio polifunzionale inaugurato a Cittadella (Padova) e ideato da Jonny Moletta. Designer e imprenditore con un lunghissimo trascorso professionale alle spalle nel settore della “bike industry”.

«The Dream Studios – ha dichiarato lo stesso Jonny Moletta – è un luogo destinato a diventare portavoce di tutte le persone che vorranno far conoscere la propria realtà, esprimere il proprio talento e condividere in assoluto la bellezza. In sintesi, una vera e propria fabbrica che ospiterà i sogni di tutti. Un riferimento fisico dove incontrarsi, sperimentare e condividere. Ho aperto il mio studio di design e di comunicazione a soli 27 anni, nel 1999. Come creativo, ma anche come imprenditore, conosco bene le difficoltà e i sacrifici che si incontrano per realizzare i propri sogni. Ho voluto dunque recuperare questo spazio ripensandolo completamente come luogo di creazione di nuove opportunità».

La maglia rosa del Giro d’Italia 2011 disegnata da Jonny Mole
La maglia rosa del Giro d’Italia 2011 disegnata da Jonny Mole

Spazio “vivo” e creativo

Versatile e davvero dalle mille potenzialità, The Dream Studios è un vero e proprio “open space” lasciato volutamente bianco affinché tutti possano adattarlo al proprio uso: un luogo dedicato alla creatività nell’accezione più ampia, una la cornice perfetta per eventi, mostre, conferenze, showroom, pop-up ma anche set per shooting fotografici e video.

L’obiettivo di The Dream Studios è dunque quello di sfruttare il proprio spazio per portare grandi idee a Cittadella, nel cuore del Veneto ciclistico, e allo stesso tempo concedere un’opportunità a creativi, sportivi ed imprenditori che possono affittare il luogo e utilizzarlo per far conoscere i propri progetti. Non a caso, The Dream Studios è stato concepito come uno spazio “vivo”. La sua funzione naturale è quella di supporto allo studio di design e di comunicazione Jonny Mole, ma all’occorrenza è immediatamente funzionale ad altri utilizzi e questo ogni qual volta una mente creativa o imprenditoriale, oppure un’idea innovativa, lo richieda.

Il progetto “The Dream Studios” nasce per dare a tutti la possibilità di inseguire i propri sogni
Il progetto “The Dream Studios” nasce per dare a tutti la possibilità di inseguire i propri sogni

Pre-inaugurazione ok

E la scorsa domenica 25 settembre i sogni si sono trasformati in… realtà. Gli Studios di Cittadella hanno difatti registrato una pre-inaugurazione davvero fuori dagli schemi che ha stupito tutti gli intervenuti. Lo spazio ha difatti ospitato i quadri dell’artista spagnolo Miguel Soro e ad occuparsi di presentare al meglio la location ci ha pensato Sitia, brand specializzato nella produzione di arredi per contract. E come se non bastasse, The Dream Studios è stato anche sede di partenza e arrivo di Glory Roads, un evento ciclistico gravel lungo due percorsi, e occasione per due eccellenze venete del mondo del ciclismo per presentarsi: De Marchi ha esposto le ultime novità in fatto di abbigliamento, mentre Cicli Galletti ha proposto le sue biciclette Made in Italy e prodotte artigianalmente e su misura.

Anche lo studio di design e comunicazione Jonny Mole ha condiviso alcuni suoi progetti con il pubblico intervenuto. Tra questi, la maglia rosa del Giro disegnata nell’edizione dei 150 dell’Unità d’Italia, la bicicletta avveniristica “Dream Machine”, vincitrice dell’IF Design Award nel 2013, e la campagna pubblicitaria “Kask Valegro x Tour de France Limited Edition Helmet” completamente sviluppata in 3D che si è aggiudicata il prestigioso Red Dot Award 2022.

Per maggiori info & contatti: info@jonnymole.com

Jonny Mole

Arriva la Serenissima Gravel, ce la presenta Moletta

12.10.2021
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Pochi giorni e sarà Serenissima Gravel, la prima gara gravel appunto riservata ai professionisti. Dal Lido di Jesolo a Piazzola sul Brenta, nel cuore del Veneto, tra costa, sterrati, argini, campagne e campanili. E’ uno degli eventi più attesi di Ride the Dreamland, che iniziano domani con il Giro del Veneto. Dietro a questa bella e coraggiosa iniziativa ci sono Filippo Pozzato e Jonny Moletta. E proprio con Jonny cerchiamo di capire cosa dobbiamo attenderci.

Da sinistra: Cordiano Dagnoni, Jonny Moletta, Filippo Pozzato e Roberto Ciambetti (regione Veneto) al lancio di Ride the Dreamland
Jonny Moletta con il presidente della FCI, Cordiano Dagnoni

Sul campo prima dell’Uci

«Quest’anno l’Italia – dice con entusiasmo Moletta – nello sport è stata storica visto quanto e cosa abbiamo vinto, e lo sarà anche da un punto di vista organizzativo con questo primo evento gravel per professionisti. Il prossimo anno l’Uci farà i campionati mondiali gravel e questo credo sia già un ottimo risultato».

«Cosa ci aspettiamo dunque? Che tutto vada al meglio! Il nuovo spaventa. Spaventa noi, gli atleti, le squadre… Alcuni team temevano per l’incolumità dei loro atleti e così abbiamo optato per team composti da quattro corridori e non avere così un gruppo troppo folto. Al via ci saranno 60 partenti e questo ci dà una certa tranquillità per quel che riguarda l’assistenza in gara e la sicurezza».

Un’iniziativa nel vero senso della parola dunque, questa Serenissima Gravel. Una gara che dà appunto inizio ad un nuovo ramo ciclistico. Un ramo che si spera sia anche prosperoso. Il gravel già esiste, ma in tante altre sfaccettature, tra cui quello americano (più wild e meno racing). Ma in questo progetto c’è veramente tanto, sia sul piano tecnico che su quello della promozione territoriale.

«Sul fronte del marketing – spiega Moletta – è stato fatto molto. E’ promozione. Abbiamo riscosso una grande sensibilità da parte delle aziende per il Ride the Dreamland e molta di questa sensibilità è dovuta proprio alla gara gravel. E’ un qualcosa di originale. L’idea è nata parlando con Pozzato. Avevamo il Giro del Veneto al mercoledì e la granfondo per gli amatori al sabato: volevamo riempire questo buco. In Veneto abbiamo la materia che sono i corridori e così ci siamo “solo” messi all’opera».

Oltre 50 chilometri di sterrati, tra i fiumi e le lagune venete (foto Veneto Gravel)
Oltre 50 chilometri di sterrati, tra i fiumi e le lagune venete (foto Veneto Gravel)

Regolamento da scrivere

Un’opera vasta e al tempo stesso stimolante. Perché si fa presto a dire: “facciamo una gara gravel”. Ma poi bisogna realizzarla e se si tratta di un qualcosa di nuovo c’è anche un aspetto non secondario da valutare: il regolamento.

«Dopo aver individuato un percorso serviva un regolamento, che di fatto non esisteva per una gara gravel. E così abbiamo chiesto aiuto a Massimo Ghirotto, esperto del fuoristrada e della strada, perché il rischio molto elevato era quello di proporre la brutta copia di una Roubaix o di una Strade Bianche. Pertanto servivano anche dei limiti tecnici, come l’utilizzo di bici gravel e non da corsa. E la discriminante è stata quella di individuare come sezione minima gomme da 35 millimetri».

Il regolamento poi riguarda anche l’assistenza in gara, che di fatto non c’è. O meglio, non c’è nella maniera tradizionale in cui intendiamo noi. Ci saranno infatti delle feed e technical zone, rispettivamente per mangiare e bere e per ricevere assistenza tecnica. Il corridore deve essere in grado in caso di foratura o guasto meccanico di provvedere lui stesso.

«E credetemi, più di qualche diesse ci ha detto che i propri corridori non sapevano cambiare la gomma. Vogliamo così dare anche un messaggio diverso. Nell’era della tecnologia, si fa un piccolo passo indietro per riscoprire certi valori». Una scelta che ben s’intona con questo evento, ci sentiamo di aggiungere.

Percorso veloce

Infine uno sguardo al percorso. Come accennato, si va da Jesolo a Piazzola sul Brenta: 126,8 chilometri pressoché piatti, ma con oltre 80 chilometri di sterrato dipanati in 11 settori gravel.

«Il percorso attraversa luoghi splendidi. Il Veneto ha bellissime montagne e tante colline e si tende sempre a sottolineare quelle, anche in bici. Invece anche la parte bassa e costiera è molto bella. In tal senso l’aver individuato Jesolo come partenza non è casuale. Jesolo è un po’ la nostra “capitale del mare”. E lo stesso vale per Piazzola sul Brenta. Questo è il crocevia di due importanti piste ciclabili: la Treviso-Ostiglia e quella del Brenta. Senza contare che sempre qui c’è Villa Contarini, di proprietà della regione, da dove è già partito il Veneto Gravel, ideato da Roberto Polato, il quale ci ha aiutato non poco».

«Il percorso è veloce – conclude Moletta – Zero salite, ma con parecchi argini. Ci sono rettilinei lunghissimi ideali per i cronoman e zone in cui invece si deve rilanciare continuamente. Ciclabili e sterrati lungo fiumi importanti. E poi nel finale, nel momento clou, abbiamo deciso di introdurre un circuito da ripetere tre volte. In questo modo anche il pubblico potrà vedere di più i corridori, senza contare che la piazza di Piazzola è enorme e lì ci saranno anche molti espositori. Speriamo che la gente sia tanta lungo il percorso».