Fuglsang si promuove e sogna la Roubaix

24.11.2020
3 min
Salva

Con Jakob Fuglsang abbiamo fatto un bilancio della sua stagione. Il corridore dell’Astana è stato a lungo il dominatore del 2020. Non a caso è anche tra i 15 nominati per il Vélo d’Or. Ha vinto Il Lombardia, il suo secondo “monumento” dopo la Liegi 2019, con una superiorità disarmante. Ha fatto il bello e il cattivo tempo alla Tirreno. E al Giro dell’Emilia, se non avesse vinto il compagno Vlasov, ci sarebbe stato lui a stracciare tutti sulle rampe del San Luca.

Ma in parte è stato anche “deludente”. Proprio per quanto fatto, era lecito aspettarsi un super Giro d’Italia da lui. Addirittura c’era chi lo vedeva in maglia rosa a Milano. Forse troppo, ma certo il podio ci poteva stare. Anche se poi come abbiamo visto è venuto fuori un Giro rivoluzionario. Inaspettato. E alla fine il suo sesto posto non è neanche così male.

L’arrivo trionfante del Lombardia
L’arrivo trionfante del Lombardia

Con il danese siamo riusciti a scambiare qualche battuta su questa stagione e quella che verrà. E sapete una cosa? Fuglsang ha un sogno da realizzare, la Parigi-Roubaix, che per un ex biker e ottimo passista come lui, potrebbe essere una sfida più che concreta.

Ciao Jakob, partiamo dalla stagione appena conclusa: puoi fare un bilancio del tuo 2020?

Al di là della pandemia globale e dei cambiamenti del calendario, è stato un buon anno per me, con la vittoria del Lombardia, un obiettivo e un sogno diventato realtà. Anche il Giro è andato tutto sommato bene. Sono riuscito a finire nella top 10.

Dopo un Lombardia corso così, cosa ti è mancato al Giro? Eri in forma troppo presto?

Penso mi sia mancata un po’ di fortuna ma questo è il ciclismo. No, non credo sia stata una questione di forma, quella era buona, ma con qualche intoppo come una foratura si perde tempo, difficile poi da recuperare.

Si dice che i nuovi giovani siano fortissimi: ma tu o Nibali eravate davvero ai massimi livelli? E come si può colmare questo divario?

I giovani corridori sono forti anzi, come hai detto tu, fortissimi. Vincenzo ed io abbiamo l’esperienza. Ma tutti i corridori del WorldTour sono ai massimi livelli, altrimenti non si presenterebbero neanche alle corse.

E ‘stata la prima volta che ti sei presentato al via di un grande Giro come leader unico: ti sei preparato in modo diverso? Hai sentito la pressione?

Un obiettivo, come la classifica generale del Giro deve essere valutato diversamente da una gara di un giorno. Quindi la mia preparazione era ovviamente diversa. Però sono stato già più volte il leader della squadra quindi non c’era più pressione del solito. Quella era la stessa di quando vuoi vincere.

Fuglsang sistema la borsa del freddo prima di una tappa al Giro
Fuglsang sistema la borsa del freddo prima di una tappa al Giro
Con Lopez e Vlasov al tuo fianco, sarebbe stato diverso?

Forse. Non possiamo controllare tutte le cose. Avevamo programmato di averli entrambi e giocare con due punte, ma la sfortuna (per Vlasov, ndr) e un terribile incidente (per Lopez, ndr) hanno cambiato quei piani.

Passiamo al 2021: quali sono i tuoi progetti? Martinelli ci ha detto che le classiche saranno ancora una volta il tuo primo obiettivo…

Stiamo programmando insieme al mio allenatore le mie gare del 2021. Se saremo in grado di tornare alla “vecchia normalità” vedremo quali gare ci saranno nel mio calendario.

C’è qualche corsa che non hai ancora fatto e che vorresti fare? Insomma, modifichi un po’ il tuo solito calendario?

Non credo che ci saranno “nuove” gare nel mio programma nel ’21, ma un giorno mi piacerebbe provare la Parigi-Roubaix.

Ti vediamo correre con tua moglie, fai altri sport? Quali passioni hai al di fuori del ciclismo? Esci ancora in Mtb?

Sì, è una bella alternanza oltre alla bicicletta. Mi piace passare il tempo con la mia famiglia visto che è sempre limitato, quindi cerchiamo di fare più cose possibili insieme come fare escursioni, correre o semplicemente stare fuori con nostra figlia e fare una passeggiata.

Vincenzo Nibali, Piancavallo, Giro d'Italia 2020

Piancavallo gela il ciclismo dei numeri

18.10.2020
4 min
Salva

Martinelli davanti al pullman dell’Astana sulla cima di Piancavallo si ferma volentieri a parlare, poco più avanti Slongo ha appena detto la sua davanti a quello della Trek-Segafredo. I due, che hanno in comune anni di lavoro con Nibali, questa volta sono su posizioni opposte.

Giovani e vecchi

Di colpo è come se il solco fra corridori giovane e più esperti venga scavato dall’assuefazione alla tecnologia. Tanto sembrano smaliziati e aggressivi i primi, quanto bloccati sui numeri gli altri. Oppure certe volte semplicemente i numeri sono l’alibi più utile?

Jakob Fuglsang, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Fuglsang a Piancavallo nel gruppetto di Nibali a 1’36”
Jakob Fuglsang, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Fuglsang a Piancavallo con Nibali a 1’36”

«Questa generazione di giovani – dice Martinelli – va più forte e non ha paura di menare. Sento invece corridori più anziani che continuano a parlare e snocciolare valori. C’è solo da menare e semmai guardare i numeri la sera. Si va tanto forte. Oggi abbiamo detto a Felline di tirare a 420 watt. Lui ha fatto 7 chilometri a 430 watt e quando è calato a 415, lo hanno subito passato. Ed erano in 25. C’è ancora da scalare lo Stelvio e da quello che ho visto oggi, non so quanti ci arriveranno. Nibali l’ho visto come ho visto il mio. Quando accelerano, non hanno numeri sufficientemente alti e si staccano. Quando a Fuglsang ho detto di stringere i denti, ha detto che non ne aveva».

Il tempo passa

Slongo a quei numeri li legge per spiegare il passo falso di Nibali, che ha pagato 1’36” a Geoghegan Hart e Kelderman. La sensazione che già ieri non fosse brillante nella crono è tornata quando Vincenzo, asfissiato dal ritmo frenetico della Sunweb, si è rialzato a circa 7 chilometri dall’arrivo e si è attaccato alla borraccia.

«Per la corsa è andato male – ha detto il suo allenatoreper i suoi valori è andato discretamente. Il ritmo di Sunweb era così forte che ha dovuto mollare. Kelderman è uno dei pochi che ha la squadra compatta. Sicuramente diventa l’uomo faro ».

Domenico Pozzovivo, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Fra i corridori esperti in difficoltà, anche Pozzovivo, 12° a 1’54”
Domenico Pozzovivo, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Anche Pozzovivo in difficoltà: 12° a 1’54”

Quel che si fatica a capire è se il miglior Nibali di oggi sia tanto lontano dal Nibali degli anni d’oro.

«Se prendo la crono di San Marino dell’anno scorso in cui andò bene – ha spiegato Slongo – o quella di Logroño alla Vuelta del 2017 in cui arrivò terzo e fu vinta da Froome, come wattaggi medi siamo in quei valori. Anche oggi penso che Vincenzo sui 20 minuti abbia fatto uno dei suoi best della stagione. Siamo in linea con un Nibali competitivo nei grandi Giri, ma va dato atto che attualmente c’è chi va più forte. Non so se sia da attribuire a un corridore vecchio, anche se per me ha ancora tanto da dare. I valori sono quelli di un bellissimo Nibali».

La terza settimana

L’ammissione, sia pure solo accennata dopo l’arrivo di Piancavallo, lascia riflettere. In questi momenti si deve aver fede nella possibilità di riscatto. Nibali venne già dato per spacciato nel 2016 dopo la tappa di Andalo, poi però la storia andò diversamente. I quattro anni passati nel frattempo non sono una distanza banale, ma Slongo non molla la presa

«Il morale non è male – ha detto – perché Vincenzo è nei suoi valori e per questo proveremo a inventarci qualcosa. E’ un Giro dove i primi sono ad un altissimo livello, bisognerà aspettare per vedere se qualcuno va in crisi. Sfrutteremo il lavoro degli altri e cercheremo fino alla fine di cogliere l’attimo, come è nel nostro stile. Il Giro per i primi 7-8 è tutto aperto, con le tappe che ci aspettano. Nella terza settimana può succedere che qualcuno vada in crisi. Noi non possiamo migliorare più di tanto, la nostra forza negli anni è stata la costanza. Perché non pensare che Vincenzo rimanga uguale e gli altri invece scendano?».

La speranza non muore per prima e con il riposo che bussa, coltivarla può essere un utile esercizio. Poi però, quando si tornerà a combattere, dimenticarsi dei numeri potrebbe essere un altro esercizio su cui applicarsi.