Da atleta è stata una delle velociste più forti in assoluto. Un osso duro per tutte le sue avversarie fino al ritiro a trentotto anni. Anche una volta salita in ammiraglia Ina-Yoko Teutenberg ha mantenuto il proprio carattere deciso. La diesse della Lidl-Trek viene considerata un sergente di ferro, ma in realtà ha quella giusta dose di sensibilità per ottenere il massimo dalle sue ragazze.
Al Giro Donne l’abbiamo sempre vista contemporaneamente concentrata e serena a cavallo della riunione pre-gara, così come nei momenti più concitati delle tappe. Un esempio ce lo ha fornito Gaia Realini il giorno di Ceres in cui è caduta in discesa Longo Borghini.
«Non vedo Elisa, cosa faccio?» domanda con apprensione la pescarese alla sua diesse.
«Tu vai avanti e non preoccuparti, sto arrivando io da lei» la risposta di Teutenberg.
In quell’attimo preciso la diesse tedesca sapeva di non poter più vincere il Giro, ma era altrettanto consapevole di poter arrivare al podio finale con la giovane italiana. Abbiamo quindi avvicinato Teutenberg per capire il suo modo di dirigere la Lidl-Trek anche in vista del Tour Femmes.
Ina hai adottato spesso tattiche diverse dal solito per il ciclismo femminile. Come nascono?
La mia filosofia è quella di cercare sempre di imparare qualcosa. E’ per questo che spesso faccio in ammiraglia le gare degli uomini. E’ bello ed interessante vedere come loro si avvicinano alla corsa e seguire quindi tutto il resto. Tuttavia penso che molti aspetti tecnici siano differenti. Il ciclismo maschile potrebbe prendere qualcosa dal femminile, ma si applicano più situazioni nel senso inverso. Sapete, alla fine se si vogliono vincere gare in bici, penso che si debba andare avanti con questa soluzione.
A proposito di filosofia, quali sono le tue convinzioni da diesse?
Non ne ho tante a dire il vero. Parto dal presupposto che ogni corridore può vincere una gara, però la vittoria è molto difficile da ottenere come risultato finale. Penso che molte volte tanti atleti non vedono veramente le proprie potenzialità. Spesso capita che facciano fatica a tirarle fuori. A quel punto bisogna provare a farli correre il più possibile per far prendere loro una maggior confidenza e consapevolezza di se stessi. Ecco, se i corridori iniziano a trovare questa condizione mentale, allora si può lavorare meglio in senso assoluto o comunque più facilmente nel mettere in pratica alcune tattiche.
Come siete arrivate al periodo ravvicinato Giro Donne-Tour Femmes?
E’ stato un po’ particolare quest’anno. Il Giro Donne lo abbiamo preparato il più in fretta possibile. Le tracce gpx delle tappe le abbiamo ricevute solo due settimane prima del via e non potevamo fare più di tanto. Solitamente cerchiamo di vedere cosa ha senso o chi portare ad una corsa. Ad esempio alla Vuelta non avevamo Gaia (Realini, ndr) che partiva per fare la gara. Conoscevamo però come fosse il suo stato di forma e quello delle compagne. Alla fine abbiamo cambiato il modo di correre e fortunatamente lei ha vinto una tappa e conquistato il podio (terzo posto finale, ndr). Così abbiamo fatto per il Giro stesso. Abbiamo dato un’occhiata ai percorsi e abbiamo deciso di portare chi era in condizione, parlando con le atlete e con Paolo (Slongo, l’altro diesse, ndr).
Il 23 luglio inizia il Tour Femmes. Come ci arriva la Lidl-Trek?
Il Tour è la più grande corsa che c’è, proprio come per gli uomini. Noi proveremo a vincerlo, naturalmente. La lotta per il podio sarà tosta perché tutte le migliori atlete puntano forte al nostro stesso obiettivo. Tuttavia noi saremo al via con un team competitivo, come sempre. Le ragazze si stanno preparando bene, comprese Balsamo e Longo Borghini che stanno recuperando dai relativi infortuni. Ci auguriamo di poter fare una grande corsa, tra generale e tappe.
Al Giro Donne dopo il ritiro di Longo Borghini, Ina-Yoko Teutenberg temeva che Realini non potesse più arrivare al podio?
Gaia ha bisogno ancora di un riferimento. Elisa in questo senso è una delle sue idole. Lei sa guidarla, è un’ottima insegnante in gara e fuori. Ma anche Spratt è stata molto importante per Gaia alla stessa maniera. Realini l’anno scorso era già molto forte, però adesso ha attorno a sé una squadra che crede molto in lei. E’ per questo che in questa stagione ha conquistato risultati sorprendenti. Sta continuando ad imparare dalle più esperte, ma è anche vero che per Realini correre con Longo Borghini è importante perché le toglie parecchio pressione. Ecco, per Gaia finire il Giro e con quel risultato, senza Elisa, è stato un importante step per la sua crescita. Quando c’è stato il ritiro, Gaia era quinta ad un minuto dal terzo posto. E personalmente ero convinta potesse centrare quell’obiettivo, anche se stava già andando bene così il suo Giro.