La storia del PC Baix Ebre Tortosa. Il team dei russi di Spagna…

19.05.2025
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Una delle squadre che si è finora messa più in vista nel calendario italiano under 23 non è italiana, e questo è già un degno distintivo. La PC Baix Ebre Tortosa sta caratterizzando con le sue presenze e i suoi risultati tutta la stagione tricolore attraverso le prestazioni dei suoi ragazzi, tutti russi. Ilya Saveckin è quello che ha catalizzato sul team le attenzioni generali, conquistando nello spazio di una settimana due vittorie di peso come quelle alla Medaglia d’Oro Frare-De Nardi e al GP Industrie del Marmo.

Considerando anche le ripetute presenze nella Top 10 praticamente ogni fine settimana, la curiosità è andata aumentando e la Rete non basta a soddisfarla. Ecco quindi che abbiamo rivolto alcune domande a Pere Garcia, il suo diesse che ha seguito tutta la campagna d’Italia, per capire con chi abbiamo a che fare.

Il PC Baix Ebre Tortosa è nato nell’immediato dopoguerra, dedicandosi inizialmente al cicloturismo
Il PC Baix Ebre Tortosa è nato nell’immediato dopoguerra, dedicandosi inizialmente al cicloturismo
Qual è la storia del vostro team?

Noi veniamo da Tortosa, nella regione del Paix Ebro, la regione di Tarragona. E’ una squadra molto antica, pensa che l’anno scorso hanno festeggiato il loro 75° anniversario. Non facciamo solo attività agonistica: lavoriamo molto anche per la diffusione del ciclismo, inizialmente la squadra si dedicava al cicloturismo e ha mantenuto anche questa sezione, ma attualmente coinvolgiamo bambini delle scuole a partire da 6 anni di età. Abbiamo varie categorie di età nel PC Baix Ebre, fino a quella che seguo io, quella degli Under 23. Abbiamo anche la squadra femminile.

Quando avete iniziato ad accogliere i corridori russi e come mai sono così tanti? Nel vostro roster, su 23 atleti, 12 vengono da Mosca…

Questo appartiene al rapporto che avevamo con un vecchio team, attivo circa 25 anni fa. Venivano da noi per svolgere l’allenamento sfruttando il bel tempo della zona. Così acquistarono una casa molto grande e la adattarono per viverci. A volte ci sono 30 persone, quindi è un posto molto grande, molto ben tenuto, c’è una palestra, una piscina, c’è tutta l’attrezzatura per riporre furgoni, camion e tutto ciò che una volta era della squadra. Così abbiamo raccolto quell’esperienza e siamo andati avanti, raggiungendo un accordo per portare i migliori ragazzi russi a correre in Spagna e in Europa.

Il team iberico è equamente diviso fra spagnoli e russi e fa attività all’estero anche fra gli juniores
Il team iberico è equamente diviso fra spagnoli e russi e fa attività all’estero anche fra gli juniores
Su che basi?

Io li avevo conosciuti 25 anni fa, quando ero un giovane corridore. Poi è sopravvenuto il problema della guerra e della conseguente esclusione di ogni team russo dall’attività. Io conoscevo da molti anni il signor Alexander Punderson, il titolare del team. Ci hanno chiesto di vedere se potevamo stringere un’alleanza, per permettere ai loro ragazzi di fare attività e ci è sembrato giusto. Ne abbiamo di juniores e di under 23. Per alcuni mesi dell’anno vengono ad allenarsi e gareggiare qui. Adesso, per esempio, il primo blocco di gare in Italia è terminato e si andrà in Russia per i campionati nazionali e l’attività locale. Quindi torneranno a competere in Europa nella seconda parte di stagione.

Perché avete scelto l’Italia per fare la maggior parte della vostra attività?

Per l’alto livello delle gare, superiore a quello che c’è in Spagna. Le gare che si svolgono in Italia fra marzo e maggio sono molto, molto belle, davvero competitive e utili. I corridori hanno la possibilità di competere con ragazzi molto qualificati e accrescere il proprio livello, per questo abbiamo fatto questo investimento.

La squadra iberica raccoglie successi in tutte le categorie, anche fra le ragazze
La squadra iberica raccoglie successi in tutte le categorie, anche fra le ragazze
Che differenze trovate fra i corridori spagnoli e quelli russi?

Io noto una preparazione di base diversa. Sono ancora ragazzi, eppure i russi che arrivano da noi hanno un livello già alto, superiore a quello dei nostri. E me ne accorgo nella gestione dei carichi di allenamento, inizialmente devono essere per forza diversi proprio perché i russi hanno una base superiore. Attenzione però, perché anche i nostri sono buoni elementi e proprio da questo confronto noto che crescono più in fretta, migliorano sensibilmente il loro livello, quindi è un connubio fruttuoso da ogni parte lo si guardi. Tornando ai russi, sono ragazzi che sono stati ingaggiati fin da quando erano bambini, si allenavano a San Pietroburgo e quando hanno compiuto 16 anni sono venuti in Spagna. Per tutto novembre e dicembre si allenano da noi sfruttando il clima.

I ragazzi russi come si sono integrati nel vostro gruppo, come lingua, come abitudini locali…

Bene, si sono integrati bene. Sono tutti molto educati, lavorano con l’obiettivo di essere professionisti, sono molto concentrati sul loro lavoro, che consiste nel cercare di essere professionali. La lingua è  un po’ un ostacolo, molti di loro non parlano inglese che è la lingua che usiamo abitualmente per integrare gli stranieri e che vogliamo che anche i nostri ragazzi iberici parlino. Ci aiutiamo attraverso la tecnologia per farci capire, il traduttore di Google, ma pian piano imparando vedo che i ragazzi si sciolgono, mettono da parte la naturale diffidenza iniziale. Io dico che ci aiuta avere persone di così alto livello in modo che gli altri ragazzi, si motivino e si allenino di più.

L’assolo vittorioso di Saveckin al GP Industrie del Marmo, con 7″ sul gruppo regolato da Biagini
L’assolo vittorioso di Saveckin al GP Industrie del Marmo, con 7″ sul gruppo regolato da Biagini
Nelle ultime due settimane Ilya Saveckin ha vinto due classiche importanti in Italia: che corridore è?

E’ un ottimo elemento, correva già con noi da junior. E’ al secondo anno nell’under 23 ed è molto forte. Ha molta tecnica in discesa e in montagna, pur essendo un ragazzo pesante e forte, riesce a gestire la salita piuttosto bene. Ora stiamo lavorando sul suo fisico, per renderlo più asciutto senza perdere potenza.

Insieme a lui chi sono i ciclisti che sono più promettenti a tuo avviso?

Beh, c’è Danil Kazakov, 20 anni, molto forte in salita. Due anni fa ha anche vinto il pronzo nella corsa a punti ai mondiali juniores su pista. E’ un ragazzo che sin da giovanissimo ha fatto vedere doti non comuni e sta crescendo con calma, ma io dico che andrà lontano.

Viktor Bugaenko aveva vinto la Vicenza-Bionde lo scorso anno (Photobicicailotto)
Viktor Bugaenko aveva vinto la Vicenza-Bionde lo scorso anno (Photobicicailotto)
Finora avete fatto molto bene, che cosa ti aspetti ora dalla stagione?

Ora i russi sono tornati nel loro Paese per l’attività nazionale e gareggiare anche nelle prove su pista. Il problema maggiore per noi sono i visti, quelli concessi sono solo per 3 mesi e poi devono rinnovarli di nuovo e a volte hanno problemi a farlo. Noi ci teniamo a farli arrivare prima possibile, anche perché ci saranno diverse gare di Coppa di Spagna e noi abbiamo il leader della classifica, Rostislav Novolodskii, ha partecipato alle prime due tappe e non ci aspettavamo che mettesse tutti in fila. Pur essendo un ragazzo del primo anno.