Integrazione in gara: troppa precisione può essere un limite?

17.06.2025
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Come vediamo, il ciclismo è sempre più preciso, dettagliato in ogni aspetto. Le tempistiche di integrazione e idratazione sono cadenzate a ritmi prefissati e, se qualcosa va storto, il rischio è che si possa “saltare”. Magari anche di testa, specie per i più giovani…

Durante il Giro d’Italia, le ammiraglie per i rifornimenti, all’inizio di tappe con fughe numerose, non riuscivano a passare. I corridori quindi faticavano ad alimentarsi e a gestirsi. C’era, in effetti, un po’ di panico. Sempre in questo ciclismo ipertecnologico, la mattina girando tra i bus, sui manubri spesso non c’è più neanche l’altimetria (o comunque non solo quella) ma la tabella della strategia alimentare. Per dire: al chilometro 70 bere, al chilometro 90 una barretta, al 110 barretta più gel…

Quando l’alimentazione diventa troppo precisa, cosa succede? Ne abbiamo parlato con un ex (dovremmo dire) corridore, che tuttavia pedala ancora forte e tanto. Pensate che pochi giorni fa, in allenamento con Ulissi e altri pro’, ha battuto un KOM! Parliamo di Domenico Pozzovivo.

Domenico Pozzovivo (classe 1983) 20 stagioni da pro’ con massima dedizione e attenzione alle novità
Pozzovivo (classe 1983) 20 stagioni da pro’ con massima dedizione e attenzione alle novità
Domenico, se questi fisici ormai da Formula 1 non seguono le tabelle alimentari al dettaglio, vanno in tilt? E la mente dei corridori non è più capace di gestirsi autonomamente?

E’ vero, il nuovo regolamento sui rifornimenti crea una variabile in più. Prima, soprattutto le squadre con molto personale, erano molto ridondanti nei punti fissi a bordo strada. Situazioni come quella che si è verificata al Giro erano praticamente impossibili perché i corridori erano sempre coperti. Il bisogno tra borraccia e gel, in una tasca o nell’altra, era sicuramente soddisfatto.

Chiaro…

In questo caso, con il nuovo regolamento e la diminuzione delle zone di feed, il problema si pone. A quel punto, un corridore cresciuto nelle giovanili e arrivato al professionismo con questo tipo di approccio brancola un po’ nel buio. Non ha mai sperimentato una vera crisi, che da un lato è una fortuna, ma dall’altro può mettere in difficoltà. Una crisi di fame in gara ti costringe ad adattarti per arrivare all’arrivo, affrontando sensazioni quasi da capogiro. Devi portare l’organismo a un certo livello di performance anche in condizioni di emergenza.

Quindi questa mancanza di esperienza in situazioni del genere può mandare in tilt?

Sì, può succedere. Oltre al fisico, ne risente anche la testa. Quando entrambe vanno nella stessa direzione negativa, tirarsi fuori non è facile. Secondo me, a volte, in allenamento bisognerebbe simulare volontariamente situazioni non equilibrate.

E come?

Non bisogna estremizzare, ovviamente, e non farlo spesso, perché a livello psicofisico sono situazioni stressanti. Ma ogni tanto vale la pena fare uscite a digiuno o con l’ultima ora a ritmo alto sapendo di essere in carenza di carboidrati. C’è chi riesce a compensare utilizzando più acidi grassi e catabolismo muscolare e chi invece è un ossidatore veloce e fa fatica a cambiare meccanismo energetico. Bisogna fare esperienza per capire come si tollerano queste situazioni. Sono metodi che ora si allenano, con le uscite fat max molto lunghe, in cui si introducono pochi carboidrati: 40-50 grammi l’ora, che sono meno della metà rispetto a quanto si usa oggi.

Anche a livello di idratazione: essere molto precisi abitua il corpo o è un discorso che riguarda solo i carboidrati?

No, l’idratazione è una questione fisiologica oltre che di abitudine. Come si dice: di fame è difficile morire, ma di sete si può. Nel ciclismo è lo stesso: da una crisi di fame in qualche modo esci, ma se vai in disidratazione puoi rischiare un colpo di calore. Quindi sull’idratazione c’è poco da “allenarsi” a stare male: bisogna monitorarla sempre.

Tu cosa mettevi sul manubrio? Altimetria, piano d’integrazione, i numeri da controllare come si faceva una volta tra i dilettanti?

Io ho sempre puntato molto sulla memoria, era un esercizio utile anche a livello mentale. Cercavo di memorizzare l’intero contenuto della tappa, non usavo le cartine caricate sui GPX del Garmin, avevo tutto in testa. Ma per avere un double check, mi piaceva avere sulla pipa l’inizio e fine delle salite, gli sprint, ultimamente anche la green zone per sapere quando buttare le cartacce. Queste informazioni le avevo sull’attacco manubrio.

Quindi niente info sull’integrazione…

No, mai. Ero molto sistematico e ascoltavo il mio corpo.

Secondo te i giovani ce l’hanno questa capacità di ascoltare il corpo? Perché ormai sono cresciuti con Garmin, GPX, watt, quantità di carbo/ora…

E’ vero, aggiungo anche il peso della pasta prima e dopo la corsa… Hanno proprio l’imprinting di affidarsi ai numeri. Non scavano nel profondo, non si chiedono cosa cerchi il corpo. E’ un aspetto negativo. Noi venivamo da un approccio opposto, forse anche troppo, perché si finivano gli allenamenti a secco, e non era il massimo. Ma una via di mezzo sarebbe l’ideale: abituare le nuove generazioni a regolarsi anche con l’appetito, con le sensazioni, senza affidarsi solo ai numeri. Conoscersi.

Per esempio, nell’ultimo anno che hai fatto con la VF Group-Bardiani, c’era qualche giovane che mostrava attenzione a questi aspetti? O che ti chiedeva qualcosa sull’alimentazione?

Sì, erano argomenti di dibattito serali, quotidiani. C’era molta curiosità sull’approccio diverso che avevamo noi. Mi vedevano come un “giovane vecchio”, uno che non demonizzava quello che facevano loro, ma cercavo di dare suggerimenti. Come dicevamo: imparare ad ascoltare il proprio corpo e a interpretare i segnali senza affidarsi solo ai numeri.

L’integrazione in corsa non sempre avviene secondo programma
L’integrazione in corsa non sempre avviene secondo programma
Proviamo a fare “un incidente probatorio”: secondo te, Domenico, nei momenti in cui non arrivavano i rifornimenti perché la giuria non faceva passare le ammiraglie, cosa si dicevano i corridori?

Secondo me pensavano a come allungare i vari step di rifornimento. Se era previsto di prendere qualcosa ogni 20 minuti, si passava a 30-40, regolando il ritmo di assunzione con quello che avevano in tasca.

E con l’acqua?

Per fortuna le macchine neutre riuscivano a tamponare un minimo. Ma ormai l’acqua pura si usa pochissimo. Le borracce contengono quasi sempre una miscela di carboidrati, e quando fa caldo anche elettroliti.

Magari hanno sostituito qualcosa con i gel che avevano in tasca?

Sì, sicuramente. Magari meno malto rispetto alla borraccia, che era finita. Ma i gel un po’ li hai sempre in tasca, almeno uno o due in più, proprio per questi casi.

Quando poi hanno ripreso il rifornimento, secondo te c’è stata una correzione per compensare il buco oppure hanno continuato come prima?

Dipende dal corridore. Se sei abituato al limite massimo dei grammi/ora, non hai margine per aumentare: se sei già a 140, non puoi salire oltre. Ma se sei come ero io, più “fortunato” da quel punto di vista, hai margine. Se di solito stai a 100, puoi arrivare a 120-130 senza grossi problemi. Dipende tutto dalle abitudini e dalle capacità individuali.

Crono col caldo e senza borraccia. Malori spiega come si fa

30.07.2023
5 min
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Si è detto tanto della crono di Combloux all’ultimo Tour de France. Dalla super prestazione di Vingegaard che ha aperto la crepa nella condizione di Pogacar, al cambio di bici, fino alla media oraria finale (oltre i 41 chilometri all’ora) considerando la salita conclusiva che portava al traguardo. Tanto, ma non abbastanza o tutto. Un particolare saltato subito all’occhio è che quasi tutti l’hanno disputata senza borraccia (in apertura Van Aert).

La prova contro il tempo misurava poco più di 22 chilometri, ovvero poco più di mezz’ora di sforzo. Tenendo conto che la classica “canicule” francese non ha mai mollato la morsa del caldo, come si può correre la crono decisiva del Tour senza avere nulla da bere? Qual è il limite che può raggiungere un atleta in gare simili senza borraccia? Queste e altre domande le abbiamo rivolte ad Adriano Malori, uno che di crono se ne intende. E come sempre, quando si parla con lui, arrivano tante risposte e considerazioni.

Malori preparava le crono bevendo tanto tra sali, zuccheri e acqua. Un litro e mezzo al mattino poi due borracce nel riscaldamento
Malori preparava le crono bevendo tanto tra sali, zuccheri e acqua. Un litro e mezzo al mattino poi due borracce nel riscaldamento

Conoscere se stessi

«Innanzitutto – premette Malori – il corridore, anzi il cronoman in questo caso, deve imparare a conoscersi. Lo fai prova dopo prova, prendendo dei riferimenti. Quando inizi a capire che atleta sei, allora riesci a capire quale sia la tua autonomia. Anzi, lo devi sapere per forza quando sei ad alto livello. Fra le tante cose che il cronoman deve sapere, ci deve essere anche quella della idratazione pre-gara. E’ una delle componenti che si somma ai watt espressi o da tenere, al restare concentrati o alla posizione.

«Vingegaard, Pogacar, Van Aert, i gemelli Yates, per citare i protagonisti del Tour, ma anche tanti altri, ormai sono abituati a fare crono senza borraccia e il suo supporto. Non lo fanno per una questione aerodinamica perché è stato provato che la presenza di una borraccia anche vuota è sempre più aerodinamica del solo porta borracce. Infatti, se ci fate caso, quando la finiscono non la buttano mai. Diciamo che non la mettono perché sanno che sarebbe una “perdita” di tempo se così possiamo dire. Quando sei in posizione e in trance agonistica, bere può farti perdere il ritmo. Ma ci sono delle distinzioni da fare».

In stagione Vingegaard ha corso quattro crono. L’unica fatta con borraccia è quella al Delfinato
In stagione Vingegaard ha corso quattro crono. L’unica fatta con borraccia è quella al Delfinato

Idratazione e adattamento

La lunghezza delle crono è un segno del tempo che passa. E quindi delle abitudini o delle predisposizioni dello specialista. Nel 2010 al primo anno da pro’, Malori ha fatto crono da 50 chilometri abbondanti sia al Delfinato che al Tour. Vingegaard e Pogacar finora si sono confrontati con crono di circa 10 chilometri in meno, tuttavia alcune cose non sono cambiate.

«Fare una crono senza borraccia – spiega il 35enne vicecampione del mondo della specialità nel 2015 – si può fare benissimo. Lo facevo spesso anch’io: non c’è un vero e proprio limite. In primavera si possono fare anche 50 minuti senza bere. Però devi averlo fatto in modo abbondante sia nei giorni precedenti sia nel giorno della crono. Devi averlo già provato nei mesi prima, non puoi improvvisare. Si sa che nelle gare a tappe il muscolo ben idratato sviluppa più potenza. Solitamente io bevevo un litro e mezzo al mattino tra acqua, sali, zuccheri e bicarbonato per prevenire i crampi. Poi due borracce un’ora e mezza prima del via durante il warm-up sui rulli: una di sali e una di acqua. I team investono molto sull’idratazione, ma succedeva anche prima. Forse adesso c’è una cassa di risonanza maggiore attraverso i social, anche perché questi sono veramente dei grandissimi campioni».

Crono “a blocco” senza borraccia. Van Aert, terzo all’arrivo e stremato, recupera subito bevendo acqua fresca
Crono “a blocco” senza borraccia. Van Aert, terzo all’arrivo e stremato, recupera subito bevendo acqua fresca

«Possiamo aggiungere altri dettagli non trascurabili», prosegue Malori. «Una delle abitudini del cronoman è il sapersi adattare a vari fattori esterni. Quello che dicevo prima vale al netto delle condizioni meteorologiche. Ovvio che bisogna vedere se fa molto caldo o che temperature ci sono state prima. Oppure se sudi molto durante il riscaldamento. Attenzione però: non bisogna esagerare con i liquidi perché poi c’è il rischio di gonfiarsi troppo. E a quel punto arriva il bisogno fisiologico. Magari ti scappa proprio quando sei già in gara e cosa fai? Oppure c’è una giornata ventosa e ti finisce in bocca un moscerino. Avere una borraccia può aiutarti a sciacquarti. Insomma bisogna vedere tante situazioni».

Crono di Combloux. Per Malori, Pogacar poteva fare la salita finale con la bici da crono evitando di perdere tempo nel cambio
Crono di Combloux. Per Malori, Pogacar poteva fare la salita finale con la bici da crono evitando di perdere tempo nel cambio

Risultato giusto

Il verdetto della crono per Malori è comunque stato giusto. Lui lo aveva previsto. E l’idratazione conta fino a un certo punto.

«Vingegaard ha vinto meritatamente – conclude – e si è certamente adattato meglio di Pogacar alle condizioni pre-crono. Quando ho visto la foto dello sloveno nel giorno di riposo che aveva un principio di herpes, ho capito che non avrebbe potuto competere con la maglia gialla. Vingegaard è più specialista di Pogacar, soprattutto tra gli scalatori. Inoltre c’è stato anche il cambio di bici, non paragonabile a quello che abbiamo visto al Monte Lussari al Giro, che aveva un percorso totalmente diverso. Pogacar è stato l’unico a farlo tra i primi della classifica. Quando fai operazioni del genere, in crono di quel tipo, perdi il ritmo, la tua muscolatura si deve riadattare ad un’altra posizione. La salita finale non era troppo lunga e dura, figuratevi se campioni come loro non sanno farla con una bici da crono. Pogacar avrebbe perso lo stesso, ma lo avrebbe fatto in un altro modo».

Contro il caldo arrivano le SuperHydro Tabs

15.07.2023
3 min
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L’estate, ma soprattutto il caldo, ci costringono ad una maggiore cura dell’alimentazione e dell’integrazione una volta in bici. Allenarsi ad alte temperature diventa complicato ed il corpo ha bisogno di un maggior sostegno. Generalmente in questo periodo dell’anno si preferisce accantonare i cibi solide a favore dell’integrazione liquida. EthicSport porta il suo supporto anche a questo campo, grazie alle SuperHydro Tabs. 

Le Tabs di EthicSport aiutano l’atleta a reintegrare i liquidi e gli elettroliti dopo sforzi ad alta intensità
Le Tabs di EthicSport aiutano l’atleta a reintegrare i liquidi e gli elettroliti dopo sforzi ad alta intensità

Idratazione

Bere diventa importante durante gli allenamenti, ma non basta solamente l’acqua, si deve passare anche attraverso degli integratori. Le SuperHydro Tabs di EthicSport sotto questo aspetto sono un ottimo prodotto. Si tratta di un integratore idrosalino in compresse, che non contiene zuccheri aggiunti. La loro formulazione speciale consente un’ottima idratazione, aumentando l’assorbimento di acqua durante l’allenamento, anche ad alta intensità. 

Il corretto bilanciamento tra sodio, potassio, magnesio, calcio e cloro permette di avere una soluzione che apporta 487 milligrammi di elettroliti, per compressa. Mentre, le vitamine B1, B2 e B6 contribuiscono a ridurre il senso di affaticamento e aiutano a mantenere il normale livello di metabolismo energetico.

Ogni Tabs apporta 487 milligrammi di elettroliti
Ogni Tabs apporta 487 milligrammi di elettroliti

Utilizzo e dati

Le SuperHydro Tabs sono un prodotto indicato per chi svolge attività fisica ad alta intensità e per un periodo prolungato. La loro funzione principale viene svolta durante l’attività, aiutando l’atleta a reintegrare liquidi ed elettroliti. La vitamina B1 contribuisce anche alla normale funzione cardiaca, mentre la B6 aiuta alla normale formazione di globuli rossi. 

EthicSport consiglia di sciogliere una SuperHydro Tabs in circa 500 millilitri d’acqua e di assumere il prodotto ad intervalli regolari di 15-20 minuti.

L’integrazione delle SuperHydro Tabs diventa fondamentale per farsi trovare pronti nel finale della corsa (foto Rodella)
L’integrazione delle SuperHydro Tabs diventa fondamentale per farsi trovare pronti nel finale della corsa (foto Rodella)

L’esperienza di Villa

Giacomo Villa, atleta della Biesse Carrera utilizza i prodotti di EthicSport durante le gare e gli allenamenti (nella foto di apertura Villa durante il GP Capodarco).

«Le SuperHydro Tabs ci vengono fornite quando inizia a fare caldo – racconta – personalmente le utilizzo sia prima della gara che durante. Nel tratto di trasferimento che dall’hotel ci porta alla partenza sciolgo una Tabs in una borraccia. Questo mi aiuta ad idratarmi al meglio prima della partenza. Una volta in gara, invece, utilizzo questo prodotto in abbinamento con le maltodestrine. Sono un ottimo supporto, soprattutto nella parte finale della corsa. Aiuta a prevenire i crampi e senti il muscolo che rimane sciolto, non si contrae. Altra cosa fondamentale: è un prodotto che si riesce a gestire bene, le dosi sono già pronte nelle Tabs ed in più il gusto è piacevole».

EthicSport

Caldo, acqua e carboidrati: un mix complesso

27.06.2023
5 min
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Il sole inizia a ruggire. La parola d’ordine è idratazione. Si beve tanto, ma contestualmente è aumentata la necessità di introdurre liquidi. Ci sono relazioni tra le borracce di sali, di acqua e quelle di maltodestrine? A quanto pare sì e a chiarirci le idee, come spesso accade quando si entra nel territorio dell’alimentazione, è Laura Martinelli, nutrizionista della Jayco-AlUla.

La nutrizionista Laura Martinelli (foto Jayco-ALula)
La nutrizionista Laura Martinelli (foto Jayco-ALula)
Laura, oggi si usano molto i carboidrati liquidi, come si conciliano con l’idratazione ora che fa caldo? La ostacolano? L’agevolano?

C’è da fare una premessa. Più una bevanda contiene carboidrati, più acquista potere energizzante, al tempo stesso però perde in potere idratante. E viceversa. Quindi più una bevanda è concentrata in termini di carboidrati, più mi fornirà energia e meno mi idraterà.

Quindi già abbiamo risposto alla prima domanda: ci sono delle relazioni…

Esatto. Più una bevanda è diluita, diciamo così, quindi con meno carboidrati, e maggiore sarà il suo potere idratante. Come detto mi fornirà meno energia, quindi si tratterà di trovare un certo equilibrio in base alle esigenze del momento. Ora che siamo in estate c’è più necessità di bevande molto idratanti, pertanto si tende a privilegiare quelle meno concentrate.

E come si fa con i carbo?

Essendo più caldo, il corridore beve di più. Anziché bere una borraccia da 80 grammi di carboidrati, nello stesso lasso di tempo ne beve due da 40. Alla fine ingerisce la stessa energia, però con più liquidi e quindi è ben idratato. Poi va detto che oggi c’è talmente tanta varietà di prodotti a disposizione che si può veramente fare un po’ quello che si vuole.

Solitamente quei numeri sulle borracce indicano i grammi di carboidrati presenti. Qui le borracce di Leo Hayter
Solitamente quei numeri sulle borracce indicano i grammi di carboidrati presenti. Qui le borracce di Leo Hayter
Laura, ci rendiamo conto che le variabili possono essere molte, ma si può stimare quanto cala l’apporto di carboidrati nella singola borraccia quando per esempio fa molto caldo? Quando si pedala al di sopra dei 35 gradi?

In realtà i grammi di carboidrati restano gli stessi, sia che faccia caldo, sia che faccia freddo. Per quanto riguarda la singola borraccia si va da un minimo di 20 grammi per borraccia in piena estate, ad un massimo di 80-100 grammi in altri periodi dell’anno. In questo periodo caldo, per mantenere un  buon livello d’idratazione, si usano le borracce con 20 e da 40 grammi di carboidrati.

Il corridore dunque deve bere di più, parecchio di più. Ma ci riesce? Si ricorda di farlo?

Assolutamente sì, si ricorda di bere. Semmai il problema spesso è di natura logistica, perché il percorso non consente numerosi “bottle point” o perché le squadre, specie quelle più piccole, non hanno abbastanza staff. Ai campionati italiani dell’altro giorno per esempio, nonostante il caldo, questo problema non sorgeva in quanto si era in un circuito.

L’acqua resta l’elemento fondamentale per l’idratazione e la refrigerazione del corpo, ma con i prodotti attuali si può ottenere di più
L’acqua resta l’elemento fondamentale per l’idratazione e la refrigerazione del corpo, ma con i prodotti attuali si può ottenere di più
Quindi non bisogna “allenare a bere di più”, non è come d’inverno che ci si deve abituare a ingerire le alte quantità di carboidrati per ora…

Di base il corridore si ricorda di bere. Ma in caso di atleti che non bevono tanto, ci sono degli allenamenti ad hoc per abituarlo a non aspettare la sete.

Quali sono? 

Oltre a fissare dei target di carboidrati in allenamento, si fissano anche dei target di numero di borracce affinché il corridore si sforzi di bere. Deve riuscire a farlo sia per un obiettivo comportamentale (del gesto fisico del prendere la borraccia), sia per lo stomaco, affinché questo si abitui a gestire certi volumi di di acqua. Però devo dire che se fa caldo, generalmente il corridore beve di suo.

Prima hai accennato ad una grande disponibilità di prodotti. Ce ne sono da sciogliere nella borraccia che contengono sia i sali che i carboidrati?

Sì, ci sono dei prodotti che hanno sia i carboidrati che gli elettroliti e sono prodotti già formulati. E questa è una cosa importante perché evita di fare dei mix artigianali poco equilibrati. Quelli confezionati hanno una tolleranza intestinale già testata.

In commercio ci sono già dei prodotti che mescolano nelle giuste dosi, sali minerali e carboidrati
In commercio ci sono già dei prodotti che mescolano nelle giuste dosi, sali minerali e carboidrati
Niente piccolo chimico insomma!

Esatto, altrimenti si rischiano mal di pancia e brontolii fino alla diarrea. Quindi non è qualcosa da improvvisare.

In tutto ciò la cara vecchia Coca Cola ha una sua valenza? Rientra nel computo dell’idratazione e dei carbo?

Direi di no. E’ più un extra. La Coca Cola è ipertonica nel senso che ha una concentrazione molto elevata di carboidrati, ma sulla carta non ha un potere idratante elevatissimo. Ha molto potere energizzante. La Coca Cola serve più per il contenuto di caffeina, semmai.

Hai detto che più contiene carboidrati e meno la bevanda è idratante. Allora perché non mangiare una barretta o del solido?

Paradossalmente l’acqua da sola idrata meno di una soluzione ipotonica. Se io ho dell’acqua con pochi carboidrati, con quei famosi 20 grammi a borraccia per esempio, otterrò una soluzione che è ancora più idratante dell’acqua liscia. Quando uno dice: «E’ caldo, bevo un sacco di acqua liscia», in realtà commette un errore.

SuperHydro Tabs: l’idratazione la cura EthicSport

02.09.2022
3 min
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L’idratazione è un aspetto importante dell’allenamento, soprattutto ora che il caldo aumenta, e la disidratazione è dietro l’angolo. EthicSport ha così pensato di aiutare i ciclisti aiutandoli a reintegrare i fluidi persi durante la pedalata, lo fa attraverso le SuperHydro Tabs. E’ indirizzato a chi ha bisogno di ripristinare gli elettroliti in allenamenti di lunga durata a medio-alta intensità. 

L’idratazione è fondamentale all’interno dell’allenamento, soprattutto d’estate quando il nostro corpo consuma molti liquidi
L’idratazione è fondamentale all’interno dell’allenamento, soprattutto d’estate quando il nostro corpo consuma molti liquidi

Caratteristiche

Le SuperHydro Tabs sono delle compresse idrosaline che non contengono zuccheri aggiunti e solamente 8 calorie per tab.  La loro speciale formulazione consente un’ottimale idratazione e l’assorbimento di acqua durante l’attività intensa. Sodio, potassio, magnesio, calcio e cloro sono bilanciati e generano una soluzione che apporta 487 mg di elettroliti per compressa.

Le vitamine della categoria B contribuiscono alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. La vitamina B1 contribuisce alla normale funzione cardiaca, mentre la vitamina B6 contribuisce alla formazione dei globuli rossi.

Le SuperHydro Tabs sono vendute in box da 12 tubi contenenti 20 tab ciascuno
Le SuperHydro Tabs sono vendute in box da 12 tubi contenenti 20 tab ciascuno

Metodo di assunzione

Per un corretto utilizzo delle SuperHydro Tabs è consigliato sciogliere una tab in 500 millilitri d’acqua assumendola ad intervalli regolari ogni 15 minuti. Altri minerali apportati sono: zinco 5 mg, Magnesio 28,5 mg, Cloro 50 mg, Calcio 65 mg e Potassio 130 mg. Tutti valori riferiti alla singola tab. Il prodotto è venduto in confezioni da 12 tubi contenenti 20 tabs ciascuno al prezzo di 9,50 euro.

Le compresse Hydro al gusto limone
Le compresse Hydro al gusto limone

Le abbiamo provate

Un sapore gradevole, non è dolce e questo aspetto lo rende piacevole anche durante lo sforzo nelle giornate da canicola. Abbiamo provato le tabs in modi differenti, con le sole SuperHydro sciolte nella borraccia, prima e dopo l’allenamento, oppure abbinate al SuperDextrin solubile.

Dopo l’attività fisica risulta una bevanda piacevole e dissetante, che soddisfa anche grazie ad una lieve effervescenza e gratifica senza intasare il palato già provato dalla secchezza post attività. Il bassissimo contenuto calorico rende questo integratore adatto anche a chi tiene sotto controllo l’apporto di energia, magari nelle giornate di recupero.

EthicSport

La via naturale a recupero e idratazione secondo Dinamo

09.08.2022
4 min
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Siamo arrivati all’ultima fase: il recupero, per il quale DINAMO prevede degli integratori particolari. Non si tratta dei soliti shake di proteine o mix di amminoacidi ramificati e carboidrati in polvere a cui siamo abituati.

Una fase delicata

La fase post allenamento richiede delle attenzioni speciali, che neanche il ciclista della domenica può sottovalutare. L’attività fisica non garantisce l’incolumità al consumo di cibo spazzatura (fritto, burger industriali, patatine, alcool…), né ci autorizza a grosse abbuffate per compensare le calorie bruciate. Bisogna mangiare, ma non qualsiasi cosa. Altrimenti si rischia di gravare ulteriormente sul fisico che già deve smaltire le tossine prodotte durante lo sforzo.

La dotazione Dinamo per il dopo attività consta di due prodotti: Post Activity e Lapacho
La dotazione Dinamo per il dopo attività consta quindi di due prodotti: Post Activity e Lapacho

Nonostante ognuno abbia le proprie esigenze, per il recupero sono generalmente consigliabili carboidrati a diverso indice glicemico. Poi verdure e pasta, insieme ad un’adeguata quantità di proteine, magari di origine vegetale. Infine l’immancabile olio extra vergine di oliva come condimento.

Un concetto diverso

Nell’intervista, il dottor Alessandro Bonetti, nutrizionista del team Eolo-Kometa, ci ha spiegato che usando gli integratori Dinamo, il concetto di recupero è leggermente diverso.

«Con la corretta alternanza degli integratori Dinamo nelle fasi precedenti – dice – il recupero sarà in parte già iniziato nel momento in cui termineremo l’attività fisica. Abbinata ad un’alimentazione adeguata, l’integrazione con POST-ACTIVITY è sufficiente per garantire un ottimo recupero. Esso sfrutta le proprietà che derivano dalla sinergia delle componenti vegetali combinate secondo l’ayurvedica. Bisognerebbe assumere da 2 al massimo 8 compresse di POST-ACTIVITY subito dopo la gara o l’allenamento, da sole o contestualmente al pasto».

Ingredienti interessanti

Tra gli ingredienti più interessanti contenuti in questo integratore, c’è l’ashwagandha, capace di ridurre lo stress psico-fisico. Ci sono anche il bacopa, l’amla e il fillanto per la depurazione epatica e per favorire un rapido e completo stoccaggio di glicogeno, il carburante per i muscoli. Infine il trifoglio rosso e il bambù capaci di migliorare l’efficienza polmonare, l’elasticità dei vasi sanguigni e l’integrità delle cartilagini articolari.

La posologia corretta prevede l’uso di 2, massimo 8 compresse di Post Activity dopo la gara
La posologia corretta prevede l’uso di 2, massimo 8 compresse di Post Activity dopo la gara

Idratazione continua

Ultimo ma sicuramente non per importanza è il tema dell’idratazione. «Possiamo parlare di tutto – prosegue Bonetti – ma il primo integratore è l’acqua. Bisognerebbe bere con frequenza e nella giusta quantità, circa 150 ml d’acqua ogni 20 minuti, anche nei giorni successivi. La corretta idratazione dell’organismo è il risultato di un processo. Non si può pretendere di ottenere lo stesso risultato bevendo una grande quantità d’acqua tutta di un colpo».

Ecco il Lapacho

Per l’idratazione e il recupero, Dinamo offre l’inedita e rivoluzionaria soluzione di LAPACHO, una corteccia con cui preparare un decotto, dalle proprietà regolatrici, depuratrici e rilassanti.

«La rigenerazione – spiega Bonetti – avviene principalmente nelle ore notturne di riposo. LAPACHO, contribuisce al rilascio di serotonina e melatonina, che favoriscono il sonno. Perciò è consigliabile bere il decotto preparato poco prima di coricarsi. La sua funzione però non è soltanto rilassante. Quindi, se di gradimento, si può bere durante il giorno, anche dai non atleti, sfruttando tutte le altre proprietà benefiche per l’organismo».

Con questa serie di articoli sull’integrazione abbiamo cercato di svelare i piccoli trucchi per supportare la performance con l’alimentazione e l’integrazione completamente naturale offerta da Dinamo. Non ci resta che applicare i suggerimenti del dottor Bonetti, che ringraziamo, e di metterci alla prova, sfidando, così come vuole Dinamo, i nostri limiti. 

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

In corsa con Dinamo, le dritte di Samuele Rivi

Gel, “malto” e sali: la proposta 100% naturale di Dinamo

Tanti carboidrati e non si sciolgono: Rivi e le barrette Dinamo

Barrette, mandorle e benessere: Dinamo sorregge lo sforzo

Dinamo, i quattro prodotti da assumere prima di partire

Dinamo, l’integrazione naturale: differenze e punti di forza

Nasce Dinamo Nutrition: zero chimica, tutta salute. E non solo…

Dinamo, l’integrazione che arriva dalla natura

EthicSport, la flotta di integratori per l’idratazione estiva

29.07.2022
4 min
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L’idratazione è un aspetto determinante per la prestazione durante i mesi estivi e non solo. Che sia una granfondo, un triathlon, una maratona o una lunga gara, se non si assume il giusto quantitativo di fluidi, il fisico e di conseguenza la prestazione ne subisce drasticamente fino ad un 30%. Per questo Ethic Sport ha studiato prodotti e tecniche di assunzione specificatamente per far rendere il corpo in queste condizioni stressanti. Tre su tutti: SuperHydro, Super Dextrin e Ramtech Hydro.

Per quanto importante, l’acqua non è sufficiente: è necessario integrare soluzioni di acqua e sali minerali, proprio per agire correttamente sui tempi di svuotamento gastrico. Le miscele di sali hanno, infatti, tempi minori di passaggio nello stomaco ed evitano all’atleta di incorrere in una carenza di sodio nel sangue, in corrispondenza di corpose perdite di sudore

Per gli atleti la fase di integrazione dei liquidi è uno dei momenti più importanti per allenamenti e gare
Per gli atleti la fase di integrazione dei liquidi è uno dei momenti più importanti per allenamenti e gare

Le chiavi dell’idratazione

Il corpo umano è composto dal 65% di acqua e, per mantenere inalterate ed efficienti le proprie funzioni biologiche, non può permettersi di perdere più del 2-3% di liquidi. Infatti una disidratazione del solo 3% del peso corporeo, porta ad una riduzione complessiva di circa il 5% del VO2max, ossia del volume massimo di ossigeno per chilogrammo di peso, che si consuma in un minuto. Se si arrivasse fino al 5% di tale perdita, la riduzione della capacità di performare toccherebbe un 30%.

Non solo, la disidratazione stimola la proteolisi, la glicolisi e il catabolismo ormonale; porta all’aumento di cortisolo, quello che viene definito l’ormone dello stress, spingendo così il corpo a entrare in uno stato di allerta.

Gli integratori alimentari idrosalini energetici di buona qualità devono perciò avere una corretta proporzione tra carboidrati di nuova generazione e sali minerali. Il giusto rapporto tra gli ingredienti garantisce un’idratazione molto efficace e un rilascio di energia modulato. Anche il timing è importante, cioè alla tempistica con cui assumere gli integratori, perché attendere lo stimolo della sete per bere, potrebbe risultare un errore irrecuperabile.

Super Hydro è ideale per chi cerca un’ idratazione efficace durante lunghe uscite in bici
Super Hydro è ideale per chi cerca un’ idratazione efficace durante lunghe uscite in bici

SuperHydro

Per chi ha esigenze di elevate prestazioni durante attività di resistenza e di chi ha bisogno di idratarsi efficacemente durante allenamenti di lunga durata, EthicSport propone SuperHydro. Un integratore alimentare idrosalino energetico sviluppato per ottenere una miscela ipotonica, con carboidrati ed elettroliti. La soluzione mantiene prestazioni di resistenza durante l’esercizio fisico prolungato e aumenta l’assorbimento di acqua durante l’attività fisica, per un’idratazione ottimale.

Il complesso, caratterizzato da carboidrati di nuova generazione, permette una cessione dell’energia differenziata, a rilascio rapido e graduale. La presenza di vitamine del gruppo B e vitamina C contribuisce al normale metabolismo energetico, alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento, alla normale funzione cardiaca, alla normale formazione dei globuli rossi. Infine alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Sodio, potassio, magnesio e calcio sono bilanciati per un’efficace ripristino degli elettroliti.

Il prezzo consultabile sul sito per il barattolo da 500g è di 16,90 euro. 

Le proprietà di Super Dextrin permettono una veloce integrazione senza appesantire la funzione gastrica
Le proprietà di Super Dextrin permettono una veloce integrazione senza appesantire la funzione gastrica

Super Dextrin

Questo integratore, si posiziona al top con una formula brevettata, in grado di apportare contemporaneamente quattro carboidrati. Le caratteristiche chimico-fisiche differenti, seguono vie metaboliche diverse, per un graduale rilascio delle energie. 

La formulazione di Super Dextrin è maggiormente fluida rispetto a miscele di comuni maltodestrine o di carboidrati semplici. La formula è ovviamente ipotonica e dispone di una quantità di acqua molto bassa per essere integrata.

Il prezzo consultabile sul sito per il barattolo da 700g è di 26,90 euro.

Grazie alla sua formula a base di aminoacidi ramificati il recupero viene agevolato considerevolmente con Ramtech Hydro
Grazie alla sua formula a base di aminoacidi ramificati il recupero viene agevolato considerevolmente con Ramtech Hydro

Ramtech Hydro

Il prodotto è una soluzione evoluta a base di amminoacidi ramificati, che risponde alle esigenze degli atleti che si allenano intensamente e puntano a migliorare i tempi di recupero mediante l’assunzione di un integratore alimentare intra-workout.

Ramtech Hydro apporta anche beta-Alanina e Vitamine B. Le vitamine B6 e B1 contribuiscono al normale metabolismo energetico. La Vitamina B6 contribuisce anche alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e al normale metabolismo delle proteine e del glicogeno. Lo Zinco presente contribuisce alla normale sintesi proteica. La presenza di PepFormLeucine Peptides, completa la formulazione e consente un’efficace assimilazione della leucina.

Il prezzo consultabile sul sito per il barattolo da 250g è di 37,90 euro.

EthicSport

Cos’è davvero il sudore? Ne parliamo col dottor Giorgi

25.07.2022
4 min
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L’osservazione di Adriano Malori circa l’accentuata sudorazione di Tadej Pogacar potrebbe avere dei riscontri niente affatto banali anche da un punto di vista medico e prestativo. Abbiamo infatti interpellato il dottore (e preparatore) della Drone Hopper-Androni, Andrea Giorgi, sempre all’avanguardia quando si tratta di questi due fronti.

Si suda quando fa caldo, ma cosa succede a livello fisiologico al corpo umano? Che meccanismi s’innescano? Il discorso è complesso. Proviamo a fare chiarezza e magari a saperne di più sulle super striature che a fine tappa si evidenziavano sui pantaloncini (neri) di Pogacar… e altri.

La tappa non è finita e Pogacar ha “già” delle grosse striature bianche di sudore sulla coscia
La tappa non è finita e Pogacar ha “già” delle grosse striature bianche di sudore sulla coscia
Dottor Giorgi, cosa succede fisiologicamente quando si suda?

Il sudore è un meccanismo di dispersione del calore del corpo umano. Serve a far diminuire la temperatura corporea. Questo principio differisce da soggetto a soggetto e varia in base a fattori interni, appunto relativi al singolo atleta, ed esterni, come temperatura ambientale, umidità, vento…

Come dicevamo, abbiamo notato che alcuni corridori più di altri, tra cui Pogacar, a fine tappa avevano grossi segni di “sudore secco” sul pantaloncino, come mai?

Dalla televisione non è facile stabilire chi suda di più o di meno, ma ci sono dei sistemi che servono a capire il tipo di sudorazione e in particolare quanti elettroliti, i sali minerali, si perdono nel corso di uno sforzo.

Che sistemi sono?

Ci sono dei test, solitamente dei “patch”, degli adesivi particolari da attaccare sulla cute, che sono in grado di captare il sudore e di farlo poi analizzare. Da qui si vede quanto sodio e potassio ci sono nel sudore. Questa analisi aiuta a personalizzare l’integrazione dei sali minerali. Questi test sono diffusi però avvengono di più nel calcio a causa della maggior facilità di gestione del rifornimento idrico e energetico durante la competizione, rispetto ad una gara ciclistica.

Noi abbiamo detto di Pogacar: il suo pantaloncino era nero e i segni erano bianchi, ma Bardet per esempio che aveva pantaloncini neri anche lui, non presentava striature tanto evidenti….

A livello corporeo interno abbiamo degli adattamenti soggettivi, c’è chi è più abituato e tollerante nei confronti del caldo e chi meno. Chi perde più liquidi e sali, e chi meno. Chi è abituato ad allenarsi al caldo è in grado di avere una minor perdita di sodio e quindi di liquidi. Le ghiandole sudoripare tendono a trattenere gli elettroliti e ad espellere un sudore ipotonico. Allenandosi con sedute al caldo si crea un adattamento fisiologico che permette di trattenere più sali e quindi di ridurre la sudorazione. E di conseguenza la probabilità di disidratazione.

Tappa di Foix (forse la più calda del Tour): all’arrivo Bardet non presenta segni visibili di suore sul pantaloncino
Tappa di Foix (forse la più calda del Tour): all’arrivo Bardet non presenta segni visibili di suore sul pantaloncino
E quindi quelle striature di bianco?

Ci dicono che l’atleta non è in grado di trattenere i liquidi e i sali.

Chi suda di più quindi non è detto che per forza perda più sali?

Solitamente chi suda di più perde più liquidi e quindi rischia di perdere più sali. Questo può portare ad una riduzione di volume plasmatico, provocando alterazioni metaboliche come un aumento della frequenza cardiaca. E’ necessaria una corretta idratazione con soluzioni isotoniche o ipotoniche. Se tu ingerisci solo acqua e sudi, e quindi perdi sali, avrai una quantità di sodio nel sangue sempre più diluita, arrivando alla cosiddetta “intossicazione da acqua”. Però su questo discorso delle tempistiche a mio avviso c’è ancora un bel po’ da vedere. Si dice infatti che bisogna bere ogni 15′-20′, insomma a cadenza regolare, ma anche farlo a sensazione non è detto che sia sbagliato.

Quindi i sali sono necessari sempre?

In condizioni di caldo estremo sì. E’ un discorso di termoregolazione. Se il corpo si sente più fresco, detta in parole povere, suda di meno. Consiglio anche di utilizzare bevande isotoniche o ipotoniche con carboidrati complessi per una migliore idratazione.

Vingegaard abbassa la temperatura con l’acqua. Testa, polsi e caviglie sono i punti nevralgici, ma spesso la si getta anche sulle cosce (foto ASO)
Vingegaard abbassa la temperatura con l’acqua. Testa, polsi e caviglie sono i punti nevralgici, ma spesso la si getta anche sulle cosce (foto ASO)
E come si può far sentire più fresco agli atleti?

Con le note strategie: acqua fresca addosso, corretta idratazione con bevande al mentolo, bevande al sapore aspro, bevande con maltodestrine, maglia aperta… ma con la crema altrimenti i raggi del sole fanno peggio e ti ustionano. Poi in questo caso molto dipende dai fattori esterni come l’umidità, per esempio. Se questa è molto alta il corpo fa fatica a disperdere calore. Meglio il caldo secco.

Prima dottor Giorgi, ha parlato di frequenze cardiache che aumentano. Perché?

Ognuno ha un certo volume plasmatico nel corpo, nel sangue: sudando perdi acqua e perdendo acqua riduci il tuo volume plasmatico. Per far circolare quella stessa quantità di sangue nei vasi sanguigni il cuore deve pompare di più.

E questo chiaramente apporta una fatica ulteriore…

Certo. Ci sono dei nuovi studi che dimostrano come allenarsi al caldo, oltre che abituare il corpo a disperdere meno sali, porti ad uno stimolo eritropoietico.

Correre a 40 gradi? Si fa, ma con il caldo non si scherza

23.06.2022
6 min
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C’è Caronte e sulla Puglia domenica si attendono temperature prossime ai 43 gradi. L’ideale per correre il campionato italiano, no? Allo stesso modo in cui sembrò di essere in una fornace lo scorso anno a Imola, con l’aggiunta di un’umidità pazzesca. Poi sarà tempo per il Tour. Magari nei primi giorni danesi l’aria sarà più fresca, ma scendendo verso la Francia, il rischio di caldo torrido tornerà più che mai attuale. Come si fa a salvarsi? Come fanno i corridori?

Nei giorni scorsi abbiamo sentito Evenepoel ammettere di aver sbagliato la scelta del casco e nel non aver voluto il sacchetto col ghiaccio. Ma se volessimo entrare più a fondo nelle strategie dei team, cosa si fa per mantenere l’efficienza atletica e non rischiare la salute?

L’arrivo di Caronte potrebbe portare la Puglia (campionato italiano dei pro’) a sfiorare i 43 gradi (foto il meteo.it)
L’arrivo di Caronte potrebbe portare la Puglia (campionato italiano dei pro’) a sfiorare i 43 gradi (foto il meteo.it)

Lavoro di squadra

Ne abbiamo parlato con Laura Martinelli, nutrizionista del Team Bike Exchange-Jayco, con le valigie quasi pronte per il viaggio francese.

«Condizioni così estreme – spiega – richiedono un approccio multidisciplinare. Se le temperature sono appena più alte, basta qualche accorgimento. Ma quando si parla di casi estremi, serve gioco di squadra fra tutte le componenti team. Se parliamo della gara di un giorno, puoi chiudere un occhio sul recupero, perché sai che l’atleta avrà le 48 ore successive per rimettersi a posto. Se invece ragioniamo di una corsa a tappe, allora il discorso è più complesso».

L’abitudine di bere tanto va coltivata anche durante l’inverno, affinché l’aumento di quantità estivo non risulti eccessivo
L’abitudine di bere tanto va coltivata anche durante l’inverno, affinché l’aumento di quantità estivo non risulti eccessivo
Cosa si fa?

Ci si siede a tavolino e si definisce un protocollo. Con gli atleti che seguo, questo prevede l’adozione di precise metodiche da due settimane prima. Il fisioterapista e il massaggiatore mettono in atto terapie drenanti, il preparatore interviene su vari fattori, tra cui anche il riscaldamento pre-gara. In ogni caso non sono cose che si improvvisano.

In che senso?

Le buone abitudini si prendono d’inverno. L’atleta deve essere abituato a bere tanto, anche quando è freddo. In modo che quando sarà davvero caldo, si tratterà di bere di più, rispetto a un intake già alto. Devono imparare a pesarsi prima e dopo l’allenamento e la gara, anche se questo è più difficile, per avere l’indicazione dei liquidi da reintrodurre entro sera e per capire se hanno bevuto abbastanza. E poi si deve curare la preparazione dei pasti.

La bresaola è tra i cibi più utilizzati in questa fase della stagione per reintegrare il sodio
La bresaola è tra i cibi più utilizzati in questa fase della stagione per reintegrare il sodio
Quando è caldo, è bene stare più leggeri a tavola?

L’assunzione calorica non si mette in discussione, ma si deve puntare all’integrazione degli elettroliti, soprattutto del sodio, poi magnesio e potassio. I cuochi sanno che in questa fase la dieta deve essere più salata per reintegrare il sodio. Per cui si va su alimenti come bresaola e formaggi. E si interviene anche sulla scelta dell’acqua, puntando su marche in cui gli elettroliti siano altamente disponibili.

Si usano acque diverse?

Compriamo alcune qualità di acqua spagnola o francese e la teniamo sul camion aspettando questi eventi straordinari.

Le acque minerali non sono tutte uguali. E quelle troppo lisce possono danneggiare l’atleta
Le acque minerali non sono tutte uguali. E quelle troppo lisce possono danneggiare l’atleta
Ci sono cibi da evitare quando è tanto caldo?

Più che altro si ragiona sulle preparazioni. Meglio evitare temperature troppo elevate, per tenere bassa la temperatura corporea. Non dico che si debbano mangiare piatti freddi, ma non ha senso proporre qualcosa di troppo caldo. Se d’inverno diamo il thè caldo, d’estate si punta sul fresco. Prima di una crono, che richiede uno sforzo breve e intenso, è buona norma ricorrere a una bevanda fresca. Non ghiacciata, ovviamente.

Si può scongiurare il rischio di disidratazione?

E’ un fenomeno inevitabile, a patto che non si salga oltre il 2 per cento del peso corporeo, quando la prestazione inizia a essere inficiata. Mantenere lo stesso peso è impossibile, anche se il tasso di sudorazione è soggettivo. Anche quella è una stima che viene fatta nei mesi precedenti e permette di evidenziare le diverse esigenze dei corridori.

Si suda in modo diverso?

La sudorazione deriva da una commistione di fattori. La composizione del sudore ha una forte componente genetica, poi ci sono i fattori ambientali, le abitudini e il grado di allenamento. Quando si fanno i test, non ci sono le stesse condizioni climatiche, ma si può capire tanto. Per questo chi è in altura fa spesso la sauna, per consentire un miglior adattamento quando scende.

La tappa di Novazzano al Giro di Svizzera ha visto picchi di caldo notevoli. Lui è Marco Haller
La tappa di Novazzano al Giro di Svizzera ha visto picchi di caldo notevoli. Lui è Marco Haller
La disidratazione eccessiva è pericolosa?

Non si deve cadere nell’iponatremia, quando i livelli di sodio nel sangue sono troppo bassi. Succede quando si beve troppa acqua liscia, che non ha un elevato potere idratante. Se bevo troppa acqua povera di elettroliti, rischio di diluire troppo il sudore disperdendo il sodio. L’iponatremia è potenzialmente mortale, ma per fortuna con le formulazioni moderne degli integratori, si riesce a starne alla larga. Anche il gusto deve essere appagante, per togliere il senso della sete. Ci sono gel al mentolo ad esempio che servono proprio per questo.

Ci sono cibi da evitare quando si corre a temperature molto alte?

Va valutata bene la supplementazione. La caffeina, ad esempio, che ha effetto vasocostrittore. Banalmente si può dire che generi crampi, ma gli effetti indesiderati con il caldo possono essere anche altri. Lo stesso caffè, anche se il tema è controverso, va modulato in rapporto alla diuresi. Vanno evitati i supplementi che, al contrario, portano vasodilatazione, soprattutto in chi avesse la pressione bassa. Parlo di shot alla barbabietola e vari nitrati, per il rischio che la pressione scenda troppo. E per quel che si diceva prima, va evitata l’acqua troppo leggera.

La strategia dei rifornimenti va pianificata e strutturata già durante l’inverno perché dia buoni frutti
La strategia dei rifornimenti va pianificata e strutturata già durante l’inverno perché dia buoni frutti
Il corridore riesce a capire che si sta disidratando?

Non è facile, non ci sono strumenti. Il colore e la quantità delle urine, quando si fermano per fare pipì, è una spia importante. Se sono poche e scure, deve suonare l’allarme. Poi si perde coerenza tra la frequenza cardiaca e la potenza nelle varie zone di sforzo. I battiti salgono perché il cuore per compensare spinge di più.

Sappiamo della crisi di fame, cosa sappiamo della crisi di sete?

Che se arriva, puoi al massimo tamponarla, ma non si corregge mai del tutto. La disidratazione seria richiede una terapia medica. In corsa cerchi di arginarla, quando poi arrivi in hotel, la palla passa al medico. Per questo sin dall’inizio ho parlato di lavoro di equipe.