Sviluppare e produrre uno pneumatico che potesse diventare l’Hutchinson più veloce e performante di sempre: Blackbird TLR (tubeless) nasce con questo obiettivo.
Si posiziona al vertice del listino e di fatto rappresenta una ulteriore evoluzione del segmento tubeless da strada, per quanto riguarda le tecnologie dei materiali. Entriamo nel dettaglio.
Hutchinson Mach Tread 3.0
Quando si spiegano le tecnologie, il riferimento è rivolto anche alle mescole, al battistrada e a tutto quello che riguarda la struttura della gomma. Partendo proprio dalla nuova mescola, Mach Tread 3.0è stata definita come la più scorrevole mai creata: scorrevolezza che si traduce anche in un ritorno di energia quando entra in contatto con l’asfalto.
Volendo fare un confronto, il rotolamento è stato migliorato del 10% rispetto allo pneumatico Fusion 5 con mescola 11Storm. E poi la durata, perché la Mach Tread 3.0 è resistente agli strappi (nelle fasi di test il battistrada ha superato i 4.000 chilometri).
Una gomma più larga
Ma non è solo una questione di mescola e battistrada, perché anche la forma ed il disegno si devono adeguare alle ruote di ultima generazione. Queste sono più larghe (anche in ottica hookless), rigide ed aerodinamiche, con dei canali interni allargati e sempre più tubeless-hookless oriented. Hutchinson Blackbird è uno pneumatico con un battistrada più largo (vistosamente ad U). La carcassa prevede 127 TPI (fili per pollice quadrato), con lo scheletro che avvolge anche il tallone attraverso un rinnovato processo di disposizione dei tessuti.
La parte centrale dello pneumatico ha uno strato di poliammide incollato e non sovrapposto. Cambiano così anche gli strati di tessuto nelle diverse zone della gomma, 3 ai lati e 2 al centro. Gli strati devono essere sovrapposti nel modo corretto e con tessuti adeguati, una soluzione che va a vantaggio della durata, della protezione e di uno pneumatico che tende a non deformarsi nel corso del tempo.
I numeri di Hutchinson Blackbird
E’ uno pneumatico da competizione, disponibile nelle larghezze da 26, 28 e 30 millimetri (28 e 30 tubeless ready sono perfettamente compatibili con la soluzione hookless). E’ inoltre disponibile nella versione tube type per camera d’aria. Il valore alla bilancia dichiarato è compreso tra i 225 e 310 grammi in base alle sezioni. Il prezzo di listino è di 69,99 euro.
Il test di un tubeless di alta gamma è anche una sorta di apertura verso la stagione delle competizioni, quando il piacere di gareggiare collima con il mettere alla prova gambe e materiali. Schwalbe Pro One è il tubeless da gara dell'azienda tedesca.
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Il nuovo pneumatico Hutchinson Tundra trova inspirazione dal segmento mtb e si focalizza sul gravel tecnico ed esigente. Questa tipologia di gomma può essere la risposta ottimale per quegli atleti che approcciano la disciplina in modo aggressivo e trasversale, spingendosi verso i trails normalmente affrontati con la mtb. Inoltre Hutchinson Tundra, può essere un buon riferimento per i terreni morbidi e fangosi. Vediamo la copertura nel dettaglio.
Richiamo al Black Mamba
Il richiamo all’off-road è sempre forte e non è solo una questione storica. Ci sono gli aspetti tecnici e di un know-how Hutchinson che è stato sviluppato nel corso degli anni, poi riportato nelle varie categorie di pneumatici. Hutchinson Tundra è anche il risultato di quello che è il gravel oggi, una sorta di grande contenitore per il mondo della bicicletta. Qui trovi le diverse tipologie di ciclista, ognuno con il suo modo di approcciare la bici. Il gravel è anche una disciplina molto tecnica e con le bici gravel si percorrono dei singletrack normalmente affrontati con la mtb. Tundra è uno pneumatico tubeless ready, che in alcuni aspetti assomiglia al Black Mamba, tanto utilizzato ed apprezzato da un atleta del calibro come Julien Absalon (e non solo).
Adatto ai terreni fangosi
Insieme al più versatile Touareg, il modello Tundra va ad arricchire e completare il segmento top level delle gomme specifiche per il gravel. Il suo design e il posizionamento della tassellatura (direzionale), permette di offrire un grip costante e scorrevolezza al tempo stesso. I ramponi centrali formano una sorta di rotondità uniforme e una parte dei tasselli che è leggermente scaricata e svasata. Questa è una soluzione voluta, perché crea una deformazione vantaggiosa quando si percorrono tratti di roccia: il grip e l’effetto ammortizzante aumentano. Al tempo stesso i tacchetti vicini, pieni e con un’ampiezza differenziata garantiscono protezione e facilità di rotolamento. Tutta la sezione centrale è “staccata” dai ramponi laterali, semplificando l’evaquazione di fango e detriti.
I tasselli laterali per il grip
I ramponi posizionai ai bordi arrivano direttamente dalla mtb, per design e concetto. Non devono influire in modo negativo sulla scorrevolezza e non devono trattenere in modo eccessivo il fango, ma al tempo stesso diventano un riferimento nelle curve, nelle fasi di appoggio e cornering. Il lato esterno di questi i ramponi presenta quella che viene definita “Hutchinson Signature”, perché il lato ha una forma ad H. Questa soluzione gli permette di adattarsi e deformarsi a tutto vantaggio del grip.Hutchinson Tundra è uno pneumatico per terreni misti e per le condizioni di fango? Si è così.
Le versioni sono due
C’è il top di gamma con una carcassa da 127Tpi, che prende il nome di Tan Wall Edition. Ha la mescola a doppia densità ed è rinforzato grazie alla tessuto Hardskin.Arriva dalla mtb e offre un perfetto bilanciamento tra peso ridotto e capacità di contrastare tagli e lacerazioni dall’esterno. Inoltre mantiene un’eccellente elasticità. E’ disponibile con due sezioni di riferimento: 40 e 45, con dei pesi dichiarati di, 490 e 580 grammi. La seconda versione si riferisce alla Black Edition, un gradino più in basso rispetto alla precedente. Ha una colorazione nera, ma il design della gomma nel suo complesso non subisce variazioni. E’ sempre tubeless ready, ha la carcassa da 127Tpi, ma non presenta il tessuto Hardskin, sostituito dal Reinforced+. La mescola è con la doppia densità. Sempre due le sezioni disponibili, 40 e 45, con dei pesi di riferimento che sono accostabili alla Tan Wall Edition. Due i prezzi: 54,99 per il modello con rinforzo Hardskin, 44,99 per lo pneumatico total black.
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Il noto brand francese Hutchinson, specializzato nella produzione di pneumatici per bicicletta dal 1890, presenta la nuova tecnologia Gridskin, che ha il compito offrire maggiore protezione ai tubolari. Essa tuttavia preserva anche la natura, tramite una riduzione importante dell’impatto ambientale.
Quest’ultima è realizzata con struttura a rete. Una delle sue caratteristiche principali è quella di riuscire a ridurre danni agli pneumatici, garantendo protezione da detriti appuntiti e da altri oggetti acuminati. Grazie a questa innovativa tecnologia inoltre, come accennato in precedenza, è possibile ridurre significativamente anche l’impatto ambientale della produzione. Non a caso infatti, un’altra notevole qualità di Gridskin è quella di aumentare la vita dello pneumatico. Soprattutto grazie all’affidabilità e alla resistenza. In questo modo verrà ridotto il consumo e a giovarne sarà la natura, la cui salvaguardia è uno degli obiettivi principali dell’azienda.
Team d’esperienza
Per la realizzazione di questa innovativa tecnologia, Hutchinson ha costituito un “Green Team” composto dai massimi esponenti dell’azienda. Dirigenti, tecnici e ricercatori hanno massimizzato l’effetto Gridskin, studiandolo nei minimi dettagli e offrendo il massimo della loro esperienza.Il risultato ottenuto è notevole. Hanno raggiunto una maggiore leggerezza della rete rispetto a quella del precedente Hardskin Touareg, garantendo al tempo stesso il massimo della sicurezza. Un altro aspetto degno di considerazione è la produzione dello pneumatico, che grazie al rinforzo Gridskin è ridotta di un passaggio.
Vantaggi notevoli
I vantaggi di questo sistema sono evidenti e a goderne non sono solo l’ambiente e lo pneumatico. Anche la produzione stessa è velocizzata e ottimizzata. Nel tentativo di verificare la sostenibilità con cui Hutchinson può produrre Gridskin, sono stati realizzati due modelli in edizione limitata. Il noto tubeless da strada Fusion 5 Performance, e il pneumatico gravel tubeless Touareg. Queste edizioni limitate sono prodotte “nude” (ovvero prive di etichette stampate sui fianchi) per evitare ulteriormente la quantità di rifiuti. La speciale confezione minimalista è ideata in Francia con carta riciclata.
I prezzi sono 65,90 euro per ll pneumatico Fusion 5 Performance Gridskin e 59,90 euro per il tubeless Touareg Gridskin. www.beltramitsa.it
Sentite che cosa ha fatto Jerome Cousin prima della ripartenza e dopo il Tour. Storia di un viaggio con la sua ragazza in Algarve, dormendo sotto le stelle
Hutchinson Tundra è uno pneumatico per il gravel tecnico. Eredita molti concetti che sono stati sviluppati nel mondo della mtb e si pone come un riferimento per chi vuole sfruttare la bici gravel anche all'interno di percorsi impegnativi ed esigenti. Il fango? Questo pneumatico deve funzionare bene anche nelle condizioni di bagnato.
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L’azienda francese Hutchinson lancia una nuova gamma di accessori pensati per il montaggio e la manutenzione dei tubeless e per allungare la vita della camera d’aria. Lo scopo è chiaro sin da subito: semplificare e ottimizzare i procedimenti per l’installazione, il montaggio e la manutenzione dei tubeless. Un dato importante da tenere in considerazione è anche la durata del pneumatico, che se trattato con gli accessori originali Hutchinson, prolunga sensibilmente il suo utilizzo.
Nastri e valvole
Il nastro paranipple è comodo da utilizzare ed è disponibile nelle misure da 20, 25 e 30 mm. Le nuove valvole tubeless coniche invece garantiscono una formidabile tenuta, con la possibilità di essere prolungate da 20 fino a 40 mm. Un altro prodotto disponibile è senza dubbio la siringa trasparente da 60 ml, in grado si semplificare notevolmente l’aggiunta del sigillante. Una volta rimossa la spina della valvola, basterà inserire il tubo e premere il pistoncino che inietterà il sigillante.
Salvare la camera d’aria
Il principale prodotto che Hutchinson propone per rafforzare il proprio servizio dellariparazione, riguarda un kit di toppe per camera d’aria. Il motivo per cui è nato questo kit è molto semplice: Hutchinson ha l’obiettivo di allungare la vita della camera d’aria, che generalmente viene sostituita dopo la prima foratura. Grazie alle robuste toppe si potrà invece riparare facilmente la camera d’aria, che il ciclista potrà continuare a sfruttare senza particolari problemi. La linea completa è distribuita commercialmente in Italia, e in esclusiva, dalla reggiana Beltrami TSA.
Ai primi di ottobre, un mesetto dopo la fine del Tour, Jerome Cousin ha caricato la sua gravel con tutto quello che gli serviva ed è partito per l’Algarve con la sua ragazza Fiona. Per la terza volta. Le prime due a maggio e giugno. Nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato delle imprese di Lachlan Morton, di Nibali che sulla gravel ha montato le gomme da Mtb e di Aru che l’ha usata mentre nevicava. Questa volta ci premeva però raccontare che cosa spinga un professionista che nell’anno somma nelle sue gambe migliaia di chilometri a mettercene altri quando finalmente potrebbe riposarsi. Come Oss, come De Gendt e Wellens, come altri prima di loro
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Come è nata l’idea del viaggio in bicicletta?
Ho trascorso il primo confinamento in Algarve, Portogallo. Un Paese e una regione che non conoscevo molto bene. Quindi ogni giorno guardavo la mappa e mi dicevo: questo villaggio sembra carino, questa montagna è bella. Voglio andare a vedere questo fiume o assaggiare questo piatto tipico. Perciò dopo una breve settimana di allenamento per rimettermi in forma, ho equipaggiato le bici con le borse. E ho iniziato con la mia ragazza il viaggio di 12 giorni e 1.200 chilometri che avevo immaginato durante la chiusura. Quello è stato il mio primo viaggio.
Il secondo?
Il secondo è stato totalmente improvvisato. Stavamo guidando nel Sud del Portogallo e ho visto che c’era questa strada, la N2. La terza più lunga del mondo e la strada più lunga d’Europa. Mi sono detto perché non attraversiamo il Paese? Per cui di nuovo ho messo le bisacce, la mia ragazza mi ha lasciato a Chaves (città di partenza) e sono sceso a Faro in 4 giorni, facendo 200 chilometri al giorno. E due!
L’Atlantico di fronte, solitudine quasi perfetta e temperature mitiL’Atlantico di fronte, il silenzio intorno
E poi c’è stato il terzo…
L’ultimo viaggio volevo farlo a piedi, in autonomia. Però pedalando nei dintorni di casa, ho visto che i sentieri erano percorribili con una gravel, quindi sono partito per questa nuova avventura. Ci siamo attrezzati con sacco a pelo e qualcosa che ci permettesse di essere autonomi per qualche giorno. E poi siamo partiti.
Pro’ da nove anni
Cousin un tempo portava i baffi, ma quest’anno ha sempre avuto il barbone lungo da antico esploratore. E’ nato a San Sebastien sur Loire, vicino Nantes, ma vive a Lione, a quasi 2.000 chilometri dall’Algarve. Classe 1989 come Nizzolo e Viviani, è professionista dal 2011 e veste attualmente la maglia della Total Direct Energie. Come i fratelli Bonifazio. La sua ripresa dopo il lockdown è stata piuttosto difficile e di fatto ha chiuso la stagione finendo fuori tempo massimo al Tour nella tappa di Villard de Lans.
Utilizzi la gravel da tanto tempo?
No, per niente, ho ricevuto la mia Wilier poco prima di partire. Ma prima a casa mia, a Lione, facevo gare di cross su una bici che somiglia parecchio a una gravel.
Cousin quasi in cima a Monchique, col buio, dovendo ancora fare due ore di stradaBuio sul Monchique, mancano due ore di strada
Quanto tempo prima hai iniziato a pianificare il viaggio?
Solo pochi giorni, perché inizialmente volevo farlo a piedi. Ho studiato la situazione nei punti fondamentali, mi sono attrezzato con un buon equipaggiamento e ci ho provato. Amo l’avventura e gli incontri inattesi. Sono state proprio tre belle giornate. Veramente non facili in bici, con alcuni passaggi a piedi perché normalmente si trattava di un sentiero escursionistico. Ci sono un sacco di bei paesaggi.
Hai guidato solo in fuoristrada?
Il 95 per cento della Via Algarvianasi snoda su piccoli sentieri. Tuttavia ho fatto un po’ di strada tra Sagres e Lagos, in modo da prendere il treno e tornare a casa l’ultimo giorno.
Quanti chilometri avete percorso in media ogni giorno?
Circa 100 al giorno, per quasi 8-9 ore di bicicletta. E’ stata davvero dura. E tanto di cappello alla mia ragazza, a proposito. Spesso finivamo le tappe con le luci accese.
Cousin e gli agrumi. Ci si rinfresca lungo la strada: guardate che spettacolo!Lungo il viaggio, ci si rinfresca come capita
Hai trovato caldo o freddo?
In Algarve il clima è generalmente molto buono. Abbiamo dormito sotto le stelle, di notte si scendeva a 10 gradi e di giorno al massimo siamo arrivati a 30.
Qual è stata la tappa più lunga?
L’ultima. Non era molto difficile, ma una volta a Sagres abbiamo dovuto affrettarci a prendere l’ultimo treno per Lagos, che distava 40-50 chilometri. Abbiamo dovuto pedalare abbastanza velocemente per prenderlo. Quindi quel giorno 110 chilometri di sterrato e 50 su strada.
Quale la tappa più difficile?
Le prime due, perché c’era molto dislivello. E a volte abbiamo dovuto fare le salite a piedi.
Il viaggio di Cousin ha seguito la Via Algarviana: 300 km da Alcoutim a Cabo de Sao VicenteVia Algarviana, 300 km da Alcoutim a Cabo de Sao Vicente
Ti piace la gravel?
Mi piace la bicicletta in tutte le forme. Faccio pista, mountain bike, gravel, fixie… Sono fortunato grazie a Wilier ad avere un’ottima bici per tutte le discipline. Quello che mi piace della gravel è l’aspetto dell’avventura. Puoi andare quasi dovunque, non è faticoso e pedali bene sulla maggior parte dei percorsi.
Quali rapporti avevi sulla bici?
Ho messo un 40 davanti, ho provato gli sviluppi prima di partire e mi bastava.
Hai la stessa posizione sulla gravel e sulla bici da strada?
Sì, faccio attenzione a questo genere di cose. Uso la stessa sella e ho riportato le stesse misure.
Il Covid ha reso le cose più difficili per l’accoglienza?
Dormivamo fuori, quindi nessun problema. E abbiamo usato una mascherina classica per andare nei luoghi pubblici
Avevate un obiettivo?
Amo l’avventura, sono anche molto fortunato. La mia ragazza è molto atletica e ama anche lei le avventure. Scoprire nuovi posti e prendersi il tempo per fermarsi è importante. Volevo anche testare la mia attrezzatura e acquisire esperienza in viaggi in autonomia, per affrontare avventure nuove e un po’ più esotiche in futuro.
Una notte ha barato: così ha detto Cousin. Si dorme in una roulotte, anziché per terra Notte in roulotte grazie a un ristoratore
Qual è il paesaggio più bello che ricordi?
In cima alla montagna a Monchique. La notte stava calando, mancavano 20 chilometri per arrivare. E’ stato magnifico, ma un po’ pericoloso.
Portavi con te del cibo con te o ti fermavi ogni volta?
La mia ragazza portava molto cibo per paura di trovarsi senza. Sennò ci fermavamo per mangiare qualcosa per pranzo e in un ristorante la sera. La cucina portoghese è molto buona e i portoghesi sono un popolo molto caldo e accogliente.
Come eri vestito?
Ho usato i capi che uso tutto l’anno in gara. Nalini ha prodotti molto buoni, sono molto versatili. Ho preso dei pantaloni da trekking extra e un piumino nel caso la temperatura fosse scesa.
Avevi anche il necessario per riparare i guasti tecnici?
Un classico kit di riparazione, ma ho forato poco. I tubeless Hutchison hanno resistito.
Più di 100 chilometri al giorno, per circa 8-9 ore di sellaUna media di 8-9 ore di sella al giorno
Hai avuto incontri particolari lungo il percorso?
Sì, molti. Il Portogallo è un paese meraviglioso per questo. Le persone sono incredibilmente gentili. Una notte ho un po’ barato. Un ristoratore ci ha offerto il suo garage per dormire e dentro c’era una roulotte. E dato che era aperta ho preferito dormire dentro piuttosto che sul materassino con il sacco a pelo.
Hai usato questo viaggio come ripresa per la preparazione invernale?
Avevo già ripreso da qualche settimana, ma l’ho inserito nella mia preparazione, perché ho fatto parecchie ore sulla bici e questo mi fa stare bene di testa. Amo l’avventura di scoprire cose nuove e lasciare la mia comfort zone.
Pensi che sarebbe immaginabile una tappa gravel durante il Tour de France?
Una tappa intera? Mi sembra complicato che si utilizzino bici gravel. Il Tour de France deve restare il Tour de France. I brevi tratti di sterrato lungo la strada aggiungono pepe e questo è abbastanza credo. Non dobbiamo cadere negli estremi.