Cinque secondi. Solo 5 secondi per alzare gli occhi al cielo e gridare tutta la propria felicità: Lucinda Brand è riuscita nella grande impresa, mettere insieme tutti gli appuntamenti principali della stagione, ossia le tre più importanti challenge e il titolo mondiale. Ma per farlo ha dovuto dare fondo a tutte le sue risorse. L’ultima gara, la tappa finale del circuito H2O Badkamers Trofée nel parco dell’università di Bruxelles, è stata una sofferenza totale, continua, lasciando gli appassionati con il fiato sospeso nella “battaglia arancione”. Una lotta tutta fra olandesi, o meglio fra la Brand e Denise Betsema, che partiva con una quarantina di secondi di ritardo ma soprattutto con una condizione di forma decisamente superiore alla Brand, che dopo la conquista del titolo mondiale sembrava la pallida copia di se stessa.


Attacco Betsema
Dopo le iniziali schermaglie, è stata l’ex iridata e grande delusa della stagione, Ceylin Del Carmen Alvarado a prendere l’iniziativa nel terzo giro, facendo di fatto esplodere la gara. A quel punto le ostilità fra le due contendenti per la classifica si sono aperte e su un tratto in contropendenza la Betsema ha piantato sul passo la Brand, che però non si è data per vinta e l’ha tenuta come punto di riferimento a una decina di secondi, ritrovandosela spesso nella visuale. Un distacco contenuto, rassicurante, che sembrava schiuderle la porta alla conquista del trofeo. Ma le difficoltà dovevano ancora incominciare…


Cinque secondi
Nell’ultimo giro tutto è sembrato volgerle contro. Mentre la Betsema dava fondo alle sue energie riguadagnando anche sulla Alvarado, la Brand andava in crisi e non bastasse questo, un pedale iniziava a dare problemi ogni volta che tornava a salire in bici dopo un tratto a piedi, sfuggendole in alcune pedalate. Da dietro rinveniva su di lei Manon Bakker e a seguire anche l’iridata under 23, Fem Van Empel. Il traguardo era sempre più vicino, ma le energie erano sempre meno. Il rettilineo finale è stato un calvario con i secondi che scorrevano impietosi. Alla fine la Brand, quinta, ne ha salvati 5, quelli comunque necessari per agguantare il trofeo e conseguentemente il Grande Slam, prima donna a riuscirci affiancando il suo nome a quello di Wout Van Aert nella storia del ciclocross.


Iserbyt salvo
Molto meno ricca di pathos la gara maschile, dove i verdetti erano praticamente già scritti. Toon Aerts ha comunque fatto il suo aggiudicandosi la gara dopo una bella battaglia con Quinten Hermans, mai così brillante in stagione. Terzo posto per Niels Vandeputte che non ha fatto rimpiangere l’assenza del campione del mondo e suo compagno all’Alpecin Fenix, Mathieu Van Der Poel, già proiettato verso la stagione su strada. Il titolo è andato a Eli Iserbyt, sesto al traguardo e, com’era successo domenica scorsa, ben protetto da Michael Vanthourenhout. La stagione sui prati si chiude qui, se ne riparlerà a settembre. Ora per la maggior parte dei suoi protagonisti iniziano altre avventure, fra strada e Mtb.