Van Der Poel, la “prima” diventa uno show impressionante

16.12.2023
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Van Aert chiama, Van Der Poel risponde. A pochi giorni dalla vittoria di Essen del campione belga della Jumbo-Visma, anche l’iridato dell’Alpecin Deceuninck esordisce nel ciclocross vincendo. Anzi dominando, perché a Herentals (proprio nella casa del rivale, assente perché in ritiro prestagionale con la squadra in Spagna) VDP non ha lasciato che le briciole ai rivali, mostrando una superiorità imbarazzante sul resto della compagnia.

L’iridato ha stroncato il gruppo sin dalle prime battute, dimostrando una potenza clamorosa (foto Eurosport)
L’iridato ha stroncato il gruppo sin dalle prime battute, dimostrando una potenza clamorosa (foto Eurosport)

«Supremazia imbarazzante»

E’ proprio così, “imbarazzante” che definisce la gara Luca Bramati, che l’ha seguita con grande attenzione sugli schermi di Eurosport e subito dopo la sua conclusione tradisce dalla voce lo stupore per quel che ha visto.

«E’ stata una bella gara… per il secondo posto. Così la si può sintetizzare – spiega il bergamasco – perché l’olandese ha messo in chiaro la differenza di potenza con pochissime pedalate. Il campione europeo Vanthourenhout ha provato a tenerlo per i primi 500 metri ed è saltato del tutto, poi ci ha provato Iserbyt, ma a metà primo giro ha mollato e per tre tornate ha sofferto lo sforzo. Non c’era proprio partita, ma anche se la gara è diventata un monologo, ha detto molto…».

Bramati mette l’accento sull’immagine fisica stessa del corridore: «Le telecamere di Eurosport si sono soffermate spesso sulla sua pedalata: VDP ha delle gambe impressionanti, che non ho mai visto a quel livello e mi confermano le impressioni che mi confidava mio cugino Davide (il diesse della Soudal QuickStep, ndr) che lo ha incrociato spesso in questi giorni a Calpe e aveva notato carichi di lavoro spaventosi che Van Der Poel sta facendo già da tempo, chiaramente non pensando solo al ciclocross ma guardando più in là, verso la strada e il suo doppio impegno olimpico considerando anche la mtb».

Nel fotogramma della telecronaca di Eurosport emerge la potenza e l’agilità di VDP, anche nella corsa
Nel fotogramma della telecronaca di Eurosport emerge la potenza e l’agilità di VDP, anche nella corsa

La sfida non c’è stata

A questo punto non si può più parlare neanche di rassegnazione da parte degli avversari: «No, è una presa d’atto, sanno che contro uno del genere non si può nulla, se non c’è un intervento esterno come una caduta. Anzi, a Herentals Van Der Poel a ogni giro guadagnava manciate piene di secondi, poi è scivolato a metà gara e da allora è andato avanti con grande circospezione, spendendo la metà di quel che poteva, infatti guadagnava molto meno».

La gara di Herentals, valida per l’H2O Badkamers Trofée, era la prima occasione in cui si ritrovavano insieme almeno due dei “tre tenori”, nel caso VDP e Pidcock, ma non si può certo parlare di una sfida fra loro due perché il britannico, per ragioni di ranking, è stato costretto a partire quasi dal fondo e per più di metà gara ha dovuto pensare ai tantissimi sorpassi da effettuare.

Per Pidcock una prima parte di gara tutta in rimonta, ma anche lui si è mostrato ampiamente superiore a tutti
Per Pidcock una prima parte di gara tutta in rimonta, ma anche lui si è mostrato ampiamente superiore a tutti

L’esordio di Pidcock

«Tom ha fatto una bellissima gara – è il giudizio di Bramati – il suo secondo posto finale di fronte a Vdp non lo sminuisce minimamente. Non si può parlare di sfida e in questa occasione non credo neanche ci sarebbe stata se fossero partiti alla pari, troppa la potenza dell’olandese. Il corridore della Ineos però ha corso con grande intelligenza, si è gestito nei primi giri riguadagnando con calma. Poi ha badato a Iserbyt, Van Der Haar e Mason e nel giro finale ha espresso la sua maggiore potenza sui tre. Una grande prestazione anche la sua».

L’impressione è che i due abbiamo comunque grandi margini di crescita, sia nella prestazione fisica, ma ancor più dal punto di vista tecnico: «E’ indubbio e ho l’impressione che lo sappiano entrambi – prosegue Bramati – anche per questo VDP dopo lo scivolone ha scelto una condotta più controllata. C’è da lavorare sul piano della guida anche perché non tutti i percorsi esaltano la potenza come quello di Herentals. C’è però un aspetto da sottolineare a proposito del vincitore: nella principale salita del circuito, quella dove tutte le ragazze scendevano di bici e anche gli uomini hanno sempre faticato a restare in sella, lui saliva con il 50 davanti…».

VDP nelle interviste dopogara ha espresso tutta la sua soddisfazione per un esordio molto promettente
VDP nelle interviste dopogara ha espresso tutta la sua soddisfazione per un esordio molto promettente

VDP-Van Aert, la vigilia di Natale

«Questo è un dato che dice tutto della superiorità fisica che può mettere in campo – continua nella sua disamina Bramati – sinceramente non so se Van Aert sia allo stesso livello. E’ chiaro che una vittoria come quella odierna esalta ancor di più la prima sfida che vedrà impegnati tutti e tre, la vigilia di Natale ad Anversa».

Davanti ai microfoni Pidcock, pur soddisfatto della sua prima prestazione sui prati giudicandola anche oltre le sue aspettative della vigilia, ha confermato che per quest’anno i mondiali non sono nel suo programma, allineandosi così all’idea di Van Aert. Dopo un dominio così schiacciate, verrebbe da pensare che il titolo mondiale di ciclocross 2024 sia già virtualmente assegnato, ma Bramati mette in guardia.

«Il percorso di Tabor – dice – è molto diverso, soprattutto se sarà ghiacciato. Allora potrebbe diventare più difficile di quello di Vermiglio. In Repubblica Ceka conteranno altri aspetti oltre alla potenza: la guida, l’equilibrio, anche la calma. Io dico che Van Der Poel sarà nettamente il favorito, ma la corsa se la dovrà giocare».

Il podio finale con VDP, Pidcock secondo a 27″, terzo Van Der Haar a 28″, ora leader del circuito (foto Eurosport)
Il podio finale con VDP, Pidcock secondo a 27″, terzo Van Der Haar a 28″, ora leader del circuito (foto Eurosport)

Qualcosa di unico

Resta comunque la sensazione che in nessuno sport, neanche nel tennis al tempo dei “big four” Djokovic, Nadal, Federer e Murray, ci sia mai stato uno strapotere tale da parte di pochissimi corridori, capaci appena entrano in gioco, senza nessun passaggio intermedio, senza alcun prologo agonistico, di dare scacco matto a chi la stagione l’ha affrontata tutta crescendo gara dopo gara. E solo il tempo potrà dire se questo per la disciplina è un bene…

Brand, cinque secondi per entrare nella storia

15.02.2021
3 min
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Cinque secondi. Solo 5 secondi per alzare gli occhi al cielo e gridare tutta la propria felicità: Lucinda Brand è riuscita nella grande impresa, mettere insieme tutti gli appuntamenti principali della stagione, ossia le tre più importanti challenge e il titolo mondiale. Ma per farlo ha dovuto dare fondo a tutte le sue risorse. L’ultima gara, la tappa finale del circuito H2O Badkamers Trofée nel parco dell’università di Bruxelles, è stata una sofferenza totale, continua, lasciando gli appassionati con il fiato sospeso nella “battaglia arancione”. Una lotta tutta fra olandesi, o meglio fra la Brand e Denise Betsema, che partiva con una quarantina di secondi di ritardo ma soprattutto con una condizione di forma decisamente superiore alla Brand, che dopo la conquista del titolo mondiale sembrava la pallida copia di se stessa.

Ceylin Del Carmen Alvarado vince la prova e riscatta i mondiali
Ceylin Del Carmen Alvarado vince la prova e riscatta i mondiali

Attacco Betsema

Dopo le iniziali schermaglie, è stata l’ex iridata e grande delusa della stagione, Ceylin Del Carmen Alvarado a prendere l’iniziativa nel terzo giro, facendo di fatto esplodere la gara. A quel punto le ostilità fra le due contendenti per la classifica si sono aperte e su un tratto in contropendenza la Betsema ha piantato sul passo la Brand, che però non si è data per vinta e l’ha tenuta come punto di riferimento a una decina di secondi, ritrovandosela spesso nella visuale. Un distacco contenuto, rassicurante, che sembrava schiuderle la porta alla conquista del trofeo. Ma le difficoltà dovevano ancora incominciare…

Toon Aerts vince la corsa, ma la classifica è di altri
Toon Aerts vince la corsa, ma la classifica è di altri

Cinque secondi

Nell’ultimo giro tutto è sembrato volgerle contro. Mentre la Betsema dava fondo alle sue energie riguadagnando anche sulla Alvarado, la Brand andava in crisi e non bastasse questo, un pedale iniziava a dare problemi ogni volta che tornava a salire in bici dopo un tratto a piedi, sfuggendole in alcune pedalate. Da dietro rinveniva su di lei Manon Bakker e a seguire anche l’iridata under 23, Fem Van Empel. Il traguardo era sempre più vicino, ma le energie erano sempre meno. Il rettilineo finale è stato un calvario con i secondi che scorrevano impietosi. Alla fine la Brand, quinta, ne ha salvati 5, quelli comunque necessari per agguantare il trofeo e conseguentemente il Grande Slam, prima donna a riuscirci affiancando il suo nome a quello di Wout Van Aert nella storia del ciclocross.

Eli Iserbyt salva il primato e porta a casa il ranking
Eli Iserbyt salva il primato e porta a casa il ranking

Iserbyt salvo

Molto meno ricca di pathos la gara maschile, dove i verdetti erano praticamente già scritti. Toon Aerts ha comunque fatto il suo aggiudicandosi la gara dopo una bella battaglia con Quinten Hermans, mai così brillante in stagione. Terzo posto per Niels Vandeputte che non ha fatto rimpiangere l’assenza del campione del mondo e suo compagno all’Alpecin Fenix, Mathieu Van Der Poel, già proiettato verso la stagione su strada. Il titolo è andato a Eli Iserbyt, sesto al traguardo e, com’era successo domenica scorsa, ben protetto da Michael Vanthourenhout. La stagione sui prati si chiude qui, se ne riparlerà a settembre. Ora per la maggior parte dei suoi protagonisti iniziano altre avventure, fra strada e Mtb.