Cina amara per Thomas, tornato a casa con le ossa rotte

24.10.2023
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GUILIN (Cina) – Aveva tutto il programma pronto e definito, invece Benjamin Thomas è ripartito con le ossa ammaccate e la paura (poi scongiurata) di essersi davvero rotto qualcosa. Colpa della caduta nel finale della quinta tappa del Tour of Guangxi, quella vinta da Molano nella stessa Guilin da cui è partita l’ultima frazione.

«Poteva andare peggio – dice – sono scivolato in discesa e finito nel fosso, cadendo sulla schiena. Ho dovuto fare degli esami per verificare di non essermi rotto la scapola. Però ugualmente ho preso un bel colpo e mi hanno prescritto tre settimane di riposo. Questo significa che non potrò correre la Sei Giorni di Gand, perché è rischioso riprendere così forte dopo la botta. Ho un ematoma profondo che può metterci diverse settimane a guarire e fare cambi all’americana a tutta non è il massimo per la schiena».

Thomas campione europeo della madison 2023, davanti a Consonni: entrambi alla Cofidis
Thomas campione europeo della madison 2023, davanti a Consonni: entrambi alla Cofidis

Il Viviani di Francia

Benjamin Thomas sta alla Francia come Elia Viviani sta all’Italia e anche lui, come il veronese, si divide fra la strada e la pista con risultati a volte migliori, a volte peggiori. Ciò che li accomuna è anche la difficoltà nel fare risultato su strada, in questo ciclismo di confronti sempre al vertice. Come Viviani, anche Thomas se ne va dal 2023 con due vittorie su strada, cui ha aggiunto l’europeo nell’omnium. La prossima stagione lo proietterà sulle Olimpiadi che si correranno per giunta in Francia, ma questo anziché togliergli il sonno non lo distrae dalla dimensione di stradista.

«A livello dei risultati – dice – non sono arrivate grosse cose. E’ stata una stagione lunga con molti viaggi e forse per la prima volta, ho sofferto la doppia attività: la strada e la pista. Ho avuto qualche infortunio. Mi sono ammalato al Delfinato e ho dovuto saltare il Tour de France. Insomma, una stagione un po’ così, ma si va avanti».

Uno come te, che in pista ha fatto forse i risultati migliori, riesce a essere concentrato ugualmente su entrambi i fronti o la pista ha più spazio?

E’ difficile essere uguale in entrambe. Quest’anno ho provato a dare più spazio alla strada, ma il calendario della pista resta impegnativo. Ho fatto ad esempio la trasferta in Canada ad aprile e mi sono ritrovato alle corse in Europa con il fuso orario da recuperare. Poi ci sono stati i mondiali dopo il Tour, che sono stati difficili a livello di programmazione. Alla fine quasi niente è andato per il verso giusto, quindi stiamo già ragionando su come fare l’anno prossimo, probabilmente riducendo gli impegni per fare meglio.

Anche il prossimo anno non avrà una gestione facile, fra Olimpiadi e Tour.

L’anno prossimo quasi sicuramente non farò il Tour de France. Avrò un calendario diverso, però bisogna adattare i giorni dei ritiri o delle gare in pista con le competizioni su strada, per essere competitivo in entrambi. Perché io non voglio puntare solo alle Olimpiadi ad agosto, ma anche fare un bell’inizio di stagione. Vorrei vincere e fare bei risultati per arrivare sereno a Parigi.

Viviani ha detto di avere bisogno di correre di più su pista per ritrovare automatismi e tecnica. Per te è lo stesso?

Siamo un po’ allo stesso punto. Quest’inverno mi sarebbe piaciuto rifare una Sei Giorni per riprendere l’abitudine all’americana, i riflessi. Perché alla fine quest’anno ho corso solo tre madison, che per me è pochissimo. Vedremo se trovarne un’altra al posto di Gand, stando però attento a non fare troppo.

L’Italia della pista riparte dal velodromo di Noto come lo scorso anno: cosa farà la Francia?

Noi abbiamo un ritiro sul Teide a cavallo del 10 dicembre. Più che di vera preparazione, servirà per iniziare a lavorare sul gruppo (con la prima prova di Nations Cup il 2 febbraio ad Adelaide, chi vorrà partire forte, farà un mese di dicembre ad alta intensità, ndr). Anche se ancora non conosco i miei programmi per la prossima stagione.

Inverno fra palestra e bici: così Cataldo tornerà al top

22.10.2023
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GUILIN – Si va al Tour of Guangxi per tanti motivi diversi. Dario Cataldo, la cui stagione si chiusa con 45 giorni di gara, è venuto per ritrovarsi come atleta. La caduta del Catalunya lo ha tenuto fuori per cinque mesi giusti: dal 20 marzo al 20 agosto. Per l’abruzzese, ogni corsa dal rientro è stata un passo: anche qui in Cina ha lavorato per riprendere il controllo di tutte le funzioni.

Di vacanze si parlerà più avanti. Prima ci sarà da volare a Chicago per il primo incontro con la squadra, poi il 2 novembre sarà al Criterium di Saitama e da lì allungherà il soggiorno in Oriente con uno scalo prolungato in Giappone e Vietnam. Che cosa sia successo in quei cinque mesi, Cataldo lo ha più o meno raccontato. Quel che incuriosisce è respirare attraverso le sue parole il ritorno all’efficienza.

Le immagini dell’incidente in Catalogna. Frattura di vertebre, costole, clavicola e acetabolo
Le immagini dell’incidente in Catalogna. Frattura di vertebre, costole, clavicola e acetabolo
Hai mai pensato di aver finito la tua carriera su quel marciapiede?

Parecchie volte. All’inizio non sapevo come sarebbe andata, ma ero certo che sarei tornato su una bici. Non so perché ne fossi sicuro, non avevo alcuna garanzia. Il ciclismo è uno sport talmente esigente, specialmente adesso, perché fossi certo di tornare a livelli sufficienti per essere competitivo.

Invece?

Sono tornato alle corse. Sto facendo molta fatica, perché non basta prepararsi un paio di mesi. Quindi avrò bisogno di un inverno intero per fare una buona preparazione in palestra. E poi forse, se tutto andrà bene, il prossimo anno sarò di nuovo competitivo.

Che cosa ricordi del giorno in cui sei risalito sulla bici?

Non vedevo l’ora, anche se ero timoroso. In realtà invece è andata molto bene. Il dottore che mi ha operato diceva di aspettare un’altra settimana, Borra mi ha detto di andare. Questo è un aneddoto che nessuno sa…

Il Giro è partito dal suo Abruzzo e lui lo ha vissuto da turista, con il busto ancora indosso
Il Giro è partito dal suo Abruzzo e lui lo ha vissuto da turista, con il busto ancora indosso

A questo punto vi aspettate l’aneddoto? Giusta pretesa, ma proprio sul più bello è partita la tappa. Momento verità. Alle 11,35, un messaggio ha avvisato che sul pullman della stampa mancava soltanto Enzo Vicennati, perciò mi sono messo a correre per non essere lasciato a piedi. E per ascoltare l’aneddoto, c’è stato da aspettare l’indomani.

L’aneddoto, dicevamo…

Quello che nessuno sa o comunque sanno in pochissimi. Il primo giorno sono andato a fare una sgambatina con un amico amatore che fa l’elettricista in Svizzera. Le sensazioni sono state subito buone. Dicevo: «Cavolo però… Dai, non male…». Dovevamo arrivare a una salitina di un paio di chilometri e gli ho detto: «Dai, arriviamo lì, così almeno provo a farla, per capire che sensazioni avrò». Invece quando siamo arrivati lì, la strada era chiusa. Abbiamo chiesto di passare e quelli di rimando ci hanno proposto di iscriverci alla cronoscalata di beneficienza che stava per cominciare.

Prima uscita e già gara?

Era aperta a tutti, si poteva fare a piedi, in bici o come volevi. Non competitiva e senza classifica, così abbiamo fatto l’iscrizione e siamo partiti. Insomma, ho messo subito il numero sulla schiena e lo sapete che quando attacchi il numero, alla fine un pochettino spingi. Ho corso cercando di riprendere il mio amico davanti. Per iscrivermi ho lasciato un nome falso, ero vestito col completo rosa da allenamento di Trek. Stavo bene, non ero per niente allenato, però sentivo che la biomeccanica funzionava e questo mi è bastato.

Il rientro alle corse di Cataldo porta la data del 20 agosto 2023, esattamente cinque mesi dopo la caduta del Catalunya
Il rientro alle corse di Cataldo porta la data del 20 agosto 2023, esattamente cinque mesi dopo la caduta del Catalunya
A quella ha pensato Fabrizio Borra…

Ha una esperienza infinita e sa osservare gli atleti come nessuno. Per rimetterli in asse serve la capacità di trovare il problema e risolverlo. Lavorando con Fabrizio, ti accorgi veramente di quanto sia avanti e quanto sia in gamba. Devi fidarti al 100 per cento su qualunque cosa ti dica. Ti propone il modo migliore di lavorare in ogni momento. Sono stato per una settimana a faticare in acqua e sembrava che non stessi facendo nulla. Invece ho fatto grossi passi in avanti. E quando ha visto che potevo iniziare con i lavori a secco, mi ha messo in mano il bilanciere.

Passaggio non banale visto il tuo infortunio…

Io pensavo di non riuscire e lui mi spronava. Voleva che sollevassi il bilanciere fino alla spalla, per me era impossibile, invece dopo 2-3 tentativi sono riuscito a farlo.

Così sei tornato alle corse, possibilmente avendo già un livello molto buono?

Non è più un ciclismo dove puoi tornare alle gare per prepararti. Se arrivi in gara all’80 per cento, vai a prendere sberle. Al 90 per cento, fai molta fatica. Io avevo già un buon livello, però molto lontano dall’essere competitivo. Tanto che alla prima corsa, ad Amburgo, ho tirato per la prima parte. Quando poi hanno iniziato ad accelerare, ho provato a tenere sul primo strappo e poi ho scelto di fermarmi al box. Proprio per non passare il limite. In questi casi bisogna sapersi ascoltare e io per fortuna ho sufficiente esperienza per sapere quando sto esagerando. Ho avuto un rientro abbastanza progressivo.

Cataldo in Cina per far crescere la condizione e andare alla ripresa con una buona base su cui ricostruire
Cataldo in Cina per far crescere la condizione e andare alla ripresa con una buona base su cui ricostruire
Hai parlato di un inverno di lavoro.

Ho concluso la fisioterapia riabilitativa, adesso devo lavorare alla performance. Ora ho la base per partire con il lavoro a secco, quindi in palestra. Devo rinforzare la parte addominale per il problema che ho avuto alla schiena, ma anche le gambe. In più ci saranno degli esercizi specifici anche per la respirazione, perché con il pneumotorace ho perso qualcosa.

La Lidl-Trek sta facendo un bel salto di qualità: essere un road capitain sarà sempre più impegnativo?

Per fare il “road captaindevi essere presente nei momenti cruciali, quindi spero di essere all’altezza nelle corse che contano e, se così non fosse, cercherò di dare il mio contributo. Ci sono anche altri corridori che vengono su molto bene e prima o poi verrà il momento di passare il testimone.

Leonard, il canadese bambino che gioca tra i grandi

21.10.2023
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NANNING – Michael Leonard passa il tempo prima delle partenze seduto da solo, interagendo un minimo con i compagni di squadra (in apertura con Viviani alla firma dell’ultima tappa al Tour of Guangxi). Sbarbato e giovanissimo, probabilmente timido, si sta facendo le ossa alla Ineos Grenadiers, viaggiando spesso nella coda del gruppo nella prima corsa WorldTour della carriera.

La prima volta che lo incontrammo fu nel 2022 in Toscana, all’indomani della Sanremo. Correva con il Team Franco Ballerini e batté Sciortino nella classica di apertura degli juniores, intitolata al campione toscano. Ci raccontò di aver contattato il diesse Andrea Bardelli dopo averli visti correre sul Lac Leman e ci presentò i genitori, Peter e Jill, venuti dal Canada per seguirlo nel debutto della carriera in Europa. Di lì a un anno, Michael sarebbe passato alla Ineos Grenadiers, per una di quelle scelte che lasciano inizialmente perplessi, ma che necessitano solo di tempo per avere i necessari riscontri.

E’ il 20 marco del 2022: Michael Leonard vince l’apertura toscana degli juniores
E’ il 20 marco del 2022: Michael Leonard vince l’apertura toscana degli juniores

Nel 2023 con Tosatto

La sua prima stagione nel WorldTour si chiuderà con 41 giorni di gara, fatti di corse fra i professionisti e anche alcuni appuntamenti fra gli U23, come il Tour de l’Avenir ed entrambi i mondiali di categoria. Il miglior risultato dell’anno è stata la vittoria dei campionati canadesi U23 a cronometro, ma spicca anche il 9° posto nella crono della Settimana Coppi e Bartali. Niente male per un ragazzo che ha compiuto 19 anni alla fine di marzo. La Ineos Grenadiers non ha un devo team, probabilmente lo avrà a partire dal 2024, perciò il giovane canadese è stato affidato alle cure di Matteo Tosatto.

«Ho sempre voluto far parte di una squadra del WorldTour – ammette – ma sicuramente è un’esperienza diversa rispetto a quella di stare nel team Franco Ballerini. La Ineos è stata molta accogliente e di supporto e mi ha permesso di progredire fortemente, ma passo dopo passo. Mi sto davvero divertendo».

Dopo il 10° posto nella crono U23, ai mondiali di Glasgow Leonard si è ritirato per una caduta
Dopo il 10° posto nella crono U23, ai mondiali di Glasgow Leonard si è ritirato per una caduta
Hai firmato che avevi ancora 18 anni, c’era un po’ di tensione?

Ero spaventato, assolutamente. Ero nervoso, ma penso sia normale avere pressione quando vieni qui. Se vieni supportato, la stessa pressione ti consente di migliorare. Penso di aver imparato molto su chi sono come corridore e anche sui modi migliori per prepararmi. Quindi sono entusiasta che il prossimo anno prenderò tutti questi insegnamenti e li metterò finalmente in pratica.

Hanno sempre parlato di te come di un atleta con ottimi valori: questi numeri danno fiducia in se stessi?

Penso che se sai di avere determinati valori di potenza, sai anche che magari non ti staccheranno all’inizio della gara. Ma ovviamente fare il corridore è molto più di quello che si vede da un test di potenza. E’ altro che determina dove finisci in gare come questa.

Hai avuto momenti difficili durante la stagione?

Assolutamente, ma penso che sia normale e penso che anche quelli ti permettono di crescere. Ci sono stati anche giorni in cui mi sono sentito forte. Ma sai, un giorno va bene, il giorno dopo soffri un po’ di più. E penso che anche questo sia normale.

Il Tour of Guangxi è stato la prima gara WorldTour di Leonard: ha aiutato i compagni e fatto fatica
Il Tour of Guangxi è stato la prima gara WorldTour di Leonard: ha aiutato i compagni e fatto fatica
Gare del livello del Tour of Guangxi sono alla tua portata?

E’ difficile saperlo, visto che ci sono stati perlopiù arrivi in volata. I 4 minuti che ho perso in salita sono tanti, ma devo riconoscere che certe accelerazioni non sono ancora nelle mie gambe.

Dove vivi? Qual è la tua base?

Sono ad Andorra e conto di restare lì. E’ fantastico per l’allenamento, mi trovo bene. Però non escludo neppure di tornare a lavorare per qualche periodo in Toscana. Il mio direttore sportivo di riferimento finora è stato Tosatto, ma col fatto che va via inizierà a seguirmi Cioni, che già segue altri giovani come Tarling. E Cioni vive in Toscana nelle zone in cui ero con la Franco Ballerini

Durante l’inverno tornerai in Canada?

Il progetto è questo e poi a dicembre andrò in ritiro con la squadra a Mallorca e lì vedremo quale sarà il mio programma per il 2024. Spero di avere prestazioni di livello più alto e di conseguenza possa partecipare a corse di maggior valore.

Alla Coppi e Bartali uno dei migliori risultati di stagione: il 9° posto nella crono finale
Alla Coppi e Bartali uno dei migliori risultati di stagione: il 9° posto nella crono finale
E’ cambiata la vita da quando sei professionista?

Sicuramente, ma si tratta sempre di svegliarsi ogni giorno, andare ad allenarmi e poi venire alle gare. Lo schema è molto simile, sono cambiati l’attenzione ai dettagli nell’allenamento e nell’alimentazione, e soprattutto la quantità di lavoro che per forza è superiore.

I tuoi genitori sono più venuti in Europa per seguirti?

Quest’anno non lo hanno fatto. Nel 2022 vennero a Mallorca e passammo insieme il Natale.

Qual è il tuo sogno di corridore?

Mi piacerebbe essere in testa nelle gare più importanti. Un sogno semplice, un po’ meno semplice sarà realizzarlo…

L’ultima corsa in Cina e Verre già pensa a un inverno diverso

17.10.2023
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GUILIN – Anche Alessandro Verre è fra coloro che hanno chiuso il 2023 al Tour of Guangxi, trovando il tempo per guardarsi intorno tra una fatica e l’altra. Passò professionista lo scorso anno che era poco più di un ragazzo, ma lentamente la sua forma di atleta si va definendo. Il cammino è ancora lungo. L’auspicio che il secondo anno potesse essere più facile del primo si è infranto su un livello generale molto alto. Il ritiro dal Giro per il Covid ha lasciato una ferita aperta. Eppure la sensazione è che, sia pure a fatica, Alessandro abbia fissato dei punti fermi e su questi si appoggi per crescere nella direzione migliore.

Verre ha affrontato il Giro andando sempre in fuga, qui nella tappa di San Salvo. Si è ritirato per Covid
Verre ha affrontato il Giro andando sempre in fuga, qui nella tappa di San Salvo. Si è ritirato per Covid
Hai comunque fatto il Giro: che esperienza è stata?

Sicuramente bella, peccato però che sono incappato forse in uno dei Giri più duri degli ultimi vent’anni, che per giunta è stato molto influenzato dal Covid. Io l’ho preso e ho provato a continuare ugualmente nella seconda settimana. Però comunque il fisico non rispondeva e mi sono fermato in anticipo.

Hai capito qualcosa in più di Alessandro in questi mesi?

Bisogna ancora lavorare tanto su tutti i fronti (sorride e abbassa lo sguardo, ndr). Guardando a come era andata l’anno scorso, mi aspettavo un po’ di più, però non è stato l’anno che volevo e adesso non vedo l’ora di staccare per poi ricominciare con il prossimo.

In ogni tappa del Tour of Guangxi è capitato di fissare colpi d’occhio come questo, legato alla bellezza e alla tradizione
In ogni tappa del Tour of Guangxi è capitato di fissare colpi d’occhio come questo, legato alla bellezza e alla tradizione
Si torna subito a casa?

Dopo il Tour of Guangxi era prevista da tempo una sosta in Francia con la squadra per fare il primo ritiro, un passaggio rapido per organizzare il prossimo anno e fare le prime visite mediche.

Uno degli appunti che ti venne mosso è che forse stavi passando professionista troppo presto.

Diciamo che adesso la tendenza è questa, è la normalità. Poi il tempo dirà la sua. Quello che posso dire sinora è che sto facendo esperienza e non sono anni che passano a vuoto. Nel 2022 l’Arkea era una professional, quest’anno siamo nel WorldTour. Ho fatto anche il primo grande Giro, classiche monumento come la Sanremo e il Lombardia. Fino ad ora, anche se non è stato l’anno che mi aspettavo, ho avuto la possibilità di fare molte esperienze.

Nell’arrivo in salita di Nongla, Verre ha pagato dazio alla condizione non eccellente: 39° a 1’57”
Nell’arrivo in salita di Nongla, Verre ha pagato dazio alla condizione non eccellente: 39° a 1’57”
L’anno scorso eri l’unico italiano della squadra, poi è arrivato Mozzato…

E dal 2024 ci sarà anche Albanese e questo mi fa molto piacere. In più da quest’anno abbiamo preso bici italiane, quindi diciamo che c’è molto di Italia in squadra.

Che tipo di inverno ti aspetti?

Torno con la voglia di lavorare, anche se andrò con i freni più tirati rispetto allo scorso anno. Vedremo con la squadra se ci sarà qualcosa da cambiare oppure no, anche se a mio parere sarà sicuramente così, vedendo quest’anno. Ne sapremo di più la prossima settimana.

Che cosa cambieresti?

L’inverno scorso, ho lavorato molto di più sulla parte della palestra, forse troppo. Magari si potrebbe eliminare un po’ di quel lavoro e aggiungere qualche ora in più di bici.

In corsa accanto a Baroncini, suo compagno alla Colpack: i due si confrontano spesso
In corsa accanto a Baroncini, suo compagno alla Colpack: i due si confrontano spesso
Fra coetanei italiani, vi trovate a parlare di come vanno le cose?

Certo, mi trovo spesso in corsa con Filippo Baroncini, con cui ho corso alla Colpack. Abbiamo iniziato entrambi la stagione in Australia e l’abbiamo finita qui in Cina. E ogni volta che ci incontriamo, parliamo molto. Ci raccontiamo le nostre esperienze in squadra e ci confrontiamo un po’ anche sui modi di lavorare.

Se potessi scegliere, vorresti tornare al Giro?

Sono un po’ indeciso, in realtà. Di solito, da italiano, mi verrebbe da scegliere il Giro. Però da giovane, mi viene da dire di più la Vuelta. Se non dovessi recuperare bene le fatiche del Giro d’Italia, me le porterei per tutto il resto dell’anno. Alla Vuelta invece, si è quasi a fine stagione, quindi un po’ mi salverei e mi troverei tutto quel lavoro per l’anno successivo.

Vader, Kooij e la loro “banda”: Jumbo-Visma fa il pieno

17.10.2023
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GUILIN – Se nei giorni scorsi i velocisti che avevano già vinto al Tour of Guangxi si erano in qualche modo mostrati accondiscendenti verso quelli che ancora mancavano all’appello, oggi nella volata finale nessuno avrebbe fatto sconti. Per questo, quando Viviani è passato sul traguardo ha picchiato il pugno sul manubrio, mentre Olav Kooij sfrecciava sorridendo e giallo come il sole. Oggi la Ineos ha corso per Ethan Hayter e c’è mancato davvero un soffio. Secondo Molano e terzo dunque il britannico, che grazie al piazzamento è passato dalla settima alla terza posizione in classifica.

La Jumbo Visma è volata in Cina con 5 corridori, ha vinto tre tappe e la classifica finale
La Jumbo Visma è volata in Cina con 5 corridori, ha vinto tre tappe e la classifica finale

Festa Jumbo Visma

Il capannello della Jumbo-Visma è un continuo darsi pacche, con il divertente siparietto di uno dei due gemelli Van Dijke che a ogni abbraccio perdeva la lattina di Coca Cola ricevuta dal massaggiatore. Solo che quello, al secondo episodio del genere, ha smesso di passargliene altre. Milan Vader ha ringraziato i compagni per il lavoro fatto. I ragazzi del personale scambiavano abbracci con i corridori. E quando poi è arrivato anche Kooij, l’abbraccio è stato collettivo come la foto ricordo. E un’altra lattina è finita sull’asfalto.

«E’ stato bellissimo – dice Kooij – siamo venuti solo in cinque, ma alla fine è stata una settimana di grande successo. Abbiamo dato il massimo ogni giorno e alla fine questo è il risultato. Non è stato facile vincere oggi, perché un corridore aveva il compito di stare sempre con Milan Vader, quindi per me ne restavano due. In tre non si può fare un granché, per cui ho preso l’aiuto che potevo dalla squadra e poi ho provato a fare da me.

«Siamo tutti ragazzi per lo più giovani, più Steven (Kruijswijk, ndr) che ha molta esperienza. Abbiamo trascorso una settimana davvero bella e abbiamo avuto la conferma che alla fine i risultati arrivano anche divertendosi. E’ stato un finale di stagione davvero bello, il modo migliore per andare in vacanza».

Guilin, ultima tappa del Tour of Guangxi a Kooj, 2° Molano all’estrema destra, 3° Hayter
Guilin, ultima tappa del Tour of Guangxi a Kooj, 2° Molano all’estrema destra, 3° Hayter

E’ tornata la Cina

Si conclude il primo Tour of Guangxi dopo gli anni del Covid. E’ stato necessario aspettare tre stagioni per rivedere eventi internazionali in Cina. La riapertura di questa frontiera ha ridato ossigeno a squadre di ogni livello, anche le professionali italiane, che sono volate in Oriente per riaprire la caccia ai punti. Il ritorno del WorldTour ha in qualche modo sancito la riapertura definitiva.

Non tutte le squadre hanno raccolto il messaggio e l’opportunità. Forti della possibilità di rinunciare alla partecipazione, al Tour of Guangxi non erano presenti la Ag2R, l’Astana, la Cofidis e la Soudal-Quick Step.

Il calore con cui il pubblico cinese ha accolto chi c’era e il livello dell’organizzazione non hanno fatto rimpiangere le strade europee. Alcuni aspetti e rigidità tutti cinesi (come la doppia transenna o lo sbarramento di polizia per evitare che i tifosi arrivino alle vere transenne), continuano tuttavia a sembrarci eccessivi, ma sono figli della loro cultura.

La Cina è il posto dove nasce la maggior parte dei telai e della componentistica presenti sul mercato mondiale, se la gestione delle risorse fosse in mano ai privati e non allo Stato, probabilmente il ciclismo esploderebbe ben più di quanto sia possibile ora.

Olav Kooij aveva già vinto la terza tappa a Nanning. Chiude il 2023 a quota 14 vittorie
Olav Kooij aveva già vinto la terza tappa a Nanning. Chiude il 2023 a quota 14 vittorie

Tre tappe su sei

In mezzo ai tanti tifosi che lo acclamavano, Milan Vader ha conquistato la maglia rossa finale. Ha abbracciato uno ad uno coloro che lo hanno accompagnato in questa risalita e si è lasciato alle spalle una volta per tutti i fantasmi del suo infortunio.

«Vincere questa gara significa molto per me – dice l’olandese – sono molto orgoglioso dei ragazzi perché abbiamo vinto tre tappe su sei e anche la classifica generale. Mi piace aver ottenuto la prima vittoria con questo gruppo e penso anche di averli sorpresi. Per questo si sentiva che l’atmosfera stava crescendo e stamattina eravamo tutti super motivati e avevamo tutto sotto controllo».

La prima vittoria e la classifica finale sono il segno della rinascita di Vader
La prima vittoria e la classifica finale sono il segno della rinascita di Vader

Vader riparte da Guilin

L’altro giorno, dopo la vittoria di Nongla, le lacrime gli strozzavano la gola e parlare era stato difficile, per l’emozione e il ricordo dei momenti duri vissuti lo scorso anno. Oggi la chiacchiera sgorga via da sé ed è un parlare che mette allegria.

«Forse prima di lasciarmi tutto alle spalle – dice Vader – servirà ancora del tempo. Sicuramente ho avuto un po’ di nervosismo fino al traguardo, ma penso anche che tutti abbiamo bisogno di qualche giorno per capire bene. L’importante è che io mi senta bene. Sulla bici non ho dolori, anche se adesso non vedo l’ora di stare con la mia famiglia, passare del tempo con la mia ragazza e godermi un po’ la vita. Poi mangerò del buon cibo e andrò in cerca di un posto caldo. So che mi aspetta un inverno di lavoro per continuare a migliorare. Ma questo sarà per dopo. Ho chiara in testa la lista delle cose da fare».

Consonni, un secondo dolce amaro. A Guilin vince Pikulik

17.10.2023
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GUILIN – Daria Pikulik ha vinto il Tour of Guangxi donne, prova di un giorno sulle strade di Guilin, le stesse su cui si conclude la sesta tappa degli uomini. La polacca è passata sul traguardo urlando come un’aquila, relegando al secondo posto Chiara Consonni.

La bergamasca era reduce dalla vittoria di una tappa e della classifica del Tour of Chongming Island ed era venuta a Guilin per vincere, ma a differenza dell’ottimo lavoro della Human Powered Health, il suo UAE Team Adq non è riuscito a mettere su strada un treno abbastanza sicuro di sé. Su queste strade così larghe, non avere un riferimento significa spesso perdersi. E così è stato. Per questo dopo l’arrivo le ragazze discutevano. Poi gli animi si sono distesi e hanno ripreso la via dell’hotel e delle docce. Ma Consonni si ferma con un sorriso.

Dopo aver vinto il Tour of Chongming Island, per Consonni il secondo posto di Guilin
Dopo aver vinto il Tour of Chongming Island, per Consonni il secondo posto di Guilin
Si fatica a mettere insieme un treno?

Anche la settimana scorsa abbiamo avuto qualche problemino, magari legato alle condizioni di qui. Le sensazioni anche sono buone, purtroppo dobbiamo ancora capire cosa sbagliamo sul finale per cercare di migliorare per l’anno prossimo. Però adesso, alla fine di tutto, sono contenta di come ha lavorato oggi la squadra e mi sono state vicine. A parte un po’ nel finale, in cui ancora qualcosa sbagliamo, globalmente sono contenta.

Sei arrivata in Cina vincendo.

I primi due giorni in realtà non sono stati eccezionali. Diciamo che non avevo delle belle sensazioni, però poi penso di essermi sbloccata. Ho vinto l’ultima tappa e la classifica. Era una gara WorldTour, non posso pretendere di fare sempre quello che voglio, però sono contenta anche della stagione. E’ andata abbastanza bene. Sono contenta della squadra che mi ha supportato per tutto il tempo.

Quinta all’arrivo, anche un po’ a sorpresa, la cinese Xin Tang
Quinta all’arrivo, anche un po’ a sorpresa, la cinese Xin Tang
Che cosa manca per togliere quell’abbastanza?

Boh, magari qualcosa nel finale. Sento sempre di non riuscire a dare tutto, il tutto per tutto. Alla fine mi sembra sempre di finire le gare con un po’ di rammarico e spero che l’anno prossimo anche questo si possa migliorare.

Sta per sposarsi tuo fratello Simone…

Fra tre giorni, infatti stasera prendo il volo e vado subito a casa. Sono contentissima. E’ stranissimo, strano davvero pensare che Simo e Alice si sposeranno. Sono molto contenta, purtroppo quest’anno la sua stagione non è andata nel migliore dei modi, però così finirà l’anno in bellezza.

Dopo andrai in vacanza?

Vacanze, sì, però non si sa ancora dove. Serve un po’ di stacco e poi si riprende subito.

Hai scelto il colore dell’abito per il matrimonio?

Certo, ho tutto pronto. Mancano dei dettagli che sistemerò appena arrivo a casa. Sarà lilla. E per arrivare in tempo, stasera niente festa. Per Simone, questo ed altro.

Guazzini settima

Fra le prime dieci dell’ordine di arrivo, al settimo posto si è piazzata Vittoria Guazzini. La toscana, sudatissima per la corsa e i 30 gradi che colpiscono il traguardo, aveva lo sguardo sfinito.

«Adesso si va in vacanza – sorride – alle Maldive con Lorenzo (Milesi, ndr) La fregatura è che mi tocca tornare in Italia e poi ripartire. L’altro giorno, quando ripartivamo da Chongming Island, ho visto il volo per Malé e quasi quasi stavo per salirci sopra. Stagione finita. Ho provato a fare la volata, ho rimontato, ma con queste strade così larghe si fa fatica ad avere dei riferimenti».

Molano a Guilin, maestro colombiano di sprint cinese

16.10.2023
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GUILIN – Nella città considerata una delle più pittoresche della Cina, la volata questa volta se la porta a casa Juan Sebastian Molano, colombiano di Boyaca in maglia UAE Team Emirates. Il gruppo si è avventato sulla riga talmente allineato che nessuno ha avuto il coraggio di alzare le braccia fino ad averla passata. Solo allora Molano ha alzato il pugno al cielo, portando la 57ª vittoria al team numero uno del 2023.

La tappa era lunga, con qualche salita e un bel sole cattivo come corollario. Il paesaggio oggi ha virato decisamente verso le montagne, con le caratteristiche forme a uovo di queste parti con il fiume che si infila nel mezzo in diecimila anse, che avrete visto senz’altro nelle cartoline o sui social dei fortunati che ci vengono in vacanza.

Il paesaggio verso Guilin cambia faccia, arrivano montagne come coni e rocce
Il paesaggio verso Guilin cambia faccia, arrivano montagne come coni e rocce

Molano si racconta. Dice di essere un ragazzo che ama stare a casa e col gusto di correre in auto, anche se non potrebbe (aggiunge ridendo, ndr). Dice che a breve tornerà a casa, perché ha passato la stagione in Europa. E poi racconta la volata che gli vale come quinto successo di stagione.

Vittoria, per giunta, alla quinta tappa. Cosa è successo nei giorni scorsi?

Credo di aver avuto bisogno di un po’ di riposo, perché i primi giorni non potevo fare nulla del mio solito sprint. Dovevo frenare un po’ oppure c’era qualcuno davanti a me che dovevo schivare. Invece oggi ho fatto uno sprint perfetto e penso di aver trovato il varco ideale per uscire e mettere il timbro sulla tappa.

Wandahl, danese di 22 anni che corre con la Bora-Hansgrohe, in fuga anche oggi ha conquistato la maglia dei GPM
Wandahl, danese di 22 anni che corre con la Bora-Hansgrohe, in fuga anche oggi ha conquistato la maglia dei GPM
La Cina è un po’ complicata, dicono i tuoi colleghi. In cosa differiscono gli sprint di qui da quelli in Europa?

Qui vengono tutti con molte forze. Le strade sono grandi e puoi pedalare tutto il giorno a ruota a 100 watt, senza fatica. Oggi c’era un po’ più da sudare a causa delle salite, ma negli sprint precedenti si sono presentati tanti corridori pieni di energia. E’ questo il problema, la vera differenza. In Europa ci sono strade strette e curve prima dell’arrivo e questo logora un po’ le gambe. Per questo qui si viene con un altro spirito e di riflesso è tutto diverso e più pericoloso. Ci sono strade molto grandi e il gruppo è una pallina che si sposta da destra a sinistra…

Tu preferisci qualche salita prima dello sprint?

Dopo la Vuelta di sicuro. Ho recuperato, ci ho messo un po’, ma ora mi sento molto bene e ho buone forze. Oggi abbiamo fatto la gara un po’ dura in salita e abbiamo ottenuto quel che volevamo. I rivali sono arrivati un po’ più affaticati. La squadra ha lavorato perfettamente.

Quarto posto per Milan: il friulano ha la gamba giusta, ma queste volate sono un vero caos
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Cosa vuol dire essere il velocista leader di una squadra così concentrata sui grandi Giri e piena di scalatori?

Penso che sia bello. Me lo sono guadagnato anno dopo anno, ho lavorato molto duramente per arrivare dove sono ora in termini di considerazione nella squadra. Questo mi soddisfa e spero di continuare a farlo bene anche nei prossimi anni. La vittoria di oggi va alla mia famiglia, a mio padre, a mia madre e ai miei fratelli. E naturalmente, a tutta la mia squadra che ha fatto un lavoro spettacolare, a tutti i corridori e allo staff.

Tu vieni da Paipa, nella regione di Boyaca: vuol dire che da quelle parti non nascono solo grandi scalatori?

Esatto, non ci sono solo grandi scalatori a Boyacá. Io ho un corpo da scalatore e me la cavo molto bene anche in salita, ma fin da piccolo ho fatto tanta pista e questo mi ha dato le gambe per diventare un velocista. Ho lavorato molto duramente per arrivare dove sono ed è bello ora raccogliere i frutti.

Prime parole di Molano dopo la vittoria con l’addetto stampa Zhao
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Hai vinto anche alla Vuelta, volevi essere in condizione in questo periodo dell’anno?

In Spagna ho anche vinto una tappa complicata, ma la squadra ha lavorato molto bene. Rui Oliveira quel giorno ha fatto un ottimo lavoro, mentre qui c’è Ivo. Sono due fratelli che sono sempre con me. Sono loro che mi mettono in buona posizione, mi aiutano nelle volate e sono anche miei grandi amici. E’ importante avere persone come loro in squadra, ma oggi sarebbe stato complicato controllare la volata: sarebbero serviti cinque corridori. Hanno fatto il meglio e ha funzionato. E’ stata una volata bellissima.