Marche Outdoor, l’economia riparte sul sellino di tante bici

16.06.2022
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Le Marche hanno mare, montagna, colline e cuore. Hanno anche valli, tesori e ferite da cucire con il filo magico della bicicletta. La forza del progetto Marche Outdoor sta proprio nell’ambizione di rilanciare lo sviluppo dell’entroterra, strizzando l’occhio alle aree colpite dal terremoto e con la possibilità di destagionalizzare le presenze. Trasformando l’anno in una lunga stagione cicloturistica. All’inizio di questa calda estate, andiamo pertanto a vedere più da vicino che cosa ci sia nella proposta marchigiana e in che modo sia nata, mentre nei prossimi articoli vi porteremo a pedalare con noi sulle rotte più belle.

«Il progetto esisteva già e rischiava di morire – racconta l’Assessore Regionale Guido Castelli – ma è stato ripreso perché l’intuizione di legare le Marche alle due ruote in tutte le loro espressioni era già chiara e nota. Abbiamo voluto rigenerare e rinnovare questo marchio. I risultati ci sono. Il nostro disciplinare è stato fatto proprio da più di 300 operatori, che aderiscono al decalogo previsto per un esercizio che fa accoglienza, tenendo conto delle esigenze dei ciclisti».

Disciplinare e comunicazione

Perché il progetto acquistasse concretezza c’era bisogno di calarlo nel reale e questo è avvenuto con un disciplinare che ha riunito strutture ricettive e realtà del territorio.

Parallelamente, la Regione ha investito in comunicazione. Prima c’è stata la campagna con Nibali, ma l’esplodere del Covid ha impedito di passare all’incasso. E proprio per questo, si investirà ancora per i prossimi 7 anni.

«Per noi è importante – prosegue Castelli – creare una cultura dell’accoglienza sintonizzata e tarata sulle esigenze del biker. Faccio un esempio. Sono assessore al trasporto pubblico locale e ho preteso, fra virgolette, che nel nuovo contratto di servizio fra noi e Trenitalia vi fossero esclusivamente treni dotati di carrozza portabici. Quindi i treni Swing, Jazz e Pop, che Trenitalia ha messo a nostra disposizione, sono già tutti predisposti in modo che la bici possa essere trasportata con tutte le attenzioni necessarie. Inoltre abbiamo invitato alcune aziende di trasporto pubblico ad avere i carrelli per le biciclette, quindi dovremmo essere in grado di soddisfare ogni esigenza possibile anche per il gran turismo».

Rebirth Marche

Marche Outdoor si è preso a cuore l’area dei Sibillini, straziata dal terremoto del 2016. Non a caso, i percorsi più recenti sono accomunati dalla denominazione Rebirth: Rinascita. La bicicletta, dunque, e il turismo lento diventano la chiave per il ritorno alla vita. Grazie anche a un accordo sottoscritto con Michelangelo Pistoletto – artista e scultore – che ha concesso l’uso del simbolo del Terzo Paradiso, alle Marche sono state riconosciute le potenzialità di un luogo della Rinascita per l’Italia e il mondo.

Essa avverrà promuovendo la conoscenza, valorizzando le tradizioni artistiche, culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche e poi puntando a sviluppare l’economia del territorio in modo sostenibile 

«Devo dire – spiega Castelli – che già prima del terremoto l’area nord delle Marche, il Catria, erano già orientati su questo tipo di turismo e i risultati erano già evidenti. Ma il lavoro da fare è ancora molto, specie per i percorsi MTB e gravel particolarmente emozionanti nel nostro entroterra, rendendolo per certi versi ancora più sfidante».

Un prodotto turistico

Il progetto va ora trasformato in un prodotto turistico vendibile e appetibile. E questo avviene attraverso l’aumento delle strutture ricettive, la costruzione di nuovi posti letti nelle zone terremotate (possibile anche grazie al PNRR), la strutturazione del sistema dei noleggi e delle guide e il risalto offerto dai grandi eventi.

«L’idea – dice ancora Castelli – è quella di programmare un intervento pubblico che colga le potenzialità del ciclismo in ogni sua sfaccettatura. Quindi da un lato si punta sul ciclismo professionistico, dal Giro d’Italia alla Tirreno-Adriatico. Dall’altro bisogna sistematizzare l’offerta turistica. Nel giorno dell’arrivo della Adriatica Ionica Race ad Ascoli Piceno, si sono svolti dei contatti importanti con più di 40 buyer che venivano soprattutto dalla Finlandia e dal Nord Europa. Il terzo obiettivo è quello di favorire un clima bike-friendly, che supporti lo sforzo che da tempo stiamo facendo per le ciclovie».

Ciclovie e stanziamenti

Su quest’ultimo fronte invece, il PNRR era stato un po’ avaro nei confronti delle Marche, ma grazie a un intervento con il Governo nazionale e il Ministero delle Infrastrutture, sono stati recuperati 26 milioni per completare la Ciclovia Adriatica.

«Saremo l’unica regione – spiega Castelli – che, al netto di qualche interruzione nell’area urbana di Ancona, avrà un’unica ciclovia da Porto d’Ascoli a Gabicce (lunghezza di circa 180 chilometri, ndr), che poi a pettine si collega con altre arterie verso l’interno. Mi riferisco a quella che porterà dal mare ad Ascoli Piceno, essendo già allo studio un progetto per proseguire fino ad Acquasanta Terme, quindi fino al cratere del sisma. La stessa cosa stiamo facendo fra Civitanova e Corridonia e poi su fino a Serravalle e Foligno. La terza invece è quella che riguarda la dorsale da Pesaro verso Fano e Urbino…».

Presto tutta la costa adriatica marchigiana sarà unita in un’unica ciclovia
Presto tutta la costa adriatica marchigiana sarà unita in un’unica ciclovia

Anche virtual cycling?

Il percorso richiede tempo. Si stanno mappando nuove tracce, che prima di essere pubblicate saranno riqualificate, controllate e garantite. Studiando i percorsi contenuti nel sito, se ne riconoscono alcuni duri per lunghezza e altimetria, mentre non ce ne sono di elevata difficoltà tecnica che sconfini nella pericolosità, per rendere necessario e addirittura incentivare l’utilizzo di guide specializzate.

«Tutto questo – chiosa sorridendo Castelli – un po’ l’ha favorito il fatto che io sia un appassionato di ciclismo. Recentemente ho parlato anche col ministro Garavaglia, perché volevamo sviluppare un rapporto fra la Regione Marche e Ministero per quanto riguarda la trasposizione su Zwift di quelli che sono i percorsi marchigiani. Io sono un frequentatore della piattaforma e mi tocca andare a New York, a Londra e nello Yorkshire. E se volessi andare anche a Forca di Presta o sul Sassotetto?».

Marche Outdoor

Adriatica Ionica Race e Marche, su il velo alla BIT di Milano

13.04.2022
6 min
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Sin dalla nascita della Adriatica Ionica Race, Moreno Argentin disse chiaramente che uno degli intenti della sua corsa fosse quello di valorizzare i territori che attraversava. Avendo rintracciato in questo il modo di diventare appetibili per le Amministrazioni che ogni volta sono chiamate a pagare per ospitare partenze e arrivi.

Un giorno alla BIT

Non è stato pertanto con stupore che abbiamo accolto la presenza del veneziano alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, dove ha raccontato le due tappe finali nelle Marche assieme a Guido Castelli, assessore regionale al Bilancio della Regione.

«Il nostro territorio è legato a doppio filo al mondo del ciclismo – ha detto Castelli – ed è proprio attraverso l’utilizzo della bicicletta che vogliamo incentivare i turisti di tutto il mondo a scoprire e visitare le bellezze delle Marche. La proposta avanzata da Moreno Argentin va esattamente in questa direzione: l’Adriatica Ionica Race ha un format studiato appositamente per dare risalto e visibilità alle città e ai territori attraversati dalla corsa. I prossimi 7 e 8 giugno vogliamo mandare in tutto il mondo una splendida cartolina delle Marche valorizzando la nostra Regione sia dal punto di vista artistico e paesaggistico sia per le proprie eccellenze culturali ed enogastronomiche».

Dal Friuli alle Marche

La corsa partirà il 4 giugno da Tarvisio, con la prima tappa fino a Monfalcone. Poi da Castelfranco Veneto arriverà sul Monte Grappa. Da Ferrara a Brisighella. Da Fano alla Riviera del Conero. E si concluderà l’8 giugno con la Castelraimondo-Ascoli Piceno. Ciascuna delle città coinvolte trasuda di storia e tradizioni gastronomiche, pertanto al racconto della corsa lo stesso Argentin vuole abbinare un percorso legato al gusto.

«Abbiamo sempre visto la gara ciclistica – ha spiegato Moreno – come uno strumento di vera promozione dei territorio. Un lavoro che è stato apprezzato non solo dalle amministrazioni regionali e locali interessate dalla nostra manifestazione, ma anche e sempre di più dai tifosi provenienti da tutte le parti del mondo. Per la quarta edizione, oltre agli 80 minuti di passaggi televisivi diffusi in 100 Paesi del mondo, abbiamo voluto mettere in campo anche un’iniziativa dedicata ad un’altra eccellenza tutta italiana: il mondo dell’enogastronomia. Per questo ad ogni tappa proporremo un piatto tipico regionale e lo promuoveremo attraverso la presenza non solo dei media che si occupano di ciclismo, ma anche di quelli che dedicano la propria attenzione al mondo del food».

Sul traguardo marchigiano di Carpegna alla Tirreno-Adriatico 2022, la vittoria di Tadej Pogacar
Sul traguardo marchigiano di Carpegna alla Tirreno 2022, la vittoria di Pogacar

Corse e promozione

Durante la conferenza stampa, più simile in realtà a un incontro fra amici, l’assessore Castelli ha avuto anche il modo di ribadire il legame con il grande ciclismo, che nel 2022 è già approdato nelle Marche con le due tappe della Tirreno-Adriatico (Carpegna e San Benedetto del Tronto) e prima della Adriatica Ionica Race, accoglierà il Giro d’Italia.

«Crediamo fortemente nella manifestazione proposta da Moreno Argentin – ha detto – e siamo felici di farne parte. Il ciclismo è un incredibile volano di promozione per la nostra Regione che è particolarmente vocata per questo sport: eventi come l’Adriatica Ionica Race, ma anche come la Tirreno-Adriatico e poi la tappa del Giro d’Italia che il 17 maggio arriverà a Jesi, ci consentono di mettere in evidenza tutte le nostre bellezze dal mare sino all’entroterra. Sarà uno spot preziosissimo per tutta la Regione Marche che assicurerà una grande visibilità alle eccellenze del nostro territorio».

Dai pro’ al turismo

Subito dopo l’incontro con Argentin, nello stand delle Marche si è svolto un altro interessante momento che ha visto lo stesso Castelli affiancato a Chiara Ercoli, responsabile di Marche Outdoor, e Andrea Tonti. Si è parlato di scoperta del territorio, di gravel, di accoglienza e di fatturati già buoni che nell’estate 2022 potrebbero migliorare ancora. Il Covid ha messo in bicicletta un esercito di nuovi turisti. Saperli intercettare farà decisamente la differenza.

«Le Marche – ha detto Chiara Ercoli – sono la seconda regione più strutturata per il settore Bike nonostante i tempi relativamente brevi in cui è stato lanciato come cluster e contiamo di recuperare ulteriori posizioni».