I guanti di Scinto per la Freccia di Bartoli…

20.02.2024
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Un paio di guanti, Luca Scinto, Michele Bartoli e la Freccia Vallone: metti tutto insieme e ne esce un bell’aneddoto di ciclismo.

Qualche giorno fa Michele Bartoli ci ha parlato della classica delle Ardenne. Il campione toscano è intervenuto sugli effetti tecnico-tattici che potrebbe avere l’inserimento del quarto passaggio sul Muro d’Huy. Inevitabilmente si finì per parlare anche della sua Freccia Vallone, quella del 1999.

Un’edizione storica, sia perché fu l’ultima ad essere stata vinta con un attacco da lontano e non con la selezione sul muro finale, sia per il maltempo che imperversava ad Huy quel giorno. Vento, neve, pioggia… insomma tipico meteo da Belgio. Ma c’è dell’altro. 

Michele Bartoli e Luca Scinto ai tempi della Mapei
Michele Bartoli e Luca Scinto ai tempi della Mapei

Guanti oversize

C’è una storia di un guanto e del suo proprietario, Luca Scinto. Un guanto, anzi, un paio di guanti a dire il vero che iniziarono la corsa con Luca e la finirono con Michele. 

«Ricordo – racconta Scinto con grande passione – che cominciava il tempo brutto. Iniziava a nevischiare. Michele ci disse di andare avanti. Avevamo appena superato il penultimo passaggio sul Muro d’Huy. E lì il gioco si faceva duro. Si scendeva decisi. C’erano curve e controcurve, per di più la strada era bagnata. Poi ad un tratto si girava secchi e con questa curva a 90 gradi iniziava la salita».

Scinto è una fonte di particolari. Ancora una volta fa impressione ascoltare certi racconti. I corridori rammentano tutto. A momenti il direttore sportivo toscano ricorda il rapporto che aveva in canna! Parla della salita, al 5-7 per cento di pendenza che fece da antipasto allo scatto di Bartoli.

«Era una salita stretta – prosegue Scinto – Bartoli ci disse di farla forte e che poi ci avrebbe pensato lui. La feci come se il mio arrivo fosse in cima. Quando dovevo fare un lavoro lo facevo al massimo. Ci si mise a tirare. Il gruppo si allungò. Già dopo il Muro d’Huy era bello allungato, figuriamoci in fondo alla discesa. Anche per questo iniziammo la salita forte. Chi era in coda, dopo quella curva a 90 gradi, ancora doveva finire la discesa e chi era davanti invece era già in piena salita. Così io e Coppolillo facemmo a tutta questi cinque chilometri di salita. In cima eravamo rimasti in venti o poco più. Dietro c’era uno sparpaglio della miseria».

La corsa va come vuole Bartoli. Grande ritmo, grande selezione, davanti solo i migliori. E proprio in quel frangente, con il grosso della selezione ormai fatta e il gruppo esploso, Bartoli fa a Scinto: «Luca, mi vai a prendere i guanti lunghi in ammiraglia? Qui comincia a nevicare e fa freddo».

«Come i guanti, Michele? L’ammiraglia sarà chissà dove – racconta Luca – così gli diedi i mei. Infatti se osservate bene, all’arrivo, quando Michele alza le mani, indossa dei guanti troppo grossi. Le miei mani sono il doppio delle sue!».

Bartoli festeggia sul muro… con i guanti giganteschi di Scinto
Bartoli festeggia sul muro… con i guanti giganteschi di Scinto

Mani nude nella neve

Poco dopo lo scambio dei guanti Bartoli attaccò. Andò via portandosi dietro Den Bakker e Camenzind. Li cucinò per bene strada facendo. Mentre Scinto, Bettini e Coppolillo erano dietro che remavano. Nonostante tutto, Luca concluse la sua Freccia al 15° posto.

«Arrivai per la disperazione, faceva un freddo cane a quel punto. Ricordo che a Bettini si girò un dito dal gelo. E infatti si ritirò. Salii sull’ammiraglia di Damiani, mentre Parsani era davanti con Bartoli. Io avevo le mani scoperte e in certe situazioni è la peggior cosa. Non riuscivo più a cambiare. Per togliere il 53, sul Muro d’Huy usai il palmo della mano. All’epoca la leva Shimano dovevi spostarla tutta. E lo stesso per mettere il 28 dietro, ammesso sia stato un 28!».

Mani congelate, ma sorriso in volto, o almeno interiore, per Scinto. Dalla radiolina, ricorda il toscano, arrivò la notizia che Michele, circa 4′ prima di lui, aveva tagliato il traguardo per primo.

Sul bus della Mapei scattarono i racconti, più che la festa. «Quando Bartoli puntava le Ardenne – aggiunge Scinto – di festa se ne faceva poca». La Liegi era lì che lo chiamava e Michele non l’avrebbe mai buttata all’aria per un bicchiere di troppo. Né lui, né i suoi compagni. Compagni che erano amici oltre che gregari. Per di più alcuni di loro erano toscani come lui.

«Ognuno – va avanti Scinto – raccontava la sua. Io dissi che nell’ultima discesa, prima di prendere il Muro, scesi con una mano sul manubrio e con l’altra a riparare gli occhi dalla neve che arrivava forte di traverso. Avevo gli occhiali giù, ormai appannati, quindi con una mano guidavo e con l’altra appunto mi riparavo dalla neve. Per 15 giorni ho avuto i polpastrelli gelati e non sentivo nulla».

Den Bakker, Bartoli e Camenzind in fuga alla Freccia del 1999. L’ultimo a cedere fu il corridore della Rabobank (Bridgeman Images)
Den Bakker, Bartoli e (dietro ma nascosto) Camenzind in fuga in quella Freccia del 1999 (Bridgeman Images)

Bartoli l’inventore

Scinto spiega che il percorso lo conoscevano, ma non lo avevano provato e riprovato come si fa ai tempi attuali: «Avevamo fatto una ricognizione, ma Michele improvvisava. 

«Non era come oggi che i ragazzi si dice di ogni curva, di ogni tombino prima di partire. Poi montano in bici, vanno alla partenza e si sono già scordati tutto. Michele si ricordava quello che serviva. Sapeva quali erano i punti decisivi e su quelli si concentrava. Era un inventore. Quello che gli veniva in mente in corsa, lo faceva. Io credo che se Michele Bartoli avesse corso oggi sarebbe stato un Van der Poel della situazione».

E i guanti che fine hanno fatto?

«Michele – conclude Scinto – me li restituì. Ma fra la trasferta, gli anni e tutto il resto… me ne è rimasto uno solo. La gente non ci crede, ma quel guanto ha vinto una Freccia! Michele fece un numero quel giorno e mi ringraziò. Senza i miei guanti forse si sarebbe congelato e addio Freccia».

Elastic Interface Cytech Group

Elastic Interface: Massimo Fregonese nuovo CEO

22.06.2021
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Massimo Fregonese è il nuovo CEO di Elastic Interface, e più in generale dell’intero CyPad Group: è questa la prima considerevole conseguenza del deciso ingresso – avvenuto appena qualche mese fa – di PM & Partners SGR quale azionista di maggioranza all’interno dello stesso gruppo veneto.

Esperienza nel settore outdoor

Fregonese porta in dote un solido e riconosciuto background professionale maturato nel mondo dell’outdoor e una notevole esperienza nel brand management e nel comparto commerciale. La sua conoscenza del mondo dell’outdoor lo ha portato in passato a lavorare per brand famosi del mondo della montagna, del running e del ciclismo. Occorre difatti evidenziare i suoi precedenti professionali in SIGG, realtà dove ha ricoperto la posizione di Direttore Vendite internazionale, in CamelBak (International Sales & Marketing Director) ed ancora prima in fi’zi:k. Unitamente all’ottimo elenco di successi nell’apertura di nuovi mercati, e nello sviluppo di nuove categorie di prodotto, Massimo Fregonese vanta anche un’importante esperienza nella consulenza a start-up attive nel settore degli articoli sportivi e nella guida di team funzionali trasversali.

Elastic Interface EIT palm technology
I guanti di Elastic Interface con la tecnologia EIT Palm Technology
Elastic Interface EIT palm technology
I guanti di Elastic Interface con l’EIT Palm Technology per un comfort di livello superiore

«Torno nel ciclismo e alle mie origini»

«Nella mia vita professionale – ha dichiarato Fregonese – ho sempre avuto la fortuna di incontrare e lavorare con persone ispiratrici ed aziende estremamente motivanti, da fi’zi:k a CamelBak, e recentemente in SIGG, godendomi il lavoro, divertendomi nel farlo e raggiungendo degli ottimi risultati. In CyPad Group mi sento davvero a casa, e in qualche modo grazie a questo nuovo incarico torno dove tutto è iniziato, ovvero da occuparmi delle prestazioni dei ciclisti».

Tramite il sito di Elastic Interface è facile trovare il fondello più adatto alle proprie esigenze
Sul sito di Elastic Interface è facile trovare il fondello più adatto alle proprie esigenze
Tramite il sito di Elastic Interface è facile trovare il fondello più adatto alle proprie esigenze
Tramite il sito di Elastic Interface è facile trovare il fondello più adatto alle proprie esigenze

Avvicinare nuovi sport e categorie di prodotto

In Elastic Interface si è fermamente convinti che l’andare in bici abbia il potere di cambiare in meglio la vita delle persone. Ed è proprio questa visione che motiva e spinge l’azienda a progredire quotidianamente. In questo contesto si percepisce facilmente sia l’entusiasmo quanto l’impegno continuo verso la ricerca dell’eccellenza.
Il nuovo CEO – al quale bici.PRO rivolge il più sentito augurio di buon lavoro – è stato scelto per supportare il business del gruppo CyPad in un ambizioso piano di sviluppo. L’obiettivo è quello di avvicinare nuovi sport e categorie di prodotto, rafforzando la consapevolezza del marchio e la sua posizione di leadership sul mercato mondiale.

elasticinterface.com

Elastic Interface EIT palm technology

Elastic Interface e Maap uniscono tecnologia e stile

21.12.2020
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Inizia la partnership tra il brand australiano Maap ed Elastic Interface, grazie al lancio del nuovo guanto Race Mitt con tecnologia EIT Palm Technology.

Il fondello per le mani

MAAP, brand di Melbourne, Australia, ha ottenuto in poco tempo la reputazione di marchio votato al design e all’abbigliamento tecnico. Per rinforzare la propria mission, MAAP ha iniziato una partnership con Elastic Interface scegliendo l’EIT Palm Technology, “il fondello per la tua mano”, per l’upgrade del guanto Race Mitt.

Nato nel 2014, MAAP ha generato un forte seguito globale in pochissimi anni, mentre Elastic Interface è il leader di settore per lo sviluppo di fondelli da ciclismo da ormai 20 anni. Il nuovo guanto Race Mitt di MAAP usa dell’azienda italiana nella versione Race, con imbottiture multi-densità termoformate, per vestibilità, comfort e grip insuperabili.

I guanti Race Mitt di MAAP
I guanti Race Mitt di MAAP

Più comfort sul manubrio

L’EIT Palm Technology è il primo Palmo tridimensionale mai sviluppato per guanti da ciclismo. Seamless (senza cuciture) ed elastico, eleva ad un nuovo livello la protezione e il comfort delle mani nella presa sul manubrio.

Il Palmo Elastic Interface è una tecnologia brevettata ed è stata progettata con il contributo dell’Università di Padova (Dipartimento di Scienze Biomediche). In questo modo, il Palmo Elastic Interface diventa il dettaglio rivoluzionario che cambia la percezione del comfort sul manubrio, durante la pedalata: si adatta perfettamente all’anatomia della mano, migliora la circolazione sanguigna, riduce significativamente l’indolenzimento del nervo ulnare e di conseguenza, il formicolio alle dita.

Il palmo dei guanti realizzato con la EIT Palm Technology
Il palmo dei guanti realizzato con la EIT Palm Technology

Elastic Interface continua a sviluppare soluzioni e miglioramenti per le interfacce dei ciclisti con le loro bici, aumentando la loro capacità di pedalare più a lungo e con più comfort. Il nuovo guanto Race Mitt di Maap è già disponibile dal 2 dicembre.

elasticinterface.com