LIEGI (Belgio) – Romain Gregoire non è felice dopo la sua Liegi-Bastogne-Liegi. E’ un campione dentro e vorrebbe sempre vincere. La Doyenne è l’occasione per parlare di questo giovane francese che è stato autore di una buona prima parte di stagione e che ha un’ambizione grossa così.
Come per molti altri corridori, la Liegi ha segnato uno stop al calendario per l’atleta della Groupama-FDJ. Di fatto da ieri in tanti sono proiettati verso il capitolo grandi Giri, sia esso l’imminente Giro d’Italia o il Tour de France. Chi punta a questo può iniziare una fase di recupero.
Delusione da campione
Quello di Gregoire è uno dei musi più lunghi di tutto il post Liegi. Il francese ci teneva moltissimo a questa gara, probabilmente la più adatta alle sue caratteristiche. Dopo i due settimi posti della Freccia Vallone e dell’Amstel, ci era parso davvero motivato e in palla. Anche nel giorno della presentazione delle squadre era convinto. Si muoveva da leader anche nei confronti della stampa. E lo stesso durante la ricognizione. Due volte lo avevamo incrociato e per due volte era lui che conduceva la squadra.
«La condizione era anche buona, ma sono deluso – attacca senza mezzi termini Gregoire – perché la squadra ha lavorato duramente per metterci in posizione ai piedi di La Redoute. Eravamo in gioco sulle salite con Guillaume (Martin, ndr), ma credo che la corsa non sia stata abbastanza selettiva da darci un vantaggio. Non ho trovato l’apertura nello sprint, quindi sono molto frustrato. Ero in ballo per un buon piazzamento, ma… è un peccato non esserci riuscito».
Ieri, così come alla Freccia, ma anche all’Amstel Gold Race, Gregoire non si è mai tirato indietro. Nella mischia ci si butta senza problemi e raramente lo si vede pedalare oltre un certo numero di posizioni. E’ tra i campioni.
Primavera tra alti e bassi
Analizziamo un po’ la stagione di Romain Gregoire sin qui. Parte bene tanto da vincere persino una gara, la Faun-Ardèche Classic, corsa di ottimo livello. Alla Milano-Sanremo a tratti è superlativo. Ricordate l’affondo di Pogacar sulla Cipressa con Van der Poel e Ganna? Ebbene, lui era il quarto uomo. Per carità, poi si è staccato, ma parliamo di lotta fra titani assoluti, motori immensi. E lui ci ha provato senza paura. E poi piace molto questa sua ecletticità nell’affrontare le corse.
Certo, ancora manca di costanza, ma togliendo Pogacar quale giovane ne ha mostrata? Persino Remco aveva i suoi “buchi”. Alla Tirreno-Adriatico Gregoire voleva la classifica, ma nel giorno di Frontagnano si è perso nei tre chilometri finali. E’ chiaro che c’è da lavorare. Ma la strada è questa: insistere. Tanto più che questa è la sua squadra, la sua casa.
E Romain ogni volta che parla a fine corsa il team ce lo mette sempre di mezzo: per ringraziarlo, per “scusarsi” se vogliamo.
Nelle classiche ardennesi sognava un podio e più realisticamente voleva raccogliere una top ten in tutte e tre le prove. L’obiettivo è svanito ieri su Quai des Ardennes, ai 300 metri.
E ora il Tour
Gli facciamo notare che comunque è giovane e che sta continuando il suo processo di crescita. Anche fisicamente ci sembra più formato, decisamente più muscoloso di un tempo.
«Sì, sì… è vero del processo di crescita – riprende mentre traffica con le valigie sotto al bus – ma alla fine sono i risultati che contano. Bisogna concretizzare, soprattutto quando la squadra lavora per te. Se sento la pressione? No, anzi… mi piace, non mi crea problemi». Insomma, lui è pronto a prendersi le responsabilità.
Ora, come accennavamo, Romain si prenderà un piccolo riposo. «Poi – riprende il classe 2003 – farò uno stage in altura in vista del Tour de France. Non so ancora però se farò il Criterium del Delfinato o il Tour de Suisse come rifinitura».
«Quest’anno – aveva detto in tempi non sospetti – siamo più forti. E’ arrivato un corridore di talento come Martin e tra me, lui e Gaudu potremmo dividerci i tre grandi Giri. C’era un po’ di impazienza, a volte un po’ di mancanza di compostezza, mi impegnavo un po’ in ogni cosa quando mi sentivo bene e non canalizzavo davvero i miei sforzi. Questo è l’obiettivo per il 2025: ottenere risultati».