Il sistema Gravaa della Visma sul pavé? Ce lo spiega Affini

16.04.2025
7 min
Salva

Come funziona il sistema Gravaa che permette di gonfiare e sgonfiare gli pneumatici mentre si pedala? Alla Roubaix lo ha usato soltanto la Visma-Lease a Bike. Hanno vinto con Pauline Ferrand-Prevot, sono arrivati quarti con Van Aert. Le donne del team lo avevano usato anche al Fiandre, con la francese seconda alle spalle di Lotte Kopecky.

Avevamo annotato le sue osservazioni nella conferenza stampa post Roubaix. Il fatto che avesse individuato tramite VeloViewer i punti in cui azionarlo, perché la fase di gonfiaggio richiede qualche watt in più. Perciò messe da parte le curiosità, abbiamo atteso di rientrare dalla Roubaix per fare qualche domanda a Edoardo Affini, che ha utilizzato Gravaa in corsa e lo aveva già provato nel 2023. Il mantovano è tornato a casa in Olanda e verrà in Italia per trascorrere Pasqua con i suoi. Ridendo, dice di aver capovolto il detto. Quindi conferma che fino a domani non toccherà la bici e che poi ricomincerà avendo il Giro come prossima corsa.

Affini ha chiuso la Roubaix anzitempo per la rottura di una ruota. Qui si trova nella Foresta di Arenberg
Affini ha chiuso la Roubaix anzitempo per la rottura di una ruota. Qui si trova nella Foresta di Arenberg

Il sistema, in sintesi, si basa su una pompa a bassa tensione comandata da pulsantini sul manubrio e interfacciata con il computer della bici. Si impostano i valori di pressione prima del via, poi con un pulsante si sgonfiano le ruote, con l’altro si rigonfiano. Il funzionamento è assicurato dal movimento della ruota.

Parliamo di Gravaa, che cosa ti sembra?

Il sistema di per sé è interessante sia per noi professionisti, ma probabilmente potrebbe avere il riscontro maggiore con cicloturisti e gente che fa gravel. In quel campo può avere un futuro dai numeri interessanti, perché ti dà la possibilità di cambiare pressione a piacimento.

A piacimento, ma secondo valori preimpostati?

Esatto. In base al tuo peso, in base al copertone, in base a quanto è grande il copertone. Puoi stabilire la pressione che vuoi in base ai fattori che vuoi. La sua azione, tra virgolette, è illimitata, puoi impostare il valore che preferisci. Anche il numero degli utilizzi sostanzialmente è illimitato, perché è basato sul movimento. Non c’è una cartuccia con dell’aria compressa, che dopo un po’ finisci e resti a piedi: se la ruota gira, puoi gonfiare. E più gira velocemente e più sarà rapido il gonfiaggio.

Per questo Ferrand-Prevot ha parlato di consumo di watt?

Ci hanno detto che secondo i calcoli si parla di circa 7 watt mentre si gonfia. Senti appena che aumenta la resistenza alla pedalata. E’ chiaro che se ti metti a gonfiare quando sei al limite, allora te ne accorgi eccome, ma a quel punto sei tu che hai scelto il momento sbagliato.

Lo hai usato anche tu alla Roubaix?

L’abbiamo usato tutti, solo che io ho spaccato la ruota davanti e quindi puoi avere i sistemi che vuoi, ma resti indietro. Mi hanno cambiato la bici, solo che a quel punto mi aveva già passato il gruppo di Pippo (Ganna, ndr) e quello che c’era dopo di lui. Speravo di rimanere con lui, ma quando mi ha passato ero ancora sul pavé con la ruota rotta e ho capito che la mia Roubaix finiva così.

Avevate deciso dei punti precisi oppure lo avete usato in ogni settore di pavé?

Lo abbiamo usato in ogni settore. Potevi gonfiare e sgonfiare in base alla tua sensibilità e a come ti piaceva. Nel computerino c’è un campo dati, in cui visualizzi la ruota davanti e quella dietro, che cambia colore. Quando è rosso vuol dire che sta lavorando, quindi c’è una transizione. Invece quando è verde vuol dire che ha raggiunto la pressione desiderata.

Quanto durano le due fasi di sgonfiaggio e di gonfiaggio?

Lo sgonfiaggio praticamente è istantaneo. Schiacci il pulsantino e lui manda fuori l’aria. In pratica apre la valvola e l’aria esce fino alla pressione desiderata. Il gonfiaggio invece, come dicevo prima, dipende da quanto spingi e dal tipo di settaggio che hai dato alle pressioni. Se la differenza è di un bar, magari impiega di più. Se è di 0,5 hai dimezzato il tempo.

Ferrand-Prevot ha raccontato di essere passata da 2,1 bar sul pavé a 4 sull’asfalto.

Magari aveva previsto anche una pressione di mezzo, perché si possono impostare più step. La bassa pressione sul pavé, la intermedia e quella più alta sull’asfalto. Io ad esempio andavo a 2,9-3,1 sul pavé e salivo fino a 4,4-4,6 sulla strada normale.

Si percepisce chiaramente il cambiamento di pressione?

Quando è sgonfio, sul pavé ovviamente senti che sei più ammortizzato. Quando poi sull’asfalto inizia a rigonfiare, senti proprio che si alza la pressione.

Lo avevate già usato anche durante le ricognizioni? 

Io l’avevo già usato nel 2023, quando era ancora in sviluppo e ce n’erano anche pochi: tre, se mi ricordo bene. Invece quest’anno ce l’avevamo tutti, anche sulle bici di scorta. Secondo me hanno fatto bene a darlo a tuti, perché se ce l’hai solo per tre persone e neanche sulle bici di scorta è un problema. Avendocelo tutti, puoi valutarlo bene e i meccanici non hanno problemi.

Rispetto a quello del 2023, il sistema attuale è tanto diverso?

E’ stato affinato e anche migliorato, mentre a livello di software e connessioni è più affidabile. Noi lo abbiamo usato solo alla Roubaix, le ragazze anche al Fiandre. Ma a parte i 400 grammi di peso in più, opinione mia, credo che per noi su quel tipo di pavé non avrebbe dato chissà quali vantaggi.

E’ venuto qualcuno a spiegarvi come funziona oppure avete iniziato a usarlo e basta?

Erano con noi a Roubaix negli ultimi giorni e anche prima durante le recon. Quello che ci ha fatto la presentazione completa è stato Jenco (Jenco Drost, Head of Performance Equipment del team olandese, ndr), ma non è che abbiamo fatto lezioni o cose simili. Lo abbiamo provato un paio di volte, anche nelle ricognizioni fatte a dicembre. E comunque avevamo già avuto l’esperienza di due anni fa, non eravamo proprio nuovi.

Il momento in cui si interviene sui comandi ha bisogno di qualche cautela, oppure si schiacciano e il sistema parte?

Basta che schiacci il pulsante, non servono accortezze: continui a pedalare normalmente. Senti giusto che aumenta un minimo la resistenza quando devi gonfiare. I tastini sono quelli sul manubrio che normalmente usano i velocisti. Li puoi mettere dove vuoi sul manubrio, sopra, sotto, di lato, dove ti è più comodo.

Il sistema lavora contemporaneamente sulle due ruote o puoi differenziare fra anteriore e posteriore?

Su tutte e due insieme. L’unica cosa è che la centralina è nella ruota davanti. Per cui se per caso devi cambiare solo la ruota davanti, non puoi più agire su quella dietro. Va da sola in automatico su una pressione di sicurezza che hai pre-impostato e non si muove più. Se invece rompi quella dietro e devi cambiarla, puoi continuare a giostrare con l’anteriore.

Se ne riparlerà probabilmente il prossimo anno. E sarà curioso capire se altre squadre cercheranno di dotarsi del sistema Gravaa. Quando Mohoric vinse la Sanremo grazie al reggisella telescopico, l’interesse fu immediato, ma non produsse clamorose scelte tecniche. Questa volta sarà diverso?

Ferrand-Prevot, la strada dell’Inferno oggi luccicava

12.04.2025
6 min
Salva

ROUBAIX (Francia) – Pauline Ferrand-Prevot arriva dopo aver vinto la corsa del pavé e si siede con la faccia fresca e allegra di chi ha passato una bella giornata, ma senza particolare trasporto. Forse si può spiegare col fatto che aver vinto le Olimpiadi sia al di sopra di ogni emozione sportiva, ma la spiegazione vera la fornisce lei ridendo spensierata.

«La Roubaix non era nel mio programma – dice divertita e un po’ stupita – normalmente a quest’ora sarei dovuta essere in altura per tre settimane. Dopo la Strade Bianche e la Sanremo, ho parlato con il mio coach e gli ho chiesto di fare il Fiandre. Loro hanno parlato e mi hanno autorizzato a farlo. Una settimana più tardi gli ho chiesto di lasciarmi fare la Roubaix ed è stata davvero una decisione dell’ultimo momento. Mi hanno accontentato di nuovo ed è quello che mi piace della squadra. Ho un ruolo libero e vado avanti come voglio. In questa prima stagione, ho dovuto scoprire cosa potevo fare. Anche se l’obiettivo principale è vincere il Tour de France, penso che Fiandre e Roubaix siano stati un’ottima gara di allenamento per imparare a tenere le posizioni in gruppo. Sappiamo infatti che le prime tre tappe del Tour saranno abbastanza tecniche e io voglio allenarmi per difendere la mia posizione. Penso che questa gara sia stata il migliore allenamento».

Vigilia con la febbre

Ci sono ragazze là fuori, affrante e sfinite sui loro pullman, che darebbero una mano per essere qui al suo posto, con il pavé e i fiori del vincitore. Invece lei che la Roubaix l’ha appena vinta al primo assalto ha l’atteggiamento quasi irriverente di chi è abituato a vincere su traguardi più importanti. Le domande si susseguono: dal racconto dell’attacco al dispositivo Gravaa per gonfiare e sgonfiare i tubeless sulla sua Cervélo che a sentirla le hanno salvato la vita.

«Non mi sentivo molto bene negli ultimi giorni – racconta – alla Strade Bianche ero caduta e ho dovuto prendere a lungo gli antibiotici. Non ho mai recuperato del tutto, tanto che ieri ho dovuto sospendere l’allenamento perché non mi sentivo bene. Questa mattina non avevo più la febbre, per cui ci siamo detti di provare soltanto per aiutare Marianne (Vos, ndr). Non ero sicura delle mie condizioni, ma in gara ho cercato di dare il 100 per cento. L’obiettivo era di rendere la gara più dura possibile per stancare le velociste e portare Marianne fino allo sprint. E’ ciò che ho fatto».

Nonostante la Roubaix sia il suo sogno, Vos abbraccia Ferrand-Prevot: un gesto di grande classe
Nonostante la Roubaix sia il suo sogno, Vos abbraccia Ferrand-Prevot: un gesto di grande classe
Il tuo attacco era funzionale alla vittoria di Marianne?

Così doveva essere. Mi ha chiesto lei se potevo attaccare sul settore di pavé. Le ho detto che erano tutte già a tutta, quindi forse era più intelligente aspettare un po’ e attaccare sull’asfalto. E’ ciò che ho fatto e ho approfittato del fatto che dietro non si siano organizzate. Ho cercato di far funzionare il piano, non avevo in mente di vincere la gara, ma volevo lavorare per la squadra.

Hai raccontato di aver usato il dispositivo per sgonfiare i tubeless sul pavé e rigonfiarli sull’asfalto: ne puoi parlare?

E’ stato davvero utile poter abbassare la pressione sulle pietre, mi sentivo più comoda, saltavo di meno e avevo maggiore aderenza nella ruota posteriore. Essere poi in grado di rigonfiarlo sull’asfalto è stato ugualmente utile. Tornavo a 4 bar e riuscivo a fare una buona velocità. Lo avevamo già provato al Fiandre, è 400 grammi più pesante e non mi era sembrata una buona idea, invece per la squadra non c’è stato da parlarne e alla fine credo che siamo stati fortunati ad averlo. Credo che dal prossimo anno tutti vorranno usarlo, ma forse noi per allora avremo più margine.

In azione solitaria: Ferrand Prevot ha messo a frutto l’esperienza da fuoristradista e tutta la tecnologia possibile
In azione solitaria: Ferrand Prevot ha messo a frutto l’esperienza da fuoristradista e tutta la tecnologia possibile
Come sceglievi i punti in cui cambiare la pressione?

Mi piace molto studiare il percorso, soprattutto su VeloViewer, dove puoi vedere tutto. Mi piace sapere dove passeremo e negli ultimi giorni ho studiato un po’, sono tornata a scuola. Per cui ho deciso che avrei sgonfiato in alcune curve, mentre nei tratti successivi su asfalto avrei rigonfiato. Siccome l’operazione richiede un po’ di watt, ho cercato di usarlo nei tratti più lunghi, per non sprecare troppe forze. Quindi bisogna studiare il percorso per sapere dove conviene avere meno pressione e dove riportarla in alto. Sicuramente negli ultimi 15 chilometri ci ha aiutato molto avere 4 bar, mentre sul pavé si scendeva a 2.1-2-2: una grande differenza.

Adesso il Tour?

E’ il prossimo grande obiettivo della mia carriera. Vincere le Olimpiadi a casa l’anno scorso è stata la più bella vittoria che abbia mai avuto. Ora mi sono divertita a tornare in su strada, a lavorare come squadra insieme alle miee compagne ed è stupendo. Sulla mountain bike vincevo solo per me, ora non ci sono solo io al centro. Non ho più pressione, mi sento così bene e sono felice. Però adesso dobbiamo rendere la squadra più forte per poter vincere su altri fronti e anche io devo lavorare per superare meglio le salite più lunghe. Questo sarà il prossimo passaggio.

Questa la Cervélo S5 con cui Ferrand-Prevot ha vinto la Roubaix: monocorona e i mozzi con il sistema Gravaa
Questa la Cervélo S5 con cui Ferrand-Prevot ha vinto la Roubaix: monocorona e i mozzi con il sistema Gravaa
Qualcuno può pensare che sia troppo facile. Vinci in mountain bike, vieni qui e vinci la Roubaix: è davvero così facile?

Se mi aveste visto l’anno scorso al mondiale su strada, avreste capito che non c’è stato niente di facile. Durante l’inverno c’è stato tanto lavoro da fare. Ho dovuto essere paziente, avere fiducia nel processo. Il ciclismo su strada è uno sport completamente diverso, quindi ho dovuto riabituarmi a tutto. Ora mi sento abbastanza comoda nel gruppo. Ma ad esempio al Fiandre non ho avuto la fiducia in me stessa per attaccare.

Mentre oggi?

Oggi l’ho avuta. Ogni settimana è un passo verso l’alto, è un bel processo. Sinceramente non ho mai pensato di vincere e non volevo mettermi in una situazione in cui mi chiedessero di vincere. Ho solo chiesto di poter lavorare al massimo. Quando sono entrata nel velodromo, ho pensato a quello che mi stava succedendo, a quello che dovevo fare. Ed è stata una sensazione piuttosto strana.

Niente da dire: la foto dell’arrivo è venuta proprio bene…
Niente da dire: la foto dell’arrivo è venuta proprio bene…
Tu nell’ultimo giro e il gruppo che entrava…

Sono andata in crisi (ride, ndr). Ho pensato che rischiavo di avere la foto dell’arrivo con loro dietro, mentre io volevo una bella foto. Però in realtà è venuta davvero bene. E ora pensiamo alle prossime corse, con la testa sono già alla Vuelta, più ancora che alle classiche delle Ardenne. Quella settimana in Spagna servirà per costruire la squadra del Tour. E la cosa mi incuriosisce molto.