Il test in gara della Cipollini Dolomia

10.06.2022
6 min
Salva

Pur non essendo una novità dell’ultimo momento, la Cipollini Dolomia è a nostro parere uno dei progetti più interessanti del panorama. L’abbiamo provata durante la Granfondo Alé la Merckx e ci ha trasmesso un feeling immediato. Non è semplice salire su una bicicletta mai vista prima e gettarsi in gara, ulteriore conferma di una bicicletta di valore.

Dolomia con le sue forme “esili”
Dolomia con le sue forme “esili”

Un test breve, ma sostanzioso

Poco più di 4 ore, circa 130 chilometri e 2.500 metri di dislivello positivi: questi sono i numeri della nostra prova, che consideriamo uno “short test”. Quello che più conta però, è il fatto di aver messo in misura la sella e aver trovato fin dai primi minuti un rapporto diretto con la Dolomia, una buona confidenza e un feeling ottimale nei diversi frangenti. Non è un aspetto banale, che può essere tradotto anche nella sincerità della bicicletta, un mezzo “sottile” nelle forme, fuori dagli schemi delle biciclette Cipollini, che è gratificante in salita e molto divertente in discesa.

La versione provata è quella con la trasmissione Sram Red eTap AXS e le ruote Tune. Non ci siamo fermati alla sola prova della Dolomia, abbiamo anche approfondito con Michele Tittonel, ingegnere dell’azienda veneta che ha sviluppato il progetto.

La Dolomia è fatta a mano?

I telai Dolomia sono laminati a mano e si utilizzano dei veri stampi. La Dolomia ha il telaio in un blocco unico. Significa che il triangolo principale e quello posteriore sono una sola anima. Molti telai in commercio e spacciati per monoscocca in realtà sono ottenuti dall’incollaggio delle due parti, non è il caso della Dolomia.

La bicicletta sembra perfetta per gli scalatori di rango. E’ così?

Il progetto Dolomia non nasce solo per gli scalatori, ma viene sviluppata anche nell’ottica di essere una bicicletta divertente, ampiamente sfruttabile anche dall’appassionato che pedala nel fine settimana. Ovviamente il voler gratificare in salita è qualcosa insito nel progetto, in particolare se pensiamo alle lunghe salite, quelle estenuanti. E poi c’è anche il fattore sicurezza, perché vuole essere affidabile anche in discesa.

La salita, il suo ambiente ideale (foto Sara Carena)
La salita, il suo ambiente ideale (foto Sara Carena)
Quale è stato uno degli aspetti principali del suo sviluppo?

Prima di arrivare al prodotto finale, la Cipollini Dolomia ha visto nascere 23 prototipi. Sono poi seguiti i test in laboratorio e le successive prove su strada.

Invece in fatto di aerodinamica?

Non dobbiamo dimenticare che Cipollini ha di fatto inventato il segmento delle biciclette aerodinamiche, con la RB1K The One. Dolomia è differente ed è inserita in una categoria di prodotti in cui l’aerodinamica non influisce in maniera esponenziale ai fini delle performances. L’aerodinamica è importante, ma non è uno dei parametri principali considerati per lo sviluppo della Dolomia.

Il carro posteriore ribassato: ci sono dei vantaggi tangibili?

Concentrandoci sulla Dolomia, in maniera specifica sul carro posteriore e sul design che lo caratterizza, questo ha permesso di abbassare il baricentro della bicicletta. Si, ci sono dei vantaggi. Il primo è una guidabilità invidiabile. C’è una sorta di abbraccio dei foderi obliqui verso il piantone, voluta per raggiungere una rigidezza laterale ottimale, nonostante gli spessori limitati delle tubazioni.

Il piantone con il seat-post specifico
Il piantone con il seat-post specifico

Le nostre sensazioni in salita

La salita è il suo ambiente ideale e non è solo una questione di peso, che è di poco superiore (nella taglia M) ai 7 chilogrammi. La rigidità è distribuita in maniera ottimale tra avantreno e retrotreno. Ha una fluidità tutta da sfruttare, quando in salita si riescono a fare delle buone velocità, magari con il rapportone in canna, oppure quando le pendenze in doppia cifra obbligano a spingere, ma con la lancetta del contachilometri che si abbassa rapidamente.

Da seduti invita a spingere e a caricare sul piantone come solo le purosangue da scalatore sanno fare, in piedi sui pedali si percepisce un importante sostegno che arriva dall’avantreno. Una menzione va fatta nei confronti del manubrio Deda Alanera: un gran bell’integrato tutto da sfruttare.

La Cipollini Dolomia in discesa

Ci si aspetta una bicicletta da scalatore e la Dolomia è di sicuro una bicicletta del genere. Ma non è solo questo, perché in discesa e nei tratti tecnici è davvero divertente e anche facile. Vale la pena ricordare che non l’avevamo mai usata in precedenza. Agile e molto intuitiva, cambia la traiettoria con il minimo spostamento di peso e, nonostante un avantreno rigido, non dà mai la sensazione di “piantarsi” quando è necessario variare la traiettoria in un amen.

Le ruote basse aiutano ad aumentare la stabilità, a mantenere un’elevata confidenza nei tratti tecnici e anche a perdonare qualche errore. Il carro posteriore non si alleggerisce mai, neppure durante le staccate perentorie all’ingresso nei tornanti e la sicurezza ne guadagna.

In conclusione

La Cipollini Dolomia è una bicicletta pronta all’uso, non è nervosa ed eccessivamente briosa: fattori che trovano delle conferme anche grazie ad un pacchetto ruote leggero, scorrevole e per nulla rigido, ruote che, a nostro parere, sono anche il vestito ideale per questa tipologia di bici.

La Dolomia è performante, è corsaiola ed ha una propensione race di alto livello, ma non è estrema, fattore che aiuta (non poco) anche chi non è perfettamente allenato a stare tante ore in sella. La Dolomia non è una bici stancante ed esigente, anzi, talvolta asseconda il comportamento di chi la pedala.

Alé PR.S: i capi tecnici dei pro’ provati in gara

08.06.2022
5 min
Salva

E’ una sorta di evoluzione della linea PR.R, la categoria storica dei capi tecnici del brand veneto e segmento che ha cambiato il modo di vestire il ciclista di tutti i livelli. Alé PR.S, acronimo di Pro Race System è l’abbigliamento fornito ai pro’ ed è ancora più in alto nella scala dei valori, ricco di dettagli funzionali, traspirante ed aerodinamico, con un race fitting di altissimo livello. Lo abbiamo provato durante la Granfondo Alé la Merckx, nella versione customizzata e dedicata all’evento. Trovarsi a proprio agio fin dalle prime pedalate senza mai averlo indossato prima? Sì, ma è l’effetto seconda pelle in una giornata caldissima il valore aggiunto.

Il kit dedicato alla gran fondo veronese (foto Sara Carena)
Il kit dedicato alla gran fondo veronese (foto Sara Carena)

Alé, ricerca e test infiniti

«I capi tecnici Alé – racconta l’Amministratore Delegato Alessia Piccolo – sono il risultato di tanto lavoro, di tante idee messe insieme e delle eccellenze rappresentate anche dalle persone che lavorano all’interno dell’azienda. Stagione dopo stagione abbiamo cambiato i colori delle collezioni, senza mai perdere il DNA che contraddistingue l’abbigliamento tecnico- E questo per noi è un fattore molto importante, perché ha permesso ai nostri clienti di capire che dietro alle nostre livree cromatiche vivaci, ci sono tecnica, studio e ricerca».

Alé Cycling è parte del Gruppo Zecchetto APG Cycling (del quale fanno parte anche le biciclette MCipollini, le scarpe DMT e proprio Alè).

La salopette del 2022

La salopette Alé PR.S del 2022 è caratterizzata da un fitting particolarmente aderente, è molto elastica e ha la gamba allungata sopra il ginocchio. E’ il risultato di un blend di tessuti, tre per la precisione. Ci sono delle pannellature laterali, frontali e posteriori a celle separate, che hanno l’obiettivo di aumentare l’efficienza aerodinamica, senza influire in maniera negativa sulla termoregolazione. Il fondo gamba ha una fascia elastica alta, quasi impercettibile grazie alle cuciture piatte (che sono comuni all’intera salopette) e ad un piccolo inserto dietro la coscia che distribuisce proprio l’azione della fascia elastica.

Le bretelle sono ben strutturate e compatte e non creano frizioni. Hanno un’incrocio semplificato nella sezione posteriore, senza la rete di supporto e ulteriori tessuti in aggiunta, soluzione voluta per limitare l’accumulo di sudore e umidità. Nonostante la loro semplicità, le bretelle sono un esempio di stabilità, anche dopo diverse ore di attività. Il fondello è della famiglia 4H, sviluppato e prodotto interamente da Alé, sempre una garanzia in fatto di comfort e giusto supporto.

Un design molto emulato

Il fitting è sempre quello di una categoria race di eccellenza, aderente e quasi come una seconda pelle. Partendo dal basso c’è il classico inserto stabilizzante S-Stability System, con la banda elastica che nella sezione frontale è rialzata nella parte centrale. La parte posteriore invece scende leggermente sui glutei. Questa combinazione offre dei vantaggi aerodinamici e di stabilità del capo una volta indossato e quando si è sulla bicicletta. L’elastico è forato per ottimizzare la traspirazione.

La shirt è costruita con tre tessuti differenti, ognuno con un’elasticità diversa e con dei fori di ventilazione differenziati tra loro, per posizionamento e dimensioni. Ai lati, ad esempio, è presente una pannellatura a rete, per aumentare in modo esponenziale il circolo dell’aria. La parte posteriore ha dei micro-fori, mentre quella frontale sembra avere delle piccole fessure orizzontali dove l’aria passa continuamente senza che il tessuto sfarfalli una volta esposto al vento.

E poi le tasche: sono tre e sono profonde, mai cedevoli e non tendono a tirare la maglia verso il basso anche quando sono a pieno carico. Il girocollo è basso e la zip è unica e solca la shirt dall’alto verso il basso, con un cursore comodo da raggiungere in qualsiasi situazione di corsa. Le maniche coprono il braccio, poco sopra il gomito, con una banda elastica che ferma la manica e al tempo stesso non crea fastidi.

In conclusione

Alè non ha bisogno di tante presentazioni, è una delle aziende di riferimento a livello mondiale in fatto di abbigliamento personalizzato (e non solo) per il ciclismo. Gli abbinamenti cromatici accesi si sposano con una elevata tecnicità dei capi, espressa principalmente grazie ad un fitting aderente e corsaiolo, tanto apprezzato ed emulato. La collezione Alé PR.S ha nei pesi ridotti, nell’efficienza aerodinamica combinata ad una perfetta stabilità una volta indossati (e mentre si pedala), ma anche al piacere di indossare gli stessi capi le peculiarità principali.

Come scritto in precedenza, la collezione PR.S di Alé è stata sviluppata anche grazie all’apporto dei pro’ ed è dedicata ad un contesto marcatamente agonistico. C’è un valore aggiunto che merita una menzione ed è il fondello. E’ disegnato, sviluppato e prodotto interamente nell’azienda veronese ed è un vanto, capace di offrire performances di altissimo livello e di avere una longevità non trascurabile.

Ale Cycling