Ganna si trova a Gran Canaria sotto la guida di Leonardo Basso, cercando sole e macinando chilometri (in apertura foto Ineos Grenadiers). Dario Cioni ci ha spiegato quali saranno i grandi obiettivi del 2025, sottolineando come la stagione sarà incentrata sulla strada e su tre sfide che, ciascuna a suo modo, rappresentano per il piemontese dei conti in sospeso: la Sanremo, la Roubaix e il Tour de France. Dopo il ritiro di dicembre, ecco pertanto quello delle Canarie e a seguire di nuovo in Spagna si rifinirà il lavoro prima del debutto.
«L’unica cosa in comune fra Sanremo, Roubaix e Tour – dice Pippo sorridendo – è che non le ho mai vinte, neanche una tappa, proprio niente. Quindi su questo sono un po’ indietro e spero che il 2025 sia l’anno giusto per mettere le spunte giuste vicino a questi tre nomi».
Tornano alla memoria il Ganna sfrontato e potente che vinse la tappa di Camigliatello Silano al Giro del 2020, come pure il guerriero che sul Poggio ha tenuto testa per due anni consecutivi alle sfuriate di Pogacar. Un Ganna capace di dire la sua anche al di fuori della sfera delle cronometro che lo vede da anni fra i dominatori mondiali. Il Ganna che i tifosi si aspettano, che i giornalisti esortano e che forse anche lui non vede l’ora di tirar fuori, per sottolineare (come farà in chiusura di intervista) che finora la sua non è stata solo una carriera da pistard.
Partiamo dalla Sanremo. In due anni hai dimostrato che sul Poggio riesci a tenere le accelerazioni. Il lavoro per questa prima gara è sulla resistenza, salita o sullo sprint?
Diciamo che c’è tanto lavoro, stiamo già lavorando. Stiamo cercando di aumentare i carichi di lavoro, facendo un po’ più di ore. Siamo qui a Gran Canaria con Leonardo Basso anche per questo, a fare ore, fare un lavoro di endurance per colmare il divario e arrivare freschi sotto i Capi. E da lì riuscire poi a essere competitivo come gli scorsi anni sul Poggio e poi vedere cosa si può fare una volta che si arrivasse in volata.
La Roubaix: due anni fa il primo assalto preparato per bene. E’ una gara al limite del selvaggio, ma quanto conta la cura dei dettagli?
La Roubaix è uno di quegli sport diversi, non è ciclismo secondo me. E’ un misto tra farsi del male e soffrire tanto, ma il ciclismo è un’altra cosa. Però è nel cuore di tanti sportivi, di tanti professionisti, di tanti ex corridori e dei nuovi che verranno. E’ una gara selvaggia, come dite voi, e ha bisogno della cura del dettaglio per arrivare al meglio. Poi trovi Sonny (Colbrelli, ndr) che ha fatto tutto a modo suo ed è riuscito a vincere la prima volta che si è presentato. Comunque in gara, che sia una classica o una corsa qualsiasi, la parte istintiva esce sempre. Quindi devi essere freddo e calcolatore, ma altre a volte devi seguire il tuo istinto.
Per preparare Sanremo e Roubaix servirà lavorare anche sulla bicicletta?
Credo che le due bici saranno uguali. Forse le uniche cose che cambiano per la Roubaix saranno i copertoni un po’ più grandi, sul 28 oppure 30, e anche un doppio giro di nastro manubrio, con il gel che assorbe le vibrazioni per risparmiare le braccia. Poi per il resto la bicicletta è quella.
Resta il Tour…
L’obiettivo intanto è cominciare a partire, arrivare là in forma, motivati, con le gambe pronte per far fatica. Una volta che si sarà in Francia, si penserà come agire giorno per giorno. Sicuramente le crono sono difficili, la seconda è una cronoscalata, quindi la escludiamo a priori. Vediamo cosa ci sarà per me.
La pista rimane nella preparazione, che cosa c’è di diverso dovendo puntare a obiettivi su strada?
Mi pare che dal 2017 faccio pista, ma corro anche su strada. Quindi non è che io corro su strada per preparare la pista o corro in pista per preparare la strada. Cerco di fare le due cose contemporaneamente e mi pare che ho vinto anche tappe al Giro d’Italia, tappe alla Vuelta, tappe anche nelle corse minori. Ho fatto 33 vittorie su strada, fra cui anche due corse a tappe, non mi pare che siano il bilancio di un corridore che corre solo in pista.
Come aver messo i puntini sulle “i”, casomai ce ne fosse bisogno. La preparazione prosegue. A Gran Canaria il tempo è buono e lo spirito è alto. L’Australia ha già aperto le danze con i campionati nazionali, presto sarà tempo di Tour Down Under. L’esordio di Ganna avverrà in Europa, probabilmente all’Etoile de Besseges dove vinse tre tappe fra il 2021 e il 2022. La lunga attesa è ormai agli sgoccioli.