Gorka il duro con Valverde: fatta la Spagna. E Pello si infuria

19.07.2021
5 min
Salva

Non è stato facile per Pascual Momparler, selezionatore spagnolo che nella sua carriera ha guidato tutte le categorie a partire dagli juniores, stilare la lista dei cinque corridori che rappresenteranno la Spagna sabato prossimo, 24 luglio, nell’evento su strada dei Giochi Olimpici di Tokyo. I quattro più Valverde, leader e capitano assoluto alle sue ultime Olimpiadi. La perdita dovuta alla caduta al Giro da cui si sta ancora riprendendo Mikel Landa, uno di quelli che si dava per scontato da mesi, ha aperto il ventaglio di possibilità. Ma ciò su cui il tecnico valenciano è sempre stato chiaro era che questa selezione sarebbe stata creata attorno a Valverde. Senza alcun dubbio: «Pur portando – dice – anche corridori che, se si creano spaccature nella parte finale della corsa e ci si trovano dentro, siano in grado di giocarsi le medaglie».

Momparler è stato chiaro: Valverde capitano unico
Momparler è stato chiaro: Valverde capitano unico

I due sicuri

Questi due nomi, sicuri di aver strappato la convocazione olimpica, sono quelli di Omar Fraile, ‘killer’ per istinto e campione di Spagna, e Ion Izagirre, che raddoppierà la partecipazione correndo anche la prova olimpica contro il tempo. Per le altre due posizioni rimanenti, tra le possibilità c’era un buon numero di candidati. Jonathan Castroviejo, Pello Bilbao, David de la Cruz, Luis León Sánchez, Enric Mas, Imanol Erviti, Gorka Izagirre, Jesús Herrada.

I due esclusi

Quel privilegio, il fatto di essere comunque forti, è anche una condanna per chi non si adatta alla regola e resta a casa, anche se ha la stessa o più qualità di chi è andato a Tokyo. I grandi sacrificati di questa Spagna olimpica che, per meriti e prestazioni da vendere potrebbero e dovrebbero essere a Tokyo, sono Jonathan Castroviejo e Pello Bilbao. Il corridore della Ineos era già stato escluso al Giro, ma Bilbao no: bravissimo nell’aiutare Damiano Caruso a conquistare il secondo posto nella corsa rosa e poi in lotta per la top 10 in questo Tour de France (ieri 9° a Parigi).

La presenza di Herrada a Tokyo è una vera scommessa del cittì Momparler
La presenza di Herrada a Tokyo è una vera scommessa del cittì Momparler

Pello al buio

Domenica 11 luglio, mezz’ora prima dell’inizio della tappa conclusasi ad Andorra con la vittoria di Sepp Kuss, Pello Bilbao ha ricevuto una telefonata da Pascual Momparler in cui gli comunicava che alla fine non sarebbe stato convocato.

«Ero abbastanza convinto delle mie possibilità – dice il ciclista del Bahrain Victorious – ma non avevo ricevuto nessuna chiamata. Non ho avuto alcun contatto da lui e quindi, ovviamente, ho cominciato a preoccuparmi. Una settimana fa ho provato a contattarlo, a parlargli, non mi ha risposto. Ho provato il giorno dopo, neanche lì mi ha risposto, mi ha mandato un messaggio dicendo che mi avrebbe chiamato il giorno dopo. Quindi sono passati quattro o cinque giorni fino a quando gli ho chiesto, almeno, di mandarmi un messaggio per chiarire. Perché la squadra aveva anche bisogno di sapere se avrebbe dovuto preparare o meno il materiale, organizzare i tamponi e tutto il resto».

Ion Izagirre rimpingua il blocco Astana in nazionale, con suo fratello e Fraile
Ion Izagirre rimpingua il blocco Astana in nazionale, con suo fratello e Fraile

Rabbia basca

Il motivo del ritardo nella comunicazione, gli ha detto Momparler, era che stava cercando fino all’ultimo di inserirlo nella lista ma, per gli standard olimpici, non ci era riuscito. «E’ tardi e brutto – ha detto con rabbia Pello in quello stesso giorno – non mi stava bene. Gli ho detto che avevo intenzione di andare a Tokyo, ho fatto il Giro liberamente prima di venire al Tour, ma lui non ha voluto contare su di me. Gli ho detto che più gareggio, meglio faccio. Avrà le sue ragioni, ma spero che si renda conto dell’errore».

Fraile uomo di sostanza, campione nazionale, ma capace anche di entrare bene in fuga e vincere
Fraile uomo di sostanza, campione nazionale, ma capace anche di entrare bene in fuga e vincere

Gorka il duro

Senza Pello Bilbao, la Spagna è partita per puntare a una medaglia a Tokyo. Con Jesús Herrada come “scommessa personale” di Momparler, Ion Izagirre, Omar Fraile e Gorka Izagirre, l’unico entrato nella lista senza correre il Tour (ha fatto il Giro), ma molto simile e molto legato ad Alejandro Valverde per supportarlo e aiutarlo a ottenere l’ultimo dei trionfi che al Bala ancora manca. Lo conferma lui stesso: «Gorka darà un grande contributo, lo stimo molto. E’ un ottimo compagno e un grande amico». E lo fa notare anche Momparler, parlando del basco come di un corridore duro e professionale fino alla fine, che «quando gli altri vedono la faccia sfinita di Valverde e lo compatiscono, Gorka invece lo prende per il collo, lo scuote e gli chiede che cosa faccia, di cosa si lamenti e perché pianga. Che in quel modo non si può attraversare la vita».

Ion Izagirre, Vuelta 2020

Pioggia e gelo esaltano Izagirre

25.10.2020
3 min
Salva

Maltempo sulla Vuelta, tappa dura e fuga che arriva e Ion Izagirre, basco di 31 anni, scrive il suo nome in cima alla salita di Aramón Formigal. Il corridore dell’Astana Pro Team ha attaccato dal gruppo in fuga a circa 3 chilometri dall’arrivo, guadagnando il margine che gli è bastato per vincere e diventare il centesimo corridore ad aver vinto tappe nei tre grandi Giri.

A Izagirre queste giornate piacciono molto. Nel 2016, infatti, fu il solo ad opporsi a Vincenzo Nibali nella tappa di Morzine al Tour de France, privando il siciliano della vittoria pochi giorni prima delle Olimpiadi di Rio.

Una giornata dura e gelida che ha riportato alla mente quanto successo di recente al Giro d’Italia.

«Tanto freddo – ha confermato Andrea Bagioli – veramente tanto e soprattutto in discesa, perché era molto veloce. Con la pioggia poi. Per fortuna non ha cominciato subito, ma solo dopo 50 chilometri…».

Nella tappa che avrebbe dovuto scalare il Tourmalet (cancellato come pure l’Agnello al Giro d’Italia), dopo la partenza a Biescas un gruppo di 23 corridori ha attaccato senza che il gruppo organizzasse una reazione troppo convinta, così da permettere agli attaccanti di arrivare all’attacco della salita finale con quasi 4 minuti di vantaggio. E i fratelli Izagirre hanno attuato un perfetto gioco di squadra, fino alla vittoria di Ion. Che così racconta.

Richard Carapaz, Marc Soler, Vuelta 2020
Soler ci congratula con l’ex compagno Carapaz, da oggi leader della Vuelta
Richard Carapaz, Marc Soler, Vuelta 2020
Soler si congratula con Carapaz
Tappa davvero dura?

Molto. Sapevamo che il brutto tempo non ci avrebbe risparmiato e per tutta la seconda parte di gara abbiamo sofferto il freddo e l’umidità. D’altra parte sui Pirenei, la pioggia in ottobre porta sempre il freddo. Ma eravamo pronti. Sono entrato nella prima fuga con mio fratello Gorka ed è stato proprio grazie al suo lavoro che sono riuscito a risparmiare un po ‘di energie per il finale.

A quel punto hai attaccato e via…

Sono scattato nella parte più ripida e ho fatto il vuoto. Mi sono guardato indietro e nessuno mi seguiva, così ho tirato dritto. E’ stato difficile arrivare in cima con quella pioggia, ma ci sono riuscito.

Quanto è stato davvero importante l’aiuto di tuo fratello?

Tanto, penso che anche Gorka avrebbe potuto vincere. Ma, quando il gruppo lo ha ripreso dopo il suo attacco in discesa, ho capito che era il mio momento. Questa vittoria significa molto. Dopo la caduta al Tour de France sono riuscito a recuperare bene e la squadra mi è stata sempre vicina.

Alle spalle della fuga, gli uomini di classifica non si sono risparmiati. Alcuni hanno attaccato dal gruppo della maglia rossa, facendo a loro volta il vuoto. Finché – nello stesso giorno in cui Ganna ha vinto la crono di Milano e Geoghegan Hart la maglia rosa – Richard Carapaz ha conquistato la maglia di leader. L’ecuadoriano del team Ineos-Grenadiers ha concluso a 55 secondi da Izagirre e ora guida la Vuelta con 18” su Carthy, 20” su Daniel Martin e 30” su Roglic. Settimo al traguardo, a 38” da Izagirre, è arrivato Mattia Cattaneo: migliore degli italiani.

Domani la Vuelta vivrà il primo giorno di riposo, forse irrituale dopo appena sei tappe. Ma come si è già detto, la riduzione da 21 a 18 tappe non ha intaccato l’impianto della corsa spagnola, che lunedì 26 ottobre avrebbe comunque recuperato le forze.