Del Pirelli P Zero Race TLR vi avevamo già parlato. Ma presso BCA (Bike Connection Agency) tenutasi in Toscana, abbiamo avuto modo di scambiare alcune chiacchiere e considerazioni con Valeria Omodeo Zorini, che di Pirelli è product marketing manager.
Pirelli nasce come casa produttrice di mescole per pneumatici e questa filosofia, questa massima attenzione alla mescola ancora oggi è forte e presente nel brand milanese. Non è un caso che sia il fornitore ufficiale delle gomme in Formula Uno.
A Milano…
Gran parte delle produzione, specie quella dedicata alle bici, è stata trasferita in Italia, a Bollate (Mi). Lì non solo vengono prodotte le coperture di alta gamma dedicate al mondo bike, ma c’è anche il centro di sviluppo e ricerca di Pirelli.
«L’idea – ha spiegato Valeria Omodeo – è quella di centralizzare in Italia, nel milanese, la nostra produzione. Non è un caso che sulla spalla dei nuovi P Zero Race TLR via sia la scritta “Made in Italy”».
La tendenza come si è visto è quella di ampliare le sezioni. Dai 23 millimetri di 7-8 anni fa, oggi la normalità è il 28 millimetri. Senza contare che tra Milano-Sanremo, Fiandre e Roubaix si è visto un utilizzo del 30 e 32 millimetri. Il nuovo tubeless da 28 millimetri è stata la copertura che abbiamo potuto provare su una vera fuoriserie, la Canyon Ultimate Cfr. I tecnici Pirelli dopo aver consultato il nostro peso ci hanno gonfiato le gomme al decimo di bar.
Sviluppo coi team
Grazie a questa continua ricerca ed evoluzione, Pirelli è riuscita a produrre coperture sempre più leggere, scorrevoli e resistenti alle forature. Il tutto coadiuvato dai team professionistici che supportano, tra cui la Trek-Segafredo di Mads Pedersen.
«Giusto in questo periodo siamo in tema di Classiche del Nord – ha continuato Omodeo – e prima di queste corse eravamo in Belgio con i pro’ i quali ci hanno “ricoperto” di richieste e feedback al tempo stesso.
«Cosa chiedono? Scorrevolezza, leggerezza e anche grip. Ma non è così facile venire incontro a tutte queste esigenze. In qualche modo la “coperta è corta”. Se faccio un tubeless più leggero, probabilmente sarà meno resistente alle forature. Ed ecco perché il nostro centro di ricerca e sviluppo in Italia, dove i contatti con chimici ed ingegneri sono diretti e costanti, diventa fondamentale».
Scorrevolezza docet
Rivediamo dunque, brevemente, la struttura di questo copertoncino sempre più apprezzato… anche dai team WorldTour.
Il P Zero Race TLR ha un battistrada la cui mescola è la SmartEVO. Quel che cambia è l’interno della gomma stessa, ciò che poi di fatto aumenta la scorrevolezza. Grazie all’utilizzo della nuova tecnologia Speedcore (procedimento brevettato in casa Pirelli) che favorisce una bassa resistenza al rotolamento e al tempo stesso garantisce una più che buona protezione dalle forature. Il tutto è stato possibile grazie all’utilizzo di fibre di aramide, le quali si possono lavorare con notevole precisione.
L’aramide infatti resiste bene al taglio e alle alte temperature e specie nella seconda fase della lavorazione, quando cioè lo pneumatico è “cotto al forno”, riesce ad essere un tutt’uno. Spiegazione ridotta all’osso, molto semplicistica, ma che rende l’idea di quanto la gomma sia un corpo unico, non sia rigida perché deve tenere insieme più parti e la mescola possa lavorare al meglio. Il risultato? La scorrevolezza è migliorata del 24%.