Dalle parole di Pino Toni, nuovo diesse al Team Casano, è nato lo spunto per questo articolo. La formazione juniores toscana per la stagione 2025 ha deciso di affiliarsi allo Stabbia, storica squadra giovanile della regione. Nella serata di sabato 7 febbraio, insieme alla presentazione della rosa e dello staff per la stagione 2025 c’è stato modo di festeggiare i cinquant’anni dello Stabbia. Una realtà che ha lanciato tanti ragazzi e che stava per chiudere, se non fosse stato per la lungimiranza di Giuseppe Di Fresco staremmo parlando di un’altra formazione giovanile costretta a chiudere i battenti.
«In realtà – dice Luciano Benvenuti, presidente e uno dei fondatori dello Stabbia – siamo nati nel 1974, quindi avremmo dovuto fare la festa alla fine dello scorso anno. E’ andata così, e va bene, anche perché abbiamo potuto celebrare l’unione con il Team Casano e presentare la squadra per il 2025».
Punto di riferimento
La società Stabbia, che nasce in un piccolo comune in provincia di Firenze non lontano da San Baronto, è stata un punto di riferimento del movimento giovanile toscano per tanti anni.
«Fino al 2007 – continua a raccontare Benvenuti – abbiamo sempre avuto le categorie giovanili: esordienti, giovanissimi e allievi. In tanti anni di attività siamo riusciti a ottenere più di 200 vittorie. Ma forse gli anni più belli arrivano proprio dal 2007 in poi, in quella stagione con una squadra di cinque allievi ottenemmo 22 vittorie su 39 gare disputate. Vincemmo il campionato nazionale, quello toscano, la Coppa d’Oro, il Gran Premio della Liberazione e tanto altro».
«Poi nel 2008 – prosegue – creammo anche la squadra juniores e da lì arrivarono tanti ragazzi forti e che ora sono professionisti affermati. Nel 2010 venne Alberto Bettiol che l’anno successivo con la nostra maglia vinse il campionato europeo a cronometro juniores e il Giro della Lunigiana. Ma non fu l’unico nostro successo in quella gara: due anni prima la conquistò Simone Antonini e nel 2017 Andrea Innocenti».
Poi come si è arrivati alla quasi chiusura?
Il 2019 è stato l’ultimo anno di spicco e nel quale avevamo una squadra numerosa dove contavamo una dozzina di ragazzi. Poi è arrivato il Covid ma eravamo già in fase di smantellamento.
Come mai?
C’erano sempre meno ragazzi iscritti e anche il personale non era di livello. Il nostro diesse di riferimento, Tiziano Antonini, si era trasferito alla Maltinti per fare un’esperienza con la categoria under 23. Lui era il nostro factotum per la gestione dell’attività agonistica. Poi è cambiata anche la comunità.
In che senso?
Stabbia è un paesino di 2.000 abitanti nel quale tutti si davano una grande mano a vicenda. Siamo stati abituati bene (dice con un sorriso, ndr) perché avevamo tanti volontari pronti a sostenerci. Per anni abbiamo tenuto testa alle squadre del nord, più attrezzate e ricche. Ma quando poi manca il personale di livello i ragazzi non vengono più a correre. Siamo andati avanti fino al 2024 ma avevamo in mente di chiudere.
Fino a quando non è arrivato Di Fresco…
Mi ha detto: «Luciano, non si può far chiudere una società storica come la vostra, perché non venite a darci una mano a noi?». Così è nato il progetto di fare l’affiliazione in vista del 2025. Il Casano ha una decina di ragazzi, mentre noi diamo il supporto con i mezzi e un diesse. La squadra doveva essere in mano a Di Fresco, ma con il problema di salute che ha avuto dovrà stare lontano dalle corse. Al suo posto è subentrato Pino Toni che è una figura di grande esperienza.
La decisione di chiudere era arrivata perché non si riusciva più a fare una squadra?
Si era arrivati a fare squadre sempre meno competitive, il nostro spirito non è solo quello di vincere, ma di divertirsi e di permettere ai ragazzi di essere competitivi. Da noi sono passati tantissimi campioni, come Vincenzo Albanese, Alberto Bettiol e Filippo Magli. Ogni anno c’erano corse e tanti atleti, ora i numeri sono scesi.
Come in tutto il movimento giovanile…
Se la Federazione non fa qualcosa di concreto la situazione diventa irreversibile. Nel 2024 in Toscana c’erano sette squadre juniores e solo otto di under 23. Non ci sono più ragazzi che si avvicinano a questo sport. Noi facevamo squadre da quaranta allievi, ora se ce ne sono dieci sono tanti. Alla Federazione chiediamo anche dei provvedimenti e di fare qualcosa per contrastare gli incidenti stradali. Leggere certe notizie non incentiva i genitori a far avvicinare i propri figli a questo sport.
Collaborare con il Casano è un modo per provare ad andare avanti?
Per continuare a coltivare una passione che personalmente mi spinge da sessant’anni. Finché riuscirò resterò nel ciclismo, anche solo per dare una mano. Devo ammettere che quando è arrivato Di Fresco e mi ha parlato del Giro della Lunigiana mi ha conquistato subito. Ho un debole per quella corsa, sia per le vittorie ma anche da appassionato di ciclismo.
Ha già avuto modo di vedere i ragazzi?
Oltre alla presentazione sì. Non siamo vicinissimi ma loro sono venuti ad allenarsi da queste parti qualche volta. Un paio di domeniche fa sono andato io a Massa, devo ammettere che ho visto dei ragazzi volenterosi e validi. Il ciclismo deve basarsi su questi elementi per avvicinare altri giovani e ripartire.