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Tra Giro U23 e Valle d’Aosta: Piganzoli si gestisce così…

28.06.2022
5 min
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Tra il Giro d’Italia U23 e il Giro della Valle d’Aosta passano 25 giorni. Un lasso di tempo non facile da gestire. Troppo breve per staccare del tutto, troppo lungo per insistere a spingere. Uno dei ragazzi di maggior spicco che prendono parte ad entrambe le corse è Davide Piganzoli.

Il corridore della Fundacion Contador, la formazione U23 della Eolo-Kometa, è stato il miglior italiano nella corsa rosa dei giovani: decimo. Qualche giorno dopo si è anche andato a prendere il titolo nazionale a cronometro, sempre tra gli under 23 chiaramente.

Vediamo come gestirà questo intervallo fra le due corse a tappe. Tappe che, ricordiamolo, sono state sette al Giro (con un giorno di riposo) e saranno cinque al Valle d’Aosta.

Piganzoli è uscito benissimo dal Giro d’Italia U23, tanto da vincere il tricolore contro il tempo
Piganzoli è uscito benissimo dal Giro d’Italia U23, tanto da vincere il tricolore contro il tempo
Davide, Giro e Valle d’Aosta: erano già programmate ad inizio stagione?

Sì, lo avevamo deciso questo inverno. Ci eravamo detti che avremmo valutato il Valle d’Aosta in base a come fossi uscito dal Giro. Ne sono uscito bene e quindi ci andrò. Altrimenti avrei fatto una pausa più lunga. L’italiano a crono invece lo avrei fatto in ogni caso. Poi mi sarei fermato. Invece per come sto, posso lavorare.

Partiamo da qui. Come hai gestito i giorni che dal Giro ti hanno portato all’italiano?

Con molto relax. In tutto, considerando anche il campionato italiano su strada, ho fatto tre giorni di riposo totale e tre di scarico. Il giorno dopo il Giro sono uscito un’ora e mezza con la bici da crono. Poi riposo assoluto e ancora un’ora con la stessa bici prima del tricolore. La crono. Riposo. E una sgambata alla vigilia della prova su strada.

E come procede?

Per questa settimana si va avanti così: tre giorni di riposo assoluto e tre di scarico, molto blandi. Poi si riprenderà a fare qualcosa di più.

Cosa?

Sostanzialmente per una decina di giorni si faranno alcuni allenamenti più intensi. Non troppi chilometri, perché ormai il fondo lo abbiamo, tanto più che abbiamo fatto il Giro. Puntiamo soprattutto sulla qualità.

Di che tipo di allenamenti parli?

Allenamenti di due, tre ore al massimo. Con esercizi intermittenti fino al fuorisoglia. Penso ai 20”-40” o ai 30”-30”, alle progressioni dietro moto, utili anche per velocizzare i lavori. Magari faccio due serie di 20”-40” con nel mezzo una salita al medio e poi proseguo con il dietro moto. In questi allenamenti mi aiuta il mio ex allenatore di quando ero più piccolo, Maurizio Damiani, anche lui è di Morbegno. 

Ti allenerai da solo o con la squadra?

Qui dalle mie parti non ci sono molti ragazzi con cui allenarsi. E poi preferisco farli da solo certi lavori. Bisogna essere precisi.

E non sono previste gare nel mezzo fra Giro e Valle d’Aosta?

No, nessuna gara. Era previsto così.

E’ una programmazione molto da pro’… L’avete tirata giù solo col team U23 o anche con Ivan Basso?

Anche con Ivan e tutti gli altri. Diciamo che io e Tercero, che abbiamo dimostrato di andare un po’ meglio nelle corse a tappe, avevamo il Giro under 23 e il Valle d’Aosta nel programma e altre corse a tappe. Abbiamo corso meno sin qui. Abbiamo evitato le gare più veloci e in circuito, che ad uno scalatore non portano praticamente nulla, e abbiamo preferito le internazionali: Piva, Recioto, Belvedere… Insomma, abbiamo ragionato per blocchi.

Piganzoli e Tercero (seduto), sono i leader della Fundacion Contador per le corse a tappe
Piganzoli e Tercero (seduto), sono i leader della Fundacion Contador per le corse a tappe
Blocchi?

Sì, periodi di una o due settimane culminati con gare o recupero.

E in questi blocchi è prevista anche l’altura, magari prima del Valle d’Aosta?

No, primo perché non ci sarebbe tempo. E poi perché, come ho accennato l’altra volta, con la squadra abbiamo deciso di tenerci questa “cartuccia” di miglioramento per quando saremo pro’.

In questo intermezzo è importante controllare anche il peso, come fai con tanto scarico e pochi chilometri?

Infatti è un po’ complicato. Però devo ammettere che avendo fatto dei sacrifici prima del Giro, un piccolo premio me lo sono concesso e una pizza l’ho mangiata. Ti fa stare contento. Per il resto cerco di uscire tardi la mattina. Me la prendo molto comoda. Magari parto in allenamento alle 11, torno per le 13-13,30. Sempre lentamente faccio la doccia e tutto il resto e cerco di mangiare il più tardi possibile, magari vero le 14:,0 così da ridurre la distanza con la cena.

E cosa mangi?

Normale. Ho ridotto un po’ i carboidrati, aumentato la verdura e la frutta. Ecco, di frutta ne mangio parecchia.

Torna il Val d’Aosta. Tre giorni di spettacolo e salite

15.07.2021
4 min
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Ci eravamo lasciati con Andrea Bagioli che esultava sul traguardo di Cervinia e Mauri Vansevenant che si godeva i baci delle miss, re della generale. Da allora sono passati due anni. Ma finalmente il Giro della Valle d’Aosta, super appuntamento per gli under 23, sta tornando.

L’edizione numero 57 scatterà infatti domani e lo farà da Pollein. Una corsa che ha ricordi in bianco e nero non poteva essere cancellata con un colpo di spugna dal Covid. 

La prima edizione del Val d’Aosta risale al 1962 e fu vinta da Vendemmiati, l’anno dopo toccò a Motta
La prima edizione del Val d’Aosta risale al 1962 e fu vinta da Vendemmiati, l’anno dopo toccò a Motta

Lo zampino del Covid

Lo scorso anno la pandemia costrinse la Società Ciclistica Valdostana ad alzare bandiera bianca. Quest’anno però si è voluto riprendere a tutti i costi, seppur con una formula ridotta e “solo” tre tappe.

«Le ripartenze non sono mai facili – ha detto il patron Riccardo Moret – ma nonostante il periodo di grande incertezza, siamo riusciti a proporre una corsa tutta disegnata sul territorio valdostano. Ci abbiamo messo braccia, testa e cuore perché siamo dei grandi appassionati e perché volevamo far ritornare il ciclismo che conta sulle nostre strade. Una starting list di caratura mondiale e un percorso, come tradizione vuole ricco di salite, renderanno memorabile anche questa edizione del Giro della Valle d’Aosta».

E ha ragione Moret, non a caso lo slogan della manifestazione è : Giro della Valle d’Aosta, dove nascono i campioni. Chi vince qui non è mai un corridore che da professionista resta “anonimo”.

«Viste le incognite legate all’emergenza sanitaria – ha continuato Moret – si è scelto di limitare il numero delle tappe a tre e di evitare sconfinamenti. I protocolli dell’Uci sono stringenti, ma guardiamo al futuro con ottimismo. Un ringraziamento va alla Regione Autonoma Valle d’Aosta per il suo essenziale sostegno e alle Amministrazioni locali».

Breve ma duro

Dicevamo tre tappe. Si inizia domani con la Pollein-Pollein, la frazione più facile. Si prosegue con la tappa regina la Valtournenche-Cervinia e si conclude con la Fenis-Cogne. Nessuno sconfinamento quest’anno, come era da tradizione.

In tutto i chilometri da percorrere saranno 418 chilometri per un dislivello che si attesta sugli 11.000 metri. La prima tappa, come detto è la più facile: 110 chilometri molto nervosi che potranno vedere protagonisti i passisti che però sono in forma e tengono benone in salita. Non crediamo sia terreno per velocisti, anche perché dando uno sguardo alle formazioni, di ruote veloci pure ce ne sono ben poche, ovviamente. La seconda frazione prevede ben cinque scalate: Perloz, Col d’Arlaz, Col Tsecore, Saint Pantaléon e l’arrivo di Cervinia. E’ qui, che con ogni probabilità, si deciderà la classifica. Salvo però non spendere troppo in vista della frazione finale. La terza tappa infatti prevede ancora un arrivo in quota, a Cogne, e prima non mancheranno altri Gpm. Tuttavia la scalata finale non è impossibile: è pedalabile, a ruota si sta bene. Pertanto sarà importante gestirsi bene nell’arco dei tre giorni e magari poter contare sui compagni di squadra.

Vansevenant è il campione uscente. Oggi corre nella Deceuninck-Quick Step
Vansevenant è il campione uscente. Oggi corre nella Deceuninck-Quick Step

Parterre internazionale

Come da tradizione l’elenco dei partenti è di tutto rispetto. Le 28 squadre al via hanno portato le loro frecce migliori, considerando la tanta salita in programma. Molti di questi ragazzi li abbiamo visti protagonisti poco più di un mese fa sulle strade del Giro U23.

Tra loro ci sono i fratelli Johannessen (Tobias fu secondo) e Vandenabeele (terzo), in pratica due terzi del podio della corsa rosa. E questo solo per citare gli stranieri più forti.

Ci sono poi i nostri. La Eolo-Kometa schiera Piganzoli. La Seg propone Frigo. Per questo ragazzo, viste le altimetrie c’è tanta speranza che possa far bene e che abbia superato i suoi problemi con le discese. E poi vedremo finalmente Lorenzo Germani, passato alla Groupama-Fdj Continental, senza dimenticare El Gouzi della Iseo Rime Carnovali ed Alessandro Verre della Colpack-Ballan, che forse è tra i favoriti assoluti per la vittoria finale.

El Gouzi, nome marocchino e grinta da scalatore

10.07.2021
4 min
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Intercettiamo Omar El Gouzi mentre è in altura, sul passo Foscagno, a preparare la seconda parte di stagione. Un inizio di stagione scoppiettante per il ragazzo di Peschiera del Garda, il quale ha colto numerosi piazzamenti in questi primi mesi di corsa. Conosciamo insieme il corridore ventunenne della Iseo Serrature – Rime – Carnovali.

Partiamo da lontano, tu sei nato a Peschiera del Garda, ma il tuo cognome non è italiano…

I miei genitori sono di origini marocchine, più precisamente di Agadir, sono venuti in Italia, sulle sponde del lago di Garda, 25 anni fa.

Quanto sei legato alle tue origini?

Molto, con i miei genitori sono andato spesso in Marocco, anche se ormai è dal 2013 che non riesco a tornare. Il motivo è legato al ciclismo, la mia famiglia è sempre tornata d’estate o d’inverno, in quel periodo però o sono in piena stagione o nel fulcro della preparazione. Ho intenzione però di tornare, quel che amo di più del Marocco è il calore che si respira per le strade.

El Gouzi è arrivato terzo nell’ultima tappa del Giro del Veneto (foto Scanferla)
El Gouzi è arrivato terzo nell’ultima tappa del Giro del Veneto (foto Scanferla)
Parlando invece del ciclismo, come ti sei avvicinato al mondo dei pedali?

Da piccolo nel mio palazzo dove abitavo c’era un bambino che andava in bici e quel mezzo mi ha subito affascinato, allora ho chiesto ai miei genitori di provare. Ho iniziato a correre con l’ultima gara della stagione con i G1 e sono subito caduto per battezzarmi al meglio (ride ndr). Ho corso fino alla categoria Juniores per l’Ausonia Pescantina, la squadra dietro casa mia, per me il ciclismo è sempre stato divertimento.

Quando hai intuito che sarebbe potuto diventare qualcosa in più?

Nel mio primo anno da juniores, quando sono stato il miglior giovane sia al Giro del Veneto sia in quello della Basilicata. Ho sempre pensato prima a divertirmi e a studiare, ho studiato agraria a San Floriano all’istituto Stefani-Bentegodi.

Terzo sul podio dell’ultima tappa del Giro del Veneto, dietro Romano che ha vinto e Zurlo
Terzo sul podio dell’ultima tappa del Giro del Veneto, dietro Romano che ha vinto e Zurlo (foto Scanferla)
E’ stata una prima parte di stagione intensa, vorresti raccontarcela un po’?

Sì, ho corso molto in questi mesi, anche per questo sono venuto in montagna, per ricaricare le pile. Il maggior numero di gare le ho disputate a giugno, ho corso: Giro Under23, dove ho concluso nono in classifica generale, il campionato italiano, in cui sono arrivato settimo e poi Giro dell’Appennino e GP di Lugano.

Per la seconda parte di stagione invece che obiettivi hai? E per il futuro?

Parteciperò sicuramente al giro della Valle d’Aosta che si terrà dal 16 al 18, poi subito dopo correrò in casa il Palio del Recioto a cui tengo molto. Il futuro è incerto per il momento, sicuramente punto a continuare così per attirare le attenzioni di squadre professionistiche e fare il salto, spero sia l’anno buono.

Nel 2019 ha corso con il Tirol Cycling Team
Nel 2019 ha corso con il Tirol Cycling Team
Che tipo di corridore ti senti di essere?

Sono uno scalatore, rispetto al mio peso e alla mia altezza (58 chili, 181 centimetri) vado forte anche in pianura. Anche quando il clima è avverso, vento e pioggia, me la cavo bene, questa caratteristica è fondamentale per un corridore e lo considero un mio punto forte.

Per concludere e per conoscerti meglio, raccontaci chi sei al di fuori della bici, cosa ti piace fare nel tempo libero?

Mi considero un ragazzo solare e tranquillo, mi trovo bene con tutti e gli altri si trovano bene con me, non mi piace stare fermo, questo si può notare. Quando ho del tempo libero mi piace passarlo con gli amici, sono tutti miei vecchi compagni dell’Ausonia con cui ho tenuto buoni rapporti, mi piace andare a mangiare fuori con loro, soprattutto un buon gelato.