Gobik fa “suo” anche il Giro Donne: ecco le maglie…

27.06.2022
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Continua spedita la crescita, ma anche la presenza sul mercato italiano, del brand spagnolo Gobik. La realtà “murciana”, già sponsor tecnico tra gli altri del team UAE Emirates di Tadej Pogacar, della Eolo Kometa-Visit Malta e delle squadre femminili UAE ADQ di Marta Bastianelli e FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope di Marta Cavalli. Gobik è difatti il nuovo partner ufficiale del Giro Donne per la fornitura delle maglie delle cinque classifiche generali.

Marketing & eventi

La maglia rosa UNHCR verrà ovviamente vestita dalla leader della generale, mentre quella ciclamino Fastweb sarà invece assegnata alla atleta al comando della classifica individuale a punti. Discovery+ “nomina” quest’anno la maglia verde, da tradizione riservata alla speciale classifica dei Gran Premi della Montagna. La maglia bianca e la maglia azzurra, rispettivamente sponsorizzate da Eurosport e da Il Messaggero, premieranno la miglior giovane in classifica e la migliore italiana della classifica generale.

«Siamo davvero entusiasti della definizione di questa nuova collaborazione con il Giro Donne – ha dichiarato a bici.PRO Andrea Scolastico, il country manager Gobik per l’Italia – e non vediamo davvero l’ora di seguire… in prima fila l’evoluzione di una corsa molto ben organizzata che promette grande spettacolo. Da qualche mese Gobik è presente in Italia con una propria struttura manageriale e commerciale, fortemente voluta e come tale espressamente dedicata al nostro paese. E proprio la presenza diretta con le nostre maglie agli eventi, che siano corse per professionisti, femminili oppure Gran Fondo (sia strada che Mtb), rappresenta un obiettivo sul quale stiamo lavorando molto, molto bene.

«Non a caso, in pochi mesi siamo diventati jersey partner della mitica Nove Colli di Cesenatico, dello Specialized Granfondo Series, della Sudtirol Dolomiti Superbike, e del Giro di Sicilia organizzato da RCS Sport e vinto da Damiano Caruso. La strada è quella giusta, e tutti i nostri sforzi sono direttamente concentrati ad accelerare e rendere omogenea questa nostra crescita».

Gobik si prende anche il Giro d’Italia donne
Gobik si prende anche il Giro d’Italia donne

Visibilità internazionale

Il Giro Donne, la più prestigiosa competizione a tappe in Italia riservata al ciclismo femminile, è in programma dal 30 giugno e fino al 10 luglio prossimo. Partenza da Cagliari, in Sardegna, ed arrivo dopo dieci tappe nel cuore di Padova. 

Giunto alla 33esima edizione, il Giro Donne ritorna da quest’anno nel circuito dell’UCI Women’s World Tour. Un grande evento, dunque, che per ben dieci tappe – e lungo un percorso di oltre 1.000 chilometri! – vedrà protagoniste 144 atlete appartenenti alle migliori 24 squadre al mondo.

Gobik veste anche la FDJ-Nouvelle Aquitaine della nostra Marta Cavalli, qui dopo la Liegi 2022
Gobik veste anche la FDJ-Nouvelle Aquitaine della nostra Marta Cavalli, qui dopo la Liegi 2022

C’è anche la diretta

Organizzato per il secondo anno consecutivo da PMG Sport/Starlight, società di riferimento nel settore della produzione, distribuzione e promozione di contenuti originali in live streaming per lo sport, il Giro Donne ha inoltre definito alcuni rilevanti accordi di distribuzione sia con la RAI (due ore di diretta quotidiana per l’Italia) quanto con il network Discovery/Eurosport, insieme a Global Cycling Network (GCN+), in virtù dei quali la stessa competizione sarà visibile in tutti e cinque i continenti e in oltre 200 paesi nel mondo.

Gobik

Realini strada 2021

Fidanza è sicuro: «La Realini ha un futuro su strada»

15.07.2021
5 min
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C’è una ragazzina di 20 anni che sta scoprendo limiti impensabili nel ciclismo su strada. Di Gaia Realini (nella foto di apertura intervistata da Dalia Muccioli proprio per bici.PRO) abbiamo parlato spesso, prima per i suoi successi nel ciclocross, poi seguendola nel suo approccio con il mondo “road”, pieno di incognite che alla fine si stanno rivelando dolci promesse. L’ultimo capitolo è stato al Giro d’Italia: neanche nei sogni più azzardati avrebbe mai pensato di sfiorare la Top 10, sfuggita alla fine per soli 11”.

Attenzione però: se guardiamo a chi l’ha preceduta, ci accorgiamo intanto che c’erano ben 4 atlete della corazzata SD Worx monopolizzatrice del podio, poi che è stata la terza italiana, preceduta solamente dall’olimpica Marta Cavalli e dall’esperta Tatiana Guderzo. Parlando con il suo diesse alla Isolmant Premac Vittoria Giovanni Fidanza, è evidente come veda in Gaia un diamante grezzo, che va lavorato poco a poco, ma che può diventare qualcosa di preziosissimo e famoso in tutto il mondo.

Realini Riale Giro 2021
Gaia Realini al Giro Donne 2021. In classifica finale è stata 11esima a 10’53” dalla vincitrice Van Der Breggen
Realini Riale Giro 2021
Gaia Realini al Giro Donne 2021. In classifica finale è stata 11esima a 10’53” dalla vincitrice Van Der Breggen
Siete rimasti sorpresi dal suo rendimento?

Enormemente. Sapevamo che Gaia fosse tutta da scoprire alla sua prima esperienza in una corsa a tappe, non poteva avere alcun riscontro, per questo avevamo impostato una gara da vivere giorno per giorno, senza aspettarci nulla.

Quando è stata decisa la sua partecipazione al Giro?

Eravamo al campionato Italiano che insieme alla corsa rosa era l’appuntamento al quale tenevamo di più in questa stagione. Visto com’era andata (Gaia ha conquistato la 9ª posizione, ndr), le ho suggerito di partecipare guardando alla classifica, ma senza assolutamente pressioni, verificando la situazione tappa dopo tappa. A dir la verità pensavo che se tutto andava bene, poteva ambire anche a una Top 20, invece è andata ben al di là delle aspettative.

Proviamo a dividere la sua stagione in due: che cosa ti era sembrato nei suoi primi approcci su strada?

Noi avevamo pensato di sfruttare inizialmente la condizione acquisita nel ciclocross, puntando alle prime classiche come Strade Bianche e Trofeo Binda, dove non è andata come lei si aspettava. E lì abbiamo iniziato a capire con chi avevamo a che fare, perché si è messa a ragionare, a chiedersi che cosa non fosse andato. Ha lavorato per trovare la condizione per questa fase della stagione e i risultati si sono visti.

Realini strada 2021
Per Realini questa è la prima vera stagione su strada: primavera positiva, estate fulminante. Azzurro alle porte?
Realini strada 2021
Per Realini questa è la prima vera stagione su strada: primavera positiva, estate fulminante. Azzurro alle porte?
Seconda parte: ora che il Giro è alle spalle, che cosa vi ha detto di più su di lei?

Sono emerse due qualità: la prima è la sua determinazione mentale, feroce, con un’idea di dove vuole arrivare e per la quale è pronta a impegnarsi al massimo. La seconda è più tecnica, le sue capacità di recupero che, unite al suo fisico molto minuto, ne fanno una scalatrice di primo piano. Dobbiamo lavorare su quello: è chiaro che su certi percorsi, pianeggianti, ventosi, lei paga dazio, ma sulle grandi salite può davvero fare la differenza. Poi va aggiunto che è bravissima nel fare gruppo, perfettamente integrata nel team.

Se finisci così in alto in una grande corsa a tappe, significa anche che hai doti di resistenza inaspettate…

Noi eravamo già contenti per quello che aveva fatto a Prato Nevoso (6ª a 2’36” da Van der Breggen, ndr), ma spesso condizione di forma, morale e un pizzico di fortuna possono davvero portarti lontano. La sua convinzione è cresciuta col passare dei giorni, la sua tenuta è sicuramente un valore. Devo dire che quando l’avevo vista da junior in una gara a tappe nelle Marche, mi ero accorto che era sempre avanti. Allora sapevo che c’erano altri team dietro di lei e sono rimasto in disparte, poi le cose si sono messe in maniera tale da portarla da noi.

Con lei avete anche Francesca Baroni: parliamoci chiaro, voi siete favorevoli alla loro doppia attività, ciclocross e strada?

E’ un tema delicato sul quale voglio essere chiaro: idealmente sono molto favorevole, ma bisogna gestire bene le ragazze, ossia trovare un punto d’incontro, di equilibrio fra le società che curano l’attività sui prati e su strada, individuando gli eventi sui quali puntare, la preparazione e i necessari momenti di scarico. Lei sicuramente vuole continuare a correre nel ciclocross…

Fidanza 2021
Giovanni Fidanza con sua figlia ai tempi della Eurotarget. Il diesse dell’Isolmant Premac crede molto nelle possibilità della Realini
Fidanza 2021
Giovanni Fidanza, oggi diesse dell’Isolmant Premac, crede molto nelle possibilità della Realini
Possono essere di esempio per chi vuole abbinare più discipline?

Certamente, consideriamo però che ormai l’attività si dipana su 12 mesi, anche su strada se si pensa che già a gennaio in Australia ci sono gare importanti. La multidisciplina serve perché ogni specialità ti dà qualcosa in più, devi poi arrivare a un punto nel quale scegli quella su cui investire maggiormente. Come detto, basta trovare un equilibrio: ci sono squadre che vogliono correre sempre, ma se non hai un organico da WorldTour, non puoi permettertelo. Io preferisco scegliere pochi appuntamenti e puntare su quelli. Correre poco può essere la scelta giusta in alcuni casi.

Una Gaia così brillante non potrebbe guadagnarsi una chance anche per le prove titolate su strada fra le Under 23?

Potrebbe essere, dipende dai tipi di percorsi, gli Europei ad esempio potrebbero anche prestarsi, ma bisogna saperlo per tempo e prepararsi di conseguenza. Non mi piace mai essere preso di sorpresa, le cose vanno ragionate e programmate. Sono sicuro che questo è uno dei primi principi che Gaia ha imparato…

Il Muro d’Huy, trampolino di un’Elisa più fredda? Chissà…

07.05.2021
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«La vittoria di Cittiglio è stata l’highlight di primavera – racconta Elisa Longo Borghini – ma devo dire che anche il Muro d’Huy mi ha dato una bella soddisfazione, perché ho corso con una lucidità che a volte dimentico nel cassetto e non porto con me in corsa…».

A Torino sta per partire il Giro d’Italia, ma ovunque ti giri ti accorgi di quanto ciclismo ci sia in Europa. I professionisti stanno correndo in Algarve, le ragazze sono alla Valenciana. Elisa è a casa e da qualche giorno ha ripreso ad allenarsi seriamente dopo la stagione delle classiche. A breve però anche lei ripartirà proprio dalla Spagna, poi punterà sul Giro Rosa con le Olimpiadi nel mirino. E’ il momento giusto per rivivere la prima parte della stagione e lanciare un ponte sulla seconda.

Il Trofeo Binda di Cittiglio è stato l’highlight di primavera: vittoria per distacco
Il Trofeo Binda di Cittiglio è stato l’highlight di primavera: vittoria per distacco

Istinto e freddezza a Huy

«Penso troppo – continua – lo so da me. E a volte per questo pensare mi capita di perdere l’attimo. Oppure reagisco troppo presto. Sono sempre pronta. Attacco. Inseguo. Calcolatrice non sarò mai, però alla Freccia Vallone sono riuscita a fare rapidamente il ragionamento giusto. Ho capito che se fossi rimasta a ruota di Anna Van der Breggen mi sarei fatta male. Così l’ho mollata e ho preso il mio passo. Ho lasciato passare le due che mi seguivano, pensando che le avrei avute come punto di riferimento. E quando sono arrivata ai 180 metri sul Muro d’Huy, mi sono detta: “E’ il momento di sprintare”. Così sono partita. Le ho saltate. Ed è venuto il terzo posto».

L’aiuto di Borgia

E’ un percorso non semplice. Ci sono corridori con la freddezza innata. Quelli che ne fanno una virtù perché sanno di avere una sola cartuccia da sparare e devono farlo con metodo. E poi ci sono quelli che hanno tanta forza e sono sempre stati abituati a risolvere le situazioni aprendo il gas. Eppure quello che è successo a Huy fa intravedere un cammino diverso.

«Forse è il mio caso – ammette – ho spesso una buona condizione, mi viene facile. A volte si chiude la vena e parto. Quando magari con più freddezza e meno sforzo si potrebbero ottenere risultati migliori. Ci sto lavorando. La squadra collabora con Elisabetta Borgia, che è una bravissima mental coach. Ma credo che ci si arrivi con l’esperienza, facendolo e rifacendolo…».

Il lavoro di Elisabetta Borgia sta dando ottimi frutti: la freddezza di Huy ne è il segno?
Il lavoro di Elisabetta Borgia sta dando ottimi frutti

La zia Elisa

Elisa e il suo ritrovato sorriso sono nati lo scorso anno dopo il lockdown, quando si rese conto del bello che aveva nella sua vita e del rischio di perderlo.

«Sto bene – ammette – mi diverto. A volte momenti così servono per realizzare tante cose. E se capisci di essere fortunato per la vita che hai, ti viene anche di viverla con più leggerezza senza darla per scontata. In questi giorni sono stata a casa. Un recupero blando che ci voleva. Un po’ di relax in famiglia di cui avevo bisogno, perché sono stata a lungo fuori per le corse e prima quando abbiamo cercato di rimanere il più possibile con la squadra. Ho approfittato della zona gialla per andare a salutare qualche amica. Ho portato fuori i miei nipoti in bici. Sono i figli di Paolo. Anna, che ha 12 anni. Marta, la seconda, che ne ha 9. Poi Cristian e Pietro, l’ultimo arrivato. Anna si allena già su strada. Siamo usciti con lei e mio fratello nei dintorni di Ornavasso. Marta si allena con Pietro e altri bambini in un circuito nella zona industriale. Sono bei momenti, ma nel frattempo, da lunedì ho ripreso ad allenarmi anche io. Giusto ieri ho fatto cinque ore e la prossima settimana si riparte. Il 13 maggio alla Emakumeen Nafarroako, il 14 alla Navarra Classics e il 16 al Gran Premio di Eibar, nei Paesi Baschi. E poi dal 20 la Vuelta Burgos».

Seconda alla Strade Bianche, seconda gara della stagione. Il debutto alla Het Nieuwsblad
Seconda alla Strade Bianche, seconda gara della stagione

Test Giro

La Spagna sarà il primo passo verso il Giro Rosa e il Giro Rosa sarà il trampolino verso le Olimpiadi, in una consecutio che le permette di non fare troppi voli pindarici e dare una logica al lavoro, in modo che quel tanto pensare le dia tregua e si concentri su un obiettivo per volta.

«In Spagna si va per riprendere il ritmo – conferma – e per gestire la transizione dal periodo delle classiche al Giro. Sono gare impegnative, in cui davvero potrò testare la gamba. Tornate in Italia, andremo in ritiro a Sestriere, per l’altura e per visionare le prime tappe del Giro, che parte da Cuneo, ma ad esempio ha l’arrivo di Prato Nevoso che andremo a vedere. Ci sarebbe anche una cronoscalata vicino casa mia, ma è scomoda da raggiungere e comunque la conosco benissimo. Provare i percorsi è utile. Abbiamo piattaforme e supporti che permettono di vedere le strade, ma il riscontro personale è quello che ti permette ad esempio di scegliere i rapporti. Il Giro sarà un obiettivo, ma non mi sento di dire: vado e lo vinco. Un po’ perché non è nella mia natura fare proclami e poi perché so che devo lavorare. Lavoro e sacrificio sono una costante nella mia vita. Mi presenterò in buona condizione e poi vedremo le altre. I percorsi sono duri e io non sono una scalatrice pura. Una Van der Breggen pesa 5 chili meno di me e su certe pendenze si sentono. Ma lo stesso sarò lì a combattere».

Olimpiadi di Rio 2016, Elisa Longo Borghini ha appena centrato il bronzo
Olimpiadi di Rio 2016, Elisa ha appena centrato il bronzo

A Tokyo, semmai…

E poi arriverà il momento di pensare a Tokyo, anche se c’è ancora tanto tempo e ti fa capire che il pensiero c’è, ma per ora sta bene nel cassetto.

«E’ meglio andare un passo per volta – conferma – ora la Spagna, poi Sestriere, poi il Giro. Ci sono tante cose da fare, per appiattire tutto sulle Olimpiadi».

Ha ragione, ma il ricordo del bronzo di Rio affiora spesso nei ricordi. Così come capita di pensare alle parole di Salvoldi, una sera sull’Etna a inizio stagione.

«Ogni volta che parlo di convocazioni con la Longo Borghini – disse il tecnico azzurro – le chiedo: “Quando ti ho lasciato fuori?”. E le punta il dito e risponde: “A Londra!”».

Elisa ascolta e fa un mezzo sorriso.

«Preferisco guardare alle Olimpiadi che devo fare – dice – piuttosto che quelle che non ho fatto. Ma indubbiamente ci rimasi molto male. Correre a Londra era un sogno per me, ma devi accettare le scelte».

Adesso basta con i pensieri scomodi. Quello sprazzo di lucidità sul Muro d’Huy è un ottimo riferimento. La stagione sta per rientrare nel vivo e immaginarla sulle sue strade a costruire la forma per andarsi a prendere altri traguardi strappa il sorriso. Sarà la maglia tricolore che indossa. Sarà la generosità in corsa. Saranno lo sguardo e il sorriso. Sia quel che sia, viene da sé pensare a lei come alla nostra bandiera più bella.

Marianne Vos, una leggenda che profuma di futuro

01.04.2021
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Marianne Vos. Se chiedete in gruppo quale sia l’atleta più rispettata, le ragazze risponderanno con il suo nome. Non è scontato vincere tanto e ottenere rispetto. Annemiek Van Vleuten ad esempio vince tanto ed è ugualmente olandese, ma non è così amata. Forse perché quando perde diventa intrattabile, mentre Marianne negli anni ha saputo dominare, ma anche accogliere la sconfitta con stile, mostrando rispetto per chi l’ha battuta.

A Salisburgo 2006, Marianne Vos si presenta così: ha 19 anni e le batte tutte
A Salisburgo 2006 Vos si presenta così: ha 19 anni e le batte tutte

Chiedete a Marta Bastianelli, Tatiana Guderzo e Giorgia Bronzini che ne da lei ne hanno prese di santa ragione, ma l’hanno anche messa alle spalle nei loro mondiali.

E così, sulla porta dei 34 anni e con motivazioni sempre eccezionali, la ragazza di s’Hertogenbosch prosegue il suo grande viaggio nel ciclismo con gli occhi capaci ancora di brillare. E la sensazione in chi l’ha vista arrivare e diventare grande è che si diverta più oggi di quando era una ragazzina terribile e giocava a battere tutti i record.

Valkenburg 2012, tocca di nuovo a lei: mondiale in casa
Valkenburg 2012, tocca di nuovo a lei: mondiale in casa

Anno nuovo, vita nuova

Alla fine del 2020, Marianne ha salutato la Liv di cui era un riferimento e ha accettato la proposta della Jumbo-Visma. Ha portato in dote una carriera fatta di 2 medaglie d’oro olimpiche, 3 mondiali su strada, 2 mondiali su pista e 7 nel cross e un palmares che dal 2006 l’ha vista cogliere 253 vittorie su strada, cui vanno sommate quelle in pista, nel cross e nella mountain bike. Non è sbagliato dire che stiamo per parlare con la più grande atleta del ciclismo femminile.

Gand Wevelgem 2021, Marianne Vos
Squadra nuova e nuova bici: ecco la nuova Cervélo
Gand Wevelgem 2021, Marianne Vos
Squadra nuova, nuovi stimoli e nuova bici: eccola con la sua nuova Cervélo

L’appuntamento è telefonico. E la cosa singolare è che è lei a chiamare. Mancano pochi giorni al Giro delle Fiandre, dopo che la vittoria nella Gand-Wevelgem le ha fatto capire che la condizione è a posto. Il tempo a nostra disposizione non è infinito, perciò entriamo subito nel discorso.

Come stai?

Bene, grazie. Recupero dopo la Gand, che ci ha messo alla prova. La condizione è buona e ho una grande motivazione nel correre con questa squadra.

Nelle prime foto ufficiali avevi lo sguardo della bimba in un parco giochi…

Sto benissimo qui. Ho ricevuto una grande accoglienza. Era un treno da prendere assolutamente, un’opportunità unica per me.

A Firenze 2013 ancora Marianne Vos: batte Johansson e Ratto
A Firenze 2013 ancora Vos: batte Johansson e Ratto
Tre anni di contratto sono un bel modo di continuare.

Non volevo entrare in questa squadra solo per un anno. So che nello sport di alto livello non sai mai per quanto tempo puoi continuare a essere competitiva, ma finché c’è la salute, il mio desiderio è continuare a correre e migliorarmi. Lasciare la vecchia squadra non è stato semplice, ma ho sentito che cambiare avrebbe rimesso in moto la mia crescita e mi avrebbe dato nuove motivazioni. L’immagine del parco giochi è abbastanza calzante.

Che cosa hai portato alla Jumbo Visma?

La mia esperienza, prima di tutto. Far parte di questo gruppo nero-giallo mi motiva a lavorare duramente, per dare il 100 per cento. Sapevo che qui avrei trovato la possibilità di curare i dettagli, anche con la squadra maschile, e che questo mi farà crescere. Correre vicino a un campione come Van Aert, così forte, mi ha dato un nuovo orizzonte. Ci tenevo a farne parte.

Nel 2013, Marianne Vos è iridata di cross e vince in Coppa a Valkenburg
Nel 2013, Vos è iridata di cross e vince in Coppa a Valkenburg
Guardandoti, si ha la sensazione che ti diverta più oggi di quando avevi 15 anni in meno.

Mi diverto molto, è vero, forse più che in passato. Amo il mio lavoro, gli allenamenti e le gare. Guardo sempre in avanti, tirando fuori il meglio ogni giorno ed è fantastico poterlo fare. Ho cambiato molto, ma continuo a usare il talento che Dio mi ha dato.

Rispetto ai primi tempi, hai però un’esperienza unica: in cosa ti aiuta?

Soprattutto a gestire meglio i finali, facendo la differenza. Mi permette di gestire meglio la pressione, che indubbiamente c’è. Al contempo, mi piace vedere arrivare e veder crescere le ragazze più giovani. Mi piace che abbiano delle domande per me. E sono felice di condividere la mia esperienza in modo che possano imparare. Ma siate certi che anche io imparo da loro e ne sono contenta. Esperienza significa imparare ogni giorno dai propri errori e non so se 15 anni fa avrei fatto questo ragionamento. Ogni giorno è un nuovo giorno, si prepara una nuova battaglia. Si curano i dettagli…

Credi che il WorldTour abbia cambiato molto il ciclismo femminile?

E’ stato un bel cambiamento. Le squadre hanno strutture ben fatte e ci sono grandi differenze rispetto ai gruppi più piccoli. Ora lo standard nel gruppo è molto alto. In più il fatto di avere la diretta televisiva permette ai nostri tifosi di seguirci e agli sponsor di avere una gratificazione superiore. Ti basta andare in corsa per percepire che vincere è sempre più difficile.

Anche il calendario ora ha un’altra consistenza, no?

Si parla nuovamente di un Tour de France femminile, abbiamo il Fiandre, la Freccia Vallone, la Liegi, il Giro d’Italia. Sono corse che le persone conoscono, nomi inconfondibili, gare storiche. Ora davvero c’è grande possibilità di mettersi in mostra.

Al Galà dell’Uci a Curacao, una Marianne Vos ben più rilassata
Al Galà dell’Uci a Curacao, una Vos ben più rilassata
Lizzie Deignan ha chiesto di avere un Tour di tre settimane, saresti d’accordo?

Mi piace l’idea di un Tour che duri tanto e abbia grandi montagne, volate e cronometro, ma forse tre settimane sono troppe in rapporto al calendario nel suo complesso. Fisicamente non vedrei problemi. Sarebbe una fatica immensa, da gestire giorno dopo giorno. Ma penserei al Tour inserito nel calendario e forse creerebbe uno scompenso. Dobbiamo fare il meglio per lo sport, armonizzandolo con il Giro e le altre corse.

A proposito di Giro, hai vinto 28 tappe e per 3 volte la classifica generale. Ti vedremo nuovamente da noi?

Il Giro è nei piani, mi piace così tanto. Credo che per strade, paesaggi e tifosi, sia la corsa più bella del mondo. Si percepisce la passione per il ciclismo.

Europei 2017 di Herning, Vos batte Bronzini e Zabelinskaya
Europei 2017 di Herning, batte Bronzini e Zabelinskaya
Che cosa ti motiva oggi?

Nel mio palmares non ci sono grosse lacune da colmare, ma voglio migliorare. E voglio che la squadra cresca insieme. Forse è questo è l’obiettivo più grande. Ci sono corse che vorrei vincere per la prima volta e altre che non sarebbe male vincere ancora. E poi quest’anno ci saranno le Olimpiadi e sarà proprio per questo una stagione molto importante.

Hai detto: «Ogni giorno è un nuovo giorno, si prepara una nuova battaglia». Prossimo step il Giro delle Fiandre?

Assolutamente, le grandi sfide mi motivano molto.

Allora ci vediamo alla partenza?

Va bene, vi aspetto sulle mie strade.

Rivolta: Giro Rosa fuori dal WorldTour? Lo spieghi l’Uci

25.02.2021
4 min
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Quando Giorgia Bronzini ha parlato del Giro Rosa, la diesse piacentina della Trek-Segafredo non ha usato mezzi termini: un errore tirarlo via dal calendario WorldTour, dopo tutto il lavoro fatto da Rivolta nel 2020, se la motivazione è l’assenza della diretta. Il discorso merita un approfondimento. La produzione di immagini è ritenuta dall’Uci come il modo di esportare il ciclismo femminile in tutto il mondo. Il guaio è che nel frattempo il Covid ha cambiato le priorità, per cui nell’organizzare una gara come il Giro, soprattutto lo scorso anno è stato necessario destinare risorse importanti all’aspetto sanitario. Mentre altre corse hanno preferito rinviare al 2021.

Il passaggio sulle Strade Bianche nella 2ª tappa del 2020
Il passaggio sulle Strade Bianche nella 2ª tappa del 2020

Rivolta risponde

Giuseppe Rivolta del Giro Rosa è l’organizzatore da anni e con atteggiamento fatalista preferisce soffermarsi sui messaggi di solidarietà ricevuti, piuttosto che mostrarsi offeso.

«Tante squadre – dice – ci hanno scritto dicendo che sono dalla nostra parte e che l’Uci ha sbagliato. Personalmente non sono d’accordo sul fatto di essere obbligati a produrre 45 minuti di diretta ogni giorno. Potrei rivolgermi a qualche emittente minore, ma ritengo che la finestra di 15 minuti che la Rai ci dà all’interno del Tour de France sia anche meglio. A qualcuno dà fastidio che andiamo in onda durante il Tour?».

WorldTour di fatto

Sta di fatto che essendo passato con la sua corsa fra le Pro Series, Rivolta ha ricominciato a fare i sui conti.

«Abbiamo l’obbligo di avere al via almeno 4 squadre WorldTour – dice – ma io penso che ci saranno tutte e nove. Inviterò 24 gruppi sportivi a fronte di 38 richieste. Mi dispiace per chi resterà fuori, ma abbiamo un numero massimo di atlete».

Anna Van der Breggen lo scorso anno in rosa per due tappe
Anna Van der Breggen lo scorso anno in rosa per due tappe
Quanto è stato complicato mettere in strada il Giro nel 2020?

Complicatissimo, ma l’Uci non ha capito quel che abbiamo passato. Quest’anno sarà più facile? Bella domanda, sarà lo stesso, nel momento in cui si parla di terza ondata del Covid. Eppure, a titolo personale, penso che alcune regole imposte dalla pandemia non siano tutte negative. La necessità di creare una bolla e di conseguenza degli spazi in cui le ragazze stiano da sole senza interferenze è qualcosa che potrebbe benissimo rimanere.

Però se non altro questa volta sapete cosa fare…

Abbiamo già provato tutto l’anno scorso e abbiamo anche fatto un bel lavoro. Non abbiamo avuto un solo caso Covid.

Il percorso è pronto?

Quasi tutto definito. Si parte dal Piemonte e in 10 tappe si arriva in Friuli. Tutto al Nord, dopo che lo scorso anno abbiamo fatto il Sud. 

Nel 2020, Annemiek Van Vleuten vince ad Arcidosso nel 2020
Nel 2020, Annemiek Van Vleuten vince ad Arcidosso nel 2020
Sa che Lizzie Deignan ha proposto che il Tour abbia 3 settimane come quello degli uomini?

Qualche anno fa pensammo di fare 12-13 giorni di gara, con un riposo nel mezzo. Immaginare però ora un Giro oppure un Tour di 3 settimane mi sembra eccessivo, ma se il livello continuerò a salire, potremo riparlare.

Il livello delle atlete sale, dunque?

Sale tantissimo. Nel 2002 avevamo 140 partenti e 15 che davvero facevano la corsa. Oggi quelle che corrono davvero sono 95. Mentre ad esempio sullo Zoncolan partimmo in 133 e arrivammo in 133: un risultato ottimo.

Anche il movimento sembra più solido.

Tanto, quanto a organizzazioni e società. Qualche squadra italiana viaggia ancora a velocità ridotta, ma principalmente per problemi di budget.

Elisa Longo Borghini, Strade Bianche
Elisa Longo Borghini, terza in classifica nel 2020
Elisa Longo Borghini, Strade Bianche
Elisa Longo Borghini, terza in classifica nel 2020
Spenderete di meno fuori dal WorldTour?

Pagheremo 1.000 euro alle squadre WorldTour, anziché i soliti 2.000. Ne faranno loro le spese. Ho parlato con Bronzini e Guercilena e il Giro resta il Giro. Se poi il Tour avrà la capacità di farci lo sgambetto, che cosa potrò dire?

Fa paura il Tour?

Benvenga, ma mi piacerebbe trovare un calendario diverso. Pare che il Tour delle donne inizierà alla fine di quello degli uomini, quindi ad agosto. Mi piacerebbe fare lo stesso col Giro: prima loro e dopo noi. Sarebbe davvero una buona cosa e anche i tifosi non avrebbero quel senso di vuoto di quando la corsa finisce. In più ci sarebbero nel mezzo quasi 40 giorni prima del Tour per ricaricare le batterie

Longo, debutto in Belgio con la testa fra Giro e Giochi

24.02.2021
4 min
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Quella sera sull’Etna, Salvoldi ha parlato chiaro: a Tokyo avremo su strada le stesse chance di medaglia che in pista, perché Elisa Longo Borghini e Marta Bastianelli sono in grado di andare a segno. La frase ha continuato a risuonarci nella testa e l’intervista con Giorgia Bronzini che parlava degli obiettivi della piemontese ci ha convinto a parlare proprio con lei che in apertura è sul podio di Rio 2016.

A Denia con la squadra, prima di volare in Belgio (foto Instagram)
A Denia prima di volare in Belgio (foto Instagram)

Elisa risponde dal Belgio e sorridendo dice che ieri per la prima volta si è allenata in pantaloncini su quelle strade. La primavera è in anticipo, ma pare che sabato all’Het Nieuwsblad ci saranno i soliti 10 gradi.

Quanto è presente Tokyo nei tuoi pensieri?

Sicuramente è un pensiero che c’è. Ma non è una fissazione, non voglio sacrificare le altre corse. Il ciclismo è uno sport attivo, se punti tutto su un obiettivo e ti va male, ti volti e pensi a quante corse ti sei lasciato indietro. E ti mangi le mani…

Pare che Salvoldi a maggio andrà a vedere il percorso.

Sarebbe ottimale vederlo prima. Ma se anche non si riuscirà, avrò certamente il tempo per farci… amicizia quando andremo in Giappone. Immagino, visto il fuso orario, che andremo con il dovuto anticipo.

Gli europei di Plouay e poi i mondiali hanno confermato la sua crescita
Gi europei e poi i mondiali hanno confermato la sua crescita
Giorgia Bronzini ha parlato di Tokyo come di un tuo obiettivo personale, mentre sul Giro convergono anche le ambizioni della squadra.

E’ vero. Il Giro è uno degli obiettivi stagionali, ma non mi piace sbilanciarmi dicendo che andrò a fare chissà cosa. Sarà la strada a decidere. Ma di certo il Giro può anche darmi la gamba per arrivare bene a Tokyo.

Pensi sia stato giusto togliere il Giro Rosa dal WorldTour?

Non è mio compito dare giudizi, spero abbiamo fatto le riflessioni giuste.

Abbiamo visto alcune tue foto in Costa Azzurra, hai cambiato strade di allenamento?

Mi sono allenata bene finora, ma come in tutti gli inizi di stagione ci sono un sacco di incognite. Di buono c’è che non ho ancora preso un raffreddore, mentre di solito a quest’ora ne avevo presi 28. Sono curiosa di vedere come sto davvero. Mi sono allenata nella zona di Mentone e questo ha influito sulla qualità del lavoro.

Si è allenata anche in Costa Azzurra per sfuggire dal freddo (foto Instagram)
Si è allenata anche in Costa Azzurra per sfuggire dal freddo (foto Instagram)
Dobbiamo prepararci a Elisa che lascia la montagna e passa al mare?

No, no, non rinnego le mie radici. Ma a casa mia fa freddo e quest’anno ne ha fatto anche di più. Non ci si allena bene con 3-4 gradi sotto zero.

Bronzini ha anche detto che dopo l’esperienza nel 2020 prima del Giro tornerete a fare un ritiro in altura: sarà un passaggio importante per te?

Molto, perché l’altura mi fa sempre molto bene. E poi a livello mentale, essere supportati dalla squadra mi aiuta molto. Dalla squadra e anche dalla Polizia di Stato, che dal 2015 è al mio fianco.

A Rio 2016, l’Italia con Guderzo, Cecchini, Bronzini e Longo Borghini
A Rio 2016, l’Italia con Guderzo, Cecchini, Bronzini e Longo Borghini
E’ credibile che Lizzie Deignan venga al Giro per aiutarti?

Verrà al Giro e mi darà una mano. Anche per lei sarà una buona base per le Olimpiadi. Anzi, lei è la mia favorita per le Olimpiadi.

Bè, le nostre favorite sono altre ma per scaramanzia stiamo zitti. E poi a lei l’hai già tirata tu…

Sorride, guardiamo avanti. Sabato si debutta in Belgio. Il 2021 sta finalmente per cominciare.