Dal freddo e la neve della Val di Sole, al clima più mite e alla sabbia di Gallipoli. Dal nord, Trentino, al sud, Puglia. Ancora una volta il fantastico circus del ciclocross ci porta ad esplorare luoghi impensabili. A mettere le ruote in punti a dir poco insoliti, suggestivi e… tecnici.
Dalla Coppa del mondo torniamo al Giro d’Italia Ciclocross. La challenge della maglia rosa purtroppo ha perso una sua tappa, quella di Roma, ma sin qui è filato tutto secondo programma, ci si appresta quindi ad affrontare, domenica 19 dicembre, la tappa numero sei.
Le porzioni nella pineta sono filanti, ma dure visto il terreno Non mancano ostacoli artificiali negli accessi alla parte elevata del tracciato Sarà importante individuare i setup più adatti per affondare il meno possibile
Nel cuore del Salento
E quella di Gallipoli è una tappa alla quale si tiene parecchio. E per molti motivi. Uno, perché è la tappa più a sud del circuito. Due perché si corre in un’area di particolare pregio ambientalistico. E tre perché è una delle frazioni organizzate direttamente dall’Asd Romano Scotti.
«Siamo – dice Roberto Ferrante, responsabile della comunicazione del GIC – nel Parco Regionale Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta Pizzo, 3 chilometri a sud di Gallipoli e appena sopra la splendida Punta della Suina. È una zona estremamente limitata dal punto di vista naturalistico e ambientalistico. E’ un’area protetta. Non potete immaginare che plico di documenti abbiamo dovuto produrre per poter portarci il Giro d’Italia Ciclocross, ma ci tenevamo troppo.
«Uno dei nostri obiettivi infatti è dimostrare l’ecocompatibilità di un evento agonistico con un’area naturalistica. Vogliamo far vedere che si può fare rispettando le regole. Per questo abbiamo anche dovuto rivedere alcuni aspetti del percorso e non saranno utilizzate fettucce di plastica, ma corde di canapa
«Se dovessi paragonarlo a qualche altro percorso del Giro? A nessuno… questo è un tracciato unico per tecnica e bellezza».
L’ingresso al mare… Il tratto lungo la costa, che dovrebbe essere tutto pedalabile… Infine, l’uscita dalla spiaggia
L’ingresso al mare… Il tratto lungo la costa, che dovrebbe essere tutto pedalabile… Infine, l’uscita dalla spiaggia
Tracciato super tecnico
E allora andiamo a scoprire il percorso di Gallipoli. Si tratta di un anello che dovrebbe sfiorare i 3.000 metri di lunghezza. In realtà il tracciato originale toccava i 3.200 metri, ma proprio in virtù delle modifiche imposte dall’Ente Parco, alcuni passaggi nella pineta sono stati “limati”.
«Esatto – riprende Ferrante – alcuni passaggi nella zona della pineta sono stati resi più veloci e meno incisivi così da lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio.
«Il percorso sostanzialmente si divide in tre aree principali. La prima è quella dell’ex campo da golf, un’area il cui fondo è prevalentemente compatto ed erboso. Se dovesse piovere diventerebbe un vero lago, ma senza fango. Qualche anno fa ricordo l’acqua che toccava quasi i mozzi delle ruote! Infatti poco al di sotto della superficie c’è un substrato di argilla che fa sì che l’acqua ristagni in superficie. Ha un drenaggio molto lento. Questa è la zona più filante del percorso ed è quella più in alto (è qui che ci sono la zona di partenza e di arrivo, ndr).
«La seconda porzione è quella della pineta, come detto abbastanza veloce e su fondo misto di terra battuta e sabbia.
«La terza parte è quella della spiaggia, la più caratteristica. L’accesso al mare è pedalabile per il 30%. direi. Poi c’è la linea di costa, lunga circa 130 metri, che spostandosi verso la battigia è totalmente pedalabile. Infine c’è il rientro, risalendo tra le dune, che per metà e pedalabile e per metà è da fare con bici in spalla».
Il percorso è stato già tracciato. A livello burocratico si lavora a questa prova già da settembre Corde di canapa al posto delle fettucce quest’anno. Niente plastica dunque Scotti (a destra) con Caroli, dell’hotel che fornisce supporto e logistica
Il percorso è stato già tracciato. A livello burocratico si lavora a questa prova già da settembre Corde di canapa al posto delle fettucce quest’anno. Niente plastica dunque Scotti (a destra) con Caroli, dell’hotel che fornisce supporto e logistica
Caccia al memorial Scotti
Chiaramente una tappa del GIC situata così a sud porta con sé dei problemi logistici, dei quali gli organizzatori sono a conoscenza. Gallipoli è molto distante dal baricentro dei maggiori team del centro-nord. Tuttavia questa è ormai è una classica del calendario nazionale e poi un vero Giro d’Italia deve accontentare tutti, anche i crossisti del sud.
Chi è in lotta per la maglia rosa dovrebbe esserci, almeno stando alle ultime che giungono dall’organizzazione. Nelle categorie maggior di uomini e donne guidano Cristian Cominelli e Sara Casasola. Lo spettacolo ai vertici pertanto non dovrebbe mancare. Così come non mancheranno i giovani, come abbiamo visto anche nella cornice, sempre pugliese, di Mattinata.
Peccato solo per qualche concomitanza di troppo, come il campionato regionale calabrese. Con una tappa del Giro d’Italia Ciclocross al sud si sarebbe potuto ipotizzare un calendario un po’ diverso, e “fare sistema” al fine di avere un grande evento collettore, almeno per le regioni del Sud…
«Come detto – conclude Ferrante – ci teniamo molto a questa tappa, tanto che assegnerà il Memorial Romano Scotti. Senza contare che è anche molto comoda in quanto logistica, anche alberghiera, è tutta concentrata sul posto grazie alla disponibilità dell’Ecoresort Le Sirenè, che ha creduto in questo progetto».