Dalla neve alla sabbia: a Gallipoli un percorso unico (e tecnico)

16.12.2021
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Dal freddo e la neve della Val di Sole, al clima più mite e alla sabbia di Gallipoli. Dal nord, Trentino, al sud, Puglia. Ancora una volta il fantastico circus del ciclocross ci porta ad esplorare luoghi impensabili. A mettere le ruote in punti a dir poco insoliti, suggestivi e… tecnici.

Dalla Coppa del mondo torniamo al Giro d’Italia Ciclocross. La challenge della maglia rosa purtroppo ha perso una sua tappa, quella di Roma, ma sin qui è filato tutto secondo programma, ci si appresta quindi ad affrontare, domenica 19 dicembre, la tappa numero sei.

Nel cuore del Salento

E quella di Gallipoli è una tappa alla quale si tiene parecchio. E per molti motivi. Uno, perché è la tappa più a sud del circuito. Due perché si corre in un’area di particolare pregio ambientalistico. E tre perché è una delle frazioni organizzate direttamente dall’Asd Romano Scotti.

«Siamo – dice Roberto Ferrante, responsabile della comunicazione del GIC – nel Parco Regionale Isola di Sant’Andrea e Litorale di Punta Pizzo, 3 chilometri a sud di Gallipoli e appena sopra la splendida Punta della Suina. È una zona estremamente limitata dal punto di vista naturalistico e ambientalistico. E’ un’area protetta. Non potete immaginare che plico di documenti abbiamo dovuto produrre per poter portarci il Giro d’Italia Ciclocross, ma ci tenevamo troppo.

«Uno dei nostri obiettivi infatti è dimostrare l’ecocompatibilità di un evento agonistico con un’area naturalistica. Vogliamo far vedere che si può fare rispettando le regole. Per questo abbiamo anche dovuto rivedere alcuni aspetti del percorso e non saranno utilizzate fettucce di plastica, ma corde di canapa

«Se dovessi paragonarlo a qualche altro percorso del Giro? A nessuno… questo è un tracciato unico per tecnica e bellezza».

Tracciato super tecnico

E allora andiamo a scoprire il percorso di Gallipoli. Si tratta di un anello che dovrebbe sfiorare i 3.000 metri di lunghezza. In realtà il tracciato originale toccava i 3.200 metri, ma proprio in virtù delle modifiche imposte dall’Ente Parco, alcuni passaggi nella pineta sono stati “limati”.

«Esatto – riprende Ferrante – alcuni passaggi nella zona della pineta sono stati resi più veloci e meno incisivi così da lasciare meno tracce possibili del nostro passaggio.

«Il percorso sostanzialmente si divide in tre aree principali. La prima è quella dell’ex campo da golf, un’area il cui fondo è prevalentemente compatto ed erboso. Se dovesse piovere diventerebbe un vero lago, ma senza fango. Qualche anno fa ricordo l’acqua che toccava quasi i mozzi delle ruote! Infatti poco al di sotto della superficie c’è un substrato di argilla che fa sì che l’acqua ristagni in superficie. Ha un drenaggio molto lento. Questa è la zona più filante del percorso ed è quella più in alto (è qui che ci sono la zona di partenza e di arrivo, ndr).

«La seconda porzione è quella della pineta, come detto abbastanza veloce e su fondo misto di terra battuta e sabbia. 

«La terza parte è quella della spiaggia, la più caratteristica. L’accesso al mare è pedalabile per il 30%. direi. Poi c’è la linea di costa, lunga circa 130 metri, che spostandosi verso la battigia è totalmente pedalabile. Infine c’è il rientro, risalendo tra le dune, che per metà e pedalabile e per metà è da fare con bici in spalla».

Caccia al memorial Scotti

Chiaramente una tappa del GIC situata così a sud porta con sé dei problemi logistici, dei quali gli organizzatori sono a conoscenza. Gallipoli è molto distante dal baricentro dei maggiori team del centro-nord. Tuttavia questa è ormai è una classica del calendario nazionale e poi un vero Giro d’Italia deve accontentare tutti, anche i crossisti del sud.

Chi è in lotta per la maglia rosa dovrebbe esserci, almeno stando alle ultime che giungono dall’organizzazione. Nelle categorie maggior di uomini e donne guidano Cristian Cominelli e Sara Casasola. Lo spettacolo ai vertici pertanto non dovrebbe mancare. Così come non mancheranno i giovani,  come abbiamo visto anche nella cornice, sempre pugliese, di Mattinata. 

Peccato solo per qualche concomitanza di troppo, come il campionato regionale calabrese. Con una tappa del Giro d’Italia Ciclocross al sud si sarebbe potuto ipotizzare un calendario un po’ diverso, e “fare sistema” al fine di avere un grande evento collettore, almeno per le regioni del Sud…

«Come detto – conclude Ferrante – ci teniamo molto a questa tappa, tanto che assegnerà il Memorial Romano Scotti. Senza contare che è anche molto comoda in quanto logistica, anche alberghiera, è tutta concentrata sul posto grazie alla disponibilità dell’Ecoresort Le Sirenè, che ha creduto in questo progetto». 

Bertolini pensa all’europeo e intanto difende la maglia rosa

16.10.2021
3 min
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La stagione italiana del cross entra sempre più nel vivo. Domani per alcuni ragazzi sarà già la quinta gara dell’anno. Si corre infatti a Porto Sant’Elpidio la seconda tappa del Giro d’Italia Ciclocross. E in maglia rosa, tra gli elite, c’è Gioele Bertolini.

Il valtellinese, nonché campione italiano in carica, è tornato “a casa”, alla Selle Italia Guerciotti ed appare più pimpante che mai.

Bertolini al centro con la maglia rosa, conquistata ad Osoppo (foto Instagram)
Bertolini al centro con la maglia rosa, conquistata ad Osoppo (foto Instagram)

Il ritorno a casa

«Con Guerciotti – racconta – i rapporti erano rimasti buonissimi anche nella passata stagione in cui ero andato alla Trinx. Quella fu una scelta particolare in quanto molto mirata alla Mtb e alle Olimpiadi, poi è andata come è andata… Già dalla scorso inverno con Alessandro (Guerciotti, ndr) avevo parlato ed era emersa la possibilità di tornare. Così ho colto al volo questa possibilità. Ma con Luca Bramati non ci sono problemi. Pensate che è lui che mi allena adesso. Solo che anche Luca ha variato un po’ i suoi progetti con la Trinx e ha sposato il piano femminile del cross della Valcar».

Alla fine anche in una specialità che è “individuale” come il ciclocross sentirsi a casa e avere la fiducia di chi è intorno a te può fare la differenza. E il Bullo quando è in palla se la può giocare, anche all’estero. Guida come poche e i cavalli non gli mancano.

Ritmi subito elevati, anche in Italia. Ecco Bertolini ad Osoppo (foto Instagram)
Ritmi subito elevati, anche in Italia. Ecco Bertolini ad Osoppo (foto Instagram)

Livello già alto

In più è un ragazzo anche molto attento sul piano tattico. La scorsa domenica ha vinto ad Osoppo. Il percorso era molto veloce e fare la selezione non era semplice.

«A quel punto quando ho visto che non si riusciva ad andare via – racconta Gioele – e che eravamo sempre in due o tre, ho preferito mollare un po’. Abbiamo così viaggiato con un drappello di sette fino a metà gara. Eravamo in tre della Selle Italia-Guerciotti e non potevamo non portare a casa la corsa. Direi che abbiamo corso bene. Nel finale c’erano curve lente e così ho anticipato un po’. Sono partito ai 300 metri e ho chiuso un po’ le porte».

«La cosa che ho notato in questo avvio di stagione è che tutti sono già parecchio palla, sono partiti forte e per questo immagino sarà un’annata impegnativa».

Gioele in azione all’italiano di Lecce, vinto per pochi secondi su Dorigoni, da quest’anno suo compagno di squadra
Gioele in azione all’italiano di Lecce, vinto per pochi secondi su Dorigoni (che s’intravede alle sue spalle)

Gli europei in testa

Stagione impegnativa ma anche stimolante. Quando Gioele sente che c’è da lottare tira fuori gli artigli. Lo scorso anno, per esempio, il percorso tricolore di Lecce era più favorevole ad un corridore di grande potenza come Dorigoni, ma il Bullo ha sfruttato le sue doti di guida nella parte più tecnica, e lo ha tenuto per un’ora a 7-8 secondi di distacco. Ma come gestirà questa stagione? Sarà un crescendo fino ai mondiali o ci saranno dei picchi?

«Il primo obiettivo sono gli europei (a Col du Vam, in Olanda il 6-7 novembre, ndr) – dice Bertolini – Lì ci voglio arrivare in buona condizione per davvero. A quel punto con Bramati tireremo una riga e vedremo cosa fare: se trovare un altro picco o tirare avanti. Di certo bisognerà essere in forma per gli italiani e da lì magari arrivare ai mondiali».