Scotti riparte: dal 29 settembre sarà Giro delle Regioni

09.09.2024
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Cambiare tutto perché non cambi nulla. Per certi versi, Fausto Scotti ha fatto suo il celebre motto del Gattopardo nell’impostare la nuova stagione del suo impegno nel ciclocross italiano. Dopo 15 anni stop al Giro d’Italia e largo spazio al Giro delle Regioni che dopo due edizioni di prova ne raccoglie l’eredità, riproponendo però la stessa formula del suo predecessore. Ce n’è abbastanza per chiedere lumi, fermo restando che la creatura di Scotti rimane il fondamento dell’attività sui prati, che prenderà il via dalla fine del mese.

Fausto Scotti, a sinistra, propone la terza edizione del Giro delle Regioni in 6 tappe fino al 21 dicembre
Fausto Scotti, a sinistra, propone la terza edizione del Giro delle Regioni in 6 tappe fino al 21 dicembre

«Il Giro d’Italia aveva ormai dato tutto quello che poteva. Il cambiamento è dovuto alla presa d’atto che sono cambiate le forme di contribuzione: oggi i Comuni hanno molti vincoli e pochi fondi a disposizione per le manifestazioni sportive, per le Regioni non è così e quindi dovevamo dare loro spazio, vetrina per la loro attività di promozione sportiva».

Una scelta però nel segno della continuità con il Giro d’Italia…

Sì, anche se con nuovi fondi cercheremo anche di venire incontro alle società, di aiutarle mettendo a disposizione fondi per le trasferte. Il problema vero sono le risposte alle richieste: la Federciclismo da una parte accetta tutte le proposte organizzative che arrivano, basti pensare che ci sono ben 11 gare internazionali nell’arco della stagione, quelle nazionali non si contano neanche, ma ai circuiti viene dato il vincolo di non più di 6 prove e questo per noi è stato un limite molto forte.

La struttura del team di Scotti sarà di supporto a ognuna delle 6 prove del circuito
La struttura del team di Scotti sarà di supporto a ognuna delle 6 prove del circuito
Ci saranno cambiamenti rispetto alla precedente challenge?

In futuro sì, ma sarà anche in base all’evoluzione dell’attività in Italia. Noi eravamo pronti a questo passaggio, per dare alle regioni un riscontro immediato, ma anche le società ci avevano espresso la necessità di qualche cambiamento e noi vogliamo accontentarle, nei limiti del possibile. Noi potevamo allestire anche 10 tappe e comunque avremmo dovuto dire di no ad alcuni, questo limite stoppa l’iniziativa di molte entità. Siamo comunque riusciti a inserire nel circuito due gare internazionali e questo è un risultato importante.

Il calendario ricalca molto quello dell’ultima edizione del Giro d’Italia…

Sono organizzatori con cui lavoriamo da anni, che hanno dimostrato grandi capacità soprattutto in sinergia con la nostra struttura per dare a tutti coloro che verranno il massimo in termini di qualità dei servizi. Dal 29 settembre andremo in sequenza ogni domenica per la prima parte con Corridonia (organizzazione del Bike Italia Tour), poi il 6 ottobre a Sappada (Bandiziol Cycling Team) e Osoppo (Jam’s Bike Team Buja) il 13 per due eventi friulani di grande spessore. Poi si riprenderà a novembre con San Colombano Certenoli (allestimento del Velo Val Fontanabuona) il 3 e il 9 a Cantoira (Gs Brunero 1906). Infine chiusura sotto Natale, il 21 a Gallipoli per la regia del Caroli Hotels.

Il Friuli proporrà due tappe in sequenza, il 6 ottobre a Sappada e il 13 a Osoppo
Il Friuli proporrà due tappe in sequenza, il 6 ottobre a Sappada e il 13 a Osoppo
Avevate avuto proposte da organizzatori nuovi?

Tante e questo dispiace, avremmo potuto anche allestire un’altra challenge, ma non c’erano le date disponibili e neanche le forze, da parte del mio gruppo. Gli enti pubblici vogliono investire e mi dispiace che non si comprenda come poi questi fondi che sarebbero disponibili finiscano a finanziare altri sport. Noi avevamo proposte da Umbria, Basilicata, Valle d’Aosta solo per fare qualche esempio, organizzatori pronti e regioni in appoggio, ma abbiamo dovuto declinare l’offerta. Quelli che sono stati scelti sono organizzatori che ci sono al fianco da anni, non potevamo chiudere loro la porta in faccia.

Sulla spiaggia di Gallipoli ci sarà la tappa conclusiva, proprio sotto le festività natalizie
Sulla spiaggia di Gallipoli ci sarà la tappa conclusiva, proprio sotto le festività natalizie
Accennavi agli impegni del tuo team. Questi non si esauriscono però con il Giro delle Regioni…

Inizieremo il 2025 con addirittura tre giorni di gare a Follonica: spazio alle prove tricolori per il team relay e le categorie giovanili e alla domenica la gara internazionale del Memorial Scotti dedicata a mio padre. Noi di progetti ne avevamo tanti e molto ambiziosi. Ad esempio la tappa di Coppa del Mondo a Torino, sfumata davvero per piccole procedure, ma il rapporto con le istituzioni e con Flanders Classic è forte e torneremo alla carica il prossimo anno. Mi dispiace invece che sia tramontata la candidatura di Roma per i mondiali 2026, ma il Comune non ha dato le garanzie necessarie e noi ci saremmo dovuti esporre con l’Uci per 50 mila euro senza adeguate garanzie. E’ stata un’occasione gettata via.

Il punto con Battistella: senza Grandi Giri e con il sogno tricolore

08.05.2024
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Mentre le ruote dei corridori al Giro d’Italia corrono velocemente lungo tutto lo Stivale, quelle di Samuele Battistella hanno appena ripreso a girare. Il corridore dell’Astana Qazaqstan Team continua la sua stagione senza grandi corse a tappe. Mentre state leggendo, Battistella sarà lungo le sue strade ad allenarsi in vista dei prossimi impegni. Dopo la Freccia Vallone rientrerà alle gare al Giro di Svizzera, a inizio giugno. 

«Dopo la Freccia – ci racconta dopo colazione mentre è seduto sul divano – ho fatto una pausa di quattro giorni, obbligata. In Belgio mi sono preso una bella bronchite che mi ha costretto a fare un ciclo di antibiotico, ho ripreso ad andare in bici da qualche giorno. Tutta la squadra presente ai Baschi si è ammalata, quindi mi sa che era una cosa che girava in gruppo. Poi il freddo incontrato in Belgio non ha aiutato».

Battistella cercherà di limare i particolari che fino ad ora non gli hanno permesso di cogliere la vittoria
Battistella cercherà di limare i particolari che fino ad ora non gli hanno permesso di cogliere la vittoria

Verso il tricolore

Da casa, Battistella partirà per andare a fare un lungo periodo di altura insieme ai compagni di squadra rimasti. La pausa arriva dopo un inizio di stagione che lo ha visto spesso protagonista ma non ancora vincente. E’ mancato sempre qualcosa, ma si lavora per limare il dettaglio. 

«Fino ad ora – prosegue – ho messo insieme 35 giorni di gara, avevo bisogno di staccare un po’. Non troppo in realtà, per non perdere tutto il lavoro fatto. Adesso da qui a fine giugno l’obiettivo è arrivare al campionato italiano al massimo della condizione, la maglia tricolore è nel mirino da inizio anno. Il 15 maggio partirò con la squadra per Sierra Nevada e faremo 20 giorni di ritiro. Un grande blocco di lavoro per arrivare direttamente al Giro di Svizzera. Lavoreremo su quello che è mancato in questi primi mesi e cureremo i dettagli».

Battistella tra pochi giorni andrà in ritiro con la squadra a Sierra Nevada
Battistella tra pochi giorni andrà in ritiro con la squadra a Sierra Nevada
Cosa è mancato fino ad ora per vincere?

Davvero una piccola percentuale che spero di trovare da qui in poi. Ho corso spesso, quindi è stato difficile allenarsi a casa e farlo anche bene. Dovendo curare il recupero post gara e pre gara, non è mai stato possibile fare blocchi di lavoro troppo lunghi. 

A che livello ti senti?

Superiore rispetto alle altre stagioni. Ho disputato solo gare WorldTour o di alto livello portando a casa tanti podi e piazzamenti significativi.

Pensare gli altri al Giro ti fa male? Ti manca?

Avendo corso tanto no, non sarei stato in grado di farlo al meglio, sarebbe stato un impegno troppo esagerato. Sto bene e sono contento, ho corso di più e curato maggiormente i ritiri in altura. Magari da qui a fine stagione farò il Tour o la Vuelta, sono comunque una riserva. 

Per Battistella il miglior piazzamento in un Grande Giro è il secondo posto di tappa alla Vuelta nel 2022
Per Battistella il miglior piazzamento in un Grande Giro è il secondo posto di tappa alla Vuelta nel 2022
La scelta di non fare Grandi Giri è stata tua?

Ne ho ragionato insieme al team alla fine della scorsa Vuelta. Avevo preparato la gara molto bene con un bel periodo di altura ed ero pronto. Poi però mi sono reso conto che le occasioni concrete per fare bene erano poche, una o due su tutte e tre le settimane. Mi sono detto: «Ho fatto un mese di preparazione intenso e lo posso sfruttare pochissimo». Così ho deciso di concentrarmi su obiettivi più concreti.

Di fatto puntando a corse più adatte a te.

Esatto, Parigi-Nizza e Baschi mi si addicono per percorso e livello in corsa. Sono appuntamenti dove gli uomini di classifica non arrivano al 100 per cento. In più nelle grandi gare a tappe devi metterti a disposizione del capitano, cosa che faccio volentieri, ma che comunque abbassa il numero di tappe alle quali puntare. Con un calendario come quello del 2024 posso concentrarmi sulle mie prestazioni, poi se ci sarà bisogno di me sarò a disposizione dei miei compagni, chiaramente. 

Correndo solo brevi gare a tappe riesce ad essere più fresco e pronto, rimanendo ad alti livelli
Correndo solo brevi gare a tappe riesce ad essere più fresco e pronto, rimanendo ad alti livelli
Ne hai fatto un discorso personale, per dimostrare il tuo valore.

Dopo anni a un buon livello finalmente sento di aver fatto un ulteriore gradino, mi sento bene. La stagione è lunga e di obiettivi ce ne saranno, ora c’è il campionato italiano nel mirino. Non nego che mi piacerebbe anche ritagliarmi lo spazio per indossare la maglia azzurra, magari per i mondiali. Ho già corso in Australia ed è stato fantastico, sarei felice di essere presente ad un appuntamento del genere anche solo per aiutare un capitano.

Giro archiviato, ma Scotti è già un passo avanti

03.12.2023
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Neanche il tempo di festeggiare la chiusura del Giro d’Italia che Fausto Scotti si è rimesso subito all’opera, per la prima delle due tappe del Giro delle Regioni. L’evento di Gallipoli di oggi ha una valenza particolare, ospitando anche la nazionale italiana di Daniele Pontoni (suo successore alla guida tecnica del ciclocross italiano) presente in Puglia per uno stage.

D’altro canto la mente di Scotti è sempre in movimento e i programmi si susseguono a ritmo enorme: «Se vedeste la mia scrivania… Il bello è che anche subito dopo la chiusura del circuito mi arrivano richieste per ospitare tappe del Giro».

Fausto Scotti, da sempre a capo del Giro d’Italia Ciclocross, ora si lancia in una nuova avventura
Fausto Scotti, da sempre a capo del Giro d’Italia Ciclocross, ora si lancia in una nuova avventura
Come giudichi quest’edizione del Giro?

Non posso che essere soddisfatto, i numeri ci hanno ancora una volta premiato. Molti mi chiedono quale sia il segreto della nostra challenge: io credo che sia nella professionalità nostra e dei vari comitati locali. Noi cerchiamo di offrire un circuito diversificato, che propone a ogni tappa di volta in volta un percorso pedalabile o uno più impegnativo. Ora dobbiamo già ragionare sulla prossima edizione: le località che hanno ospitato le 6 tappe hanno chiesto la riconferma, ma ce ne sono anche altre 13 che hanno fatto richiesta…

Il fatto che il Giro si esaurisca nei primi due mesi rappresenta un problema?

Di per sé no, ma allargando il numero di prove dovremo trovare altri spazi. La Federazione autorizza challenge fino a 6 gare, ma noi faremo richiesta per averne 8. Vogliamo provare a dare risposte alle società, agli sponsor e a tutti coloro che investono in questo movimento e che non possono essere trascurati. Il problema però è più profondo…

La rassegna rosa ha offerto tracciati molto diversi fra loro, alcuni più tecnici, altri molto semplici (foto organizzatori)
La rassegna rosa ha offerto tracciati molto diversi fra loro, alcuni più tecnici, altri molto semplici (foto organizzatori)
In che senso?

Nel calendario ci sono 55 gare nazionali. Dopo il Covid non si è più tornati indietro: chiunque fa richiesta, la vede accettata. Ma quante di queste gare hanno davvero i titoli per essere nel calendario nazionale? Vogliamo parlare di sicurezza? Dalle società mi arrivano testimonianze assurde, di gare che hanno pochi numeri (ma questo sarebbe il meno), nessuna cura dei percorsi, né dei servizi. Bisogna mettersi in testa che per allestire una gara di livello bisogna investire. Non puoi pensare di avere meno di 250-300 metri di transenne nella zona di arrivo. Poi servono almeno 10 postazioni per i box, messi in sequenza e lunghi dai 15 ai 30 metri. E così via, altri dettagli. Bisogna offrire qualità. A San Colombano c’era un giudice svizzero che organizza gare nazionali nel suo Paese, ci ha invitato da lui per portare la nostra professionalità…

Nel corso della challenge, non tutti hanno realmente seguito l’evolversi del circuito, gareggiando in qualche prova e basta. Questo non intacca il suo valore?

Io non credo, perché noi guardiamo innanzitutto ai numeri e questi ci hanno premiato con centinaia di concorrenti a ogni tappa. Il problema degli elementi di spicco che non lottano per la classifica ha molteplici ragioni. Intanto dopo la prima metà del circuito si sa già chi potrà competere per la vittoria e quindi c’è chi va a cercare gloria altrove. Poi il nostro circuito fatalmente si va ad accavallare con gare internazionali, con le prove di Coppa. Vedi Viezzi, che ha vinto le prime due tappe e poi si è dedicato con grande profitto al massimo circuito mondiale.

Luca Paletti è stato uno dei pochi pro’ che ha affrontato la challenge con continuità (foto organizzatori)
Luca Paletti è stato uno dei pochi pro’ che ha affrontato la challenge con continuità (foto organizzatori)
Le sei tappe saranno quindi confermate?

L’orientamento è sicuramente quello. Tarvisio è stata una rivelazione, certamente lontana geograficamente e onerosa, ma ha offerto un’inaugurazione di primissimo livello. Inoltre l’accoppiata con Osoppo è davvero quanto di meglio si possa avere a inizio stagione. Corridonia ha proposto un percorso veloce e tecnico, ora ci hanno chiesto per il 2024 di poter ospitare la tappa finale. Follonica è ormai una classica, un percorso unico che può essere seguito con lo sguardo nella sua interezza, credo anzi che ci si possa davvero investire sopra per un grande evento. Cantoira ha molto da offrire, soprattutto nella formula nuova che abbiamo congeniato quest’anno togliendo in due drittoni in salita. San Colombano è stata la degna chiusura: una gara rivoluzionata che ha stupito tutti.

E ora si è già ripartiti…

Con il Giro delle Regioni volevamo raccogliere un po’ delle richieste messe da parte nella costruzione del Giro d’Italia, ma non ci sono spazi nel calendario, quindi abbiamo proposto due tappe, quella pugliese e Roma a inizio gennaio. Il nostro progetto però va oltre, è molto ambizioso. Noi vogliamo allestire una gara in almeno 6 regioni, invitando i Comitati regionali e offrendo loro un contributo dai 500 ai 1.000 euro con un montepremi di almeno 20 mila euro. Dovrebbe essere uno stimolo per le categorie giovanili e l’attività locale, ma dobbiamo trovare spazi.

Francesca Baroni, vincitrice della prima tappa a Tarvisio. Poi si è orientata verso le gare estere (foto Billiani)
Francesca Baroni, vincitrice della prima tappa a Tarvisio. Poi si è orientata verso le gare estere (foto Billiani)
Il Giro delle Regioni è al secondo anno, ma anche questa quindi è un’edizione sperimentale.

Per quest’anno abbiamo ricalcato la formula del Giro d’Italia, ma il progetto come detto va molto oltre ed è focalizzato sulle categorie giovanili, infatti inseriremo anche i più piccoli oltre alle categorie per disabili mentali. Possiamo fare tanto, ma la Federazione deve sostenerci non tanto economicamente, quanto dandoci libertà di movimento e mostrando attenzione nella compilazione del calendario. Mi permetto di dare un suggerimento: servirebbe un delegato tecnico con competenza sui percorsi, che li ispezioni con anticipo e consigli le migliorie necessarie. Far crescere il movimento passa da queste decisioni…

Il Giro di cross chiude nel segno di Folcarelli

27.11.2023
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La novità dell’inserimento del GP Valfontanabuona in Liguria ha chiuso i battenti della 15esima edizione del Giro d’Italia di ciclocross. Un’edizione serrata, con due blocchi di gare ogni domenica, 3 a ottobre e 3 a novembre, che nel corso del loro sviluppo hanno portato a gareggiare tutto il meglio del movimento. Pochi però sono stati coloro che non hanno guardato alle singole tappe ma all’intero sviluppo della challenge. Fra questi Antonio Folcarelli.

Foto di gruppo per i vincitori della challenge, chiusasi in Liguria dopo 6 prove
Foto di gruppo per i vincitori della challenge, chiusasi in Liguria dopo 6 prove

Centrato l’obiettivo del tris

Il laziale è un cliente affezionato della creatura di Fausto Scotti, aveva già vinto la maglia rosa due volte in passato e ne aveva fatto un suo obiettivo stagionale. Due volte vincitore, a Corridonia e Cantoira e sempre sul podio, era già sicuro del successo prima della tappa finale di San Colombano Cernetoli: «Gara dura, dove Bertolini e Agostinacchio sono partiti forte insieme a Leone, io sono riuscito a riprendere quest’ultimo e poi ho pensato a chiudere sul podio per mantenere una certa continuità e legittimare ancor di più la mia maglia rosa».

La challenge era un obiettivo non solo per lui: «Ci teneva molto mio padre e anche tutto il team – afferma il figlio di Massimo Folcarelli, pluricampione del mondo master e titolare del team Race Mountainne avevamo fatto un appuntamento focale nella stagione, per questo già alla prima prova ero abbastanza preparato. Credo che la mia sia stata la vittoria della continuità, anche se ho visto che col passare delle settimane la mia condizione è andata sempre in crescendo».

Per Folcarelli è la terza vittoria al Giro d’Italia, dopo quelle del 2018 e 2019 (foto organizzatori)
Per Folcarelli è la terza vittoria al Giro d’Italia, dopo quelle del 2018 e 2019 (foto organizzatori)

In difesa dei biker

Folcarelli ha tenuto fede alle sue caratteristiche, quelle di un ciclocrossista figlio diretto della mountain bike, che privilegia i percorsi più altimetricamente duri, agilità e forza si mixano alla perfezione: «Tarvisio e Cantoira sono stati i miei percorsi preferiti, non è un caso se si pedalava in montagna, attraverso quelle caratteristiche che mi esaltano. Io preferisco i tracciati dove si fa selezione, quelli più veloci, dove conta quasi esclusivamente il ritmo non fanno molto per me. In Liguria era un po’ così, ma era anche un percorso insidioso, bisognava essere molto attenti nella guida».

La formula del circuito e delle gare favorisce chi viene dalla Mtb? Il ciclocross si è sviluppato negli ultimi anni soprattutto grazie all’interesse degli stradisti, significa che gli equilibri si sono spostati? «Dipende da quel che si intende. Molti pensano che il calendario si concilia meglio con chi gareggia in mtb piuttosto che su strada, ma a guardare meglio ci si accorge che non è così, considerando che nella mountain bike si finisce a ridosso della stagione del ciclocross e quando questa finisce ci sono già eventi importanti nelle ruote grasse, soprattutto in Italia. E’ importante saper trovare i propri spazi per il riposo, che tu sia stradista o biker. Io mi sono fermato una decina di giorni prima di salire su una bici da ciclocross».

Per Eva Lechner un ritorno al successo che fa ben sperare, battendo in un acceso duello la rientrante Corvi
Per Eva Lechner un ritorno al successo che fa ben sperare, battendo in un acceso duello la rientrante Corvi

Il sogno della maglia azzurra

La stagione del laziale, che continua a dividere la sua attività ciclistica con il lavoro al banco del mercato insieme al padre, continua ora con il Giro delle Regioni, la nuova creatura di Scotti: «Ma mi attendono anche le due tappe finali del Mastercross, sono secondo in classifica e chissà che non riesca a fare doppietta, sarebbe un bel passaggio della mia carriera. Poi sarò alla Coppa del Mondo a Vermiglio dove vorrei farmi vedere, anche per agguantare una maglia della nazionale che, per chi fa quest’attività, deve sempre essere l’obiettivo, anche se lontano».

A San Colombano il Giro ha proposto un vero antipasto dei campionati italiani, ben poche infatti le assenze. Nella gara open la vittoria se la sono giocata Bertolini e Agostinacchio e alla fine è stato il valdostano della Tsa Tre Colli a vincere con uno sprint di potenza sfruttando l’ingresso davanti nella prima curva. A Folcarelli il terzo posto condito dalla vittoria nella classifica generale davanti a Cafueri, primo fra gli Under 23 pur dopo una prestazione leggermente in calo rispetto alle altre.

Lo sprint vincente di Agostinacchio su Bertolini: un antipasto dei campionati italiani? (Foto organizzatori)
Lo sprint vincente di Agostinacchio su Bertolini: un antipasto dei campionati italiani? (Foto organizzatori)

Un altro figlio d’arte…

Sfida a due anche fra le donne, fra Lechner e Corvi, le punte di due generazioni differenti e alla fine è stata la più matura altoatesina a spuntarla mentre dietro Gariboldi ha pensato a difendere la maglia rosa dall’assalto di Borello, che alla vigilia era dietro di soli 2 punti e questa era l’unico esito davvero in bilico della challenge. Fra gli juniores maglia rosa per Giacomo Serangeli e Giada Martinoli, ma attenzione a un nome nuovo che arriva dagli allievi, quello di Patrik Pezzo Rosola. Se buon sangue non mente…

Il Giro d’Italia rilancia Gariboldi, ora impiegata a tempo pieno

21.11.2023
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Due giorni intensi di ciclocross, segnati dalla vittoria a Cantoira (che le ha dato il primo posto provvisorio al Giro d’Italia) e dal terzo nella prova internazionale di Torino, poi il lunedì mattina puntuale al lavoro. La routine di Rebecca Gariboldi nel periodo invernale è questa, segnata dai nuovi ritmi imposti dall’impiego all’ufficio marketing della Pierer Mobility AG, colosso austriaco delle due ruote proprietario di marchi come Ktm, Husqvarna e Felt.

Da qualche mese Rebecca è impegnata a tempo pieno nel mondo del lavoro, dopo aver conseguito nel novembre 2022 la laurea magistrale in marketing.

«I miei ritmi di vita sono profondamente cambiati – racconta – anche se da parte dell’azienda c’è massima comprensione, perché sono nei quadri sia come impiegata sia come atleta. E’ chiaro però che questo influisce anche perché sono al lavoro full time e la cosa mi piace molto, ma mi impone grandi sacrifici anche per trovare il tempo per allenarmi, cosa che faccio normalmente nella pausa pranzo».

Secondo successo stagionale per la monzese Gariboldi, che sale così in testa alla classifica del GIC (foto organizzatori)
Secondo successo stagionale per la monzese Gariboldi, che sale così in testa alla classifica del GIC (foto organizzatori)

Un’estate (quasi) senza gare

Gariboldi ci ha messo tempo per abituarsi: «Quest’estate non ho praticamente mai gareggiato, perché il lavoro richiedeva tutte le mie energie fisiche e mentali e all’inizio dell’annata di ciclocross questo si è visto. Mi sono allenata molto, ma quando non sei abituata a gareggiare la differenza si vede, ci vuole tempo per riacquisire il passo gara. Le prime gare non sono andate bene, lo so e pur non preoccupandomi proprio perché ne conoscevo la causa, non potevo certo essere contenta. Gareggiando ho ripreso il ritmo e i risultati si vedono».

A Cantoira, dove il Giro d’Italia è tornato dopo quattro anni, Gariboldi ha colto la sua seconda vittoria consecutiva nella challenge salendo al comando della classifica: «Era una gara impegnativa ma disegnata esattamente come piace a me, con tanta tecnica e dislivello. Io non amo i tracciati semplici e filanti, voglio far fatica e attraverso quella fare la differenza. Sentivo che avevo sensazioni buone, sono andata avanti a un ritmo regolare, ma ci si è messa la sorte a rendermi il tutto più difficile».

Il percorso di Cantoira si è rivelato piuttosto selettivo soprattutto per la sua altimetria (foto organizzatori)
Il percorso di Cantoira si è rivelato piuttosto selettivo soprattutto per la sua altimetria (foto organizzatori)

Weekend a due facce

Al secondo giro, quando già iniziava a fare la differenza, la portacolori del Team Cingolani ha dovuto fermarsi per un inconveniente alla sua Felt FX.

«Ho dovuto cambiare bici due volte nel corso dello stesso giro – spiega – e così mi sono ritrovata a inseguire quando già avevo speso. Sono comunque rientrata sulla testa della corsa e nel penultimo giro ho attaccato, ma quella fatica mi è rimasta nelle gambe. Sapendo che il giorno dopo c’era un’altra gara, avrei preferito un andamento più regolare».

Il giorno dopo infatti le ha ritrovate tutte a Torino e le sue avversarie Lechner e Borello si sono prese la rivincita: «Non avevo recuperato completamente – ammette Gariboldi – e sentivo la fatica, soprattutto sui rilanci, così la Lechner nei tratti più tecnici è riuscita a fare la differenza. Il weekend mi ha comunque portato al primo posto della classifica del Giro e chiaramente ora farò di tutto per difendere il primato nella prova finale di domenica a San Colombano Cernetoli».

Martinoli (numero 208, al fianco di Alice Papo) è la sorpresa di questa edizione fra le junior (foto organizzatori)
Martinoli (numero 208, al fianco di Alice Papo) è la sorpresa di questa edizione fra le junior (foto organizzatori)

Mondiale, sogno o realtà?

Resta aperta anche l’opzione estera, in un calendario ancora in completo divenire: «Gli impegni lavorativi mi hanno costretto ad andare avanti un po’ alla giornata – dice Rebecca – infatti non ho programmato nulla. Ho già fatto un paio di gare in Svizzera, vedremo se riuscirò a farne qualche altra in particolare in Belgio. Una stagione senza gare nella patria del ciclocross non è la stessa cosa…».

La trasferta estera sarebbe importante anche per trovare spazio in nazionale, il sogno di una convocazione mondiale a tre anni di distanza dall’ultima volta c’è sempre: «Chi fa questa specialità ai vertici non può non puntarci – dice – ma bisogna guadagnarsi la maglia e ora per me è ancora più difficile visto il tempo relativo a disposizione. Ma è chiaro che ci proverò, sarebbe importante anche per la mia società di appartenenza e per la mia azienda».

Per Antonio Folcarelli seconda vittoria nella challenge, stavolta con la maglia rosa indosso (foto organizzatori)
Per Antonio Folcarelli seconda vittoria nella challenge, stavolta con la maglia rosa indosso (foto organizzatori)

Verdetti quasi tutti scritti

Per la monzese la conquista del simbolo del primato si giocherà tutta nell’ultima tappa considerando che ha appena 2 punti di vantaggio sulla portacolori del DP66 Carlotta Borello. Nelle altre categorie sembra invece già tutto deciso: fra le junior comanda nettamente Giada Martinoli (Alé Cycling Team), fra i pari età maglia pressoché assegnata a Giacomo Serangeli (DP66) stante il dirottamento del compagno di colori Viezzi verso la Coppa del Mondo. Fra gli Open Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli) ha messo quasi il sigillo alla vittoria con il secondo successo di tappa, anche lui prima di tornare al lavoro lunedì mattina…

Il Giro promuove Cafueri: «CX e strada? Non scelgo…»

14.11.2023
5 min
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Riguardando quella maglia bianca, linda e pulita e confrontandola con il tanto fango incontrato lungo il percorso di Follonica, a Tommaso Cafueri sono tornate in mente le immagini dell’europeo della settimana precedente. Era la sua prima uscita nella nazionale come under 23, era partito con tante ambizioni ed era finito indietro: 27° a 4’33” dal vincitore Jente Michels. Il portacolori della DP66 si è rifatto, ritrovando il sorriso dopo aver battagliato a lungo contro gli elite conquistando il simbolo del primato di categoria al Giro d’Italia.

Per Cafueri è un risultato importante, che conferma soprattutto la sua dimensione di corridore multidisciplinare e parlando con lui si nota come vada abbastanza contro quella tendenza di cui si era discusso con il patron del Giro ed ex cittì Fausto Scotti, ossia l’intenzione degli stessi ragazzi, influenzati o meno dai team, di privilegiare la strada.

Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)
Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)

I consigli del preparatore

«Io ci tengo troppo al ciclocross, ne sono innamorato – spiega – e anzi ho scelto il mio nuovo team per la strada, per approdare fra gli U23, mettendo in chiaro che volevo continuare a fare la doppia attività. Per fortuna non ci sono state voci contrarie, sono stato accontentato e questo mi ha dato una nuova carica». Cafueri, è notizia proprio di queste ore, va a rinforzare il roster della Zalf Euromobil Desirée Flor e il fatto che la sua doppia attività sia stata ben accettata è un segnale importante.

A differenza di tanti altri, Cafueri ha sfruttato la parte finale della stagione su strada proprio pensando all’attività invernale: «Mi sono preso un periodo di pausa ad agosto proprio per non arrivare troppo affaticato all’inizio di stagione – dice – le gare della seconda parte le ho affrontate pensando all’inverno, pur senza trascurare il risultato. Mi fido molto del mio preparatore Enrico Licini di 4Perfomance e i risultati ci danno ragione, infatti continuerà a seguirmi anche nella nuova avventura del 2024».

L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo
L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo

Follonica come il Grande Nord

Il cambio di categoria si fa sentire? «Sicuramente. Agli Europei la gara è durata oltre 56 minuti, è un po’ diverso rispetto a quanto ero abituato e ci vuole tempo per ricalibrarsi. Negli ultimi due giri ero davvero a corto di energie e sono quei due giri che cambiano tutto. Enrico comunque mi ha rassicurato, è solo questione di abitudine».

Proprio l’esperienza francese gli ha dato però lo spunto per capire quanto cambia il ciclocross appena si varcano i confini nazionali: «I percorsi cambiano molto, ma io non sarei così critico nei confronti italiani, ci stiamo avvicinando soprattutto in certe occasioni. Lo stesso tracciato di Follonica con tutto quel fango è diventato estremamente duro e all’altezza dei tracciati in Belgio e Olanda: si correva tanto a piedi. E’ chiaro che lì il fango è quasi un “must”, in Italia c’è più varietà, ma molti percorsi rispecchiano il vero ciclocross».

Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)
Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)

Tutto è nato su una mtb

Tracciati che Cafueri dimostra di gradire, come si è visto a Follonica: «Nel primo giro sono anche rimasto davanti per un po’, poi siamo andati via in 4, con Ceolin, Folcarelli e Cominelli. Io a un certo punto ho preferito non rispondere ai continui attacchi degli altri e andare col mio passo, pensando soprattutto alla maglia bianca. Essere primo in classifica è bello, a questo punto credo che proverò a difendere il primato sin dalla prossima tappa a Cantoira».

A questo punto però la domanda viene spontanea: Cafueri è più un ciclocrossista o uno stradista? Intanto si è appena saputo che nel 2024 correrà su strada con la Zalf, ma l’interrogativo resta.

«Me lo chiedono in tanti, per ora direi ciclocrossista in base alla mia storia. Io avevo iniziato con la mtb, poi dopo la categoria allievi mi hanno spinto a provare su strada e mi sono trovato subito bene, con qualche piazzamento il primo anno da junior e un secondo anno di livello maggiore con una vittoria al Giro del Veneto e il successo al Trofeo Commercio Industria e Artigianato a Rignano sull’Arno. Su strada mi sto ancora scoprendo, vado bene in salita e sul passo e sono anche abbastanza veloce, ma devo imparare tanto».

Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)
Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)

Gli specialisti del fango

Intanto a Follonica avevamo lasciato tre in lotta per il successo e la gara grossetana ha riportato in auge Cristian Cominelli, davanti ad Antonio Folcarelli sempre più in rosa, con Cafueri terzo. Un ritorno ai vertici anche fra le donne grazie a Rebecca Gariboldi, in crescita di condizione e che come Cominelli si esalta nelle condizioni di gara estreme, da ciclocrossista tipica, impedendo così la doppietta alla Cycling Café vista la piazza d’onore della Bulleri, mentre la terza, Lucia Bramati si è consolata con la conferma del simbolo del primato.

Corridonia conferma: è Viezzi lo junior di riferimento

16.10.2023
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Se nelle categorie Elite il Giro d’Italia di ciclocross continua a proporre nomi sempre diversi, fra gli junior finora non c’è stata storia. Anche a Corridonia, dopo le due tappe nel Nord-Est nella gara allestita dal Bike Italia Tour con la collaborazione del Ciclo Club Corridonia e la supervisione dell’ASD Romano Scotti, Stefano Viezzi ha messo tutti d’accordo. Non può essere considerata una sorpresa, visto che già lo scorso anno il friulano era stato in nazionale e Pontoni aveva dimostrato di credere molto in lui soprattutto dopo i problemi riscontrati con i ragazzi del secondo anno.

Viezzi ha proseguito di slancio rispetto a quanto mostrato lo scorso anno ed è pronto a prendersi le sue soddisfazioni: «Finora ho affrontato tre gare davvero bellissime, organizzate alla perfezione. Volevo farmi trovare pronto per i primi appuntamenti dell’anno, tenevo a questa challenge e a questo punto la maglia rosa è diventata un obiettivo, infatti a novembre seguirò la seconda parte del circuito per difenderla».

Per Viezzi terza vittoria in tre gare al Giro, un inizio fulminante e promettente (foto Lisa Paletti)
Per Viezzi terza vittoria in tre gare al Giro, un inizio fulminante e promettente (foto Lisa Paletti)

Sulle orme della sorella

Stefano è un classe 2006 e non è approdato al ciclocross per caso: «Ho seguito le orme di mia sorella Elisa, di due anni più grande e che ora ha smesso. Ho iniziato proprio in base al suo esempio nelle gare promozionali e mi sono così divertito che ho continuato soprattutto nel ciclocross, la mia specialità preferita».

Preferita ma non la sola, perché Viezzi è uno che spazia molto, un vero ciclista multidisciplinare: «D’estate corro sia su strada che in mtb, ma quest’anno ho privilegiato la prima perché ho visto che ottenevo buoni risultati con il Team Tiepolo. Sono stato 3° di tappa al Giro del Veneto, ho ottenuto molti piazzamenti anche se non sono riuscito a vincere. Poi nel finale di stagione mi sono concentrato più sulla preparazione per il ciclocross».

Il friulano alterna d’estate mtb e strada, ma ora predilige quest’ultima (foto Instagram)
Il friulano alterna d’estate mtb e strada, ma ora predilige quest’ultima (foto Instagram)

Europei, una vera scommessa

Pontoni non ha fatto mistero di puntare molto su Viezzi, che ha visto crescere alla DP66 e già lo scorso anno ne ha fatto una colonna portante della nazionale. Il friulano guarda con grande curiosità alla sua stagione internazionale: «Sinceramente non so quale possa essere il mio livello, per questo non mi sono posto particolari obiettivi. Arriveremo agli europei senza un vero test, una prova di Coppa del mondo nella quale avere un primo approccio, ma il calendario è questo e bisogna adeguarsi».

A dispetto di quel che potrebbe sembrare, Viezzi è ripartito anche per rifarsi di una stagione di ciclocross che non lo aveva soddisfatto del tutto: «Era stata un’annata piena di alti e bassi, ci sono rimasto molto male ai mondiali dove ho avuto molta sfortuna, potevo piazzarmi bene. Diciamo che è un po’ questa la mia aspirazione, essere nelle prove titolate e migliorare i riferimenti dello scorso anno, quando ho avuto la possibilità di accumulare tanta esperienza».

Stefano agli europei dello scorso anno. Ora punta almeno a un posto fra i primi 10
Stefano agli europei dello scorso anno. Ora punta almeno a un posto fra i primi 10

Il gioco di squadra alla DP66

A Corridonia Viezzi ha colto la sua terza vittoria, in verità più sofferta rispetto alle due precedenti: «Non sono partito bene e mi sono ritrovato indietro. Il percorso marchigiano era infido, sembrava facile ma aveva tante curve in contropendenza dove una caduta era un rischio molto alto. Nel secondo giro ho recuperato e poi ho forzato ritrovandomi da solo ma sempre con un vantaggio molto risicato. Ho cercato di tenere per non farmi riprendere, sono stati bravissimi i miei compagni dietro che rompevano i cambi degli inseguitori, così ho ampliato il vantaggio e sono arrivato da solo».

Ora la stagione del ciclocross entrerà nel vivo, ma poi? «Poi credo che continuerò a incentrare la mia attività su strada, ho già definito l’ingaggio con un nuovo team che sarà annunciato a giorni. Voglio continuare a crescere anche lì, ho visto che come passista-scalatore vado piuttosto bene, con una speciale predilezione per le prove a cronometro, soprattutto nelle cronosquadre. Non si vive di solo ciclocross…».

La vittoria di Folcarelli in volata su Paletti e Cafueri, che gli vale la maglia rosa (foto Lisa Paletti)
La vittoria di Folcarelli in volata su Paletti e Cafueri, che gli vale la maglia rosa (foto Lisa Paletti)

Folcarelli e Borello riaprono i giochi

Nella prova maschile Elite di Corridonia l’assenza della maglia rosa Ceolin ha aperto le porte a una battaglia aperta per rientrare in gioco per la vittoria finale. Una battaglia risolta solo sul rettilineo finale a favore di Antonio Folcarelli, il laziale che torna così in auge e si candida anche per un posto in nazionale, davanti a Luca Paletti sempre più brillante dopo la lunga stagione su strada. Un po’ lo stesso discorso fra le donne, con Sara Casasola assente e vincitrice in contemporanea in Svizzera e la maglia rosa Lucia Bramati messa in minoranza dalla DP66 con Carlotta Borello prima allo sprint su Papo e Bramati stessa, ora con soli 3 punti di vantaggio in classifica. Si riparte il 12 novembre a Follonica, un mese a disposizione per ricaricare le batterie e cambiare le gerarchie.

Sara Casasola, ad Osoppo primo esame superato

09.10.2023
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Sono giorni impegnativi per Sara Casasola. Neanche il tempo di esordire nella stagione di ciclocross dominando la seconda tappa del Giro d’Italia, a Osoppo, che è dovuta scappare a casa e tuffarsi sui libri, per l’esame di meccanica razionale che l’attendeva al mattino presto: «Se la gara non era vicino casa non avrei fissato la data dell’esame, invece così alle 16,30 di domenica ero già a studiare. L’esame è andato bene, era il penultimo alla facoltà di matematica, uno dei più difficili».

Per la friulana vittoria e poi di corsa a casa a studiare: l’attendeva un altro esame… (foto Lisa Paletti)
Per la friulana vittoria e poi di corsa a casa a studiare: l’attendeva un altro esame… (foto Lisa Paletti)

Unica specialista?

Per Sara questa è una stagione particolare e alla FAS Airport Services – Guerciotti – Premac lo sanno bene. Con tante protagoniste del ciclocross, Persico in primis, che hanno già detto di voler saltare, parzialmente o del tutto, la stagione tocca alla friulana tenere alto il vessillo italico.

«Praticamente – spiega Casasola – rischio di essere l’unica atleta che farà tutta la stagione. Io punto a ottenere il meglio possibile, ma se qualcuna nel corso dell’anno rientra non potrei che esserne contenta, a cominciare proprio da Silvia».

Anche Casasola viene dalla stagione su strada, stagione che non l’ha soddisfatta appieno nonostante fosse iniziata abbastanza bene.

«Sono arrivata a luglio e al Giro d’Italia senza le buone sensazioni che speravo. Il Giro non mi ha soddisfatto, inoltre ho iniziato a soffrire di asma, così d’accordo con la società, ho preso un periodo di stacco. Dopo ho corso pensando molto a quel che mi attendeva nel ciclocross, per farmi trovare pronta. Ho gareggiato all’Emilia, volevo fare anche la Tre Valli Varesine ma ho preso un virus intestinale. Sinceramente, visto come sono andate le cose, potevo iniziare il ciclocross anche prima».

Su strada la friulana ha corso con la Born to Win G20 Ambedo, ma nel 2024 vuole fare molto meglio (foto Rosa)
Su strada la friulana ha corso con la Born to Win G20 Ambedo, ma nel 2024 vuole fare molto meglio (foto Rosa)

Strada, seconda chance

Al di là di buoni piazzamenti al Ponente in Rosa e alla vittoria nella classica della montagna al Tour de Feminin, i suoi risultati non sono paragonabili a quelli del ciclocross.

«Lo so – spiega Sara – in questo momento mi vedo più nell’attività fuoristrada, ma vorrei ottenere di più durante l’anno stradistico, capire qual è il mio livello. Io mi sono impegnata, ma evidentemente ho sbagliato qualcosa. Voglio riprovarci con più convinzione».

Tornando alla gara di Osoppo, Casasola ha dominato, disputando gran parte di essa in solitudine con le avversarie che lottavano per la piazza d’onore e la conquista della maglia rosa: «Era un percorso molto veloce, i passaggi delle categorie precedenti lo avevano abbattuto ancor di più e reso quasi un’autostrada, con poche difficoltà tecniche anche se paradossalmente più impegnativo dal punto di vista della tenuta».

La Casasola ha chiuso con 35″ su Lucia Bramati, nuova maglia rosa del Giro (foto Giorgio De Negri)
La Casasola ha chiuso con 35″ su Lucia Bramati, nuova maglia rosa del Giro (foto Giorgio De Negri)

Ora la Svizzera

Per lei che era appena scesa dalla sua bici da strada, era comunque l’ideale: «Sì, anche perché lavori tecnici ne ho fatti pochi e vedevo che nei rilanci ero un po’ legnosa. La condizione scaturita dalla strada mi ha aiutato nei confronti delle altre che hanno iniziato prima, ma sinceramente non mi aspettavo di fare tanta differenza».

La sua comparsata al Giro d’Italia resterà per l’appunto tale, almeno in ottobre: «Mi aspettano alcune prove in Svizzera dove ho visto che il livello è già qualificato. Sono test internazionali che mi servono per capire a che punto sono e che cosa posso aspettarmi. Quest’anno faremo un calendario molto improntato sull’estero».

Per la FAS Airport Services – Guerciotti – Premac una domenica con due successi, Casasola tra le elite e Bianchi tra le junior (foto Giorgio De Negri)
Per la FAS Airport Services – Guerciotti – Premac una domenica con due successi, Casasola tra le elite e Bianchi tra le junior (foto Giorgio De Negri)

Obiettivo: la costanza

Per la friulana saranno test importanti. Lo scorso anno ha iniziato a fare capolino fra le prime 10 anche nelle prove di Coppa del Mondo, si aspetta un ulteriore progresso? «Diciamo che vorrei mostrare continuità a quei livelli, prima a una grande gara ne seguivano due a ritmo ridotto, vorrei che questa sequenza non si ripetesse».

Visto com’è andata a Osoppo, non ha rimpianto di non essere invece a Pieve di Soligo per il mondiale gravel: «A parte il fatto che non era nei programmi, col livello che si è visto in gara sabato, con le stesse protagoniste delle grandi corse su strada, avrei potuto solo essere d’aiuto, senza la minima possibilità di emergere. Ho fatto bene a puntare al ciclocross, per ora è il mio regno».

Per Federico Ceolin seconda vittoria al Giro, ma stavolta la concorrenza era molto qualificata (foto Lisa Paletti)
Per Federico Ceolin seconda vittoria al Giro, ma stavolta la concorrenza era molto qualificata (foto Lisa Paletti)

Ceolin, bis in rosa

Casasola a parte, Osoppo ha confermato come al momento in campo maschile Federico Ceolin faccia la differenza, tanto che neanche la coppia della FAS Airport Services – Guerciotti – Premac con Gioele Bertolini affiancato dal nuovo acquisto Samuele Scappini è riuscito a tenere il suo attacco sin dal secondo giro.

Fra gli juniores bis casalingo per Stefano Viezzi, fra le pari età è emersa Arianna Bianchi, anche lei già orientata verso le gare estere. Domenica a Corridonia, nelle Marche si ricomincia, col rischio che di protagonisti veri ce ne siano sempre meno.

Piton, pronti per il ciclocross… con una novità

03.10.2023
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TRAVAGLIATO – Entrando in Piton ci accorgiamo da subito che è già tempo di ciclocross, a dispetto del sole e di una temperatura che supera i 25 gradi in questo pomeriggio di inizio autunno che sa ancora di estate.

Ad accoglierci è Simone Pitozzi, intento a mettere a un punto un modello da ciclocross firmato Piton. Si tratta di uno dei mezzi messi a disposizione del Team Piton Ciclocross, la cui stagione è ormai pronta a scattare. Ci racconta che i ragazzi della squadra si stanno già allenando in vista del debutto stagionale avvenuto domenica scorsa nel Gran Premio città di Tarvisio. Seppure non ci sia fango, il lavoro da fare è sempre tanto a causa della polvere che in allenamento si infila negli ingranaggi della bicicletta mettendo a dura prova il regolare funzionamento.

Il nostro appuntamento è con Sara Pitozzi, che insieme al fratello Simone e al cugino Marco è alla guida dell’azienda di famiglia. Prima di parlare dobbiamo però aspettare che termini un precedente appuntamento che ci riserverà alla fine del nostro incontro una bella novità in vista del 2024.

Il team Piton è pronto ad affrontare questa nuova stagione di ciclocross
Il team Piton è pronto ad affrontare questa nuova stagione di ciclocross
Prima di parlare della nuova stagione ciclocross, facciamo un bilancio dell’annata passata. Siete stati soddisfatti dei risultati ottenuti?

Assolutamente sì. Abbiamo vinto tantissimo. Fra tutti i successi ottenuti, ci tengo a ricordare le due vittorie di Nicola Azzetti e Francesco Baruzzi a Flero, la nostra gara di casa. Erano presenti tutti i nostri sponsor ed è stato davvero bello vincere davanti a loro.

Archiviata la stagione 2022-2023 siete già proiettati sul nuovo anno con una grande novità legata sempre al ciclocross…

Esatto. Quest’anno ci concentreremo esclusivamente sulla categoria Juniores maschile accantonando esordienti e allievi che sono state le due categorie che abbiamo seguito in tutti questi anni. Volevamo accompagnare nella loro crescita i nostri tre allievi di secondo anno: Francesco Baruzzi, Massimo Savoldini e Luca Zaina che quest’anno debutteranno nella categoria Juniores. A loro affiancheremo tre nuovi innesti, tutti provenienti dalla mountain bike. Si tratta di Adriano Ferreira, Daniele Longoni e Jacopo Palermo. Abbiamo già definito tutto il calendario delle gare che andremo a disputare, a partire dal Giro d’Italia Ciclocross. Si tratta di un calendario impegnativo e di assoluto livello.

Simone Pitozzi insieme al cugino Marco e alla sorella Sara è alla guida dell’azienda di famiglia
Simone Pitozzi insieme al cugino Marco e alla sorella Sara è alla guida dell’azienda di famiglia
Ci saranno delle novità anche a livello di staff oppure sotto questo aspetto non è cambiato nulla rispetto allo scorso anno?

Abbiamo confermato Paolo Zanesi e Nicola Loda nel ruolo rispettivamente di Team Manager e Direttore Sportivo. Da quest’anno entrerà nello staff anche Nadia De Negri, mamma del nostro Luca Zaina (figlio dell’ex professionista Enrico Zaina, ndr), che metterà a disposizione dei nostri ragazzi la sua esperienza di biker di altissimo livello. Sono davvero contenta che Nadia sia entrata a far parte della nostra squadra.

Il Team Piton Ciclocross si è sempre distinto per non far mancare nulla ai propri atleti. Sarà così anche quest’anno?

Certamente! Io dico sempre che i nostri ragazzi sono coccolati dalla A alla Z. Non gli facciamo mancare nulla. Hanno il meglio che possano desiderare sia in gara che fuori. A loro non spetta altro che allenarsi bene e gareggiare mettendoci il massimo dell’impegno. Quest’anno potranno contare sul nostro modello top di gamma per il ciclocross. Si tratta della Cross CX. Telaio in carbonio, cerchi in carbonio e gruppo Shimano GRX.

Sara Pitozzi con lo staff della V Cycling Academy di Villongo
Sara Pitozzi con lo staff della V Cycling Academy di Villongo
Il 2024 porterà con sé anche una bella novità, come ci è sembrato di capire dall’appuntamento che ha anticipato la nostra chiacchierata di oggi. Possiamo avere qualche piccola anticipazione?

Nel 2024 collaboreremo con il V Cycling Academy di Villongo, una nuova realtà ciclistica della provincia di Bergamo. Hanno 8 esordienti e 8 allievi. Per noi si tratta di un “quasi” debutto su strada in queste due categorie. In passato abbiamo fatto delle piccole collaborazioni ma questa volta siamo di fronte ad un progetto ambizioso e ben strutturato che siamo felicissimi di supportare. Hanno delle bellissime idee che vogliono portare avanti per far crescere i loro ragazzi.

Traspare dal tono della voce una certa emozione per questa nuova avventura…

Effettivamente è così. Quando i dirigenti del V Cycling Academy sono venuti a presentarci il loro progetto siamo rimasti positivamente colpiti dalla loro idea e dal loro entusiasmo. All’inizio avevo qualche timore. Si trattava infatti per noi di un passo importante. In quel momento è stato fondamentale il supporto di mio papà che mi ha spinto a crederci. Come dicevo, si tratta di un progetto nuovo e a me piacciono le novità. Sono infatti convinta che bisogna sempre andare avanti e non fermarsi mai. 

Piton