Si fa in fretta a passare oltre, il più delle volte è necessario. Mentre il Giro d’Italia chiude la parentesi ungherese e prepara il ritorno a casa, Aru si gode gli ultimi giorni in Sardegna. Fabio non ne ha corsi tanti, appena quattro, eppure il suo nome resterà legato alla corsa rosa per il bello mostrato e quello che sarebbe potuto essere. Oggi, a distanza di otto mesi dall’ultima gara, il ragazzo che lasciò Villacidro per rincorrere i suoi sogni è un uomo sereno, che proprio dalla sua isola ha deciso di ripartire. Lo ha fatto pedalando con i cicloturisti del Giro di Sardegna e riscoprendo un territorio dato spesso per scontato. Lo stesso che accadde a Visconti, prima di ritrovare i colori della Sicilia lungo le rotte della Sicily Divide.
«L’anno scorso – racconta Aru – prima ancora che smettessi e dicessi di volerlo fare, l’organizzatore Tonino Scarpitti mi mandò una mail per chiedermi se volessi fare da testimonial. Parlammo di tutto e solo dopo io diedi l’annuncio del ritiro. Ci andai lo stesso, ma come presenza incostante, perché volevo capire di cosa si trattasse. Si correva a ottobre e mi trovai molto bene. E così, vista la voglia di avermi ancora a bordo, quest’anno ci sono tornato».


Tutti i giorni in bici
Le immagini pubblicate sui social parlavano di vacanza e belle giornate in bicicletta: gli amatori davanti a correre, il campione dietro a curare le pubbliche relazioni.
«Il Giro di Sardegna era a tutti gli effetti una gara – conferma – ma io mi sono ben guardato dal correre ed ero fuori classifica. E’ stata un’esperienza molto positiva, anche se l’ultimo giorno, è venuto a mancare un signore. Sono state ore difficili, poi la famiglia ha chiesto che la gara continuasse. C’è stata una piccola celebrazione, un momento toccante. E poi per il resto, partecipando alla formula cicloturistica, ho visto più posti adesso che negli ultimi trent’anni. In aggiunta ho avuto modo di passare una giornata con le ragazze del team Pink Flamingos. Sono guarite dal cancro e organizzano anche un raid che collega le oncologie della regione. Mi piace stare in mezzo alla gente…».
Il rapporto con i tifosi e gli amatori, dice Aru, va coltivato più di quanto di solito si faccia Al Giro di Sardegna, anche Iuri Chechi, ormai un vero corridore (foto Instagram) Fra gli incontri più belli, quello con le Pink Flamingos, sopravvissute al cancro e attive nella promozione (foto Instagram)
Il rapporto con i tifosi e gli amatori, dice Aru, va coltivato più di quanto di solito si faccia Al Giro di Sardegna, anche Iuri Chechi, ormai un vero corridore (foto Instagram) Fra gli incontri più belli, quello con le Pink Flamingos, sopravvissute al cancro e attive nella promozione (foto Instagram)
E’ bello avere il tempo per farlo…
Ne ho di più, è vero. La mia idea per il futuro è di tornare qui per un paio di mesi all’anno. I sardi vedono il mare come una cosa bellissima, ma anche come un ostacolo per gli spostamenti. E così spesso ci si dimentica dei posti bellissimi che abbiamo a due passi da casa…
Sembra di sentire il racconto di Visconti.
Ma lui, per quello che ho letto, ha fatto un giro lunghissimo. Io parlo di posti vicini, che si danno per scontati e che comunque ho lasciato per fare il corridore.
Che sensazioni ti ha dato dover risalire in bici ogni giorno per questo Giro di Sardegna?
Mi sono sempre mantenuto in allenamento (sorride, ndr), solo che se prima facevo 30-35 ore di bici a settimana, adesso ne faccio 10. Un terzo, più o meno. Il fatto di non averla mollata completamente mi ha permesso di essere in grado di reggere questa settimana di tappe. La bilancia segna un più 6 rispetto al peso forma, ma devo dire che non si vedono. E comunque sono stato contento di poter pedalare tutti i giorni seguendo una routine, visto che anche la risposta di chi c’era è stata entusiasta.


Come sei stato accolto dalla tua gente?
Molto bene. A parte questa esperienza, ero già tornato due volte. Ci sono stati due step ben precisi. Il primo periodo è stato tutto nel segno delle domande. «Come mai? Sei sicuro? Sei ancora giovane, potresti continuare…». Dopo 7-8 mesi la mia scelta è stata digerita. Si sono abituati al mio nuovo ruolo e anche io sto cominciando a farlo.
Quindi come la prenderanno ora che annuncerai il tuo ritorno con la Bardiani?
Ho già dato, grazie, ma sai che facce farebbero… (si mette a ridere fragorosamente, ndr). Mi piace la vita che faccio. Vado in giro, ma non come prima. Passo del bel tempo con la famiglia. Sto bene.
Sei testimonial di Specialized e di Assos, altre novità sono in arrivo…
C’è anche Ekoi, con cui collaboro anche da prima. Ho passato giusto qualche giorno a non fare nulla, poi mi sono rimboccato le maniche. Avevo già in mente di dedicarmi a quello che sto facendo. La mia nuova vita è fatta di giornate impegnate, la normalità è averle tutte piene. Con la differenza che ora posso permettermi di arrivare la sera sfinito, perché il giorno dopo non ho l’allenamento o la corsa.
Aru iniziò sulla mountain bike e poi spiccò il volo: fra questi bambini quanti sognano di seguirlo? Il Giro di Sardegna è gara, ma anche cicloturismo e promozione con i più piccoli
Aru iniziò sulla mountain bike e poi spiccò il volo: fra questi bambini quanti sognano di seguirlo? Il Giro di Sardegna è gara, ma anche cicloturismo e promozione con i più piccoli
Il tuo ruolo è quello di partecipare a eventi per conto dei marchi che rappresenti?
Diciamo che sarò presente più spesso nel mondo amatoriale che nel professionismo. Da giugno mi vedrete alle prove delle Specialized Granfondo Series. Non ero a quella di Bra, proprio per la concomitanza con il Giro di Sardegna. Ma farò le altre. La Ganten Mont Blanc a Courmayeur, Sestriere-Colle delle Finestre e la Tre Valli Varesine. Oltre alla Assietta Legend e la Hero in mountain bike. Insomma, devo allenarmi…
Così buttiamo via quei 6 chili di troppo?
La gente dice che è impossibile, ma mi sono pesato ed ero a più 6 a fine Giro di Sardegna. Avevo messo in preventivo di cambiare taglia, ma evidentemente un professionista in attività è davvero magrissimo, così entro ancora nella small (ride, pericolo scampato, ndr).
Avete comprato casa in Sardegna?
No, siamo a Villacidro a casa dei miei. Abbiamo sistemato l’ultimo piano e così abbiamo il nostro appartamento.
Quali sono i posti bellissimi che hai scoperto?
Oltre alla gara, sono stato a fare degli shooting fotografici con Assos. E mi ha colpito la zona a sud, da Cagliari, Pula, Chia, il Pan di Zucchero. Tuerredda, che si trova 20 chilometri dopo Pula, mi lascia sempre senza parole. Mentre per vedere il tramonto più bello, il posto è Masua. Ai primi di maggio, la mattina alle 9 si usciva già in maniche corte. In Sardegna può piovere qualche giorno, ma da aprile a ottobre, è… vacanza! Il mese più bello però è settembre, meno caotico rispetto a luglio e agosto, con colori e clima spettacolari.
Due passi sul bagnasciuga di Tuerredda per Aru, alla riscoperta delle sue zone Ad aprile si faceva già il bagno nella spiaggia di Porto Taverna Il tramonto sul Pan di Zucchero di Masua è uno degli scenari più suggestivi (foto Warunga Beach Club)
Due passi sul bagnasciuga di Tuerredda per Aru, alla riscoperta delle sue zone Ad aprile si faceva già il bagno nella spiaggia di Porto Taverna Il tramonto sul Pan di Zucchero di Masua è uno degli scenari più suggestivi (foto Warunga Beach Club)
E il Giro d’Italia?
Quando correvo, se al mattino mi allenavo, il pomeriggio era dedicato al divano e alle corse. Ora magari vado in bici, ma poi ho cose da fare. Mi capita di vederle, vedrò delle tappe, ma questa nuova vita mi piace molto. Sono molto soddisfatto. Ognuno deve essere portato per quello che fa e a me piace stare a contatto con la gente, che investe e tiene in piedi il mercato della bicicletta. Lo capisci dopo, perché quando corri non te ne accorgi. Invece stare in mezzo a loro è una bella scuola…
Sembra quasi un consiglio per i tuoi ex colleghi.
Intendiamoci, lo so bene che il tempo è sempre poco e si preferisce curare al massimo le cose che ci sono da fare. Ma è anche vero che partecipiamo al minimo indispensabile. Ti invitano e quasi ti girano le scatole. Eppure ogni tanto concedersi di più farebbe davvero bene.