Per Ponomar un anno complicato, ma Peschi ci crede ancora

25.08.2025
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I risultati non dicono sempre tutto. Prendiamo ad esempio la stagione di Andrii Ponomar e della Petrolike. In particolare la presenza della squadra messicana alla Volta a Portugal che già di per sé è una gara atipica, articolata su 10 giorni, una delle più lunghe in assoluto al di fuori dei grandi giri. Guardi il cammino del team, noti che l’ucraino è uscito di gara dopo 5 tappe e pensi che sia stato un altro capitolo negativo della sua carriera. Nulla di più sbagliato, ma per capirlo bisogna ascoltare, conoscere.

La squadra messicana al via della Volta a Portugal. Ponomar si era messo in luce nella prima parte
La squadra messicana al via della Volta a Portugal. Ponomar si era messo in luce nella prima parte

Al ritorno dal Portogallo Andrea Peschi, diesse alla guida dell’ammiraglia nell’occasione lusitana, fa il punto e traccia un bilancio che, per il team, è positivo e illuminato dal successo di tappa dell’immancabile Jonathan Caicedo: «E’ una gara impegnativa, dove ci sono quasi tutti i giorni dai 35 ai 40 gradi, un caldo pazzesco. E dove le squadre portoghesi vanno molto forte, perché in base a risultati che fanno durante la Volta ao Portugal dipende tanto il loro sopravvivere, il budget che avranno. Noi è il secondo anno che partecipiamo, è andata bene sotto certi punti di vista perché abbiamo vinto la tappa più importante con Jonathan e abbiamo chiuso settimi in classifica con Cadena».

Non tutto però ha funzionato a dovere…

Effettivamente dall’altro lato della medaglia c’è che l’abbiamo terminata in 3 sui 7 con i quali siamo partiti. Due ragazzini giovani alla lunga sono crollati e Ponomar che era uno dei corridori sui quali puntavamo ha fatto una bruttissima caduta in discesa, fortunatamente senza gravi conseguenze. Peccato, perché sembrava essere in condizione, aveva anche tentato una bella fuga solitaria nella seconda frazione e ci avrebbe fatto divertire con il passare dei giorni.

L’ucraino sul podio del Giro dell’Appennino, chiuso al secondo posto dietro Ulissi
L’ucraino sul podio del Giro dell’Appennino, chiuso al secondo posto dietro Ulissi
Proprio a proposito di Ponomar, si era detto all’inizio stagione che chiamarlo era un po’ una scommessa per rilanciare un atleta che ha un indubbio talento. Finora come stanno andando le cose?

Non è stato molto fortunato. Ha fatto due o tre brutte cadute, fortunatamente con conseguenze poi limitate, ma questo ha fatto sì che non si potesse esprimere come avrebbe dovuto, sfruttando tutto il potenziale che ha dimostrato al Giro dell’Appennino, ossia di essere di essere un corridore di una classe superiore nel panorama della nostra Continental, perché comunque è arrivato secondo dietro a Ulissi e davanti a Velasco. Ha enormi doti, speriamo che la fortuna l’assista in questo finale di stagione.

Come lo vedi anche fuori dalle gare, concentrato, impegnato, che crede ancora nelle sue possibilità?

Crede molto in se stesso, così come crediamo noi sulla sua ripresa. Ma ci sono delle cose sulle quali bisogna lavorare a livello caratteriale, come si va a porre a volte su certe dinamiche. Comunque rispetto a quando è arrivato, è migliorato sotto tutti i profili quindi stiamo andando per la strada giusta. Il potenziale non lo scopriamo noi, quindi speriamo che con un po’ più di esperienza, di maturità e di fortuna riesca a tirar fuori quei risultati che gli competono.

Jonathan Caicedo, trionfo solitario nella settima tappa della lunga corsa lusitana (foto Team Petrolike)
Jonathan Caicedo, trionfo solitario nella settima tappa della lunga corsa lusitana (foto Team Petrolike)
In una squadra praticamente sudamericana, lui come si è integrato?

Fin dall’inizio bene, non c’è solamente lui che non è sudamericano, abbiamo tre italiani e un ragazzo irlandese. Andrii sin dal primo mese che abbiamo trascorso in Spagna con le prime gare a Maiorca si è subito dimostrato un ragazzo che ha la capacità di relazionarsi, anche a dispetto della lingua. Le prime difficoltà sono state superate brillantemente.

Nel suo caso pensi che anche tutto quello che è successo nel suo Paese, con il padre coinvolto nel conflitto abbia pesato anche in lui in questi anni?

E’ un ragazzo caratterialmente molto forte perché veramente dopo varie cadute che ha fatto altri magari si sarebbero arresi. Del coinvolgimento del padre del conflitto stesso me ne ha parlato, ma evitiamo l’argomento per non mettere come si suol dire il dito sulla piaga. Dimostra ogni tanto di avere delle preoccupazioni, ma che sono logiche per una situazione che attualmente è veramente drammatica nella sua nazione, quindi il sentimento che ha verso questa cosa viene camuffato spesso durante le gare, ma traspare in alcune occasioni.

Il russo Artem Nych, vincitore della Volta a Portugal con 1’15” sul francese Guerin (foto organizzatori)
Il russo Artem Nych, vincitore della Volta a Portugal con 1’15” sul francese Guerin (foto organizzatori)
Dove vi vedremo ora?

Intanto ben 4 nostri ragazzi sono in gara al Tour de l’Avenir con la nazionale messicana, noi come team faremo il GP di Kranj dove tornerà Ponomar dopo la caduta in Portogallo e tutto il calendario italiano dove contiamo di portare a casa risultati importanti. Finora abbiamo colto 7 vittorie che non è poco, ma vogliamo allungare la lista e magari Andrii può aiutarci in questo.

Dieci domande a Ulissi e i suoi primi mesi alla XDS Astana

06.07.2025
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Diego Ulissi si sta godendo un po’ di meritato riposo nella sua Toscana al termine di una prima parte di stagione conclusa con il campionato italiano. Inizialmente il corridore del XDS Astana Team doveva essere al via anche del Tour of Austria il prossimo 9 luglio, ma alla fine si è optato per tirare il fiato. Abbiamo approfittato di questo suo momento di pausa per fare un punto sui primi mesi con il nuovo team.

«Vero – dice subito – il Tour of Austria era in programma, ma dopo il Giro d’Italia si è deciso di fare altre due corse, Gippingen e Giro dell’Appennino, per sfruttare la condizione. Le gambe stavano bene, infatti nella prima delle due ho chiuso all’ottavo posto, mentre nella seconda ho vinto». 

Al Giro dell’Appennino per Ulissi è arrivata la prima vittoria di tappa in maglia XDS Astana
Al Giro dell’Appennino per Ulissi è arrivata la prima vittoria di tappa in maglia XDS Astana
E’ la sedicesima stagione di fila nella quale trovi almeno un successo personale e la sensazione è che possa arrivare anche la diciassettesima.

Quando arrivi a una certa età – dice con un sorriso – non ci pensi a certe dinamiche. Questa stagione era iniziata con l’obiettivo di cercare risultati e fare tanti punti. Ne è scaturito un buon Giro d’Italia, a testimonianza che quando sono in condizione riesco ancora a dire la mia. Non nego che ogni anno diventa sempre più difficile, l’età avanza e riuscire a rimanere con i migliori è dura. Per la diciassettesima vedremo, ci pensiamo a dicembre. 

Come hai vissuto il cambio di squadra?

L’ambiente della XDS Astana mi ha dato grandi motivazioni e sono davvero felice di come sono andati questi primi mesi. Arrivato a una certa età servivano nuovi stimoli e obiettivi diversi. Qui c’era, e c’è ancora, questa sfida di lottare per ottenere punti e rimanere nel WorldTour. Ho accettato di buon grado e stiamo lottando. Dopo tanti anni in Lampre, che poi è diventata UAE, è normale che le strade si possano separare. Ci siamo lasciati bene.

Diego Ulissi (quinto da sinistra) è il road captain della XDS-Astana e la sua esperienza è importante per il team
Diego Ulissi (terzo da destra) è il road captain della XDS-Astana e la sua esperienza è importante per il team
Sei passato dalla formazione numero uno al mondo all’ultima.

Ora non lo siamo più (dice con una risata soddisfatta, ndr). Anzi nel 2025 siamo una di quelle che ha ottenuto maggiori risultati. Però quando sono arrivato in Astana non ho guardato al fatto di essere ultimi, ho guardato alla voglia di risollevarsi. Fino a pochi anni fa era uno dei team più forti al mondo. E’ il ciclismo e sono contento di dare una mano alla squadra per tornare dove merita, ma c’è ancora da fare. 

Si è parlato tanto dello spirito di squadra, che aria si respira?

Siamo felici, tutti stanno dando il loro contributo. A dicembre, nel primo ritiro, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito di essere davanti a una stagione difficile ma importante. 

Ulissi è tornato al Giro dopo un anno di assenza correndo da protagonista
Ulissi è tornato al Giro dopo un anno di assenza correndo da protagonista
Come hai vissuto questa sfida?

Con l’ottica che nulla va lasciato al caso. Anche le gare più piccole sono importanti e si deve lottare tutto l’anno. Devo dire che anche alla UAE Emirates vivevamo così la stagione, infatti erano e sono la squadra numero uno al mondo. Lottavamo per vincere tutto e ho cercato di trasmettere questa mentalità.

Sei tornato anche a correre in gare di primo piano.

L’anno scorso mi era mancato solamente un Grande Giro, le Classiche le avevo corse. Ci tenevo a correre il Giro d’Italia, lo avrei meritato. Quest’anno mi sono ripresentato al via e ho corso un Giro bellissimo. L’ho affrontato diversamente, sono tornato con ambizioni personali e maggiore libertà muovendomi bene. Ho anche preso la maglia rosa in Toscana. 

Il toscano ha indossato anche la maglia rosa per un giorno sugli sterrati di casa
Il toscano ha indossato anche la maglia rosa per un giorno sugli sterrati di casa
L’anno scorso ti era mancata questa libertà?

Ho sempre avuto lo stesso approccio alle gare, ovvero quello che deve avere un corridore di esperienza. La stagione scorsa ho comunque raccolto dei buoni risultati, ho fatto secondo in classifica generale al Polonia, ho vinto il Tour of Austria, ho fatto secondo in Repubblica Ceca. Ho sempre sostenuto che avere una squadra forte intorno sia un vantaggio. Quando posso aiuto e quando tocca a me sfrutto l’occasione. 

Al campionato italiano ha fatto secondo un tuo ex-compagno di squadra, Covi, lo hai sentito?

Siamo molto amici e spesso ci alleniamo insieme. Sì, ci ho parlato. Quando arrivi secondo c’è sempre quell’amaro in bocca difficile da buttare giù. Covi quest’anno è tornato a dimostrare il suo valore, ha già vinto e questo è importante. Poi chiaro che un campionato italiano è un’altra cosa, ma bisogna dare merito a Conca dell’azione e di come ha corso. 

Ulissi e Covi sono stati compagni di squadra al UAE Team Emirates e sono rimasti grandi amici
Ulissi e Covi sono stati compagni di squadra al UAE Team Emirates e sono rimasti grandi amici
Anche Covi sta vivendo una situazione simile alla tua in UAE, visto che è al secondo anno in cui corre un calendario di secondo piano…

Sono due situazioni diverse. Io sono a fine carriera, lui è ancora giovane. Entrano in gioco due situazioni differenti. Secondo me al momento questo calendario gli fa bene. Arriva da due stagioni difficili e sta trovando continuità. Poi fa tanti punti, fattore determinante nel ciclismo moderno. 

Tu quando ripartirai?

Dalle corse in Spagna di fine luglio. Poi sarò al Tour de Pologne e alle classiche del calendario italiano di fine stagione.

Il 2024 di Martinelli: una collezione di sfortune, ma ora vede la luce

18.07.2024
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La stagione di Alessio Martinelli ad oggi, 17 luglio giorno in cui stiamo scrivendo questo articolo, conta solamente 12 giorni di gara. Ha iniziato a marzo con la Milano-Torino, prima di fermarsi al termine del Giro d’Abruzzo il 12 aprile. Da lì un’assenza dai tabellini delle gare, anzi ci sarebbe un DNS al Tour of the Alps. Un periodo lungo che ci ha spinti a chiederci quale sia stato il problema che ha tenuto Martinelli lontano dalle corse per tutto questo tempo. 

«Ce ne fosse stata solamente una di sfortuna – spiega il giovane della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè – deve essere l’anno bisestile. Nel 2020 sono caduto e ho subito una frattura facciale con tanto di cicatrici e operazione. Questa stagione, invece, le disavventure sono iniziate a novembre con un problema al ginocchio che mi ha costretto a fermarmi fino a gennaio. Ho potuto fare solamente fisioterapia e palestra, camminate ed esercizi a secco. Si trattava di una sindrome femororotulea dovuta al modello di sella utilizzato. Una volta scoperto il problema ho fatto dei test ho cambiato modello, rimanendo sempre in casa Selle SMP».

Nonostante i problemi al ginocchio Martinelli era riuscito a ripartire a gennaio per allenarsi
Nonostante i problemi al ginocchio Martinelli era riuscito a ripartire a gennaio per allenarsi

Una sfortuna dietro l’altra

Fin qui i problemi per Martinelli sono stati fastidiosi ma sembrano ancora gestibili. Vero che ha perso tutto il periodo della preparazione invernale, ma una casa può essere costruita in qualsiasi momento, serve il tempo giusto. 

«Sono tornato in bici il 20 gennaio – racconta – e da lì ho affrontato le prime gare della mia stagione, con l’esordio alla Milano-Torino e poi alla Sanremo. La condizione non era al massimo, visto che ho avuto modo di lavorare seriamente per un solo mese. Ma la fiducia c’era, d’altronde non avevo più dolori al ginocchio. Tornare a correre era l’obiettivo per aumentare la condizione e lanciarmi comunque verso il Giro d’Italia, che avrei dovuto e voluto correre. Alla Coppi e Bartali erano anche arrivate delle buone risposte, con un nono posto nella tappa finale. Non un risultato eccezionale ma la fiducia cresceva».

Alla Settimana Coppi e Bartali le prime sensazioni positive in vista di una ripresa
Alla Settimana Coppi e Bartali le prime sensazioni positive in vista di una ripresa
Ad attenderti ci sarebbe stato un aprile intenso, fino alla partenza del Giro. 

Esatto. Avevamo già deciso, insieme alla squadra, dei blocchi di allenamento con il Giro d’Abruzzo e il Tour of the Alps in preparazione alla Corsa Rosa. Finite quelle gare sarei andato sull’Etna insieme ai miei compagni. 

Invece al Tour of the Alps non sei nemmeno partito…

E’ arrivato un altro problema a guastare il tutto. Sedendomi sulla sella nuova mi si erano formate delle cisti che si erano poi ingrossate. Questo già al Giro d’Abruzzo, che ho fatto fatica a finire, ma ho stretto i denti sperando mi passassero. Invece alla vigilia del Tour of the Alps il problema persisteva e in accordo con il dottor Giorgi, medico del team, mi sono fermato. 

Ma dietro l’angolo si nascondeva il problema al soprasella che lo ha fermato in primavera
Ma dietro l’angolo si nascondeva il problema al soprasella che lo ha fermato in primavera
Che hai fatto?

Sono andati a farmi vedere da uno specialista, il dottor Antonino Cassisi, lo stesso che ha operato Masnada e Ciccone. Abbiamo provato con una cura antibiotica ma le cisti erano troppo grosse per essere curate in quel modo. Siamo ricorsi all’operazione, il 24 aprile, e sono stato fermo ancora un mese e mezzo. Il periodo di convalescenza è stato lungo perché il taglio dell’operazione era grande 15 centimetri, sono serviti 25 punti di sutura per chiuderlo. 

Poi a inizio giugno sei tornato in sella ancora…

Sì, ho cambiato definitivamente modello, passando alla TT3 di Selle SMP, quella da cronometro. Il dottor Cassisi mi ha tenuto sotto controllo e a metà giugno era tutto ok. Sarei dovuto andare a correre in Cina al Tour of Qinghai Lake, ma il martedì prima di partire ho avuto una brutta caduta in allenamento a causa di un pedone che ha attraversato fuori dalle strisce. 

Il rientro definitivo al Giro dell’Appennino il 14 luglio con il modello nuovo di Selle SMP: la TT3
Il rientro definitivo al Giro dell’Appennino il 14 luglio con il modello nuovo di Selle SMP: la TT3
Altro infortunio?

Questa volta per fortuna no. Ho temuto per il peggio, perché nei giorni successivi all’incidente avevo un gran dolore al femore. Pensavo di essermelo rotto. Ma si sono confermate essere delle forti contusioni senza conseguenze. Però la trasferta in Cina è saltata. 

Sei tornato a correre al Giro dell’Appennino, domenica 14 luglio. Com’è andata?

Bene per quello che era il mio livello di condizione è andato al meglio. Non ero alla ricerca del risultato ma i valori espressi e il feeling con la bici erano buoni. Il Giro dell’Appennino è una gara con tante salite, ben cinque. Mi sono staccato sulla penultima ascesa, poi sono andato al traguardo tranquillo. Era importante finire la gara e mettere chilometri nelle gambe. 

Quanto erano buoni i valori espressi?

Sono lontano rispetto a quelli fatti registrare lo scorso anno. Nel 2023 su una salita da 45 minuti salivo a 350 watt e non ero a tutta. All’Appennino ho fatto gli stessi watt ma su salite di 20 minuti e con più fatica addosso. Ma è un primo passo del cammino, voglio tornare ad essere competitivo per settembre e ottobre. Poi, nel 2025, vorrei essere alla partenza del Giro d’Italia.