Qual è l’approccio migliore al Tour? L’opinione comune è che il Giro del Delfinato dica con poco meno di un mese di anticipo quel che poi vedremo alla Grande Boucle, ma è davvero più propedeutico del Giro di Svizzera, che prende il via proprio oggi quando la corsa francese si conclude? A giudicare dalle rispettive liste di partenza verrebbe proprio da dire di sì. Come si fa a non pensare che Pogacar, Vingegaard e Evenepoel non saranno i protagonisti assoluti anche a luglio? Tra l’altro lo sloveno vincitutto aveva preso parte una sola volta alla prova transalpina, guardate che sconquassi ha creato.
In 14 hanno fatto doppietta
Mettiamo però a confronto le due corse: il Delfinato ha iniziato la sua storia nel 1947, saltando da allora solamente le edizioni del 1967-68 (neanche il Covid lo ha fermato). Ci sono state ben 14 occasioni in cui il vincitore si è portato a casa anche la maglia gialla a Parigi. A dir la verità sarebbero 16, contemplando i due successi di Lance Armstrong poi cancellati come tutta la sua carriera. Il primato in fatto di “doppiette” spetta a Chris Froome, che era solito abbinare le due prove e che ha contraddistinto le annate 2013-15-16. Facendo meglio di Bernard Hinault che centrò l’abbinata nel 1979 e ’81.
E Merckx? Il Cannibale ottenne la doppietta solamente nel 1971, unico anno d’altronde nel quale vinse la prova chiamata allora Criterium du Dauphiné Libéré, dal nome del giornale patrocinatore. Ma tornando a tempi più vicini ai nostri, chi è riuscito nell’impresa negli ultimi vent’anni? La cosa curiosa è che il Delfinato è stato spesso favorevole ai britannici: detto della tripletta di Froome, anche Wiggins prese spinta da qui per vincere la sua unica maglia gialla, nel 2012, lo stesso fece Geraint Thomas nel 2018. Ultimo in ordine di tempo a fare l’abbinamento è stato Jonas Vingegaard, vincitore nel 2023 e poi capace di dare scacco matto a Pogacar nel 2023. Riuscirà lo sloveno ad aggiungersi alla lista?
L’impresa di Bernal datata 2019
Spostiamo ora il nostro obiettivo sul Giro della Svizzera, dalla storia più antica essendo iniziato nel 1933. Da allora solamente due corridori sono riusciti a fare doppietta, a parte Armstrong nel 2001 cancellato come detto prima. Uno naturalmente è Merckx nel 1974, il suo anno d’oro nel quale si concentrò praticamente sulle corse a tappe inserendo la vittoria elvetica fra i trionfi a Giro e Tour. L’altro è stato Egan Bernal, che proprio dal Giro della Svizzera prese l’abbrivio per andare a conquistare il Tour: in quell’anno il Delfinato era andato a Fuglsang, che poi al Tour si ritirò confermando la sua idiosincrasia per la Grande Boucle.
Giro di Svizzera, appuntamento che dà segnali
I numeri però raccontano anche altro, piccole grandi storie come quella del 1975, cinquant’anni fa quando Merckx chiuse lo Svizzera al secondo posto, beffato da Roger De Vlaeminck. Poi il belga andò al Tour sicuro di suonare la sesta sinfonia, trovandosi però di fronte all’enfant du pays Bernard Thevenet, uno di quelli che realizzò la doppietta Delfinato-Tour. Oppure quella della famiglia Schleck, i fratelli lussemburghesi con Frank che nel 2010 vinse il Giro di Svizzera battendo anche Armstrong ma al Tour, dov’era uno dei favoriti, cadde nella terza tappa rompendosi una clavicola in tre punti.
Se proviamo ad allargare il discorso ai podi, scopriamo che comunque il Giro della Svizzera sta guadagnando rispetto come prova propedeutica del Tour. Lo sanno bene ad esempio Richard Carapaz, secondo nel 2021 prima di chiudere terzo in Francia (e poi andare a prendersi l’oro olimpico, ma questa è un’altra storia), oppure Geraint Thomas, vincitore sulle strade elvetiche nel 2022 per poi finire anche lui terzo al Tour. E’ un po’ quello che sperano anche i favoriti dell’edizione che parte oggi, come Almeida (che punta a confermarsi grande specialista delle corse a tappe di una settimana prima di mettersi al servizio del sovrano sloveno) oppure Geoghegan Hart o anche Vlasov.
Anderson e il colpaccio di 40 anni fa
Ma c’è stato mai qualcuno che è riuscito nella doppietta Delfinato-Svizzera? Oggi sarebbe impossibile data la loro contemporaneità, ma in passato c’era più differenza temporale e l’impresa riuscì all’australiano Phil Anderson nel 1985. Anche lui era uno specialista delle corse a tappe medio-brevi, aveva già vinto il Giro del Mediterraneo che al tempo (quando il calendario era molto più ristretto rispetto a oggi) inaugurava la stagione e che realizzò una doppietta che lo proiettò tra i papabili per la maglia gialla. Ma il Tour è un’altra cosa. In Francia chiuse 5°, il suo miglior piazzamento di sempre. E obiettivamente poteva anche stargli bene così…