La curiosa storia di De Fabritiis, sanremese d’Albania

14.06.2025
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Nel guardare la classifica del Giro d’Albania abbiamo avuto un sussulto: che ci fa Gabriele De Fabritiis al secondo posto in classifica, con al fianco la bandiera del Paese ospitante? Siamo andati a guardare la starting list e la sorpresa è stata ancora più grande, perché i due terzi della squadra avevano nomi o provenienza chiaramente italiana.

Per saperne di più abbiamo chiamato direttamente il corridore sanremese, portacolori dallo scorso anno della Rime Drali e la risposta aggiunge pepe a una storia abbastanza originale anche nel ciclismo di oggi.

«E’ nato tutto quasi per scherzo. Io ho mia madre albanese, ma ho sempre avuto la nazionalità italiana tanto che nel 2022 ho anche corso in nazionale in una corsa a tappe in Ungheria. Un giorno però mi ha avvicinato un tecnico che poi ho scoperto essere Mejdin Malhani, ex professionista oggi cittì della nazionale albanese. Aveva saputo di mia madre e mi ha chiesto se fossi disponibile a vestire la casacca della nazionale. Mi ha detto che la federazione locale sta facendo grandi investimenti come si è visto con l’arrivo del Giro d’Italia. Ci ho pensato, ne ho parlato a casa, abbiamo fatto i documenti necessari ed eccomi qua….».

De Fabritiis sul podio finale del Giro d’Albania, premiato come miglior giovane
De Fabritiis sul podio finale del Giro d’Albania, premiato come miglior giovane
Perché hai fatto questa scelta?

Le prospettive mi hanno incuriosito, con la nazionale ho la possibilità di fare europei e mondiali, cosa che con l’Italia sarebbe stata molto più difficile. Approdando in nazionale ho poi trovato altri ragazzi che avevano fatto la mia trafila.

Effettivamente nella tua squadra abbiamo trovato Valentino Kamberaj e Flavio Venomi…

Valentino ha entrambi i genitori albanesi, Flavio con cui avevo già corso da junior ha anche lui le origini nel Paese. Adesso abbiamo tutti la doppia nazionalità. E’ stata un’esperienza abbastanza curiosa: io parlo poco albanese soprattutto perché non mi piace esprimermi male, ma lo capisco bene. Valentino e Flavio sono più padroni della lingua, comunque il cittì parlava italiano e nello staff anche attraverso l’inglese ci si capiva bene.

L’arrivo vittorioso del sanremese a Shkoder, conquistando la prima tappa beffando l’olandese Den Otter
L’arrivo vittorioso del sanremese a Shkoder, conquistando la prima tappa beffando l’olandese Den Otter
Che realtà hai trovato in Albania dal punto di vista ciclistico?

E’ un Paese in grande via di sviluppo. In Albania il calcio è lo sport nazionale, ha un primato innegabile ma si vedono sempre più spessi ragazzini andare in bici e voler gareggiare. Soprattutto nella capitale Tirana. Il Giro d’Italia poi ha smosso la curiosità, è stato un evento molto seguito. Una straordinaria forma di promozione.

Com’era invece il Giro d’Albania?

Sono rimasto sinceramente stupito. Credevo che sarebbe stata una corsa tranquilla, di livello non molto alto invece mi sono trovato in un consesso importante, con corridori da tutta Europa anche di un certo peso fra gli under 23. Ma soprattutto in una prova organizzata perfettamente, con percorsi dove non trovavi neanche un’auto, con un enorme rispetto per i ciclisti, ma anche con grande professionalità dal punto di vista logistico. Una gara che ha ben poco da invidiare ad altre corse a tappe europee.

Mejdin Malhani, tecnico della nazionale, ha corso fino al 2022 e sta ricostruendo la nazionale (foto profilo Instagram)
Mejdin Malhani, tecnico della nazionale, ha corso fino al 2022 e sta ricostruendo la nazionale (foto profilo Instagram)
Come percorsi?

Io ricordo che ci andavo da piccolo, poi non avevo più avuto occasione di venirci. I tracciati geograficamente sono abbastanza simili all’Italia, ti trovi a pedalare in pianura vicino al mare e a distanza di appena 30 chilometri sei in alta montagna, anche a 1.700 metri di altezza. E’ un bel territorio, so che c’è un forte incentivo a spingere sul turismo, d’altronde i prezzi sono enormemente ridotti rispetto all’Italia.

Dal punto di vista agonistico, quel secondo posto finale ha più il sapore della gioia o del rammarico?

Sicuramente è stato una soddisfazione, unita all’aver vinto la prima tappa. Sapevo che eravamo per la maggior parte in riva al mare e con il vento potevano aprirsi dei ventagli, e così è stato tanto è vero che con il gruppetto di 15 abbiamo guadagnato minuti sul resto del plotone. Alla fine siamo rimasti in 6 e ho avuto partita vinta attaccando nel finale e arrivando da solo. Poi sapevo che dovevo far fruttare quel bottino in salita e così ho fatto, perdendo parte del vantaggio nella tappa più dura. Davanti alla fine è arrivato l’olandese Jonkmans, che era nel gruppetto di testa e che in salita andava meglio.

Per il ligure l’obiettivo è ora conquistare una vittoria anche per il suo team e staccare il biglietto per gli europei
Per il ligure l’obiettivo è ora conquistare una vittoria anche per il suo team e staccare il biglietto per gli europei
Come era andata la stagione fino alla tua prova in nazionale?

Senza grandi squilli ma con tanta esperienza accumulata ad ogni uscita, dalla San Geo in poi. Vorrei ripagare il team della fiducia con un bel risultato anche con la maglia Rime Drali ma questi sono giorni complicati con gli esami scolastici alle porte. Spero comunque che nelle internazionali italiane arrivi qualche buon risultato, anche per convincere i selezionatori albanesi a darmi fiducia per l’europeo, sarebbe un’esperienza utile. Il mondiale? No, quello mi sa che è troppo duro…

Bike Academy Marchini, primi passi nel ciclismo che conta

07.06.2025
5 min
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L’impegno dell’Albania nel ciclismo non si è esaurito con le tre tappe del Giro d’Italia. Subito dopo la conclusione della corsa rosa, infatti, si è disputato il giro locale e tra le squadre protagoniste ce n’era anche una italiana, la Bike Academy Costruzioni Marchini. Un riferimento in Toscana, ma per il quale una trasferta all’estero non è propriamente cosa di tutti i giorni.

Nicola Parenti, 29 anni, non solo ciclista ma anche preparatore della squadra
Nicola Parenti, 29 anni, non solo ciclista ma anche preparatore della squadra

Un’avventura partita nel 2022

A far parte della squadra c’era anche Nicola Parenti, che oltre a essere uno dei corridori (capace anche di chiudere 6° nella prima tappa) è anche preparatore atletico e coordinatore per il team di Lucca: «Il nostro sodalizio è relativamente recente, è nato tre anni fa come appendice del negozio omonimo di Marco Isola con sede a Guamo. A Lucca è da molti anni un’istituzione che da sempre ha vissuto sulla sua pelle il ciclismo locale, collaborando con team giovanili e amatoriali. Nel 2022 però si è deciso di aprire una propria squadra dedita soprattutto all’offroad, che in questo breve lasso di tempo ha conquistato 7 titoli regionali».

L’impegno del team inizialmente non prevedeva molto la strada, privilegiando il ciclocross d’inverno e il gravel nelle altre stagioni: «Abbiamo anche preso parte a ben tre edizioni del mondiale di specialità, come anche di quello E-bike, ma poi lo scorso anno si è posta la possibilità di gareggiare anche su strada. Abbiamo posto le basi del team irrobustendo innanzitutto la parte economica con l’aiuto di sponsor quali l’impresa edile Marchini Costruzioni, lo Scatolificio Nardini, Ambianti Arredamento, Tecnocostruzioni, Toscofibre e Gelateria Taba, poi pensando alla parte tecnica».

Il team toscano è partito nel 2022 dall’offroad, quest’anno ha però allargato le proprie prospettive
Il team toscano è partito nel 2022 dall’offroad, quest’anno ha però allargato le proprie prospettive

Far crescere i ragazzi tra strada e gravel

La squadra toscana è composta da 10 elementi, tutti italiani tranne il ventiduenne ucraino Dmytro Rudyi: «Io e Simone Massoni siamo gli unici Elite, poi abbiamo tutti Under 23. Il direttore sportivo è Fausto Dainelli, a lungo con quest’incarico all’U.C.Pistoiese. Abbiamo iniziato la nostra stagione con la Firenze-Empoli e siamo andati avanti, quella in Albania è stata la nostra prima trasferta estera ma ne faremo un’altra in Belgio. La nostra idea è proporre un’attività composita, nella quale la strada ha un valore di per sé ma è anche propedeutica per le altre discipline, in questo modo permettiamo ai ragazzi di fare le esperienze più diverse».

L’idea di base del team lucchese è proprio quella di essere una palestra per i giovani del territorio e farsi le ossa, anche attraverso competizioni all’estero che, come anche la gara albanese ha dimostrato, hanno non solo una qualità, ma anche una gestione tattica diversa: «La nostra filosofia – riprende Parenti – è dare un tetto ai ragazzi per crescere, dando la possibilità a ognuno di trovare la sua collocazione nel mondo del ciclismo. Chi ha i mezzi per emergere deve anche avere una vetrina per mettersi in evidenza. Ma ha bisogno di farlo conoscendo quel che è il ciclismo al di fuori dei nostri confini.

Filippo Cecchi, per lui due Top 10 al Giro di Albania, finendo 13° in classifica finale
Filippo Cecchi, per lui due Top 10 al Giro di Albania, finendo 13° in classifica finale

Un’alternativa all’abbandono

«Fare gare a tappe in Italia, per un team come il nostro, è quasi impossibile, ma è anche un’esigenza imprescindibile per crescere. Il nostro impegno su strada nasce però anche dalla volontà di fornire un’alternativa: noi vediamo che tanti, o trovano una strada verso il professionismo o smettono. Noi però possiamo dare nuove possibilità, fare della strada un veicolo per continuare con l’agonismo contemplando anche altre scelte, come il gravel. Così magari quella chance che non era emersa prima torna a galla…».

Se chiediamo chi sono gli elementi più in vista del team, Parenti mette in evidenza innanzitutto un ragazzo di 19 anni, Leonardo Sica, che è finito nono nella prima tappa proprio dietro di lui: «E’ un primo anno, naturalmente  va ancora a scuola e in questi pochissimi  mesi di attività ha mostrato un grande adattamento, ha ottime prospettive. Inoltre c’è Federico Nesi che dopo alcune esperienze negative sta ritrovando entusiasmo e si sta adattando velocemente alla strada venendo dal mondo della mountain bike. Ecco, Federico è la perfetta esemplificazione di quel concetto di multidisciplina che è alla base della nsotra attività. Non saremo mai stradisti tout court…».

Il gruppo in Albania, riconoscibili Parenti (numero 61), Cecchi (62), Sica (63) e Nesi (65, foto organizzatori)
Il gruppo in Albania, riconoscibili Parenti (numero 61), Cecchi (62), Sica (63) e Nesi (65, foto organizzatori)

Un programma a lunga scadenza

Infatti nei programmi del team gli impegni nelle altre discipline hanno la preponderanza: «Abbiamo già partecipato a due prove internazionali gravel e ne faremo un altro paio, inoltre contiamo di prendere parte ai campionati italiani E-bike e alla World Cup per le bici a pedalata assistita. Noi ci siamo dati un programma biennale lo scorso anno proponendoci di prendere parte alle gare internazionali, ma contiamo di andare avanti perché nel ciclismo di oggi non ottieni  nulla se non programmi a lunga scadenza. Questi sono solo i nostri primi passi…».