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Un giorno nel vento con Nibali e Wilier studiando le crono

20.01.2022
7 min
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Un pomeriggio in galleria del vento, come non gli accadeva da tempo. Nei due anni scorsi, il lavoro sulla bici da crono si svolse in pista. Perciò venerdì scorso Vincenzo Nibali ha varcato i portoni del Newton Lab di Milano per dei test richiesti dalla squadra e da alcuni sponsor tecnici. Wilier Triestina con un prototipo. Limar per il casco. Giordana per i body. Nimbl per le scarpe. Con lui c’era anche De La Cruz, che ha cominciato di mattina e aveva di fronte interventi più importanti, tanto da aver sforato sui tempi.

«Sul fronte della posizione – conferma lo Squalo – sono messo bene, ho un bel Cx. Magari abbiamo anche ripetuto cose che per me direttamente non sarebbero state necessarie, ma se i feedback ti arrivano da un corridore esperto, per ricaduta sono utili a tutto il resto della squadra».

E allora andiamo a vedere con il campione siciliano su cosa si è lavorato nel pomeriggio contro il vento, con un collegamento dalla Spagna dove l’Astana Qazaqstan Team sta svolgendo il secondo ritiro e dove Vincenzo stesso resterà fino alla Vuelta Valenciana del 2 febbraio da cui partirà la sua stagione. La sensazione percepita è di ritrovato entusiasmo. Mentre parliamo Velasco è nel balcone della stanza a prendere il sole, si intuisce un pomeriggio molto luminoso.

La posizione delle mani è soggettiva, ma incide molto sul Cx (foto Astana Qazaqstan)
La posizione delle mani è soggettiva, ma incide molto sul Cx (foto Astana Qazaqstan)
Si è lavorato sulla bici da crono?

Su tutto il comparto, diciamo: dalla bici all’abbigliamento, passando per il casco. Abbiamo fatto due sessioni. In quella del mattino c’è stato De la Cruz, poi è toccato a me. Sono arrivato alle 13, ma ho cominciato leggermente più tardi per dar modo a David di concludere i suoi test.

Come è fatta la Wilier da crono?

E’ completamente nuova e non ho portato le misure dello scorso anno, perché non ho fatto prove in galleria del vento e non ho apportato variazioni alla mia posizione di sempre. La bici nuova è un prototipo da confermare, che a quanto dicono verrà fuori per il Giro d’Italia. Il telaio cambia e dovrebbe essere più leggero di 200 grammi. Il manubrio e le protesi saranno molto simile a quelli del 2021.

Durante il test sulla nuova Wilier, Nibali ha provato anche i copriscarpe (foto Astana Qazaqstan)
Durante il test, Nibali ha provato anche i copriscarpe (foto Astana Qazaqstan)
Come sono fatti?

Abbiamo montato delle protesi stampate che sono già nel catalogo di Wilier. Per usarle ho dovuto cambiare leggermente l’angolo di apertura delle braccia. Ci sono misure standard e volendo si possono personalizzare, ma io mi sono trovato benissimo con quelle che mi hanno proposto. La posizione delle mani è un punto cruciale…

Spiega…

Dipende da come ti trovi e da come impugni le protesi. Se ci fate caso, Ganna tiene le mani orizzontali, quasi aggrappato. Io le afferro dai lati, ma c’è stato un periodo in cui intrecciavo le mani sopra. Fra manubrio e casco si può lavorare tanto.

Come è fatto il casco Limar che hai provato?

Non è un casco a coda tronca, né lunga. Diciamo che è una via di mezzo. La coda corta, che va tanto di moda, è molto buona con il vento laterale. Quella lunga è veloce, ma ti costringe a una posizione perfetta, perché se abbassi la testa, la coda si solleva e ti frena. La soluzione di Limar per il 2022 è un casco di forma tondeggiante, che copre anche di più le spalle, riducendo le turbolenze di quella zona.

Parlando con Cattaneo e poi con Malori si è discusso della posizione da crono: se debba essere scomoda o confortevole…

La bici da crono non è mai comodissima. Quando si va in cerca della posizione migliore, si determina la migliore e quanto più riesci ad avvicinarti, maggiore sarà il guadagno. Per questo la differenza spesso la fa quanto usi la bici da crono. Oggi ad esempio (ieri per chi legge, ndr) abbiamo fatto tutti tre ore solo con la bici da crono.

Sul fronte dei body che cosa hai provato?

Diversi tipi, io credo di averne provati quattro. Semiforato, con le righe, con le palline, plastificato… Varie prove per valutare la vestibilità e ad esempio il taglio del collo, dove rischiano di formarsi delle pieghe, soprattutto se uno non ha le spalle larghissime, in cui si infila l’aria offrendo resistenza. Anche Giordana ha raccolto tutti i dati, li elaboreranno e alla fine si determinerà la soluzione più redditizia.

Sul fronte delle scarpe avete provato qualcosa?

Sì, ho usato dei copriscarpe, ma con Nimbl c’è un progetto per realizzare delle scarpe da crono speciali in carbonio. Loro hanno già una bella esperienza vincente in pista e quando saranno pronte, potrei anche non usare il copriscarpe.

Come ti trovi ad avere le scarpe su misura?

Sono molto leggere e performanti. Hanno fatto un calco del mio piede e su quella base hanno costruito una scarpa che ne asseconda le forme, le eventuali irregolarità. Le mie scarpe sono comode solo per me insomma (ride, ndr), qualcun altro potrebbe trovarle scomode, ma solo perché il mio piede… ce l’ho solo io. Sono come un guanto che asseconda alla perfezione la forma. Vengono fatte completamente in Italia, il valore non si discute.

Quanto peserà la crono nel tuo 2022?

E’ molto importante, è sempre stata l’ago della bilancia. Oggi magari non sono più lunghe come prima e forse proprio per questo la cura dei materiali è ancora più importante. Se risparmi un secondo a chilometro, è già tanto. Alla fine di una corsa, 30 secondi possono fare la differenza.

Il flusso d’aria mette alla prova l’efficienza del casco (foto Astana Qazaqstan)
Il flusso d’aria mette alla prova l’efficienza del casco (foto Astana Qazaqstan)
Passiamo per un attimo alle bici da strada: al Bahrain usavi la Reacto per le classiche e la Scultura in montagna…

Qui la situazione è simile, nel senso che abbiamo la Filante che è la più veloce e la Wilier 0 Slr che si presta di più per la salita. Io penso che userò più spesso la Filante, ma siccome gli angoli dei telai sono pressoché identici, magari prima di un tappone di montagna la 0 Slr è più prestante.

Soddisfatto di questi test?

Molto. La prova serviva soprattutto per i materiali e il fatto che sia stata la squadra a richiederla e non una mia esigenza dimostra che ci tengono e stanno investendo. Un bel modo di cominciare.

Il Team Bike Exchange in ritiro con abbigliamento Giordana

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04.02.2021
4 min
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Continuiamo il nostro viaggio nel mondo delle aziende che riforniscono i professionisti. Questa volta abbiamo sentito Giordana e nello specifico Giorgio Andretta, fondatore e titolare dell’azienda. Il marchio italiano collabora con il Team Astana e il Team Bike Exchange (foto in apertura).

Misure personalizzate

Sempre più spesso le aziende ci dicono che i professionisti vengono equipaggiati con prodotti che sono uguali a quelli che si trovano in commercio. Vediamo se anche per Giordana vale lo stesso approccio.
«Tutti i materiali che usano i professionisti sono gli stessi che si trovano nelle nostre linee rivolte ai ciclisti normali – esordisce Giorgio Andretta – quello che facciamo è personalizzare le misure. Diciamo che i professionisti sono talmente magri che di partenza riduciamo tutto di una taglia rispetto al normale».

L’obiettivo di Giordana è quello di soddisfare al meglio le esigenze dei corridori: «Alcuni ragazzi hanno delle misure particolari e in questi casi andiamo a realizzare dei capi su misura, però i materiali sono quelli che trovi in negozio nelle nostre linee top di gamma».

Astana in ritiro invernale 2021
Il Team Astana in ritiro con le nuove divise Giordana (Credit @gettysport)
Astana in ritiro invernale 2021
Il Team Astana in ritiro con le nuove divise Giordana (Credit @gettysport)

In galleria del vento

Il punto su cui Giordana lavora molto è la ricerca e sviluppo di nuovi materiali e in questo campo i professionisti giocano un ruolo attivo.
«Tutti i capi che produciamo vengono testati in galleria del vento – ci spiega Andretta – dal body fino al giubbino invernale. Nello sviluppo dei nuovi prodotti cerchiamo sempre di soddisfare le richieste che i corridori ci fanno».

Un esempio che il titolare di Giordana ci ha fatto riguarda la membrana che viene usata per i giubbini invernali, che è molto traspirante, ma è poco elastica ed è difficile realizzare capi attillati: «Per ovviare a questo inconveniente sui punti meno traspiranti mettiamo un tipo di membrana che è più ergonomica e rimane più aderente al corpo, in questo modo favoriamo l’aerodinamicità del capo».

I pro’ come tester

A conferma del ruolo fondamentale dei professionisti nello sviluppo dei nuovi materiali Giorgio Andretta ci ha spiegato che: «Tutte le linee di abbigliamento sono derivate dai professionisti. Usiamo i corridori come tester, perché loro richiedono delle cose particolari e le mettono sotto torchio per bene. Possiamo dire che se vanno bene a loro, vanno bene a tutti».

Ma la fase di test non si limita solo ai professionisti.
«Oltre ai corridori usiamo come tester anche alcuni amatori evoluti e una serie di ambassador che abbiamo sparsi per il mondo. Questo ci permette di adattare i nostri capi anche a fisionomie ed esigenze diverse rispetto alle nostre».

Team Bike Exchange donne 2021
Giordana rifornisce anche il Team Bike Exchange femminile
Team Bike Exchange
Giordana rifornisce anche il Team Bike Exchange femminile

Ricerca e professionisti

Possiamo dire che i professionisti riforniti da Giordana partono a inizio stagione con materiale che è uguale a quello che si trova in commercio e durante l’anno testano nuove soluzioni tecniche, che una volta approvate vengono immesse nelle collezioni dell’anno dopo. E’ un circolo virtuoso che vede al centro di tutto la ricerca e i professionisti.

Giorgio Andretta ci ha raccontato un paio di aneddoti per farci capire meglio come funziona lo sviluppo dei prodotti.
«Di recente volevo cambiare il fondello per migliorarlo. Quando l’ho comunicato alle squadre mi hanno detto tutti di non farlo, di lasciarlo così com’è perché va benissimo – e poi aggiunge – noi non facciamo molti tipi di fondelli, ne abbiamo due modelli per uomo e due da donna. Il segreto di un fondello è la semplicità, deve essere morbido, elastico e deve traspirare. Noi incapsuliamo all’interno del filo del tessuto che va a contatto della pelle dell’Aloe vera, che è antibatterica, rinfresca ed è anche lenitiva».

Astana abbigliamento Giordana
Un capo importantissimo è il pantaloncino soprattutto il fondello (Credit @gettysport)
Abbigliamento Giordana
Un capo importantissimo è il pantaloncino soprattutto il fondello (Credit @gettysport)

Materiali diversi

E poi ci sono i body da cronometro e da tutti i giorni.
«Il body da cronometro è arrivato ad uno sviluppo altissimo, sono testati in galleria del vento e devono essere pensati per fornire la massima velocità per un tempo di utilizzo limitato. Discorso diverso per il body per le gare normali. Non si possono usare gli stessi materiali, perché i ragazzi lo devono usare per diverse ore al giorno. Per le gambe usiamo dei materiali leggerissimi che forniscono anche una compressione graduata che aiuta il recupero – e poi continua Andretta – mentre per la parte alta usiamo dei materiali più traspiranti e più morbidi rispetto al body da cronometro proprio per dare più comfort».