Una vittoria con dedica speciale. La seconda tappa del Giro delle Regioni di ciclocross ospitata a Tarvisio va in archivio nel segno di GioeleBertolini, il cui primo pensiero a fine gara è stato dedicare il suo successo a Vito Di Tano, l’ex diesse della Fas Airport Service Guerciotti (ma soprattutto ex campione del mondo) chiamato a 70 anni ad affrontare una dura sfida contro un tumore, per la quale anche noi facciamo un tifo sfrenato per lui…
Bertolini era al suo esordio stagionale e sul fango di Tarvisio, in una gara da vero ciclocross, ha ripreso il feeling con la vittoria ripartendo da quanto fatto durante l’anno in Mtb: «La stagione è stata positiva, sono tornato ad esprimermi ad un buon livello: la vittoria di due circuiti e di 3 corse internazionali credo siano un buon bottino e certamente devo ringraziare anche il Centro Sportivo Esercito che mi aiuta e supporta sempre. Nel ciclocross siamo solo agli inizi, mi sono presentato in una buona condizione, ma credo che c’è ancora molto da lavorare e la brillantezza arriverà più avanti».
I giovani col fiato sul collo…
La vittoria di Bertolini è arrivata al termine di una bella sfida con il vincitore di Corridonia Samuele Scappini: «La mia condizione è buona ma sto svolgendo dei lavori in palestra che non mi consentono di esprimermi come vorrei e poi ho trovato un avversario molto ostico come l’umbro, che mi ha tenuto il fiato sul collo per tutta la corsa».
Dietro, esordio tutto sommato positivo per il campione del mondo junior Stefano Viezzi, passato di categoria e capace di rimontare molte posizioni partendo da dietro, fino alla quinta: «Ero curioso di vedere come si esprimeva nella maggior categoria – afferma Bertolini – e devo dire che è già partito molto forte. E’ un ragazzo molto intelligente ed ha affianco a sé una dei corridori che hanno fatto la storia di questo sport, nonché nostro cittì, e saprà cogliere il meglio dei consigli che gli darà per esprimersi al meglio alle corse».
Splendido bis per Borello
Se in campo maschile c’è stato subito un cambio nelle gerarchie, fra le donne seconda vittoria consecutiva per Carlotta Borello (Team Cingolani), ma questa volta con molto maggior margine rispetto a Corridonia: «Era un percorso più esigente – racconta la vincitrice che ha preceduto la rientrante Rebecca Gariboldi, assente a Corridonia perché convolata a nozze – con un’altimetria non indifferente, il fango lo ha reso ancora più duro. A Tarvisio sono andata molto meglio della settimana prima, dopo metà del primo giro avevo già fatto la differenza».
La Borello, che seguirà tutto lo sviluppo del Giro puntando al successo finale, viene da una buona stagione alla BTC City Liubljana: «Ho lavorato molto per le compagne, più che risultati ho accumulato chilometri. Io mi sento più una ciclocrossista prestata alla strada (che pure mi piace), infatti ad agosto e settembre corro soprattutto per trovare la condizione in vista dell’inverno».
Pe Borello seconda affermazione al Giro, che seguirà per tutto il suo sviluppo (foto Paletti)Borello è emersa nel gravel: seconda alle World Series in Sardegna e ai tricolori
Ciclismo, ma anche ginnastica…
D’altronde non potrebbe essere altrimenti abbinando la sua attività ciclistica con quella lavorativa: «Mi sono laureata in Scienze Motorie lo scorso anno e da allora lavoro in alcune palestre tutti i pomeriggi insegnando ginnastica artistica, altro sport praticato da piccola. Dopo le imprese azzurre a Parigi, che non mi sono persa neanche per un minuto, c’è stato un autentico boom di richieste».
Il lavoro comunque non le impedisce di ambire a qualcosa d’importante anche nel ciclocross: «E’ chiaro che a una maglia azzurra ci spero come ci sperano tutti, ma passando Elite è più difficile, ci sono meno posti anche perché la concorrenza estera è molto maggiore e più forte. Non mi pongo obiettivi per non restare delusa, vedremo se i risultati mi porteranno anche a qualcosa d’importante».
Una settimana dopo il matrimonio, Rebecca Gariboldi ha subito iniziato la stagione (foto Billiani)Seconda vittoria fra le juniores per Pellizotti (foto Paletti)Bellissima sfida fra gli juniores per Agostinacchio e Grigolini (foto Billiani)L’iridato junior Stefano Viezzi inizia la stagione tra gli Open con buoni riscontri (foto Billiani)Una settimana dopo il matrimonio, Rebecca Gariboldi ha subito iniziato la stagione (foto Billiani)Seconda vittoria fra le juniores per Pellizotti (foto Paletti)Bellissimesordio stagionale per Mattia Agostinacchio (foto Billiani)L’iridato junior Stefano Viezzi inizia la stagione tra gli Open con buoni riscontri (foto Billiani)
Lampi fra gli juniores
Capitolo juniores: se in campo femminile si conferma Giorgia Pellizotti (Sanfiorese), fra i ragazzi c’è stata una piccola impresa per Mattia Agostinacchio (Fas Airport Service Guerciotti), che dopo essere andato in fuga e aver forato, vedendo il leader di classifica Filippo Grigolini (Team Cingolani) sfilargli davanti, è rimontato in sella facendo di nuovo la differenza. Un bel segnale non solo per il prosieguo del Giro delle Regioni, che fa rotta verso Osoppo per la terza tappa di domenica prossima, ma anche per la stagione internazionale.
Due dati italiani molto forti (successi e forte vendita di biclette) fanno pensare che su questo fronte l'Italia ha saputo gestire bene i mesi del Covid
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Orgoglio, fiducia, tecnica. Tre sono le parole che sono emerse dalla nostra intervista a tre atleti della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac. Tre differenti aspetti che rappresentano il vissuto di un anno all’interno della formazione di ciclocross italiana. Una su tutte però, la quarta, ci ha colpiti perché ripetuta da tutti, la parola “famiglia“. Un concetto per niente scontato quando si parla di agonismo, ma che spesso riecheggia negli ambienti più sani e prosperi di risultati in questo sport. Ad accompagnarci nel dietro le quinte di questo anno ricco di successi sono stati: Gioele Bertolini, Samuele Leone e Sara Casasola.
Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori GuerciottiIl campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti
Poker tricolore e non solo
A rendere un successo la stagione della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac c’è su tutti il poker di maglie conquistato nei campionati italiani organizzati proprio da Guerciotti a Cremona. Per il team manager Alessandro Guerciotti, è stato un anno da incorniciare con risultati che vanno a completare una bacheca già ricca.
«E’ stata veramente una stagione esaltante per i nostri colori – afferma Guerciotti – con i titoli italiani conquistati dalla junior Elisa Ferri, da Valentina Corvi alla prima stagione tra le under 23 e dalla elite Sara Casasola, nonché nel team relay: un poker importante di maglie tricolori. E Sara Casasola è arrivata terza al campionato d’Europa delle elite: una medaglia che a noi mancava. Non solo: fino al termine del 2023 eravamo privi della maglia tricolore femminile elite, in passato le avevamo vinte con le juniores e under 23, quindi Sara Casasola ha tolto un ulteriore zero dalla casella. Le quattro vittorie di Sara nelle corse internazionali e i piazzamenti tra le prime nelle prove della Coppa del Mondo hanno garantito al nostro team notevole visibilità».
Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo annoBertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno
L’orgoglio di Gioele
Come primo traghettatore in questo viaggio nel team Guerciotti, ci ha accompagnato il corridore con più esperienza, Gioele Bertolini. Nelle sue parole si può notare l’attaccamento alla maglia e la consapevolezza di essere una guida per gli altri.
«Io cerco sempre – dice Bertolini – di aiutare e mettere a disposizione la mia esperienza, nell’ottica della squadra in primis ed anche per i miei compagni. La differenza di questo team dalle altre squadre è il concetto di famiglia. Guerciotti è così forte grazie alla storia che ha alle spalle con i grandi campioni che hanno vestito questa maglia e la passione che ci mettono tutt’ora, nello strutturare e formare una squadra competitiva.
«Da ogni stagione c’è sempre qualcosa da imparare e mettere a frutto nelle stagioni a venire. Vestire questa maglia in giro per l’Europa per me è motivo di orgoglio e responsabilità, sapendo anche quanti campioni nel passato hanno corso per Guerciotti e questo mi rende fiero nel vedere la gente che riconosce la maglia».
Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)
Leone e la tecnica
Samuele Leone ha appeso la bici al chiodo per dedicarsi alla sua passione più grande, fare il meccanico di bici a tempo pieno. Così abbiamo chiesto al classe 2001 che quest’anno ha conquistato il Turin International Cyclocross e numerose top ten, di portarci nella tecnica della squadra.
«Nei miei tre anni – racconta Leone – mi sono sempre trovato bene. Ho un bellissimo rapporto con Gioele, quando c’erano difficoltà mi sono sempre appoggiato a lui e l’ho visto sempre come un fratello più grande. Sicuramente avevamo un ottimo livello, con Sara e i giovani siamo stati davvero forti. Tutti nel nostro piccolo abbiamo fatto il meglio possibile. Vito Di Tano ha l’esperienza giusta per dare i consigli e far crescere ogni atleta giovane o esperto che sia.
«Come bici usavamo la Eureka CXS. Un modello davvero performante con cui tutti si sono trovati molto bene. Non abbiamo mai avuto problemi tecnici. Siamo stati seguiti maniera perfetta. Avevamo l’assistenza sia di due meccanici belgi che hanno lavorato con grandi squadre e che quindi non ci han fatto mai mancar niente. Mentre in Italia eravamo seguiti da più meccanici, però sicuramente molto bravi. E poi c’è sempre il supporto di Alessandro Migliore che ci mette tanta esperienza e passione e non ha mai sbagliato un colpo».
Sara Casasola con Alessandro GuerciottiSara Casasola con Alessandro Guerciotti
La fiducia di Casasola
Per concludere il nostro viaggio tra le fila del team FAS Airport Services-Guerciotti-Premac non potevamo non sentire la voce della campionessa italiana Sara Casasola. La medaglia di bronzo all’europeo elite, ha sottolineato più volte la parola “fiducia” per descrivere l’ambiente della squadra.
«Questo – spiega Casasola – era il mio secondo anno. Ho trovato un ambiente molto sereno e professionale. Una cosa altrettanto importante è se la squadra riesce a trasmettersi quella serenità che ti permette di rendere al meglio. Qui ho trovato tutto ciò, non mi hanno mai dato nessun tipo di pressione, anche quando c’erano appuntamenti più importanti. All’ultima tappa di Coppa del mondo mi sono ritirata. Io ero mortificata perché appunto, era l’ultima gara della stagione con la maglia di campione italiano. Loro hanno compreso sotto ogni punto di vista e mi hanno dato supporto fin dal primo momento. Un lato umano per niente scontato.
«C’è molta serenità – conclude – ed è trasmessa da tutti nel team. La famiglia Guerciotti è sempre lì a darti una parola di conforto. Con Alessandro mi sento spesso e mi sostiene anche durante la mia stagione su strada. Sul campo invece Vito e Max Bonanomi sono fondamentali e sopratutto tutti ci diciamo tutto e la pensiamo allo stesso modo. Uscire da una bella stagione così nel cross ti porta ad avere una confidenza e una carica di fiducia per niente scontata che poi viene trasmessa alla strada. Per due anni è stato così e spero che possa esserlo anche nel futuro».
La famiglia-azienda Guerciotti nella sua storia ha prodotto bici, formato corridori, allestito squadre e gare. E quando si è prossimi a festeggiare i primi 60 anni di attività, diventa complicato battezzare i momenti più importanti.
Con l’organizzazione del campionato italiano il prossimo 14 gennaio a Cremona – dove negli ultimi due anni si è disputato il Trofeo Guerciotti – abbiamo colto l’occasione per chiedere ad Alessandro Guerciotti (in apertura con Sara Casasola a Vermiglio) quali sono stati i campioni di casa a cui sono più legati. Un compito di memoria, cuore e speranza forse non facile, sicuramente piacevole.
Roland Liboton è stato una star del ciclocross negli anni ’80. Con Guerciotti ha vinto due mondiali e due campionati belgi (foto photonews)Liboton, nativo di Leuven, nella sua epoca era ciò che adesso sono Van der Poel e Van Aert (foto Vos/Cycling News)Vito Di Tano in una foto d’epoca, con la maglia iridata: ha vinto il titolo nel 1979 e 1986Roland Liboton è stato una star negli anni ’80. Con Guerciotti ha vinto due mondiali e due campionati belgi (foto photonews)Liboton, nativo di Leuven, nella sua epoca era ciò che adesso sono Van der Poel e Van Aert (foto Vos/Cycling News)Vito Di Tano in una foto d’epoca, con la maglia iridata: ha vinto il titolo nel 1979 e 1986
I big del passato
Appena concludiamo la nostra introduzione, Alessandro Guerciotti ha già pronta la risposta. I primi nomi sono quelli del passato, gli stessi che ha apprezzato anche papà Paolo.
«Vado abbastanza sul sicuro – racconta l’amministratore delegato – nominandone tre. Il primo non può che essere Vito Di Tano. Lui ha fatto la storia prima e dopo per noi. E’ stato un nostro corridore ed ora è il diesse. Ha corso praticamente sempre solo con noi per 13 stagioni vincendo da dilettante sei campionati italiani e due mondiali. Scontato dire che siamo molto legati a lui. L’altro nome è Daniele Pontoni, l’attuale cittì della nazionale. E’ stato con noi 7 anni vincendo tanto, soprattutto manifestazioni importanti. Oltre a diversi tricolori, detiene due primati tutt’ora imbattuti ottenuti con la nostra maglia. Nel 94/95 ha vinto Coppa del Mondo, unico italiano a riuscirci, ed il mondiale elite nel 1997, ultimo italiano a vincerlo».
«Se invece penso ai campioni stranieri – prosegue Guerciotti – non posso che fare il nome del belga Roland Liboton. Per darvi l’idea, lui negli anni ’80, la sua epoca era un cannibale del ciclocross. Una vera star, ciò che adesso lassù sono Van der Poel e Van Aert. Con noi ha vinto due dei suoi quattro mondiali e cinque dei suoi dieci campionati belgi. Ancora adesso quando vado in Belgio per le gare, trovo persone che ricordano bene il connubbio Guerciotti-Liboton di quel periodo. E naturalmente per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione».
Marco Aurelio danza e vince nel fango l’italiano 2008. E’ stato lanciato da Guerciotti, ha ricambiato con risultati e visibilitàMarco Aurelio danza e vince nel fango l’italiano 2008. E’ stato lanciato da Guerciotti, ha ricambiato con risultati e visibilità
Epoca recente
L’arco temporale si sposta più avanti con atleti che hanno smesso da poco e le cui imprese appaiono più fresche. E c’è spazio anche per ricordare quei talenti inespressi che avrebbero potuto raccogliere di più.
«Certamente Marco Aurelio Fontana – va avanti Alessandro Guerciotti – è quello che ha contrassegnato un determinato periodo. E’ rimasto da noi per quattro-cinque anni nei quali lo abbiamo fatto sbocciare e lui ha contraccambiato dandoci tanta visibilità. Ha vinto un titolo italiano U23 ed elite, tanti podi in Coppa del mondo da U23 e sempre da U23 nel 2006 ha conquistato un incredibile quarto posto al mondiale che valeva una vittoria. In pratica fu il primo degli umani arrivando dietro a Stybar, Boom e Albert, ovvero tre extraterrestri in quegli anni. Quella per Marco Aurelio fu una grande stagione. Poi ha scelto la Mtb e guardando poi i risultati ottenuti, come il bronzo olimpico di Londra, direi che ha fatto bene».
«Con noi c’è stato anche Franzoi – continua – che avevamo inseguito a lungo. Purtroppo ha vinto meno di quello che poteva, anche per sfortuna. Dorigoni negli ultimi anni ci ha regalato bei successi, tra campionati italiani e tappe del Giro d’Italia del ciclocross. Però l’atleta che ritengo il più grande rimpianto in maglia Guerciotti è Elia Silvestri. Ragazzo dotato di tantissima classe e grande potenza che invece si è perso. Da junior era già con noi facendo quarto al mondiale (dove secondo chiuse Sagan, ndr) poi ha conquistato un argento all’europeo U23. Purtroppo talvolta la testa non segue le gambe e si spreca un talento. Peccato, aveva un potenziale incredibile, che avrebbe potuto vincere molto».
Elia Silvestri nel 2012 vince il tricolore elite da U23. Per Alessandro Guerciotti è stato il più grande talento inespresso passato da loroDoppietta 2012. Silvestri fa suo anche il Trofeo Guerciotti una settimana dopo il campionato italiano (foto archivio Guerciotti)Elia Silvestri nel 2012 vince il tricolore elite da U23. Per Alessandro Guerciotti è stato il più grande talento inespresso passato da loroDoppietta 2012. Silvestri fa suo anche il Trofeo Guerciotti una settimana dopo il campionato italiano (foto archivio Guerciotti)
Le grandi ex
I vari team Guerciotti che si sono succeduti nel corso del tempo, hanno poi visto nascere anche le formazioni femminili negli ultimi 15 anni. Una realtà che vanta nomi di spicco.
«La nostra atleta più rappresentativa – spiega Alessandro – è sicuramente Alice Maria Arzuffi. La sentiamo un nostro prodotto. Ha vinto cinque tricolori tra juniores e U23, categoria quest’ultima con cui ha conquistato un argento e un bronzo agli europei. Andando ancora più indietro, ricordo con piacere Sanne Cant, una che poi ha vinto tre mondiali consecutivi da elite. L’abbiamo avuta solo nel suo secondo anno da junior con cui ha vinto a Oderzo e il titolo belga, ma è stato un vero piacere. Passa sempre a salutarci quando ci incontriamo alle Coppe del Mondo».
Fino a pochi anni fa con la maglia Guerciotti correva Gaia Realini. Non era ancora l’atleta di adesso ma già mostrava grandi doti. «Siamo legati a Gaia. Per un paio di stagioni è stata con noi, riuscendo a vincere anche un campionato italiano U23. Aveva ancora un anno di contratto, ma non potevamo chiederle di correre ancora. Abbiamo assecondato la sua volontà di abbandonare il ciclocross per la strada dove andava fortissimo. Siamo molto contenti per quello che sta facendo, è già una delle migliori in assoluto. Quest’anno ci siamo sentiti spesso per tutti i suoi risultati».
Arzuffi è stata una delle atlete più rappresentative per Guerciotti. Qui festeggia il tricolore U23 nel 2016Sanne Cant ha militato solo al suo secondo anno junior vincendo il titolo belga. Da elite vincerà tre mondiali (foto archivio Guerciotti)Arzuffi è stata una delle atlete più rappresentative per Guerciotti. Qui festeggia il tricolore U23 nel 2016Sanne Cant ha militato solo al suo secondo anno junior vincendo il titolo belga. Da elite vincerà tre mondiali (foto archivio Guerciotti)
Presente e futuro
L’attualità del team FAS Airport Services-Guerciotti-Premac è proprio l’ingresso dei due nuovi sponsor, ormai già inseriti da tempo nel ciclismo. La filosofia per Alessandro sembra essere cambiata, andando verso una linea decisamente giovanile che sta regalando buone prestazioni a tutti i marchi della società.
«Tra gli uomini – chiude Alessandro Guerciotti – oggi ci simboleggia Gioele Bertolini. Ha raggiunto undici anni con noi seppur non consecutivi, ma è il secondo per militanza dietro Di Tano. Gioele ha tagliato tanti traguardi importanti con la nostra maglia. E’ stato il primo italiano U23 ad indossare la maglia di leader di Coppa del Mondo. Da U23 ha vinto il campionato italiano elite, come aveva fatto tra l’altro Silvestri. Ha vinto tappe al Giro d’Italia. E può raccogliere tanto».
Gioele Bertolini trionfa all’italiano 2017. Attualmente è un simbolo di Guerciotti con i suoi undici anni di militanza (foto archivio Guerciotti)Valentina Corvi ha iniziato col ciclocross a novembre. Risultati alla mano, è la sorpresa del team Guerciotti-Fas-PremacGioele Bertolini trionfa all’italiano 2017. Attualmente è un simbolo di Guerciotti con i suoi undici anni di militanza (foto archivio Guerciotti)Valentina Corvi ha iniziato col ciclocross a novembre. Risultati alla mano, è la sorpresa del team Guerciotti-Fas-Premac
«Nelle donne stiamo portando Sara Casasola a livelli sempre più alti. Stiamo facendo un buon lavoro con lei e gli sforzi stanno pagando. Il terzo posto agli europei è un grande risultato. Anche lei correrà su strada, ma al momento il ciclocross resta la sua prima disciplina. Tra le U23 la sorpresa migliore è senza dubbio Valentina Corvi se pensiamo che la sua prima gara di ciclocross l’ha fatta ad inizio novembre. A Vermiglio sulla neve ha chiuso sesta assoluta e seconda U23, prestazione grandiosa.
«Tra i più giovani stanno venendo su molto bene Mattia Proietti Gagliardoni ed Elisa Ferri. Sono al primo anno junior e non gli chiediamo subito i risultati. Vogliamo che crescano con calma per vederli protagonisti più avanti. Il ciclocross non perdona e tutto è possibile, ma nelle tre categorie femminili spero di centrare un bel tris ai prossimi campionati italiani».
La vittoria di Toneatti nel tricolore U23 ci consegna un corridore che a detta di Pontoni ha numeri veri, ma a volte si perde in fisime. E lui cosa dice?
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Sono 20 i ragazzi che da venerdì saranno impegnati a Pontchateau negli europei di ciclocross e l’evento ha quest’anno un sapore particolare, soprattutto in casa italiana, perché a differenza di quanto avveniva negli scorsi anni, non ci sono state prove introduttive. Questa è la prima uscita della nazionale impostata da Daniele Pontoni, che finora si è mosso attraverso un raduno con i suoi ragazzi e valutando le loro apparizioni, scarne, nelle gare d’inizio stagione.
Va subito detto che si tratta di una scelta forzata. In Coppa del mondo si sono disputate due sole prove, di cui una negli Usa disertata dai più e anche in Italia la stagione sta entrando ora nel vivo, dopo le prime tre gare del Giro d’Italia e il classico appuntamento di Brugherio. Per questo Pontoni parte per la Francia con tanta curiosità.
Tommaso Cafueri, appena passato U23 è subito in nazionale, dopo una buona stagione su strada (foto Billiani)Tommaso Cafueri, appena passato U23 è subito in nazionale, dopo una buona stagione su strada (foto Billiani)
«Non posso negarlo – dice il tecnico friulano – arrivo a quest’evento con uno spirito diverso rispetto a quello dello scorso anno. E’ come un nuovo inizio: abbiamo un gruppo rinnovato, soprattutto nella sua componente giovanile. La metà degli junior che sono del primo anno e gli altri, salvo rarissimi casi, all’esordio internazionale. Sono 10 ragazzi e potevano essere di più, ma ci saranno occasioni per rifarsi con le tappe europee di Coppa, ci saranno opportunità per tutti».
Come tuo costume hai scelto di puntare soprattutto sulle categorie giovanili…
Sì, anche fra gli under 23 abbiamo Filippo Agostinacchio, Paletti e Cafueri che sono tutti fra i più giovani della categoria. Ho le idee chiare non solo su questi europei, ma su tutto il cammino da compiere. I convocati sapevano già da un paio di settimane di questa opportunità proprio perché voglio che non ci siano fraintendimenti e che ci si possa concentrare completamente sull’obiettivo.
Per Sara Casasola buoni risultati nelle sue uscite internazionali. L’obiettivo è almeno una top 10Per Sara Casasola buoni risultati nelle sue uscite internazionali. L’obiettivo è almeno una top 10
Che cosa ti aspetti da loro?
Partiamo un po’ al buio non avendo avuto occasioni di confronto, ma io sono ottimista. E’ chiaro che altre Nazioni, soprattutto quelle di riferimento come Belgio e Olanda sono più rodate, ma anche i nostri ragazzi hanno potuto gareggiare più volte e, grazie al nuovo calendario internazionale in Italia, raccogliere punti utili per partire più avanti. Cominceremo venerdì con la novità del Team Relay e i ragazzi sanno quanto io tenga a questa prova, che testimonia lo stato di salute del movimento.
Che idea hai del percorso?
Io lo conosco bene, sono sempre andato molto bene su quel tracciato francese, arrivavo sempre primo o secondo, anzi paradossalmente l’ultimo mio mondiale, nel 2004 disputato proprio a Pontchateau è stata la volta dove ero andato più forte. Bucai appena fuori dal box e mi feci mezzo giro con la ruota sgonfia, eppure risalii dal ventesimo al quarto posto. Fu un legno che aveva un sapore davvero particolare… Tornando ai ragazzi, conoscono bene le particolarità e insidie del tracciato, abbiamo visionato più volte le gare disputate negli scorsi anni, sanno come devono interpretarlo.
Per Francesca Baroni un importante ritorno in azzurro, il primo con Pontoni cittìPer Francesca Baroni un importante ritorno in azzurro, il primo con Pontoni cittì
C’è una variabile che può influenzarlo?
Sicuramente il vento. Da quelle parti – siamo nella Francia del nord, particolarmente vicini all’Atlantico e al Belgio – il vento c’è sempre e cambia continuamente direzione, quindi farà la sua parte.
Sarà anche la prima volta per Francesca Baroni sotto la tua guida…
Sono molto contento che ci sia, se lo è meritato. Dopo due anni di gare in Belgio, ho trovato una ragazza più matura, conscia delle sue possibilità. La sua stagione è iniziata presto, si è avvicinata alla gara continentale nella maniera giusta, sono molto confidente che possa far bene. Questa oltretutto è una tappa fondamentale per tutto il lavoro che stiamo facendo. Ad esempio con me ci sarà un tecnico del gruppo performance, Marco Decet con cui stiamo lavorando specificamente su tutta la parte del riscaldamento pregara.
Pontoni con Silvia Persico. Possibile un suo ritorno in gara per dicembrePontoni con Silvia Persico. Possibile un suo ritorno in gara per dicembre
L’impressione è che si parta per questa trasferta con una formazione “work in progress”…
E’ vero in parte, nel senso che non andiamo certo solo per figurare. Questo lavoro è proiettato molto in avanti, verso il prossimo biennio. Ci sono tanti esordienti e l’aspetto psicologico, l’impatto emotivo ci sarà, ma dovranno essere bravi a saperlo gestire, anche quello fa parte del gioco. Se facciamo tutto bene però, so che possono arrivare anche buoni, anzi ottimi risultati, ma non mi sbilancio sui pronostici, non è mia abitudine.
A questa nazionale mancano atlete di spessore come Corvi, Venturelli senza dimenticare Silvia Persico. Hai una road map su quando e come saranno impiegate nel corso della stagione?
Ho avuto frequenti contatti con ognuna di loro e con i loro team, il mio compito è assecondare i programmi stabiliti dalle squadre e in base ad essi studiare come e quando potrò averle a disposizione. Ci sarà chi inizierà fra poco e chi più avanti, nel pieno della stagione internazionale, ma è obiettivo di tutte loro, e anche mio, essere presenti al suo culmine, ossia nella parte di fine gennaio-inizio febbraio coincidente con i mondiali. Strada facendo vedremo come arrivarci al meglio.
Bertolini sarà con Ceolin l’unico italiano al via tra gli elite, dove Iserbyt, Nys e Van Der Haar sono i favoritiBertolini sarà con Ceolin l’unico italiano al via tra gli elite, dove Iserbyt, Nys e Van Der Haar sono i favoriti
Un cenno finale sulla gara clou, quella elite maschile che sarà naturalmente priva dei “tre tenori”…
Noi saremo al via con Bertolini e Ceolin. Che cosa mi aspetto? Innanzitutto attaccamento alla maglia e ai colori. Sono professionisti, so che hanno tutte le possibilità per una gara di alto livello, poi i risultati verranno di conseguenza se sapranno tradurre il loro valore sul percorso. Ma questa è la base della nostra attività, non sto dicendo nulla di nuovo.
Casa Guerciotti è il simbolo del ciclocross italiano, non a caso l’azienda milanese nel 2024 festeggerà i 60 anni di attività e vuole farlo alla grande, perché è una ricorrenza non di poco conto. Ci sono tante novità all’orizzonte, quel che può sembrare strano è che esse non riguardano solo il roster del team, anche perché alla Guerciotti sono fedeli al motto “squadra che vince non si cambia” e quindi le punte sono tutte lì.
Il team riparte dai 4 titoli italiani conquistati a gennaio. L’ambizione è fare ancora meglioIl team riparte dai 4 titoli italiani conquistati a gennaio. L’ambizione è fare ancora meglio
Nuovo team, nuovo logo
Cambia invece la denominazione della società, che diventa Team Fas Airport Services-Guerciotti-Premac grazie all’innesto dell’azienda bresciana specializzata in materiale per l’edilizia.
«Questa nuova avventura con Guerciotti può scrivere altre grandi pagine del ciclismo – sottolinea il presidente della Premac Srl Angelo Tonoli – insieme lavoriamo già nel ciclismo su strada (con la Isolmant-Premac-Vittoria, ndr) e la collaborazione tra di noi procede bene. L’ingresso nel ciclocross sarà proiettato sull’investire verso i giovani e puntare nuovamente alla maglia iridata».
Un’ambizione non da poco, addirittura stimata in 3 anni, quasi azzardata considerando il livello attuale del ciclocross italiano, che pure le sue soddisfazioni riesce a prendersele infiltrandosi ogni tanto nello schiacciante duopolio Olanda-Belgio. Intanto però la squadra guarda al panorama nostrano con l’ambizione di essere competitiva in ogni categoria assoluta.
Il logo del team fa bella mostra sul telaio della bici, modello CXS, che domenica sarà a HillnauIl logo del team fa bella mostra sul telaio della bici, modello CXS, che domenica sarà a Hillnau
Si punta sui (e sulle) giovani
«E’ vero che nel suo complesso la formazione ha un’intelaiatura basata su quella dello scorso anno – spiega il team manager Alessandro Guerciotti – ma è anche vero che qualche novità c’è, perché abbiamo inteso lavorare soprattutto in prospettiva. Ferme restando le presenze di Bertolini e Casasola, che sono garanzie assolute fra gli elite, abbiamo portato sotto il nostro tetto il meglio che c’è a livello junior femminile, con Arianna Bianchi, Elisa Ferri e l’italoalbanese Neria Kabetaj. Fra le Under 23 arriva Nicole Pesse, fra i pari categoria abbiamo Travella, Leone e il neoentrato Tommaso Ferri». E la campagna acquisti potrebbe anche non essere finita…».
Cambia anche la livrea, i corridori avranno una divisa completamente nuova e questo non è un fattore secondario, come illustra la Marketing Director dell’azienda Micaela Guerciotti: «Abbiamo voluto rinnovare anche lo stile, puntare sulla milanesità del nostro brand. La nuova maglia, infatti, è disegnata da un collettivo post modernista chiamato Memphis Studio, una maglia che si ispira alla popart, art déco e stile anni 80-90. Le stesse idee sono state trasportate anche sul telaio della nostra CXS, in dotazione al team».
La nuova divisa della società. Il team sarà rappresentato in tutte le categorie assoluteLa nuova divisa della società. Il team sarà rappresentato in tutte le categorie assolute
Attività in Italia e all’estero
L’esordio della squadra è ormai imminente: non si aspetterà l’inizio della stagione italiana, coincidente con la prima tappa del Giro d’Italia il 1° ottobre a Tarvisio, ma si partirà per la Svizzera già nel fine settimana, per affrontare la trasferta di Hillnau che, sia tecnicamente che anche per scaramanzia, è un punto fisso dell’agenda del team milanese e non solo. Ma qualche cambiamento, nella struttura del calendario, c’è ed è figlio del lavoro effettuato in sede federale per allargare numero e prestigio degli eventi.
«Continueremo a seguire la Coppa del Mondo – spiega Alessandro Guerciotti – e faremo anche qualche capatina nel cuore dell’attività tra Belgio e Olanda nella tradizionale campagna delle feste natalizie con tante gare di seguito, perché è fondamentale per costruire la condizione necessaria per i Campionati Italiani che sono il nostro appuntamento principale. Ma terremo nel dovuto conto anche la stagione italiana, ora che c’è un calendario finalmente soddisfacente. Sono state aggiunte altre prove tra nazionali e internazionali, che danno punteggio nel ranking e questo è utile, anche se non sufficiente per certi aspetti».
Bertolini resta la punta di diamante del team e cerca un rilancio internazionale (foto Billiani)Bertolini resta la punta di diamante del team e cerca un rilancio internazionale (foto Billiani)
Un cammino appena iniziato
Risuonano nella mente le parole di Tonoli: parlare di ambizioni iridate sembra stridere con la situazione del ciclocross attuale: «E’ chiaro che gareggiando solo in Italia manca il polso della situazione, mancano quelle fondamentali esperienze contro i più forti, per questo terremo sempre nel dovuto conto gli appuntamenti esteri. I nostri ragazzi devono continuare a crescere e possono farlo solo affrontando i migliori. Nelle gare italiane la partecipazione estera, salvo rari casi, è scarsa se non parliamo di prove di Coppa del Mondo. E’ uno step sul quale lavorare, ma serve un budget adeguato ed è questo che fa la fondamentale differenza fra noi e i principali team europei. Noi comunque ci proviamo, è un cammino verso i vertici che vogliamo percorrere tutto, per il tempo che sarà necessario».
Gioele Bertolini è di fatto l’unico italiano (o quasi) che sta correndo con una certa costanza nella Coppa del mondo di ciclocross. Un impegno importante sotto tanti punti vista: muscolare, mentale, logistico.
Il corridore della Selle Italia Guerciottiriesce a raccogliere qualche punto e poi a fare bene, se non molto bene, in Italia dove il livello è inevitabilmente più basso. Che utilità hanno dunque queste trasferte se da noi si lotta per vincere e oltre confine si va per un piazzamento?
Quando si va in Coppa ci si scontra con i ben noti mostri sacri, ma anche gli altri atleti sono ad un livello altissimoQuando si va in Coppa ci si scontra con i ben noti mostri sacri, ma anche gli altri atleti sono ad un livello altissimo
Gioele sei l’unico italiano in Coppa, come ci si sente?
Sto solo solo tra i giganti! L’ambiente bene o male è sempre lo stesso. Certo, quando c’è qualche italiano ci si spalleggia un po’ di più. Fa sempre piacere parlare, provare il percorso con degli amici, perché alla fine siamo tutti amici, e aiutarsi. Da parte mia le uscite che ho fatto nel Nord Europa le ho sempre fatte con la mia compagna di squadra Sara (Casasola, ndr). Abbiamo fatto gruppetto anche con il Trinx Factory Team, che è la squadra che mi appoggia d’estate quando faccio Mtb. Lì c’è Luca Bramati che è anche il mio preparatore, sua figlia Lucia che corre. Mentre tra gli uomini sono praticamente solo.
Come sta andando questa stagione?
Sin qui le corse non sono andate tanto bene, anche perché partendo un po’ indietro è sempre una gran faticata in partenza. E lì basta veramente poco per perdere il treno giusto. Ed ecco che hai già buttato mezza gara. Risalire è difficile. Però devo dire che ad Anversa ho sentito che la mia gamba girava meglio.
E infatti qualche giorno fa hai vinto…
E voglio continuare su questa strada e continuare ad ottenere buoni risultati, anche sabato prossimo in Val di Sole. Lì ci sarà tanto tifo e ci saranno anche tante aspettative su di noi. Spero di non deludere i tifosi.
Bertolini ha vinto a Faè di Oderzo merito anche delle “tirate di collo” in Coppa (@alessiopederiva_photo)Bertolini ha vinto domenica scorsa a Faè di Oderzo, merito anche delle “tirate di collo” in Coppa (@alessiopederiva_photo)
Prima hai detto che ti appoggi anche alla Trinx e che provi il percorso con le ragazze, ma magari non è la stessa cosa che fare il giro con un Dorigoni che ha una potenza simile alla tua, la stessa velocità di entrata in curva, utilizza gli stessi rapporti… Sarebbe un confronto più indicativo?
Un po’ più indicativo sì, ma non così tanto. Diciamo che provando il giro con le ragazze, loro ne giovano di più perché io magari vedo cose che loro non vedono, riesco ad aiutarle nei tratti in cui fanno più fatica. Mentre io la traiettoria giusta devo individuarmela da solo. Però è anche vero che quando arrivi a un determinato livello devi saper fare da te. E poi – aggiunge – ogni tanto parlo e scherzo con qualche belga o olandese più simpatico!
Guardando il lato un po’ più romantico, diciamo così, quando parti da solo per andare in Belgio o in Olanda a lottare con i giganti e tu sei da solo, non ti scatta l’orgoglio del Davide contro Golia?
Ormai ci ho fatto l’abitudine, sono anni che faccio così. E poi alcune tappe, come quelle più lontane per esempio, non le faccio. Considerate che anche a livello logistico sono trasferte impegnative. Sono difficili da gestire nel loro insieme.
Analizzando i tuoi risultati in Coppa, viaggi tra la ventesima e la trentesima posizione, più o meno. Da fuori ci si può dire: “Fai queste grandi trasferte e poi fai fatica ad entrare nei primi 10”. Allora ci si chiede: servono davvero?
Io sono stato sempre dell’idea che quando un corridore in Italia vince deve uscire dai confini. Deve alzare il livello. Entrare nei primi 10 in Coppa è un grande risultato. Piuttosto, non capisco tanti atleti che in Italia arrivano decimi o quindicesimi e vogliono andare all’estero. Fare magari delle trasferte onerose, buttare via tempo ed energie. Io dico: prima cresci e fai i risultati in Italia, poi dopo vai all’estero. Perché se arrivi “esimo” in Italia e vai fuori rischi di non finire la gara e di non finirla molto presto. Perché il livello è veramente alto. Io mi ricordo di una gara che hanno finito in 16. Io ero stato uno degli ultimi a prendere l’80%. In 16 finiscono una corsa: questo ti fa pensare.
Per Bertolini bagagli sempre pronti… E un piatto di riso stretto tra le gambe, mangiato in attesa dell’aereo. Fare le trasferte di Coppa è anche questoPer Bertolini bagagli sempre pronti… E un piatto di riso stretto tra le gambe, mangiato in attesa dell’aereo. Fare le trasferte di Coppa è anche questo
Quindi sei stato chiaro: serve…
Eccome. Ma bisogna anche essere realisti. Devi avere una buona base per andare lassù e non solo per la gara in sé stessa. Bisogna considerare che per andare in Belgio partiamo da soli. Dobbiamo prendere un volo, prendere una macchina e guidare delle ore per poi andare alla gara. Dobbiamo organizzare i pasti, il dormire. I belgi o gli olandesi partono sempre da casa. Il Belgio è grande come la Lombardia e alla fine da dove abitano in un’ora e mezza al massimo sono dappertutto.
Tutto è più facile…
Loro possono dire: «Corro, sabato poi torno a casa mia. Mangio, faccio quello che voglio, mi rilasso e la domenica corro». Oppure: «Dopo le prove torno a casa». E’ ben diverso partire dall’Italia il sabato o il venerdì sera per correre la domenica. Anche per questo loro fanno tutta la Coppa. Quegli atleti certi sbattimenti ce li hanno una o due volte l’anno. E’ ben diversa la situazione, lo stress, il viaggio…
Dovendo fare i conti con le assenze dei 3 moschettieri Wout Van Aert (Belgio), Mathieu Van der Poel (Olanda) e Thomas Pidcock (Inghilterra), tutti si aspettavano il solito mano a mano tra Iserbyt (brutta la sua gara chiusa ritirandosi) e Van Der Haar. Invece un po’ sorpresa, ma per la verità non così tanto, Michael Vanthourenhout è diventato il nuovo campione europeo di ciclocross nella categoria elite uomini.
Vanthourenhout conquista a Namur la prima maglia titolata da quando è eliteCosì lo scorso anno, dopo il secondo posto di Vermiglio, Vanthourenhout aveva vinto in Coppa a NamurVanthourenhout conquista a Namur la prima maglia titolata da quando è eliteCosì lo scorso anno, dopo il secondo posto di Vermiglio, Vanthourenhout aveva vinto in Coppa a Namur
17.300 spettatori paganti
Bisogna credere che Namur porti proprio bene al ventottenne belga della Pauwels Sauzen-Bingoal. Tra la cittadella e Vanthourenhout è quasi una storia d’amore. Già nel dicembre del 2021 il neo campione d’Europa aveva vinto la 12ª manche di Coppa del mondo.
Raggiunto il record di affluenza con 17.300 spettatori paganti, la Cittadella è diventata una vera e propria bolgia e questo ha dato le ali a Vanthourenhout, come confermerà nel post gara.
Di per sé incredibilmente tecnico e difficile, il percorso dell’europeo è diventato epico per la pioggia caduta per tutta la corsa.
La gara degli elite si è corsa sotto la pioggia, davanti a 17.300 spettatori pagantiLa gara degli elite si è corsa sotto la pioggia, davanti a 17.300 spettatori paganti
Una corsa durissima
Equilibrata in testa nei primi cinque giri, le cadute hanno in parte definito la dinamica della gara. Infatti fino al quinto dei nove giri è stata lotta ai ferri corti con l’olandese Lars Van der Haar (secondo a 40 secondi), campione uscente e vincitore una settimana fa sul Koppenberg. Terzo sul traguardo, a 2’17” Laurens Sweeck, per il belga quello di oggi è il terzo bronzo europeo in carriera.
«E’ stata una corsa dura – ha detto il vincitore – credetemi davvero dura. Con Lars abbiamo combattuto sul filo di lana per oltre metà gara. Con la pioggia tutto è diventato più difficile, ma anche più aperto. Caduto lui, caduto io, ma alla fine sono riuscito prima a riprenderlo e poi a staccarlo. Forse sono stato un pizzico migliore nei tratti tecnici. Abbiamo gareggiato in un clima pazzesco, un tifo del genere ti gasa, ti esalta».
Van der Haar era il più in forma dopo il Koppenbergcross, ma alla fine ha dovuto arrendersiVan der Haar era il più in forma dopo il Koppenbergcross, ma alla fine ha dovuto arrendersi
Poi alla domanda su che effetto gli faccia aver conquistato quella maglia, il corridore fiammingo ha risposto: «Questa maglia rappresenta tantissimo per me, perché è la prima maglia distintiva che indosso da quando corro nella categoria elite».
La rimonta di Bertolini
Buona e coraggiosa la prova dell’unico azzurro Gioele Bertolini, dodicesimo a 3’33”.
«La pioggia – spiega l’azzurro – ha reso il percorso scivoloso. C’erano due o tre tratti dove stare molto attenti per rimanere in sella. Speravo di recuperare qualche posizione in più in partenza, ma si sono creati dei buchi, e non sono riuscito a guadagnare posizioni. Così ho deciso di impostare un ritmo regolare, ho cercato di saltare gruppettino per gruppettino».
In effetti ad un certo punto il corridore lombardo era riuscito a tornare sul gruppo che lottava per l’ottava posizione.
«Poi però si è creato qualche buco – spiega – e per poca roba non sono riuscito a centrare la top ten. Peccato, ci tenevo davvero, ma sono comunque contento della mia corsa perché conscio di avere dato il massimo».
Bertolini ha fatto una bella rimonta e alla fine si è piazzato 12° a 3’33”Bertolini ha fatto una bella rimonta e alla fine si è piazzato 12° a 3’33”
Toglici una curiosità, ma viste tutte le cadute davanti tu sei riuscito a rimanere in piedi?
Sì dai, a parte una bella sbandata ad inizio gara e qualche rischio qua e là è andata bene. Diciamo che alla fine (ridendo, ndr) sono riuscito a portare a casa la pelle.
Prossimi obiettivi?
La settimana prossima correrò in Svizzera e poi arrivano le prossime tre gare di Coppa del mondo.
Così anche per Gioele bisognerà anzitutto recuperare e dosare bene le forze. Mentre lassù nella Cittadella, finita la corsa è iniziata la musica. E si balla malgrado la pioggia.
La stagione del ciclocross entra sempre più nel vivo. Anche in questa disciplina offroad il livello si fa sempre più alto e di conseguenza ogni aspetto è, e deve essere, più curato. E non si tratta solo delle specifiche tecniche della bici o della preparazione, ma anche dell’integrazione. Gioele Bertolini (in apertura foto Instagram – Billiani), che è uno dei migliori interpreti italiani di questa specialità, ci spiega come si gestisce da questo punto di vista.
L’atleta della Selle Italia Guerciotti Elite è un vero perfezionista. Alterna l’utilizzo degli integratori con una sana alimentazione e una grande dose di esperienza. Esperienza che riporta sui campi internazionali. E’ stato l’unico italiano presente nell’ultima gara di Coppa del Mondo a Tabor, tanto per dire…
Bertolini e il suo team per l’integrazione fanno affidamento sui prodotti di EthicSportBertolini e il suo team per l’integrazione fanno affidamento sui prodotti di EthicSport
Integrazione e ciclocross: spesso parliamo di integrazione per le corse a tappe e per le crono. In particolare per le gare contro il tempo ci sono dei protocolli super stringenti che partono dai giorni precedenti. Anche per voi è così?
Sicuramente ci sono delle piccole regole da rispettare, come mangiare i carboidrati e del pollo la sera prima della gara. Poche verdure, giusto delle zucchine, per limitare le fibre (come i cronomen, ndr). Però non abbiamo una vera e propria dieta da seguire.
Come durata, una gara di cross e una crono su strada sono paragonabili: è così anche come sforzo e di conseguenza com’è l’alimentazione alla vigilia?
Lo sforzo in effetti è simile perché si è entrambi “a tutta” per tutto il tempo, però la crono è uno sforzo più costante mentre nel ciclocross ci sono molte più variazioni e pure dei tratti da affrontare a piedi. A Tabor per esempio ho bruciato circa 1.200 calorie (un dispendio elevatissimo, ndr). Prima della gara, mangio sempre un piatto di pasta 3 ore prima della corsa con magari del prosciutto crudo.
Quanti watt e quanti battiti mediamente si sviluppano in una gara di cross? E quante calorie si bruciano?
Quanti watt è difficile stabilirlo o dirlo con un numero preciso, perché nelle gare di ciclocross dipende se si scende molto a piedi oppure no. Inoltre c’è un altro aspetto non secondario e molto più pratico. E cioè che pochi atleti hanno due bici con i misuratori di potenza e per questo se si cambia bici non si hanno più i parametri.
Bertolini per mettere la bici sulla spalla non usa la borraccia, ma qualcuno (caso raro) preferisce averla lo stessoBertolini per mettere la bici sulla spalla non usa la borraccia, ma qualcuno (caso raro) preferisce averla lo stesso
Puoi raccontarci nel dettaglio il tuo pre-gara? Cosa mangi, cosa bevi. Come ci si regola tra la recon e l’ora di partenza…
La mia giornata tipo pre-gara inizia con la prova del percorso. Ed è qui che inizio a prestare molta attenzione all’integrazione e agli integratori (nel caso di Bertolini EthicSport, ndr). Dopo questa sgambata di sopralluogo di solito mangio uno Sport Fruit oppure una barretta normale non proteica. Ad un’ora dalla partenza prendo, mischiandoli, il Pre Gara Dynamic ed Endurance. E ancora: a 15 minuti dalla partenza uso il Powerflux.
E in gara? Si riesce a mangiare o si beve solo quando magari passi davanti al box? Ed eventualmente cosa mangi?
Nelle nostre gare solitamente non si porta la borraccia perché si ha un impedimento nel mettere la bici in spalla, per questo motivo porto con me solo un gel super Dextrin Boost che utilizzo gli ultimi due giri.
Il Super Dextrin Boost di EthicSport fa parte di quegli integratori che forniscono quel plus di zuccheri per i momenti decisivi delle gareIl Super Dextrin Boost di EthicSport fa parte di quegli integratori che forniscono quel plus di zuccheri per i momenti decisivi delle gare
Invece il post gara come è gestito? E soprattutto quali parametri lo influenzano? Magari altre gare ravvicinate, il clima, uno sforzo sin troppo eccessivo…
Nel post prendo a una mezz’ora massimo dall’arrivo il Recupero Extreme. Sicuramente tante gare ravvicinate sono un problema e vanno gestite al meglio nel post gara soprattutto con l’integrazione dei liquidi, prima, e dei carboidrati poi.
Il clima influisce sull’integrazione?
Sicuramente quando fa caldo è molto importante l’integrazione prima della gara bevendo molto e assumendo sali. Mentre se fa freddo è sempre importante bere ma, chiaramente, non così tanto come quando c’è il caldo.
Tipo di percorso e di terreno: anche questi influiscono sull’integrazione? In questo caso parliamo di aggiustamenti “millimetrici”, immaginiamo…
Da parte mia no, non arriviamo a tanto. Personalmente ho queste abitudini nel pre e post gara con le quali mi trovo molto bene e per questo preferisco non variarle.
La stagione del ciclocross è appena iniziata, ma già la Selle Italia Guerciotti Elite ha fatto man bassa di vittorie al Giro d’Italia con un ritrovato Bertolini già al centro delle operazioni (in apertura, agli europei 2021). Parliamo di una delle principali società del panorama non solo italiano, perché l’impostazione che il team ha voluto dare è quella il più possibile vicina alle formazioni belghe e olandesi che fanno il bello e il cattivo tempo in campo internazionale. E d’altronde è quello il target della formazione, per il quale Vito Di Tano, l’ex iridato che coordina i ragazzi, lavora.
Il team lombardo consta di 7 atleti, con qualche novità rispetto allo scorso anno: «Con l’arrivo di Sara Casasolaabbiamo un’esponente di grido anche fra le elite, mentre Loconsolo va ad aggiungersi ad Agostinacchio e Leone costituendo una forte componente fra gli Under 23. Inoltre è arrivato Nicholas Tavella, vicecampione italiano fra gli allievi 2° anno che passa di categoria e sul quale contiamo molto per il futuro».
Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorieDi Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Partiamo nell’analisi da un elemento che già faceva parte del vostro team: Federica Venturelli, reduce da un’eccezionale stagione fra pista e strada, che ha fermamente voluto continuare anche nel ciclocross…
Lei ha bisogno di continui stimoli agonistici, tanto che va un po’ frenata. Io ad esempio avrei preferito fermarla in questo periodo, ma lei teneva particolarmente a rispondere alla chiamata in azzurro per la trasferta giovanile in Spagna e non me la sono sentita di negargliela. Sa però che non deve spingere perché gli effetti della caduta in Australia ancora si sentono, soprattutto al braccio col quale non riesce a tirare su la bici. Cercheremo comunque di gestirla in modo da farla emergere per le gare titolate.
La Venturelli è un patrimonio di tutto il ciclismo: con Pontoni avete ragionato su come dosarla in questo inverno?
Con Daniele ci sentiamo spesso, lei e la Corvi sono due atlete di primissimo piano che possono davvero ottenere grandi cose ai mondiali anche perché la Backstedt passa di categoria, ma Federica va gestita nella maniera giusta per farla arrivare in forma. Oltretutto con lei bisognerà lavorare anche sull’aspetto tecnico: ha una posizione un po’ statica in bici, può migliorare da questo punto di vista.
Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Come siete arrivati alla Casasola?
Ci eravamo sentiti già in primavera, Sara voleva trovare nuovi stimoli non perché si trovasse male alla DP66, ma proprio perché a 25 anni dopo molte stagioni nel team friulano voleva respirare aria nuova. Noi le abbiamo dato fiducia e finora l’ha già ripagata, io sono convinto che anche a livello internazionale possa fare bene, aveva solo bisogno di ripartire anche mentalmente.
Che cosa ti aspetti dai tre under 23?
Gli dico sempre che sono bravi, ma devono dimostrarlo. Devono fare il salto di qualità e quello possono farlo solo loro, attraverso il loro impegno. Per crescere hanno bisogno di confrontarsi con il meglio e per questo dovranno gareggiare molto all’estero: la Coppa del mondo prevede che ci siano 5 prove per under e juniores, le ultime 3 da affrontare con la nazionale. Noi saremo nelle altre due e poi gareggeranno nelle altre in mezzo agli elite. Questa è un’arma a doppio taglio, perché ti ritrovi a gareggiare con gente più smaliziata. Se vai bene, il morale cresce, ma se prendi batoste devi saperle valutare e prendere quanto di buono ci può essere a livello di esperienza.
Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Con voi c’è anche la Realini…
Quest’anno cambia squadra su strada passando alla Trek Segafredo, vedremo che attività potrà fare. Credo che anche lei, come molte altre divise fra ciclocross e strada, farà il suo esordio a dicembre. Si segue la strada tracciata da Van Der Poel e Van Aert ed è normale che sia così. Troppe gare non possono essere fatte, oltretutto i campioni arrivano più freschi quando gli specialisti puri si sono già dati battaglia per settimane. C’è una disparità di forze, ma l’evoluzione del ciclismo è questa.
Bertolini dove può arrivare?
Io sono convinto che il vero Bertolini sia quello di Valkenburg 2018, saldamente fra i primi 10 al mondo, deve solo crederci e avere una stagione priva di infortuni. E’ chiaro che i campioni che vengono dalla strada sono di un altro pianeta, ma io sono convinto che può arrivare lontano e riprendersi quel che la sfortuna gli ha tolto. Contiamo molto anche su Tavella, che ha vinto anche su strada e che ora, cambiando categoria, dovrà dimostrare davvero di che pasta è fatto perché è fra gli junior che si comincia a far sul serio. Abbiamo una squadra completa, ora il verdetto sta alle gare.