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Tante novità in casa Guerciotti, in vista dei 60 anni

19.09.2023
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Casa Guerciotti è il simbolo del ciclocross italiano, non a caso l’azienda milanese nel 2024 festeggerà i 60 anni di attività e vuole farlo alla grande, perché è una ricorrenza non di poco conto. Ci sono tante novità all’orizzonte, quel che può sembrare strano è che esse non riguardano solo il roster del team, anche perché alla Guerciotti sono fedeli al motto “squadra che vince non si cambia” e quindi le punte sono tutte lì.

Il team riparte dai 4 titoli italiani conquistati a gennaio. L’ambizione è fare ancora meglio
Il team riparte dai 4 titoli italiani conquistati a gennaio. L’ambizione è fare ancora meglio

Nuovo team, nuovo logo

Cambia invece la denominazione della società, che diventa Team Fas Airport Services-Guerciotti-Premac grazie all’innesto dell’azienda bresciana specializzata in materiale per l’edilizia.

«Questa nuova avventura con Guerciotti può scrivere altre grandi pagine del ciclismo – sottolinea il presidente della Premac Srl Angelo Tonoli – insieme lavoriamo già nel ciclismo su strada (con la Isolmant-Premac-Vittoria, ndr) e la collaborazione tra di noi procede bene. L’ingresso nel ciclocross sarà proiettato sull’investire verso i giovani e puntare nuovamente alla maglia iridata».

Un’ambizione non da poco, addirittura stimata in 3 anni, quasi azzardata considerando il livello attuale del ciclocross italiano, che pure le sue soddisfazioni riesce a prendersele infiltrandosi ogni tanto nello schiacciante duopolio Olanda-Belgio. Intanto però la squadra guarda al panorama nostrano con l’ambizione di essere competitiva in ogni categoria assoluta.

Il logo del team fa bella mostra sul telaio della bici, modello CXS, che domenica sarà a Hillnau
Il logo del team fa bella mostra sul telaio della bici, modello CXS, che domenica sarà a Hillnau

Si punta sui (e sulle) giovani

«E’ vero che nel suo complesso la formazione ha un’intelaiatura basata su quella dello scorso anno – spiega il team manager Alessandro Guerciotti – ma è anche vero che qualche novità c’è, perché abbiamo inteso lavorare soprattutto in prospettiva. Ferme restando le presenze di Bertolini e Casasola, che sono garanzie assolute fra gli elite, abbiamo portato sotto il nostro tetto il meglio che c’è a livello junior femminile, con Arianna Bianchi, Elisa Ferri e l’italoalbanese Neria Kabetaj. Fra le Under 23 arriva Nicole Pesse, fra i pari categoria abbiamo Travella, Leone e il neoentrato Tommaso Ferri». E la campagna acquisti potrebbe anche non essere finita…».

Cambia anche la livrea, i corridori avranno una divisa completamente nuova e questo non è un fattore secondario, come illustra la Marketing Director dell’azienda Micaela Guerciotti: «Abbiamo voluto rinnovare anche lo stile, puntare sulla milanesità del nostro brand. La nuova maglia, infatti, è disegnata da un collettivo post modernista chiamato Memphis Studio, una maglia che si ispira alla popart, art déco e stile anni 80-90. Le stesse idee sono state trasportate anche sul telaio della nostra CXS, in dotazione al team».

La nuova divisa della società. Il team sarà rappresentato in tutte le categorie assolute
La nuova divisa della società. Il team sarà rappresentato in tutte le categorie assolute

Attività in Italia e all’estero

L’esordio della squadra è ormai imminente: non si aspetterà l’inizio della stagione italiana, coincidente con la prima tappa del Giro d’Italia il 1° ottobre a Tarvisio, ma si partirà per la Svizzera già nel fine settimana, per affrontare la trasferta di Hillnau che, sia tecnicamente che anche per scaramanzia, è un punto fisso dell’agenda del team milanese e non solo. Ma qualche cambiamento, nella struttura del calendario, c’è ed è figlio del lavoro effettuato in sede federale per allargare numero e prestigio degli eventi.

«Continueremo a seguire la Coppa del Mondo – spiega Alessandro Guerciotti – e faremo anche qualche capatina nel cuore dell’attività tra Belgio e Olanda nella tradizionale campagna delle feste natalizie con tante gare di seguito, perché è fondamentale per costruire la condizione necessaria per i Campionati Italiani che sono il nostro appuntamento principale. Ma terremo nel dovuto conto anche la stagione italiana, ora che c’è un calendario finalmente soddisfacente. Sono state aggiunte altre prove tra nazionali e internazionali, che danno punteggio nel ranking e questo è utile, anche se non sufficiente per certi aspetti».

Bertolini resta la punta di diamante del team e cerca un rilancio internazionale (foto Billiani)
Bertolini resta la punta di diamante del team e cerca un rilancio internazionale (foto Billiani)

Un cammino appena iniziato

Risuonano nella mente le parole di Tonoli: parlare di ambizioni iridate sembra stridere con la situazione del ciclocross attuale: «E’ chiaro che gareggiando solo in Italia manca il polso della situazione, mancano quelle fondamentali esperienze contro i più forti, per questo terremo sempre nel dovuto conto gli appuntamenti esteri. I nostri ragazzi devono continuare a crescere e possono farlo solo affrontando i migliori. Nelle gare italiane la partecipazione estera, salvo rari casi, è scarsa se non parliamo di prove di Coppa del Mondo. E’ uno step sul quale lavorare, ma serve un budget adeguato ed è questo che fa la fondamentale differenza fra noi e i principali team europei. Noi comunque ci proviamo, è un cammino verso i vertici che vogliamo percorrere tutto, per il tempo che sarà necessario».

Bertolini in Coppa, come Davide contro Golia

11.12.2022
5 min
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Gioele Bertolini è di fatto l’unico italiano (o quasi) che sta correndo con una certa costanza nella Coppa del mondo di ciclocross. Un impegno importante sotto tanti punti vista: muscolare, mentale, logistico.

Il corridore della Selle Italia Guerciotti riesce a raccogliere qualche punto e poi a fare bene, se non molto bene, in Italia dove il livello è inevitabilmente più basso. Che utilità hanno dunque queste trasferte se da noi si lotta per vincere e oltre confine si va per un piazzamento?

Quando si va in Coppa ci si scontra con i ben noti mostri sacri, ma anche gli altri atleti sono ad un livello altissimo
Quando si va in Coppa ci si scontra con i ben noti mostri sacri, ma anche gli altri atleti sono ad un livello altissimo
Gioele sei l’unico italiano in Coppa, come ci si sente? 

Sto solo solo tra i giganti! L’ambiente bene o male è sempre lo stesso. Certo, quando c’è qualche italiano ci si spalleggia un po’ di più. Fa sempre piacere parlare, provare il percorso con degli amici, perché alla fine siamo tutti amici, e aiutarsi. Da parte mia le uscite che ho fatto nel Nord Europa le ho sempre fatte con la mia compagna di squadra Sara (Casasola, ndr). Abbiamo fatto gruppetto anche con il Trinx Factory Team, che è la squadra che mi appoggia d’estate quando faccio Mtb. Lì c’è Luca Bramati che è anche il mio preparatore, sua figlia Lucia che corre. Mentre tra gli uomini sono praticamente solo.

Come sta andando questa stagione?

Sin qui le corse non sono andate tanto bene, anche perché partendo un po’ indietro è sempre una gran faticata in partenza. E lì basta veramente poco per perdere il treno giusto. Ed ecco che hai già buttato mezza gara. Risalire è difficile. Però devo dire che ad Anversa ho sentito che la mia gamba girava meglio.

E infatti qualche giorno fa hai vinto…

E voglio continuare su questa strada e continuare ad ottenere buoni risultati, anche sabato prossimo in Val di Sole. Lì ci sarà tanto tifo e ci saranno anche tante aspettative su di noi. Spero di non deludere i tifosi. 

Bertolini ha vinto a Faè di Oderzo merito anche delle “tirate di collo” in Coppa (@alessiopederiva_photo)
Bertolini ha vinto domenica scorsa a Faè di Oderzo, merito anche delle “tirate di collo” in Coppa (@alessiopederiva_photo)
Prima hai detto che ti appoggi anche alla Trinx e che provi il percorso con le ragazze, ma magari non è la stessa cosa che fare il giro con un Dorigoni che ha una potenza simile alla tua, la stessa velocità di entrata in curva, utilizza gli stessi rapporti… Sarebbe un confronto più indicativo?

Un po’ più indicativo sì, ma non così tanto. Diciamo che provando il giro con le ragazze, loro ne giovano di più perché io magari vedo cose che loro non vedono, riesco ad aiutarle nei tratti in cui fanno più fatica. Mentre io la traiettoria giusta devo individuarmela da solo. Però è anche vero che quando arrivi a un determinato livello devi saper fare da te. E poi – aggiunge – ogni tanto parlo e scherzo con qualche belga o olandese più simpatico!

Guardando il lato un po’ più romantico, diciamo così, quando parti da solo per andare in Belgio o in Olanda a lottare con i giganti e tu sei da solo, non ti scatta l’orgoglio del Davide contro Golia? 

Ormai ci ho fatto l’abitudine, sono anni che faccio così. E poi alcune tappe, come quelle più lontane per esempio, non le faccio. Considerate che anche a livello logistico sono trasferte impegnative. Sono difficili da gestire nel loro insieme. 

Analizzando i tuoi risultati in Coppa, viaggi tra la ventesima e la trentesima posizione, più o meno. Da fuori ci si può dire: “Fai queste grandi trasferte e poi fai fatica ad entrare nei primi 10”. Allora ci si chiede: servono davvero?

Io sono stato sempre dell’idea che quando un corridore in Italia vince deve uscire dai confini. Deve alzare il livello. Entrare nei primi 10 in Coppa è un grande risultato. Piuttosto, non capisco tanti atleti che in Italia arrivano decimi o quindicesimi e vogliono andare all’estero. Fare magari delle trasferte onerose, buttare via tempo ed energie. Io dico: prima cresci e fai i risultati in Italia, poi dopo vai all’estero. Perché se arrivi “esimo” in Italia e vai fuori rischi di non finire la gara e di non finirla molto presto. Perché il livello è veramente alto. Io mi ricordo di una gara che hanno finito in 16. Io ero stato uno degli ultimi a prendere l’80%. In 16 finiscono una corsa: questo ti fa pensare.

Quindi sei stato chiaro: serve…

Eccome. Ma bisogna anche essere realisti. Devi avere una buona base per andare lassù e non solo per la gara in sé stessa. Bisogna considerare che per andare in Belgio partiamo da soli. Dobbiamo prendere un volo, prendere una macchina e guidare delle ore per poi andare alla gara. Dobbiamo organizzare i pasti, il dormire. I belgi o gli olandesi partono sempre da casa. Il Belgio è grande come la Lombardia e alla fine da dove abitano in un’ora e mezza al massimo sono dappertutto.

Tutto è più facile…

Loro possono dire: «Corro, sabato poi torno a casa mia. Mangio, faccio quello che voglio, mi rilasso e la domenica corro». Oppure: «Dopo le prove torno a casa». E’ ben diverso partire dall’Italia il sabato o il venerdì sera per correre la domenica. Anche per questo loro fanno tutta la Coppa. Quegli atleti certi sbattimenti ce li hanno una o due volte l’anno. E’ ben diversa la situazione, lo stress, il viaggio…

Vanthourenhout re di Namur. Stanotte nella Cittadella si balla

06.11.2022
4 min
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Dovendo fare i conti con le assenze dei 3 moschettieri Wout Van Aert (Belgio), Mathieu Van der Poel (Olanda) e Thomas Pidcock (Inghilterra), tutti si aspettavano il solito mano a mano tra Iserbyt (brutta la sua gara chiusa ritirandosi) e Van Der Haar. Invece un po’ sorpresa, ma per la verità non così tanto, Michael Vanthourenhout è diventato il nuovo campione europeo di ciclocross nella categoria elite uomini.

17.300 spettatori paganti

Bisogna credere che Namur porti proprio bene al ventottenne belga della Pauwels Sauzen-Bingoal. Tra la cittadella e Vanthourenhout è quasi una storia d’amore. Già nel dicembre del 2021 il neo campione d’Europa aveva vinto la 12ª manche di Coppa del mondo. 

Raggiunto il record di affluenza con 17.300 spettatori paganti, la Cittadella è diventata una vera e propria bolgia e questo ha dato le ali a Vanthourenhout, come confermerà nel post gara.

Di per sé incredibilmente tecnico e difficile, il percorso dell’europeo è diventato epico per la pioggia caduta per tutta la corsa.

La gara degli elite si è corsa sotto la pioggia, davanti a 17.300 spettatori paganti
La gara degli elite si è corsa sotto la pioggia, davanti a 17.300 spettatori paganti

Una corsa durissima

Equilibrata in testa nei primi cinque giri, le cadute hanno in parte definito la dinamica della gara. Infatti fino al quinto dei nove giri è stata lotta ai ferri corti con l’olandese Lars Van der Haar (secondo a 40 secondi), campione uscente e vincitore una settimana fa sul Koppenberg. Terzo sul traguardo, a 2’17” Laurens Sweeck, per il belga quello di oggi  è il terzo bronzo europeo in carriera.

«E’ stata una corsa dura – ha detto il vincitore – credetemi davvero dura. Con Lars abbiamo combattuto sul filo di lana per oltre metà gara. Con la pioggia tutto è diventato più difficile, ma anche più aperto. Caduto lui, caduto io, ma alla fine sono riuscito prima a riprenderlo e poi a staccarlo. Forse sono stato un pizzico migliore nei tratti tecnici. Abbiamo gareggiato in un clima pazzesco, un tifo del genere ti gasa, ti esalta».

Van der Haar era il più in forma dopo il Koppenbergcross, ma alla fine ha dovuto arrendersi
Van der Haar era il più in forma dopo il Koppenbergcross, ma alla fine ha dovuto arrendersi

Poi alla domanda su che effetto gli faccia aver conquistato quella maglia, il corridore fiammingo ha risposto: «Questa maglia rappresenta tantissimo per me, perché è la prima maglia distintiva che indosso da quando corro nella categoria elite».

La rimonta di Bertolini

Buona e coraggiosa la prova dell’unico azzurro Gioele Bertolini, dodicesimo a 3’33”.

«La pioggia – spiega l’azzurro – ha reso il percorso scivoloso. C’erano due o tre tratti dove stare molto attenti per rimanere in sella. Speravo di recuperare qualche posizione in più in partenza, ma si sono creati dei buchi, e non sono riuscito a guadagnare posizioni. Così ho deciso di impostare un ritmo regolare, ho cercato di saltare gruppettino per gruppettino».

In effetti ad un certo punto il corridore lombardo era riuscito a tornare sul gruppo che lottava per l’ottava posizione.

«Poi però si è creato qualche buco – spiega – e per poca roba non sono riuscito a centrare la top ten. Peccato, ci tenevo davvero, ma sono comunque contento della mia corsa perché conscio di avere dato il massimo».

Bertolini ha fatto una bella rimonta e alla fine si è piazzato 12° a 3’33”
Bertolini ha fatto una bella rimonta e alla fine si è piazzato 12° a 3’33”
Toglici una curiosità, ma viste tutte le cadute davanti tu sei riuscito a rimanere in piedi?

Sì dai, a parte una bella sbandata ad inizio gara e qualche rischio qua e là è andata bene. Diciamo che alla fine (ridendo, ndr) sono riuscito a portare a casa la pelle.

Prossimi obiettivi?

La settimana prossima correrò in Svizzera e poi arrivano le prossime tre gare di Coppa del mondo.

Così anche per Gioele bisognerà anzitutto recuperare e dosare bene le forze. Mentre lassù nella Cittadella, finita la corsa è iniziata la musica. E si balla malgrado la pioggia.

L’integrazione del crossista. A lezione da Bertolini

27.10.2022
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La stagione del ciclocross entra sempre più nel vivo. Anche in questa disciplina offroad il livello si fa sempre più alto e di conseguenza ogni aspetto è, e deve essere, più curato. E non si tratta solo delle specifiche tecniche della bici o della preparazione, ma anche dell’integrazione. Gioele Bertolini (in apertura foto Instagram – Billiani), che è uno dei migliori interpreti italiani di questa specialità, ci spiega come si gestisce da questo punto di vista.

L’atleta della Selle Italia Guerciotti Elite è un vero perfezionista. Alterna l’utilizzo degli integratori con una sana alimentazione e una grande dose di esperienza. Esperienza che riporta sui campi internazionali. E’ stato l’unico italiano presente nell’ultima gara di Coppa del Mondo a Tabor, tanto per dire…

Bertolini e il suo team per l’integrazione fanno affidamento sui prodotti di EthicSport
Bertolini e il suo team per l’integrazione fanno affidamento sui prodotti di EthicSport
Integrazione e ciclocross: spesso parliamo di integrazione per le corse a tappe e per le crono. In particolare per le gare contro il tempo ci sono dei protocolli super stringenti che partono dai giorni precedenti. Anche per voi è così?

Sicuramente ci sono delle piccole regole da rispettare, come mangiare i carboidrati e del pollo la sera prima della gara. Poche verdure, giusto delle zucchine, per limitare le fibre (come i cronomen, ndr). Però non abbiamo una vera e propria dieta da seguire.

Come durata, una gara di cross e una crono su strada sono paragonabili: è così anche come sforzo e di conseguenza com’è l’alimentazione alla vigilia?

Lo sforzo in effetti è simile perché si è entrambi “a tutta” per tutto il tempo, però la crono è uno sforzo più costante mentre nel ciclocross ci sono molte più variazioni e pure dei tratti da affrontare a piedi. A Tabor per esempio ho bruciato circa 1.200 calorie (un dispendio elevatissimo, ndr). Prima della gara, mangio sempre un piatto di pasta 3 ore prima della corsa con magari del prosciutto crudo.

Quanti watt e quanti battiti mediamente si sviluppano in una gara di cross? E quante calorie si bruciano?

Quanti watt è difficile stabilirlo o dirlo con un numero preciso, perché nelle gare di ciclocross dipende se si scende molto a piedi oppure no. Inoltre c’è un altro aspetto non secondario e molto più pratico. E cioè che pochi atleti hanno due bici con i misuratori di potenza e per questo se si cambia bici non si hanno più i parametri.

Bertolini per mettere la bici sulla spalla non usa la borraccia, ma qualcuno (caso raro) preferisce averla lo stesso
Bertolini per mettere la bici sulla spalla non usa la borraccia, ma qualcuno (caso raro) preferisce averla lo stesso
Puoi raccontarci nel dettaglio il tuo pre-gara? Cosa mangi, cosa bevi. Come ci si regola tra la recon e l’ora di partenza…

La mia giornata tipo pre-gara inizia con la prova del percorso. Ed è qui che inizio a prestare molta attenzione all’integrazione e agli integratori (nel caso di Bertolini EthicSport, ndr). Dopo questa sgambata di sopralluogo di solito mangio uno Sport Fruit oppure una barretta normale non proteica. Ad un’ora dalla partenza prendo, mischiandoli, il Pre Gara Dynamic ed Endurance. E ancora: a 15 minuti dalla partenza uso il Powerflux.

E in gara? Si riesce a mangiare o si beve solo quando magari passi davanti al box? Ed eventualmente cosa mangi?

Nelle nostre gare solitamente non si porta la borraccia perché si ha un impedimento nel mettere la bici in spalla, per questo motivo porto con me solo un gel super Dextrin Boost che utilizzo gli ultimi due giri.

Il Super Dextrin Boost di EthicSport fa parte di quegli integratori che forniscono quel plus di zuccheri per i momenti decisivi delle gare
Il Super Dextrin Boost di EthicSport fa parte di quegli integratori che forniscono quel plus di zuccheri per i momenti decisivi delle gare
Invece il post gara come è gestito? E soprattutto quali parametri lo influenzano? Magari altre gare ravvicinate, il clima, uno sforzo sin troppo eccessivo…

Nel post prendo a una mezz’ora massimo dall’arrivo il Recupero Extreme. Sicuramente tante gare ravvicinate sono un problema e vanno gestite al meglio nel post gara soprattutto con l’integrazione dei liquidi, prima, e dei carboidrati poi.

Il clima influisce sull’integrazione?

Sicuramente quando fa caldo è molto importante l’integrazione prima della gara bevendo molto e assumendo sali. Mentre se fa freddo è sempre importante bere ma, chiaramente, non così tanto come quando c’è il caldo.

Tipo di percorso e di terreno: anche questi influiscono sull’integrazione? In questo caso parliamo di aggiustamenti “millimetrici”, immaginiamo…

Da parte mia no, non arriviamo a tanto. Personalmente ho queste abitudini nel pre e post gara con le quali mi trovo molto bene e per questo preferisco non variarle.

Di Tano lancia la sfida: «Competitivi in ogni categoria»

12.10.2022
4 min
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La stagione del ciclocross è appena iniziata, ma già la Selle Italia Guerciotti Elite ha fatto man bassa di vittorie al Giro d’Italia con un ritrovato Bertolini già al centro delle operazioni (in apertura, agli europei 2021). Parliamo di una delle principali società del panorama non solo italiano, perché l’impostazione che il team ha voluto dare è quella il più possibile vicina alle formazioni belghe e olandesi che fanno il bello e il cattivo tempo in campo internazionale. E d’altronde è quello il target della formazione, per il quale Vito Di Tano, l’ex iridato che coordina i ragazzi, lavora.

Il team lombardo consta di 7 atleti, con qualche novità rispetto allo scorso anno: «Con l’arrivo di Sara Casasola abbiamo un’esponente di grido anche fra le elite, mentre Loconsolo va ad aggiungersi ad Agostinacchio e Leone costituendo una forte componente fra gli Under 23. Inoltre è arrivato Nicholas Tavella, vicecampione italiano fra gli allievi 2° anno che passa di categoria e sul quale contiamo molto per il futuro».

Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Partiamo nell’analisi da un elemento che già faceva parte del vostro team: Federica Venturelli, reduce da un’eccezionale stagione fra pista e strada, che ha fermamente voluto continuare anche nel ciclocross…

Lei ha bisogno di continui stimoli agonistici, tanto che va un po’ frenata. Io ad esempio avrei preferito fermarla in questo periodo, ma lei teneva particolarmente a rispondere alla chiamata in azzurro per la trasferta giovanile in Spagna e non me la sono sentita di negargliela. Sa però che non deve spingere perché gli effetti della caduta in Australia ancora si sentono, soprattutto al braccio col quale non riesce a tirare su la bici. Cercheremo comunque di gestirla in modo da farla emergere per le gare titolate.

La Venturelli è un patrimonio di tutto il ciclismo: con Pontoni avete ragionato su come dosarla in questo inverno?

Con Daniele ci sentiamo spesso, lei e la Corvi sono due atlete di primissimo piano che possono davvero ottenere grandi cose ai mondiali anche perché la Backstedt passa di categoria, ma Federica va gestita nella maniera giusta per farla arrivare in forma. Oltretutto con lei bisognerà lavorare anche sull’aspetto tecnico: ha una posizione un po’ statica in bici, può migliorare da questo punto di vista.

Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Come siete arrivati alla Casasola?

Ci eravamo sentiti già in primavera, Sara voleva trovare nuovi stimoli non perché si trovasse male alla DP66, ma proprio perché a 25 anni dopo molte stagioni nel team friulano voleva respirare aria nuova. Noi le abbiamo dato fiducia e finora l’ha già ripagata, io sono convinto che anche a livello internazionale possa fare bene, aveva solo bisogno di ripartire anche mentalmente.

Che cosa ti aspetti dai tre under 23?

Gli dico sempre che sono bravi, ma devono dimostrarlo. Devono fare il salto di qualità e quello possono farlo solo loro, attraverso il loro impegno. Per crescere hanno bisogno di confrontarsi con il meglio e per questo dovranno gareggiare molto all’estero: la Coppa del mondo prevede che ci siano 5 prove per under e juniores, le ultime 3 da affrontare con la nazionale. Noi saremo nelle altre due e poi gareggeranno nelle altre in mezzo agli elite. Questa è un’arma a doppio taglio, perché ti ritrovi a gareggiare con gente più smaliziata. Se vai bene, il morale cresce, ma se prendi batoste devi saperle valutare e prendere quanto di buono ci può essere a livello di esperienza.

Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Con voi c’è anche la Realini…

Quest’anno cambia squadra su strada passando alla Trek Segafredo, vedremo che attività potrà fare. Credo che anche lei, come molte altre divise fra ciclocross e strada, farà il suo esordio a dicembre. Si segue la strada tracciata da Van Der Poel e Van Aert ed è normale che sia così. Troppe gare non possono essere fatte, oltretutto i campioni arrivano più freschi quando gli specialisti puri si sono già dati battaglia per settimane. C’è una disparità di forze, ma l’evoluzione del ciclismo è questa.

Bertolini dove può arrivare?

Io sono convinto che il vero Bertolini sia quello di Valkenburg 2018, saldamente fra i primi 10 al mondo, deve solo crederci e avere una stagione priva di infortuni. E’ chiaro che i campioni che vengono dalla strada sono di un altro pianeta, ma io sono convinto che può arrivare lontano e riprendersi quel che la sfortuna gli ha tolto. Contiamo molto anche su Tavella, che ha vinto anche su strada e che ora, cambiando categoria, dovrà dimostrare davvero di che pasta è fatto perché è fra gli junior che si comincia a far sul serio. Abbiamo una squadra completa, ora il verdetto sta alle gare.

Casasola profeta in patria, per ritrovare la strada giusta

10.10.2022
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Verdetti uguali a sette giorni prima. Il Giro d’Italia di ciclocross ha fatto tappa a Osoppo e nelle due gare principali, quelle Open, i vincitori sono gli stessi di Corridonia. Gioele Bertolini e Sara Casasola hanno confermato di avere una marcia in più e guardano con ottimismo ai prossimi appuntamenti cominciando anche a pensare a come tradurre questa superiorità interna in buoni risultati in campo internazionale.

Ci tiene soprattutto la Casasola, vittoriosa in casa scacciando via anche i fantasmi di precedenti brutte esperienze: «Ci tenevo a far bene nella prova di Osoppo, dove qualche anno fa sotto la pioggia fui costretta al ritiro e persi la maglia rosa. Qui non potevo e non volevo sbagliare».

L’arrivo vittorioso della Casasola, seguita da Gariboldi e Bulleri (foto Lisa Paletti)
L’arrivo vittorioso della Casasola, seguita da Gariboldi e Bulleri (foto Lisa Paletti)

Casasola, un anno di problemi

Neoacquisto della Selle Italia Guerciotti Elite, la friulana voleva partire subito forte, ripensando a quanto avvenuto nel corso dell’anno: «Mi sono preparata con calma, considerando che ho chiuso la stagione su strada già con il Giro di Toscana a fine agosto. Le gare su strada in estate sono servite soprattutto per riprendere confidenza con la bici dopo essere stata ferma tre mesi per problemi fisici che hanno di fatto inficiato tutta l’annata. Ho praticamente perso un anno e mi dispiace perché avevo iniziato bene, fra Strade Bianche e Cittiglio che mi avevano dato fiducia. Considerando che ho chiuso solo una decina di gare è proprio un anno perso».

Nel frattempo però il panorama del ciclocross è cambiato, le esperienze dei vari VDP e Van Aert hanno fatto scuola e anche alcune big italiane come Persico e Arzuffi hanno fortemente ridotto il loro impegno nel ciclocross guardando più avanti nella stagione: «Sinceramente dispiace perché sappiamo bene che verrebbero fuori gare molto diverse con loro presenti, ma intanto questo principio vale anche per molte protagoniste all’estero, poi io sono abituata a guardare il mio giardino e non quello degli altri.

Per la Casasola (55) ora inizia la stagione delle gare all’estero (foto Alessandro Billiani)
Per la Casasola (55) ora inizia la stagione delle gare all’estero (foto Alessandro Billiani)

Un livello sempre molto alto

«Certamente cambia il tipo di gare, con loro presenti sarebbero più tirate. A Osoppo è venuta fuori una prova molto tattica, con me, la Gariboldi e la Bulleri che a turno provavamo gli attacchi e poi rallentavamo, alla fine è andata bene a me».

Sul tema però la Casasola tiene a chiarire un punto: «Io credo che le gare internazionali resteranno di livello molto alto, lo abbiamo visto anche nell’apertura di Coppa del Mondo in America (vittoria della Van Empel su Alvarado e Brand con 6 olandesi davanti, ndr). Per emergere servirà il massimo impegno: io sono convinta che quando Silvia, Alice e le altre rientreranno troveranno pane per i loro denti…».

Il podio maschile con Bertolini fra il compagno di team Loconsolo e Marco Pavan (foto Lisa Paletti)
Il podio maschile con Bertolini fra il compagno di team Loconsolo e Marco Pavan (foto Lisa Paletti)

Gioele e la tattica di squadra

Due vittorie su due, ma ora la friulana cambia registro: «Domenica a Porto Sant’Elpidio non ci sarò, gareggerò in Svizzera e poi dovrei avere altre prove estere, ma dopo la corsa di domenica prossima faremo il punto. Io spero di entrare nelle convocazioni per gli europei e fare bene nell’apertura di Coppa del Mondo, ci terrei visto quel che ho passato quest’anno. Vorrei una stagione tranquilla e soprattutto continua, sia nel ciclocross che su strada, per dimostrare quel che valgo».

Se la Casasola è emersa vittoriosa da una gara tattica, Bertolini ha potuto sfruttare ancora una volta il lavoro di squadra, che alla fine ha proiettato verso il successo lui anche grazie all’apporto del nuovo arrivato Ettore Loconsolo, secondo e al comando della classifica Under 23: «A Osoppo conta molto guidare bene non essendoci grandi difficoltà tecniche e Ettore ha dimostrato di saperlo fare. Il lavoro in sinergia ha sfiancato gli avversari». «Alla Selle Italia Guerciotti Elite sto imparando tanto – gli fa eco Loconsolo – infatti ho sofferto meno che la scorsa settimana».

Partenza degli junior, Zanolini scatta a tutta: farà il vuoto (foto Alessandro Billiani)
Partenza degli junior, Zanolini scatta a tutta: farà il vuoto (foto Alessandro Billiani)

La prima vittoria in carriera

Verdetti diversi rispetto a quelli di Corridonia invece fra gli junior. Quella di Alan Zanolini (Zanolini Sudtirol Post) ha un sapore unico perché è la prima in carriera per il corridore andato in fuga già alla seconda curva e rimasto in testa con caparbietà. Alla fine anche qualche lacrima per il portacolori della squadra di famiglia: «Finalmente ho potuto onorare la memoria di mio nonno Renzo, mancato quattro anni fa. Era un percorso da stradisti, ho pensato che se provavo dall’inizio avrei avuto qualche speranza, alla fine il sogno s’è realizzato».

Fra le ragazze ritiro per la leader di classifica Arianna Bianchi, che resta comunque al comando della classifica mentre a giocarsi la vittoria erano Nelia Kabetaj e Greta Pighi con vittoria per quest’ultima, che di carattere ne ha da vendere visto che ha cercato di tenere il passo delle più grandi: «Io sono al primo anno, andavano troppo forte, ma ho capito che ci sono anch’io e un domani ci riuscirò».

A Corridonia il Giro d’Italia rilancia subito Bertolini

03.10.2022
5 min
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Il segreto di un corridore è farsi trovare pronto quando davvero serve. Gioele Bertolini (in apertura, le foto sono di Lisa Paletti) aveva vissuto una seconda parte di stagione della mtb (quella più importante, perché comprendente tutte le prove titolate) un po’ sottotono, non aveva la forma che si aspettava. Quindi ha un po’ tirato i remi in barca e ha cominciato già a pensare al ciclocross. Risultato: all’apertura del Giro d’Italia a Corridonia è stato assoluto protagonista, mettendo subito il suo sigillo sulla challenge.

Il giorno successivo alla vittoria marchigiana, dopo poche ore di sonno residuo dal viaggio di ritorno, il suo umore è decisamente improntato al positivo: «Una vittoria che ci voleva in questo periodo, per rilanciarmi verso l’apertura della stagione internazionale. Il percorso di Corridonia mi è piaciuto moltissimo, con tratti veloci alternati a pezzi ripidi, con anche uno strappo che si affrontava giocoforza a bassa velocità. E’ il tipo di tracciato in voga in Belgio e Olanda, quindi è stato un bel banco di prova».

Volata tutta Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini davanti ad Agostinacchio e Leone
Volata tutta Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini davanti ad Agostinacchio e Leone

Tripletta Selle Italia

Alla prima del Giro sono stati tanti i nomi di spicco presenti, a dispetto del fatto che sia la stagione su strada che quella di mountain bike sono ancora in corso e tengono impegnati molti protagonisti: «Noi della Selle Italia Guerciotti Elite abbiamo fatto un buon gioco di squadra – riprende Bertolini – eravamo in 4 davanti e i compagni mi hanno consentito di attuare la tattica che volevo, emergendo a metà gara con Agostinacchio e Leone. Se ho vinto è anche grazie a loro».

Bertolini guarda già avanti, a una stagione internazionale che deve rilanciarlo: «E’ da troppo tempo che non vivo eventi di spicco nella condizione che voglio e quindi devo essere già pronto per Tabor, l’apertura di Coppa del Mondo del 23 ottobre, dove voglio essere davanti. Io so di poter avere un ruolo fra i primi 15 al mondo, ma devo dimostrarlo sul campo e voglio farlo subito, anche per guadagnarmi la selezione per gli Europei».

Buon esordio per Paletti al cambio di categoria: 6° assoluto e 4° fra gli U23
Buon esordio per Paletti al cambio di categoria: 6° assoluto e 4° fra gli U23

Giovani okay

A questo proposito la scelta del cittì Pontoni di dare spazio in Coppa alle categorie giovanili lasciando gli elite a muoversi per conto proprio lo trova abbastanza d’accordo: «Ha fatto così anche lo scorso anno. So che Pontoni è in diretto contatto con il mio diesse Vito Di Tano, d’altro canto in Coppa noi elite possiamo gareggiare con le nostre società, mentre per le categorie inferiori sarebbe più difficile fare esperienze che sono fondamentali, inoltre vivere l’atmosfera in nazionale è sempre importante per crescere. Magari sarebbe bello qualche piccolo strappo alla regola ed esserci anche noi, anche per dare ai più giovani qualche “dritta”, ma Pontoni ha una tale esperienza e un tale carisma che le sue scelte non si discutono».

Tornando all’aspetto internazionale, Bertolini dice la sua anche sull’assenza dei big nella prima parte di stagione: «E’ chiaro che senza i vari Van Der Poel, Van Aert e Pidcock c’è più spazio. Ha ragione Iserbyt quando dice che bisogna sfruttare soprattutto le occasioni date dalle loro assenze, perché hanno una marcia in più. Io con VdP ho corso a lungo, so che puoi battere lui e gli altri solo se hanno una defaillance, l’importante è essere pronti quando questa arriva…».

Per Scappini primo successo in maglia tricolore. L’umbro punta all’oro europeo
Per Scappini primo successo in maglia tricolore. L’umbro punta all’oro europeo

Bielli punta su Scappini

L’apertura del Giro, contraddistinta da sole e un vento un po’ fastidioso, ha coinvolto tra una categoria e l’altra ben 750 corridori, un dato davvero confortante sullo stato di salute del movimento.

In assenza di Pontoni, coinvolto nell’avventura del gravel, c’era il suo vice Bielli a prendere appunti sullo stato di salute di molti. Ad esempio sugli junior, dove Samuele Scappini dopo qualche buon risultato su strada ha ripreso la sana abitudine di vincere sui prati: «Finalmente ho bagnato con una vittoria la mia maglia tricolore, ma spero di sostituirla presto: io voglio andare agli europei per vincere…». Il portacolori del Team Fortebraccio ha trovato resistenza soprattutto in Tommaso Cafueri (DP66 Giant SMP), nome da appuntare per le prossime tappe.

Il podio femminile. La Casasola ha vinto la tappa di apertura come lo scorso anno
Il podio femminile. La Casasola ha vinto la tappa di apertura come lo scorso anno

Donne, ancora Casasola

Fra le ragazze, impegnate tutte insieme, è subito vittoria per Sara Casasola, che completa la grande giornata della Selle Italia Guerciotti Elite, dopo un’aspra battaglia a tre con Rebecca Gariboldi (Team Cingolani) e Alessia Bulleri (Cycling Café): «Volevo staccarle per evitare la volata che non è il mio forte, sono arrivata che ero sfinita. Anche se ho vinto, ho capito che c’è ancora tanto da lavorare per trovare la forma migliore, ma sono sulla buona strada».

Dietro le tre, spuntano due atlete appena passate di categoria: Alice Papo (DP66 Giant Smp) porta a casa la maglia rosa fra le Under 23, mentre Arianna Bianchi (Guerciotti Development) è prima fra le junior, a poche settimane dalla conquista del titolo europeo di cross country con il quale ha salutato la categoria allieve nella mtb. Un’altra atleta da tenere sott’occhio e non solo per il ciclocross…

Bertolini Variano 2021

Tricolori di ciclocross, parola a chi ha già vinto…

06.01.2022
5 min
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Questi sono giorni che per alcuni hanno un sapore particolare. Sono gli ultimi giorni nei quali si indossano le maglie tricolori di ciclocross, che domenica verranno rimesse in palio a Variano di Basiliana. Alcuni si rimetteranno in gioco per mantenerla, altri la riporranno nell’armadio come ricordo di un passaggio importante nella propria carriera. E’ un rituale che ripete ogni anno, ma che mantiene sempre il proprio fascino.

In queste giornate di allenamento, di preparazione della trasferta, di studio del nuovo percorso ogni occhiata a quella maglia raccoglie un misto di nostalgia e speranza, anche in chi l’aveva già vestita e sa bene quali emozioni sappia regalare.

Lecce, la grande rivincita di Bertolini

Per Gioele Bertolini, ad esempio, quella conquistata ai tricolori dello scorso anno ebbe un forte senso di riscatto: «Fu una grande rivincita, venivo da un anno disgraziato, con un bruttissimo incidente in Mtb che mi aveva praticamente fatto saltare tutta la stagione offroad e rischiava di compromettere anche quella sui prati».

Che cosa rappresenta indossare quella maglia?

E’ un grandissimo onore prima di tutto e questo senso lo avverto ogni volta che la indosso. Quella del 2021 non è stata la prima, ma ogni volta è come se lo fosse. Poi, quando si gareggia all’estero, è palpabile l’effetto che fa, negli avversari, in chi guarda, ancor più nei nostri connazionali che vivono lì. Gli stessi corridori ti guardano con occhi diversi, magari anche con un po’ d’invidia.

Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Che cosa è cambiato in questi 12 mesi?

Ho avuto più continuità, sicuramente arrivo alla gara di Variano con una condizione ben diversa da quella del 2021. Mi sento molto più pronto, mi spiace solo che le buone sensazioni vissute in corsa non si siano tradotte in risultati a causa di piccoli problemi, un po’ di sfortuna, ma la scelta di aver privilegiato la stagione estera penso che paghi alla lunga.

Conosci il percorso di gara?

Ci ho disputato e vinto il Campionato Triveneto dello scorso anno (nella foto di apertura di Alessandro Billiani), è un tracciato molto tecnico e vario che si adatta bene alle mie caratteristiche. Lo preferisco asciutto, ma anche con la pioggia penso di poter andare bene.

Arzuffi e il rispetto per la maglia

Alice Maria Arzuffi si prepara a una grande battaglia. Si ha un bel dire che le principali protagoniste della gara elite di domenica (lei, la Lechner, la Persico) sono tutte dello stesso team, fuori si è amiche ma in gara si punta tutte allo stesso obiettivo, ancor di più ai tricolori. Anche la ragazza di Seregno aveva già indossato la maglia: «Però mai da Elite, per questo la vittoria dello scorso anno ha un sapore particolare».

Alice è abituata a seguire il calendario estero, anzi forse proprio questo fattore ha dato un sapore in più a quest’annata tutta tricolore: «E’ una grande soddisfazione indossare quel simbolo nelle gare più prestigiose in giro per l’Europa, è qualcosa che si nota sempre e chi ha indosso una maglia di campione nazionale ha quasi una forma di rispetto in più da parte delle altre. Per me ha un valore molto importante».

Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Che cosa ricordi in particolare della gara di 12 mesi fa?

La cosa che più mi è rimasta impressa è la sensazione che provavo sulla mia pelle quando mi sono ritrovata davanti a tutte, da sola. Mi dicevo di rimanere concentrata e non fare errori perché si stava avvicinando qualcosa di veramente bello.

Ti dispiace un po’ doverla mettere da parte?

No, anzi è qualcosa che mi dà maggiore spinta per i tricolori di domenica, perché se ci sono riuscita allora posso ripetermi.

Che cosa sai del tracciato friulano?

Non ci ho mai corso, so che è abbastanza tecnico e duro, ma so anche che sarà fondamentale affrontarlo in prova con il massimo dell’attenzione, fermandosi a ogni difficoltà tecnica, cercando di capire e memorizzare tutte le linee di gara per non farmi trovare impreparata.

Olivo, il grande assente

E’ curioso il fatto che Brian Olivo ai Tricolori di Variano di Basiliana non ci sarà, è l’unico campione nazionale che non difenderà il titolo, per la scelta del team di fargli saltare tutta la stagione sui prati per preparare la strada. Olivo ha cambiato categoria, avrebbe dovuto correre fra gli under 23. Perlomeno ha avuto la possibilità di indossarla, quella maglia, non solo sul podio di Lecce: «Dopo la rassegna tricolore feci in tempo a disputare due gare, almeno ho vissuto quella sensazione così particolare e viva. Sapevo che poi avrei dovuto riporla, per questo mi ha fatto particolarmente piacere».

Riguardandola, che cosa provi?

E’ il simbolo di qualcosa che si è conquistato e che resterà, che nessuno potrà portare via. Quando corri nelle categorie minori c’è lo svantaggio che, se sei al secondo anno, non potrai indossarla nella stagione successiva, avviene fra gli esordienti, allievi e anche da junior. Resta però dentro la sensazione di qualcosa di bello.

Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo in maglia tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Anche tu hai un ricordo particolare legato a quella giornata di un anno fa?

E’ un misto di sensazioni, mi sono passati per la mente mille pensieri, i sacrifici fatti per conquistarla, la rabbia per i problemi affrontati per arrivarci, tutto ha contribuito a quella vittoria. Devo dire grazie al mio preparatore Alessio Mattiussi e alla mia famiglia perché quello è stato un punto fermo della mia carriera.

Domenica a Variano non ci sarai, ti dispiace non poterti giocare un’altra maglia?

Ho imparato sulla mia pelle che le maglie tricolori hanno un valore enorme in qualsiasi disciplina vengano conquistate, quindi se quest’anno non ho potuto giocare le mie carte nel ciclocross, lo farò sicuramente su strada e su pista, potete star certi che quello è un mio obiettivo, spazio nell’armadio ce n’è…

Master 2021

Master Cross Selle Smp, un ritorno in grande stile

29.12.2021
5 min
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Con la tappa di San Fior (TV) è calato il sipario sul Master Cross Selle SMP. Chiariamo subito: non è una challenge come tutte le altre, ma ha una storia lunga. E’ iniziato nel 2014 ma affonda le sue radici ben più lontano, negli anni Ottanta-Novanta. Rispetto a quei tempi così lontani è rimasto lo sponsor principale, la Selle SMP. L’azienda ha sempre voluto un proprio trofeo per promuovere l’attività invernale non solo attraverso i campioni, ma guardando alle categorie giovanili.

A differenza di quanto avviene per il Giro d’Italia di ciclocross, il Master non ha un’organizzazione unica. E’ più da interpretare come un’unione di prove che uniscono i loro intenti. Alcune di esse sono gare internazionali, colonne portanti della stagione del ciclocross italiano come le sfide di Brugherio e Faé di Oderzo, altre sono prove che proprio grazie all’ingresso nel circuito hanno potuto allargare il loro raggio di conoscenza, basti pensare alla new entry di quest’anno, il Trofeo Le Velò di Ancona.

Meisen Faé 2021
Marcel Meisen in azione a Faé (le foto del servizio sono di Alessandro Billiani)
Marcel Meisen in azione a Faé (le foto del servizio sono di Alessandro Billiani)

Meisen, il tedesco di casa nella Marca

Tutte però hanno avuto un numero di partecipazione importante, superando (a volte di gran lunga) i 500 concorrenti. Questo denota lo stato di salute del movimento, attentissimo a sfruttare ogni occasione agonistica e che vede anno dopo anno allargare il suo bacino, tornato ad essere quantitativamente tra i più importanti d’Europa. E’ un dato importante soprattutto quest’anno, visto che il Master Cross Selle Smp è tornato in calendario dopo un anno di stop: troppo difficile e con enormi incognite poter andare in scena nel 2020-21, nel pieno della pandemia, ma riprendere non è mai semplice.

Come ogni circuito, anche il Master Cross Selle Smp è uno scrigno di storie. Come quella di Marcel Meisen: da anni è considerato una star del ciclocross tedesco, ma a livello internazionale ha sempre faticato a trovare spazi, schiacciato dallo strapotere belga-olandese come avviene per tutti i corridori di altri Paesi. Meisen ha così trovato in Italia modo per emergere come altri corridori stranieri (ad esempio il belga Baestaens) e soprattutto ha trovato a Faé di Oderzo una nuova casa, trionfando nel 2015, 2016 e quest’anno. Chissà che anche le vittorie in terra veneta non l’abbiano aiutato nel trovare un posto migliore nel grande palcoscenico della strada, dove negli ultimi due anni è diventato apprezzato coequipier di Mathieu Van Der Poel all’Alpecin Fenix

Toneatti 2021
Toneatti all’arrivo a Brugherio. Dietro Dorigoni e Bertolini discutono dell’incidente
Toneatti 2021
Toneatti all’arrivo a Brugherio. Dietro Dorigoni e Bertolini discutono dell’incidente

Le sfortune di Bertolini

Questa volta però Meisen è stato aiutato anche dalla sorte, o meglio dall’imperizia di un ragazzo che nell’ultima edizione della sfida nella Marca ha pensato bene di attraversare il percorso quando stava passando Gioele Bertolini, in lotta per le primissime posizioni. Il portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite lo ha preso in pieno e meno male che Gioele è riuscito a rialzarsi senza conseguenze fisiche di rilievo. E’ tornato in bici rimbrottando contro l’incauto e spaventato spettatore, ma la gara era ormai andata e ha chiuso sesto.

Per Bertolini il Master Cross Selle Smp non è stato certo foriero di grandi fortune. Una cosa del genere gli era avvenuta già nella prima prova, il Trofeo Increa Brugherio, altra gara internazionale nell’hinterland brianzolo. Era una delle prime occasioni di confronto con il nuovo compagno di squadra Jakob Dorigoni. I due erano pronti a giocarsi la vittoria in volata, quando all’ultimo giro è avvenuto il contatto fatale, costato loro la caduta e conseguentemente la vittoria, andata al giovane talento Davide Toneatti (DP66 Giant SMP). Potevano esserci retaggi per quell’incidente, invece i due hanno subito guardato al futuro senza andare a cercare inutili responsabilità.

Bertolini Brugherio 2021
Un accigliato Bertolini al traguardo a Brugherio: i dissidi con Dorigoni sono stati poi appianati
Bertolini Brugherio 2021
Bertolini al traguardo a Brugherio: i dissidi con Dorigoni sono stati poi appianati

Fontana, vittoria col brivido

Filippo Fontana è stato il grande protagonista del circuito: il portacolori dei Carabinieri è stato quello che meglio è riuscito a conciliare qualche avventura in Coppa del mondo quando Pontoni lo ha chiamato in causa con le gare italiane. Non ha saltato neanche un evento, rimediando alle difficoltà incontrate a Brugherio (solo 9°), vincendo ad Ancona, Vittorio Veneto e nella tappa conclusiva di San Fior dove grazie anche al punteggio maggiorato ha beffato il leader della classifica Toneatti, solo terzo. Da notare che i primi 4 sono tutti U23, un segnale incoraggiante, poi arriva il primo Elite, l’intramontabile Martino Fruet.

Ben diverso il discorso fra le donne dove Sara Casasola ha già messo da parte un primo obiettivo nell’anno del suo rilancio. Netta la sua affermazione nella classifica generale, con i successi ad Ancona e Vittorio Veneto. A San Fior le è bastato amministrare la situazione, pur dovendo cedere a una scatenata Gaia Realini che proprio grazie a questa vittoria è andata ad affiancare e quindi a beffare nella classifica U23 Asia Zontone.

Fontana Ancona 2021
Filippo Fontana, per lui tre successi di tappa e vittoria in extremis nel circuito
Fontana Ancona 2021
Filippo Fontana, per lui tre successi di tappa e vittoria in extremis nel circuito

Per Paletti una rimonta lunga… un circuito

Fra gli Juniores successo per il bronzo europeo Luca Paletti , ma a dispetto delle vittorie di Ancona, Vittorio Veneto e Faé e della piazza d’onore a San Fior (dove a sorpresa ha vinto il toscano Tommaso Ferri), ha faticato in classifica per contenere l’altoatesino Elian Paccagnella soprattutto a causa dell’incidente occorsogli a Brugherio che l’aveva praticamente tolto di mezzo. Paccagnella aveva fatto della costanza di risultati il suo punto di forza pur non avendo mai vinto una tappa, ma non è bastato.