Tutti fanno un passo indietro e l’Eroica Juniores salta

05.04.2025
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Dopo due edizioni l’Eroica Juniores Nations Cup si ferma. A poche settimane dal via la corsa a tappe dedicata ai ragazzi nati tra il 2007 e il 2008 non partirà. I problemi sono stati di natura economica. I due fondatori di questa corsa, Giancarlo Brocci e Franco Rossi non hanno trovato le certezze adeguate per portare avanti un impegno del genere (in apertura foto Eroica Juniores/Guido Rubino). 

«Sono assolutamente dispiaciuto – dice in prima battuta Giancarlo Brocci – questa è la conferma che non ci sono le condizioni di tranquillità per proporre eventi di calibro internazionale in quella che è la categoria di riferimento del ciclismo giovanile. Nessuna delle istituzioni chiamate in causa ci ha potuto dare conferma dell’impegno preso, per motivi diversi. Né Rossi e nemmeno il sottoscritto poteva esporsi ulteriormente per portare avanti una manifestazione che ha dei costi notevoli».

Giancarlo Brocci al via della seconda tappa nell’edizione del 2024 (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Giancarlo Brocci al via della seconda tappa nell’edizione del 2024 (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)

Un passo indietro

Alla luce di quanto appena detto da Giancarlo Brocci è evidente che l’idea e la volontà di portare avanti un evento come quello dell’Eroica Juniores Nations Cup era in mano alla passione dei due fondatori. Nel cercare una soluzione e una stabilità economica si sono imbattuti nel “passo del gambero” da parte delle istituzioni che avevano dapprima dato il via libera per poi fermarsi e ritrattare. 

«Gli enti chiamati in causa – continua Brocci – con i quali avevamo un accordo iniziale non erano in grado di coprire le spese perché anche loro aspettavano finanziamenti che tardavano ad arrivare. Siamo partiti con il cercare supporto da Regione Toscana e dai Comuni che hanno manifestato interesse per le iniziative legate al marchio Eroica. La Nations Cup ha il suo appeal, ma è difficile trovare continuità di spesa. E i bilanci di questi enti alla fine non prevedono risorse da destinare». 

L’Eroica Juniores porta i giovani a conoscere un ciclismo dal sapore antico (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
L’Eroica Juniores porta i giovani a conoscere un ciclismo dal sapore antico (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Insomma, signor Brocci, tutto è legato all’incertezza…

Quando fai una corsa a tappe internazionale ovviamente devi mettere in conto una cifra importante, sopra i 40.000 euro a tappa. Il tirarsi indietro da parte degli enti deriva dal fatto che non possono darti a bilancio le cifre necessarie. Servirebbe una potenza di fuoco maggiore, che ad esempio è propria del Giro d’Italia. Loro possono agire con anticipo e avere già dei fondi. Noi ci muoviamo su bilanci che sono più difficili da gestire, perché siamo sempre nell’arco dell’imprevedibilità.

Cosa che porta a non avere un budget sufficiente…

Arrivi a raccogliere sempre meno di quanto preventivato, per diversi motivi. Rossi e io siamo spinti da un grande spirito, ma quando alla fine ti manca un 20 o 30 per cento del budget previsto non è facile. Negli anni scorsi il marchio Eroica ha coperto le spese rimanenti e lo ha fatto in maniera importante, soprattutto nella prima edizione (il 2023, ndr). Il problema fondamentale è uno…

Quale?

Se non hai una delibera formale (da parte di Regione Toscana e gli altri enti, ndr) dove viene assegnato un fondo sul quale contare cosa si può fare? Io vengo da una storia in cui ho messo cifre astronomiche che mi hanno cambiato la vita proprio per il romanticismo con cui ho proposto il Giro Bio e altri eventi. Sapete bene che non si può continuare a vivere di romanticismo e di imprevisti.

Stefano Viezzi, campione del mondo ciclocross, in azione sugli sterrati della provincia di Siena (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Stefano Viezzi, campione del mondo ciclocross, in azione sugli sterrati della provincia di Siena (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
E’ mancato interesse nella promozione della manifestazione?

Dietro eventi come questi c’è una promozione del territorio che ha una risonanza mondiale. Con Eroica e Strade Bianche abbiamo portato la Provincia di Siena al centro del movimento del ciclismo e del cicloturismo. Lo abbiamo fatto in quella che era la provincia meno ciclistica della Toscana. Abbiamo fatto delle cose che hanno inciso sulla cultura mondiale di questo sport, basti pensare al Tour de France del 2024 con l’inserimento di 32 chilometri di strada sterrata dentro la nona tappa. 

L’arrivo del Giro a Siena, oltre alla Strade Bianche, può aver contribuito nella mancanza di fondi?

Può anche essere, ma questo lo state supponendo voi. L’Eroica Juniores Nations Cup è una manifestazione che ha un costo elevato, vicino ai 250.000 euro ed è sempre stata in mano all’aleatorietà. Cosa che il primo anno è ricaduta in gran parte su Eroica Srl. Ma a un certo punto devono anche essere le istituzioni a fare un passo verso di te e dirti: «Abbiamo individuato questo tipo di risorse». Ma se fino all’ultimo non sappiamo quanto è il contributo come fai a fidarti? Se poi al posto che 80 ti danno 30 chi mette quel che manca?

Gli anni scorsi lo ha fatto il marchio Eroica, come ci dicevi?

Esattamente, come detto prima loro arrivavano a coprire quel che mancava, ma non è un modo sostenibile di andare avanti. 

L’arrivo in Piazza del Campo a Siena vinto dal norvegese Felix Orn-Kristoff (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
L’arrivo in Piazza del Campo a Siena vinto dal norvegese Felix Orn-Kristoff (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Come mai Eroica ha fatto un passo indietro?

Chi gestisce l’utilizzo del marchio deve farlo per le manifestazioni che hanno una resa per i soci. Il marchio Eroica dice che se non ci sono garanzie quest’anno non potremo coprirvi perché il primo anno abbiamo messo 100, il secondo anno 30 ma dal nostro punto di vista possiamo sostenervi soltanto per la corsa di un giorno. 

Eroica prestava il nome, senza quindi un contributo economico fisso?

Sì. Il discorso è stato semplice. Eroica ci ha fornito un contributo economico fisso a fronte della manifestazione di un giorno (che si terrà a maggio, ndr). Che porta anche il nome di Andrea Meneghetti, un socio del marchio purtroppo scomparso. Eravamo noi (Brocci e Rossi, ndr) che vedevamo anche nella corsa a tappe un’opportunità importante. 

Come mai poi non c’è stato un accordo economico fisso sulla corsa a tappe? 

Perché rispetto a un impegno economico di un certo tipo, Eroica ha detto che a quelle condizioni non lo avrebbero sostenuto. Credo sia legittimo, è un marchio che deve rendere conto ai soci della propria produttività. La corsa su quattro o cinque giorni non siamo in grado di garantirla perché non sappiamo quanto ci potrà costare se non ci sono le garanzie istituzionali. 

Permettere ai ragazzi di vivere l’atmosfera del ciclismo dei grandi è un’occasione unica (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Permettere ai ragazzi di vivere l’atmosfera del ciclismo dei grandi è un’occasione unica (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Perché poi alla fine non c’è stata questa garanzia a livello di istituzioni?

Noi a Regione Toscana abbiamo fatto richiesta di un contributo per una cifra e ci hanno risposto che tutta non ci sarebbe stata. Poi quanto ci avrebbero dato non si sa, non siamo stati in grado di avere una risposta. Se poi ti manca anche il contributo del marchio Eroica tutto finisce. Sono scelte legittime. 

Il discorso può essere racchiuso con la frase “Ubi maior, minor cessat” già usata in un nostro editoriale quando si era parlato dell’evoluzione del ciclismo. Le cose non cambiano quando si parla di eventi. L’avvento, gradito, della Sanremo Woman ha portato alla cancellazione del Trofeo Ponente in Rosa. E l’impressione è che il coinvolgimento di Siena per l’arrivo della nona tappa del Giro abbia contribuito a tagliare i fondi per l’Eroica Juniores.

Nel 2024 la città ha ospitato l’arrivo in Piazza del Campo vinta dal giovane Felix Orn-Kristoff, e sempre da Siena erano partite due frazioni della corsa riservata agli juniores. Il rischio è che se si arriva al punto in cui gli eventi di primo livello mangiano quelli più piccoli ci ritroveremo con una casa dal bel tetto ma senza fondamenta.

Eroica Juniores 2024, chiudiamo la pagina e guardiamo avanti

28.04.2024
6 min
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SIENA – La tappa finale della seconda edizione dell’Eroica Juniores è servita per fare il punto insieme a Giancarlo Brocci, direttore generale di Eroica Italia SSD, sulla riuscita della corsa e di come prosegue il progetto (in apertura è con il cittì azzurro Salvoldi). Il passo in avanti è stato deciso rispetto alla prima edizione: due tappe in più, per un totale di cinque. I giorni di corsa sono passati da due a quattro (il primo giorno si sono corse due semitappe), inserendo luoghi iconici e di grande impatto. L’arrivo in Piazza del Campo, al pari della Strade Bianche, ne è un esempio concreto

«Sinceramente – ci racconta – questo è uno sviluppo notevolissimo per me, nonostante l’evento della terza tappa di cui già abbiamo parlato. Già nel 2023 l’evento è stato accolto positivamente da tutti, l’UCI lo descrisse come il migliore della categoria juniores. Il passo in avanti quest’anno è arrivato anche dal territorio, perché certe località importanti (come Siena, ndr) hanno capito a che livello volevamo portare la manifestazione. Altre, ad esempio Chiusdino, che già era stata arrivo di tappa nel 2023, hanno voluto continuare ad ospitarci». 

Non solo una gara

La sensazione che intorno all’Eroica Juniores Nations’ Cup ci sia un mondo che va oltre la semplice corsa lo si respira ogni giorno. Gli appassionati non sono mai mancati, anche chi è qui solo per il nome di L’Eroica. Vedere ragazzi giovani interessati e immersi in un ciclismo di altri tempi dà una sensazione di continuità tra passato e presente. 

«Eroica – continua Brocci – è tanto di più. Oltre che al territorio noi facciamo una promozione a livello internazionale. Da noi già dalla prima edizione sono venuti i migliori corridori del mondo. Abbiamo un sostegno a livello di organizzazione incredibile. Anche nella terza tappa, annullata per maltempo, avevamo 17 scorte tecniche e 3 ambulanze al seguito con altrettanti medici. Quella poi è stata una situazione da tregenda dove la corsa è stata investita prima dalla grandine e poi dalla neve. I ragazzi sono stati fermati e preservati perché, come ho avuto modo di scrivere anche sui miei profili social, c’è un limite anche all’eroismo. Il messaggio che abbiamo voluto dare è che noi vogliamo bene a questi ragazzi».

A sinistra Giancarlo Brocci, a destra Franco Rossi presidente di Eroica Italia SSD (foto, Franco Rossi, Giancarlo Brocci, Eroica Juniores/Guido Rubino)
A sinistra Giancarlo Brocci, a destra Franco Rossi presidente di Eroica Italia SSD (foto, Franco Rossi, Giancarlo Brocci, Eroica Juniores/Guido Rubino)
Anche perché ci si trova davanti ad una categoria sempre in crescita. 

Dal mio punto di vista questa edizione ha segnato un ulteriore salto di qualità nei confronti di un mondo bellissimo e importante come quello degli juniores. Oggi forse la categoria principale nell’ambito del ciclismo giovanile.

Cosa si vuole far passare a questi ragazzi dello spirito di L’Eroica?

Il messaggio importante è quello di recuperare le radici autentiche di questo sport. Al tempo stesso di individuare questi ragazzi affinché possano essere un esempio per i loro coetanei. Non è facile nel 2024 scegliere uno sport di fatica come il ciclismo. La comunità deve stringersi sempre di più intorno a ragazzi che possono diventare un esempio formidabile per tutti. 

I ragazzi si sono potuti interfacciare con chi può trasmettere spiegare loro lo spirito di L’Eroica (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
I ragazzi si sono potuti interfacciare con chi può trasmettere spiegare loro lo spirito di L’Eroica (foto Eroica Juniores/Guido Rubino)
Sono un modello quindi?

Lo devono essere per quei giovani che non hanno più voglia di fare fatica. E che non sanno nemmeno di quante imprese bisogna fare per arrivare ad un obiettivo. 

Il termine “eroico” lo aveva già utilizzato quando organizzava il Giro Bio, cos’è rimasto di quella definizione?

Dal mio punto di vista, tutto. Tutti quelli che si sono avvicinati al mondo Eroica lo hanno fatto per condividere il messaggio e i valori che volevo dare. Dentro questa organizzazione ci sono tante persone che si sono avvicinate prima a me, poi all’Eroica e poi al mondo dei giovani. Quello che muove l’evento Eroica Juniores è la passione di tutti quelli che partecipano all’organizzazione. 

I messaggi, negli anni, sono cambiati?

Da un certo punto di vista i messaggi che c’erano anni fa nel Giro Bio abbiamo voluto continuare a darli. E’ chiaro che se dovessimo riproporre un Giro Bio faremmo molta attenzione all’alimentazione. Tema che già da giovani viene, a mio avviso, esasperato. Ci sono tanti messaggi rimasti nel tempo, come voler mangiare tutti insieme nel palazzetto di Castiglione della Pescaia. O dormire al Villaggio San Souci tutti insieme nelle casette. 

Un modo per scoprire un ciclismo lontano ma che sta piano piano tornando (foto EroicaJuniores/Guido Rubino)
Un modo per scoprire un ciclismo lontano ma che sta piano piano tornando (foto EroicaJuniores/Guido Rubino)
Un modo per creare comunità.

Sono cose che nessuno propone più e che si stanno perdendo. Noi vogliamo proporre un modello che, se troverà sostentamento, possa diventare sempre più apprezzato. Questo ciclismo, fatto di comunità e di senso di appartenenza, penso possa arrivare ad essere più bello e interessante di quello moderno. Spero di aver la salute di godermelo. So che per L’Eroica è già successo. Vorrei che sempre più persone dicessero: «cavolo ma quanto è bello questo ciclismo?».

Come si fa?

E’ un discorso di business, se si arriverà ad apprezzare di più questo ciclismo lo deciderà il mercato. Però anche tra i professionisti c’è un recupero dello spirito eroico. Pogacar, Van Der Poel, Van Aert e lo stesso Alaphilippe qualche anno fa, sono corridori che stanno interpretando il ciclismo in modo eroico. Le loro azioni non si vedevano da anni e la gente si entusiasma per questo. Vi faccio un esempio.

I ragazzi nelle prime due tappe hanno mangiato tutti insieme nel palazzetto di Castiglione della Pescaia (foto EroicaJuniores/Guido Rubino)
I ragazzi nelle prime due tappe hanno mangiato tutti insieme nel palazzetto di Castiglione della Pescaia (foto EroicaJuniores/Guido Rubino)
Prego. 

Pogacar a livello di immagine ha guadagnato molto di più in quel Tour perso inseguendo tutti, piuttosto che in quelli vinti in precedenza. Se parte, come fatto qui alla Strade Bianche, a 80 chilometri dall’arrivo, trova un mare di gente pronto ad accoglierlo. 

Significa proporre ai ragazzi un ciclismo che non è solo computer e tecnologia?

Esattamente. Far capire che un certo modo di interpretare questo sport fa entrare i corridori nel cuore della gente. Il popolo del ciclismo ha sempre esaltato anche i perdenti. Portare avanti certe filosofie eroiche crea un vantaggio anche “redditizio” per tutti a livello di immagine. Un bellissimo concetto espresso da Peter Sagan fu: «Mi domandate perché sono diverso, ma chiedetevi perché gli altri sono tutti uguali».

L’Eroica Juniores si ferma, tra “scioperi” e indicazioni sbagliate

20.04.2024
5 min
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MONTEVARCHI – Le nuvole nere che hanno coperto Siena al nostro risveglio si sono aperte come un sipario giusto per la partenza. Il sole si è affacciato giallo e chiaro, ma orfano del suo solito calore primaverile. La corsa è partita in tempo per godersi il panorama di Siena e delle colline, ma poco dopo il sipario nero si è richiuso, sputando freddo e acqua in testa ai corridori. Al passaggio iconico di Gaiole in Chianti, centro nevralgico de L’Eroica, la grandine ha ricoperto la strada. Nello scendere a Montevarchi l’acqua scorreva nelle canaline come un fiume in piena. Il risultato è l’annullamento della terza tappa.

Il dispiacere di Brocci

A Montevarchi tutto era già pronto per accogliere l’Eroica Juniores Nations Cup, una festa organizzata ma mai celebrata. Appena arrivati nel parcheggio delle ammiraglie abbiamo visto i primi corridori passare tra le macchine infreddoliti e tremanti. Al momento non si era ancora al corrente dell’annullamento della tappa

A parlare dopo l’annullamento della corsa è stato Giancarlo Brocci: «La decisione è come l’arbitro nel calcio – ci spiega – la prendono la giuria e la direzione di corsa. Le condizioni vanno valutate chilometro per chilometro, sapendo che il primo bene da salvaguardare è il benessere dei ragazzi. Questo è il criterio, la giuria è andata in quella direzione, ma anche per il contatto con i corridori. Dopo il traguardo volante di Gaiole sono andato direttamente in cima a Monte Luco, al GPM di giornata. Ho visto che c’erano tre centimetri di grandine che dal versante gaiolese del Monte Luco non mi permettevano di andare avanti. L’ultima discesa, quella che avrebbe portato a Montevarchi, sarebbe stata comunque impossibile da affrontare». 

La giuria 

In gruppo si vocifera di un errore di comunicazione e che i corridori abbiano sbagliato strada nei pressi di Cavriglia. Nel tratto che avrebbe portato ad attraversare il centro di questo paesino il lastricato non permetteva il passaggio in sicurezza dei corridori. Alcuni hanno tirato dritto, evitando il pericolo, altri, invece, sono entrati nel centro storico costringendo la giuria ad una decisione. 

Il comunicato ufficiale della Giuria recita così: “Per ragioni di sicurezza e di condizioni meteo avverse, la tappa è stata inizialmente neutralizzata dopo 56,1 chilometri e successivamente è stato deciso dall’organizzazione e dalla giuria di cancellare la terza tappa in quel punto. I risultati restano quelli acquisiti dopo la seconda tappa”. 

Sciopero

Il volto dei ragazzi e di qualche direttore sportivo era scuro, quasi come il cielo che copriva le loro teste. La decisione finale è stata quella di annullare la tappa, anche se non tutto è stato chiaro. 

«Il problema – ci spiega il direttore di corsa Paolo Maraffon – è che la corsa doveva entrare dentro Cavriglia, ma non c’erano le condizioni di sicurezza per il traguardo volante. In corsa avevamo deciso di andare dritto e saltare il centro storico. Dove dovevamo girare era presidiato da una persona, se non che qualcuno ha letto Traguardo Volante a un chilometro e alcuni corridori, non i primi, sono entrati in paese. Insieme alla giuria non siamo riusciti nemmeno a trovare i numeri e quindi siamo stati costretti a neutralizzare la corsa».

«Fino a quel momento – prosegue Maraffon – non era stato deciso di neutralizzare la corsa per il meteo. Probabilmente si sarebbe potuto fare l’arrivo in cima a Monte Luco. Solo che a Levane, dove c’è stata l’effettiva neutralizzazione, i corridori sono andati dritti alle macchine. Quindi alla fine la decisione è stata quella di non ripartire, i ragazzi hanno praticamente fatto sciopero. Per carità, tutto legittimo, anche perché avevo quattro ragazzi in macchina e tutti tremavano dal freddo. Uno di loro lo abbiamo dovuto accompagnare in due tenendolo per le braccia».

Un’insolita domenica fra i piccoli guerrieri di Nova Eroica Family

06.07.2022
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Allegra si presenta col papà Giuseppe al gazebo delle iscrizioni: «Ma se mi perdo?», chiede. «Tesoro non puoi perderti – le risponde la ragazza dello staff – siete in tanti, tutti dietro la macchina. E se proprio ti perdi chiama forte: Papààà». Allegra ha quasi dieci anni ed è una dei piccoli partecipanti alla Nova Eroica Family, la ciclopedalata per famiglie, su strade chiuse al traffico, che segue di un giorno l’evento principale di Buonconvento (Siena).

Allegra e il suo papà, quando la paura è perdersi nel gruppo
Allegra e il suo papà, quando la paura è perdersi nel gruppo

«L’anno scorso ho fatto la Nova Eroica – dice il papà – quest’anno mi sono infortunato ad una gamba a febbraio e allora abbiamo deciso di fare la Family di 28 chilometri».

Cosa ti piace di più dell’andare in bici, Allegra?

Ci pensa un po’ e poi risponde: «Fare fatica!».

Nonno Giancarlo

Anche Giancarlo Brocci ha come tutti il dorsale col proprio nome scritto in corsivo scolastico, un tocco di colore che denota la cura dei particolari degli organizzatori. E anche lui è ai nastri di partenza.

«Mi hanno dato del vecchio? Ho una nipote di 10 anni ed una di 5 qui in prima fila – dice – quindi la nozione di vecchio mi spetta di diritto».

Giancarlo Brocci detta le regole del gioco, poi si butta nella mischia
Giancarlo Brocci detta le regole del gioco, poi si butta nella mischia

Lo sguardo privilegiato

Juan José è con la mamma, il papà, la sorellina e la nonna, in pieno stile Eroica Family insomma. Sebastian, dalla Polonia, al sabato ha fatto la 130 chilometri.

«Ad un certo punto -dice – il ciclocomputer mi segnava 43 gradi, oggi la prendo come relax».

Infatti è con la compagna che trasporta il figlio sul seggiolino posteriore: per lui è ancora presto anche per questa mini-avventura, ma non così presto per iniziare a vedere il mondo da un punto privilegiato che non sia l’abitacolo di un’auto.

Dopo i 43 gradi del sabato, la passeggiata per Sebastian dalla Polonia è un bel recupero
Dopo i 43 gradi del sabato, la passeggiata per Sebastian dalla Polonia è un bel recupero

Piccoli eroici crescono

Qualche casco storto di troppo, qualche occhiale lento, ma la curiosità nei loro occhi piccoli è grande. La tensione in griglia, poi, è come quella di una vera gara, anche se la prima pedalata viene data solo dopo quella del genitore che li accompagna.

Leonardo, cosa ti aspetti dalla giornata di oggi? «Un po’ di fatica», risponde. Beh, per fortuna c’è anche il ristoro, presso la Fattoria La Piana, ad un tiro di schioppo da Buonconvento, proprio sullo sterrato della Via Francigena.

Il seme della passione

E’ qui, all’ombra di due grossi pini, che attendiamo i piccoli che un giorno, se la passione delle due ruote avrà fatto breccia nel loro cuore, forse parteciperanno ai percorsi che 24 ore prima hanno fatto sudare le mamme e i papà, e magari tanti altri in giro per il mondo.

Eccoli che arrivano alla spicciolata dalla lunga strada bianca, rossi in volto anche per via del caldo.

Prisca ieri ha fatto la 60 chilometri e oggi accompagna Mia, la figlia di una sua amica. Stanno addentando un panino sedute a gambe incrociate sopra una balla di fieno.

Mia, cosa ti è piaciuto di più oggi?

Tutto!

Prisca il giorno prima ha fatto la 60 km e qui accompagna Mia, figlia di un’amica
Prisca il giorno prima ha fatto la 60 km e qui accompagna Mia, figlia di un’amica

Cioccolata no limits

Arriva Juan José, tra i più piccoli, a… tirare il gruppetto. Poi lo ritroviamo con un sacchetto in mano: «Mi sono rubato dei taralli», non sapendo che erano lì a loro disposizione.

Il clima di festa contagia anche i genitori. Andare in bici, si sa, già di suo allevia le tensioni quotidiane, ma qui vediamo proprio dei volti contenti, alcuni orgogliosi, vuoi per le piccole imprese, vuoi per ritagliarsi una giornata con tutta la famiglia su due ruote. E per chi è proprio digiuno di bici c’è sempre la e-bike.

«Bambini, una grande notizia – urla un papà – non c’è limite alla quantità di pane e Nutella che potete mangiare!». 

E infatti il vassoio di crema di nocciola spalmata sulle fette è quello più gettonato.

Formula da ripetere

Scambiamo due chiacchiere anche con l’organizzatore Franco Rossi, ciuffo biondo sotto il cappellino da ciclista firmato Vittoria (a testimonianza del legame tra Eroica e il marchio lombardo), pantaloni bianchi e una scarpa nera ed una amaranto in onore dei colori eroici della sua maglia.

«Abbiamo avuto oltre 200 partecipanti tra bambini ed accompagnatori – dice – e abbiamo scommesso su questa formula di fare la Nova Eroica al sabato e l’evento di contorno per famiglie la domenica, perché volevamo generare un festival che desse seguito alla manifestazione principale. Sicuramente la riproporremo perché la riteniamo valida per condividere la passione della bici con tutta la famiglia».

Che riscontri hai ricevuto? «La cosa che più mi ha colpito stamattina è sentire tanti genitori che mi dicevano che ieri i ragazzi seguivano l’evento con attenzione sapendo che oggi sarebbero stati loro i protagonisti».

Per Franco Rossi il bilancio della prova per famiglie è un trionfo: si ripeterà
Per Franco Rossi il bilancio della prova per famiglie è un trionfo: si ripeterà

Il gusto della fatica

Ritorniamo a Buonconvento all’arrivo di questa Eroica “a pane e cioccolato”. Per tutti c’è una medaglia ed una piccola targa da mettere in cameretta e da fare vedere agli amici. Mark viene da Varese ed ha convinto sua moglie Paola ad inforcare la bici apposta per la Nova Eroica Family («E’ solo da marzo che pedalo», si schermisce lei) e per scortare loro figlio Jona che taglia il traguardo a braccia alzate. E’ tutto un sorriso. «Ho faticato un po’ sulla salita», dice. E papà Mark è felice: «Ha avuto un momento di difficoltà, ma ha tenuto duro. Come un vero eroico».

L’Eroica festeggia il 25° anniversario con Vittoria

15.06.2022
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Il ciclismo eroico suscita sempre grandi emozioni, ci fa viaggiare nei ricordi riscoprendo le passioni antiche, vere. In Toscana, alle porte di Siena, più precisamente a Gaiole in Chianti, 25 anni fa Giancarlo Brocci ed un gruppo di appassionati hanno dato il via ad una tradizione ciclistica unica: L’Eroica. Questa manifestazione è cresciuta sempre di più, anno dopo anno, richiamando appassionati da tutto il mondo e di tutte le generazioni. A testimonianza di quanto il ciclismo possa unire le persone. 

Un tubolare speciale

L’Eroica ha deciso di festeggiare il suo 25° compleanno insieme a Vittoria, e dalla loro collaborazione è nato un tubolare unico. Disponibile in edizione limitata. Si tratta di uno pneumatico polivalente fatto interamente a mano e pensato per biciclette vintage. Vittoria ha unito le forze con A Dugast creando un prodotto artigianale di grande qualità.

Come base di partenza si è utilizzato il battistrada del glorioso Vittoria Pavé, pneumatico testato da tanti anni di gare sulle leggendarie strade della Parigi-Roubaix e del Fiandre. Il tubolare dedicato al 25° anniversario per L’Eroica è costruito sulla migliore carcassa in cotone A Dugast – la Flying Doctor – per offrire maggiore protezione laterale e durabilità anche nelle condizioni meteorologiche più avverse.

208 esemplari

La larghezza disponibile per questo tubolare è una sola: 25 millimetri, una sezione di questa misura aumenta il comfort ed offre una minore resistenza al rotolamento. Il numero di pezzi disponibili – 208 – non è una scelta casuale. 208 sono anche i chilometri dell’Eroica stessa. I tubolari sono realizzati al 100% a mano in Olanda dagli artigiani di A Dugast utilizzando solo cotone di alta qualità, gomma e lattice, il tutto di origine naturale per avere un basso impatto ambientale.

Uno dei vantaggi della produzione interamente manuale è la possibilità di personalizzare il prodotto. Il tubolare XXV L’Eroica sarà numerato e personalizzato con le iniziali dell’acquirente, o di chiunque altro, possono essere aggiunte massimo 4 lettere. I copertoni sono confezionati e spediti all’interno della consueta scatola delle scarpe utilizzata da A Dugast, in omaggio ci sarà anche il cappellino da ciclista vintage Vittoria.

Il prezzo al pubblico del tubolare XXV Eroica è di 240 euro per la coppia.

Vittoria

Eroica, il ciclismo d’altri tempi raccontato da Giancarlo Brocci

17.04.2022
7 min
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“Indice di luminosa virtù e di fermezza irremovibile, degno d’un eroe.” Questa è la definizione che si trova sul dizionario sotto la voce “eroica”. Questa parola però rappresenta molto di più. Un movimento, un evento che è stato ed è tutt’ora in grado di riportare il ciclismo fuori dall’asfalto, di nuovo sulle strade bianche. Un ritorno al ciclismo degli Eroi, con la lettera maiuscola, che hanno forgiato la disciplina delle due ruote con imprese e storie che ancora oggi segnano questo sport.

L’Eroica intesa come il gruppo di eventi, racchiude tutti i valori che il ciclismo di una volta era in grado di trasmettere. Con le rievocazioni e la sua continua evoluzione, è diventato oggi un concetto che definisce un modo di interpretare il ciclismo. Giancarlo Brocci, fondatore di Eroica, ci ha accompagnato nella storia di questo evento che ha influenzato il mondo e ora è presente in molti angoli del pianeta.

Giancarlo Brocci, ideatore e fondatore di Eroica (foto Facebook/Eroica)
Giancarlo Brocci, ideatore e fondatore di Eroica (foto Facebook/Eroica)

Atti d’amore

Parlando con Giancarlo Brocci si capisce fin da subito che questo concetto sia nato e cresciuto da una sua voglia di valorizzare ciò che gli stava intorno e che lo appassionava di più, il ciclismo di una volta

«Eroica è nata – dice Brocci – per due atti d’amore. Il primo, per come lo sport del ciclismo si andava perdendo. Stava diventando una produzione di spettacolo in mano ai manager che seguendo l’avvento dei diritti televisivi hanno indirizzato gli sport in una direzione volta alla spettacolarizzazione, in un cinema. Si stava perdendo quella che era l’essenza del ciclismo e che ha rappresentato per l’Italia.

«Il secondo atto d’amore era per il territorio. Il mio territorio. Il rischio era che tutto diventasse periferia e che le campagne si spopolassero. L’ambizione di alcune autorità era solo quella di di rimpolpare le città per portare più linfa al commercio cittadino. Uno degli input più genuini fu quello della salvaguardia delle strade bianche, che a quel tempo rappresentava per assurdo, un parametro di zona repressa».

La rievocazione è fedele e ha come prerogativa l’utilizzo di materiali antecedenti al 1987 (foto Facebook/Eroica)
La rievocazione è fedele e ha come prerogativa l’utilizzo di materiali antecedenti al 1987 (foto Facebook/Eroica)

La storia

Per capirne l’evoluzione e lo sviluppo della filosofia che oggi viene esportata nel mondo, bisogna fare un passo indietro e capire da dove è nata questa manifestazione.

«La prima edizione – racconta Brocci – è del 1997. Era un gadget gratuito della Gran Fondo Gino Bartali. La risposta fu di 92 partecipanti contro i 520 della GF. Alla prima edizione si poteva partecipare con qualsiasi bicicletta».

«Fatta il 5 ottobre. Andò sulla rivista a novembre. A quel tempo non poteva competere di certo con le Gran Fondo più affermate. Pian piano però fece notizia e si conquistò le pagine di carta stampata. Poi le copertine, perché era un’immagine particolare e unica.

«L’anno successivo – dice Brocci – si replicò e si aumentò di poco a 140 iscritti. Alla terza edizione però si incrementarono i partecipanti e si dovette resistere alla quasi normalizzazione, con l’evento che riscuoteva successo, ma senza una vera e propria esplosione. Io lo facevo per pura passione e divertimento. Non avevo in mente un progetto rivolto al puro guadagno».

Le strade bianche sono una motivazione in più per la riqualificazione e la conservazione di questi tratti distintivi (foto Facebook/Eroica)
Le strade bianche sono una motivazione in più per la riqualificazione de la conservazione di questi tratti distintivi (foto Facebook/Eroica)

Passo dopo passo

La crescita costante dell’evento dovuto alla sua unicità fece si che fosse costante ma senza un vero e proprio exploit. Ci sono però tre passaggi importanti che ne hanno determinato la sua affermazione a livello prima nazionale e poi internazionale. 

«Il primo step – spiega Brocci – fu una fase personale, in un periodo della mia vita dove potevo permettermi di sperimentare. Nel mio paese Gaiole in Chianti. Al tempo era una corsa in ottobre, che si preparava in due mesi. Con regole nostre, non competitive e con un’organizzazione semplice. La direttrice dell’Apt di Siena, Fiorenza Guerranti, aprì le porte del territorio che promuoveva e decidemmo di far passare parte degli itinerari anche per le strade intorno a Siena.

«Il secondo step fu nel 2004, quando arrivò il primo sponsor internazionale. Selle Royal che acquistò lo storico marchio inglese Selle Brooks. Per rilanciare il brand ci contattarono, e ci dissero che una manifestazione di quel tipo sembrava creata ad hoc per rilanciare il marchio. Così si presentarono con giornalisti europei e del Nord America e le prime foto e articoli iniziarono a fare il giro del mondo».

L’intuizione di Giancarlo Brocci di portare l’arrivo della prova riservata i pro’ in Piazza del Campo a Siena (foto Facebook/Eroica)
L’intuizione di Giancarlo Brocci di portare l’arrivo della prova riservata i pro’ in Piazza del Campo a Siena (foto Facebook/Eroica)

Eroica dei pro’

A chiudere il cerchio delle intuizioni che hanno portato Eroica ad essere quella che è diventata oggi, c’è la gara dei pro’. «Una mia idea – racconta Brocci – che prese forma nel 2005. Claudio Martini l’allora Presidente della Regione Toscana, mi dimostrò totale appoggio e mi spronò a fare dei progetti ancora più ambiziosi. I messaggi di supporto erano positivi e la Toscana in occasione dell’evento diventava un palcoscenico senza tempo.

«Così il 9 ottobre 2007 – dice – quell’idea prese forma e si partì da Gaiole in Chianti direzione Piazza del Campo di Siena con la Monte Paschi Eroica. Fu vinta da Aleksandr Kolobnev, con entusiasmo generale e condiviso da tutti i tifosi. A meno di cinque mesi ci fu la seconda edizione, il 7 marzo del 2008. Venne vinta da Fabian Cancellara davanti ad Alessandro Ballan. Un ordine d’arrivo che parlava da solo con il vincitore della Parigi-Roubaix davanti al vincitore del Fiandre.

«Questa immagine fece il giro del mondo e l’Eroica prese forma e il giusto palcoscenico. Da allora ci siamo potuti permettere di escludere nel 2009 le bici moderne. Questo ci fece passare da 3.300 iscritti a 2.200. La regola del partecipare con una bici antecedente al 1987 fu un limite iniziale che però già dall’anno successivo fece tornare i numeri a 3400 partecipanti, facendo partire una crescita costante fino agli 8.710 iscritti del 2021».

L’evento è presente anche sulle Dolomiti e sfrutta le strade bianche per evitare il traffico sui passi (foto Facebook/Eroica)
L’evento è presente anche sulle Dolomiti e sfrutta le strade bianche per evitare il traffico sui passi (foto Facebook/Eroica)

Eroica nel mondo

Eroica è quindi diventata sinonimo di valorizzazione del territorio e ritorno alle origini, ai valori di un ciclismo che si stava per dimenticare. Dall’estero questo messaggio è stato percepito e la voglia di replicarlo ha fatto sì che il brand Eroica venga continuamente esportato in tutto il mondo

«Siamo in Giappone e Sud Africa – afferma Brocci – e abbiamo successi clamorosi in Inghilterra. Per esempio a Goodwood i primi di agosto faremo la rievocazione della vittoria mondiale di Giuseppe Saronni del 1982. E ancora Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti. Inoltre abbiamo creato la formula Nova Eroica che ha aperto un nuovo filone e piace molto. Consiste nella possibilità di utilizzare bici gravel e ha segmenti cronometrati.

«Siamo riusciti – conclude – a riportare la bici da corsa di nuovo fuori dall’asfalto. La necessità di trovare un contesto più tranquillo dovuto a un traffico sempre più arrogate. Un’altra motivazione è quella di recuperare strade che da inaccessibili possono tornare amiche delle due ruote. Per esempio noi faremo una Nova Eroica sul Gran Sasso. Abbiamo individuato insieme alla regione Abruzzo 53 km di strade, sistemate e recuperate. Io le chiamo “piste ciclabili naturali“. Allo stesso modo abbiamo lavorato per Eroica Dolomiti».

Il libro “Bartali, l’ultimo eroico. L’uomo di ferro nato per il Tour”, Minerva Edizioni (foto Facebook/Eroica)
Il libro “Bartali, l’ultimo eroico. L’uomo di ferro nato per il Tour”, Minerva Edizioni (foto Facebook/Eroica)

Gli eroi del passato

I concetti che Giancarlo Brocci snocciola sono ricchi di passione e si comprende il perché una manifestazione così caratteristica, riesca a riscuotere così tanto successo nel mondo

La sua ispirazione deriva dal ciclismo degli eroi e alla domanda: perché si chiama Eroica? La risposta è stata questa: «A suo tempo quel tipo di ciclismo era considerato ciclismo da eroi. Il mio ultimo libro “Bartali, l’ultimo eroico”, parla di un ciclismo che dal mio punto di vista è finito con lui (Gino Bartali,ndr) che poi è cambiato definitivamente con Fausto Coppi. Henri Desgrange al Tour de France voleva non solo il campione ma l’eroe. Ci sono stati campioni che riuscivano ad eccellere solo in quella competizione. Come Ottavio Bottecchia che vinse quasi solo in quella competizione.

«Henri Pélissier disse a Desgrange quando si ritirò dal Tour vinto da Bottecchia del 1924: “Voi non volete il purosangue, ma il mulo. Non volete i muscoli ma il callo”. Erano corse di resistenza. Il Tour che vinse Lucien Buysse fu il più lungo della storia del 1926 e contava 5745 chilometri. Erano corse da Eroi.

«Io ho fatto – conclude Brocci – tutti i lunghi delle corse più famose al mondo. Sono convinto che il lungo della Terra Eroica sia il più duro di tutti. Con i suoi 112 chilometri e quasi 4.000 metri di dislivello di strade bianche, con quelle bici, è una vera prova da eroi. Ci sono ciclisti che partono alle quattro del mattino e arrivano a notte inoltrata. Per questo, “La bellezza della fatica e il gusto dell’impresa”. Non a caso l’ho chiamata Eroica, non placida…».

Eroica Juniores, indovinate un po’? Ha vinto Svrcek

16.05.2021
3 min
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Chissà se per un sentore o una premonizione, sta di fatto che di Martin Svrcek vi avevamo parlato ieri subito dopo aver presentato l’Eroica Juniores. Il ragazzo di Zilina, la stessa città di Peter Sagan, era rientrato da poco da un test sul percorso della nuova classica toscana e ci aveva raccontato che il percorso gli piaceva, perché era duro al punto giusto. E oggi, a distanza di 24 ore, come il miglior Sagan, lo slovacco si è preso la corsa in volata (in apertura premiato da Franceschelli, sindaco di Montalcino). 

Martin Svrcek in testa al gruppo sulla strada bianca
Martin Svrcek in testa al gruppo sulla strada bianca

Tempismo perfetto

Ha vinto battendo in volata Giulio Pellizzari dell’UC Foligno con il quale aveva preso il largo negli ultimi 30 chilometri di percorso.

«Sono molto felice – ha detto dopo l’arrivo – abbiamo messo nel mirino questa corsa da un mese ed è una vittoria da sogno. Appena è uscita la notizia, ho pensato di volerla vincere perché mi è subito sembrata una corsa importantissima. Ma non è stato facile vincere il duello con Pellizzari. Avevo notato la sua forza nelle corse precedenti e sapevo che mi avrebbe dato filo da torcere fino agli ultimi metri. A 3 chilometri dall’arrivo, ci siamo stretti la mano, perché ci siamo affrontati con grande lealtà. Sapevo di essere un po’ più veloce, dunque ho aspettato fin quasi al traguardo. Questa è la mia sesta vittoria stagionale, sto bene, avevo vinto anche ieri una cronometro di 18 chilometri a Cotignola. Dedico la vittoria a tutto il team e alla mia famiglia che è venuta qua a vedere la corsa».

Nicolò Severa della A.S. Roma-Coratti, sesto all’arrivo
Nicolò Severa della A.S. Roma-Coratti, sesto all’arrivo

L’onore delle armi

Pellizzari in effetti ci ha provato, ma alla fine c’è stato poco da reclamare, essendo stato battuto da uno dei corridori più in forma del gruppo.

«In effetti – ha detto – sono comunque soddisfatto per il secondo posto in una corsa che nasce già classica. Sapevo di essere battuto allo sprint, così ho provato a staccarlo lungo la salita finale, ma non sono riuscito».

La fuga a due si è sviluppata lungo il terzo settore di strada bianca, quello di Sesta, con i primi due che hanno respinto definitivamente gli inseguitori nel quarto ed ultimo settore di Argiano. Infine lo sprint lungo il basolato che porta all’arrivo di piazza del Popolo, il salotto più bello di Montalcino, ha premiato lo slovacco del Team Franco Ballerini.

Sul podio con il vincitore Martin Svrcek, il secondo Pellizzari e il terzo Romele
Sul podio con il vincitore Martin Svrcek, il secondo Pellizzari

In 73 al traguardo

I corridori al via sono stati 176, appena 73 quelli arrivati, come maschere di fango, nel cuore di Montalcino.

«Oggi abbiamo visto una gara di grande ciclismo – ha detto a caldo Giancarlo Brocci – interpretato da giovani bellissimi. Ma direi che tutti sono stati straordinari nell’impegno che hanno messo sin dalla partenza da Siena. Ecco la più bella gioventù».

Adesso a Montalcino è finalmente tutto pronto per accogliere il Giro d’Italia, ma la gara juniores è già entrata nel cuore e probabilmente diventerà una classica nel calendario degli juniores. Il primo assaggio non ha fatto che stuzzicare l’appetito di tutti. 

Eroica Juniores, domani nasce un’altra storia

15.05.2021
5 min
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Montalcino, per un mese capitale. Delle strade bianche, per le quali è un tempio naturale, ma anche e soprattutto della ripresa. Con gli amatori. Con i professionisti. E adesso anche con gli juniores. Domani si svolgerà la prima Eroica Juniores-Coppa Andrea Meneghelli, gara nazionale.

Accade che il sindaco vuole essere sicuro che funzioni tutto bene per l’arrivo del Giro d’Italia, mercoledì prossimo. E siccome la teoria non sempre riesce a suffragare la pratica, la cosa migliore magari è inventarsi un’altra corsa che dia continuità al maggio delle strade bianche. E perché allora non tirare dentro gli juniores, affinché scoprano un ciclismo da cui troppo spesso sono tenuti fuori?

«Il ciclismo – dice proprio Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino e presidente della Provincia di Siena – si sta dimostrando sempre più un asset di grande sviluppo che si aggiunge ad una eccellenza mondiale come il Brunello. La corsa juniores ci avvicina ad un mondo giovanile di grande interesse per il territorio soprattutto grazie al supporto di Eroica, che a Montalcino e in provincia di Siena offre delle opportunità straordinarie ed una visione del futuro che si basa su solidi radici culturali. Dopo soli tre giorni dal traguardo degli juniores, Montalcino ospiterà l’arrivo della tappa del Giro d’Italia che ritorna a regalare emozioni sulle strade bianche che anni fa fecero vivere agli appassionati una giornata di ciclismo indimenticabile».

Eroica Juniores 2021, ecco l’altimetria generale
Eroica Juniores 2021, ecco l’altimetria generale

Notizia bomba

Inutile dire che nell’ambiente la notizia sia deflagrata come una vera bomba. Il calendario nazionale scricchiola, le squadre sono costrette a trasformarsi in organizzatori, per cui avere in dono una nuova corsa e per di più di simile portata è stato accolto come una manna dal cielo. Nel giro di due settimane, sulle strade intorno Montalcino sono arrivate ammiraglie e giovani campioni, desiderosi di capire se quello che hanno letto a proposito delle sfide dei pro’ rispondesse a realtà. Hanno dovuto scegliere gomme e pressioni. E socchiudendo gli occhi avranno pensato di trovarsi al centro di un’arena infinitamente più grande rispetto a quelle cui sono abituati.

«Il percorso di gara – spiega Franco Rossi, presidente di Eroica Italia – insiste su un territorio che il mondo ci invidia. Si tratta infatti di 113 chilometri di bellezza assoluta. La gara è possibile grazie alla sensibilità dimostrata dall’intera provincia di Siena, attraverso l’impegno e il lavoro delle Istituzioni, a cominciare da Regione Toscana e dai comuni di Siena e Montalcino, dalle tante associazioni di volontariato. I ragazzi  gareggeranno su strade che dopo tre giorni ospiteranno la carovana rosa e che poi offriranno la scenografia a tanti cicloturisti e appassionati che verranno a pedalare in Terra Eroica. A cominciare da tutti quelli che già il 30 maggio saranno protagonisti di Eroica Montalcino».

Giro d’Italia 2010, a Montalcino, Cadel Evans porta la sua maglia iridata sul traguardo
Giro d’Italia 2010, a Montalcino, Evans porta la maglia iridata sul traguardo

Quattro settori

Il percorso, appunto. Come orografia impone, sarà molto ondulato, senza salite lunghe ma con numerosi strappi a volte anche ripidi. I tratti di strada bianca sono complessivamente quattro, per un totale di circa 25 chilometri. Si tratta di settori in perfette condizioni con fondo ben tenuto e battuto, ma la storia insegna che se dovesse piovere (le previsioni purtroppo dicono questo) il paradiso dei ciclisti potrebbe trasformarsi in breve nell’inferno, rendendo la conquista ancora più eroica.

Il ritrovo e la partenza avranno luogo alle 14 dalla Fortezza Medicea di Siena. La prima asperità arriva dopo 13 chilometri: una salita di poco meno di 3 chilometri con una pendenza media del 6 per cento e punte oltre il 10. Il primo tratto di strada bianca (La Piana) arriva al chilometro 27. Il secondo tratto è denominato Val di Cava e sono circa 6 chilometri impegnativi e nervoso. La corsa va avanti così, dentro e furi dai paesi, dentro e fuori dalle varie statali che attraversa. 

Eroica Juniores 2021, logo
Eroica Juniores 2021, logo

Lasciata Montalcino la strada scende verso Castelnuovo Dell’Abate dove i corridori troveranno il terzo tratto bianco: Sesta, per una lunghezza di 8 chilometri. La serie dei tratti di strada bianca si conclude al chilometro 94 con il settore di Argiano, lungo circa 6 chilometri. Finale impegnativo tornando verso Montalcino, quando da Tavernelle si inizia a salire per 5 chilometri con punte oltre il 10 per cento. Arrivo a Montalcino, in Piazza del Popolo intorno alle 17.

Trentasei le squadre iscritte da tutta Italia. Fra queste, ancora in pista la nazionale di ciclocross e la rappresentativa del Friuli Venezia Giulia.

Un brand che vola

Il nome Eroica è oggi un brand conosciuto in tutto il mondo. A seguire, ecco il calendario del 2021, suddiviso per le tre tipologie di manifestazione con cui l’evento si svolge.

Eroica Classic
24 aprileEroica South AfricaMontagu-Cape Winelands
23 maggioEroica JapanKita Karuizawa
30 maggioEroica MontalcinoMontalcino
4 settembreEroica LimburgValkenburg
12 settembreEroica CaliforniaCambria-California
3 ottobreL’EroicaGaiole in Chianti
17 ottobreEroica HispaniaHaro-La Rioja
Nova Eroica
24 aprileEroica South AfricaMontagu-Cape Winelands
17 luglioNova EroicaBuonconvento
11 settembreEroica CaliforniaCayucos-California
26 settembreNova Eroica SwitzerlandSion
Club Eroica
21 agostoEroica GermaniaRgeingau
4 settembreEroica DolomitiSan Candido

Passato e futuro

L’ultima battuta è per Giancarlo Brocci, colui che nella filosofia di Eroica ha sempre creduto, l’ha ideata ed ebbe la visione di estenderla ai professionisti. Fu dura convincerli, ma quando ci riuscì e i professionisti iniziarono a sfidarsi su quelle strade, lo scetticismo iniziale si trasformò in una sorta di scippo. Venne prima l’affiancamento dei due nomi, poi l’estromissione di Brocci dalla gara dei pro’.

«L’Eroica – spiega il medico senese – non ha mai voluto essere archeologia del ciclismo. E’ nata viva e proiettata al futuro perché subito si è legata alla salvaguardia delle ultime strade bianche, il meraviglioso terreno tecnico su cui oggi tutti sembrano collocare la linea di sviluppo. Eroica mirava a far riscoprire, oltre a strade polverose e marginali, il ciclismo grande, quello che aveva entusiasmato almeno due generazioni con racconti epici. Ma lo ha sempre fatto guardando al futuro, a cercare di trasmettere geni virtuosi di passione che stavano perdendosi».