Serangeli dimentica l’azzurro vincendo al Regioni

06.11.2024
5 min
Salva

Sepolta nell’attenzione dai contemporanei campionati europei, domenica San Colombano Certenoli ha ospitato la quarta tappa del Giro delle Regioni di ciclocross, chiaramente senza molti dei protagonisti delle prove precedenti, ma questo ha permesso ad altri elementi di mettersi in evidenza. Ad esempio Giacomo Serangeli, corridore della DP66, vincitore della gara junior e per certi versi il grande assente della rassegna continentale di Pontevedra.

Il crossista umbro, protagonista anche delle altre prove della stagione, ha scaricato sui pedali la sua delusione: «Quello ligure è un percorso che conoscevo già, anche se è cambiato un po’ è salito il fiume e ha costretto gli organizzatori a ridisegnarlo. Ma è molto tecnico, da spingere. Io ho trovato in Ivan Colombo (Sc Alfredo Binda) un rivale inatteso ma molto coriaceo. A due giri dalla fine ho guadagnato una manciata di secondi, ma non mi sono mai sentito al sicuro».

L’arrivo in terra ligure di Serangeli, condiviso con la sua compagna di team Petris, terza fra le pari età
L’arrivo in terra ligure di Serangeli, condiviso con la sua compagna di team Petris, terza fra le pari età
Quanto valore ha questo successo?

Molto e la cosa bella è stata che ho potuto tagliare il traguardo insieme alla mia compagna di squadra, Carlotta Petris che da parte sua andava a guadagnare la terza piazza fra le junior. E’ stata la ciliegina sulla torta.

Dì la verità: domenica però speravi di non esserci…

Non posso negare che non essere stato convocato per gli europei mi è dispiaciuto perché era l’obiettivo della prima parte di stagione. Mi dispiace soprattutto che non siano stati apprezzati i miei veri valori, che quello che ho fatto in questa prima parte dell’anno non sia stato sufficiente. Con Pontoni ho parlato, ma non metto in discussione le sue scelte perché è lui il responsabile e se ha preso quella strada lo ha fatto consapevolmente. Io non posso far altro che impegnarmi ancora di più per convincerlo a  prendermi in considerazione.

Dopo due podi e un 4° posto, serangeli vincendo sale in testa alla classifica del Regioni
Dopo due podi e un 4° posto, Serangeli vincendo sale in testa alla classifica del Regioni
Ti ha preannunciato un coinvolgimento per la Coppa del Mondo?

No, non ne abbiamo parlato. Io spero comunque di guadagnarmi una chance per correre all’estero, per far vedere quel che so fare. Sarebbe bellissimo poter fare della challenge il mio obiettivo stagionale, per ora so che il cittì pensa di convocare 4-5 corridori, spero di essere fra quelli.

La vittoria di Mattia Agostinacchio che cosa ti ha fatto pensare?

Intanto che se l’è meritata e che è stato bravissimo, poi che conferma che in quel contesto potevo anch’io dire la mia. Mattia ha vinto quasi sempre, ma a Brugherio dov’è arrivato quarto io ero davanti e anche nelle altre gare sono arrivato vicino a lui come a Fabbro che ha chiuso sesto. Io un posto nella Top 10 penso che sarei riuscito a ottenerlo e mi tengo basso.

La vittoria dell’umbro ad agosto al Trofeo dell’Aglianico, perla di un’ottima chiusura stagionale
La vittoria dell’umbro ad agosto al Trofeo dell’Aglianico, perla di un’ottima chiusura stagionale
Tu però vieni anche da una stagione su strada veramente buona, dove si è parlato di te come di un ottimo prospetto per le gare con molta salita…

Ho un fisico leggero e mi piace la salita, ma non mi ritengo uno scalatore puro. A me piacciono anche le volate in gruppi ristretti e la pianura non mi fa paura. Voglio diventare un corridore completo, capace di vincere su più fronti.

Tra l’altro non è stata una stagione semplice, visto che è iniziata con molto ritardo.

Alla prova di Coppa del Mondo di ciclocross a Hoogerheide mi sono rotto lo sterno: addio mondiali e oltre 40 giorni di completo stop. Sono dovuto ripartire da zero, la mia prima corsa è stata il Liberazione a Massa a fine aprile. Piano piano mi sono rimesso in carreggiata e ad agosto ho colto la mia prima vittoria, al Trofeo dell’Aglianico del Vulture in Basilicata.

Tra strada e ciclocross?

Dico la verità, spero di non dover scegliere, almeno non nei prossimi anni. Vorrei affrontare la categoria U23 potendo competere in entrambe le discipline perché credo che siano utili l’una all’altra. Poi so bene che la strada è quella principale, quella che dà le maggiori chance di crescita, anche economica. Io comunque spero di trovare un team che sia accondiscendente a questa richiesta.

Come concili l’attività con la scuola?

Non è facile, anche perché d’inverno abbino un paio di sedute in palestra a lavori tecnici sul ciclocross su un percorso vicino casa e anche quando esco su strada lo faccio con la bici da cross. Mi piace molto simulare gli sprint, è un lavoro tecnico sul quale ultimamente mi sto impegnando molto. Sono al quarto anno di Ragioneria Sportiva, abbinare gli allenamenti con la scuola con le poche ore di luce che ci sono non è semplice, ma questo sport richiede sacrifici e sono ben felice di farli.

La realtà dell’Uc Foligno: da un piccolo team grandi risultati

18.03.2024
5 min
Salva

La nazionale azzurra di Coppa del mondo di ciclocross, relativamente agli juniores, per un terzo era composta da elementi provenienti dall’Uc Foligno, con Mattia Proietti Gagliardoni e Giacomo Serangeli. Nella sua disamina delle nuove forze multidisciplinari della categoria, il cittì Daniele Pontoni non ha mancato di far notare come il sodalizio umbro sia importante nella crescita dei ragazzi, un riferimento che va al di là dei confini regionali.

Parlando con Sandro Settimi, diesse degli juniores, è facile cogliere come il lavoro che viene svolto con i ragazzi sia molto profondo e vada ben al di là dei puri risultati.

«Noi siamo una società che agisce a ogni livello, dai giovanissimi agli juniores. Per i primi c’è anzi un sodalizio specifico, l’Uc Foligno Start. Poi abbiamo 5 esordienti, 8 allievi e 8 juniores. I ragazzi delle due categorie inferiori sono tutti della zona, fra Terni e Spoleto, invece fra gli juniores abbiamo 3 laziali e 2 toscani e il fatto che anche da fuori regione si uniscano a noi dimostra che in fin dei conti lavoriamo bene».

Il team junior 2024 con a destra il diesse Sandro Settimi. 8 i ragazzi a sua disposizione
Il team junior 2024 con a destra il diesse Sandro Settimi. 8 i ragazzi a sua disposizione
C’è un segreto dietro a tanti apprezzamenti?

Noi lavoriamo come una squadra, con collaborazione diretta fra i responsabili delle varie categorie e questo lo insegniamo anche ai ragazzi. I valori del team sono un grande fattore propulsivo. Dietro a questo c’è però una società che agisce come una famiglia, non estremizzando mai l’aspetto agonistico, perché sappiamo di aver a che fare con ragazzi giovanissimi, che hanno il ciclismo sì come fattore importante ma che devono dargli il giusto peso, privilegiando sempre la scuola dove costruire il loro futuro.

I ragazzi si allenano insieme?

Per quanto riguarda esordienti e allievi sì, 2-3 volte a settimana. I miei invece non hanno la possibilità, essendo tutti di estrazione geografica diversa. Ci teniamo in stretto contatto, seguono i loro lavori ma so che si collegano anche con altri ragazzi delle loro zone e fanno anche lavori di gruppo. Noi comunque ci stiamo impegnando per mettere a loro disposizione il meglio che possiamo anche a livello di strutture societarie.

L’Uc Foligno ha due team, uno dedicato alle categorie agonistiche e l’altro riservato ai giovanissimi
L’Uc Foligno ha due team, uno dedicato alle categorie agonistiche e l’altro riservato ai giovanissimi
In che senso?

Ad esempio siamo tra i pochi team che hanno a disposizione una fisioterapista, la dottoressa Silvia Baronci e avere una donna a contatto con i ragazzi è anche utile come supporto, magari a loro raccontano cose che un diesse non vede… Poi c’è Riccardo Ridolfi, ex nostro atleta con il quale i ragazzi fanno test d’impostazione e di postura. Cerchiamo di curare ogni aspetto e anche questo contribuisce a costruire un bel team. Infine c’è un valore aggiunto di collegamento fra i due team dall’alto della sua esperienza: è l’ex professionista Fortunato Baliani.

Proviamo a presentare i vari ragazzi della vostra squadra…

E’ chiaro che il primo nome che viene in mente è quello di Giacomo Serangeli ed è un vero peccato che ci sarà da aspettare qualche mese per vederlo all’opera. E’ un corridore pressoché completo, che in salita va molto bene, è veloce ma soprattutto è molto scaltro nella lettura delle corse. Questo è quello che mi hanno detto, visto che ancora non ho avuto il piacere di guidarlo in corsa. Credo comunque che possa emergere sia come corridore d’attacco, capace di portare la fuga solitaria in porto, sia in piccoli gruppi dove far valere il suo spunto.

Luca Laudi, uno dei ragazzi del team junior, lo scorso anno 3 volte nella Top 10 fra gli juniores
Luca Laudi, uno dei ragazzi del team junior, lo scorso anno 3 volte nella Top 10 fra gli juniores
Andiamo avanti…

C’è Luca Laudi, al secondo anno, tipico passista che ha chiuso il 2023 con un paio di top 10. Poi Lorenzo Polise, appena salito di categoria ma che dalle prime gare vedo che si muove bene in gruppo e può dire la sua in arrivi ristretti. Alessandro Caon, laziale, ha corso poco lo scorso anno ma già vedo dei miglioramenti in lui. Filippo Scelfo è un aretino tutto da scoprire. Francesco Giotto Banti viene da Firenze, la stagione passata ha fatto fatica, ma sa muoversi come pochi in gruppo. Poi c’è Luca Scorzoni che sarebbe già U23 ma l’abbiamo tenuto perché è veloce e ha solo bisogno di più tempo per maturare. Resta Riccardo Turchetti, anche lui fermo al palo per la rottura di un tendine del polso.

Lorenzo Polise protagonista al Jova Beach Party. Per lui ciclismo e ambiente vanno di pari passo (foto Repubblica)
Lorenzo Polise protagonista al Jova Beach Party. Per lui ciclismo e ambiente vanno di pari passo (foto Repubblica)
Quanto impegno c’è dietro una squadra simile?

Tantissimo e non solo economico, anche se ormai per rimanere a galla devi investire tantissimo e noi abbiamo la fortuna di avere un presidente che ci crede tanto e ci mette del suo, non solo come denaro. Per noi è importante come detto che si faccia squadra e in questo fondamentali sono anche i genitori, che ci aiutano nelle trasferte.

Giacomo Serangeli e Mattia Proietti Gagliardoni si sono contraddistinti nella scorsa stagione allievi
Giacomo Serangeli e Mattia Proietti Gagliardoni si sono contraddistinti nella scorsa stagione allievi
Che cosa ci vorrebbe perché a fine stagione tu ti ritenga soddisfatto?

Paradossalmente non ci sono gare o risultati specifici. M’interessa che nel team ci sia sempre armonia, che ci sia per ognuno la possibilità di raggiungere i risultati che si prefigge. Non tutti ci riusciranno, ma almeno sapranno di averci potuto provare davvero. Poi i casi come Serangeli e Proietti Gagliardoni sono il nostro premio, significa che si è lavorato bene..

Pontoni è sicuro: dal ciclocross arrivano nuovi juniores di talento

08.03.2024
5 min
Salva

Il GP Baronti che ha aperto la stagione degli juniores e che ha incoronato Enea Sambinello, ha avuto anche un altro protagonista. Parliamo di Mattia Proietti Gagliardoni (foto di apertura con il numero 4), espressione non solo della nuova nidiata approdata alla  categoria, ma di quei ragazzi che si dividono egregiamente fra strada e ciclocross (e per qualcuno non solo queste due discipline).

Pontoni, cittì del ciclocross ha lavorato con i nuovi juniores valutandoli anche per l’attività su strada
Pontoni, cittì del ciclocross ha lavorato con i nuovi juniores valutandoli anche per l’attività su strada

Un poker sul quale contare

Alcuni di loro, Daniele Pontoni li ha avuti sott’occhio per tutto l’inverno, anzi li conosce anche da più tempo visto che li ha avuti a disposizione nei suoi raduni anche quando erano allievi e quindi ha il polso della situazione, sa che cosa possono dare anche su strada dopo quel che hanno fatto d’inverno.

«Salvoldi ha a disposizione un gruppo di atleti davvero molto valido, credo che sia un’annata molto promettente. Ci sono almeno 4 corridori che si equivalgono e che hanno composto l’ossatura della mia nazionale, con la quale confido il prossimo anno di avere risultati all’altezza, anche se il campione del mondo Stefano Viezzi non ci sarà più essendo passato di categoria. Sono ragazzi che nel complesso si equivalgono, vedremo poi nel corso dell’annata chi emergerà di più. Io comunque sono convinto che il vertice dell’annata è per livello medio superiore a quello delle precedenti».

La volata vittoriosa di Sambinello al GP Baronti con Proietti Gagliardoni subito dietro (foto Fruzzetti)
La volata vittoriosa di Sambinello al GP Baronti con Proietti Gagliardoni subito dietro (foto Fruzzetti)
Prendendo spunto dalla composizione della tua nazionale partiamo proprio da Proietti Gagliardoni, visto che è quello che ha ottenuto subito risultati…

Non mi ha stupito la sua prestazione, so bene quanto vale. Anche lo scorso anno, con ben 25 Top 10 centrate nel corso dell’annata era stato uno dei più costanti ad alto livello fra gli allievi. Ha un motore di altissimo livello e quando hai quello emergi dappertutto, nel ciclocross come su strada. Chiaramente in queste settimane può sfruttare la condizione scaturita dall’attività invernale, ma un risultato del genere non è solo figlio di quella, è anche frutto della sua capacità di gestione.

Dove lo vedi meglio?

E’ un corridore completo, forse il più completo del gruppo. Lui come gli altri è già sopra le 25 ore di allenamento settimanali, da questo punto di vista ha una predisposizione già pronunciata verso l’attività professionistica, mentalmente parlando. L’importante è non pressare troppo lui e gli altri, farli crescere con calma considerando che i mezzi a disposizione ci sono e sono notevoli.

Serangeli è ancora fermo ai box dopo la caduta in Coppa. Lo rivedremo in estate
Serangeli è ancora fermo ai box dopo la caduta in Coppa. Lo rivedremo in estate
Un altro elemento del quale si dice un gran bene è Giacomo Serangeli…

E’ vero, ma con lui bisognerà avere ancora più pazienza. Una settimana prima dei mondiali di ciclocross è stato vittima di una brutta caduta costatagli la frattura dello sterno. Ancora non ha ripreso, ora pedala sui rulli. Io credo che lo rivedremo per la seconda parte di stagione, ma va atteso con fiducia e mi è dispiaciuto tanto non averlo ai mondiali perché avrebbe potuto fare molto bene con la condizione che aveva.

Lui dove lo vedi bene?

E’ più uno scalatore, adattissimo ai percorsi difficili. Ma più che per le doti fisiche parlerei di quelle mentali, perché è molto metodico e inquadrato sulla sua attività, per questo pur considerando che l’infortunio che ha subìto non è di poco conto, va aspettato con fiducia. Poi come Proietti Gagliardoni viene dall’Uc Foligno che è una società che lavora molto bene con i più giovani, dove sanno valorizzare i talenti. Io dico che Serangeli lo vedremo emergere nei mesi estivi, per allora potrà già avere un buon colpo di pedale.

Quest’anno il più giovane degli Agostinacchio si testerà di più su strada che in mtb (foto team)
Quest’anno il più giovane degli Agostinacchio si testerà di più su strada che in mtb (foto team)
E di Agostinacchio “fratello d’arte” che puoi dire?

So che quest’anno ha intenzione di dare più attenzione alla strada, tra tutti è quello che svaria di più fra le varie discipline ed è quello che più degli altri dà del tu alla bici. Due Top 10 in Coppa del mondo di ciclocross dicono molto sul suo valore. Mattia è quello che secondo me si è evoluto di più negli ultimi mesi e sono molto ottimista su quel che potrà fare anche su strada.

Resta Ettore Fabbro…

Nel suo caso parliamo di un corridore che per ora privilegia la mountain bike alla strada e anche lui, appena cambiata bici ha subito fatto vedere di essere molto in palla giungendo 5° alla Verona Mtb International, la prima classica internazionale della stagione, pur non partendo davanti, quindi penso che potrà togliersi belle soddisfazioni. Si era un po’ arrugginito ma quest’inverno ha fatto vedere cose importanti e credo che ne farà vedere più avanti anche su strada.

Per Fabbro ciclocross e mtb sono ancora le discipline preferite, ma non disdegna le gare su strada (foto team)
Per Fabbro ciclocross e mtb sono ancora le discipline preferite, ma non disdegna le gare su strada (foto team)
Parlavi di una generazione molto valida, chiaramente per quelli che puoi aver avuto sottomano nell’attività invernale. E dietro di loro?

Questi sono gli elementi di punta dell’annata, ma come dicevo c’è un livello molto alto a livello generale e posso dire che dietro di loro c’è un altro bel gruppo di ragazzini che promettono tantissimo: Filippo Grigolini, Pietro Deon, Patrick Pezzo Rosola, tanto per fare tre nomi, li ho avuti già con me nell’ultimo raduno azzurro. Tenete a mente questi nomi perché ci faranno divertire…

Nel mondo degli allievi non c’è solo Magagnotti

04.12.2023
5 min
Salva

Che stagione è stata quella degli allievi? Qual è lo stato di salute dei più giovani italiani in bici, alle porte della categoria juniores e di un vero salto di qualità nella gestione stessa dell’attività? Trattare l’argomento è sempre delicato. Rischiamo di scivolare nella spasmodica ricerca del risultato a tutti i costi, elevando l’aspetto agonistico oltre il dovuto visto che parliamo ancora di ragazzini. A parte il fatto che l’attività a quel livello deve mantenere ancora un aspetto ludico, c’è da mettere in conto che siamo di fronte a fisici completamente in costruzione. Quindi quel che vale oggi a 15 anni potrà essere completamente stravolto anche solo due-tre anni dopo.

E’ anche vero però che uno sguardo d’insieme si può dare, ma lo facciamo in maniera diversa rispetto ai vari procuratori. Essi ormai guardano verso gli allievi con attenzione sempre crescente, alla ricerca di talenti prematuri. La stagione ha già messo in grande evidenza Alessio Magagnotti: tutti ne hanno parlato (anche noi…) viste le sue imprese in Italia con la conquista della Coppa d’Oro (foto di apertura) in mezzo a oltre 10 affermazioni in totale, ma anche all’estero con la piazza d’onore agli Eyof.

Dietro il talentuoso trentino c’è comunque un movimento davvero valido. Abbiamo analizzato tutti gli ordini d’arrivo della stagione, notando che ci sono ben 523 corridori che hanno centrato almeno una top 10. Un numero enorme, anche abbastanza sparso geograficamente. Fra loro in 15 si sono ripetuti almeno 20 volte, ben 114 ne hanno ottenute almeno 10. Confrontando questo numero con il totale, ci accorgiamo che siamo di fronte a un movimento dove c’è indubbiamente qualità. Bisognerà solamente saper lavorare di cesello negli anni a venire, soprattutto per mantenere alta la passione, la voglia di cimentarsi nel ciclismo su strada e non solo.

Edoardo Augusto Caresia, laureatosi quest’anno campione italiano allievi (foto Italiaciclismo)
Edoardo Augusto Caresia, laureatosi quest’anno campione italiano allievi (foto Italiaciclismo)

Tutti amanti della multidisciplina

Questo è un aspetto importante. Molti di quelli che hanno brillato durante la stagione su strada, li abbiamo già ritrovati nel cross, a battagliare al Giro d’Italia e non solo. Giacomo Serangeli, compagno di squadra alla DP66 di quello Stefano Viezzi che sta riportando in auge il ciclocross italiano all’estero, lo ha degnamente sostituito sul trono rosa, ma fa parte anche di quella ristretta elite con oltre 20 piazzamenti. Lo stesso dicasi per Mattia Agostinacchio, Mattia Proietti Gagliardoni, Francesco Baruzzi. Tutti ragazzi passati di categoria e che vogliono dimostrare nel 2024 di essere in grado di continuare a crescere.

La multidisciplina per questi ragazzi è un principio fondamentale. Lo stesso Viezzi nelle sue interviste ha spesso detto di non voler essere chiamato a scegliere. Più che i ragazzi, saranno forse i dirigenti dei club a doversi adeguare alla nuova cultura e questo sarebbe un bene.

Dopo tanti buoni risultati su strada, Giacomo Serangeli sta emergendo anche da junior nel ciclocross (foto Billiani)
Dopo tanti buoni risultati su strada, Giacomo Serangeli sta emergendo anche da junior nel ciclocross (foto Billiani)

I problemi del Sud Italia

Guardando alla stagione, ci sono anche altri spunti che meritano una riflessione. Parlavamo prima della diffusione geografica, pressoché totale ma è anche vero che continua ad esserci una sproporzione nell’attività fra Nord e Sud. La situazione nel Meridione merita una riflessione: in regioni come Sicilia e Sardegna il calendario è piuttosto ricco. Forse anche oltre le effettive possibilità del movimento regionale, tanto è vero che non di rado capitano gare con meno di 10 arrivati. In altre regioni (Calabria e Basilicata in particolare, ma stupisce anche la Puglia che pure nelle categorie maggiori è più presente) l’attività è davvero carente. Ci sono pochissime occasioni di confronto e questo penalizza la passione di chi vuol crederci davvero in quest’attività.

Un altro aspetto da considerare è quello degli spostamenti, con ragazzini e società del Sud che si spostano spesso verso le regioni centrali e oltre. Possiamo solo immaginare quanto ciò costi in termini economici e di tempo (parliamo sempre di ragazzi fortemente impegnati negli studi). Un esempio balzato agli occhi è quello di Michele Pascarella, ragazzino campano del Team Cesaro. Lo abbiamo visto comparire negli ordini d’arrivo un po’ in tutta Italia, con qualche vittoria a corollario. A parte il talento, non si può negare che ci sia tanta voglia di emergere, pur venendo da una regione che non ha una tradizione così forte e recente.

Michele Pascarella vittorioso al GP Fabbi di Imola. Il campano ha girato tutta Italia per correre (foto Italiaciclismo)
Michele Pascarella vittorioso al GP Fabbi di Imola. Il campano ha girato tutta Italia per correre (foto Italiaciclismo)

Una spalla per Magagnotti

Un altro nome che ricorre negli ordini d’arrivo degli allievi è quello di Melsan Idrizi, corridore che alla cittadinanza italiana unisce quella macedone e che ha militato nel CC Forti e Veloci risultando una splendida spalla per Magagnotti, che seguirà nel 2024 nel primo anno da junior al Team Autozai Petrucci Contri.

Loro, ma non solo loro. Tanti sono infatti i ragazzi che hanno collezionato molteplici vittorie, solo il tempo dirà se riusciranno a confermarsi, ma le stesse probabilità le hanno anche coloro che sono comparsi sporadicamente negli ordini di arrivo. Tutto dipende dalla crescita fisica e dalla passione.

Sara Tola, ragazzina sarda che ha spesso messo in fila i suoi coetanei (foto Nuova Sardegna)
Sara Tola, ragazzina sarda che ha spesso messo in fila i suoi coetanei (foto Nuova Sardegna)

Un nome da tenere a mente c’è…

Un nome però in conclusione vogliamo farlo, perché il fatto che una ragazzina si piazzi più volte in mezzo ai maschi è degno di menzione. Anche perché Sara Tola, la ciclista in questione viene dalla Sardegna, è una realtà in evoluzione. Il suo nome, per le capacità mostrate in un contesto così particolare, merita di essere annotato sul nostro taccuino.